Category: La società

  • L’integrazione  dei giovani  assistiti

    L’integrazione dei giovani assistiti


    Nel mese di marzo a Bucarest si sono svolti una
    serie di avvenimenti che hanno avuto al centro dell’attenzione la situazione
    dei giovani NEET – vale a dire di giovani con eta’ comprese tra i 15 e i 24
    anni, che non sono attivi sul mercato del lavoro, non seguono nessuna forma di
    educazione e non partecipano a nessun corso di formazione professionale. I
    partecipanti hanno tentato di individuare soluzioni per l’integrazione dei
    giovani senza attivita’, che rappresentano una percentuale preoccupante della
    popolazione della Romania.


    In un periodo in cui il tasso dei Giovani NEET
    diminuisce a livello dell’UE, attualmente a una media del 12%, in Romania
    questo tasso sale al 18%. Questo significa circa 4 – 500.000 giovani, molti di
    loro restando nonidentificati a causa del fatto che non figurano sulla lista di
    nessuna istituzione. E questo il contesto in cui il think-tank Social Doers ha
    organizzato una conferenza nazionale in cui e’ stata lanciata la piattaforma
    La Coalizione Europea per i Diritti della Gioventu’ NEET. Si tratta di un
    iniziativa finanziata tramite il programma Erasmus e lanciata nel mese di gennaio
    a Bruxelles. L’iniziativa e’ partita dall’idea che il problema di questi
    giovani non e’ solo uno nazionale bensi uno che si ritrova anche a livello
    europeo.


    Veronica Ştefan, presidente della Social Doers afferma che Tramite questa iniziativa abbiamo tentato di osservare le situazioni
    particolari che si ritrovano in 6 Paesi. La Romania e’ stato uno di questi, pero’
    abbiamo guardato anche verso Paesi come la Gran Bretagna o l’Austria, che hanno
    un tasso molto basso per quello che riguarda questa categoria di giovani.
    Abbiamo guardato anche verso il Portogallo, l’Italia o il Belgio. Da qui, siamo
    arrivati alla conclusione della necessita’ di
    uno sforzo comune. Da una parte, abbiamo bisogno di una piattaforma in
    cui le ONG che offrono effettivamente servizi a questi giovani si ritrovino
    allo stesso tavolo con altri partner : partners sociali- sindacati e padronati,
    assieme ai politici, che prendono le decisioni. Dunque la piattaforma si
    rivolge alle tre categorie : ONG, strutture del Padronato e sindacati e
    parlamentari europei, perche loro sono il contatto diretto tra le decisioni prese a livello
    europeo e i cittadini di tutti i Paesi.


    Victor Negrescu (S&D) e’ uno dei deputati
    europei che hanno manifestato preoccupazione nei confronti dei problemi dei
    giovani, e specialmente nei cofronti dei giovani NEET. Secondo lui, ci sono
    diversi programmi a livello dell’UE ideati per sostenere i giovani, pero… Deve essere menzionato il fatto
    che molti di questi programmi vedono i
    problemi dei giovani come un tema globale, generale e non esiste un modo di
    affrontarli in modo personalizzato, mirando proprio i giovani NEET di modo di
    far’si che questi , ben 21 milioni a
    livello europeo, sentano veramente i benefici di questi programmi europei. Nei
    dibattiti di Bucarest, il mio punto di vista e’ stato quello di lavorare per
    realizaare programmi basati sulle necessita’ personali di questi giovani e di
    identificazione a livello locale.


    Quasi mezzo milione di persone della popolazione
    del Paese – giovani inattivi potrebbe potrebbe essere una ciffra che non fa’
    paura. In realta invece, le cose stanno diversamente. Perche , assieme al loro
    invecchiamento, il loro numero cresce. Se sono solo il 18% entro i 25 anni,
    diventano il 25% fino ai 30 anni e restano poco piu’ del 20% entro i 35 anni. In questo modo si crea una
    generazione di giovani inattivi, che non producono.Questo significa anche un
    problema di costi a livello economico,
    sottolinea Veronica Stan Un agenzia europea, valutava che nel 2011, la
    Romania spendeva, o, in altre parole, in realta’, perdeva, oltre alle spese,
    circa l’1,54% del PIL. Circa 2 miliardi di euro. Cosa significa perdevano
    questi soldi? Significa che quasi mezzo milione di giovani beneficiavano di
    sostegno sociale senza il pagamento di alcuna contribuzione. Dunque, ogni anno,
    i giovani con eta’ inferiore ai 25 anni provocavano una perdita economica di 2
    miliardi di euro.


    E se aggiungiamo a questa situazione anche il
    fenomeno di invecchiamento della popolazione in Romania ma anche a livello
    europeo, dunque la necessita di un numero maggiore di persone attive, si puo’
    capire l’importanza di individuare al piu’ presto una soluzione a questo
    problema.. E quanto si propone tramite la piattaforma anche La Coalizione
    Europea per i Diritti della Gioventu’ NEET.


    Veronica
    Stefan Quello che possiamo fare noi e dove spero di arrivare tramite
    questo dialogo tra tutti gli attori e che, da una parte, le ONG , che hanno
    l’accesso piu’ facile, che offrono i servizi piu vicini a questi giovani
    diventino traduttori, mediatori tra istituzioni e questi giovani, che, risulta
    chiaro, se sono arrivati in questa situazione non sono in grado di superarla
    senza difficolta’. D’altra parte, collaborare con le istituzioni,per creare una
    politica piu’ flessibile. Fin’ora abbiamo messo l’accento sui fondi europei,
    con progetti che iniziano nell’anno 1 e finiscono l’anno 3 per dimenticare alla
    fine quello che e’ accaduto con questi giovani. Sarebbe importante avere dei
    programmi continui, con un aproccio piu’ amichevole, orientiati verso i
    giovani, personalizzati.


    La conclusione che si impone e la necessita’ di
    identificare i giovani che non sono attivi sul mercato del lavoro, non seguono
    corsi di formazione e in generale nessuna forma di educazione, per monitorare
    la loro situazione e offire delle soluzioni personalizzate. Allo stesso tempo, si
    sente la necessita di programmi
    nazionali che siano sostenuti anche dalle politiche pubbliche.



  • Lettura negli spazi nonconvenzionali

    Lettura negli spazi nonconvenzionali


    Il 25% dei romeni che vivono in provincia, dichiaravano nel 2015 di non aver comprato negli ultimi 12 mesi nessun libbro, mentre a Bucarest, solo il 6%. Inoltre, mentre il 62% dei bucarestini ha dichiarato di aver comprato, nello stesso periodo, tra uno e cinque libri, il 48% della gente delle altre zone della Romania ha dichiarato di aver acquistato tra uno e cinque i libri. Ai dati contenuti nel “Barometro di Consumo culturale” di due anni fa, possono essere aggiunti quelli più recenti, pubblicati in uno studio realizzato dallAssociazione Curtea Veche (La Vecchia Corte) , ONG che promuove la lettura per il piacere tra i bambini di Romania. Valentina Roman, direttore esecutivo dellassociazione, ci presenta una sintesi. ” Solo l8% dei bambini di Bucarest leggono per il piacere nel loro tempo libero. La maggior parte di coloro che dicono di non leggere sostengono che non hanno tempo , perché sono occupati con la scuola o con altri corsi supplementari dopo-scuola o perche semplicemente non riescono a trovare i libri interessanti. I genitori gli obligherebbero a leggere libri ai quali non sono interessati.



    Realizzato nel dicembre 2016 su un campione rappresentativo di 1.082 studenti bucarestini di età compresa tra 11-14 anni, la ricerca ha portato in primo piano anche la frequentazione delle biblioteche pubbliche. Ma frequentano le biblioteche gli studenti ? Di nuovo Valentina Roman: “Quasi due terzi hanno detto che non frequentano la biblioteca della scuola perché li non hanno un luogo dove si può leggere, non trovano uno spazio dedicato alla lettura. Un altro motivo serebbe quello che non riescono a trovare titoli adatti alla loro età. Una piccola percentuale dei lettori frequenta le biblioteche pubbliche. Preferiscono scambiare libri tra loro. In effetti, la maggior parte delle raccomandazioni vengono fatte tra amici. Questi bambini le preferiscono rispetto a quelle fatte dalla scuola o dai genitori.



    Anche se meno conosciute o frequentate le bilbioteche di quartiere possono diventare un luogo attraente non solo per leggere o prendere in prestito libri, ma anche un ottimo posto per socializzare o per le attivita comunitarie. E quello che si sono prosposti di dimostrare, attraverso diverse campagne, i membri della biblioteca Metropolitana “Mihail Sadoveanu” di Bucarest, un istituto con filiali in tutti i quartieri della capitale.Tra queste, la piu recente e stata intitolata “Viaggia con un libro” ed è stata organizzata in collaborazione con Lente Autonomo di Trasporti Bucarest (RATB). Ai primi di marzo,i bibliotecari sono saliti sui mezzi pubblici e hanno offerto ai viaggiatori “sorrisi ed esortazioni alla lettura “, come ci ha detto Anca Râpeanu, direttore generale della Biblioteca Metropolitana. Gran parte dei bucarestini, trascorrono ogni giorno un pezzo di vita nel mezzo di trasporto. E a causa del traffico e del fatto che i viaggiatori trascorrono più tempo di quanto vorrebbero sul bus o nel tram,cosa sarebbe se quel tempo sarebbe sfruttato come una piacevole pausa in cui leggere un libro? Ma cosa abbiamo fatto per i viaggiatori sui mezzi pubblici? Abbiamo aprofittato del fatto che era il primo marzo – un giorno speciale per le donne, per le ragazze e per le signore – e abbiamo offerto cartoline fatte dai bambini che partecipano ai gruppi di creazione organizzati dalla Bilblioteca Metropolitana di Bucarest. In questo modo, tentiamo di trasmettere ai bucarestini non solo che abbiamo molti libri per prestare, ma anche il fatto che offriamo anche altri tipi di programmi -educativi, sociali,di divertimento – ai quali possono partecipare in qualsiasi momento e in modo gratuito.



    Nei sei giorni della campagna, 50 bibliotecari più 7 volontari e 10 stagisti hanno viaggiato negli autobus, tram o filobus di Bucarest sulle rotte piu vicine alle biblioteche pubbliche della città. Hanno parlato con piu di 11.000 Bucarestini e oltre alle cartoline , hanno offerto anche carte da visita. Che tipo di carte da visita hanno offerto ci spiega Marilena Chirita, Responsabile Marketing e Comunicazione del Biblioteca Metropolitana Bucarest.” La carta da visita piu adatta che una bilbioteca puo offrire a proprio il volantino promozionale che elenca tutti le nostre 34 filiali? E la gente presente nei mezzi di trasporto si e dimostrata molto interessata alle nostre strutture e ai servizi che offrono. Abbiamo trovato anche persone che già frequentano le nostre biblioteche. Nel momento in cui,iniziavano le discussioni con una persona, si formavano subito dei gruppi. La gente faceva delle domande, voleva sapere come possono avere accesso alla biblioteca, se è gratis,se forse una delle nostre filiali si trova vicino alla loro casa o al loro ufficio.


    Il motto della campagna è stato: “Un buon libro può essere letto in qualsiasi mezzo di trasporto”. Ed è ancora troppo presto per costatare il successo o il suo fallimento. Lo stesso si può dire di unaltra campagna organizzata dalla Biblioteca Metropolitana , dove un azione mensile è diventata settimanale grazie al successo riscontrato a livello del pubblico. Si tratta dell”Ora delle Storie”. Ritorna al microfono Anca Râpeanu: “Abbiamo iniziato con 16 filiali in cui un volontario legge una storia ai bambini tra i 3 ei 6 anni, accompagnati dai genitori. “LOra delle Storie” è stato creata per questo scopo: il bambino di tre anni non è un lettore, ma può diventare un lettore se gli viene letto e se viene abituato con il libro come oggetto. Il fatto che vengono con i loro genitori che osservano come reagisce il loro bambino alla lettura di una storia, speriamo dia un esempio ai genitori di leggere ai loro bambini tutti ogni giorno a casa almeno 10-15 minuti prima di andare a letto .



    E forse questa “Ora delle Storie” trascorsa in biblioteca, fara anche i genitori prendere in prestito un libro che poi leggabi in autobus lungo il noioso percorso verso il posto di valoro. (St.B)




  • La Romania resiste

    La Romania resiste

    La Romania resiste. E la conclusione della stampa interna ma anche di alcune importanti pubblicazioni internazionali, dopo più di due settimane di proteste, che hanno raccolto centinaia di migliaia di persone. Solo Domenica scorsa, Piazza della Vittoria di Bucarest ha raccolto decine di migliaia di persone, mentre molti utilizzatori dei social media hanno cambiato limmagine del profilo su Facebook mostrando lo stesso messaggio. A “meno di un mese dallinsediamento, il governo romeno guidato dal PSD ha generato un movimento popolare senza precedenti dalla caduta del comunismo nel 1989, ricorda la FP. “Blu, giallo, rosso : decine di migliaia di manifestanti hanno formato Domenica a Bucarest, una bandiera romena enorme, illuminata con i telefoni cellulari, per chiedere le dimissioni del governo, accusato di minare la lotta contro la corruzione”, scrive la stessa agenzia che ha realizzato anche un materiale proprio in Piazza della Vittoria, a Bucarest.



    Lanalista Cristian Parvulescu ritiene che lindignazione romena ha un nuovo inizio : “Lindignazione dei romeni sembrava essere scomparsa dopo la tragedia del Colectiv, gli elementi che gli avevano dato coerenza sembrava che avessero perso energia. Ma gli errori compiuti in modo veloce dal governo Grindeanu e dalla maggioranza PSD-ALDE hanno generato una nuova forza. Si tratta sicuramente di un nuovo attore, del quale i partiti devono tenere conto. Non è possibile governare con 600.000 persone in strada, e questa idea ottocentesca che il Parlamento può fare tutto, è molto pericolosa. Il Parlamento è unistituzione importante, ma la democrazia non si limita al Parlamento. Fino a quando il governo non è disposto ad accettare la pluralità di opinioni nella società, il movimento di protesta continuerà “.



    La scrittrice Nora Iuga si è schierata alla protesta sin dallinizio: “Dal momento che il presidente del PSD, Liviu Dragnea è intervenuto sulla scena e ha prodotto tutta questa situazione in cui ci troviamo ora, mi sono reso conto che eravamo entrati su una strada molto pericolosa. Ma è meraviglioso che in questo modo è nato uno uno spirito di libertà, di giustizia e di civiltà che i giovani in particolare, ma non solo i giovani , anche gli anziani di questo paese, presentano a tutto il mondo, non solo a noi che avevamo smesso di credere di avere queste qualità. Sono felice di trovare una società romena in cui avevo perso la fiducia, una società civile della quale mi rendo conto che stavamo cercando sin dalla Rivoluzione. Una società che durante il comunismo sembrava essere scomparsa per sempre. Ed ecco che fenomeno straordinario si verifica oggi. La gente del Paese ha già generato un nucleo in crescita della società civile. E questo è straordinario.



    Lo scrittore Radu Vancu ritiene che, oltre ai guadagni di tipo pragmatico -il ritiro del decreto governativo nr 13 e le dimissioni del ministro della Giustizia Florin Iordache , un grande risultato delle notti consecutive di proteste è la cultura della protesta che la Romania ha sviluppato . Una cultura di protesta derivata sia dal grande numero di persone uscite in strada, ma anche dai valori comuni condivisi da coloro che hanno partecipato alle proteste, anche se avevano opinioni politiche diverse.



    Radu Vancu : “Sono in strada gli elettori di sinistra e di destra, la gente politicamente neutrale, le persone che non hanno votato, ma che lottano per gli stessi valori. Per la prima volta in Romania, dopo più di due decenni, sono spuntati alcuni valori che uniscono . Al di là delle faglie della politica. E questo rappresenta una grande vittoria, che si puo essere uniti di nuovo,perche da noi la solidarietà era scomparsa. Il secondo importante guadagno morale è legato al modo in cui la Romania viene percepita in questo momento nel mondo. Non solo gli articoli comparsi nei giornali francesi, inglesi, americani, tedeschi o italiani sono molto positivi, ma soprattutto i commenti sui forum di queste pubblicazioni, in cui la Romania è vista come un esempio di democrazia, come un esportatore di democrazia. “



    Razvan Martin rappresentante della Active Watch ritiene che le massicce proteste delle ultime settimane dimostrano che la lotta contro la corruzione è allordine del giorno per i cittadini e che la gente reagisce, se esiste il rischio di una battuta darresto dopo che, negli ultimi anni, sono stati compiuti notevoli progressi nella lotta alla corruzione : “Penso che questo sia il più grande guadagno, il fatto che la società inizia a reagire. Che i cittadini scoprono il loro potere, che le persone diventano cittadini, che i cittadini sono in grado di organizzarsi in comunità e di realizzare la forza di capire che insieme si può dire di no. Credo che questi movimenti hanno cominciato a nascere, a coagularsi dal 2011 – 2012. Allepoca non hanno avuto influenze importanti perche le proteste erano più piccole e incentrate su problemi che non erano forse così visibili a livello dellagenda pubblica. Come dicevo, la forza civica si è allenata per un periodo più lungo ed ora mostra il suo potere “.



    Una grande guadagno di questi giorni è, secondo il critico letterario Luminiţa Corneanu, il fatto che la gente uscita in strada ha fatto sentire la sua voce e che la loro perseveranza ha costretto il governo a reagire.: “Quello che trovo più importante, forse più importante dei guadagni a breve termine, è che abbiamo riscoperto la fiducia in noi e nei meccanismi primari della democrazia, il rapporto tra elettori ed eletti tra i cittadini e le persone delegate a guidare il Paese. Le immagini dei manifestanti a Bucarest che hanno fatto il giro del mondo hanno riempito i nostri cuori di orgoglio e fiducia, e la Romania e i cittadini rumeni sono dati come esempio in America o Gran Bretagna su “come si deve fare”.Qualcosa del genere non è successo a finora, ecco perché credo che sia molto importante, abbiamo scoperto noi stessi qualè la nostra forza e limportanza di essere uniti e di fare sentire la nostra voce “.



    LAttore Aaron Tudor Istodor. Una delle centinaia di migliaia di persone che hanno scelto di “rezistere”: “Penso che si sia stata formata una voce, una voce della strada. Non mi sento manipolato, non appartengo ad alcun partito politico, non sostengo luno o laltro, ma quando ho costatato che qualcosa stava andando male, che si tratta di un labuso, ho sentito il bisogno di scendere in piazza come cittadino . Quindi ero lì, e penso che è stato importante perché eravamo così tanti che avevano notato che qualcosa non funziona e che qualcosa deve essere cambiato. Ed ecco, lo cose sono già cambiate. Quindi penso che è stato un guadagno .” (trad. Octavian Cordos)




  • La necessità dell’after-school in Romania

    La necessità dell’after-school in Romania

    Oltre all’agitazione e all’entusiasmo che caratterizza ogni inizio, in Romania, l’inizio di un nuovo anno scolastico arriva, di solito, anche con tanti interrogativi. Uno di questi viene condiviso anche da molti genitori: dove e con chi trascorrera il tempo il loro bambino alla fine dei corsi e fino al ritorno dei genitori dal lavoro? Alcuni sono aiutati da ragazze alla pari o dai nonni, altri invece si rivolgono ai servizi scuola dopo scuola”, noti come after school”. Tali servizi però rappresentano soluzioni individuali e costano, a volte, più di quanto si può permettere una persona con redditi medi. Tutto ciò, malgrado i provvedimenti della Legge sullistruzione del 2011, che, all’articolo 58, stipula il fatto che tutte le istituzioni di insegnamento in Romania possono beneficiare del programma Scuola dopo scuola”. Secondo la legge, questo programma pubblico — non privato – è stato ideato per offrire ai bambini uno spazio adequato in cui fare i compiti, un sostegno per apprendere nuove conoscenze, ma anche per ricevere un pasto caldo, contribuendo in questo modo, tra l’altro, alla prevenzione dell’abbandono scolastico a sostegno delle famiglie in difficoltà.



    Malgrado sulla carta tutto sembri molto chiaro, in realtà, il programma e i suoi provvedimenti legali non sono stati mai applicati. E anche il motivo per cui l’organizzazione non governativa Human Catalyst” ha avviato un progetto che si propone di indagare su come dovrebbe essere applicato il programma Scuola dopo scuola” nelle istituzioni romene di insegnamento.



    Teoricamente, la scuola compie un analisi delle necessità. Osserva qual’e il necessario specifico degli allievi per completare le conoscenze ottenute ai corsi scolasitici. In base alle necessità identificate, propone una serie di attività da compiere alla fine dell’orario di scuola oppure prima del suo inizio. Per quello che riguarda il finanziamento del programma, nell’articolo di legge, ma anche nella metodologia di applicazione, vengono menzionati quattro tipi di fonti: le autorità locali, le sponsorizzazioni, altri finanziamenti come i fondi europei, adirittura il bilancio di stato per i bambini in difficoltà. Viene menzionato anche il contributo dei genitori°, ha dichiarato Laura Marin, Presidente Human Catalyst”.



    In questo modo puo essere ridotto non solo il tasso di abbandono scolastico, ma anche altri problemi con i quali si confrontano le famiglie che si trovano in difficoltà, problemi che l’organizzazione Human Catalyst” ha costatato durante le sue ricerche. Laura Marin TRACK: Nelle condizioni in cui nella zona rurale, abbiamo riscontrato un intensità della povertà tre volte maggiore rispetto alla zona urbana, dobbiamo pensare agli effetti colaterali della povertà : il basso livello di educazione ottenuto a livello famigliale, scarse condizioni e di studio e cosi via. Ci sono bambini che abitano assieme ai genitori in un unica stanza, che non hanno elettricità, non hanno un tavolo da studio oppure un posto dove depositare i libbri di studio. Vi rendete conto cosa significa per un bambino fare i compiti a casa in queste condizioni? A casa dove ? Con chi ? Con che ? Il programma Scuola dopo scuola” è stato ben ideato. Alla sua elaborazione hanno partecipato esperti in educazione e non si limita solo all’eseguimento dei compiti nell’ambiente scolastico. La legge prevede anche azioni di consulenza con i genitori, attività di sviluppo personale, di educazione sanitaria, attività sportive , insomma, qualsiasi genere di attività che puo’ dare risultati. Qualsiasi cosa non puo’ essere fatta durante i corsi puo’ essere completata con programmi del genere.



    Secondo gli studi della Human Catalyst”, meno del 15% dei bambini che provvengono da famiglie in difficoltà godono di sostengo da parte dello stato, ma inanzitutto da parte di diverse ONG. E questo si verifica nelle condizioni in cui circa 300.000 allievi dell’insegnamento primario e liceale romeno imparano in scuole che non corrispondono, con un alto rischio di abbbandono. D’altra parte, secondo l’Eurostat – il tasso di abbandono scolastico nel 2015 era del 19% – con sei punti percentuali superiore rispetto alla media europea. Non sono pero’ solo i genitori e i bambini poveri a confrontarsi con il problema del programma post-scuola. Anemari Necşulescu è Direttrice Programmi presso la Habitat for Humanity Romania, ha un figlio nella quarta classe elementare al quale sarebbe molto utile il programma Scuola dopo scuola”.



    TRACK: Noi, già dalla classe preparatoria, paghiamo una vicina di casa per prendere il bambino dalla scuola. Solo che, quest’anno, a causa della sua età, questa persona non è più in grado di aiutare mio figlio con i compiti. Con il contributo di tutta la famiglia abbiamo dovuto scegliere un after-school dal settore privato. Ma ci sono molte madri che, a causa della mancanza del sostengo di tutta la famiglia, scelgono di restare a casa perche è impossibile ricevere uno stipendio di 150-170 euro per poi spenderli con un after school. Puo’ capitare anche questo : alcune mamme non possono torbare al lavoro, perche devono restare a casa con i loro bambini che non possono essere lasciati da soli.


    Dallo studio realizzato dall’organizzazione Human Catalyst” risulta che il motivo principale per il quale il programma Scuola dopo scuola” non è stato applicato e quello finanziario. Nel tentativo di scorpire quali sono stati gli impedimenti finanziari, l’organizzazione Human Catalyst si è rivolta al Ministero dell’Educazione. Laura Marin. TRACK: La prima risposta è arrivata da parte del Ministero delle Finanze il quale precisava che, malgrado l’esistenza della regolamentazione e della metodologia di applicazione nella Legge dell’Educazione del 2011, il dicastero non ha mai chiesto fondi per il finazniamento del programma. Il ministero delle Finanze non puo’ stanziare fondi se il ministero delle Finanze non fà una domanda in questo senso.



    Finalmente, dopo insitenze e incontri con i ministri dell’educazione degli ultimi due anni, i rappresentanti della società civile hanno ottenuto qualcosa. Il Ministero dell’Educazione ha annunciato l’intenzione di includere il programma Scuola dopo scuola” nell’ambito del bilancio di stato per il 2017, per un numero di 50 unità di insegnamento.” Secondo la metodologia SdS migliorata, per l’anno finanziario 2017, vale a dire dal secodno trimestre dell’anno scolastico, sarà incluso nel bilancio di stato il programma SDS per cinquanta scuole che potranno godere di pranzo caldo a partire da questo autunno” ha dichiarato Monica Anisie, segretario di stato. Altre risorse sarebbero i fondi strutturali dell’UE tramite linee di finanziamento dedicate alle scuole che si trovano a rischio dal punto di vista socio-educativo.








  • L’impiego dei disoccupati con età superiori ai 45 anni

    L’impiego dei disoccupati con età superiori ai 45 anni

    Avere un contratto di lavoro è diventato, negli ultimi anni, una missione impossibile per molti romeni, soprattutto per coloro che hanno superato i 40-45 anni e che rappresentano più del 28% dei disoccupati romeni. Molti di loro non sono più tanto giovani e si confrontano con la disoccupazione in un periodo in cui si aspettavano che il loro valore e l’esperienza acquisita lungo gli anni fossero ripagati. Stando all’Agenzia Nazionale per l’Impiego della Manodopera, alla fine del 2015, il 56,56% dei disoccupati romeni avevano oltre i 40 anni, e fra questi, più della metà oltre i 50. La maggior parte dei disoccupati considerano la riconversione professionale, cioè imparano un nuovo mestiere dopo aver lavorato per tutta la vita in un altro settore. Ciò non garantisce loro l’attenzione dei datori di lavoro in cerca di collaboratori. E’ anche il caso di Vasile di Piatra Neamţ: è cinquantenne e nessuno vuole più assumerlo da qualche anno: Da tre anni, da quando sono disoccupato, cerco lavoro, ma è molto difficile trovarlo. Chi ha superato i 50 anni fatica a trovare un posto di lavoro. Se vai da un imprenditore, dice di assumerti, lasci il CV e aspetti, ma non ti risponde più. Tutti assumono persone più giovani. Dopo un lungo periodo di disoccupazione, ho frequentato corsi di riqualificazione: di contabilità, uso del computer, ma nessuno ti assume neanche dopo aver frequentato questi corsi. Vogliono persone qualificate, non gente che si specializzi sul posto di lavoro.



    Constantin è di Bucarest, ha 48 anni e, anche se ha fatto corsi di riqualificazione, non lo hanno aiutato a trovare lavoro: Nel 2010 sono diventato disoccupato e non mi è stato offerto alcun posto di qualificazione e riqualificazione in altre professioni. Lo stato spende somme considerevoli perché non prepara la gente per mestieri che sono richiesti sul mercato del lavoro. Il Ministero del Lavoro dovrebbe collaborare con le istituzioni pubbliche … ma è inutile formare la gente se poi non viene impiegata sul mercato del lavoro. Non ti preparano per nulla. Ti offrono l’indennità di disoccupazione e ti mettono il visto annuo. Anziché far qualificare la gente, preferiscono assumere direttamente persone già formate. Uno che non ha studi di specialità, non ha molte opportunità”.



    Di conseguenza, queste persone si confrontano con situazioni discriminatorie, anche se la legislazione romena proibisce la discriminazione per motivi di età nel campo del lavoro. La coalizione anti-discriminazione aiuta però ad individuare le autorità pubbliche alle quali inoltrare la segnalazione dell’ingiustizia con cui uno si confronta, dice Teodora Ion-Rotaru, coordinatrice del dipartimento di Pubbliche Relazioni e Comunicazione della Coalizione anti-discriminazione:



    E’ vero che un luogo in cui la discriminazione può essere più evidente che altrove è il posto di lavoro. Le persone anziane si confrontano con una simile discriminazione, ma la Coalizione può aiutarle offrendo consulenza giuridica online, gratuitamente, sul sito anti-discriminare.ro. Queste persone possono chiedere direttamente ad un esperto di giurisprudenza quali sono i metodi da utilizzare per dimostrare che la loro discriminazione ha alla base criteri di età. Possono chiedere che tipo di prove bisogna fornire, se la situazione con cui si confrontano è veramente una di discriminazione e a che istituzioni si possono rivolgere in futuro. Gli studi europei rilevano che la Romania è uno dei Paesi in cui la discriminazione è più frequente rispetto ad altri Paesi dell’Europa. Invece, la percezione dei romeni su questo fenomeno è molto bassa. I romeni non si rendono conto di essere vittime della discriminazione, come fanno, ad esempio, altri cittadini stranieri, e non conoscono neanche i loro diritti per difendersi quando incontrano situazioni del genere. La legislazione anti-discriminazione esiste, è completa e include anche il campo del lavoro, ma per applicarla incoraggiamo le persone in causa a chiedere l’aiuto della Coalizione anti-discriminazione e ad andare avanti avvisando le istituzioni competenti per farsi giustizia.



    Ogni anno, l’Agenzia Nazionale per l’Impiego della Manodopera organizza programmi di formazione professionale volti a contribuire all’aumento e alla diversificazione delle competenze professionali, allo scopo di garantire la mobilità e il reinserimento sul mercato del lavoro. Nel 2016 saranno organizzati 2.200 programmi di formazione professionale per circa 42.000 persone che beneficiano di servizi gratuiti di formazione professionale. L’anno scorso, in seguito all’implementazione delle misure inserite nel programma, sono state assunte 107.904 persone con età superiori ai 45 anni. Daniela Ştirbu, capo della Direzione Comunicazione dell’Agenzia Nazionale per l’Impiego della Mandopera afferma: A marzo 2016, a livello nazionale, sono in via di svolgimento 171 programmi di formazione professionale, tramite cui 3252 persone partecipano a corsi gratuiti organizzati dall’Agenzia. La maggior parte dei programmi di formazione professionale, con il maggiore numero di posti disponibili, riguardano qualificazioni come: lavoratori nel commercio (281 posti), cuochi, operatori inserimento, validazione ed elaborazione dati (190), idraulici, parrucchieri, camerieri ed estetisti … La maggior parte dei partecipanti, nel mese di marzo, erano nelle province di Brasov (210 persone), Bihor (177 persone), Hunedoara e Mureş (168 in ciascuna provincia) e Covasna (112 persone). Per particolari, gli interessati si possono rivolgere all’agenzia territoriale per l’impiego della manodopera della provincia dove hanno la residenza o il domicilio”.



    Gli amministratori delle società commerciali che assumono varie categorie di disoccupati potranno ottenere anche quest’anno sovvenzioni comprese tra 500 e 750 lei al mese per ciascuna persona assunta. In pratica, con l’aiuto di queste sovvenzioni concesse dallo stato, i datori di lavoro potranno pagare una parte degli stipendi dei dipendenti, risparmiando i fondi della compagnia. Nei primi otto mesi dell’anno scorso, in seguito all’applicazione delle misure previste nel Programma di impiego, sono state assunte 8.812 persone con età superiori ai 45 anni e 142 persone che devono ancora lavorare cinque anni per riunire le condizioni necessarie per andare in pensione. (tr. G.P.)