Category: Raccontare Romania

  • Dicembre e le sue tradizioni in Romania

    Dicembre e le sue tradizioni in Romania

    Sicuramente, nell’anno calendaristico, il mese di dicembre è il più carico di simboli. E’ il periodo delle celebrazioni natalizie che in Romania inizia il 6 dicembre, con la Festa di San Nicola. Per i bambini romeni, Babbo Nicola è una specie di Befana che porta regali, soprattutto dolci nella notte fra il 5 e il 6 dicembre e li lascia nelle scarpe pulite messe vicino alla porta di casa. Per di più, oltre 800.000 romeni festeggiano l’onomastico. Nelle comunità tradizionali c’è anche l’usanza di regalare sacchetti pieni di chicchi di grano, come rituale di fertilità, per portare la prosperità nell’anno che verrà.

    La grande festa cristiana del Natale si sovrappone a un antico culto del Sole. Il solstizio d’inverno era celebrato una volta da tutte le civiltà del mondo. Lungo il tempo, sono apparsi oggetti carichi di simboli, come le maschere indossate dai gruppi di auguratori, spiega la direttrice del Museo della Contrada di Oaş, Natalia Lazăr.

    Durante le feste natalizie, i gruppi di auguratori indossano maschere, un’usanza precristiana che si è sovrapposta lungo il tempo a quella cristiana. Incontriamo questa tradizione in quasi tutte le regioni del Paese, compresa la provincia di Maramureş, con le quattro zone etnografiche. A partire dal 20 dicembre – quando i cristiani ortodossi venerano Sant’Ignazio di Antiochia, e nelle masserie di campagna si svolge anche il sacrificio rituale del maiale – i giovani vanno in giro a fare gli auguri fino a Natale e persino a Capodanno indossando maschere, in riti che hanno come protagonisti gli animali, tra cui ricordiamo le tradizionali danze dell’orso o della capra. Questa antica tradizione si è tramandata fino ai nostri giorni, emfatizzando, però, sia il lato spettacolare che quello gastronomico. I gruppi di auguratori mascherati vengono formati a seconda di certi criteri socio-culturali, spiega Natalia Lazăr.

    Secondo un’antica credenza, l’Anno come divinità arcaica, sarebbe una personificazione del Sole. L’etnologo Ion Ghinoiu afferma che la scomparsa e la rinascita ciclica dell’anno, lungo i 365 giorni, sistemano l’esistenza delle comunità tradizionali e determinano lo svolgimento dei rituali.

    Considerato il mese dei regali e della gioia condivisa, dicembre è un momento essenziale nella trasformazione del tempo. La Natività del Signore e le altre feste invernali sono celebrate da tutti i cristiani, auspicando sempre un mondo migliore.

  • Il libro di cucina del Delta del Danubio

    Il libro di cucina del Delta del Danubio

    Il Delta del Danubio è la terza più grande foce ramificata in Europa e la 22/a al mondo. La sua superficie aumenta annualmente di 40 mq e ospita ecosistemi naturali – acquatici e terrestri – inseriti nel patrimonio dell’UNESCO. Nel 2019, il Delta del Danubio si è annoverato anche tra le 11 aree protette invitate a presentare la ricetta di un piatto specifico in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, che ha avuto come tema anche il cibo e la salute. Non sorprende quindi che le ricette del Delta del Danubio siano diventate oggetto di un progetto di ricerca, promosso dall’Associazione Letea all’UNESCO, in collaborazione con il Centro per le Politiche Sostenibili Ecopolis e con l’assistenza dell’Amministrazione del Fondo Culturale Nazionale (AFCN). Ce lo racconta la coordinatrice del progetto Il Libro di cucina del Delta del Danubio, Loredana Pană.

    Abbiamo messo in campo questo progetto la scorsa estate, in uno dei comuni più isolati del Delta – C.A.Rosetti. Siamo andati lì con il gruppo Mixer, composto dalle artiste Ana Botezatu e Corina Bucea. Il nostro obiettivo era quello di fare ricerche sul campo. Abbiamo invitato 10 signore dei 4 villaggi del comune – Letea, Periprava, Sfiștofca e Rosetti – a raccontarci come cucinano e quali sono le ricette preferite. Volevamo anche sapere da dove provenivano i piatti e come avevano imparato a prepararli. È importante sapere che questo comune è caratterizzato da una grande diversità etnica. Così abbiamo parlato con i membri della comunità ucraina, di quella dei russi lipovani e di quella romena, cercando di vedere come le ricette fossero influenzate da diverse etnie. Ciò ha confermato l’ottima comunicazione tra di loro e ci ha fornito preziose informazioni. I risultati della nostra ricerca sono disponibili sulla piattaforma del progetto, spiega la nostra ospite.

    Quali sono dunque i risultati di questa meticolosa ricerca sul campo? Si tratta di videoregistrazioni, montaggi audio, foto ed estratti delle nostre interviste con queste signore. Sul nostro sito è disponibile anche un quaderno di 160 pagine, che andremo a stampare, in cui abbiamo inserito frammenti di queste interviste, ricette, nonchè copie dei loro ricettari. Sono stati questi quaderni il punto di partenza del nostro dialogo, aggiunge Loredana Pană.

    Sul sito scopriamo le immagini di quei vecchi ricettari scritti a mano, e, naturalmente, le ricette: frittata economica al lievito, per ottenere una frittata più grande usando meno uova, dolci diversi come, per esempio, cioccolatini e bignè. Non mancano le ricette per piatti specifici della regione – a base di pesce, ovviamente: patate al forno con uova di pesce e fegato di sgombro o carpa alla griglia.

    Questa idea è nata dal dialogo con le artiste Ana Botezatu e Corina Bucea, che già dal 2012, avevano dato vita ad una simile iniziativa nella regione di Cluj, in Transilvania. L’abbiamo trovata eccellente e, quindi, abbiamo voluto continuarla nel Delta del Danubio. Era prevista una mostra a Bucarest e Cluj, ma, purtroppo, nelle condizioni attuali, non è stata più possibile in presenza, per cui abbiamo dovuto spostare tutto online. La cosa buona di questa nuova formula è che i materiali verranno archiviati e il pubblico avrà libero accesso a tutti i documenti del progetto, dice ancora Loredana Pană, alla quale abbiamo chiesto di raccontare il suo Delta.

    Quello che mi è sempre piaciuto e ho notato ancora una volta è che il Delta ha una certa fragilità. Il fatto che sia geograficamente la terra più giovane del paese, in via di formazione, da un anno all’altro, che emerge, infatti, dalle acque, le conferisce un fascino tutto suo. E questo fascino si ritrova in tutte le tradizioni della gente del posto, inclusa la cucina. Ad esempio, nei villaggi del Delta, le case sono tutte costruite con pochissimi materiali, di modo che, se il livello dell’acqua si alza, si possa lasciare tutto e andare. È lo stesso vale per la cucina. Il cibo è preparato con pochissimi ingredienti. La ricetta della bouillabaisse, ad esempio, si è arricchita oggigiorno per i turisti, ma il borsch come lo preparavano i nonni conteneva solo pesce, patate e cipolla. Queste erano le uniche verdure usate – forse anche perchè, molto probabilmente, non ne avevano altre – e se vogliono fare il borsch alla vecchia maniera, è tutto quello che mettono. I pescatori preparavano il borsch sul posto e potevano farlo anche se rimanevano in mezzo alle acque per settimane. Nel frattempo le cose sono cambiate, ma, comunque, le ricette della gente del delta sono semplici. Tutte le donne con cui ho parlato mi hanno detto che il segreto è il pesce fresco, dice ancora Loredana Pană, che ci fa venire l’acquolina in bocca con una ricetta che preferisce tra tutte quelle scoperte nel Delta.

    Mi è piaciuto molto il borsch rosso russo, con barbabietola e verza. Può essere preparato con o senza carne. La ricetta si trova nel quaderno che abbiamo pubblicato, conclude la nostra ospite. Quindi, vi invitiamo anche noi a scoprire i vecchi piatti dei pescatori, per una vita più gustosa!

  • Timișoara 2023: Progresso. Cambiamento di paradigma, riflessione artistica su storia e patrimonio

    Timișoara 2023: Progresso. Cambiamento di paradigma, riflessione artistica su storia e patrimonio

    Progresso. Cambiamento di paradigma è l’iniziativa proposta dall’Associazione Timișoara 2021 – Capitale Europea della Cultura – progetto che slitta al 2023, in seguito alla crisi sanitaria – per portare una riflessione artistica sulla storia e il patrimonio industriale di questa città della Romania occidentale, ma anche sul modo in cui la memoria di certi posti si è trasformata o è addirittura scomparsa.

    L’iniziativa, promossa insieme all’Associazione Simultan, fa parte del programma Luci accattivanti, che rientra nel Dossier di candidatura grazie al quale Timisoara si è aggiudicata il titolo di Capitale Europea della Cultura, volto a familiarizzare il pubblico con l’ambiente digitale e a far meglio capire le nuove tecnologie tramite le arti multimediali. Dal 10 al 13 dicembre, Progresso.Cambiamento di paradigma viene presentato nelle ex officine dell’Azienda di Trasporto Pubblico di Timișoara, che ospiteranno il futuro Centro per Arte, Tecnologia ed Esperimento intitolato MultipleXity.

    Creata da un gruppo di artisti di Timișoara nel 2005, l’Associazione Simultan è stata invitata a proporre un progetto per il MultipleXity, spiega Alin Rotariu, membro fondatore e uno degli organizzatori. Questo spazio vasto è stato scelto innanzitutto perchè è collegato alla storia delle premières attribuite alla città, tra cui il primo sistema di trasporto urbano sul territorio attuale della Romania, nato oltre 150 anni fa. Un recente studio monografico lanciato di recente rileva la presenza di questo mezzo di trasporto già quasi un decennio prima dell’apparizione del primo tram a cavalli sulle strade di Timișoara, nella piccola – all’epoca – località di Lipova, collocata sulla riva sinistra del fiume Mures, nell’odierna provincia di Arad. La fitta rete di tram di Timișoara affascina anche nei nostri giorni.

    L’Associazione Simultan ha abbinato le idee innovative al patrimonio culturale e industriale, spiega Alin Rotariu. Al momento, questo spazio è un un certo qual modo dismesso. Le officine dell’azienda sono state trasferite, in attesa di una riconversione. Ma l’atmosfera è abbastanza strana, come se la gente se ne fosse andata ieri. Invece, in tutti gli angoli sono rimasti appunti personali o vestiti, e abbiamo voluto valorizzare questo ambiente, avendo in mente il concetto del progresso. Non siamo contrari all’abbandono di certi sistemi che sembravano molto stabili e concepiti in maniera impeccabile, una volta vanto della comunità e modello di buone pratiche. Solo che, in questo momento, sono abbandonati. Naturalmente, siamo tutti contenti della nuova destinazione di questo spazio, e l’idea della trasformazione è un’ottima metafora. Questo centro può collegare la città, tramite un trasferimento culturale dal centro alle periferie, dice Alin Rotariu.

    Progresso. Cambiamento di paradigma si propone di offrire anche un certo formato artistico, un ambiente per altri progetti che saranno svolti durante la trasformazione delle vecchie officine in Centro per Arte, Tecnologia ed Esperimento. Alin Rotariu osserva che si tratta di un periodo di code design del futuro MultipleXity, con attività e spazi specifici risultati da simili progetti.

    Penso che il 2020 abbia offerto una dimostrazione estremamente ripida, addirittura brutale. Ci ha fatto vedere quanto velocemente possano essere sostituite certe cose di cui eravamo convinti che avessero rappresentato la strada giusta. Ebbene, queste cose possono sparire in un batter di ciglio. Il titolo del nostro progetto rispecchia molto bene sia il periodo che stiamo vivendo, che quello che succede intorno a noi, nel dopo-rivoluzione, diciamo. E ritengo che Timișoara si meriti un esperimento di questo tipo, e forse anche ulteriori iniziative. Tutto, nello spirito del posto, spiega ancora Alin Rotariu.

    Una cosa è certa: il cambiamento, con i suoi paradigmi, arriverà lo stesso. Di sicuro anche a Timișoara, che nel 2023 sarà una delle tre Capitali europee della cultura.

  • Ambulanza per i Monumenti, Premio del Pubblico Europa Nostra 2020

    Ambulanza per i Monumenti, Premio del Pubblico Europa Nostra 2020

    Il progetto romeno L’ambulanza per i Monumenti si annovera tra i vincitori dei Premi del Patrimonio Europeo/ Premio Europa Nostra 2020, celebrati di recente con un evento digitale. Lanciati dalla Commissione Europea, rappresentano il più prestigioso riconoscimento nel campo della conservazione del patrimonio culturale a livello europeo.

    I vincitori dei grandi Premi 2020 sono l’esemplare restauro della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, L’Aquila (Italia), fortemente danneggiata dal devastante terremoto del 2009, l’eccezionale progetto Rete Tramontana Network (Italia, Francia, Polonia, Portogallo e Spagna), dedicato alla ricerca del patrimonio materiale e immateriale delle regioni montane europee, e la grande mostra Auschwitz. Non molto tempo fa. Non lontano (Polonia/Spagna), in occasione del 75° anniversario della liberazione del più grande campo di concentramento nazista.

    Il Premio del Pubblico è andato al progetto di educazione, formazione e sensibilizzazione L’ambulanza per il Monumenti (Romania), che ha salvato centinaia di edifici storici vincolati, attraverso una vasta rete di organizzazioni attive nel campo del patrimonio. Questo progetto ha ricevuto il maggior numero di voti, espressi attraverso un sondaggio online con la partecipazione di oltre 12.000 cittadini di tutta Europa, come precisa la Commissione Europea nel comunicato dedicato alla premiazione.

    La 23enne romena Tania Criste sta seguendo un corso post-laurea presso la Facoltà di Storia e Filosofia dell’Università Babeș-Bolyai din Cluj, per specializzarsi in Patrimonio e turismo culturale. E’ anche volontaria nel progetto dedicato all’Ambulanza per i Monumenti. Ama la cultura, la storia e l’intero patrimonio materiale e immateriale della Romania. Ha raccontato a Radio Romania Internazionale come è nata la sua passione.

    Sin da bambina, sono stata incoraggiata a studiare la storia. Mio padre, buon conoscitore di storia e geografia, mi ha infuso questa passione. Ero sempre curiosa di sapere di più, di capire come ci evolviamo, perchè attraversiamo certe tappe, da dove siamo partiti come popolo e perchè siamo qui in questo momento. Da studente liceale, pensavo di seguire la Facoltà di Storia, ma, siccome volevo coprire un campo più vasto, ho scelto una sezione nuova e molto interessante presso la stessa facoltà, precisamente quella del turismo culturale, spiega Tania, raccontando anche come è diventata volontaria presso L’ambulanza per i Monumenti.

    Ho preso la decisione quest’anno, quando la pandemia ha sconvolto tutti i miei piani. Volevo già da tempo aderire all’associazione, però adesso ho trovato anche il tempo necessario per dedicarmi al progetto. Sono stata impressionata dal fatto che L’ambulanza per i Monumenti incoraggia moltissimo i giovani, fossero essi studenti di architettura, storia o semplicemente membri di una comunità. Questa attività ci incoraggia tanto e, in fin dei conti, ci educa, aggiunge la nostra ospite.

    I risultati e le soddisfazioni di questo lavoro volontario sono su misura. Tania Criste ritiene che l’aspetto più importante sia il fatto che un’intera comunità si unisce per una meta comune.

    Oltre al lavoro fisico, si tratta anche di istruzione e di un esempio che offriamo alla comunità che, infatti, integriamo nelle nostre attività, anche se in alcune zone è più difficile. Ma ci sono in ugual misura delle aree in cui la gente capisce come funzionano le cose e manifesta interesse per quello che facciamo noi in questa bella impresa dell’Ambulanza per i Monumenti, ha concluso Tania Criste.

  • Sebastian Şerban, responsabile Relazioni Esterne – Lega Studenti Romeni all’Estero

    Sebastian Şerban, responsabile Relazioni Esterne – Lega Studenti Romeni all’Estero

    A 22 anni, Sebastian Șerban è il vicepresidente della Lega degli Studenti Romeni all’Estero, incaricato al coordinamento delle relazioni esterne. Nato a Iaşi, nella Romania orientale, all’inizio non era troppo propenso ad andare all’estero. Ma ha scelto alla fine questa strada dopo aver letto un articolo in cui una sua ex collega di liceo, che studiava in Olanda, parlava del rispetto con cui venivano trattati gli studenti in questo Paese e delle prospettive dopo la laurea. Nel 2017, Sebastian ha scelto la prestigiosa London School of Economics, in Gran Bretagna, tra i primi atenei al mondo nel campo economico, che offriva anche borse generose. Un anno più tardi, la nostalgia del Paese di origine lo ha spinto ad affiancarsi alla Lega degli Studenti Romeni all’Estero.

    All’inizio, quando sono andato all’estero, ho pensato che non avrei avuto troppi legami con i romeni, che mi sarei integrato perfettamente nella società britannica, il che, d’altronde, sono anche riuscito a fare in una certa misura. Però, ad un certo punto ti rendi conto che qualcosa ti manca. Vissuto in Romania fino all’età di 19 anni, sono rimasto attaccato all’anima dei romeni, al loro umorismo, ma anche alla gastronomia. Dopo il primo semestre, ho passato le vacanze di Natale in Romania. Rientrato in Inghilterra, ho cominciato a cercare vari modi per integrarmi anche nella comunità dei miei connazionali che studiavano in Gran Bretagna. La prima fermata è stata proprio la filiale britannica della Lega degli Studenti Romeni all’Estero, ricorda Sebastian.

    Ha diretto questa filiale per un anno, proprio quando il Regno Unito ha deciso di ritirarsi dall’Unione Europea. La decisione ha rattristato i giovani romeni che vivono in questo Paese, aggiunge Sebastian Șerban.

    Abbiamo tentato in un certo quale modo di raddolcire questa transizione, anche se la comunità studentesca sarà sicuramente fortemente lesa da questo processo. Sappiamo già che non saranno più concessi dei prestiti e che le borse sono state ristrette in buona parte, quindi credo che questa filiale andrà in declino. Ma quanto tempo sono stato lì, abbiamo fatto il possibile per rinforzare la comunità tramite feste, programmi di mentoring, e una conferenza che organizziamo da 11 anni, aggiunge Sebastian.

    Una volta conseguita la laurea nella primavera del 2020, il nostro giovane ospite è arrivato nella struttura centrale della Lega degli Studenti Romeni all’Estero, che praticamente mette in sintonia le attività delle filiali e mantiene il legame con lo Stato romeno e le sue istituzioni. Definisce se stesso come una sorta di capo della diplomazia della Lega degli Studenti Romeni all’Estero, in quanto mantiene i contatti tra la comunità studentesca e lo Stato romeno, ma anche con enti privati.

    Abbiamo lavorato per rafforzare il nostro legame con lo Stato romeno, adoperandoci in tal senso anche tramite partenariati con i ministeri. Il primo è stato quello firmato con il Ministero degli Affari Esteri, che agevola il nostro accesso alle missioni diplomatiche nei Paesi in cui abbiamo delle filiali, per contatti sotto vari profili – documenti, aiuto finanziario e così via. Abbiamo continuato con il Ministero della Gioventù e dello Sport, fatto comprensibile di per sè. Dal momento che siamo un’organizzazione della gioventù, abbiamo deciso di rafforzare anche il partenariato con questo dicastero. Ora siamo in dirittura d’arrivo per un protocollo di collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, in quanto abbiamo creduto e, per fortuna, anche il Ministero concorda – che la nostra esperienza acquisita all’estero può contribuire a migliorare il sistema universitario in Romania, ha concluso Sebastian Şerban che, oltre agli incarichi già assunti, è anche consigliere presso il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca di Bucarest.

  • TAROM sospende voli, Posta Romena inaugura servizio auto Bucarest-Timisoara-Londra

    TAROM sospende voli, Posta Romena inaugura servizio auto Bucarest-Timisoara-Londra

    La compagnia di bandiera romena TAROM ha annunciato la sospensione dei voli diretti da e verso Londra, dal 7 al 30 novembre, informando che la decisione è stata presa a causa dell’attuale contesto complicato. Cancellati inoltre i voli previsti il 9 e il 16 novembre da e verso Bruxelles, come anche i collegamenti aerei con Monaco di Baviera l’11, il 18 e il 25 novembre, e con Amsterdam (13, 20, 27 novembre e 4 dicembre). La TAROM ha deciso di cancellare anche i voli interni diretti verso e da Oradea, nel nord-ovest della Romania, nei giorni 10, 12, 17, 19, 24 e 25 novembre e 8, 10 e 15 dicembre.

    Invece, la compagnia low-cost romena Blue Air lancia voli diretti Bucarest – Otopeni – Londra Heathrow, a partire dal 1 dicembre. La Blue Air ha annunciato di trasferire su Heathrow tutti i voli diretti finora a Londra Luton. Si tratta di 5 collegamenti settimanali durante la stagione invernale 2020/2021, e di 11 voli settimanali nella stagione estiva del 2021. Blue Air intende associarsi con più compagnie operanti su Heathrow per moltiplicare i collegamenti aerei destinati ai clienti romeni dell’intero mondo. Nella stagione estiva 2021, Blue Air introdurrà anche la nuova rotta Bucarest-Francoforte, con voli giornalieri business-travel, a partire dal 28 marzo 2021.

    La Compagnia Nazionale della Posta Romena ha incluso nei suoi servizi stradali anche la rotta Bucarest-Timisoara-Londra. Il primo viaggio in pullmino del 26 ottobre ha inaugurato il nuovo servizio regolare bimensile. La Gran Bretagna si aggiunge ai simili collegamenti stradali già offerti dalla Posta Romena con Italia, Francia, Germania, Bulgaria, Serbia, Ungheria e Moldova.

  • Usanze per la Festa di San Demetrio

    Usanze per la Festa di San Demetrio

    Il 26 ottobre, quando la Chiesa fa memoria a San Demetrio di Tessalonica, il calendario popolare romeno segna un giorno di purificazione. In certe regioni della Romania, nel giorno dedicato a San Demetrio i pastori tentavano di fare previsioni sul tempo, stendendo i tabarri sull’erba. Se una pecora nera sceglieva di mettersi a dormire lì, allora l’inverno sarebbe stato gelido ma asciutto. Invece, una pecora bianca sdraiata sul tabarro prediceva una stagione fredda con neve abbondante.

    La vigilia della festa di San Demetrio è un giorno particolarmente importante nella vita del villaggio tradizionale, un momento in cui il confine tra il mondo terreno e quello dell’Aldilà diventa più fragile. E’ il tempo in cui vengono commemorati gli antenati, con preghiere e messe in chiesa. Nella notte di San Demetrio c’è l’usanza dei falò accesi sulle colline, su ruote di carri o alberi in fiamme, che simboleggiano la morte e la rinascita della natura. Il fuoco di San Demetrio richiama la purificazione, la fertilità e fa persino da oracolo, in quanto si fanno le previsioni del tempo, spiega Natalia Lazăr, etnologa presso il Museo della Contrada di Oaş (Muzeul Ţării Oaşului).

    I falò alla vigilia di San Demetrio commemorano in ugual misura gli antenati. Nei villaggi tradizionali, c’era l’usanza di mettersi attorno al fuoco, cantare e offrire cibo e bevande alla memoria dei defunti. Si credeva che i morti alla memoria dei quali non fossero stati offerti cibi, si sarebbero trasformati in fantasmi che avrebbero poi tormentato i parenti in vita. Toccava soprattutto alle donne andare a trovare la gente seduta attorno ai falò, per offrire frutta autunnale: prugne secche, uva, noci e pere.

    Sempre la fine del mese di ottobre segna anche un momento importante nella trasformazione del tempo, aggiunge Natalia Lazăr. Se San Giorgio apre i campi, segnando l’arrivo della primavera, la rinascita della natura e l’inizio della stagione della pastorizia, sei mesi dopo arriva San Demetrio, portando l’autunno e il freddo, e chiudendo i campi e il periodo della pastorizia. Il folclore ritiene fratelli i due santi, e nell’iconografia romena vengono a volte raffigurati insieme. Una leggenda della contrada del Maramureş fa riferimento al fatto che Dio ha consegnato ai due santi le chiavi del tempo. San Giorgio fa inverdire le foreste, mentre San Demetrio porta via le foglie. Con la stessa chiave, i due santi chiudono e schiudono le porte del cielo e il calore del Sole, conclude la nostra ospite.

    All’indomani della Festa dedicata a San Demetrio di Tessalonica, la Chiesa Ortodossa Romena fa memoria a San Demetrio il Nuovo (Basarabov), il Santo patrono di Bucarest. Le reliquie del santo nato nel paese di Basarabovo della confinante Bulgaria, sono custodite dalla Chiesa Metropolitana della Capitale romena.

  • Usanze per la Festa di Santa Parascheva

    Usanze per la Festa di Santa Parascheva

    Il 14 ottobre, i cristiani ortodossi celebrano Santa Parascheva, nata nell’XI secolo in un paesino sul Mar di Marmara, nei pressi di Costantinopoli. Già dall’infanzia, la religiosa ha deciso di seguire l’insegnamento cristiano. Protettrice della Moldavia, regione storica dell’est della Romania, Santa Parascheva è anche soccoritrice delle donne e dei bambini. Le sue reliquie sono custodite dalla Cattedrale Metropolitana di Iași, capoluogo dell’omonima provincia della Romania orientale. Alla vigilia del 14 ottobre, si credeva che le ragazze che pregavano a Santa Parascheva avrebbero visto nel sogno il futuro marito. Inoltre, si credeva che le piante avessero maggiori poteri terapeutici in quel giorno, così come anche le acque.

    La festa di Santa Parascheva è una delle grandi celebrazioni dei romeni ortodossi. Nell’Ottocento e Novecento, vennero costruite moltissime chiese a lei consacrate. Inoltre, nella tradizione popolare romena, questa festa si sovrappone a un’altra più antica, dedicata alla Santa del Venerdì autunnale. Sembra che questa antica entità del popolo romeno abbia le origini nella dea Venere. In questo giorno, i contadini non lavoravano nè i campi nè in casa. Gli anziani non accendevano il fuoco, mentre le ragazze e le donne non facevano il bucato e non cucivano, in quanto temevano di avere poi dei problemi alle mani e alle gambe. Inoltre, sempre il quel giorno, si anticipano le previsioni del tempo per il successivo periodo, spiega l’etnologo Florin Filip.

    Sin dall’infanzia, Santa Parascheva ha manifestato comprensione e generosità verso i simili e un interesse particolare per i problemi della gente sfavorita, nota Sabina Ispas, la direttrice dell’Istituto di Etnografia e Folclore Constantin Brailoiu di Bucarest. Ha fatto parecchi viaggi di conoscenza. Camminò sin da giovane, andando a scoprire il mondo e soprattutto la vita della gente eccezionale, dei vescovi che erano ottimi conoscitori della visione teologica cristiana. Arrivò persino a Gerusalemme e visse per anni nel Deserto Giordano, dove la vita degli asceti era non solo un modello per la spiritualità cristiana dell’epoca, ma anche un mezzo di aumentare la forza della volontà per il bene, il bello e il pensiero elevato. Abbastanza giovane, Santa Parascheva tornò anche nel paese natio, dove si è anche spenta, spiega Sabina Ispas.

    Centinaia di migliaia di pellegrini da tutta la Romania, ma anche da altri Paesi ortodossi del sud-est europeo si recano ogni anno a rendere omaggio alle reliquie di Santa Parascheva. Quest’anno, però, nel contesto della pandemia, le autorità hanno imposto regole e misure di protezione, per contenere il diffondersi del nuovo coronavirus.

  • Usanze per la Festa della Protezione della Madre di Dio

    Usanze per la Festa della Protezione della Madre di Dio

    Nella tradizione popolare romena, l’ottobre comincia all’insegna della Festa della Protezione della Madre di Dio, celebrata proprio nel primo giorno del mese. Una festa che apre il periodo del Prokov, di tradizione slava, rispettato nell’intero spazio romeno e che fa memoria ad una visione che Sant’Andrea il Folle per Cristo ha avuto a Costantinopoli, nella Chiesa della Blacherne, nel X secolo: la Madonna stendendo sopra il popolo in preghiera il suo Velo, per proteggerlo durante un assedio.

    Delia Suiogan, etnologa presso l’Università del Nord di Baia Mare, ha offerto maggiori dettagli a Radio Romania Internazionale. La Protezione della Madre di Dio è un’antica festa romena, che prima di essere un evento religioso era collegata alla terra. La terra era particolarmente rispettata dalla tradizione. Secondo le antiche credenze, all’inizio di ottobre era possibile l’arrivo della prima brinata o persino nevicata. Era una prima coperta naturale che proteggeva la terra dal gelo, dal momento che i campi erano già seminati in autunno. Tutti i semi, soprattutto i chicchi di grano, vanno protetti dai geli che arrivano all’improvviso nelle fredde notti autunnali, spiega Delia Suiogan.

    Nei villaggi romeni di una volta, le donne concedevano un’attenzione particolare ai capelli che dicevano tutto sul loro statuto e prestigio sociale. Se le giovani amavano i capelli lunghi, a volte intrecciati, le donne anziane li coprivano con veli di colori scuri. I capelli significavano l’energia vitale, grazie alla loro continua forza rigeneratrice, e spesso rappresentavano un elemento centrale in riti complessi sin dai primi mesi di vita dei bambini. E le giornate del Prokov erano un momento particolarmente importante in tal senso. Anche il benessere del bestiame allevato dai contadini era garantito se la gente digiunava ai primi di ottobre, aggiunge Delia Suiogan.

    Una festa rispettata anche per il benessere del bestiame. Si digiunava affinchè venisse protetto da malattie contagiose o da incidenti, come precipitare in un burrone. Tutta le gente che digiuna in questi giorni sarà protetta da fuoco, diluvio, fulmine, maledizione e malattia. Quindi, un abbinamento tra una festa precristiana e una cristiana, unite dalla Protezione della Madre di Dio, che coprirà tutti con il suo Velo, portando bene e difesa, dice ancora la nostra ospite.

  • La Scuola di Piscu, tradizioni e patrimonio

    La Scuola di Piscu, tradizioni e patrimonio

    Il paese di Piscu, antico centro di vasai nei pressi della capitale romena Bucarest, ci insegna una lezione dal vivo sul patrimonio culturale. Adriana Scripcariu e il marito, lo scultore Virgil Scripcariu, dirigono la Scuola di Piscu, un ong con missione culturale ed educativa, nata da un ambizioso progetto che continua a svilupparsi. Lo scorso anno, la Scuola ha lanciato anche il primo volume intitolato Il Patrimonio dell’UNESCO di Romania, alla portata di tutti.

    Con questo libro, abbiamo voluto presentare al pubblico i capitoli di patrimonio culturale, materiale e immateriale, ma anche naturale. Certamente, i più noti e pregevoli obiettivi di patrimonio del Paese, riconosciuto dall’UNESCO, sono raccontati attraverso numerose immagini e interazioni con i protagonisti – che si tratti di mestieri artigianali, danza o ceramica di Horezu, spiega Adriana Scripcariu.

    Le botteghe artigiane sono un concetto della Scuola di Piscu, per recuperare mestieri antichi e offrire al pubblico la possibilità di scoprirli. La tradizione locale colloca l’arte dei vasai al primo posto, aggiunge la nostra ospite. Questi workshop artigiani si rivolgono in ugual misura ai bambini e agli adulti, li chiamerei quasi di famiglia. Il più comune è quello dell’arte del vasaio e della linoleografia. Praticamente, gli ospiti passano nella nostra bottega due ore-due ore e mezzo, modellando vasi, dipingendo ceramiche e imparando cosa significa la linoleografia. E’ la variante più comune che stiamo svolgendo durante la pandemia. Dopo il 1 giugno, abbiamo organizzato questi workshop ogni sabato, aggiunge Adriana Scripcariu.

    La Scuola di Piscu non recupera soltanto mestieri, ma anche legami umani. La storia di due comunità locali di Romania e della confinante Moldova, che si sono scoperte reciprocamente tramite l’arte del vasaio e gli omonimi monasteri di Țigănești, sono un esempio di partenariato culturale all’insegna del patrimonio, che ha dato vita al Museo-Atelier La dote di Țigănești.

    Ci teniamo tantissimo a questo progetto. E’ partito nel 2018, nel centenario della Grande Romania. Quest’anno, abbiamo organizzato la terza edizione nella misura delle possibilità, ma siamo riusciti a fare parecchie cose. Abbiamo organizzato insieme dei corsi estivi, abbiamo un primo museo, alla cui fondazione abbiamo partecipato, incoraggiandoli e appogiandoli a riallestire una vecchia scuola del villaggio, diventata spazio museale e culturale. E’ stata un’enorme soddisfazione e una grande gioia vedere la mobilitazione della comunità di Țigănești per questo progetto, aggiunge Adriana Scripcariu.

    A Piscu, prossimamente aprirà i battenti una scuola in cui l’istruzione tradizionale si abbinerà alle esperienze di educazione non formale. Stiamo per aprire una nuova sede della Scuola di Piscu, uno spazio al quale lavoriamo come concetto dal 2016. Ora stiamo per ultimare i lavori e abbiamo già ospitato alcuni eventi in questo cantiere pulito – chiamiamolo così. E’ uno spazio che offrirà una prospettiva completamente diversa e maggiore disponibilità a questo nostro interessamento per il patrimonio culturale, ha concluso Adriana Scripcariu.

    La Scuola del Museo di Piscu si propone di valorizzare il patrimonio culturale locale del villaggio, offrendo ai futuri alunni l’opportunità di osservare, analizzare e interagire con le ricchezze culturali e naturali del posto in cui vivono.

  • Il Museo del Contadino Romeno: Settembre all’insegna della Croce

    Il Museo del Contadino Romeno: Settembre all’insegna della Croce

    Asse del mondo, simbolo della vitalità e della forza rigeneratrice, pilone votivo della casa e testimonianza del sacrificio, la Croce è il simbolo più importante della Cristianità. Il mese di settembre è dedicato alle valenze di questo simbolo, e la mentalità tradizionale le riprende per metterle in evidenza attraverso le icone e i crocifissi in legno. Dopo il 1 settembre, che segna l’inizio del nuovo anno liturgico ortodosso, il 14 settembre viene celebrata l’Esaltazione della Santa Croce. Ogni anno, in prossimità di questa Festa, il Museo Nazionale del Contadino Romeno di Bucarest dedica tre giorni alla Croce e alle icone contadine, con l’intento di portare avanti mestieri sempre più rari.

    Ci accompagna Lila Passima, responsabile della Sezione Educazione Museale e coordinatrice della Fiera degli artigiani che lavorano icone e crocifissi. In primo luogo, è una scomessa del Museo con la civiltà urbana nel celebrare una tradizione. Naturalmente, parliamo di Cristianesimo in dialogo con la civiltà contadina per quanto riguarda l’icononografia e le raffigurazioni della Croce. Questa iniziativa è partita come una fiera, diventata lungo il tempo un atto culturale che replichiamo ogni anno, grazie alla nostra ostinazione di far vedere al pubblico da dove trae l’icona contadina la sua forza e vitalità. Parliamo dell’icona contadina poichè quasi tutti gli artigiani presenti recuperano temi iconografici e raffigurazioni delle scuole di pittura su vetro degli antichi nuclei di questo mestiere in Romania, spiega Lila Passima.

    Questo atto culturale marchio del Museo del Contadino Romeno si propone di ricordare al pubblico quanto sia importante conservare e rivitalizzare la pittura delle icone su vetro, ma anche l’arte dei crocifissi. Nomi importanti di artisti e artigiani aspettano il pubblico alla Galleria d’Arte Contadina del Museo per tutta la durata dell’anno, aggiunge Lila Passima.

    A completare le collezioni del Museo, sono un gruppo di artigiani che non avevano una preparazione professionale. Si sono perfezionati nell’arte del dipingere icone da autodidatti, studiando nelle biblioteche, con disegni tratti dalle icone incluse nelle nostre collezioni. Così sono nate anche raffigurazioni e interpretazioni personali in alcuni centri antichi, quali Gherla, la Contrada di Olt, la Contrada di Făgăraș, Mărginimea Sibiului. Alcuni sono già rinomati: Nicolae Muntean, dichiarato tesoro umano vivente, Angela Ludoșanu, Mihaela Bercea, Oana Musceleanu, Teodora Roșca, accanto ad artisti contemporanei che valorizzano le risorse del segno della Croce, come Daniel Stancu e Bogdan Herăscu, spiega ancora la nostra ospite.

    Una pronta replica al consumismo e un’iniziativa unica di conservare la cultura tradizionale, che Lila Passima ritiene essenziali nello sforzo di mantenere vivo il patrimonio contadino. L’artigianato è ormai un mestiere di nicchia. Siamo quasi un’oasi, un’isola in mezzo al mare del consumismo che ha inondato negli ultimi anni la società urbana. Ci auguriamo vivamente di resistere, poichè sono sempre in meno gli artigiani che lavorano icone. Forse le raffigurazioni dell’icona bizantina sono più vicine alla gente che vive in città, quindi speriamo bene che questo mestiere porti avanti la tradizione, visto che abbiamo anche la Facoltà di Teologia, come anche quella di Restauro presso l’Università Nazionale di Belle Arti. Invece, comincia ad essere difficile la situazione degli artigiani che lavorano icone dipinte su vetro, dato che si tratta di un confine tra mestiere, necessità commerciali e finanziarie. Siamo in un momento in cui enti come il Ministero della Cultura dovrebbero orientare l’appoggio verso questo tipo di mestieri in via di estinzione, conclude Lila Passima.

    Quando due legni si fanno croce, succede una cosa straordinaria. Nasce un segno con risorse inesauribili, sempre nuovo, carico di qualcosa che supera la somma dei dati fisici degli oggetti che entrano nell’incrocio, notava Horia Bernea, uno dei più grandi pittori romeni contemporanei, che ha ridato l’identità al Museo del Contadino Romeno nei primi anni 1990.

  • Nuove acquisizioni al Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Romania

    Nuove acquisizioni al Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Romania

    Allestito nel Palazzo del Parlamento di Bucarest, il Museo Nazionale d’Arte Contemporanea è sempre più vicino al suo pubblico. Un museo che due volte all’anno regala ai suoi amici due vernissage di portata, in cui tutti i piani vengono, praticamente, riaggiustati. Ogni anno porta 5-6 nuove mostre, che affiancano la collezione permanente, a sua volta cambiata con ogni vernissage stagionale. La collezione, per la maggior parte eredità istituzionale, si è arricchita lungo gli anni.

    Oggi è conto alla rovescia per un appello alle acquisizioni di opere d’arte, come spiega il direttore del Museo, Călin Dan. Il Museo Nazionale d’Arte ha ricevuto dal Ministero della Cultura 2 milioni di lei, una somma considerevole, per organizzare una sessione di pubblici acquisti, volti ad arricchire il patrimonio della sua collezione. Praticamente è conto alla rovescia, poichè l’appello si concluderà il 30 settembre, alle ore 17.00, spiega il direttore.

    L’appello è stato lanciato a luglio, nell’idea di acquistare esclusivamente lavori originali e unici, come indica la Commissione Tecnica. Il MNAC è interessato esclusivamente alle edizioni limitate, incoraggiando l’acquisizione del primo esemplare, dell’intera serie e del modello originale, a seconda del caso, precisa ancora la Commissione Tecnica, aggiungendo che, in riferimento all’offerta generazionale, per quanto riguarda gli artisti nati fino al 1965, il Museo incoraggia l’offerta dei lavori che hanno un valore storico, realizzati preferibilmente entro il 1990.

    Mancano ancora 10-12 giorni per presentare le offerte. Gli artisti originari dalla Romania, che vivono all’estero, sono più che incoraggiati, se sono interessati a diventare parte della più importante collezione contemporanea di Romania. Sarà una giuria internazionale ad esaminare le pratiche, che include membri del Consiglio Scientifico del Museo, rappresentanti delle università specializzate di Romania, di ong, e dell’Unione degli Artisti Figurativi. Secondo la procedura, la giuria deciderà un elenco dei lavori di interesse per la collezione del Museo, dopo di che la commissione tecnica procederà a negoziare il prezzo d’acquisto con ogni singola persona che presenta l’offerta. Incoraggiamo tutti gli artisti, a prescindere dalla generazione, del posto in cui vivono, delle opzioni stilistiche, degli ambienti in cui lavorano, di presentare le pratiche, in quando riteniamo che si tratti di un’opportunità unica di arrivare all’attenzione di enti internazionali e rientrare, in base alla decisione della giuria, nella collezione del Museo Nazionale d’Arte Contemporane di Romania, ha detto ancora il direttore Călin Dan.

    Il MNAC punta in ugual misura ad aumentare il patrimonio dello stato romeno e ad appoggiare gli sforzi degli artisti di mantenere le proprie opere al dovuto livello di attenzione istituzionale, indica ancora il Museo nel comunicato dedicato a questa iniziativa.

  • Inizio dell’anno scolastico al Liceo Dante Alighieri di Bucarest

    Inizio dell’anno scolastico al Liceo Dante Alighieri di Bucarest

    Studiare in sicurezza è parola dordine anche al Liceo teorico Dante Alighieri di Bucarest, che riparte il 14 settembre, come tutte le scuole di Romania, con tutte le misure di protezione sanitaria imposte dalla pandemia. I battenti aprono nel cosiddetto scenario giallo, che abbina la scuola in presenza alle lezioni online. Gli oltre 1600 alunni – dal livello elementare fino a quello liceale, in classi di romeno, italiano e inglese – saranno divisi in gruppi che si alterneranno ogni due settimane, ha spiegato a Radio Romania Internazionale la prof.ssa Maria Dan, la direttrice del Liceo Dante Alighieri. Ma nonostante la pandemia, i progetti andranno avanti. Durante lo scorso anno scolastico, gli alunni hanno partecipato alle olimpiadi di lingua italiana come lingua materna, uniniziativa sostenuta dallAssociazione degli Italiani di Romania – ROASIT. La direttrice Maria Dan ha fatto riferimento allottima collaborazione con la ROASIT e alle iniziative che si contemplano per lanno 2020-2021, che prevedono anche la partecipazione ai progetti Erasmus.



    Linaugurazione del nuovo anno scolastico è stata preceduta da una cerimonia ristretta svoltasi l11 settembre al Liceo Dante Alighieri. Accanto agli esponenti dei professori e degli alunni, erano presenti il deputato della minoranza italiana al Parlamento romeno, Andi Gabriel Grosaru, lAmbasciatore dItalia a Bucarest, Marco Giungi, la presidente della ROASIT, Ioana Grosaru, Cornel Damian, vescovo ausiliare presso lArcidiocesi della Chiesa Cattolica nella capitale romena, e Costin Spiridon, consigliere patriarcale presso lArcivescovado ortodosso di Bucarest.



    Nel 2020, la scuola ricomincia in unatmosfera complicata, segnata dalla pandemia di COVID-19. Ma insieme ce la faremo, ha detto nel suo messaggio il deputato Andi Gabriel Grosaru. “Ciascuno di noi, qui presenti, è un tassello importante nel partenariato destinato al successo dei nostri figli. In un sistema educativo sempre più decentrato, per riuscire, dobbiamo stare insieme. Ognuno di noi deve impegnarsi attivamente nello sviluppo della scuola. Al Liceo Dante Alighieri si sta cimentando e raffinando sempre di più tutto quello che cè di migliore nel sistema educativo, comprese le classi di studio in italiano come lingua materna. Ogni singolo alunno, a prescindere dalletnia, trova qui un ambiente favorevole al suo sviluppo personale in maniera creativa e autonoma. I valori promossi dal liceo – responsabilità, fiducia, tolleranza, multilinguismo, spirito civico, sono essenziali per costruire una società migliore. Cari professori, cari studenti, ribadisco una volta in più il mio impegno come rappresentante della minoranza italiana in Romania, come anche lappoggio della ROASIT, per promuovere e portare avanti lo studio di elevata qualità. Dobbiamo ricordare sempre che listruzione rappresenta la base di qualsiasi società civilizzata, durevole e sana”, ha sottolineato il deputato Andi Gabriel Grosaru, rivolgendo i migliori auguri per il nuovo anno scolastico ai professori e agli studenti.



    Laugurio che sia un anno fruttuoso e tornare il prima possibile alla vera normalità è arrivato dallambasciatore dItalia a Bucarest, Marco Giungi, il quale ha evidenziato il ruolo vitale della scuola nelle nostre società. La formazione è importante non solo per avere una migliore qualità della vita: unaltra cosa che ci ha insegnato la pandemia di coronavirus in atto è limportanza di esercitare la propria capacità critica, davanti al bombardamento delle false notizie, ha detto il diplomatico. Per gli accertamenti, da un lato ci fidiamo delle fonti ufficiali, ma soprattutto esercitiamo la capacità critica, di cui abbiamo bisogno nella vita di tutti i giorni, e per la quale la scuola svolge un ruolo fondamentale, in quanto fornisce le basi e labitudine a esercitarla, ha detto ancora lambasciatore Marco Giungi, sottolineando limportanza fondamentale del comportamento individuale nei tempi che stiamo vivendo.




  • Parchi naturali, ecco i più belli di Romania!

    Parchi naturali, ecco i più belli di Romania!

    I parchi naturali e le aree prottete sono tanti in Romania, con caratteristiche uniche a seconda della zona in cui si trovano. Andiamo prima verso il sud-ovest, una zona raccomandata per le possibilità di fare gite e gli stupendi laghi glaciali. Qui si trova il Parco Nazionale Retezat, un posto in cui la natura non ha avuto da soffrire in seguito all’intervento dell’uomo. Un posto pieno di pregi, come racconta Zoran Acimov, direttore del parco. Pregi, se pensiamo a ciò che piace agli occhi e all’anima. La più famosa attrattiva del Parco Nazionale Retezat sono i laghi, oltre 50. Si tratta della maggiore densità di laghi glaciali, alpini, in Romania, su una determinata superficie. Spettacolare anche il rilievo montano, con 20 vette che superano i 2200 metri, alcune di oltre 2500 metri. Un’altra caratteristica sono le foreste naturali, quasi vergini secondo gli attuali standard. È un mix particolare di foreste di caducifoglie, di faggi monumentali, abeti rossi e pini mughi, che formano un tapetto protettore sui versanti, contro l’erosione. E che sono affascinanti guardati da lontano, ha raccontato Zoran Acimov.

    A circa 200 de km nord da Bucarest, nel centro della Romania, nei Carpazi Meridionali, sorge uno dei più spettacolari massicci montuosi in Romania: Piatra Craiului. Qui ci sono zone in cui l’accesso dei turisti è vietato al fine di proteggere la biodiversità, ma ci sono anche tanti percorsi turistici ben segnati e attrattive ben valorizzate. Mircea Vergheleț, direttore del Parco Nazionale Piatra Craiului, afferma che questa destinazione è unica in Romania. Sono montagne uniche rispetto alle altre nel nostro Paese, in quanto le uniche che arrivano a oltre 2.000 metri, avendo come roccia di base il calcare. Il calcare crea un rilievo spettacolare in tutti i massicci montuosi in Romania, ma le sue dimensioni sono impressionanti nei Monti Piatra Craiului. Ci sono pareti scoscese di calcare, soprattutto sul versante occidentale, sulla cosiddetta parete ovest di Piatra Craiului. Qui si trovano anche i più spettacolari percorsi di visita e uno unico in Romania, il percorso sulla vetta di Piatra Craiului, che offre al turista soddisfazioni alla pari dello sforzo fisico fatto per raggiungerla, ci ha detto Mircea Vergheleț.

    Nel Parco Nazionale Piatra Craiului vivono tanti animali selvatici. Abbiamo una popolazione di capre nere, che ha cambiato comportamento, grazie al divieto di caccia nel Parco Nazionale Piatra Craiului. Questi animali possono essere osservati a volte da una distanza di 5-6 metri nella zona delle vette. Di solito, chi va nella zona alpina e subalpina ha la chance di vedere capre nere e, a volte, anche orsi e galli di montagna. Nel parco si possono osservare oltre 120 specie di uccelli. Ai principali ingressi ci sono distributori automatici di biglietti. Uno si trova proprio nel centro di Zărnești, dove è stato aperto anche un punto di informazione turistica dal Comune. Un altro c’è presso la sede dell’amministrazione del parco e un altro nello chalet Plaiul Foii. Il biglietto si può acquistare tramite tutte le reti di telefonia mobile, tramite sms o sulla pagina del Parco Nazionale, ha raccontato Mircea Vergheleț, direttore dell’amministrazione del parco.

    Torniamo ora nel sud-ovest della Romania, nel Parco Nazionale Domogled – Valea Cernei. Tra le tante attrattive del parco le grotte termali, uniche in Romania e abbastanza rare a livello europeo e persino globale. Una di queste grotte, un gioiello speleologico, è la Grotta con Vapori, dalla quale fuoriescono vapori scottanti tramite le crepe. Quali, però, le caratteristiche che rendono il Parco Nazionale Domogled – Valea Cernei una destinazione inedita?

    È un parco particolare in quanto importante sia dal punto di vista della fauna, che della flora. Dal punto di vista della flora, nel parco troviamo una specie di pino nero, chiamata il Pino Nero del Banato. È l’unica specie di questo tipo in Romania. Cresce solo nella stazione Le Terme di Ercole e alcune regioni circostanti. Nel parco vivono orsi e lupi. Ma la cosa più importante è che il parco ospita il 45% della popolazione di farfalle in Romania. Per qualcuno appassionato della flora, delle farfalle o della natura, in generale, il Parco Nazionale Domogled-Valea Cernei offre molte attività e possibilità di osservazione, ha precisato Ionuț Papa, cicerone montano e blogger di viaggi.

    Vicino al Delta del Danubio, nel sud-est della Romania, c’è la più antica catena montuosa in Romania, con rocce più vecchie persino dei dinosauri. L’altezza massima di queste montagne è di 467 metri. Qui troviamo oltre la metà delle specie di piante in Romania. Nel nostro Paese ci sono circa 3.300 specie di piante, e nei Monti di Măcin troviamo intorno a 1900-2000. La diversità paesaggistica si deve alle formazioni megalitiche e al contrasto tra il paesaggio di steppa e la vegetazione forestale alle falde delle montagne. Il paesaggio è pieno di monoliti erosi la cui forma è interpretabile a seconda dell’immaginazione. Del resto, ci sono anche 12 percorsi turistici. Il più spettacolare è Culmea Pricopanului, verso una vetta formatasi 250 di milioni di anni fa. Lungo il percorso si può ammirare il paesaggio alpino con rocce arrotondate e forme strane, come La Sfinge della Dobrugia che attrae molti turisti, ci ha raccontato Dan Staicu, direttore del Centro di Informazione e Promozione Turistica Măcin.

  • Il Teatro della Commedia, in visita alle case memoriali degli scrittori

    Il Teatro della Commedia, in visita alle case memoriali degli scrittori

    La pandemia continua a imporre restrizioni utili per la nostra salute, perciò le istituzioni culturali cercano permanentemente nuovi metodi per tener vicino il loro pubblico e addirittura per attirare uno nuovo. La tecnologia digitale, così diffusa e apprezzata dai giovani, rappresenta un aiuto in tal senso, anche per visitare le case memoriali degli scrittori, gestite dal Museo Nazionale della Letteratura Romena di Bucarest, ad esempio. Si tratta di una collaborazione con il Teatro della Commedia per la realizzazione del progetto online La Commedia a casa di….” , grazie al quale, il pubblico largo, non solo quello della capitale, può fare una visita inedita alle cinque Case Memoriali del Museo Nazionale della Letteratura di Bucarest: Tudor Arghezi – Mărțișor”, George e Agatha Bacovia”, Ion Minulescu e Claudia Millian”, Liviu e Fanny Liviu Rebreanu” e Anton Pann”.



    Nel periodo 2 luglio – 6 agosto 2020, ogni giovedì, dalle ore 21:00, viene presentato sui social un video, infatti un mini-documentario, che ha una durata media di 10 — 15 minuti. Cosa possono vedere gli appassionati di prosa e poesia in questi filmati la cui registrazione è stata avviata proprio a giugno, ce lo racconta Andreea Drăghicescu, rappresentante del Museo della Letteratura: “Ogni settimana visitiamo una delle cinque case memoriali aperte in questo momento, case memoriali degli scrittori che hanno vissuto a Bucarest, assieme a sei attori del Teatro della Commedia. Perché sei e non cinque? Perché nella Casa Memoriale Tudor Arghezi di Mărțișor proponiamo due visite guidate diverse. Quindi, ogni settimana andiamo a scoprire i segreti di ciascuna delle cinque case assieme ai nostri museologi e agli attori menzionati. Riprendiamo immagini di angoli meno conosciuti e apprendiamo particolari che, di solito, i nostri colleghi non raccontano perché stavolta i dettagli arrivano in seguito alle domande rivolte dagli attori del Teatro della Commedia ai curatori del Museo Nazionale della Letteratura Romena. Non si tratta, quindi, di semplici visite guidate. D’altronde, al momento, le case memoriali hanno un orario di apertura speciale. Sono permesse solo le visite programmate, non facciamo entrare più di due persone alla volta, se non fanno parte della stessa famiglia, e non più di quattro, se sono parenti.



    Il progetto La Commedia a casa di…” si conclude il 6 agosto, però la visita virtuale delle case memoriali degli scrittori di Bucarest continua anche tramite altri programmi ideati dal Museo Nazionale della Letteratura di Bucarest. Andreea Drăghicescu racconta: Visiteremo poi le case memoriali assieme al musicista e cantautore Nicu Alifantis. E, per la prima volta, annunciamo un progetto molto inedito, accanto all’attrice Rodica Mandache che visita anche lei ciascuna casa memoriale in questo momento, scrive alcuni scenari in cui presenta la propria visione su queste case e propone agli spettatori le sue visite guidate per le cinque case memoriali.” Le visite guidate presentate nei filmati sono disponibili online e il talento degli attori, diventati reporter, dà alla presentazione video un più di fascino e naturalezza.