Category: Incontro con la Romania

  • Mamme imprenditrici

    Mamme imprenditrici

    Celebrano ogni giorno l’essere mamma. Ma più di tutto vogliono sia stare sempre vicine ai figli che reggersi da sole. Florentina Baloş, responsabile progetti dell’Associazione Work at Home Moms Romania (WHMA), ha presentato a Radio Romania Internazionale la comunità delle mamme imprenditrici. Un’associazione senza scopo di lucro, che appoggia professionalmente le mamme.

    L’idea è partita dalla necessità di accumulare delle informazioni, che trova il miglior riscontro nelle sessioni di networking. Questi incontri si svolgono ogni mese, in quanto vogliamo tanto percorrere insieme la bella strada dell’imprenditoria. Quindi, vogliamo appoggiare le mamme che lavorano da casa o iniziano un affare, dice Florentina Baloş, spiegando anche come funziona il meccanismo.

    La decisione di lavorare da casa viene presa generalmente quando la donna rimane incinta. E’ quello il momento in cui comincia a chiedersi come farà a passare più tempo insieme al bebè o migliorare la qualità di questo rapporto, poichè una mamma riposata e rilassata o che ha un’agenda chiaramente stabilita, si può dedicare di più al figlio. E allora decide sia di lavorare da casa sia avviare un affare. A prescindere dalla loro scelta, noi siamo lì ad appoggiarle, aggiunge la responsabile progetti dell’Associazione WHMA.

    Quante mamme aderiscono all’iniziativa? Organizziamo gli incontri Mamma Imprenditrice Connect Networking nell’intero Paese. La più numerosa comunità si trova a Bucarest e nella confinante provincia di Ilfov. Le signore si sono affiancate alla nostra comunità lungo gli anni e sono presenti sempre ai nostri eventi. Per la qualità e l’interattività degli incontri, preferiamo circa 30 partecipanti. In alcuni mesi, quando la richiesta è stata notevole, abbiamo organizzato due – tre incontri del genere, aggiunge Florentina Balos.

    Mercati natalizi o pasquali, ma anche eventi dedicati all’inizio della primavera e alla festa delle donne a marzo sono solo alcuni riferimenti nell’agenda dell’Associazione. Le socie svolgono varie professioni, aggiunge Florentina Baloş. Artigianato, servizi, grafica, contabilità, architettura. In tante lavorano ancora all’uncinetto, per portare avanti la tradizione dei costumi popolari, spiega la nostra interlocutrice, precisando che la comunità delle mamme imprenditrici agevola anche la collaborazione.

    Praticamente, facciamo vedere l’efficacia della collaborazione tra le persone. Le cifre sono rallegranti, in quanto ogni volta scopriamo che le mamme sviluppano anche altre collaborazioni. Vogliamo incutere fiducia e scartare l’insicurezza. In qualsiasi cosa che una persona voglia fare, l’ostacolo principale è la mancanza di fiducia, dice ancora Floretina Baloş.

    All’inizio dell’anno, la comunità si riunisce per delineare i piani per il futuro. Portare avanti questi incontri, spingerli ad un livello superiore, cioè invitare degli specialisti a parlare di imprenditoria e, a volte, anche di parenting, poichè è abbastanza difficile dividerti tra il fare la mamma e lavorare da casa, conclude Florentina Baloş, responsabile progetti dell’Associazione Work at Home Moms Romania.

  • Uno sguardo diverso sul Delta del Danubio

    Uno sguardo diverso sul Delta del Danubio

    Il Museo Nazionale del Villaggio Dimitrie Gustidi Bucarest si annovera tra i must in assoluto da visitare a Bucarest. Scoprirete masserie contadine risalenti ai secoli XVII-XVIII, in mezzo a una splendida area verde. Da parecchio tempo, il Museo ospita anche eventi culturali: mostre di fotografia o pittura, concerti o laboratori per i bambini. Da un anno, l’Associazione SOS Salvate la flora e la fauna del Delta del Danubio organizza al Museo del Villaggio degli atélier che svelano ai piccoli i segreti di questo posto unico, inserito nel Patrimonio dell’UNESCO nel 1991.

    La responsabile del progetto, Delia Popescu, ci ha offerto maggiori dettagli. Ogni sabato accogliamo i bambini al Museo del Villaggio, dove imparano cosa significa il Delta del Danubio per la Romania e come dobbiamo proteggere la sua flora e fauna. Abbiamo concepito tutto come un gioco, cosicchè i bambini capiscono e assimilano subito tutte le informazioni. Ad esempio, siccome siamo sotto fine anno, abbiamo ideato una festa tipica della regione della Dobrugea. I piccoli hanno confezionato delle bambole vestite di costumi tradizionali, che hanno portato anche a casa. Così tutto si imprime nella loro memoria, spiega Delia Popescu.

    La responsabile del progetto SOS Salvate la flora e la fauna del Delta del Danubio ha aggiunto che l’atélier attira i bambini. Ogni laboratorio riunisce tra 5 e 12 ragazzi. Alcuni si sono divertiti modellando in argilla cigni o pellicani del Delta, oppure hanno allestito spiagge, case o mulini a vento di fieno e legno. Ogni settimana, comunichiamo il tema del rispettivo incontro e chi vuole invia una mail per iscriversi. Tutti i dettagli sono disponibili sul nostro sito www.sosdelta.ro e sulla pagina del Museo. L’atélier è gratuito, i genitori devono solamente acquistare il biglietto d’ingresso al museo, spiega ancora Delia Popescu.

    E i piccoli vengono con piacere. Sono molto felici e questo è l’aspetto più importante per noi. Come prima cosa, sono contenti di essere impegnati in un’attività diversa dallo stare fermi davanti al computer o col telefonino in mano. Sono stimolati, lavorano, creano e, non in ultimo, tornano a casa con tante conoscenze sul Delta, sugli animali, sulla flora. Insomma, sono aspetti che contribuiscono alla loro formazione di futuri cittadini adulti. Alcuni bambini vengono ogni settimana. E in questo percorso ambientale e culturale, leggono tanti libri che raccontano al successivo incontro, dice ancora Delia Popescu.

    Maria ha 7 anni e partecipa a quasi tutti i laboratori. Vengo da tanto tempo! Mi piace perchè qui faccio delle cose che prima non facevo. Ad esempio, oggi ho confezionato una bambola. La scorsa volta ho ideato in una maquette di argilla come si va a pescare nel Delta del Danubio. E ho fatto anche un pellicano di cartone, dice la piccola Maria. La responsabile del progetto, Delia Popescu, ci ha raccontato anche come è cresciuto l’atélier dallo scorso febbraio ad oggi.

    I genitori affiancano sempre i bambini. E’ stato un po’ difficile all’inizio dell’anno, in quanto la gente non sapeva che si trattava di un’attività settimanale, però poi si sono impegnati al massimo nelle nostre azioni. Tutto per passare il tempo in una maniera diversa, accanto ai bambini. Anche d’inverno il Museo del Villaggio resta spettacolare. Ovviamente, nella stagione fredda le nostre attività si svolgono all’interno. Quando fa caldo, siamo sempre all’aperto, conclude Delia Popescu.

    L’Associazione SOS Salvate la flora e la fauna del Delta del Danubio è stata fondata nel 2007 da un gruppo di amici, con l’intento di proteggere questa zona unica in Europa. Successivamente, alle attività specifiche destinate alla protezione della flora e della fauna, individuando le specie in via di estinzione, l’ecologizzazione delle aree colpite dall’inquinamento o la promozione del turismo ecologico, l’Associazione ha aggiunto anche questo lato educativo per le giovani generazioni.

  • Laboratorio di canti natalizi a Bucarest

    Laboratorio di canti natalizi a Bucarest

    In prossimità delle feste natalizie, il Museo Nazionale del Villaggio Dimitrie Gusti di Bucarest ha riaperto i laboratori educativi nel Paese degli gnomi. Se ci eravamo ormai abituati ai laboratori in cui si confezionavano maschere, bambole vestite di costumi tradizionali o addobbi di Natale, questa volta un gruppo di giovani musicisti ci affascina con un Laboratorio di canti natalizi: un viaggio nel mondo degli strumenti musicali maneggiati con talento, ma anche un invito a cantare insieme in un coro convocato per l’occasione.

    Marius Nitu, che suona il violino, ci racconta come è nato il progetto. L’idea è stata lanciata da Sanziana Mircea e dal suo suggerimento di portare qualcosa di nuovo. Abbiamo pensato che sia ottimo coinvolgere tutti i bambini, non farli solo ascoltare noi mentre cantiamo. E ai piccoli è piaciuto molto. Quindi, il nostro primo workshop natalizio ha riscosso successo, cosicchè vogliamo portarlo avanti anche nel futuro, spiega Marius Nitu.

    La pianista Sanziana Mircea presiede la Music Art Academy, un’associazione che riunisce gli artisti che hanno organizzato l’evento. Siamo stati molto felici di partecipare a questo laboratorio. Insieme ai bambini, abbiamo interpretato dei canti natalizi romeni e internazionali in un coro spontaneo, accompagnato da pianoforte, violino e chitarra. Abbiamo scelto l’idea di un laboratorio di canti di Natale, che sono una delle più belle tradizioni di questa grande festività, proprio perchè la musica unisce tutti noi, anche se non ci conosciamo. I bambini hanno legato amicizie e sono stati molto felici, cosicchè, una volta in più, abbiamo dimostrato che la musica è un linguaggio universale e che i canti ci preparano alla meglio per il Natale, dice Sanziana Mircea.

    Al laboratorio sono venuti parecchi ragazzi, di età diverse. Un’opportunità di ascoltare musica buona in un giorno bello d’inverno, dice la 15enne Nectaria Iorgulescu. Mi è piaciuto e, quando ho visto che c’era tanta gente, mi è venuto il coraggio e ci sono andato anch’io. Un vero Karaoke!, ci ha detto Andrei Cristian Iacobescu, che ha 12 anni. Bellissimo! Ho imparato tanti canti, ci assicura il più piccolo Serban Ioan Andrei, ai suoi quasi 7 anni.

  • Scelgo di scegliere!

    Scelgo di scegliere!

    Scelgo di scegliere: così si intitola un progetto promosso dall’Associazione Beneva e finanziato dal Governo di Romania tramite il Ministero dell’Interno – l’Agenzia Nazionale Antidroga, nell’ambito del Programma nazionale di prevenzione e assistenza medica, psicologica e sociale dei consumatori di stupefacenti 2015-2018. Un progetto che racconta gente e storie di vita, attraverso film, spettacoli di teatro o tavole rotonde.

    Florentina Ciocanea-Petrariu dell’Associazione Beneva spiega l’essenza del progetto. Scelgo di scegliere in quanto si tratta di una scelta. E la nostra è stata quella di coinvolgerci nella vita della comunità e nella sua educazione. Il progetto ha preso lo spunto dalle necessità da noi invidivuate tra gli adolescenti, dal fatto che spesso si sentono invisibili e sotto la pressione della società. Loro studiano e vanno a scuola, però ci si insiste che vadano a scuola in cerca di voti alti, pur dimenticando qualsiasi passione diversa dalle materie di studio. Perciò abbiamo tentato di farli vedere che c’è gente che, seguendo il proprio sogno, è riuscita a trasformarlo in un mestiere, spiega Florentina Ciocanea Petrariu.

    Un progetto volto a rispondere a una necessità avvertita dai suoi iniziatori, aggiunge il presidente dell’Associazione Beneva, Iulian Vacarean. Abbiamo notato che in un sistema educativo in cui le cose cambiano velocemente, quello che conta per gli alunni e quello che rimane per una vita – ed è proprio questo l’aspetto che abbiamo tentato di incoraggiare con questo progetto – è scegliere di vivere i propri sogni e le proprie passioni fino in fondo. Le passioni che scoprono in questo periodo della loro vita li accompagneranno per sempre, che si tratti di teatro, musica o sport, dice Iulian Vacarean.

    Da parte sua, la commissaria di polizia Paula Frasinoiu ha fatto riferimento alle attività promosse da questo progetto di prevenzione del consumo di stupefacenti. Tutte le attività sono state importanti in assoluto, però quello che ha richiamato particolarmente la nostra attenzione, come finanziatori, è stato lo spettacolo teatrale messo in scena dai nostri partner di Beneva, nonchè le attività svolte nei campi scolastici. Informare e consapevolizzare per promuovere una vita sana, ha detto la commissaria Paula Frasinoiu.

    Il presidente dell’Associazione Beneva, Iulian Vacarean, ci ha offerto anche dei dettagli sul film realizzato nell’ambito del progetto, che viene proiettato nei licei. La pellicola prende lo spunto dall’idea di uno studente liceale, Cristian Robe, che incontra gente che lo ispira. E questa gente fa veramente da modello per le generazioni dei nostri giorni, che si tratti di musica, teatro o sport, arrivando a guidare il comportamento dei giovani per raggiungere il successo. Non è che il successo fosse la meta di tutti noi, però vogliamo vivere in un mondo sereno e questa gente ci ispira, aggiunge Iulian Vacarean, indicando anche l’effetto più importante del progetto.

    Quando un alunno della settima classe viene a dirti che si fida di te per raccontarti cosa succede con la sua vita, ebbene questa cosa mi sembra straordinaria. O quando una ragazza ci viene a dire che siamo come una luce per il suo liceo, portando degli esempi finora sconosciuti e ai quali non avevano avuto accesso. Alla fine, penso che il sorriso dei giovani sia stato il più importante effetto del progetto, dice ancora il presidente dell’Associazione Beneva.

    Anche per l’assistente sociale Mihaela Bebu del Servizio riduzione richiesta stupefacenti, il progetto è stato un successo ed era necessario. In Romania, il consumo di droga rientra nella media comunitaria. Le istituzioni pubbliche stanno compiendo degli sforzi e siamo molto felici che la società civile ci affianca in tal senso, poichè insieme possiamo fare di più. Ci proponiamo di continuare e sviluppare questo partenariato, aggiunge Mihaela Bebu.

    L’efficacia crescente di un simile progetto si basa sul fatto che l’impatto che ci si riesce ad avere oggi su un giovane, si rispecchia anche nell’ambiente online, propagandosi a quote superiori alle aspettative.

  • Racconto Natalizio a Bucarest

    Racconto Natalizio a Bucarest

    Il mondo magico delle feste si apre il 29 novembre a Bucarest con la quarta edizione del Festival Racconto Natalizio, dedicato ai bambini e non solo. Il direttore esecutivo Emil Pantelimon ha spiegato a Radio Romania Internazionale che il progetto è partito da uno spazio di 100 mq per raggiungere quest’anno gli 8.000 mq.

    Oltre agli atelier in cui i bambini potranno confezionare addobbi per il proprio albero di Natale, quindi portarli a casa, proponiamo anche una collezione di diorami con migliaia di casette e una fermata dalla quale i piccoli potranno salire sulla slitta di Babbo Natale, che sarà presente in carne e ossa. Poi, abbiamo una pista per gli slittini e l’Albero degli auguratori, dove i Babbi Natale canteranno proprio come vediamo a Trafalgar Square. Non mancheranno un caroussel dei giocattoli e una pista di pattinaggio destinata esclusivamente ai bambini, praticamente una replica di quella di Rockefeller Center, con angeli di ghiaccio e un enorme schermo che proietterà paesaggi invernali, cosicchè tutti si sentiranno in un viaggio tra l’Europa, l’America o l’Asia, ma anche in montagna o nelle grandi città, spiega Emil Pantelimon, svelando anche alcune delle sorprese.

    La gran bella sorpresa sarà anche la nostra mascotte: le reni di Babbo Natale vere e proprie accanto ai bambini, che potranno fare delle foto oppure passeggiare nello slittino tirato da loro. Avremo anche la più grande esposizione di alberi natalizi in un negozio speciale, con 11 varianti di ornamenti, aggiunge il direttore esecutivo del Festival.

    I designer suggeriscono addobbi di vetro e legno, ma anche bambole e oggetti tradizionali romeni, aggiunge Emil Pantelimon, estremamente orgoglioso della sua equipe che altro non vuole che rallegrare le anime dei visitatori per sentirsi come a casa.

    La cosa più bella è vedere il bambino come corre da tutte le parti e i genitori non sanno più dove trovarlo. La nostra squadra segue molto attentamente i piccoli, cosicchè i genitori stanno tranquilli, sapendo che i figli stanno al sicuro. E’ un mondo in cui non mancano il buon umore, la positività e – la chiave del successo – il sorriso, ha aggiunto Emil Pantelimon, assicurando che il decoro sarà spettacolare: un albero natalizio dei trenini, nel salone dei diorami, un altro a forma di casetta in cui si potrà entrare, ma anche una replica di quello di Rockefeller Center, ovviamente a dimensioni ridotte.

    Il festival chiuderà i battenti a metà gennaio.

  • Protocollo di collaborazione tra Radio Romania e l’Accademia Romena

    Protocollo di collaborazione tra Radio Romania e l’Accademia Romena

    Valorizzare il potenziale mediatico ed educativo di Radio Romania e promuovere le performance culturali e scientifiche dell’Accademia Romena: con questo obiettivo, il Presidente dell’Accademia Romena, il prof.univ.dr. e accademico Ioan Aurel Pop, e il Presidente Direttore Generale di Radio Romania, Georgică Severin, hanno firmato il 6 novembre un protocollo di collaborazione mediatica e culturale, che riveste un significato particolare nel 90/o anniversario di Radio Romania, la prima emittente nazionale fondata nel Paese, e, in ugual misura, la più longeva.

    Il Presidente Direttore Generale di Radio Romania ha ricordato che l’emittente pubblica rimarrà un riferimento nel paesaggio mediatico. Nonostante il confronto con l’area commerciale, vedremo che ogni volta che i romeni avranno bisogno di informazioni affidabili, capiranno che la fonte più sicura è Radio Romania. Conserviamo i più importanti archivi audio in Romania. Cosicchè il nostro patrimonio sonoro va valorizzato e forse nel futuro, insieme all’Accademia Romena, troveremo una forma particolare per consentire a tutte le persone interessate l’accesso a questi valori, ha detto Georgică Severin.

    Da parte sua, l’accademico Ioan Aurel Pop ha espresso apprezzamenti all’intera attività svolta dalla radio pubblica lungo i suoi 90 anni. L’Accademia Romena sta lavorando con le conoscenze ed è un’istituzione di ricerca e dedizione, mentre la Radio è fondamentalmente un’istituzione di comunicazione. Nel mondo in cui viviamo, chi padroneggia le conoscenze e, soprattutto, chi sa come renderle note al pubblico, così come lo sa fare Radio Romania, può dire Et in Arcadia ego, di trovarsi su un cammino sano della cultura nazionale. Siamo due istituzioni che credono nella forza della cultura nazionale per i destini di questo popolo. Sono assolutamente convinto che, se ci sarà qualcosa a salvarci da un certo periodo di deperimento, quel qualcosa consisterà sicuramente in educazione, cultura, ricerca e comunicazione adeguata. Non a caso la Radiodiffusione Romena gode di un altissimo ripetto tra l’opinione pubblica, un rispetto conquistato lungo nove decenni come istituzione di comunicazione di primo livello, ha sottolineato il Presidente dell’Accademia Romena, Ioan Aurel Pop.

  • Il Museo della Memoria

    Il Museo della Memoria

    Cartoline contenenti messaggi scritti in tempi passati a destinatari magari oggi sconosciuti, decreti governativi che smentiscono notizie false, allarmistiche o che dichiarano prigionieri alcuni feriti nella Grande Guerra, ma anche foto di famiglia. Tutto a partire dal 1916. Così è nato in Romania il Museo della Memoria, una piattaforma online che comincia, però, ad esibirsi anche in altri spazi, come spiega la responsabile progetto Smaranda Pasnicu, cofondatrice dell’Associazione PunctArt.

    Il Museo della Memoria è nato lo scorso anno su iniziativa dell’Associazione PunctArt, per creare uno spazio dei ricordi, arricchito da ognuno di noi con foto, documenti e qualsiasi oggetto significativo, per renderli noti a quante più persone. Così abbiamo creato una piattaforma online, dove chiunque può caricare un ricordo, con l’augurio di costruire piano, piano, insieme, questo Museo della Memoria. Siccome si tratta di un lunghissimo passato, nella prima tappa abbiamo deciso di puntare su un certo periodo storico – l’inizio del Novecento, con particolare riguardo alla Grande Guerra. Insieme a una numerosa squadra di storici, ricercatori di immagini e suoni, antropologi, psicologi e filosofi, abbiamo scavato negli archivi dei collezionisti, dei musei o delle persone vicine a noi, per raccogliere i primi ricordi e renderli disponibili all’inizio online e, a partire da questo mese, anche in una mostra multimediale già lanciata a Bucarest. Ora siamo a Costanza. Sempre quest’anno arriveremo anche a Iasi e nel 2019 a Ploiesti e Suceava, spiega Smaranda Pasnicu.

    Il Museo della Memoria propone un approccio soggettivo, mettendo alla disposizione delle persone interessate archivi e testimonianze e dando anche voce ai pensieri di coloro che vantano una lunga esperienza di vita, aggiunge Smaranda Pasnicu.

    Lo scorso anno, abbiamo creato il nostro primo meccanismo per raggiungere il pubblico, precisamente il telefono dei ricordi. Un apparecchio antico, come quello dei nonni, che molti tenevamo in casa, che offre sia la possibilità di ascoltare delle testimonianze raccolte da persone anziane, che di registrare il proprio messaggio da ricevere l’anno successivo. Questo telefono si ritrova nella nostra esposizione, aggiunge Smaranda Pasnicu.

    Con le nuove tecnologie, PunctArt tenta di avvicinare i giovani all’arte e alla cultura, facendoli cercare da soli nella storia personale quei ricordi che, a volte, dimentichiamo, per arricchire la collezione del museo. Smaranda Pasnicu ci ha spiegato anche come guardano i bambini i reperti del museo.

    Bellissime esperienze finora! I piccoli guardano al telefono dei ricordi come ad un reperto museale, però i genitori spiegano ai figli che si tratta di un oggetto del loro passato. L’ingresso ai nostri eventi è libero e auspichiamo di coinvolgere quante più persone nella costruzione di questo Museo della Memoria, arricchendolo di cose importanti per noi. Anche se, forse, sembrano poco interessanti ad un certo momento, in realtà poi ci rendiamo conto che tutto fa parte della nostra storia di vita, come questi eroi sconosciuti che erano i nostri nonni e bisnonni, che hanno attraversato tempi difficili e che noi, a volte, dimentichiamo, conclude Smaranda Pasnicu, responsabile del progetto dedicato al Museo della Memoria.

  • Disco BTT

    Disco BTT

    Organizzata per la prima volta lo scorso anno a Bucarest, col supporto dell’Ente del Fondo Culturale Nazionale, la mostra Disco BTT – Discoteche del comunismo ha riscosso un reale successo. Oltre 5.000 persone l’hanno visitata al Palazzo Stirbei di Bucarest e il progetto è stato insignito del Premio dell’Ente del Fondo Culturale Nazionale per l’attivazione del patrimonio culturale immateriale. E’ stata concepita dalla regista cinematografica Iulia Rugina, nota per le pellicole Breaking news o Love Building.

    L’idea è partita 2-3 anni fa, durante la ricerca per una fiction. Nel film, c’era un personaggio che aveva un legame con quel periodo, aveva fatto il DJ negli anni ’80 in Romania. Così ho incontrato Sorin Lupascu, lui stesso DJ ai tempi del comunismo. Siamo stati attratti dall’idea di presentare al pubblico degli aspetti ancora poco conosciuti, ha spiegato Iulia Rugina a Radio Romania Internazionale.

    La mostra BTT – Discoteche del comunismo è una creazione artistica originale, che porta il visitatore in spazi nonconvenzionali. Immagina un percorso sensoriale attraverso più stanze, ciascuna concepita in base alle realtà del tempo.

    Si tratta di una creazione artistica originale, praticamente un’installazione. Il visitatore scopre i posti in cui si ascoltava la musica all’epoca, in un periodo in cui si praticava intensamente la censura, ma anche il modo in cui le gente aveva accesso alla musica attraverso i DJ. Ci siamo messi in contatto con persone che potevano offrirci maggiori dettagli su quel periodo, raccontarci delle storie, ma anche vari materiali – apparecchi, locandine e persino nastri, dischi e audiocassette. Tutto si ritrova ora in una mostra che si avvicina piuttosto ad un’esperienza sensoriale, aggiunge Iulia Rugina, spiegando che il successo ha superato le aspettative.

    Sono venuti a visitarla sia persone che avevano attraversato la realtà comunista che molti giovani. La mostra sarà inaugurata questo mese anche a Cluj-Napoca. Il programma delle visite ricalca l’orario delle discoteche ai tempi del comunismo e l’ingresso è libero. Cosa scopriranno questa volta i visitatori?

    La mostra rassomiglia al 90% a quella di Bucarest, in quando abbiamo dovuto aggiustarla a seconda dello spazio leggermente diverso. Si tratta di sei stanze ciascuna dedicata ad un certo elemento del rispettivo periodo, tanta musica, foto e materiali di archivio. Quello che mi è sembrato spettacolare alla prima edizione è che la gente si mette a ballare. Vengono da visitatori e finiscono da protagonisti, quasi come reperti nell’ultima stanza che ricrea in dimensioni naturali una discoteca degli anni ’80, aggiunge ancora Iulia Rugina, auspicando di portare la mostra anche in altre città della Romania.

    Il consulente del progetto è Sorin Lupascu, noto DJ nelle discoteche BTT. La scenografia è di Andreea Popa, con esperienza in oltre 20 lungometraggi e collaborazioni con registi quali Claude Lelouche, Joel Schumacher, Cristi Puiu, Cristian Nemescu o Nae Caranfil. Le luci sono state concepite dal light-designer Alin Popa.

  • Art Selfie anche in Romania

    Art Selfie anche in Romania

    Il 27 settembre, Google ha celebrato il suo 20/o anniversario. In tutti questi anni, non ha mai smesso di sorprendere. Una delle più recenti sorprese è stata l’arte sperimentata in una maniera personalizzata. Con Art Selfie, nella app Google Arts&Culture è stata inserita una funzione che, partendo da un selfie, trova il ritratto più simile ad una persona in tutti i musei del mondo. Google Arts&Culture si è associata con oltre 1200 gallerie e istituzioni di 70 Paesi per rendere possibile l’accesso a un numero quanto più esteso di immagini. Gabriela Chiorean, responsabile comunicazione di Google per l’Europa centro-orientale, spiega cosa significa Art Selfie.

    E’ partita come una soluzione divertente di sperimentare l’arte. Praticamente, trovi più facilmente delle affinità con le correnti artistiche e con tutto quanto c’è di bello. Ti scatti la foto e la nostra piattaforma ti trova il gemello nell’arte, nelle gallerie Google Arts&Culture. Nel mondo, la app è stata lanciata a gennaio 2018, all’inizio in pochi Paesi, soprattutto in cui si parla l’inglese. Però da poco è disponibile nell’intero mondo, quindi anche in Romania. Già dai primi dell’anno la reazione è stata positiva: oltre 78 milioni di art-selfie in pochi Paesi. La app è stata accolta con lo stesso entusiasmo anche in Romania, che ha un appetito particolare di sperimentare l’arte e non solo fisicamente. Tutte le volte che lanciamo dei prodotti connessi all’arte, la Romania dà sempre un’ottima risposta, il che ci rende veramente felici, spiega Gabriela Chiorean.

    Forse ritenete di rassomigliare ai volti dipinti dagli artisti romeni Tonitza o Grigorescu. O forse aspirate addirittura alla Gioconda di Leonardo da Vinci o a La ragazza col turbante/ La ragazza con l’orecchino di perla di Johannes Vermeer. Tutte queste associazioni sono possibili. Ma anche alcune meno rallegranti – dipende da quello che identifica il sistema.

    Io ho tentato, per esempio, di trovarmi il gemello nell’arte e ho scoperto un uomo, ma anche il fatto che i miei tratti rassomigliano a quelli di un bambino. Ci sono state delle situazioni sorpredenti, come una donna statunitense che ha trovato il selfie associato al ritratto della propria nonna. Dobbiamo capire che queste associazioni non sono perfette al 100%, in quanto è il modello machine-learning ad abbinare i tuoi tratti a quelli dei ritratti, spiega ancora la responsabile comunicazione di Google per l’Europa centro-orientale, aggiungendo che in Romania una decina di partner hanno aderito al progetto. Questo tipo di selfie ci aiuta a sapere di più sull’arte del proprio Paese, ma anche dell’intero mondo, ha concluso la nostra ospite.

  • Le fontane di Bucarest, sinfonia e giochi d’acqua

    Le fontane di Bucarest, sinfonia e giochi d’acqua

    Costruite alla fine degli anni ’80, le 44 fontane del centro di Bucarest si collegano lungo 1,4 km. Nel fine settimana, in occasione del 559/o anniversario della città, il Comune della Capitale e la compagnia Apa Nova, che gestisce l’erogazione delle risorse idriche, hanno aggiunto un riferimento sulla mappa turistica di Bucarest: un affascinante spettacolo musicale e multimediale ha inaugurato 17 fontane modernizzate. Sono, in realtà, le prime fontane in Europa munite di impianti di ultima generazione. Un regalo artistico, in cui la gente ha scoperto sette mondi che parlano di Romania: acqua, fuoco, terra, aria, il mondo vegetale e il Centenario della Grande Unità, preceduti dal mondo astrale.

    Il vicedirettore della compagnia Apa Nova, Mihai Savin, responsabile del progetto, spiega come è nata l’iniziativa. Siamo partiti da un’idea semplice. Come si sa, in quasi tutte le metropoli le fontane evocano sia il presente che il passato della città e raccontano la sua storia. Sono state costruite per stupire, per mostrare alla gente la ricchezza culturale, la creatività, l’inventività e la dedizione dei loro creatori. E’ proprio da questo concetto che anche noi abbiamo preso lo spunto, trasformando questa idea convenzionale in esperienza multisensoriale, con un approccio tridimensionale del progetto: visivo, uditivo e spaziale. Inoltre, abbiamo voluto che Bucarest diventi sempre più importante sulla mappa turistica, in sintonia con i tempi che viviamo, evocando i valori del presente, ma anche tramite forza, colore e forma, spiega Mihai Savin.

    Le peculiarità delle nuove fontane sono l’esito dell’esperienza e della perizia internazionale. Una compagnia tedesca, riconosciuta a livello mondiale nel settore, ha fornito gli equipaggiamenti e le tecnologie di punta, uniche in Europa. Inoltre, gli architetti hanno rivisitato il complesso delle fontane, introducendo degli elementi che richiamano la hora, danza tradizionale romena, l’alfabeto cirillico e le ceramiche di Cucuteni. Intitolato Sinfonia dell’acqua, lo spettacolo inaugurale ha affascinato il pubblico con zampilli e getti d’acqua alti fino ai 30 metri, diventati autentici schermi color rosso, rosa, viola, arancio, blu e verde. Sugli schermi della fontana centrale vengono proiettate una coppia di ballerini e la mappa della Romania, raffiguranti i ritratti di Re Ferdinando e Regina Maria.

    Che messaggio trasmette questo spettacolo di musiche e luci laser? Risponde sempre Mihai Savin. Una città dei contrasti. Una città moderna che vanta una lunga storia. Con le varietà musicale abbiamo voluto mettere in risalto anche la diversità culturale di Bucarest. La gente ama sia la musica classica che quella moderna, aggiunge il vicedirettore di Apa Nova, anticipando simili spettacoli per tutta la durata della stagione estiva, ogni fine settimana.

  • Il gusto come patrimonio culturale

    Il gusto come patrimonio culturale

    Ai primi di settembre, nella città romena di Timisoara è stato lanciato il concorso di ricette tradizonali intitolato Il gusto come patrimonio. Si tratta del primo evento promosso nell’ambito del progetto Slowing down, avviato dall’Associazione Timisoara Capitale Europea della Cultura e dall’Associazione CRIES – Centro Risorse per Iniziative Etiche e Solidali. La presidente di CRIES, Mihaela Veţan, spiega chi potrà partecipare al concorso aperto dal 6 al 30 settembre. Tutte le persone che amano cucinare, particolarmente quelle interessate ai piatti della regione del Banato, dato che puntiamo sulle antiche ricette della nostra regione. Ovviamente, il concorso è aperto ai partecipanti di ovunque, dai quali aspettiamo tutti i tipi di ricette, contorni, dessert o anche bevande, dice Mihaela Veţan.

    Come viene accertata la genuinità dei piatti? Una giuria confermerà la provenienza della ricetta e il modo in cui vengono rispettate le regole della zona, ad esempio piatti dolci-salati. Si sa che da noi, nel Banato, l’arrosto va accompagnato con la composta di amarene o susine come contorno. Un altro criterio proposto è l’uso di ingredienti naturali e la tipicità della ricetta per una certa comunità etnica della zona. Nel Banato, anche la gastronomia è influenzata dalle etnie che vi convivono e vogliamo mettere in risalto i loro piatti, aggiunge ancora la nostra ospite, spiegando che, praticamente, l’iniziativa è volta a promuovere la cucina tradizionale tra i consumatori. E ci ha fatto anche venire l’acquolina in bocca. Ho notato alcune ricette che amo in modo particolare: la crostata di zucca, la zuppa di pomodori, gli gnocchi alle prugne o un piatto a base di rape che, purtroppo, sono sempre meno coltivate, cosicchè si ritrovano raramente sulle nostre tavole, aggiunge Mihaela Veţan, spiegando anche perchè il gusto è patrimonio.

    Il gusto e, implicitamente, il cibo dicono molto sulla vita delle comunità di certe zone, sugli scambi tra la gente, sulle risorse, sul loro rapporto col cibo e sull’importanza di alcuni giorni della settimana. Ad esempio, ricordo che ai tempi dei miei nonni si mangiavano dei dolci solo di domenica, giorno al quale veniva concessa un’importanza particolare. Tutto ciò riguarda la nostra cultura, il nostro rapporto con la vita in generale, e vorremmo che anche queste ricette che proponiamo mettessero in risalto gli aspetti della vita quotidiana di una volta. Come sapete, nel 2021 Timisoara sarà Capitale Europea della Cultura. I turisti che verranno a visitare la città saranno sicuramente interessati a vivere delle esperienze autentiche, comprese quelle gastronomiche. E allora vorremmo avere anche un’offerta dei ristoranti aggiornata, nel senso di ritrovare nei menu dei piatti che valorizzano o rivisitano antiche ricette, anche a base di ingredienti locali, conclude Mihaela Veţan.

    In seguito a questo concorso, la giuria selezionerà tre vincitori che verranno premiati il 10 ottobre, in occasione della Giornata dei prodotti agroalimentari romeni, mentre tre squadre di cuochi cucineranno i piatti vincenti. Il progetto Slowing down si propone di incoraggiare un modello responsabile di consumo e produzione e si rivolge ai giovani, ai piccoli produttori, agli organizzatori di eventi culturali, ristoranti e bar interessati ad adottare i piatti locali nella propria offerta.

  • Un’app per noleggio bici a Bucarest

    Un’app per noleggio bici a Bucarest

    Questestate è sbarcato anche a Bucarest il sistema bike sharing a costi contenuti. Basta scaricare lapp chiamata Ape Rider powered by Pegas per godervi mezzora di passeggiata in bicicletta per quasi 2 lei (meno di 50 eurocentesimi). Allinizio erano disponibili 2.000 bici, ma, a seconda della richiesta, il numero aumenterà sia a Bucarest che in altre città del Paese. Andrei Botescu si è impegnato nella reinvenzione del marchio di biciclette Pegas e ci offre maggiori dettagli.



    “Ape Rider è un servizio di bike-sharing dockless, cioè senza fermate, volto ad offrire una maggiore mobilità in città, in modo ecologico e adattato alle esigenze moderne. Questa mia idea è stata modellata secondo le tendenze internazionali. Ad esempio, in Asia si contano 100 milioni di bici del genere. E diventata una vera corrente che si è estesa anche negli Stati Uniti e in Europa. Simili sistemi sono apparsi nelle grandi città, però vogliamo competere con gli altri provider, fornendo migliori servizi, cosicchè anche noi andremo in altre città del mondo”, assicura Andrei Botescu.



    Cosa devono fare le persone interessate? “Basta scaricare la Ape Rider da App Store o Google Play. Per attivare il servizio, va trasferita una tassa di 20 lei (4 euro allincirca), dopo di che ogni mezzora costa 1,9 lei”, spiega Andrei Botescu. Quindi, lutente si deve registrare con la carta e verranno bloccati 69 lei per gli eventuali danni, somma che sarà restituita nel momento in cui si rinuncia allapplicazione. Il successivo passo è quello di scaricare la mappa delle bici disponibili e dei parcheggi virtuali, per poter trovarli subito. E inoltre possibile prenotare la più vicina bicicletta Ape Rider. Lo sblocco è semplicissimo: basta scannerizzare il codice della bici e al termine della corsa il sistema di sicurezza collocato sulla ruota posteriore viene chiuso a mano.



    La app è stata lanciata questanno e i test sono ancora in corso, aggiunge Andrei Botescu. “Siamo nel primo anno, quindi procediamo ancora ai test in tutta Bucarest. In questo modo potremo andare avanti e sviluppare unapp solida per aumentare dallanno prossimo il numero di bici a Bucarest, ma anche in altre grandi città del Paese che vogliono aderire al sistema: Iasi, Timisoara o Costanza”, spiega il nostro interlocutore, auspicando a breve anche luso delle bici elettriche ricaricabili attraverso lautorigenerazione.



    Per ora lapp è disponibile in inglese e sarà estesa anche ad altre lingue, man mano che il sistema Ape Rider powered by Pegas arriverà in altre città europee. Ad esempio, gli iniziatori del progetto si augurano di sbarcare in primavera nel Regno Unito e nel Belgio. La priorità del momento è quella di superare i 100.000 utenti entro fine anno, soprattutto perchè la Ape Rider risolve un grosso problema di mobilità urbana generata dal sovraffollamento nel traffico. A Bucarest esiste già un sistema di bike sharing, però con parcheggi fissi. La capitale romena si piazza così tra le prime dieci città europee ad allinearsi a questa tendenza globale dedicata ai sistemi alternativi di trasporto, non invasivi per lambiente.