Category: In primo piano

  • Speciale Giornata Mondiale della Radio

    Speciale Giornata Mondiale della Radio


    L’UNESCO ha proclamato il 13 febbraio come Giornata Mondiale della Radio, per celebrare la radio come mezzo di comunicazione e per rafforzare la cooperazione internazionale tra le varie emittenti. Tutti i Paesi sono incoraggiati a festeggiare questa giornata, tramite attività organizzate in partenariato con le radio regionali, nazionali e internazionali, organizzazioni governative e nongovernative, i media e il pubblico.




    Radio Romania ha deciso di dedicare tanti programmi speciali e anche un concerto alla Giornata Mondiale della Radio. Per l’occasione, a Bucarest sono giunti la direttrice generale dell’EBU, Ingrid Deltenre e il vicepresidente Claudio Cappon, che presiede anche RAI World. Intervistato da Radio Romania, Claudio Cappon ha fatto riferimento ai rapporti con Radio Romania all’interno dell’EBU e alle prospettive di collaborazione tra Radio Romania e Radio RAI.




    Il Vice Direttore di Radio RAI, Sergio Valzania, la Segretaria generale della Comunità Radiotelevisiva Italofona, Loredana Cornero, il direttore di programmi di Radio Vaticana, Andrzej Koprowski hanno portato i propri contributi ai programmi di Radio Romania, insieme agli ascoltatori Luigi Cobisi, responsabile di Italradio, Stefano Citterio, Giovanni Sergi, Agide Melloni e l’artista Luminita Taranu, connazionale che vive in Italia.




    Radio Romania Internazionale ha chiesto al collega Tommaso Pedicini, responsabile dei programmi in lingua italiana di Radio Colonia, membro associato della Comunità Radiotelevisiva Italofona, come anche RRI, come si prepara a festeggiare la Giornata Mondiale della Radio.



  • Schengen: Olanda non condiziona più adesione Romania al MCV

    Schengen: Olanda non condiziona più adesione Romania al MCV


    A marzo 2013, la Romania e la confinante Bulgaria avrebbero dovuto festeggiare due anni dall’adesione a Schengen. La decisione di accogliere i due Paesi nello Spazio di libera circolazione europeo è stata rinviata, però, diverse volte, in seguito ai riserbi espressi da certi stati membri sui loro progressi nella riforma della giustizia e nella lotta alla corruzione. L’Olanda è uno degli ultimi Paesi ad essersi opposti all’adesione della Romania, ponendo come requisito un rapporto positivo della Commissione Europea sui progressi nel campo della giustizia. Le notizie ricevute dal dal capo della diplomazia romena Titus Corlatean dal collega olandese in occasione della visita all’Aia, a breve tempo dopo la pubblicazione del rapporto della Commissione, sono state buone. Frans Timmermans ha affermato che l’Aia non condiziona più l’ingresso della Romania a Schengen al Meccanismo di Cooperazione e Verifica. Il Meccanismo resta, però, d’interesse per il Governo olandese, che apprezza i progressi della Romania, ma guarda con precauzione la possibilità di trovare al Consiglio Giustizia e Affari Interni del prossimo 7-8 marzo una risposta concreta alla richiesta di Bucarest.



    “Dobbiamo essere molto prudenti ed esatti. Parliamo di una questione molto importante, per cui dobbiamo trovare la migliore soluzione. Dobbiamo ciò alla Romania, e sono contento che assieme al mio collega romeno siamo riusciti a parlare dell’importanza della relazione tra i due Paesi, perchè abbiamo tanto in comune: siamo partner nella Nato, nell’Ue, ma anche partner economici, commerciali e nell’agricoltura”, ha affermato Timmermans.



    “Abbiamo salutato il fatto che il nuovo Governo olandese non abbia più nel suo programma un provvedimento che esisteva nel precedente programma di governo e che ha permesso nel passato il blocco dell’adesione della Romania a Schengen. Non viene fatto più questo collegamento con i progressi della Romania nell’ambito del Meccanimso di Cooperazione e Verifica, nè il condizionamento per quanto riguarda l’ingresso a Schengen”, ha dichiarato, dal canto suo, il ministro Titus Corlatean.



    Il capo della diplomazia romena ha espresso la speranza che un primo passo possa essere compiuto la prossima settimana, al vertice dei ministri della Giustizia e degli Interni, quando Bucarest potrebbe ricevere il via libera per aderire a Schengen con i confini aerei e marittimi. Anche il premier romeno Victor Ponta spera in una decisione e reca come argomento a favore della Romania l’adempimento di tutti i requisiti tecnici in vista dell’adesione. Di recente, Ponta ha proposto che Bucarest invii a tutti i capi di stato e di governo dell’Ue una lettera congiunta del Governo, della Presidenza e del Parlamento di Bucarest sull’adesione a Schengen. Il capo dello stato romeno Traian Basescu è, invece, del parere che la lettera vada firmata solo dai decisori politici della maggioranza parlamentare e che debba contenere l’impegno a rimediare i problemi segnalati nel rapporto della Commissione Europea sui progressi nella giustizia.

  • Costituzione: verso referendum su revisione

    Costituzione: verso referendum su revisione


    Il più probabilmente a inizio ottobre in Romania si terrà un referendum sulla revisione della Costituzione. Lo ha annunciato il premier romeno Victor Ponta. Nei prossimi mesi sono previsti dibattiti nell’ambito di un forum costituzionale, di cui faranno parte soggetti giuridici e costituzionali, ma anche ong con perizia nel settore. Adottata nel 1991 e rivista nel 2003, la Costituzione ha dimostrato, nel tempo, di contenere ambiguità e limiti che hanno intaccato l’equilibrio e la buona collaborazione tra le istituzioni dello stato. Il mondo politico, nel suo insieme, ma anche gli analisti politici, ammettono che ci siano molte cose da cambiare nella Legge fondamentale.



    I principali obiettivi sarebbero di chiarire le attribuzioni del capo dello stato e i suoi rapporti con il Governo e il Parlamento, la struttura del Legislativo e lo statuto dei parlamentari. La maggioranza parlamentare dell’Unione Social-liberale, sufficiente, del resto, per imporre la propria variante di revisione, vede il futuro della Costituzione diversamente dall’Opposizione democratico-liberale. Se il Partito Democratico-liberale invoca, ad esempio, il referendum del 2009, quando i romeni hanno detto sì ad un Parlamento monocamerale, con soli 300 membri, l’Unione Social-liberale si pronuncia per il mantenimento di un Parlamento bicamerale, ma con attribuzioni distinte delle due Camere, e persino con modalità diverse di elezione.



    Alla luce dell’esperienza di coabitazione difficile con il capo dello stato Traian Basescu, i social-liberali vogliono delimitare in un modo che non lasci spazio a nessuna intepretazione le prerogative presidenziali, affinchè il presidente si limiti ad essere un arbitro, senza poter intervenire nel gioco politico. Nella visione dell’Unione Social-liberale, la nuova Costituzione dovrebbe prevvedere che il partito con il maggior numero di seggi designi il premier, anzichè il capo dello stato, come succede attualmente. Per porre fine al trasformismo politico, l’Unione Social-liberale propone che un parlamentare perda il seggio se lascia il partito di cui è stato candidato. Dal canto suo, il Partito Democratico-liberale respinge l’idea di una repubblica parlamentare, desiderata dagli avversari social-liberali.



    Nel dibattito e nella votazione sulla futura Costituzione un ruolo affatto trascurabile potrebbe essere quello dell’Unione Democratica Magiari di Romania, la quale desidera, come l’Unione Social-liberale, un Parlamento bicamerale, la limitazione delle attribuzioni presidenziali ed, eventualmente, l’elezione del presidente dal Legislativo. Un’altra cosa desiderata dall’Unione Magiari di Romania sarebbe l’eliminazione della parola “nazionale” dal primo articolo della Costituzione, il quale stipula che la Romania è uno stato nazionale, sovrano e indipendente, unitario e indivisibile. Su questo aspetto, però, il resto della classe politica romena dichiara fermamente che non c’è niente da negoziare.

  • Lasagne di cavallo: premier romeno, nessuna colpa della Romania

    Lasagne di cavallo: premier romeno, nessuna colpa della Romania


    A Bruxelles è stato convocato, per questa settimana, un vertice degli esponenti e degli esperti europei in seguito allo scandalo delle lasagne surgelate Findus con carne di cavallo spacciate come “di manzo”. Negli ultimi giorni, in diversi Paesi europei, tra cui la Romania, si sono svolte indagini sul caso. Nel frattempo, le lasagne sono state ritirate dagli scaffali. Lo scandalo è scoppiato in Gran Bretagna e in Svezia, dove sono stati scoperti surgelati venduti come contenenti carne di manzo, ma che contenevano invece carne equina. I prodotti provenivano da un fornitore francese che a sua volta indica come responsabile un suo fornitore in Romania. Le autorità romene hanno verificato i due mattatoi dai quali la compagnia francese afferma di aver comprato la carne, senza aver, però, trovato alcuna sregolatezza.



    “Non c’è alcun indizio in questo momento atto a confermare che l’etichettatura sbagliata sarebbe avvenuta in Romania, presso ditte romene oppure operanti sul territorio romeno. E vorrei sottolineare una cosa molto importante, dalla Romania non è stata esportata carne tritata”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura romeno Daniel Constantin.



    Anche il premier romeno Victor Ponta ha affermato che la Romania non è coinvolta nello scandalo della carne di cavallo scoperta nei prodotti surgelati nel Regno Unito.



    “Non credo che la Romania, essendo trasparente e rispettando tutti gli standard, possa e debba accettare lo statuto di sospetto di turno. È molto chiaro che la compagnia francese non ha avuto nessun contratto diretto con ditte romene e che va accertato, per la credibilità a livello europeo, dove è stata compiuta la frode e chi ne è colpevole. Il nostro interesse e il nostro potere diretto sono stati volti a verificare se ci sono state delle violazioni degli standard e delle regole europee in Romania e i controlli non ne hanno rilevato alcuna”, ha dichiarato il premier.



    Ponta ha precisato che il Ministero dell’Agricoltura e le altre autorità abilitate chiederanno a nome della Romania che le compagnie colpevoli nello scandalo della carne equina rispondano direttamente. In visita a Bucarest, il commissario europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo Rurale Dacian Ciolos ha espresso la sua posizione.



    “In questo caso non si tratta di un problema sanitario o di sicurezza alimentare, bensì di un rischio di frode. Finora, la Commissione Europea non ha dati in grado di incriminare alcuno Stato membro oppure alcuna impresa. La Commissione è in contatto permanente con gli Stati membri implicati e, sicuramente, è nel nostro interesse che questo problema sia chiarito quanto prima”, ha dichiarato Ciolos.



    Resta da vedere che decisioni saranno prese nei prossimi giorni a livello europeo per evitare una simile vicenda nel futuro. (trad. Adina Vasile)

  • Ue: nuovo bilancio, reazioni a Bucarest


    Dal 2014 al 2020, la Romania riceverà circa 40 miliardi di euro dal bilancio comunitario, che ammonterà ai 960 miliardi di euro, per la prima volta nella storia dell’Unione inferiore al precedente esercizio finanziario. La differenza è di 34 miliardi.




    Il presidente Traian Basescu, che ha rappresentato la Romania al vertice europeo svoltosi nei giorni scorsi a Bruxelles, ha dichiarato che Bucarest ha ottenuto il massimo di quanto si poteva ai negoziati. Il capo dello stato ha spiegato che, rispetto al precedente bilancio, la Romania riceverà sei miliardi di euro in più, con una crescita del 10% per i fondi di coesione e del 27% per quelli destinati alla Politica Agricola Comune.




    Ci sono state “difficoltà enormi” nel convincere i partner europei che Bucarest potrà spendere di più, dato il basso livello di assorbimento di fondi europei negli ultimi cinque anni, ha aggiunto il presidente, rivolgendo agli eurodeputati romeni l’appello di sostenere senza riserbi la bozza di bilancio dell’Ue.




    “Dall’inizio e senza esitazione, rivolgerei a tutti gli eurodeputati romeni l’appello di sostenere senza riserbi la bozza di bilancio nella forma decisa dal Consiglio europeo del 7-8 febbraio. Il rischio di non avere un bilancio ci sottopone a una soluzione in cui il budget venga approvato ogni anno”, ha detto Traian Basescu.




    Invece, il premier Victor Ponta ritiene che la Romania non ha avuto da guadagnare, ma da perdere, e ha definito la bozza di bilancio multiannuo un fallimento per tutti i Paesi Ue, tranne la Gran Bretagna. Un bilancio comunitario inferiore al precedente fa indietreggiare una delle idee fondamentali dell’Ue, ha detto il premier.




    “Quell’idea di unire più Paesi e portarli a un livello di sviluppo simile — è questo il senso dei fondi di coesione — è ormai un’idea non abbandonata, ma che compie dei passi indietro”, ha detto il premier Victor Ponta, valutando che la Romania deve avere come priorità il miglioramento della sua rappresentanza all’interno dell’Ue, ma anche dell’assorbimento dei fondi comunitari.




    La bozza di bilancio per l’esercizio 2014 — 2020 andrà al dibattito del Parlamento europeo, senza il cui voto non potrà entrare in vigore. (trad. Iuliana Anghel)

  • Finanziaria 2013: via libera dal Parlamento

    Finanziaria 2013: via libera dal Parlamento


    La migliore possibile in questo momento. Così ha definito il premier socialdemocratico Victor Ponta la Finanziaria per il 2013, adottata ad ampia maggioranza dal Parlamento di Bucarest.




    Il nuovo budget è stato elaborato tenendo in considerazione una crescita economica dell’1,6%, un’inflazione media annua del 4,3%, un tasso di cambio medio di 4,5 lei per un euro e un deficit di bilancio del 2,1% del Pil.




    Sotto la pressione del tempo, ma in vantaggio grazie alla sua maggioranza schiacciante, l’Unione social-liberale ha fatto passare la bozza della Finanziaria senza adottare nemmeno uno degli oltre 10.000 emendamenti inoltrati dall’opposizione democratico-liberale, il che ha provocato dispute accanite.




    “Abbiamo inoltrato oltre 10.000 emendamenti, che non erano i nostri capricci. Erano e sono le necessità di tutte le comunità di Romania”, ha dichiarato il capogruppo democratico-liberale alla Camera, Mihai Stanisoara.




    La replica è subito arrivata, sempre in plenaria, dal presidente della Commissione Bilancio, il deputato liberale Dan Radu Rusanu. “E’ un bilancio di sopravvivenza, in quanto il Governo Ponta deve rimediare oggi tutti i buchi da voi creati lungo quattro anni — gli arretrati nel sistema sanitario, costruzioni avviate e non portate a termine, e soprattutto, la restituzione dei prestiti da voi spesi per investimenti che non conosciamo neanche oggi”, ha detto Rusanu.




    Mentre la maggioranza sostiene che il nuovo budget incoraggerà lo sviluppo e gli investimenti, tramite le crescite di pensioni e il ripristino degli stipendi nel settore pubblico al livello anteriore ai tagli del 25% imposti nel 2010, l’opposizione lo descive come un bilancio della povertà.




    La Banca Centrale ha preso le distanze dalle consuete dispute politiche, richiamando l’attenzione che, nel successivo periodo, l’evoluzione della moneta nazionale, il leu, dipenderà dalla situazione dell’euro, ma anche dalla produzione agricola interna. In ugual misura, dipenderà anche dalle riforme strutturali, il cui successo è guardato con riserbi dal governatore della Banca Centrale, Mugur Isarescu.




    “Crediamo nel programma governativo, però, dall’esperienza del passato storico dopo il 1989, sappiamo quanto sia difficile attuare riforme strutturali. Ogni volta, nelle compagnie, soprattutto statali, appaiono dei problemi, le cose vengono complicate da aspetti sociali, da questioni politiche, da difficoltà, il più delle volte tecniche e, a questo punto, non c’è spazio per l’ottimismo”, ha dichiarato il governatore.




    La Banca Centrale ha sottolineato, una volta in più, l’importanza di attirare fondi europei, che favorirebbero gli investimenti in settori chiave, quali l’infrastruttura e l’agricoltura, e genererebbero crescita economica. (trad. Iuliana Anghel)

  • Romania – Ungheria: tensioni diplomatiche su presunte “aggressioni simboliche”

    Romania – Ungheria: tensioni diplomatiche su presunte “aggressioni simboliche”


    Le autorità di Bucarest hanno reagito con veemenza alle recenti dichiarazioni di un segretario di stato al Ministero degli Esteri ungherese, stando al quale la minoranza magiara di Romania fosse sottoposta ad “aggresioni simboliche” perchè non vengono issate le cosiddette bandiere della cosiddetta contrada dei sekleri.




    Il primo ministro e il Ministero degli Esteri hanno definito come inacettabili le dichiarazioni del segretario di stato ungherese. Criticandole, il premier Victor Ponta ha sottolineato che la Romania non cadrà nella trappola di una provocazione, ma neanche accetta delle lezioni d’oltreconfine.




    “Abbiamo i più alti standard in Europa in materia di rappresentanza delle minoranze e di autonomia delle strutture locali. Se qualcuno vuole farsi campagna elettorale in Romania, allora voglio che abbiate un atteggiamento molto risoluto, senza lasciarci intrappolare. Ma non credo che qualcuno possa venire a dirci quali bandiere issare”, ha detto il premier, rivolgendosi ai ministri del suo Governo.




    Convocato urgetemente al Ministero degli Esteri romeno, l’ambasciatore ungherse a Bucarest, Oszkar Fuzes, ha sostenuto che non si tratta nè di uno scandalo diplomatico, nè di una trappola tesa dall’Ungheria alla Romania. Il diplomatico ungherese ritiene un atto normale che una minoranza issasse simboli identitari.




    Invece, il segretario di stato al Ministero degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, ha spiegato che l’esortazione del responsabile ungherese sulle cosiddette “bandiere dei sekleri” equivalgono al sostegno esplicito dell’autonomia territoriale in base a criteri etnici, che non è prevista dalla Costituzione della Romania, e non rientra neanche degli standard europei accettati in materia di tutela delle minoranze nazionali.




    Bogdan Aurescu ha aggiunto che la Romania ha i compiti fatti e si attiene pienamente sia agli impegni europei e internazionali, che a quelli previsti dagli accordi e dai documenti firmati con la confinante Ungheria.




    D’altra parte, il capo della diplomazia di Bucarest, Titus Corlatean, ha accusato l’ambasciatore ungherese di aver violato le regole diplomatiche tramite le sue dichiarazioni, e ha ammonito che il suo mandato potrebbe concludersi molto più presto.




    Bucarest considera che le dichiarazioni dei responsabili unghersi contravvengono al partenariato strategico tra la Romania e l’Ungheria, e non accetta simili interferenze, contrarie ai provvedimenti della Costituzione romena.




    Di conseguenza, Bucarest ha chiesto alle autorità di Budapest di fermare le iniziative come quelle sull’issare la cosiddetta bandiera seklera sui comuni della confinante Ungheria, in segno di solidarietà con gli etnici magiari della Transilvania che si considerano sekleri, e con loro aspirazioni all’autonomia. (trad. Iuliana Anghel)

  • Ue: risorse umane, ripresi i rimborsi alla Romania


    La Commissione europea ha deciso di sbloccare il Programma operazionale settoriale per lo sviluppo delle risorse umane e riprendere i rimborsi destinati alla Romania. La misura è stata presa in seguito alla missione di audit condotta dagli esperti europei dal 29 gennaio al 1 febbraio 2013.




    Bruxelles ha annunciato la ripresa dei pagamenti alla Romania nei giorni prossimi, per le sollecitazioni di rimborso trasmesse a dicembre 2012, per un valore di 148 milioni di euro, con l’applicazione delle correzioni finanziarie temporanee del 25%, secondo quanto è stato concordato con le autorità di Bucarest.




    I pagamenti erano stati sospesi ai primi di agosto 2012, per irregolarità individuate nell’assegnazione e nello svolgimento di alcuni progetti dal 2009 al 2011.




    Il Governo di Bucarest ha annunciato che quest’anno la CE condurrà altre due missioni di audit per il Programma operazionale settoriale per lo sviluppo delle risorse umane, al fine di togliere le correzioni finanziarie temporanee applicate ai rimborsi che la Romania solleciterà alla Commissione.




    L’Esecutivo ha precisato che le correzioni ammontano a circa 180 milioni di euro. Complessivamente, fino a fine gennaio 2013, per il Programma operazionale settoriale per lo sviluppo delle risorse umane, sono stati inoltrati circa 10.400 progetti.




    Dal 2007 al 2013, la CE ha assegnato alla Romania 3,37 miliardi di euro attraverso questo programma. Lo sblocco dei rimborsi è un primo passo visibile compiuto dalla Romania per accelerare l’assorbimenti dei fondi comunitari, ha dichiarato il ministro incaricato alla gestione dei Fondi Ue, Eugen Teodorovici.




    Il ministro ha spiegato che sono in corso simili azioni con altre autorità di management, per sbloccare altri tre programmi operazionali presospesi, nel campo delle regioni, dei trasporti e della competitività economica.




    A cinque anni dall’ingresso nell’Ue, la Romania si piazza all’ultimo posto tra i 27 stati membri come assorbimento di fondi Ue. Fino a fine gennaio 2013, Bucarest aveva attirato 2,2 miliardi di euro dei 19,2 miliardi resi disponibili da Bruxelles al nostro Paese dal 2007 al 2013, cioè l’11,5%. Aumentare il tasso di di assorbimento si annovera le massime priorità del Governo di Bucarest. (trad. Iuliana Anghel)

  • Mali: 10 militari romeni in missione addestramento Ue

    Mali: 10 militari romeni in missione addestramento Ue


    Dieci militari romeni si affiancheranno alla missione dell’Unione europea che addestrerà le forze armate del Mali, che si confronta da parecchie settimane con una ribellione islamista. Lo ha deciso il Consiglio Supremo di Difesa, sottolineando che il contributo della Romania, che invierà istruttori militari, è in accordo con i suoi impegni derivanti dalla membership comunitaria e con il sostegno agli iter dell’Unione di por fine alle attività terroristiche e di criminalità organizzata.




    La missione dell’Ue in Mali, che coinvolgerà 500 persone di 15 stati, potrebbe diventare pienamente operativa da metà marzo, dichiarava di recente il ministro della Difesa francese. Nel primo anno, saranno addestrati 650 militari di Mali. Parigi ha lanciato l’operazione militare in Mali l’11 gennaio, per bloccare un’offensiva verso il sud dei gruppi armati islamisti, che controllavano il nord del Paese da oltre nove mesi. Da allora sono state riconquistate le grandi città del nord. A Kidal (nord-est), i militari francesi controllano l’aeroporto, mentre la città è protetta da 1.800 militari del Ciad.




    Un primo bilancio dei combattimenti, reso noto dalle autorità francesi, indica centinaia di morti nelle prime tre settimane di interventi militari. Parigi prevede un inizio del ritiro militare a marzo, se le evoluzioni sul campo lo consentiranno. La Francia, che ha deciso di impegnare circa 4.000 militari in Mali, sostiene che spetta alle truppe africane il compito di garantire la sicuirezza, l’integrità territoriale e la sovranità di questo stato. La forza africana dovrebbe contare alla fine circa 6.000 militari, di cui solo 2.000 sono già in Mali.




    La prima tappa delle operazioni francesi è stata condotta in maniera efficace, nel senso che sono stati bloccati i gruppi terroristici e sono state riconquistate le città del nord, ricordano le autorità di Parigi, senza minimizzare, però. i rischi che permangono nella regione.




    Partecipando alla missione dell’Ue, la Romania ribadisce l’impegno assunto nella lotta al terrorismo e nel fornire sicurezza internazionale, accanto ai suoi partner europei ed euro-atlantici. Gli eventi tragici avvenuti a gennaio hanno dimostrato una volta in più che il terrorismo può colpire ovunque nel mondo, quindi i suoi focolai vanno spenti sempre ovunque. Decine di stranieri che lavoravano a un sito petrolifero in Algeria, tra cui anche due romeni, sono stati vittime di un’ampia presa di ostaggi organizzata da un gruppo terrorista, come rappresaglie all’intervento francese in Mali. (trad. Iuliana Anghel)

  • Economia: previsioni della Banca Centrale romena

    Economia: previsioni della Banca Centrale romena


    La crescita economica della Romania sarà, quest’anno, pari a circa l’1,5%, stando alle stime della Banca Centrale romena, che coincidono con quelle del Fondo Monetario Internazionale. Il governatore della Banca Centrale Mugur Isarescu ritiene che la riduzione del tasso d’interesse di riferimento scoraggerebbe i risparmi interni, che sono insufficienti, e, invece di portare a crescita economica, avrebbe un effetto contrario, in seguito alla mancanza di risorse finanziarie. Motivo per cui il Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale ha deciso di mantenere il tasso d’interesse di riferimento al 5,25%.



    Per quanto riguarda l’inflazione, l’autorità bancaria si aspetta che si attesti tra il 5-6% nella prima parte del 2013, e che torni a sfiorare il 3,5% alla fine dell’anno, il valore massimo del campo di variazione cui mira la Banca Centrale. Da menzionare che la bozza della Finanziaria 2013 è stata elaborata su un tasso inflazionstico medio annuo del 4,3% e un target di crescita economica dell’1,6%. La previsione sull’inflazione, ha sottolineato Mugur Isarescu, dipende anche dall’evoluzione dei prezzi volatili, soprattutto nell’agricoltura. Il governatore ha dichiarato, d’altra parte, che non crede che l’impatto sui prezzi dei generi alimentari degli aumenti previsti per le tariffe del gas naturale e dell’elettricità sarà molto forte. Sono, invece, le condizioni meteo a rappresentare il fattore più importante per i prezzi dei prodotti agroalimentari, ha precisato il governatore. Mugur Isarescu ha richiamato l’attenzione sul fatto che le risorse interne per gli investtimenti, che significano crescita economica, siano insufficienti.



    “Per varie ragioni, non riusciamo ad assorbire fondi europei. Prima di tutto, crescita economica vuol dire investimenti. L’insufficienza delle risorse interne per gli investimenti si riflette nel fatto che continuiamo ad avere un deficit di conto corrente del 4%. In altre parole, abbiamo bisogno di investimenti maggiori del 4% di ciò che noi, nel Paese, riusciamo a risparmiare. Perciò le politiche per attirare fondi esterni, a prescindere dal fatto che siano crediti esterni, fondi strutturali, investimenti stranieri diretti o da altri fonti o investimenti di portafoglio, sono vitali”, ha spiegato Mugur Isarescu.



    Il governatore ha ricordato che la Romania ha un accordo di prestito preventivo in corso con il Fondo Monetario Internazionale, l’Unione Europea e la Banca Mondiale, che non ha ancora adoperato. Nellopinione di Isarescu, un accordo con il FMI aumenta la credibilità del nostro Paese sui mercati esteri.

  • Giustizia: reazioni al rapporto della CE

    Giustizia: reazioni al rapporto della CE


    Il più recente rapporto della Commissione europea sui progressi in materia di riforma della giustizia in Romania, reso publico nei giorni scorsi, continua ad essere all’attenzione delle autorità di Bucarest. Il documento, in cui si legge che la Romania ha applicato solo una parte delle raccomandazioni della Commissione europea sullo stato di diritto, è stato discusso a Bruxelles dal presidente Josè Manuel Barroso col premier Victor Ponta.




    Il capo dell’esecutivo comunitario ha sollecitato alle autorità di Bucarest maggiori progressi nell’indipendenza della giustizia, e ha aggiunto che i ministri o i parlamentari romeni devono offrire un esempio e dimettersi dagli incarichi quando contro di loro vengono pronunciate sentenze di incompatibilità o quando sono accusati di corruzione. Da parte sua, il premier Ponta ha ribadito l’impegno del suo governo negli sforzi volti a migliorare il funzionamento dello stato di diritto.




    Il rapporto della CE in materia di giustizia è corretto, ma profondamente politicizzato come reazioni, ha dichiarato il presidente Traian Basescu, sottolineando che l’approccio pubblico è stato spesso insincero, e suggerendo alla maggioranza di inviare alle istituzioni europee una lettera in cui impegnarsi che risolverà i problemi segnalati.




    Invece, nella seduta plenaria del Parlamento europeo, gli eurodeputati liberali romeni Ramona Manescu e Cristian Busoi hanno dichiarato che la Commissione europea deve chiudere il monitoraggio della Romania tramite il Meccanismo di cooperazione e verifica sia subito, sia in un calendario chiaramente stabilito. Il motivo invocato è quello che il rapporto presenterebbe “inavvertenze e cose non vere” e “valutazioni soggettive, non conformi alla realtà”.




    I due eurodeputati sono del parere che il meccanismo sia diventato uno strumento di pressioni, in quanto si è allontanato dal suo obiettivo tecnico per diventare politico all’80%. Il rapporto della CE rileva che, nonostante il ripristino del rispetto della Legge fondamentale e delle decisioni della Corte Costituzionale, ci sono ancora delle preoccupazioni sull’instabilità affrontata dalle istituzioni giudiziarie.




    L’esecutivo comunitario ha avuto di nuovo parole di plauso per l’attività dell’Agenzia nazionale per l’integrità e la Direzione nazionale anticorruzione (Dna), e ha ricordato che, ultimamente, sono raddoppiate le condanne nei casi di corruzione. Il rapporto sottolinea anche quanto siano importanti le nomine di un procuratore generale e di nuovi dirigenti della Dna, che diano prova di indipendenza, integrità e professionalità. (trad. Iuliana Anghel)

  • Parlamento: priorità della prima sessione 2013

    Parlamento: priorità della prima sessione 2013


    La revisione della Costituzione, il riassestamento territoriale, l’adozione dello Statuto dei parlamentari sono alcune delle priorità della nuova sessione parlamentare di Bucarest. Sia la maggioranza che l’opposizione hanno dichiarato all’unisono che desiderano la modifica della Legge fondamentale. Ma, se i democratico-liberali, il principale partito all’opposizione, si pronunciano per il rispetto dell’esito del referendum del 2009, quando i romeni hanno detto sì ad un parlamento monocamerale con un massimo di 300 membri, l’Unione social-liberale (al governo), si pronuncia per due camere con attribuzioni diverse. In seguito alle politiche dello scorso 9 dicembre, il Senato e la Camera dei Deputati contano attualmente quasi 600 membri. La revisione della Costituzione dovrebbe chiarire anche le attribuzioni del presidente e della Corte Costituzionale.




    Un’altra priorità dei parlamentari è la Legge sullo Statuto dei parlamentari, rinviata dal capo dello stato Traian Basescu al Legislativo. Basescu chiede, in particolar modo, il riesame delle modifiche relative alle situazioni di incompatibilità e al conflitto d’interessi che, nella sua opinione, sarebbero in contraddizione con le raccomandazioni della Commissione Europea nel recente rapporto sui progressi nella giustizia romena stilato nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica. Il presidente della Camera dei Deputati, il socialdemocratico Valeriu Zgonea ha detto che alcuni requisiti del presidente sono stati riuniti.




    “Il presidente ci raccomanda di discutere con l’Agenzia Nazionale per l’Integrità e con il Pubblico Ministero al fine di prendere queste misure, il che abbiamo già fatto. Ci raccomanda di discutere con le ong, con cui abbiamo avuto un dialogo, e accenna a due capitoli del precedente testo del Meccanismo di Cooperazione e Verifica, che noi abbiamo rispettato. Ci raccomanda di andare verso l’implementazione del Codice di Condotta, il che significa che i passi compiuti sono dei passi normali, corretti”, ha dichiarato Valeriu Zgonea.




    D’altra parte, nell’attuale sessione, i parlamentari affronteranno anche il riassestamento territoriale. Un progetto promosso dal Partito democratico-liberale prevede che le attuali 40 province siano sostituite da 8 province maggiori. L’Unione social-liberale propone invece 8 regioni di sviluppo, mentre l’Unione democratica magiari di Romania – 16. Il premier Victor Ponta ha ricordato che il riassestamento va attuato nel 2013, sottolineando che, in assenza di regioni riconosciute nella Costituzione, nella programmazione finanziaria 2014-2020 non si potrà più accedere a fondi europei. Sarebbe per la prima volta che cambierebbe la suddivisione amministrativa del territorio del Paese, dopo il 1968. (trad. Adina Vasile)

  • Parlamento: si torna in aula per prima sessione 2013

    Parlamento: si torna in aula per prima sessione 2013


    Dal 4 febbraio il Parlamento di Bucarest torna in aula per la prima sessione dell’anno, e la priorità assoluta è l’adozione della Finanziaria e della legge sulla previdenza per il 2013. Approvate la scorsa settimana in commissioni, le bozze andranno il 5 febbraio al dibattito plenario.




    La Finaziaria è stata elaborata tenendo in considerazione un target di crescita economica dell’1,6%, un’inflazione media annua del 4,3%, un tasso di cambio medio pari ai 4,5 lei per un euro, e un deficit di bilancio del 2,1% del Pil. Inoltre, la bozza di bilancio prevede anche incrementi salariali del 7,2% nel settore pubblico, praticamente il ripristino del livello anteriore ai tagli imposti nel 2010, nonchè le crescite pensionistiche del 4%.




    La maggioranza e l’opposizione hanno opinioni contrarie sulla Finanziaria. Mentre il Governo sostiene che, nel 2013, il budget rilancerà la crescita economica, l’opposizione, che ha inoltrato migliaia di emendamenti, di cui nessuno è passato, critica il ddl che considera un freno allo sviluppo del Paese.




    I democratico-liberali, che rappresentano il principale partito all’opposizione, sono del parere che il bilancio proposto dal Governo avrà un impatto negativo sull’intera popolazione, ma soprattutto sulla classe media, sui farmers e sull’imprenditoria.




    “E’ un bilancio della povertà, poichè il potere d’acquisto della popolazione cala da un giorno all’altro, e gli investimenti sono stati bassissimi, il che determinerà anche una riduzione dei posto di lavoro”, ha dichiarato l’ex ministro delle Finanze democratico-liberale, Gheorghe Ialomitianu.




    La replica del Governo è subito arrivata per la voce del ministro con la delega al Bilancio, Liviu Voinea. “Aumentano le pensioni, aumentano i salari, aumentano gli investimenti con fondi europei. Come mai potrebbe trattarsi di un bilancio della povertà? Il budget per il 2013 è prudente, equilibrato, e non uno di austerità, ha detto il ministro Voinea, aggiungendo che alla metà dell’anno potrebbe esserci anche un aggiustamento positivo.




    Allo stesso tempo, la maggioranza sostiene che la bozza della Finanziaria prevede spese superiori rispetto a quelle dello scorso anno, ma anche una migliore raccolta delle entrate.




    D’altra parte, il bilancio della previdenza sarà alimentato dai contributi al sistema pensionistico pubblico (73%), da quelli per gli infortuni sul lavoro e malattie professionali (0,6%), nonchè da sovvenzioni dal bilancio di stato (26,2%). (trad. Iuliana Anghel)

  • Fisco: cambia tassazione per le piccole imprese


    Dal 1 febbraio in Romania vige un nuovo Codice fiscale, che modifica, tra l’altro, la tassazione delle piccole imprese, ma anche le accise. Le piccole imprese saranno tenute a pagare un’imposta del 3% sui redditi, mentre il limite alle entrate che consentono a una ditta di essere inclusa nel sistema delle piccole imprese, scende dai 100.000 ai 65.000 euro.




    I piccoli imprenditori temono, però, che la tassazione, a prescindere dal fatto che sia ricavato o meno il profitto, lederà il loro affare. Il Codice fiscale aggiornato prevede la tassazione del 50% dei contratti di consulenza e servizi con le ditte registrate in Paesi considerati paradisi fiscali e negli stati con cui la Romania non ha firmato accordi per evitare la doppia imposizione.




    In questo modo, il Ministero delle Finanze vuole limitare il trasferimento dei profitti delle ditte di Romania verso altri stati, che lo farebbero per evitare la tassazione e non per ragioni economiche. La crescita delle accise per la birra aumenterà i perzzi del 2%, come indicano le prime stime.




    Saranno sottoposti a imposte anche i redditi ricavati dalla silvicoltura e dalla pesca, ma anche dall’allevamento e dallo sfruttamento del bestiame, compresa la valorizzazione dei prodotti di origine animale. Il nuovo Codice fiscale porta anche dei cambiamenti legati alle spese deducibili o alla tassazione supplemenatre delle compagnie che generano, trasportano e distribuiscono l’energia.




    Saranno concessi degli incentivi alle attività di ricerca e sviluppo, che saranno valorizzati a vantaggio proprio dai contribuenti nel Paese e nello spazio economico europeo. Il segretario di stato al Ministero delle Finanze, Dan Manolescu, spiega che i provvedimenti del nuovo Codice non avranno un impatto notevole sulla vita dei romeni.




    “Ritengo che per il cittadino normale non ci siano grandi implicazioni, dal momento che, in materia di tassazione diretta, voglio dire per le imposte sul reddito e per i contributi alla previdenza, le cose non cambiano affatto”, ha detto Manolescu.




    Nel successivo periodo, il Ministero delle Finanze esaminerà l’opportunità di ridurre la tassazione sul lavoro, al momento tra le più alte nell’Europa centro-orientale.




    D’altra parte, gli analisti finanziari richiamano l’attenzione che in Romania il livello di raccolta delle tasse sfiora l’80% al massimo, molto più basso rispetto ad altri stati dell’Ue. Una crescita al 90% migliorerebbe l’ambiente fiscale, spiegano gli stessi analisti. (trad. Iuliana Anghel)

  • Giustizia: rapporto CE, progressi Romania, ma servono ancora sforzi

    Giustizia: rapporto CE, progressi Romania, ma servono ancora sforzi


    La Romania ha compiuto dei progressi in materia di giustizia, ma non ancora sufficienti. E’ la conclusione del rapporto pubblicato dalla Commissione europea, nell’ambito del Meccanismo di cooperazione e verifica, che tiene ancora sotto monitoraggio la giustizia nel nostro Paese.




    La crisi politica e istituzionale della scorsa estate, che ha raggiunto l’apice con il referendum sulla revoca del capo dello stato, ha avuto un peso notevole nel precedente rapporto della Commissione, che faceva alcune raccomandazioni al gabinetto presieduto da Victor Ponta sul ripristino dello stato di diritto e il rispetto dell’indipendenza della giustizia.




    Il rapporto reso pubblico il 30 gennaio rileva che Bucarest ha tenuto in considerazione una parte delle raccomandazioni. Se le decisioni della Corte Costituzionale sono rispettate, la CE ritiene, invece, che ci siano delle restanze nel proteggere alcuni vertici del sistema giudiziario da attacchi, molti provenienti dai media.




    L’Agenzia nazionale per l’integrità e la Direzione nazionale anticorruzione hanno ottenuto nuovamente voti positivi dalla Commissione europea, che sottolinea il raddoppiamento dei casi di rinvio a giudizio nei fascicoli di grande corruzione.




    Le autorità di Bruxelles raccomandano una quanto più rapida selezione dei capi del Pubblico Ministero e della Direzione nazionale anticorruzione, in seguito a un processo trasparente, che porti in questi incarichi persone impeccabili in materia di integrità e professionalità.




    Invece, la CE ritiene che la lotta alla corruzione sia andata zoppicando per quanto riguarda gli acquisti pubblici. Il rapporto chiede le dimissioni dei ministri e dei parlamentari dichiarati incompatibili, mentre a quelli sotto inchiesta penale, va tolta l’immunità.




    Eppure, nonostante le critiche, il rapporto è migliore di quello presentato lo scorso luglio, ha dichiarato il portavoce dela CE, Mark Gray, negando qualsiasi legame formale tra il rapporto sulla giustizia e l’ingresso della Romania a Schengen. Invece, alcuni stati condizionano il voto favorevole all’entrata nello spazio di libera circolazione e i progressi della Romania nella riforma della giustizia e nella lotta alla corruzione.




    Per questo motivo, l’opposizione democratico-liberale rimprovera al governo dell’Unione social-liberale di essere responsabile per un possibile nuovo rinvio dell’ingresso a Schengen, a causa del modo poco convincente in cui si adopererebbe per consolidare lo stato di diritto.




    D’altra parte il Governo boccia come infondati i rimproveri impliciti del rapporto sulla presenza di alcuni ministri indagati per corruzione o con problemi di integrità, e afferma che le inchiesta su tre membri dell’esecutivo sono di altro tipo. (trad. Iuliana Anghel)