Category: Raccontare Romania

  • Usanze di Capodanno in Romania

    Usanze di Capodanno in Romania

    Il passaggio tra gli anni è un momento che, in ogni Paese, viene festeggiato secondo usanze specifiche. Oltre ai piatti tradizionali, che variano da un Paese all’altro, ci sono rituali che si sono conservati e che a volte sfidano la modernità. In Grecia, ad esempio, si rompono piatti affinché il nuovo anno sia ricco. In Danimarca si dice che, se ci si sveglia con più piatti vecchi alla porta, sia segno di fortuna e di molti amici. Anche le feste dei romeni sono variegate. A Capodanno, nei villaggi, ma anche nelle città, si conserva ancora la tradizione di andare in gruppo, di casa in casa, a fare gli auguri. La Sorcova, il Pluguşor, le danze della Capra o dell’Orso, sono alcune di queste tradizioni.



    Già dalla sera del 31 dicembre, partono per i villaggi gruppi di persone che fanno gli auguri, costumati per spaventare gli spiriti malvagi. Nei villaggi della Bucovina, le persone mascherate vanno in giro in gruppi di personaggi: l’orso, la capra, i cavallini, i cervi, i brutti, i belli, i medici ecc. La tradizione dell’orso è tipica della Moldavia a Capodanno. L’orso è rappresentato da un ragazzo che indossa la pelle di un orso, con delle nappe alle orecchie. Il significato è la purificazione e la fertilizzazione del suolo nel nuovo anno. Si pensa che all’origine di quest’usanza sia un culto tracico-getico.



    Fare gli auguri andando in giro con la Capra è un’usanza che si pratica da Natale fino a Capodanno. Le maschere che evocano personaggi biblici sono sostituite dalla maschera di un unico animale, che varia da una regione all’altra: cervo in Hunedoara, capra in Moldavia e Transilvania, uro nella Transilvania Meridionale. In Valacchia e Oltenia, è un’usanza tipica per il Capodanno. L’oggetto chiamato Capra con il quale si va in giro a fare gli auguri è confezionato di un pezzo di legno corto, scolpito a forma di testa di capra, che viene rivestito di carta rossa, sopra la quale si mette della carta nera, tagliata a pezzettini e arricciata. Una tradizione pittoresca si è conservata a Cavnic, nel distretto di Maramureş (nord della Romania), dove a cominciare da Natale fino a inizio gennaio, quando la gente festeggia “Il Vecchio Natale”, a fare gli auguri sono i cosiddetti Brondoşi. Si dice che questi abbiano allontanato i tartari, arrivati nel 1717. Però, oggi, la loro missione è di tenere a distanza gli spiriti maligni.



    Nel sud della Romania, l’anno nuovo comincia con il canto delle Brezoaie, come ci racconta Ştefan Costel, della località di Domneşti, in provincia di Ilfov: “Noi, i Brezoi, entriamo nelle case della gente di Domneşti, il 1 di gennaio, a spaventare gli spiriti malvagi e allontanarli dalle case. Abbiamo cercato, dopo decine di anni, di far rivivere quest’usanza, perché si era persa con gli anni. Adesso, un gruppo di persone di Domneşti si è proposto di insegnare ai bambini come portare avanti queste tradizioni antiche.”



    Dal dicembre fino al 6 gennaio, a Luncaviţa, nel distretto di Tulcea, partono le cosiddette Moşoaie. Le abbiamo incontrate anche noi al Museo Nazionale del Villaggio Dimitrie Gusti di Bucarest e abbiamo saputo che le maschere vengono preparate lungo tutto l’anno. Il professor Marcu Trandafir : “Quest’usanza è una tradizione locale di Luncaviţa. La maschera viene confezionata di una pianta simile alla zucca. Solo che la zucca ha anche una parte che si usa nelle torte, mentre questa pianta (la zucca a fiasco) ha solo semi”. Le Moşoaie sono così brutte che gli spiriti malvagi scappano e lasciano le case e, se non riescono ad allontanarli con la loro bruttezza, lo fanno con dei bastoni fatti da fusti di typha.



    Nel primo giorno dell’anno, si va a fare gli auguri con il Pluguşor” (che vuol dire piccolo aratro) o con la Sorcova” (una bacchetta addobbata che sembra un mazzo di fiori o un ramo fiorito), tradizioni che invocano la prosperità e la ricchezza nelle abitazioni delle persone che ricevono i colindători (coloro che fanno gli auguri). Si dice che chi non li riceve sarà colpito dalla disgrazia e dalla povertà per tutto l’anno che segue.

  • Capodanno in Romania

    Capodanno in Romania

    Spettacoli allaperto, grandiosi fuochi dartificio, mercatini di Natale con regali per tutti – sono elementi che creano unatmosfera di festa nelle grandi città della Romania. Oggi abbiamo scelto per voi alcune destinazioni turistiche per il Capodanno. E iniziamo con la Bucovina. Andiamo quindi verso il nord-est della Romania in un luogo con paesaggi pittoreschi, in cui le feste natalizie hanno un fascino speciale.



    In un agriturismo di quattro stelle della Bucovina, a Gura Humorului, abbiamo unofferta di quattro notti di alloggio, dal 30 dicembre al 3 gennaio. La piccola colazione è in stile buffet e lofferta include anche due pranzi, una merenda, due cene – la cena festiva e la festa di Capodanno, usanze e canti tradizionali. I turisti sono invitati anche ad un pranzo popolare allaperto e ad un fuoco da campo nel pomeriggio del 1 gennaio ed avranno accesso al centro SPA dellagriturismo. I prezzi sono compresi tra 2300 lei (480 euro) e 2700 lei (560 euro) a testa, spiega Marius Zamfir, direttore generale di un tour-operator di Romania.



    Potete passare un Capodanno atipico nel centro della Romania, a Poiana Brașov, alla base della pista da sci. Se, tuttavia, preferite abbinare linedito allatmosfera piacevole e accogliente di un albergo a cinque stelle, allora Brașov potrebbe essere la destinazione perfetta. A Brașov, abbiamo pacchetti di cinque notti dal 29 dicembre. I turisti sono accolti con una cena di benvenuto tipo buffet. Il 30 sono previste una festa e una presentazione delle tradizioni romene. Segue la festa tematica di Capodanno, con dress-code obbligatorio. Il tema è la moda degli anni 1920. E una festa in stile retro, molto interessante. Il 1 gennaio seguirà unaltra festa tematica, mentre la mattina del 3 gennaio il periodo di soggiorno termina con la piccola colazione. I prezzi partono da 5400 lei a testa (1.125 euro), aggiunge Marius Zamfir.



    Se questofferta vi ha convinti ad andare a Brașov, non dimenticate di fare una sosta al famoso castello Bran, sito a soli 29 chilometri percorribili in macchina. Potrete ammirare la famosa cittadella medioevale, costruita nel XIVmo secolo, che attualmente è in uno stato eccezionale, eretta su una roccia a circa 40 metri daltezza. Il vampiro Dracula è stato spesso associato al castello Bran, però la storia è diversa. Bogdana Balmuș, rappresentante del Castelllo Bran, afferma che segue un anno speciale. Nel 2020 ricorrono 100 anni da quando la regina Maria è entrata in possesso del castello. Nel 1920, il consiglio cittadino di Brașov ha regalato alla regina il terreno di Bran, in segno di riconoscimento del suo fondamentale contributo alla realizzazione dellunificazione dei principati romeni. Esiste una serie di eventi che si svolgono al castello Bran e sono diventati già una tradizione: il Festival di Jazz, a fine agosto, i concerti sul lago, la mostra mondiale di gatti, le fiere delle quattro stagioni. Nel 2020, vista limportante riccorrenza, organizzeremo ancora più eventi, che saranno resi pubblici per tempo e ai quali, ovviamente, vi aspettiamo calorosamente, assicura Bogdana Balmuș.



    E siete attesi già dal primo giorno dellanno, ad un vero e proprio banchetto. Bran è una zona speciale, la gente è molto ospitale e le tradizioni si sono conservate bene. Non rimpiangerete di aver scelto questa destinazione: laria è fresca e i paesaggi eccezionali. Il Ristorante del castello Bran ha preparato piatti speciali di festa. Possiamo cominciare dal 1 gennaio, quando aspettiamo tutti a prendere la cosiddetta ciorbă de potroace (una minestra acida), affinché linizio del nuovo anno sia squisito ed energizzante. Daltronde, per tutto il periodo invernale, i cuochi del ristorante preparano piatti tradizionali dai quali non mancano i prodotti a base di carne di maiale e spezie nelle versioni tipiche della Transilvania. Ad esempio, abbiamo piatti freddi, con preparati stagionali rustici: caltaboș e sângerete (specie di salsicce a base di organi di maiale e di sangue), ciccioli e formaggi vari. Al primo piatto abbiamo carne di maiale cotta con paprika affumicata e ragù di peperoni sottaccetto e sedano, servita con polenta alla crema di formaggio di Bran e polvere di cumino. Come dolce, abbiamo una specie di colivă (un dolce a base di grano cotto) presentata in una forma speciale con miele e un infuso di aglio e caffé, aggiunge Bogdana Balmuș.



    Il turismo balneoclimatico, un settore molto sviluppato in Romania, si svolge in forma continuata. Anche a Capodanno. Potete passare la notte di Capodanno e poi godervi le proprietà curative di una stazione balneoclimatica. Stavolta parliamo delle Terme di Felix. Per il Capodanno, alle Terme di Felix, abbiamo pacchetti di cinque, sei e sette notti, dal 27 dicembre al 5 gennaio. I prezzi partono da 7600 lei per una camera doppia (1580 euro). La tariffa è per famiglia, non a testa. Il pacchetto include alloggio e piccola colazione, cena in stile buffet, la cena di benvenuto il 29 dicembre, la Festa delle Tradizioni Romene, una serata tipica il 30. Segue, il 31 dicembre, una festa tematica di Capodanno con menu speciale. Il 1 gennaio è prevista una nuova festa tematica con musica dal vivo. Fino alla partenza, i turisti sono invitati a diverse attività di intrattenimento allinterno del complesso turistico, oppure nella stazione, dice ancora Marius Zamfir.

  • Il presidente dell’Accademia Romena a Gaudeamus, serve cultura per fare civiltà

    Il presidente dell’Accademia Romena a Gaudeamus, serve cultura per fare civiltà

    Senza cultura non si può fare civiltà. Così il prof. accademico Ioan-Aurel Pop, Rettore dellUniversità Babeş-Bolyai di Cluj-Napoca e Presidente dellAccademia Romena, in unintervista rilasciata a Radio Romania Internazionale alla presentazione del suo volume “I Romeni. Saggi sullUnità”, lanciato dallEditrice Şcoala Ardeleană (Scuola Transilvana) alla Fiera del Libro Gaudeamus, organizzata da Radio Romania.



    Un libro che mette in risalto lidea generale dellunità tra gli esseri umani e non solo quella dei romeni, che lo scorso anno hanno celebrato il Centenario della Grande Unione del 1918. A pochi giorni dalla Festa Nazionale del 1 dicembre, il Presidente dellAccademia Romena, la somma istituzione scientifica e culturale del Paese, ha trasmesso un messaggio di solidarietà e ottimismo.



    Il volume firmato dallaccademico Ioan-Aurel Pop è stato presentato nellambito degli “Incontri della rivista Sinteza”, con cui lEditrice Şcoala Ardeleană ha lanciato altri titoli interessanti: “Derive pericolose. Riflessioni su un presente senza futuro” del prof. Grigore Arbore, “Università. Società. Modernizzazione” di Vasile Puşcaş, “Imparare a vivere leternità” di Ioan Chirilă, nonchè la traduzione romena del libro “Cultural Evolution: Peoples Motivations are Changing, and Reshaping the World” di Ronald Inglehart.



    Il professore e scrittore Grigore Arbore, direttore dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, ha presentato a Radio Romania internazionale il filone conduttore delle “Derive pericolose”. Un volume in cui riassume le conclusioni delle sue analisi sui focolai di crisi nel mondo – Asia, Mediterraneo o Medio Oriente, individuandone anche le radici.




  • Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio di Machiavelli, prima traduzione in Romania

    Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio di Machiavelli, prima traduzione in Romania

    La Libreria Humanitas-Kretzulescu di Bucarest ospita il 12 novembre un evento di eccezione: la presentazione della prima traduzione romena dei Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio di Niccolò Machiavelli, attesa da decenni nel nostro Paese.



    Un libro moderno, provocatorio e vivo, nonostate i secoli trascorsi dalla sua apparizione: così definisce la prof.ssa Smaranda Bratu Elian dell’Università di Bucarest e direttrice della Collana Italiana presso l’Editrice Humanitas, la seconda grande opera di Machiavelli, dopo Il Principe. Machiavelli è sempre molto attuale, ha spiegato la direttrice della Collana Italiana di Humanitas, dettagliando il modo in cui la preziosa opera di Machiavelli si inserisce nel paesaggio letterario dei nostri giorni.



    Accanto alla prof.ssa Smaranda Elian, nel corso di questo nuovo appuntamento con le Serate italiane di Humanitas interverranno lo storico Andrei Pippidi, Miruna Tătaru-Cazaban, specialista in scienze politiche e storia delle idee politiche, il curatore e traduttore dei Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Gabriel Purghel, nonchè l’italianista Corina Anton, traduttrice di numerosi testi classici.




  • Poesie di Mario Luzi, nuova serata letteraria italiana a Bucarest

    Poesie di Mario Luzi, nuova serata letteraria italiana a Bucarest

    Unantologia di poesie di Mario Luzi, con la traduzione romena del noto poeta e giornalista Dinu Flămând, ha destato nuovamente linteresse del pubblico di Bucarest, grazie ad una nuova serata letteraria italiana, ospitata il 31 ottobre dalla Libreria Cărtureşti-Verona della capitale.



    Lintroduzione al volume bilingue, pubblicato nella Collana Italiana dellEditrice Humanitas, coordinata dalla prof.ssa Smaranda Bratu Elian dellUniversità di Bucarest, è firmata dal rinomato critico letterario Stefano Verdino. Accanto alla prof.ssa Smaranda Elian e al traduttore Dinu Flămând, è intervenuta anche la scrittrice romena Svetlana Cârstean.



    “La poesia di Mario Luzi coinvolge mentalmente, affettivamente e linguisticamente”, ha spiegato a Radio Romania Internazionale la prof.ssa Smaranda Elian, presentando la serata che ha affascinato il pubblico anche grazie alla maniera spettacolare in cui Dinu Flămând ha letto le poesie. Smaranda Elian ha anche anticipato la prossima serata italiana del 12 novembre, che porterà una bella sorpresa al pubblico.


  • Il formaggio Telemea de Sibiu, il settimo prodotto romeno tutelato dall’UE

    Il formaggio Telemea de Sibiu, il settimo prodotto romeno tutelato dall’UE

    Il formaggio Telemea de Sibiu di Romania è diventato ufficialmente prodotto di indicazione geografica protetta nell’Unione Europea. Potrà essere venduto all’interno dell’UE e i clienti saranno sicuri che si tratta di un prodotto originale. Il gruppo richiedente dei dieci produttori ha ricevuto il certificato di conformità e potrà produrre e commercializzare il formaggio chiamato Telemea de Sibiu. Finora, hanno raggiunto una produzione di circa 25 tonnellate, ma anticipano una aumento graduale della capacità. Si tratta del settimo prodotto romeno riconosciuto e tutelato dall’UE, dopo la marmellata di prugne di Topoloveni, il salame di Sibiu, la carpa testagrossa affumicata della Contrada di Bârsa, l’alosa del Danubio affumicata, le salsicce di Pleşcoi e il formaggio Telemea de Ibăneşti.

  • Il Museo della civiltà popolare tradizionale ASTRA di Sibiu

    Il Museo della civiltà popolare tradizionale ASTRA di Sibiu

    Situato a Sibiu, nella Romania centrale, il Complesso museale nazionale ASTRA è una delle istituzioni del genere più importanti in Romania e, soprattutto, uno spazio di esperienze. Un museo all’aperto, che si stende su 132 ettari e custodisce più di 400 reperti, come spiega Mirela Iancu, direttrice marketing culturale.

    Parliamo non solo di mulini e altre installazioni tecniche, ma di intere masserie che riproducono uno stile di vita e di lavoro che abbiamo ancora la fortuna di incontrare in alcuni villaggi della Romania. Le visite guidate sono generalmente programmate sul nostro sito o direttamente alla pagina Facebook del Museo Astra. Il percorso si può fare a piedi o in carrozze trainate da cavalli, sostituite d’inverno dalle slitte. All’interno del Museo ci sono due ristoranti tradizionali, dove troverete dei menù in sintonia con le tematiche del museo, spiega Mirela Iancu.

    Lungo il tempo, il Museo Astra si è reinventato e modernizzato, riuscendo a offrire ai turisti esperienze indimenticabili. Le collaborazioni internazionali stanno diventando sempre più diverse e numerose. Abbiamo un partenariato strategico con la Norvegia. Abbiamo completato due importanti progetti che hanno notevolmente ampliato il museo a cielo aperto. Si tratta del Centro Astra per il Patrimonio, che comprende dei laboratori e depositi. Inoltre, il Padiglione Museale Multiculturale, la porta d’ingresso al museo, è un edificio nuovo, che ospita le strutture più moderne per accogliere il pubblico, ma anche mostre permanenti del Museo della civiltà transilvana, mostre temporanee, sale per conferenze ed educazione museale, accanto alle gallerie d’arte popolare, in cui tutti gli artigiani del Paese hanno l’opportunità di valorizzare i loro prodotti, aggiunge la nostra interlocutrice.

    Il libro delle impressioni del museo è sempre aperto nell’atrio. Numerose le reazioni e gli apprezzamenti su Trip Advisor o sulla pagina Facebook del Museo Astra di Sibiu, che fa una forte impressione sui turisti. Il museo all’aperto venne istituito negli anni ’60, sulla base di una ricerca iniziata più di dieci anni fa. Fu fondato dal famoso etnografo e museologo Cornel Irimie, il discepolo più noto di Dimitrie Gusti. Venne istituito come museo di tecnica popolare nel tentativo di mostrare l’ingegnosità delle aree rurali e salvare il patrimonio preindustriale in Romania. Negli anni ’50, nel Paese esistevano oltre 5.000 impianti tecnici. Una commissione nazionale composta da etnografi, ha selezionato mulini, segherie o follatrici, e vari tipi di impianti che dimostrano questo ingegno tecnico, che sono stati trasferiti al museo dal 1961, aggiunge la direttrice marketing culturale.

    La Sagra del Raccolto, la Notte dei Ricercatori, il Marketing e l’educazione museale, la Cultura e la gastronomia locale, la Storia della lana, il Festival delle fanfare sono altrettanti eventi organizzati a settembre al Museo Astra. Oltre ai numerosi eventi ospitati dal complesso, vi aspettano sempre anche le mostre temporanee o permanenti. Il prezzo di un biglietto d’ingresso è di 25 lei (5 euro) per gli adulti, mentre la tassa di guida in lingua straniera è di 250 lei (50 euro) all’ora. Per i bambini di età inferiore ai sei anni l’ingresso è gratuito. Radio Romania Internazionale vi augura buon viaggio!

  • Ambulanza per monumenti

    Ambulanza per monumenti

    Siccome la Romania vanta numerosi edifici di patrimonio e i fondi per il loro restauro sembrano quasi sempre insufficienti, serve un minimo intervento per evitare il crollo o il deterioramento completo. E’ nata così l’Ambulanza per i monumenti, un progetto-pilota destinato al momento ad alcuni edifici nel sud del Paese.

    Di recente, però, la presidente dell’Associazione Culturale Vernacular, Maria Tamasan, ha lanciato l’iniziativa anche in provincia di Arad, nell’estremità occidentale della Romania. Maria Tamasan ha presentato i progetti a Radio Romania Internazionale.

    Il progetto è stato avviato tre anni fa da un gruppo di persone che amano il patrimonio ed è stato promosso dall’Associazione Monumentum. Successivamente, è stato esteso a parecchie regioni della Romania tramite associazioni locali che hanno un simile oggetto di attività. L’iniziativa è volta sostanzialmente a salvaguardare il patrimonio immobiliare e a mettere in sicurezza alcuni edifici in degrado avanzato o che stanno per crollare. Tutto con l’aiuto dei volontari. Praticamente, laddove troviamo appoggio per acquistare i materiali, i volontari si occupano di tutto quanto significa sicurezza del rispettivo edificio, dal procurare i documenti necessari fino al lavoro effettivo sul cantiere. Praticamente, eliminiamo i fattori che provocano il degrado notevole e che mettono in pericolo la stabilità dell’edificio. Tentiamo, quindi, di salvare l’edificio dalla distruzione, con la speranza che in un futuro non troppo lontano, possano essere individuati anche i fondi e le risorse umane necessarie ad un restauro propriamente detto, spiega Maria Tamasan.

    Finora, l’Ambulanza per monumenti conta sei interventi de genere nel sud della Transilvania: il Portone in stile brancovan di Sambata de Sus, la Chiesa fortificata di Velt, il Monumento agli Eroi di Seleus, la Chiesa ortodossa di Gherdeal, i ruderi della torre di difesa di Apata e la fermata ferroviaria di Saes. Tutti i lavori sono stati possibili grazie all’impegno dei volontari e alle donazioni offerte da più ong, compresa la Fondazione del Principe del Galles.

    Chiunque può fare il volontario. La nostra squadra conta ingegneri edili, architetti o studenti, accanto a persone che amano l’arte e i mestieri, che vogliono apprendere direttamente sul posto come mettere al sicuro un monumento. Quindi, possono unirsi a noi tutti coloro che vogliono farlo, aggiunge Maria Tamasan.

    Il progetto iniziale dell’Ambulanza per i monumenti in provincia di Arad si svolge dal 3 al 15 settembre alla chiesa di legno consacrata a San Giorgio nel paesino di Luncsoara che appartiene alla località di Halmagel.

    Si tratta di riparazioni al tetto. Il grande problema delle chiese di legno sono le infiltrazioni di acqua e l’umidità che provocano il degrado che, dal tetto, si estende all’intera struttura, il che può essere fatale. Quindi, la prima esigenza è quella di fermare le infiltrazioni’, conclude la presidente dell’Associazione Culturale Vernacular.

    Non in ultimo, in provincia di Arad, il progetto dell’Ambulanza per i monumenti si propone anche di rendere ancora più sensibile il pubblico e le autorità locali di fronte ai problemi di questi edifici, per i quali il restauro e la valorizzazione sono vitali.

  • Interferenze, Cristina Georgescu e Claudiu Victor Gheorghiu, in mostra a Bucarest

    Interferenze, Cristina Georgescu e Claudiu Victor Gheorghiu, in mostra a Bucarest

    Interferenze tra il mondo sacro e riferimenti della civiltà Gumelnita, risalente alla seconda metà del V millennio av.C., la più avanzata in Europa allepoca, che copriva buona parte dellattuale territorio della Romania, particolarmente il sud e sud-est. Così nasce la mostra intitolata appunto “Interferenze”, il cui vernissage si terrà il 6 settembre nella splendica cornice delle Gallerie Sabion di Bucarest, in una serata condotta da Amelia Dincă, storico e sritico darte.



    Protagonisti saranno gli artisti romeni Cristina Georgescu e Claudiu Victor Gheorghiu, entrambi membri dellAssociazione Filiale Arte Figurativa Religiosa e Restauro dellUnione degli Artisti Figurativi di Romania. Cristina Georgescu è anche esperta di restauri presso lIstituto di Archeologia “Vasile Pârvan” di Bucarest, specializzazione ceramica, mentre Claudiu Victor Gheorghiu è anche giornalista culturale.



    Gli organizzatori della mostra “Interferenze” sono le Gallerie Sabion, lUnione degli Artisti Figurativi di Romania (UAF) e lAssociazione Filiale Arte Figurativa Religiosa e Restauro dellUAF.



    Radio Romania Internazionale ha anticipato la vernice in un collegamento con lartista Claudiu Victor Gheorghiu.



    “Con la collega Cristina Georgescu, proponiamo una mostra eterogenea che, quindi, riunisce elementi vari, in quanto passa in rassegna la civiltà Gumelnita in varie tecniche – acrillico, tele, olio su tela e così via. Io continuo a sviluppare in maniera ascendente – credo – le idee sullarte religiosa tramite i miei filatteri dipinti con minuziosità, con testi e personaggi disposti secondo gli insegnamenti dellinterpretazione bizantina”, ha spiegato lartista.



    Uno dei lavori che Claudiu Victor Gheorghiu include nella rassegna “Interferenze” è il filatterio intitolato “Cena in Emmaus”, che ricorda lepisodio descritto nei Vangeli: Cleofa e un altro discepolo di Cristo riconoscono il Redentore dopo averlo invitato a cena. Il lavoro è stato selezionato al Salone Nazionale dArte Contemporanea – Centenario 2018, dedicato lo scorso anno al 100/o anniversario della Grande Unione della Romania, ha ricordato Claudiu Victor Gheorghiu.



    “Io mi occupo prevalentemente di arte religiosa e, per questo Salone dedicato al Centenario, dovevo fare una scelta rilevante, segnata da un messaggio profondo. Mi è sembrato che lepisodio della Cena di Emmaus fosse stato uno di quei momenti avvenuti dopo la Resurrezione del Redentore ottimamente messi in risalto nei Vangeli. Il pubblico potrà ammirare questo filatterio anche alla mostra Interferenze, che rimarrà aperta dal 7 al 17 settembre presso le Gallerie Sabion al centro di Bucarest”, ha detto ancora lartista.



    Claudiu Victor Gheorghiu vanta numerose mostre e riconoscimenti in Italia. Nel 2006, ha vinto il Premio speciale della critica a Taormina, per licona “Ultima cena”, mentre con “San Luca Apostolo ed Evangelista” si è aggiudicato il secondo premio BOE a Palermo e il Premio speciale della critica per la capacità di valorizzare larte delle antiche icone. A giugno 2003, ha rappresentato la Romania ad “ARTESTATE 2003/MIRACOLI DARTE” a Pisa, mentre a ottobre 2006 ha invitato il pubblico italiano alla mostra personale “Icone – limmagine sacra nella contemporaneità”, organizata al Cinema Teatro Vittoria di Viadana, in provincia di Mantova.



    Sempre in Italia, ha partecipato anche a numerose mostre collettive, tra cui quella dellArtigianato Religioso (XII edizione, Pompei, 1999), insieme al pittore Vintila Mihaescu. Nel 2001, è stato presente alla XXVI Rassegna Internazionale “La Telaccia DOro 2001”, sezione “Arte Sacra”, con licona “Natività del Signore”, giunta in finale ed esposta anche a Torino.



    Nel 2002, è stato presente alla Mostra mercato di Pisa, per essere, nellanno successivo, selezionato nella finale del Premio Pisa 2003, sezione pittura, con lopera “I Quattro Evangelisti”.



    Tra le mostre collettive internazionali, da ricordare quella dedicata alla Romania, ospitata nel 2000 dalla città svizzera di Losanna, nonchè la Mostra itineraria in Giappone. Lungo gli anni, ha partecipato anche a mostre in Corea del Sud, a a Seul, e in Grecia, a Patrasso. Vanta, inoltre, numerose mostre personali anche nel Paese, organizzate prevalentemente dallUnione degli Artisti Figurativi di Romania.



  • La Valle del Cerna

    La Valle del Cerna

    La Valle del Cerna, nel sud-ovest della Romania, è un luogo pittoresco, con paesaggi diversi e spettacolari. La natura è più che generosa: cascate, grotte e gole spettacolari. Sempre in questa zona, vi aspetta un resort famoso per le proprietà terapeutiche delle acque minerali note da 2000 anni, sin dai tempi degli antichi romani: Baile Herculane – le Terme di Ercole.

    Ospite a Radio Romania Internazionale è Mariana Păsărin, rappresentante del Parco Nazionale Domogled Valea Cernei, il più grande parco nazionale in Romania. Si stende su oltre 61.000 ettari, riassunto per i turisti all’interno del centro visitatori, un edificio a tre piani. Il seminterrato è riservato alle grotte, mentre l’ultimo piano è dedicato alle comunità umane, con reperti archeologici e costumi tradizionali. Al piano terra, offriamo ai visitatori delle informazioni generali sulle specie di flora e fauna, nonchè sugli itinerari nel parco, in romeno, inglese e tedesco, spiega Mariana Păsărin, aggiungendo che le attrattive del parco sono numerose e svariate.

    Cascate, grotte, gole spettacolari, e vette che offrono splendide viste panoramiche, ma anche la possibilità di fare arrampicate e rafting. I turisti vengono soprattutto per le gite, affascinati dalla natura selvaggia. Tra i percorsi segnati, uno dei più visitati è quello verso la cascata Vanturatoarea, con i suoi 40 metri di caduta. Inedito il fatto che si può camminare anche dietro la cascata. I turisti rimangono impressionati quando si rendono conto di poterlo vedere anche da dietro. Le gole vantano un impressionante rilievo carsico. Nella zona c’è anche un mulino ad acqua funzionale. Dalla prossimità di Baile Herculane è raggiungibile il percorso verso la Croce Bianca, montata su una vetta. Non sono note con precisione le sue origini, per cui le leggende non mancano. Il punto in cui si trova la croce offre una splendida vista panoramica sul resort Baile Herculane e sull’intera Valle del Cerna. Alcuni itinerari della stessa area sono cosparsi di belvedere, particolarmente graditi anche dalla famosa Sissi, imperatrice d’Austria, per cui quello chiamato Elisabetta è stato intitolato proprio a lei. Quindi, anche un posto carico di storia, aggiunge la rappresentante del Parco Nazionale Domogled Valea Cernei.

    E dopo una camminata lungo questi percorsi sicuramente vorrete essere viziati dalle carezze delle sorgenti termali di Baile Herculane. Laura Pătru, responsabile marketing di un complesso alberghiero, vi offre alcuni dettagli. E’ un posto carico di storia, in quanto si tratta di una delle località balneari antiche, attestata nel 153 d.C. La natura è stata molto generosa: 16 sorgenti di acque termali e termosulfuree, con effetti meravigliosi sulla nostra salute, dimostrati e riconosciuti lungo il tempo. I nostri alberghi sono stati completamente ristrutturati e modernizzati. Abbiamo cercato di abbinare le antiche terapie ereditate dai romani alle tecniche più moderne e alle ultime tendenze spa in Europa. Oltre alle terapie di base allo spa, vi invitiamo a godervi le saune con erbe locali, secono le nostre ricette, ispirate alle leggende sulla forza di Ercole e la bellezza di Venere, assicura Laura Pătru.

    Anche d’inverno troverete un’atmosfera calda e piacevole in piscina, guardando fuori la neve. Quindi, le Terme di Ercola sono una destinazione ideale sia per una vacanza attiva che per un soggiorno rilassante.

  • Simona Halep, l’atleta della settimana a Radio Romania Internazionale

    Simona Halep, l’atleta della settimana a Radio Romania Internazionale

    Nel calendario del tennis professionale mondiale, il torneo di Wimbledon viene considerato il più raffinato concorso. Praticamente, è il più vecchio torneo al mondo e si gioca sull’erba. Fu nel 1877 che vi si svolse la prima gara, dedicata esclusivamente ai signori, e il vincitore si chiamava Spencer Gore. La finale fu seguita da circa 200 spettatori, ognuno pagando uno scellino. Lungo gli oltre 140 anni trascorsi dalla prima edizione, il torneo cambiò radicalmente, mantenendo, però, parecchi elementi del regolamento originale. Oggi, il montepremi ammonta a decine di milioni di euro, ma viene ancora applicato un dress code particolarmente stretto, che richiede ai tennisti di vestire quasi interamente di bianco.

    Quest’anno, in prima, un tennista romeno ha vinto il torneo di Wimbledon nel singolare. Simona Halep ha superato in finale l’americana Serena Williams, ritenuta la più grande tennista di tutti i tempi. Il 6-2, 6-2 risparmia qualsiasi commento. Tra i romeni, solo Ilie Nastase era arrivato così vicino alla vittoria: nel 1972, quando era stato sconfitto da Stan Smith dopo cinque set, e nel 1976, superato da Björn Borg. Da allora, fino a Simona, solo Virginia Ruzici si era avvicinata alle fasi superiori della gara, arrivando nei quarti di finale nel 1978 e 1981. In seguito al clamoroso successo riscosso sull’erba londinese, Radio Romania Internazionale ha designato Simona Halep l’Atleta della Settimana.

    Nata il 27 settembre 1991 a Costanza, Simona Halep ha debuttato nel grande tennis nel 2006, con le sue prime sei partite ITF. Nel 2010 entrava nella Graduatoria 100. Ha raggiunto dei progressi impressionanti nel 2013, quando ha vinto sei tornei WTA. Ad agosto 2014 è salita per la prima volta al secondo posto nella classifica mondiale, in quel momento la massima posizione mai raggiunta da una tennista romena. Da ottobre 2017, è salita al primo posto della graduatoria mondiale, fino a gennaio 2018, per riprendere il mese successivo la stessa prima posizione e riconfermarsi leader fino all’inizio del 2019, dopo gli Australian Open. Fino alla scorsa settimana, aveva vinto 18 tornei WTA, di cui uno del Grande Slam, lo scorso anno, a Roland Garros. In questo momento, si piazza al quarto posto nella graduatoria mondiale.

  • Timişoara – un’Europa in miniatura

    Timişoara – un’Europa in miniatura

    Capoluogo della provincia di Timiş, la città di Timişoara, che sarà capitale europea della cultura nel 2021, è stata soprannominata un’Europa in miniatura, in quanto abitata da romeni, tedeschi, serbi, ungheresi, italiani, croati, slovacchi o bulgari. Diversità e cultura, ecco i tratti che la rendono una destinazione ideale per gli appassionati di turismo culturale. La sua storia è impressionante e onnipresente, spiega Lucia Solomon, la responsabile del Centro Informazione e Promozione Turistica del Comune di Timişoara.

    Le antiche vestigia risalgono a oltre 7000 anni addietro, però quello che vede oggi il turista risale ai secoli XVI-XVII, quando venne occupata dagli ottomani. Sono ancora visibili le fondamenta di una moschea e il piedistallo di un minareto che attestano quell’epoca. Ma Timişoara diventò una città moderna nel XVIII secolo. La conquista degli Asburgo, avvenuta nel 1716, portò anche una svolta nel suo sviluppo. Fu demolita la vecchia cittadella dell’epoca ottomana, per far posto alla più ampia fortificazione a bastioni sul territorio attuale della Romania. Una fortezza di stile Vauban, simile a quella di Alba Iulia, che ospitava al suo centro l’amministrazione della città. Dall’epoca si sono conservati solo il bastione Teresia e il vecchio centro città, particolarmente interessante. Erano i tempi del barocco, per cui vennero costruiti numerosi edifici in questo stile, culminando con il Duomo Cattolico, la Chiesa Serba o il Palazzo Barocco stesso che oggi custodisce il Museo d’Arte, spiega Lucia Solomon.

    Seguì il periodo dell’appartenenza al Regno d’Ungheria, dopo l’insediamento della monarchia duale dell’Austria-Ungheria, prosegue la nostra interlocutrice. La città assunse funzioni prevalentemente economiche, per cui si sviluppò tantissimo. E’ a quel periodo che risalgono i numerosi primati di Timişoara: il primo tram trainato da cavalli nel 1869 e la prima città a illuminazione elettrica in Europa, nel 1884. Alla stessa epoca risalgono anche i numerosi parchi che a tutt’oggi sono un emblema, per cui Timisoara è nota anche come la Città dei fiori. Siamo orgogliosi del Parco delle Rose, del Parco della Giustizia, ma anche del centro città, con il tappeto verde a Piazza della Vittoria e bellissimi arredamenti floreali in tutte le stagioni, aggiunge Lucia Solomon.

    Timişoara vanta anche il maggior numero di edifici storici del Paese, di cui oltre 14.000 sono stati dichiarati monumenti. La città è definita principalmente dagli edifici in stile Liberty, costruiti a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento. Bellissimi palazzi che delimitano la Piazza della Vittoria. Tutti i turisti ne rimangono impressionati. Simili edifici si ritrovano anche nei quartieri storici. Timişoara rassomiglia a Budapest e Vienna. Anche se a scala minore, lo stile architettonico riscontrabile nell’intera Europa è a casa sua anche a Timişoara, il che fa una forte impressione’, aggiunge la responsabile del Centro Informazione e Promozione Turistica del Comune.

    Una particolarità della provincia di Timis sono i concerti ospitati dalla grotta di Romaneşti, che attirano ogni anno turisti romeni e stranieri, provenienti da Israele, Stati Uniti, Canada, Ungheria o Austria. Lucia Solomon vi spiega come divertirvi a Timişoara. Il centro città è cosparso di tanti ristoranti. Nelle cantine dei palazzi vecchi sono stati allestiti tanti bar, ristoranti e club. Sicuramente vi piacerà tanto una passeggiata nei parchi in riva al fiume Bega, dove ci sono anche delle piste ciclabili. Oppure godervi il fiume dal vaporetto che attraversa l’intera città come servizio pubblico di mobilità. Bello anche un tour col tram turistico in servizio ogni domenica. E poi tanti musei da visitare e molti spettacoli e festival ospitati dalla nostra città, dice ancora la nostra interlocutrice.

    Una semplice visita al Centro Informazione e Promozione Turistica vi svelerà le destinazioni da scoprire nei dintorni di Timişoara. Vi consigliamo di visitare le città di Buzias o Recas, per assaggiare i vini del Banato. Una bella area di svago si trova a Herneacova, nei pressi di Recas, ma anche sul lago Surduc. Ovviamente, i turisti hanno la possibilità di visitare Arad e Oradea, Baile Herculane (Le terme di Ercole) o fare delle gite nei Monti del Banato. In tanti scelgono anche il Castello degli Hunyad che si trova a Hunedoara. Ne hanno sentito e ci chiedono come arrivarci. Cosicchè invitiamo i turisti a scoprire Timişoara, la sua cultura e il suo fascino. Vi aspettiamo a braccia aperte, con l’augurio di trovarvi benissimo nella nostra città, conclude Lucia Solomon, la responsabile del Centro Informazione e Promozione Turistica del Comune di Timişoara.

  • Grande Unione: difesa, i meriti e il contributo dell’Esercito della Romania, conferenza a Iaşi

    Grande Unione: difesa, i meriti e il contributo dell’Esercito della Romania, conferenza a Iaşi

    Il contributo dellEsercito di Romania e delle élite alla difesa e al riconoscimento internazionale della Grande Unione (1919-1920): questo il tema della conferenza internazionale organizzata dal 20 al 22 giugno a Iaşi dallo Stato Maggiore della Difesa, attraverso la filiale del Museo Militare Nazionale “Re Ferdinando I” nella città capoluogo dellomonima provincia, collocata nellest della Romania.



    La conferenza, che ha riunito oltre 80 studiosi e ricercatori di Romania, Francia, Polonia e Moldova, nonchè esponenti del Ministero della Difesa e autorità locali, è stata organizzata in partenariato con lUniversità “Alexandru Ioan Cuza” di Iași, lUniversità “Babeș-Bolyai” din Cluj, lAccademia Romena e il Museo del Banato di Timişoara. Ad aprire i lavori della conferenza, il prof. univ. dr. Ioan-Aurel Pop, Rettore dellUniversità “Babeș-Bolyai” e Presidente dellAccademia Romena, con un intervento sul ruolo militare dei romeni nel sud-est europeo.



    Una conferenza di successo e, in ugual misura, necessaria, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il prof. Ioan Bolovan, prorettore dello stesso ateneo di Cluj, membro corrispondente dellAccademia Romena e direttore dellIstituto di Storia “George Bariţiu” della stessa città, presente alla conferenza di Iaşi.



  • Il Palazzo della Cultura di Iaşi

    Il Palazzo della Cultura di Iaşi

    Radio Romania Internazionale vi invita a scoprire il Palazzo della Cultura di Iaşi, capoluogo dell’omonima provincia, già capitale della Moldavia, dove vive una cospicua comunità cattolica e che sarà visitata da Papa Francesco durante il suo viaggio apostolico in Romania. L’edificazione di questo Palazzo fu una promessa assunta e mantenuta dal primo sovrano romeno, Carlo I di Hohenzollern-Sigmaringen, e dall’élite politica. Insieme a Lacramioara Stratulat del Complesso Museale Moldavia, passeremo in rassegna la storia di questo impressionante edificio.

    Su questo posto si ergevano le corti principesche fino all’abdicazione forzata del principe Alexandru Ioan Cuza. Durante la sua prima visita a Iasi, Carlo I ha promesso agli abitanti la costruzione di parecchi edifici monumentali, tra cui un palazzo di amministrativo. I lavori, cominciati ai tempi di Carlo I si stesero per 19 anni, per essere conclusi sotto il successore, Re Ferdinando. Durarono tanto a causa della prima Guerra Mondiale, quando il famoso architetto Ion D. Berindei fu costretto per tante volte a riprendere tutto da capo, in mancanza di soldi, spiega la nostra guida.

    Ion D.Berindei fu un riferimento nell’architettura romena nella seconda metà dell’Ottocento. Abbracciando lo stile neoromeno, assunse la missione di portare a termine la costruzione del palazzo di Iasi.

    Era il secondo della sua famiglia ad aver studiato l’architettura all’Università di Parigi. Ideò un edificio di 36.000 mq come una struttura leggera – nonostante le dimensioni – collocata su un sito archeologico. Ciò lo rende del tutto particolare e rileva anche l’ingegno dell’architetto: riuscì a progettare un palazzo che resistette ai grandi terremoti del 1940 e del 1977, ma anche alle successive scosse. L’edificio non fu gravemente danneggiato dai terremoti, però ebbe una triste sorte durante la seconda Guerra Mondiale, a causa dei bombardamenti sovietici e ulteriormente tedeschi. Le parti bombardate furono ricostruite abbastanza velocemente. Berindei concepì questa enorme struttura in stile neogotico fiammeggiante, con sfumature romantiche all’interno, aggiunge Lacramioara Stratulat, presentando anche gli stili architettonici del palazzo.

    Sostanzialmente, si tratta di due stili e due sovrani. Quello più rigido è di Carlo I, mentre l’altro – meno sobrio – è segnato da Ferdinando, ma soprattutto dalla Regina Maria, che impose delle correnti en vogue ai primi del Novecento. Faccio riferimento in particolare ai due portoni d’ingresso e a quello che apriva la Sala dei Principi, tutti in stile Liberty. La Regina Maria ne era addirittura innamorata, per cui le impronte sono visibili in molte stanze del Palazzo della Cultura, aggiunge Lacramioara Stratulat.

    All’inizio ebbe una destinazione amministrativa, fu Palazzo di Giustizia, il che spiega anche la sontuosità delle sale principali. Dal 1955, l’edificio diventa Palazzo della Cultura, che custodisce quattro musei nazionali: il Museo di Storia della Moldavia, il Museo della Scienza e della Tecnologia Stefan Procopiu, il Museo di Etnografia e il Museo d’Arte. C’è anche un centro regionale di restauro e conservazione dei beni. La costruzione fu difficile e gli ostacoli andarono di pari passo con i tempi.

    La costruzione propriamente detta cominciò nel 1906, però successivamente il progetto subì numerose modifiche. Durante la prima Guerra Mondiale i lavori cessarono, vi venne allestito un ospedale da campo e furono acquartierate le truppe romene, dato che era il più grande edificio della città. Cosicchè dopo il ritiro delle truppe a Bucarest, l’architetto dovette rifare gli elementi di architettura artistica danneggiati, spiega ancora Lacramioara Stratulat.

    Oggi, il Palazzo della Cultura di Iasi, che domina il centro città, è una destinazione che va scoperta da tutti i visitatori.

  • Pasqua ortodossa in Bucovina, con padre Gabriel Herea, il parroco della Chiesa di Pătrăuţi

    Pasqua ortodossa in Bucovina, con padre Gabriel Herea, il parroco della Chiesa di Pătrăuţi

    Quest’anno, i cristiani ortodossi, maggioritari in Romania, e i greco-cattolici celebrano la Risurrezione di Cristo il 28 aprile. Radio Romania Internazionale vi invita in Bucovina, una della regioni in cui le usanze pasquali e i costumi si conservano perfettamente e vengono tramandati da una generazione all’altra. Questa bella contrada del nord della Romania è nota per i monasteri patrimonio dell’Unesco, tra cui spiccano quella di Voronet, nota anche come la Sistina dell’Oriente, per il suo affresco raffigurante il Giudizio Universale, ma anche quelle di Pătrăuţi, Humor, Arbore o Sucevita.



    Radio Romania Internazionale è andata a trovare, per via delle onde, padre Gabriel Herea, il parroco della Chiesa Santa Croce di Pătrăuţi, in provincia di Suceava, nel nord della Romania.



    Costruita nel 1487 dal principe moldavo Stefano il Grande, che regnò dal 1457 al 1504, e definito da Papa Sisto IV come vero campione della fede cristiana, la Chiesa di Pătrăuţi è il più vecchio luogo di culto conservato in forma originale tra quelli fondati dal principe. E’ anche la più vecchia chiesa ortodossa monumento UNESCO in Romania, nel cui patrimonio è stata inserita nel 1993, la più vecchia chiesa costruita in stile moldavo e anche la chiesa con i più antichi affreschi interni ed esterni della Moldavia.



    D’altronde, la storia attraversata negli ultimi 15 anni da questo luogo di culto pieno di luce della regione della Bucovina è stata raccolta nel libro-album I Custodi della Soglia di Pătrăuţi, i cui testi sono firmati dal prete Gabriel Herea e Tudor Catalin Urcan, e presentato a novembre 2018 alla 25/a edizione della Fiera Internazionale del Libro Gaudeamus, organizzata da Radio Romania. A gennaio, padre Gabriel Herea ha impressionato i ricercatori e gli scienziati presenti all’Istituto di Fisica Atomica di Magurele, nei pressi di Bucarest, con la sua comunicazione dedicata alle Proiezioni solari simboliche nella chiesa medioevale di Pătrăuţi: allineamenti tra spazi simbolici della chiesa e i raggi del Sole, nei giorni importanti del calendario liturgico e solare.



    Una scoperta unica in Romania, frutto di 15 anni di attenti studi e osservazioni condotti da padre Gabriel, il quale ha spiegato a Radio Romania Internazionale come si preparano i fedeli ortodossi ad accogliere la Pasqua. Per accogliere la Luce della Risurrezione, ci prepariamo continuamente. Però in questi giorni stiamo percorrendo una tappa storica, in cui – in modo simbolico – esercitiamo di più, rispetto ad altri periodi dell’anno, la meditazione a questa noastra Risurrezione accanto a Cristo, spiega padre Gabriel.



    Il retaggio culturale del regno del principe Stefano il Grande, il fondatore della Chiesa di Pătrăuţi, viene messo in risalto anche nell’ambito della Saison Croisée Romania-Francia, avviata lo scorso novembre, e che si concluderà il 14 luglio. Lo Stendardo Liturgico del principe è il fiore all’occhiello della mostra Ricami di tradizione bizantina in Romania dal XV al XVII secolo, inaugurata al Museo del Louvre di Parigi il 16 aprile. Oltre allo Stendardo, al pubblico vengono presentati altri 26 ricami risalenti al periodo che va dal 1437 fino alla fine del XVII secolo, illustrando il ruolo decisivo svolto dagli artisti e dai mecenati dei Principati Romeni nella conservazione delle tradizioni bizantine.



    Lo Stendardo di Stefano il Grande è un pezzo eccezionale: un ricamo bizantino, tessuto in Moldavia, arrivato a una data sconosciuta al Monastero di Zografou del Monte Athos, recuperato durante la prima Guerra Mondiale dall’esercito francese e restituito alla Romania nell’ambito di una cerimonia solenne svoltasi all’Università di Sorbona. Quindi, lo Stendardo del Principe Stefano il Grande è diventato emblematico per le relazioni culturali e politiche romeno-francesi nell’ultimo secolo. A Parigi, la mostra, che rimarrà aperta fino al 29 luglio, è stata inaugurata il 16 aprile, all’indomani del tragico rogo avvenuto alla Cattedrale Nôtre-Dame.



    Non potete immaginare le emozioni provate durante l’incendio di Nôtre-Dame, che ha fatto seguito alla notizia che lo Stendardo era arrivato a Parigi. Ovviamente, si sapeva che lo Stendardo stava al Louvre, ma abbiamo provato delle emozioni lo stesso. Si tratta di un oggetto unico nella cultura mondiale. Accanto allo Stendardo Liturgico, a Parigi c’è anche il ricamo che copre la tomba di Maria di Mangop, la seconda consorte del principe Stefano il Grande, che riposa al Monastero di Putna. Anche questo ricamo è unico nella cultura mondiale – non nel senso che simili oggetti non ci fossero mai stati, ma nel senso che non si sono conservati fino ai nostri giorni. In Moldavia sono stati conservati o sono tornati parecchi pezzi del genere perchè qui, nel Medioevo, c’era una scuola di ricami, che rivaleggiava con la scuola delle maestranze che costruivano e affrescavano le chiese. Sappiamo poche cose su questa scuola di ricami, nel senso che non abbiamo troppi dettagli sui suoi lavoratori e sul suo sviluppo, ma la sua esistenza è dimostrata dalla conservazione di numerosi pezzi. In questo periodo, chi visita Parigi, è invitato a scoprire al Museo del Louvre, come brillava in Moldavia – Byzance après Byzance, questo ramo della cultura cristiana, aggiunge il parroco della Chiesa Santa Croce di Pătrăuţi, che ha concluso la conversazione con Radio Romania Internazionale rivolgendo il suo augurio di Pasqua: Cristo è risorto!, come un’esortazione, un rafforzamento e una confessione della nostra fede.