Category: In primo piano

  • Ue: crescita e recessione

    Nei primi tre mesi del 2013 la Romania ha registrato una crescita economica dello 0,5% rispetto agli ultimi mesi del 2012, secondo quanto rilevano i dati resi noti dall’Istituto Nazionale di Statistica.



    Invece, l’Eurostat ha annunciato che, complessivamente, l’Ue è entrata in recessione nel primo trimestre dell’anno, con un calo del Pil dello 0,1%, dopo un declino dello 0,5% negli ultimi tre mesi del 2012.



    Anche nell’Eurolandia la contrazione è continuata per il sesto trimestre consecutivo, con un declino dello 0,2% tra gennaio e marzo, dopo un calo dello 0,6% negli ultimi tre mesi del 2012.



    La recessione dell’eurozona è la più lunga dal passaggio all’euro, e tre delle più grandi economie sono colpite. La Francia, la seconda più grande economia comunitaria, è entrata in recessione per la terza volta negli ultimi quattro anni, con una contrazione dello 0,5%.



    Da un anno alla guida della Francia, il presidente François Hollande deve adottare delle misure volte a sostenere la crescita economica del Paese che ha raggiunto il record di 3,2 milioni di disoccupati, spiegano i commentatori.



    Nel contesto delle attese che l’eurozona registri contrazione per il secondo anno consecutivo nel 2013, Hollande tenta di ottenere un rallentamento del ritmo per la riduzione del deficit di bilancio negli stati membri dell’unione monetaria.



    Anche l’Italia e la Spagna sono in recessione, con un calo del Pil dello 0,5% nel primo trimestre. L’economia italiana ha registrato il settimo trimestre consecutivo di contrazione.



    Eppure, la Germania — la locomotiva dell’Europa – è riuscita a registrare una leggera crescita, pari allo 0,1% nel primo trimestre dell’anno. Accanto alla Germania, anche Belgio, Bulgaria, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Gran Bretagna hanno visto la crescita, mentre l’Austria è in stagnazione.



    Un’evoluzione superiore alle aspettative è arrivata dall’economia ungherese, uscita dalla recessione nel primo trimestre, con una crescita dello 0,7%.



    Evoluzione positiva anche per la Romania. I dati dell’Istituto Nazionale di Statistica indicano una crescita del Pil dello 0,5% nei primi tre mesi rispetto all’ultimo trimestre del 2012, e del 2,1% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno.



    Nel suo più recente rapporto, il Fondo monetario internazionale anticipa una crescita dell’1,6% per la Romania nel 2013. La Commissione nazionale per le prognosi ha rivisto al ribasso le stime sul Pil nel 2013, dal 2 all’1,6%. Lo scorso anno, l’economia romena è crescita in termini reali dello 0,7% rispetto al 2011.

  • Radio Romania: Onorificenza Nihil Sine Deo da Casa Reale

    Radio Romania: Onorificenza Nihil Sine Deo da Casa Reale

    “Nihil Sine Deo” è un’onorificenza reale istituita quattro anni fa e limitata a 200 assegnazioni, che viene conferita per riconoscere le più alte performance nei campi sociale, scientifico, educativo, culturale, spirituale, economico, politico o militare.



    Finora, era stata assegnata solo alla Banca Centrale e all’Accademia Romena, alle quali si aggiunge dal 12 maggio 2013 anche Radio Romania.



    L’onorificenza è stata conferita in occasione delle celebrazioni dedicate alla Festa della Monarchia, celebrata il 10 maggio, che hanno incluso anche un Concerto Reale a Radio Romania, il primo dopo il 1947, quando Re Michele, l’ultimo sovrano di Romania, fu costretto dai comunisti ad abdicare.



    Il 10 maggio riveste un triplice significato. A quella data, nel 1866, Carlo I di Hohenzollern veniva proclamato principe della Romania, 11 anni più tardi firmava l’atto di indipendenza dall’Impero Ottomano, e nel 1881 lo stesso Carlo veniva coronato come primo sovrano della Romania.



    Come ogni anno, numerosi eventi hanno celebrato la giornata, e la Casa Reale ha conferito dei riconoscimenti a personalità culturali. In una cerimonia ospitata stasera dal Palazzo Elisabetta di Bucarest, la Casa Reale di Romania ha conferito a Radio Romania l’onorificenza Nihil Sine Deo, per 85 anni di attività al servizio del pubblico romeno dell’intero mondo.



    L’onorificenza è stata consegnata al Presidente Direttore Generale di Radio Romania, Ovidiu Miculescu, dalla Principessa ereditaria Margareta, a nome di sua padre, Re Michele.



    Il consigliere reale Radu Ghinea ha presentato la motivazione.



    Sua Maestà, il Re, tramite Sua Altezza Reale, la Principessa ereditaria Margareta di Romania, conferisce l’onorificenza reale Nihil Sine Deo alla Società Romena di Radiodiffusione, poichè rappresenta una delle istituzioni fondamentali del Paese, che già dall’inizio della sua esistenza ha servito gli alti interessi dello Stato, assicurando la comunicazione dei più importanti momenti della storia degli ultimi due secoli ai cittadini e al mondo. Per rendere onore al valore inestimabile per il patrimonio storico, nazionale e mondiale delle registrazioni realizzate lungo i secoli, tesoro di verità, cultura e informazione, poichè, tramite la sua strategia corrente, si conferma un presentatore imparziale dell’informazione di attualità e promotore della cultura e della civiltà romena”, si legge nella motivazione.



    Radio Romania fa parte della storia della Romania degli ultimi 85 anni, e il suo atto di nascita del 1 novembre 1928 venne firmato da Re Ferdinando, ha ricordato il Presidente Direttore Generale di Radio Romania, Ovidiu Miculescu, il quale ha fatto riferimento anche al significato dell’onorificenza.



    Significa, in primo luogo, riconoscimento. Significa un gesto di onore, di rispetto, di gratitudine, di apprezzamento, e allo stesso tempo, è un segno, un messaggio che ci obbliga, poichè Radio Romania è stata sempre al fianco della Romania, alla storia della Romania, all’andamento di questo Paese, nei suoi momenti migliori o più complicati”, ha detto Ovidiu Miculescu.


    E’ un segno di straordiario apprezzamento, il primo gesto notevole di riconoscimento dopo 85 anni, ha aggiunto il Presidente Direttore Generale di Radio Romania. (trad. Iuliana Anghel)


  • Autostrade: nuovi progetti in Romania

    Autostrade: nuovi progetti in Romania

    Dal 1989 ad oggi, in Romania sono stati costruiti solo 400 km di autostrade, che si sono aggiunti ai circa 110 di quella che collega la capitale Bucarest alla città di Pitesti (A1, sud), costruita durante il comunismo, e prolungata di nuovi tratti dal 2007 al 2012.



    Dopo il 2000, è stata inaugurata a tratti anche l’Autosole (A2), che collega, lungo poco più di 200 km, Bucarest a Costanza, il più grande porto romeno al Mar Nero.



    I dati dell’Istituto nazionale di statistica indicano che, con i suoi 530 km di autostrade, la Romania si piazza agli ultimi posti nel sud-est europeo. In mancanza di autostrade, la Romania non si può sviluppare. Per quest’anno, si prevede l’inaugurazione di altri circa 140 km, cosicchè, entro la fine del 2013, se ne conterebbero piuù di 600.



    Inoltre, il ministro con la delega ai progetti di infrastruttura di interesse nazionale e investimenti stranieri, Dan Sova, ha dichiarato che nei prossimi tre anni saranno ultimati anche i lavori del tratto Comarnic — Brasov e della strada Craiova — Pitesti, nonchè la tangenziale sud della capitale.



    I tre progetti di concessione sono in corso, ed entro fine anno saranno selezionati anche i costruttori. Per il tratto Comarnic — Brasov, il più difficile in Romania, hanno inoltrato offerte più compagnie straniere. Con una lunghezza di 58 km, il tratto dovrà attraversare i Monti Carpazi, e, secondo quanto prevede il progetto iniziale, ci saranno decine di tunnel, trafori, ponti, ma anche viadotti enormi, di fino ai 175 metri.



    Come annunciava di recente il premier Victor Ponta, questa sarà la prima strada a scorrimento veloce a pagamento, in quanto lo stato non ha soldi per finanziarla e il costruttore dovrà recuperare l’investimento entro 25 anni. Il vincitore della gara dovrà costruirla in quattro anni, a un prezzo di 1,2 miliardi di euro.



    Il tratto Comarnic — Brasov dovrebbe rientrare nell’autostrada A3, lunga 600 km, che parte da Bucarest, attraversa i Carpazi Meridionali sulla Valle del Prahova, percorrerà l’Altopiano della Transilvania, per arrivare, tramite il nord dei Carpazi Occidentali a Bors, al confine con l’Ungheria.



    La strada a scorrimento veloce che collegherà le città di Craiova e Pitesti, di cui si parla di almeno sei anni, potrebbe rientrare nel corridoio IV di trasporto paneuropeo, mentre la tangenziale sud della capitale snelirebbe l’affollatissimo traffico di Bucarest. (trad. Iuliana Anghel)

  • Investimenti: portare avanti progetti avviati

    Investimenti: portare avanti progetti avviati

    In Romania sono aperti più di 3.000 cantieri e il Ministero per lo Sviluppo Regionale si è prefisso di ultimare i lavori. D’altronde, uno degli obiettivi annunciati dalle autorità è la riduzione degli arretrati nell’edilizia.



    Gli specialisti spiegano che questo target può rappresentare il primo passo verso il rilancio dell’edilizia, colpita dalla crisi negli ultimi anni. Il Ministero mira a sviluppare una strategia coerente e ad accelerare gli investimenti, ha spiegato il segretario di stato Iulian Matache.



    “Se apri altri cantieri in un simile periodo, mentre altri avviati anni fa sono fermi, non arriveremo a nessun risultato. Vogliamo finanziare quelli già avanzati e quindi pensare agli altri. Vogliamo cominciare ad avere risultati concreti per questi investimenti, nel senso di renderli funzionali, affinchè non restino cantieri aperti”, ha spiegato Iulian Matache.



    Il segretario di stato ha precisato che il valore dei 3.000 progetti ammonta a circa 5 miliardi di lei (più di un miliardo di euro), e gli investimenti saranno svolti entro due fino ai cinque anni, a seconda delle risorse finanziarie.



    Matache ha ricordato che il 10 aprile è stato approvato un nuovo programma riguardante i progetti nell’edilizia. Si tratta della modernizzazione dei villaggi, della rigenerazione urbana, e dello sviluppo delle infrastrutture provinciali.



    D’altra parte, il presidente del Padronato delle imprese edili, Cristian Erbasu, richiama l’attenzione che uno dei principali problemi sembra essere il rallentanemento con cui lo stato paga i debiti.



    “Il maggior numero dei contratti in corso sono sia sospesi sia rallentati, dal desiderio evidente dei beneficiari di non contrarre altri debiti e di riuscire a pagare gli arretrati esistenti. Inoltre, ultimamente sono sempre poche le gare per nuovi investimenti”, ha spiegato Cristian Erbasu.



    Sempre in materia di investimenti, il ministro dell’Economia, Varujan Vosganian, ha annunciato che dieci imprenditori sono interessati alla privatizzazione di Oltchim, uno dei maggiori stabilimenti chimici del sud-est europeo. L’azienda è entrata in insolvenza a causa degli ingenti debiti e si trova sulla lista delle grandi compagnie statali che vanno privatizzate.



    Vosganian ha assicurato che i dipendenti licenziati riceveranno sussidi di disoccupazione e salari in compensazione, e potrebbero essere riassunti quando la Oltchim verrà privatizzata.

  • Kosovo: PE chiede a cinque stati di riconoscerere indipendenza

    src=/files/Actualitate/Harti/harta-Kosovo.jpgA cinque anni dalla dichiarazione unilaterale dell’indipendenza del Kosovo, l’ex provincia serba, abitata da popolazione a maggioranza albanese, continua a dividere l’Ue. Mentre la maggioranza dei Paesi comunitari, con Germania e Francia in testa, hanno riconosciuto la sua indipendenza, la Romania, la Spagna, la Grecia, il Cipro e la Slovacchia continuano ad avere dei riserbi.



    In una risoluzione adotatta ad ampia maggioranza, il Parlamento europeo esorta i cinque paesi ad accettare lo status del Kosovo, valutando che l’eventuale firma dell’Accordo di stabilizzazione e associazione incoraggerebbe la sua integrazione regionale ed europea, ponendo come obiettivo finale l’ingresso nell’Ue.



    I commentatori di politica estera attribuiscono l’atteggiamento dei cinque Paesi alle situazioni interne estremamente sensibili, in quanto si confrontano essere stesse con le ambizioni secessionistiche di alcune minoranze etniche. Se questi Paesi riconoscessero l’indipendenza del Kosovo, l’ex provincia serba diventerebbe un precedente pericoloso per l’autonomia dei propri territori.



    D’altra parte, il dossier del Kopsovo è tornato sull’agenda dell’attualità europa con la ripresa accelerata dei negoziati tra le autorità di Belgrado e Pristina, mediati dall’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Catherine Ashton. Il pomo della discordia è l’alto livello di autonomia richiesto da Belgrado per la popolazione a maggioranza serba del nord del Kosovo.



    Un compromesso non aiuterà solo il Kosovo, che, in tal modo, potrebbe avere le porte aperte presso istituzioni di rilevanza internazionale, ma anche la Serbia. La firma di un accordo con le autorità kosovare è una condizione ferma per l’avvio dei negoziati di adesione della Serbia all’Ue.



    Praticamente, un’intesa delle parti completerebbe le riforme con effetti visibili compiute dalla Serbia negli ultimi anni, e darebbe una rinfrescata alle discussioni tra Belgrado e Bruxelles. Inoltre, un accordo tra Belgrado e Pristina potrebbe por fine alle forti tensioni inter-etniche che hanno sconvolto negli anni ’90 lo spazio ex-jugoslavo, provocando sanguinosi conflitti.

  • Disoccupazione: statistiche, leggero calo nel 2012

    I dati resi noti dall’Istituto nazionale di statistica indicano che, nel 2012, il tasso della disoccupazione è calato al 7% dal 7,4 nell’anno precedente, il che significa poco più di 700.000 senza lavoro. La popolazione attiva della Romania era di 9,9 milioni di persone, di cui circa 9,3 milioni avevano un posto di lavoro.



    Col 7,6%, la disoccupazione maschile appare leggermente più alta rispetto a quella femminile, pari al 6,4%. Più accentuate le differenze tra la popolazione urbana e rurale — l’8,6% in città e il 5,1% in campagna.



    La maggiore preoccupazione viene dal fatto che il più alto tasso, pari al 23%, si verifica tra i giovani in età tra i 15 e i 24 anni, soprattutto quelli senza laurea – circa il 7%, rispetto a quelli che avevano seguito i corsi di un’università (il 5,6%). Infine, il tasso della disoccupazione di lunga durata, cioè al minimo un anno, era indicato al 3,2%.



    Invece, il tasso occupazionale della popolazione attiva era di circa il 60%, in crescita di 1 pp rispetto al 2011, col più alto livello (81,4%) tra i laureati. I dati indicano che, più basso è il livello di istruzione, più basso è anche il tasso di occupazione.



    Tra la popolazione attiva, il maggior numero è quello di dipendenti, seguiti dalle persone che svolgono lavori autonomi e domestici, qualificate nell’agricoltura, silvicoltura o pesca.



    La ripartizione della popolazione sui vari settori dell’economia indica che il 42,4% lavorava nel terziario, il 29% nell’agricoltura e una percentuale simile nell’industria e nell’edilizia.



    Rispetto al 2011, è cresciuto notevolmente il numero delle persone che lavorano nei settori dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, ma anche del commercio, delle comunicazioni o edilizia. E’ calato invece il numero di quanti lavorano nell’insegnamento, sanità e assistenza sociale.


  • Parlamento: nuovo statuto per deputati e senatori

    Parlamento: nuovo statuto per deputati e senatori

    Il Parlamento romeno ha adottato il nuovo statuto dei deputati e senatori, dopo che la Corte Costituzionale aveva dichiarato non conforme alla legge fondamentale il provvedimento che vietava agli eletti incompatibili di partecipare alle sedute per 30 giorni.



    Il principale provvedimento del nuovo statuto è il taglio del 10% dell’indennità per i parlamentari in conflitto di interesse, per un periodo di tre mesi, con l’approvazione dell’Ufficio di presidenza della Camera o del Senato.



    L’opposizione democratico-liberale (Pdl) si è astenuta al voto, ritenendo minima la nuova sanzione. Insieme ai colleghi, il capogruppo Pdl al Senato, Cristian Radulescu, si è pronunciato per sanzioni radicali nei casi di conflitto di interesse:



    “Noi abbiamo iniziato una proposta legislativa che prevede il fatto che una decisione definitiva sul conflitto di interesse deve essere considerata situazione di incompatibilità e avere come esito l’interruzione del mandato”, ha detto Cristian Radulescu.



    Eppure, il leader del Pdl, Vasile Blaga, ritiene che la nuova legge è un passo in avanti e che la normativa potrà essere comunque modificata da un altro ddl inoltrato dal suo partito.



    Tra le mancanze dell’attuale statuto, Blaga ha fatto riferimento a un controverso articolo che trasforma il Parlamento in tribunale, dal momento che, se a un eletto viene tolta l’immunità, allora i colleghi dovranno valutare se le prove dei procuratori siano o meno concludenti.



    D’altra parte, il presidente della Camera dei deputati, il socialdemocratico Valeriu Zgonea, ha dichiarato che, una volta entrato in vigore lo statuto dei parlamentari, saranno modificati anche i regolamenti di funzionamento della Camera e del Senato.



    “Siamo preparati per cominciare a delineare una bozza di regolamento comune. I due regolamenti attuali sono ormai vecchi, da certi punti di vista, e in dissonanza con le bozze di regolamento europee dei parlamenti nazionali”, ha spiegato Valeriu Zgonea.



    La nuova legge sullo statuto dei deputati e senatori sarà inviata al presidente Traian Basescu, per essere promulgata.


  • Compagnie: pagamenti e privatizzazione per Oltchim

    Compagnie: pagamenti e privatizzazione per Oltchim

    Il Governo romeno ha adottato un’ordinanza d’urgenza sulle misure di protezione sociale per i dipendenti delle compagnie statali ristrutturate.



    I primi che dovrebbero beneficiare di pagamenti in compensazione, in base all’ordinanza, sono gli oltre mille dipendenti che saranno licenziati dall’azienda Oltchim di Ramnicu Valcea (sud), entrata in insolvenza.



    Uno dei più grossi stabilimenti chimici del sud-est europeo, la Oltchim si confronta da tempo con una situazione incerta e complicata.



    L’amministratore giudiziario dell’azienda, Gheorghe Piperea, ha spiegato che la misura del licenziamento è stata richiesta dalla necessità di risparmi imposta dai finanziatori di Oltchim, ma anche dai partner d’affari.



    Piperea ha precisato che, oltre ai licenziati, altri 500 dipendenti saranno mandati in cassaintegrazione. Le misure dovrebbero portare risparmi mensili di due milioni di euro.



    Dopo un tentativo fallito di privatizzazione nel 2012, la Oltchim è entrata in insolvenza all’inizio dell’anno a causa degli ingenti debiti di circa 800 milioni di euro.



    Le cose sono peggiorate, e ultimamente i dipendenti hanno protestato scontenti di non aver ricevuto gli stipendi per gli ultimi tre mesi, ma anche della mancanza di una strategia volta a far ripartire l’azienda.



    Intanto, i salari sono stati pagati, e il ministro dell’Economia, Varujan Vosganian, dice che sono disponibili anche i soldi per il mese di aprile.



    “Gli stipendi per aprile sono assicurati, e l’ordinanza sarà volta a chiudere qualsiasi conflitto di lavoro anche nel futuro, cosicchè, come salari, i problemi di Oltchim sono risolti. Sulle altre questioni, avvieremo le consultazioni con possibili investitori, e stiamo lavorando al programma di rilancio, per poter avere una soluzione integrata per Oltchim entro la fine del primo semestre”, ha dichiarato il ministro.



    Intanto, il Governo tenta di attirare finanziamenti dalle banche per far ripartire l’azienda, dopo che la Commissione europea ha bocciato l’idea di un prestito statale per la Oltchim, motivando che la compagnia ha già beneficiato di un simile appoggio. Il ministro Vosganian ha spiegato che, per lavorare a metà capacità, l’azienda ha bisogno di 15 milioni di euro.



    D’altra parte, dell’ordinanza adottata dal Governo beneficieranno anche i dipendenti di altre compagnie statali altamente indebitate e che dovranno essere ristrutturate, tra cui la Divisione Merci delle Ferrovie dello Stato, la compagnia di bandiera TAROM, la Transgaz o la NuclearElectrica.

  • Carne equina: misure Ue per rafforzare controlli

    Carne equina: misure Ue per rafforzare controlli

    La Commissione europea ed esperti degli stati membri si riuniranno nei giorni prossimi per discutere le nuove misure di monitoraggio e controllo imposte dal recente scandalo della carne quina etichettata come manzo. Un rapporto della Commissione europea riconferma che si è trattato di una frode alimentare.



    Il 15 febbraio, l’Unione europea ha lanciato un piano che prevedeva più di 2.000 test Dna su prodotti preparati, anche per individuare la presenza del fenilbutazone, un farmaco anti-infiammatorio che nuoce alla salute dell’uomo.



    I risultati resi pubblici indicano che nel 4,5% dei test eseguiti sui vari prodotti, che normalmente avrebbero dovuto contenere solo manzo — è stata trovata anche carne equina.



    La presenza del fenilbutazione è stata individuata in 16 casi, cioè in meno dell’1%, per cui, stando alla Commissione europea, per la popolazione il rischio è molto basso.



    L’Autorità europea per la sicurezza alimentare e l’Agenzia europea per il farmaco hanno valutato che l’esposizione dei consumatori al fenilbutazone tramite l’alimentazione è molto bassa. Per avere dei problemi, una persona dovrebbe mangiare centinaia di hamburger di cavallo per mesi interi.



    Nonostante queste informazioni relativamente tranquilizzanti, per evitare simili situazioni nel futuro, la Commissione europea ha deciso di proporre delle misure severe.



    Il commissario per la salute e la politica dei consumatori, Tonio Borg, citato dalla corrispondente di Radio Romania a Bruxelles, spiegava che, per ridurre la possibilità di simili abusi nel futuro, potrebbe essere introdotto un secondo controllo del sistema dei passaporti per la carne di cavallo.



    Inoltre, la Commissione europea potrebbe proporre agli stati membri di imporre delle sanzioni, soprattutto finanziarie, proporzionali con i guardagni risultati dall’eticchettatura fraudolenta.



    Lo scandalo della carne equina si è subito diffuso in Europa, dopo che a metà gennaio, in Irlanda e Gran Bretagna, sono stati individuati hamburger e lasagne contenenti carne di cavallo. Milioni di prodotti sono stati ritirati dai supermercati, le vendite sono calate e la fiducia dei consumatori è stata fortemente scossa.



    Sotto la pressione di più stati membri, tra cui anche la Francia, nel mirino a causa di una ditta accusata di frode, la Commissione europea si è impegnata a pubblicare un rapporto su questo tema entro fine estate o inizio autunno.

  • Proprietà: il governo porrà fiducia su ddl restituzioni

    Il 17 aprile, il governo dell’Unione social-liberale di Bucarest chiederà la fiducia in Parlamento sul ddl riguardante la restituzione delle proprietà confiscate dal regime comunista. Le modifiche alla legge erano state sollecitate dalla Corte europea per i diritti dell’uomo, assalita dalle cause fatte dai cittadini romeni, che non erano riusciti a recuperare le proprietà.



    Dall’opposizione, i democratico-liberali criticano il ddl, e intendono inoltrare una sfiducia o contestarlo alla Corte Costituzionale. Intanto, il premier Victor Ponta dichiara di aspettare dai democratico – liberali piuttosto delle proposte concrete sulla legge.



    “L’idea è questa: inoltri la sfiducia per far finta di essere all’opposizione. Posso capirlo che lo fanno perchè la stampa li critica di non far niente. Però avranno mai una soluzione al problema delle restituzioni? Perchè, se non ce l’hanno, allora significa che lo fanno solo per dire di aver fatto qualcosa”, ha detto il premier.



    I principali provvedimenti del nuovo ddl prevedono la restituzione in natura quanto più possibile, però solo agli ex proprietari e ai loro discendenti, la concessione dei risarcimenti in tranche annue e la tassazione dei diritti litigiosi all’85%.



    Per i titoli di risarcimento già emessi, i pagamenti si faranno lungo cinque anni, a partire dal 2014, mentre per i dossier ancora irrisolti le somme saranno scaglionate lungo sette anni, a partire dal 2017.



    Victor Ponta spiega che anche gli esperti della Corte europea per i diritti dell’uomo hanno accolto favorevolmente questo tipo di scaglionamento. Inoltre, secondo il nuovo ddl, sarà ridotto a dieci anni il periodo in cui gli edifici restituiti potranno mantenere l’attuale destinazione di scuole, ospedali o istituzioni culturali.



    Il Governo di Bucarest auspica che la nuova legge risolvi una volta per sempre un problema che dura dal crollo del comunismo nel 1989. Finora, lo Stato ha pagato 5 miliardi di euro come risarcimenti agli ex proprietari e dovrà concederne altri 8 miliardi.


  • Giustizia: inizio mandato per il nuovo ministro

    L’ex procuratore dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia, Robert Cazanciuc, è il nuovo Guardasigilli della Romania. Finora, l’interim era stato assunto dal premier Victor Ponta, in seguito alle dimissioni dell’ex ministro Mona Pivniceru, convalidata giudice alla Corte Costituzionale. Il mandato non sarà facile, ha lasciato intendere il premier Victor Ponta.



    “Ha da gestire una relazione importante, molto importante, ma difficile, con il Consiglio Superiore della Magistratura, ha da gestire una situazione importante con la Commissione europea, l’applicazione del Codice Penale e di quello di Procedura, ma anche una situazione finanziaria infelice. Mi auguro che questa capacità di dialogo e la sua esperienza nel sistema possano aiutarlo a risolvere quanto più di questi problemi”, ha dichiarato il premier.



    Da parte sua, il nuovo Guardasigilli dice che tenterà di rendere più credibile il sistema giudiziario e proporrà delle soluzioni per tempi più brevi nei processi. Inoltre, Robert Cazanciuc ha dichiarato di voler conquistare la fiducia dei partner europei.



    “Sono cose da attuare nell’ambito del Meccanismo di cooperazione e verifica, però io vorrei, al di là dell’attenerci ai nostri impegni assunti davanti ai partner europei, contribuire allo sviluppo di una relazione onesta, di fiducia con i partner europei. Non voglio solo attuare certe cose in maniera formale. Voglio che conquistiamo la fiducia dei partner europei facendo vedere le cose così come sono, in maniera aperta e onesta, come dicevo, però sviluppare una relazione a lungo termine, almeno dalla prospettiva del Ministero della Giustizia”, ha spiegato il Guardasigilli.



    Da parte sua, il presidente Traian Basescu ritiene che il principale obiettivo del nuovo ministro debba essere quello di ottenere un rapporto favorevole dalla Commissione europea nell’ambito del Meccanismo di cooperazione e verifica, che consenta l’ingresso della Romania nell’Area Schengen.



    “Le devo dire molto apertamente che pochissimi dei nostri ritardi in materia di Meccanismo di cooperazione e verifica riguardano cose attinenti al ministro della Giustizia. Le più numerose osservazioni e i più obiettivi da raggiungere riguardano i politici, che si tratti di Parlamento, Governo, o a volte di altre strutture dello Stato, quindi non Lei direttamente. Però La assicuro che il responsabile sarà Lei”, ha detto il capo dello stato.



    Assumendo tutti questi obiettivi, Robert Cazanciuc si è impegnato anche a proporre negli incarici di vertici del Pubblico Ministero persone con esperienza nelle varie strutture, che rispondano agli standard professionali e morali attesi dal Consiglio Superiore della Magistratura e dal sistema giudiziario.


  • Sanità: verso stipendi migliori per i medici romeni

    Sanità: verso stipendi migliori per i medici romeni

    “Medico romeno, in cerca di Paese!” A quanto pare, negli ultimi anni, è questa la parola d’ordine di un numero in crescita di medici romeni che vanno all’estero alla ricerca di stipendi e condizioni di lavoro migliori.



    In cinque anni, il sistema di insegnamento ha fornito 7.000 medici, mentre il numero di quanti sono andati all’estero è salito ai 10.000, come spiegava, lo scorso anno, il presidente del Collegio dei medici di Romania, Vasile Astarastoae.



    Il ministro della Salute romeno, Eugen Nicolaescu, ritiene che una futura legge, alla quale si sta lavorando e in base alla quale i medici saranno pagati a seconda delle performance e della competitività, farà sicchè l’Occidente non sia più la Terra Promessa per loro.



    I medici avranno anche l’opzione di lavorare part-time nel sistema pubblico e part-time in quello privato, ma non potranno più attirare i pazienti da un ospedale all’altro.



    “Il nostro disegno di legge, in una fase molto avanzata, prevede la garanzia del lavoro full time nell’ospedale pubblico, con le sette ore al giorno previste dal Codice del lavoro. Il medico riceve, diciamo, un salario di 3.000 lei, però, se vuole essere esclusivamente dipendente dell’ospedale, potrà fare degli straordinari in reparti privati della struttura pubblica. Così completa i redditi, quindi una seconda opzione. Se un medico vuole lavorare part-time in un ospedale pubblico e l’altra metà in un altro posto, siamo pienamente d’accordo, a condizione che non perda i pazienti. Infine, la terza possibilità: alcuni grandi chirurghi, molto noti potrebbero dire di non lavorare da nessuna parte, ma solo fare degli interventi — magari dieci a Iasi, cinque a Targu Mures e dieci a Bucarest, per cui vogliono negoziare le tariffe. Se il rispettivo ospedale ha simili casi e può reggerli, allora il circuito si chiude qui”, ha spiegato il ministro.



    Con la nuova legge sulla sanità, che potrebbe essere applicata a partire dal 1 gennaio 2014, lo stipendio di base di un primario nel sistema pubblico potrebbe salire dal livello attuale di circa 400 euro, a oltre 1.000 euro. (trad. Iuliana Anghel)

  • Maltempo: allerta alluvioni in Romania

    Maltempo: allerta alluvioni in Romania

    Dopo un mese di marzo con nevicate e bufere, l’aprile ha portato ai romeni piogge torrenziali che hanno già provocato delle alluvioni. Metà delle province del sud, sud-ovest e del centro della Romania sono in allerta grave e molto grave di alluvioni.



    Il vicepremier Liviu Dragnea, che ha presieduto il Comando nazionale per le situazioni di emergenza, ha spiegato che le più gravi condizioni si verificano nelle province di Dolj e Gorj (sud-ovest), dove le acque del fiume Jiu sono gonfie, e nelle zone rivierasche al Danubio (sud). Il vicepremier ha sollecitato ai prefetti di queste province di prendere tutte le misure necessarie.



    “Tutte le forze devono essere preparate, sia umane che i mezzi di intervento. Laddove ci sono delle famiglie e case isolate, la prima cosa che dovete fare è quella di valutare il fabbisogno di cibo, acqua, medicine ed altri materiali”, ha detto Liviu Dragnea.



    Un bilancio del Ministero dell’Interno indica che le alluvioni hanno leso oltre 140 località, un centinaio di ponti e ponticelli, decine di strade provinciali e locali. Numerose case e masserie e migliaia di ettari di campi coltivati e pascoli sono state allagate. Sono stati mobilitati più di mille poliziotti, vigili del fuoco e gendarmi e oltre 400 attrezzatture speciali per limitare gli effetti.



    D’altra parte, il ministro con la delega alle risorse idriche, forestali e pesca, Lucia Varga, ha fatto riferimento alle cause che provocano straripamenti quasi ogni anno.



    “Tantissime delle cose cattive che accadono sono provocate dai diboscamenti incontrollati, i letti dei fiumi sono riempiti dalle frane che arrivano dalle colline diboscate. Quindi, vanno prese misure durissime contro chi taglia i boschi e che, in fin dei conti, provoca questi fenomeni tramite questi fatti”, ha detto Lucia Varga.



    Le previsioni indicano che le piogge continuerano nei giorni prossimi, mantenendo anche il rischio alluvioni. Le più esposte sono le località rivierasche al Danubio, soprattutto all’entrata del fiume nel Paese. I livelli normali sono già stati superati e si prevede una crescita della portata del Danubio ai 12.000 mc al secondo sul tratto Calafat — Zimnicea.

  • Giustizia: polemiche su nomine vertici del Pubblico Ministero

    Giustizia: polemiche su nomine vertici del Pubblico Ministero

    Le nomine dei nuovi capi del Pubblico Ministero, tra cui quelli della Procura Generale e della Direzione Nazionale Anticorruzione (DNA) ha scatenato polemiche accese sulla scena politica romena.



    Nei giorni scorsi, il premier socialdemocratico Victor Ponta, incaricato a ricoprire anche l’interim di Guardasigilli, ha inviato al Consiglio Superiore della Magistratura la proposta per la nomina dell’ex procuratore generale Laura Codruta Kovesi alla guida della DNA, e di Tiberiu Nitu alla Procura Generale.



    Però i liberali, partner di governo dei socialdemocratici nell’Unione social-liberale (Usl), hanno criticato la nomina, in quanto, a loro avviso, Laura Codruta Kovesi difenderebbe gli interessi del capo dello stato Traian Basescu.



    Il presidente ha contestato il diritto dei partiti di coinvolgersi in questa procedura, e ha promesso che continuerà a proteggere la giustizia, le procure e i tribunali da qualsiasi ingerenza politica nella misura in cui verrà a sapere di simili casi.



    “Nessuno interferirà nelle procedure del Consiglio Superiore della Magistratura, così come auspico che, anche d’ora in avanti, nessuno possa pretendere di interferire nelle procedure delle altre istituzioni impegnate. Le nomine e le proposte sono la responsabilità del ministro della Giustizia, e non della società civile, dei partiti politici o dei procuratori”, ha detto il capo dello stato.



    Da parte sua, il premier Victor Ponta dice che la procedura rispetta la legislazione attuale e le raccomandazioni della Commissione europea.



    “La Commissione europea ci ha sollecitato un’unica cosa, precisamente di nominare procuratori con buona reputazione professionale. In secondo luogo, di non nominare delle persone portate da un partito o da altrove. Orbene, tutte le sei persone che ho proposto hanno ricoperto in precedenza incarichi dirigenziali in varie strutture della Procura. In terzo luogo, è stata sollecitata trasparenza nella procedura del Consiglio Superiore della Magistratura”, ha detto il premier.



    Le proposte inoltrate dal primo ministro hanno generato tensioni nell’Usl. I liberali, che hanno controllato il dicastero della Giustizia fino alle dimissioni del ministro Mona Pivniceru, nominata giudice alla Corte Costituzionale, lo hanno ceduto ai socialdemocratici.



    Il leader liberale Crin Antonescu dice che il suo partito si può riprendere l’incarico, se il premier ritira le nomine. “Una cosa saggia sarebbe il ritiro di queste proposte, la nomina di un ministro della Giustizia, o l’assunzione del percorso di una procedura normale, al cui termine non ci sia un’intesa politica, bensì un tentativo reale di dare chance all’indipendenza della giustizia”, crede Antonescu.



    Ai sensi della legge, dopo la nomina, i procuratori dovranno essere ascoltati dal Consiglio Superiore della Magistratura, dopo di che la decisione finale spetta al capo dello stato.


  • Comunismo: commemorazione vittime totalitarismo sovietico

    Comunismo: commemorazione vittime totalitarismo sovietico

    Il 1 aprile è stata commemorata la Giornata nazionale dedicata alla memoria dei romeni, istituita nel 2011, per rendere omaggio alle vittime delle deportazioni, della fame e di altre forme di repressione scatenate dal regime totalitario sovietico, nella Contrada di Herta, nel nord della Bucovina, e in Bessarabia. Territori romeno fino al 1940, quando furono occupati dall’Urss, esse si ritrovano oggi nelle confinanti Ucraina e Moldova.



    Tra il 1941 e il 1953, le autorità sovietiche hanno deportato e dislocato centinaia di migliaia di persone dalla Bessarabia e dal nord della Bucovina, trasportate in condizioni inumane in Siberia, Kazakistan o Uzbekistan. L’Armata rossa ha scatenato l’orrore delle repressioni e delle deportazioni della popolazione romena, che ha tentato di sfuggire al terrore sovietico.



    La presidente dell’Associazione degli ex deportati e detenuti politici della Moldova, Valentina Sturza, ha ricordato quei momenti tragici. “La notte tra il 12 e il 13 giugno del 1941, dai camion sono scesi soldati armati fini ai denti, che si sono buttati su 3.470 famiglie, seminando terrore e dolore in villaggi e città. Fu allora che venne deportata l’elite della Bessarabia, sindaci, deputati, docenti, preti. La Bessarabia veniva decapitata”, ricorda Valentina Sturza.



    Molti degli arrestati vennero accusati di attività antisovietica e condannati alla pena capitale. Inoltre, il 1 aprile del 1941, l’Armata rossa ha fucilato in una sola notte a Fantana Alba, nel nord della Bucovina (l’odierna Ucraina) circa 3.000 persone che tentavano di sfuggire alla repressione e venire in Romania. Appena nel 2000, le autorità ucraine hanno consentito una messa alla memoria dei romeni uccisi.



    Il presidente della Commissione per i romeni nel mondo della Camera dei deputati del Parlamento di Bucarest, Eugen Tomac, lui stesso nato in Bessarabia e avendo parenti deportati, ha evocato le tragedie avvenute 72 anni fa. E’ una delle più orrende tragedie nella storia della nazione romena, ed è nostro dovere pensare a loro, mantenere viva la memoria e il riconoscimento del loro sacrificio per la dignità del popolo romeno”, ha sottolineato il deputato.



    La liberazione dei deportati dagli insediamenti in cui erano stati costretti a vivere cominciò dopo la morte del dittatore Stalin, a marzo 1953. Però, il carattere anticostituzionale delle deportazioni staliniste venne riconosciuto solo dopo il 1956.