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  • BM-Romania: Bucarest deve continuare riforme strutturali

    BM-Romania: Bucarest deve continuare riforme strutturali


    La Banca Mondiale, che si annovera tra i creditori estrerni della Romania, ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per il nostro Paese nel 2013, dal 2,8 al 1,6%, ma, affermano i rappresentanti dell’ente finanziario internazionale, la percentuale potrebbe essere maggiore se l’annata agricola sarà migliore, se il tasso di assorbimento dei fondi europei aumenterà e se ci sarà una lieve ripresa della domanda interna. Gli esponenti della Banca Mondiale hanno sottolineato, allo stesso tempo, i progressi nella stabilizzazione macroeconomica della Romania, e hanno fatto alcune raccomandazioni a Bucarest – di continuare le riforme strutturali e di non affrettarsi a passare all’euro prima di realizzare una convergenza reale con le economie europee. Nonostante i progressi registrati dall’economia romena, quali il controllo del deficit di bilancio, l’evoluzione positiva delle esportazioni e persino dell’inflazione alla fine dell’anno scorso, resta ancora tanto da fare affinchè questi progressi siano sostenibili, afferma il direttore della BM per la Romania e Ungheria, Francois Rantrua.



    “Ci sono ancora una serie di problemi da risolvere e c’è il rischio che la gente dica: il nostro deficit di bilancio è a posto, e anche l’inflazione. Lasciamo stare le riforme. Spero che questa volta abbiano imparato che le riforme vanno continuate. Esistono diversi settori che necessitano di riforme, ma ci vuole tempo per attuare una riforma dell’amministrazione pubblica e per riguadagnare la fiducia degli investitori, ma ciò è necessario. Non potete continuare ad avere crescita economica se non attirate persone disposte a investire nel setore energetico. Le imprese a capitale statale non possono farcela da sole in certi settori”, ha affermato Rantrua.



    Stando all’economista capo della Banca Centrale Romena, Valentin Lazea, va fatta un distinzione tra i settori che necessitano dii investimenti pubblici e quelli che dipendono dagli investitori privati.



    “Va fatta una distinzione tra quello che può e deve finanziare lo stato, e quello che può e deve finanziare il settore privato, e gli esempi che ho fatto riguardano l’energia, dove è chiaro che il settore nucleare resterà probabilmente allo stato, il settore delle rinnovabili resterà probabilmente ai privati, mentre nell’agricoltura, probabilmente, le irrigazioni, i magazzini e via dicendo resteranno ai privati, cosi’ come l’infrastruttura, i gas, le risorse idriche e le foganature resteranno allo stato”, ha spiegato Lazea.



    Tra le sfide con cui si confronta la Romania si annoverano la riequilibrazione dei budget della previdenza sociale, la riforma della sanità, l’eficientizzazione delle imprese a capitale statale e il miglioramento della raccolta delle tasse e imposte.

  • Finanze: la moneta nazionale romena, in apprezzamento

    Finanze: la moneta nazionale romena, in apprezzamento


    La moneta nazionale romena sta attraversano il migliore periodo degli ultimi 11 mesi e mezzzo, con un apprezzamento che ha toccato i 4,33 lei per un euro e 3,36 per un dollaro americano. L’evoluzione era già buona dalla fine del 2012, e gli analisti l’avevano collegata alla distesa della situazione politIca interna e all’insediameno di un governo appoggiato da una maggioranza solida.


    A questo punto, l’immagine della Romania è migliorata e la fiducia degli imprenditori è cresciuta. Però il leu ha cominciato a salire notevolmente dal 16 gennaio, subito dopo l’annuncio della banca americana JP Morgan di includere le obbligazioni della Romania nel suo indice per i bond governativi sui mercati emergenti.


    Previsto per il 1 marzo, l’inserimento della Romania nell’indice della JP Morgan sarà un processo che si svolgerà gradualmente per tre mesi. Il consigliere del Governatore della Banca Centrale romena, Adrian Vasilescu, è del parere che l’annuncio dell’istituzione finanziaria americana aumenterà il prestigio della moneta.


    “Ci sarà, in primo luogo, un effetto di immagine, nel senso che aumenta il prestigio del leu. In secondo luogo, va detto che avremo un monitoraggio in più e anche uno specchio in cui guardare e notare come viene percepito il leu a livello internazionale”, ha dichiarato Vasilescu.


    Per quanto riguarda la reazione degli investitori, Adrian Vasilescu è ottimista, ma prudente. “Resta da vedere. A questo punto, ci sono sempre due momenti quando parliamo di reazioni: è il momento shock, quando viene fatto l’annuncio, e poi la riconsiderazione. Aspettiamo con grandissimo interesse vedere quale sarà l’effetto a lungo termine”, ha aggiunto il consigliere.


    Gli analisti romeni spiegano che l’annuncio di JP Morgan rappresenta la migliore notizia per il mercato finanziario del Paese. La Romania avrà una maggiore visibilità e sarà più accessibile agli investitori di portafoglio, il che potrebbe portare alla crescita del mercato del capitale.


    L’analista Dragos Cabat ha dichiarato al quotidiano Bursa che l’inserimento delle obbligazioni romene nell’indice JP Morgan costituisce praticamente il riconoscimento dello statuto di Paese emergente a livello internazionale. Finora, i riferimenti ai Paesi emergenti riguardavano la Polonia, la R.Ceca e, marginalmente, l’Ungheria, ha aggiunto Dragos Cabat.


    Anche il quotidiano Ziarul Financiar saluta l’annuncio della banca americana e passa in rassegna le più importanti conseguenze: la Romania potrà prendere più rapidamente dei prestiti meno costosi, mentre il Ministero delle Finanze potrà permettersi di stabilizzare la base di investitori ed evitare gli speculatori.

  • Mali: Bucarest esprime preoccupazione

    Mali: Bucarest esprime preoccupazione


    La Romania ha espresso la sua profonda preoccupazione per le recenti evoluzioni della situazione nel Mali, uno dei più poveri stati del mondo e colonia francese fino al 1960. La preoccupazione è stata destata dalle operazioni militari dei gruppi radicali ribelli nel nord di questo Paese. Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha condannato le azioni dei gruppi terroristici che sostengono la violenza e l’estremismo religioso e contribuiscono all’aumento dei rischi di destabilizzazione nell’intera regione subsahariana. Il ministero romeno ha salutato il sostegno concesso dalla Francia alle autorità di Bamako e si è pronunciato per una collaborazione internazionale attiva con le autorità del Mali, in vista del rispristino dell’ordine costituzionale e della stabilità, in linea con la posizione dell’Ue e con le decisioni adottate dall’Onu e dall’Unione Africana. Stando al Ministero romeno degli Esteri, la Romania concede un’importanza speciale al rispetto dei valori democratici, della tolleranza, dello stato di diritto, della sovranità e dell’integrità territoriale del Mali.



    “Noi abbiamo espresso, e non siamo gli unici, la profonda preoccupazione per le evoluzioni nel Mali, dove i gruppi armati terroristici, estremisti, fondamentalisti generano attraverso la violenza rischi importanti per la stabilità nell’intera regione subsahariana. Parliamo di un interesse della comnunità internazionale democratica di combattere il terrorismo, l’estremismo fondamentalista, onde la necessità di un intervento. Salutiamo il fatto che si terrà questa riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell’Ue, giovedì, a Bruxelles. Abbiamo salutato il ruolo, l’azione della Francia, che viene a sostegno delle autorità legittime del Mali. Occorre un coordinamento internazionale a livello dell’Ue, nel senso di concedere un sostegno consistente, come l’hanno fatto, del resto, i francesi, e cosi’ come è stato segnalato anche dalle Nazioni Unite”, ha dichiarato il capo della diplomazia romena, Titus Corlatean.



    La Francia ha lanciato lo scorso venerdì un’operazione militare al fine di fermare l’avanzare dei combattenti islamisti dal nord del Mali verso la capitale Bamako. Dall’inizio dei raid aerei francesi nel nome della lotta al “terrorismo”, gli islamisti armati hanno cominciato a lasciare le grandi città nel nord del Paese che avevano occupato per 9 mesi. Il presidente francese, François Hollande, ha annunciato che le truppe francesi nel Mali, che contano attualmente 750 soldati, saranno potenziate e ulteriormente lasceranno il posto alle forze lealiste africane. Un’altra zona di conflitto è la Siria dove, stando all’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, martedi’ sono morte in tutto il Paese oltre 150 persone, in maggioranza civili. Le Nazioni Unite affermano che oltre 60 mila persone sono state uccise nei quasi due anni di conflitto tra i civili e il regime del presidente Bashar al Assad.

  • Romania-FMI: misure sociali in discussione

    Romania-FMI: misure sociali in discussione


    L’agenda dei colloqui del Governo romeno con la delegazione del FMI, in missione di valutazione in Romania, è densa, e include, oltre alla bozza della Finanziaria 2013, temi riguardanti le riforme strutturali e le privatizzazioni rinviate, che hanno una forte componente sociale. Tra cui anche l’intento dell’Esecutivo di aumentare il salario minimo garantito da 700 lei (pari a 160 euro) a 800 lei (pari a quasi 180 euro). L’aumento è richiesto dai sindacati e rappresenta, allo stesso tempo, una promessa fatta dell’Unione Social-liberale, al governo, durante la campagna elettorale per le recenti politiche. Ma l’aumento del salario minimo non accompagnato dall’aumento della produttività del lavoro potrebbe avere effetti negativi, ammonisce il presidente del Consiglio Nazionale delle Piccole e Media Imprese, Ovidiu Nicolescu.


    “Il Consiglio Nazionale delle Piccole e Medie Imprese, per motivi innanzittutto sociali, è d’accordo con questa crescita, perchè è molto chiaro che i redditi molto bassi non fanno possibile una vita decente. Siamo d’accordo che questa misura avrà un impatto positivo anche sulla domanda, siamo d’accordo con essa perche migliorerà il clima di lavoro, essenziale per le performance delle imprese. Ma dobbiamo stare molto attenti alle misure che vengono prese, perchè se continueremo ad aumentare i redditi oltre il livello della produttività, avremo grandi problemi con l’inflazione, con la sopravvivenza delle imprese, con il calo delle esportazioni”, ha affermato Nicolescu.


    Un progetto più vecchio dei social-liberali è anche la riduzione dell’Iva per i generi alimentari di base. Il ministro dell’Agricoltura, Daniel Constantin, afferma che la misura potrebbe essere introdotta a titolo sperimentale nel secondo trimestre, dopo i colloqui con il Fondo Monetario Internazionale e gli altri creditori esterni. Il progetto pilota sarebbe volto alla riduzione dell’Iva dal 24 al 9% per i cereali, le attività di molitura e panificazione, elementi che danno il prezzo del pane. Stando agli esponenti del Governo, un calcolo preliminare rileva che le spese dal bilancio che la diminuzione dell’Iva comporterebbe, di circa 150 milioni di lei, non sarebbero drammatiche. Si valuta invece che il beneficio sarebbe una riduzione significativa dell’evasione fiscale in questo settore, stimata, attualmente, al 70%. Il suo calo al 20% equivarebbe con il successo del progetto, che potrebbe essere esteso. Infatti, è il contrasto dell’evasione la principale motivazione del progetto, anzichè la sua componente sociale, ha precisato il ministro dell’Agricoltura, Daniel Constantin.

  • La Festa della Cultura Nazionale

    La Festa della Cultura Nazionale


    Il 15 gennaio, la Giornata della Cultura Nazionale, che coincide anche col 163esimo anniversario della nascita del sommo poeta romeno, Mihai Eminescu, è celebrata da numerosi eventi organizzati a Bucarest dall’Accademia Romena, dal Ministero della Cultura, ma anche da musei ed editrici. Per tutto il giorno, Radio Romania e la tv pubblica dedicano programmi speciali.


    Intanto, la Fondazione Nazionale per la Scienza e l’Arte ha presentato le opere fondamentali uscite nel 2012 e ha concesso i premi. In chiusura dell’evento, l’attore Dorel Visan ha recitato poesie di Mihai Eminescu.


    Anche il Museo Nazionale d’Arte della Romania propone un programma speciale, che include visite alle mostre “Il mito nazionale. Il contributo delle arti alla definizione dell’identità romena 1830-1930” e “Testimonianze. Gli affreschi del Monastero di Arges”, accompagnato dal un recital del violinista Alexandru Tomescu di Radio Romania e il suo meraviglioso Stradivari.


    Constantin Daniel Rosenthal, Theodor Aman, Nicolae Grigorescu, Ioan Andreescu, Stefan Luchian, Nicolae Tonitza, Oscar Han, Camil Ressu, Dimitrie Paciurea sono alcuni degli artisti presentati nella mostra sul mito nazionale.


    Prendendo lo spunto dalla prospettiva proposta dallo storico Lucian Boia nei suoi volumi “Storia e mito nella coscienza nazionale” e “Per una storia dell’immaginario”, l’esposizione individua alcuni dei temi dominanti nella mitologia storica romena: la latinità, l’unità territoriale, la lotta per l’indipendenza.


    La mostra evoca le principali tappe della creazione dello stato nazionale romeno: la Rivoluzione del 1848, l’Unione dei Principati nel 1859, l’insediamento di Carlo I come principe della Romania nel 1866, la Guerra per l’Indipendenza (1877-1878), la proclamazione del Regno di Romania nel 1881, la Grande Unità del 1918.


    Sempre il 15 gennaio, la Libreria “Mihai Eminescu” di Bucarest, insieme a un’editrice, organizzano l’incontro “Eminescu, il primo traduttore romeno dal sanscrito”, dedicato alla memoria del poeta, ma anche alla prima traduttrice della sua poesia in Asia, Amita Bhose. Un convegno su Eminescu si è svolto anche al Museo Nazionale della Letteratura Romena.


    Tradizionalmente, il 15 gennaio sono organizzati tanti eventi anche a Botosani (nord), vicino a Ipotesti, il paese natio del poeta. Nel 2013, “Le giornate Eminescu” sono segnate dalla XXII edizione del Premio Nazionale per la Poesia intitolato al poeta, seguito da uno spettacolo straordinario sostenuto dal solista di musica folcloristica romena Grigore Lese.

  • Economia: misure finanziarie del Governo di Bucarest

    Economia: misure finanziarie del Governo di Bucarest


    La Romania registra certi ritardi nel rispettare gli impegni assunti nei confronti dei suoi creditori internazionali e desidera un proroga di qualche mese per riemediare la situazione e cominciare la negoziazione di un nuovo accordo di prestito. È questa la posizione di Bucarest, espressa, di recente, dal premier Victor Ponta. I ritardi riguardano soprattutto la privatizzazione delle grandi compagnie statali e lo svolgimento dei processi di privatizzazione di compagnie come quella di bandiera Tarom, il Complesso Energetico Oltenia oppure Elettrica. Altri ritardi riguardano il miglioramento del sistema fiscale, la spesa efficiente dei soldi nel settore sanitario, le politiche monetarie promosse dalla Banca Centrale o le misure di vigilanza del sistema bancario in Romania.



    Una delegazione congiunta del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e della Commissione Europea si trova questi giorni a Bucarest per una nuova missione di valutazione dell’accordo di tipo preventivo di circa 5 miliardi di euro concluso con la Romania nella primavera del 2011, e affronterà tutti questi aspetti con gli esponenti del Governo romeno. Stando al ministro delegato al Bilancio romeno, Liviu Voinea, nella prima settimana della visita, che si svolgerà fino al 29 gennaio, si concluderanno le discussioni sulla bozza della Finanziaria 2013. Non si preannunciano problemi importanti perchè, affermano le autorità romene, sono state rispettate le intese sul deficit e sulla spesa pubblica. Liviu Voinea ha sottolineato che il bilancio per il 2013 non è uno di austerità, ma di sviluppo, dopo che nel 2010 e nel 2011 il deficit di bilancio è stato ridotto a scapito del tenore di vita della popolazione, e nel 2012 si è puntato sulla riduzione degli investimenti inefficienti e delle perdite nel sistema.



    L’analista economico Dan Suciu ritiene che, al di là del rispetto dei requisiti assunti, resta un’altra sfida, quella del ritorno della Romania ad una crescita economica sostenibile, praticamente l’obiettivo di tutte le riforme e di tutti gli aggiustamenti fatti negli ultimi anni. I rappresentanti dell’Esecutivo discuteranno con i finanziatori internazionali anche dell’opportunità e dell’impatto di alcune delle misure che il Gvoerno di Bucarest intende attuare, come l’aumento del salario minimo garantito da 700 lei (pari a 155 euro) a 800 lei (pari a 177 euro) oppure la riduzione dell’Iva per i prodotti agroalimentari di base. Il ministro del Lavoro, Mariana Campeanu, ha dichiarato che le uniche crescite salariali e pensionistiche di quest’anno sono quelle annunciate durante la campagna elettorale dall’Unione Social-liberale, al governo — l’indicizzazione delle pensioni del 4% e il ripristino dei livelli salariali dei pubblici dipendenti precedenti i tagli del 2010.

  • Sanità: dibattiti sul finanziamento del sistema

    Sanità: dibattiti sul finanziamento del sistema


    Il ministro romeno della sanità, Eugen Nicolăescu, ha annunciato che i finanziamenti statali alle cliniche private saranno sospesi e gli ospedali provinciali non saranno più nel subordine delle autorità locali. Il ministro ha spiegato che tutti i soldi pubblici devono andare agli ospedali statali.



    “Le assicurazioni sanitarie sono obbligatorie perchè rappresentano il sistema di solidarietà. Chi desidera esprimere opzioni può concludere assicurazioni private. La legge vigente consente a qualsiasi persona di concludere assicurazioni private se lo desidera, se si permette, se può. Il 90% dei cittadini di questo Paese sono poveri e si appoggiano alle assicurazioni sanitarie sociali. È questo il problema della Romania, di noi tutti. È questo il problema che va risolto”, ha detto Nicolăescu.



    La sospensione dei finanziamenti statali alle cliniche private ha destato numerose controversie. Come c’era d’aspettarsi, la decisione ha destato preoccupazione tra i pazienti, che ricordano di avere il diritto di scegliere tra diversi fornitori di servizi medici e chiedono un dibattito sui possibili effetti prima che sia presa una decisione.



    I rappresentanti dell’Istituto per le Politiche Pubbliche ritengono che Eugen Nicolăescu violi il principio del rispetto dei diritti dei pazienti-contribuenti, essendo preoccupato invece del finanziamento del sistema sanitario pubblico che non registra risultati soddisfacenti. Dal canto suo, il segretario di stato presso il Ministero della Sanità, Raed Arafat — protagonista un anno fa di un conflitto pubblico con il capo dello stato Traian Basescu sul tema delle riforme nel sistema sanitario — ha precisato che sebbene le cliniche private ricevano fondi dallo stato, i più complessi casi medici sono gestiti sempre dagli ospedali pubblici. Nella sua opinione, le cliniche private andrebbero finanziate tramite assicurazioni private o complementari, non dal fondo delle assicurazioni sociali.



    Arafat ha spiegato che i soldi che non saranno più destinati alle cliniche private saranno adoperati per aumentare i finanziamenti a tutti i 53 ospedali statali strategici, che si occupano di oltre il 70% dei più gravi casi medici in Romania. Inoltre, saranno creati fondi per diversi programmi, cosicchè i medici che se ne occuperanno non potranno più chiedere ai pazienti di acquistare di tasca propria farmaci e materiali medici — ha aggiunto il segretario di stato. Il principale problema resta il sottofinanziamento cronico del sistema sanitario romeno. Se, ad esempio, gli Stati Uniti stanziano il 17,5% del Pil alla Sanità, l’Olanda e la Francia circa il 12% e la Germania l’11,5%, la Romania è fanalino di coda in Europa, con solo il 5%.

  • Crisi: la Finanziaria 2013, in attesa del FMI

    Crisi: la Finanziaria 2013, in attesa del FMI


    Una delegazione del Fondo monetario internazionale, della Commissione europea e della Banca mondiale sarà dal 15 gennaio a Bucarest, per una nuova valutazione dell’accordo di tipo preventivo firmato con la Romania a marzo 2011.


    Per due settimane, gli esperti internazionali esamineranno le evoluzioni recenti dell’economia romena e la bozza della Finanziaria per il 2013.


    Nei giorni scorsi, il premier Victor Ponta aveva presentato alcune previsioni del nuovo bilancio, sottolineando di voler chiudere il cerchio degli ultimi quattro anni estremamente difficili per i romeni, di cui due di recessione severa, e riportare il Pil al livello anteriore allo scoppio della crisi nel 2008.


    Il Governo propone una disciplina fiscale e di bilancio, risparmi alla spesa pubblica e investimenti efficaci.


    La bozza della Finanziaria è stata concepita tenendo in considerazione un Pil stimato a 140 miliardi di euro, un tasso di cambio pari ai 4,5 lei per un euro, una crescita economica prudente dell’1,8% e un deficit di bilancio del 2,1%, che sarà finanziato ugualmente da fonti interne ed esterne.


    Per il 2013, il governo anticipa entrate alle casse dello stato di 46 miliardi di euro e spese totali di 49 miliardi di euro.


    I settori ai quali andranno i maggiori stanziamenti dal budget nel 2013 sono le assicurazioni e l’assistenza sociale (16,5 miliardi di euro), la sanità (6,2 mld), i trasporti ( 4,9 mld) e l’istruzione (4,4 mld).


    Il premier ha annunciato che il 2013 non consente crescite salariali e pensionistiche in più rispetto a quanto previsto già dalla bozza della Finanziaria sull’aumento delle pensioni del 4% e sul ripristino degli stipendi nel settore pubblico al livello anteriore ai tagli del 25% imposti a luglio 2010, come misura di austerità.


    La maggior parte della spesa va al pagamento dei salari (10,2 mld euro) e delle pensioni (11,1 mld). La bozza della Finanziaria prevede inoltre investimenti di 7,8 miliardi di euro, di cui un terzo cofinanziato da fondi europei.


    Quest’anno, la Romania deve rimborsare i debiti giunti alla scadenza per un valore di 14,4 miliardi di euro. Il suo debito ammonta al 34,7% del Pil, tra i più bassi nell’Ue.


    Per rientrare nel target di deficit concordato col Fondo monetario internazionale, il Governo romeno si è prefisso di riorganizzare la raccolta delle tasse, rafforzare la lotta all’evasione fiscale e, ovviamente, tagliare le spese.


    Per risparmiare di più, il governo ha annunciato che il budget stanziato al Parlamento resterà al livello del 2012, nonostante la crescita notevole del numero di deputati e senatori, dopo le elezioni del 9 dicembre.


    Inoltre, sarà ridotto anche il numero dei consiglieri, dei dipendenti dei ministeri e delle cariche dirigenziali, e sarà anche avviata una dura riforma nelle compagnie statali.

  • Politica: previsioni della Finanziaria 2013

    Politica: previsioni della Finanziaria 2013


    Per l’anno appena iniziato, il Governo di Bucarest presieduto dal socialdemocratico Victor Ponta propone disciplina del budget, sostegno all’ambiente privato ed equità sociale. Per il 2013, il governo anticipa entrate alle casse dello stato pari ai 46 miliardi di euro e spese di 49 miliardi, il che rappresenta un deficit di bilancio di tre miliardi. Il premier Victor Ponta ha presentato, in una conferenza stampa, le previsioni della Finanziaria per il 2013.


    “10,2 miliardi di euro rappresentano i salari da pagare nel settore pubblico, cioè medici, insegnanti, poliziotti, vigili del fuoco, funzionari pubblici, Parlamento, amministrazione locale, giudici, quindi tutto quanto significa personale retribuito dal pubblico denaro. Le pensioni ammontano agli 11,1 miliardi di euro, nelle condizioni in cui abbiamo 4,5 milioni di dipendenti e oltre 6 milioni di pensionati. Agli investimenti andranno 7,8 miliardi di euro, e altri 7,6 miliardi alle spese per beni e servizi, cioè il funzionamento delle istituzioni dello stato. 4,4 miliardi sono destinati alle spese per l’assistenza sociale, 2, 5 miliardi ai tassi di interesse, 1,1 miliardi alle sovvenzioni. Inoltre, il contributo della Romania al bilancio dell’Ue tocca 1,4 miliardi, mentre altri trasferimenti e spesi ammontano a 2,9 miliardi di euro”, ha spiegato il premier.


    Per il 2013, il governo romeno si è prefisso un target prudente di crescita economica, pari all’1,8% del Pil. La bozza della Finanziaria si basa su un Pil di 140 miliardi di euro e un tasso di cambio pari a 4,5 lei per un euro. Le previsioni di bilancio non consentono crescite salariali e pensionistiche, però prevedono i fondi necessati al ripristino degli stipendi al livello anteriore ai tagli del 25%, imposti dalla crisi economica nel 2010, e l’aumento delle pensioni del 4%.


    Per rientrare nel target di deficit concordato col Fondo monetario internazionale, il governo si è prefisso di riorganizzare la raccolta delle tasse, combattere l’evasione fiscale e tagliare le spese.


    “Il Governo ha deciso che nel 2013 il budget del Parlamento resterà al livello del 2012, anche se il numero dei parlamentari è aumentato. Praticamente, i fondi stanziati ad ogni parlamentare saranno diminuiti, ed è un esempio di responsabilità, nel senso che, quando fai dei tagli, allora cominci da dove si deve cominciare”, ha aggiunto il premier.


    Sulla prossima missione di valutazione del Fondo monetario internazionale a Bucarest, Victor Ponta ha spiegato che saranno constatati sia degli aspetti positivi, che dei ritardi.


    “Abbiamo anche dei successi attinenti all’aggiustamento fiscale e di bilancio, ma abbiamo anche dei ritardi, soprattutto nelle compagnie. Se in questo momento abbiamo dei manager privati solo alla compagnia di bandiera TAROM o alla Divisione Infrastruttura delle Ferrovie dello Stato, allora dobbiamo avere e accelerare la procedura anche nelle altre compagnie statali”, ha detto ancora il premier, aggiugendo che non se ne può parlare di un nuovo accordo col Fmi finchè non sarà portato a termine quello attuale.

  • Giustizia: elezioni alla guida del Consiglio Superiore della Magistratura

    Giustizia: elezioni alla guida del Consiglio Superiore della Magistratura


    Tensioni nella giustizia romena, a causa delle elezioni per gli incarichi dirigenziali del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm). I rappresentanti dell’Associazione dei magistrati hanno sollecitato le dimissioni d’onore del membri del Csm, che avrebbero dovuto eleggere il vicepresidente.


    La procedura è fallita in mancanza del quorum. Due giudici si candidano per l’incarico, entrambi contestati dai colleghi, che hanno avviato anche le procedure per la loro revoca dal Csm.


    L’Associazione dei magistrati, la più rappresentantiva con gli oltre 3.000 giudici e procuratori membri, sostiene che la mancanza di comunicazione, trasparenza e coesione all’interno del Consiglio è stata percepita come un abbadono dei principi di imparzialità ed equidistanza, che devono governare l’attività di questo organismo rappresentativo della magistratura.


    L’assenza di una coesione all’interno del Csm, in difesa degli interessi della giustizia — sostiene l’Associazione — ha ragiunto l’apice con le ultime vicende che hanno portato una crisi senza precedenti nell’intero sistema giudiziario.


    Il pomo della discordia è l’elezione, in prima, di un procuratore alla guida del Csm, nella persona di Oana Schmidt Haineala. L’Associazione dei magistrati contesta la decisione e ritiene anormale che l’istituzione incarica a garantire l’indipendenza della giustizia sia presieduta da un procuratore subordinato al Guardasigilli.


    Dal canto suo, Oana Schmidt Haineala non vuole rinunciare all’incarico. “Ritengo che non sia stata trasgredita nessuna procedura. E’ stata sollecitata la revoca della decisione tramite cui sono stata eletta. Praticamente, il mandato di presidente è cominciato da lunedì, quando scadeva anche la possibilità di revocare una simile decisione”, ha dichiarato Oana Schmidt Haineala.

  • Tasse: spetta ad autorità locali aumentarle o meno

    Tasse: spetta ad autorità locali aumentarle o meno


    Il Governo romeno ha deciso di trasferire alle autorità locali il compito di stabilire se le tasse e le imposte resteranno al livello dello scorso anno o saranno aggiornate al tasso inflazionistico degli ultimi tre anni. Finora, il loro aggiustamento era imposto dal livello centrale.


    La decisione va presa entro 20 giorni dall’entrata in vigore della decisione governativa. Il premier Victor Ponta ha richiamato l’attenzione che i comuni che non faranno questo aggiornamento non potranno poi pretendere fondi in più dal budget.


    “Il 16% che alcuni sindaci vogliono incassare va al bilancio del comune. Se le tasse non aumentano, allora non arriva più neanche il 16% dal bilancio dello stato, perchè è dal bilancio dello stato che dobbiamo pagare salari, pensioni e fare investimenti pubblici. Questa è la vera autonomia locale. Se a loro bastano i soldi del 2012, va benissimo, probabilmente ci sono alcune comunità più benestanti. Altrimenti, però, l’aggiornamento al tasso inflazionistico è una cosa normale, che è stata sempre fatta”, ha dichiarato il premier.


    La maggioranza dei comuni ha annunciato che le tasse non cresceranno. Alcune, però, le hanno aumentate del 16%. Klaus Johannis, il sindaco della città di Sibiu (centro), che ha deciso l’aumento, considera che le tasse vanno stabilite dai consigli locali.


    Il ministro dell’Amministrazione pubblica, Liviu Dragnea, ha precisato che i comuni che mantengono le tasse al livello del 2012, saranno tenuti ad applicare l’anno prossimo il livello aggiornato all’inflazione, se lungo il 2012 non saranno decise altre modifiche. Attualmente, le più salate tasse sono pagate al centro della Romania, e gli abitanti delle grandi città tirano più soldi dalla tasca per le imposte sugli edifici.

  • Romeni all’estero: Premi di eccellenza accademica a Bucarest

    Romeni all’estero: Premi di eccellenza accademica a Bucarest


    In un Galà organizzato l’8 gennaio a Bucarest, la Lega degli studenti romeni all’estero ha conferito i Premi per l’eccellenza accademica. Degli oltre 200 studenti, masterandi e dottorandi iscritti, in finale sono arrivati 50.


    La giuria, che ha incluso personalità accademiche, culturali e giornalistiche, ha assegnato premi allo Studente romeno dell’anno nell’America del Nord, Europa, su altri continenti, ma anche allo Studente romeno Erasmus dell’anno, allo Studente dell’anno in Romania e, per la prima volta, il Premio speciale nelle arti.


    Il Gran Premio allo Studente romeno dell’anno all’estero è andato al 30enne Sergiu Pasca, ricercatore all’Università Stanford degli Stati Uniti, vincitore di importanti borse internazionali, dopo la laurea in medicina all’Università di Cluj-Napoca in Romania.


    Le sue ricerche nel campo dell’autismo sono state premiate con parecchi riconoscimenti, tra cui il Premio per la ricerca innovatica postdottorale, tra oltre 1.400 colleghi della Facoltà di medicina di Stanford, o il Premio Sammy Kuo al miglior articolo in neuroscienze presso il prestigioso ateneo.


    Il suo studio è stato pubblicato nel 2011 dalla prestigiosa rivista Nature Medicine, e incluso dal National Institute of Mental Health tra i più importanti dieci studi dell’anno. “La mia ricerca punta prevalentemente sulle basi cellulari e molecolari dell’autismo, una malattia che lede severamente la comunicazione sociale e, che purtroppo, non può essere curata attraverso terapie medicinali. Sono particolarmente onorato di ricevere questo premio”, ha detto Sergiu Pasca.


    Da parte sua, Sebastian Burduja, presidente e membro fondatore della Lega degli studenti romeni all’estero, pure lui laureato presso la Stanford, ha detto che i giovani romeni che studiano all’estero costituiscono una risorsa strategica tanto necessaria alla Romania. Al Galà è stata lanciata anche la strategia SMART Diaspora, volta a facilitare il ritorno dei giovani romeni nel Paese.

  • Consumo: i romeni spendono per cibo, utilità e tasse

    Consumo: i romeni spendono per cibo, utilità e tasse


    I romeni spendono quasi tutto quanto guadagnano, e i soldi vanno in primo luogo a cibo, beni, utilità e tasse, mentre per gli investimenti resta quasi nulla. Sono le conclusioni del più recenti dati resi noti dall’Istituto Nazionale di Statistica, relativi ai mesi di luglio, agosto e settembre 2012.


    I dati indicano che, complessivamente, nel semestre analizzato, le spese medie dei romeni sono ammontate a circa 2.200 lei alla famiglia, cioè meno di 600 euro, rappresentando il 90% dei redditi totali.


    Negli ambienti urbani, i redditi salariali rappresentano il 64%. In quelli rurali, invece, la produzione agricola genera il 38%, mentre i salari solo il 30%. I soldi sono andati principalmente all’acquisto di generi alimentari e non alimentari, ma anche a servizi, tasse e contributi.


    I generi alimentari e le bevande analcoliche si aggiudicano circa il 42% del consumo totale di una famiglia; il 19% va alle utilità — energia elettrica, riscaldamento ecc. I romeni hanno speso anche per il cibo dei propri animali, lavori agricoli o servizi veterinari.


    Invece, hanno riservato solo l’1% agli investimenti, compersi quelli per abitazioni e terreni, destinando meno dell’1% per alloggiare in alberghi o andare a caffè o ristoranti, e solo lo 0,3% per l’istruzione.


    Negli ambienti urbani i romeni hanno speso di più rispetto a quelli rurali, anche se la differenza sfiora solo gli 80 euro. La spiegazione consiste nel fatto che la gente che vive negli ambienti rurali si avvale di più delle risorse proprie per il consumo. (traduzione – Iuliana Anghel)