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  • Crisi: proroga per l’accordo preventivo Romania – FMI

    Crisi: proroga per l’accordo preventivo Romania – FMI


    Al termine della missione congiunta di due settimane con gli esperti della Commissione europea e della Banca mondiale, il capo della delegazione del Fondo monetario internazionale a Bucarest, Erik de Vrijer, ha dichiarato che raccomanderà al board la proroga dell’attuale accordo di tipo preventivo con la Romania per altri tre mesi, dopo la scadenza a fine marzo, per concedere al Governo il tempo necessario ad attuare le riforme strutturali assunte.


    Si tratta della riduzione degli arretrati, ma anche delle misure volte a rendere efficaci le compagnie statali, come la privatizzazione della Divisione Merci delle Ferrovie dello Stato, la quotazione del 15% delle azioni della compagnia Transgaz o l’avvio delle simili procedure per la neocreata Compagnia nazionale energetica Oltenia.


    I rappresentanti dei finanziatori internazionali spiegano che la Romania non può più contare su massicci influssi di investimenti stranieri diretti per accelerare la crescita economica, stimata dal FMI all’1,5% nel 2013.


    Per avere crescita economica, la Romania deve contare sui propri sforzi. Riteniamo che ci siano delle possibilità promettenti per ottenere questa cosa, come quella che il Governo rafforzi gli impegni per ottenere finanziamenti europei per i progetti infrastrutturali e non solo. Ma ciò non basta e, comunque, non ci si può basare solo su questo, poichè, spesso nel passato, siamo rimasti delusi dal livello di assorbimento effettivamente raggiunto. Perciò, ci siamo orientati verso settori economici in cui l’attività può essere migliorata e che sono in grado di contribuire alla crescita, come l’energia e i trasporti”, ha dichiarato Erik de Vrijer.


    Il rappresentante del FMI ha definito come molto equilibrato il bilancio per il 2013, sia come spese che come entrate alle casse dello stato, che consentiranno gli incrementi pensionistici del 4%, il ripristino dei salari nel settore pubblico al livello anteriore ai tagli del 25% imposti dall’austerità nel 2010, nonchè il pagamento degli oneri dello stato al sistema sanitario nei tempi previsti.


    Erik de Vrijer è fiducioso che il governo porterà a termine gli impegni assunti, però ha richiamato l’attenzione che, se non verranno attuati entro fine giugno, l’intesa col Fondo scadrà e non sarà più negoziato un altro accordo di prestito con la Romania. (trad. Iuliana Anghel)

  • Sanità: misure per riformare sistema

    Sanità: misure per riformare sistema


    In Romania è in dibattito pubblico la bozza del contratto-quadro per la concessione dell’assistenza sanitaria. Il ministro della Sanità Eugen Nicolăescu ha dichiarato che desidera un’ampia consultazione, per raccogliere pareri da un numero quanto maggiore di esponenti delle associazioni di pazienti, di assicuratori privati e patronati. Il ministro ha ammonito che, se dopo l’entrata in vigore del contratto-quadro, ci saranno ancora casi in cui i malati saranno inviati a comprarsi farmaci o materiali medici o sarà chiesta loro la bustarella per l’accesso in ospedale, i direttori dei rispettivi ospedali saranno licenziati. Inoltre, Nicolăescu ha annunciato che saranno realizzati audit, e i direttori degli ospedali che registreranno debiti per tre mesi consecutivi saranno sostituiti. Il Ministero della Sanità intende pagare, quest’anno, gran parte dei debiti accumulati negli ultimi anni dal sistema sanitario.



    Per quanto riguarda il sistema di copagamento dei servizi medici da parte di chi viene ricoverato in ospedale, cui si passera dal 1 marzo, il ministro ha sottolineato che si tratta di un contributo discreto da parte del paziente. La misura del Governo non è, però, gradita dalle associazioni dei malati. La Coalizione romena delle Organizzazioni di Pazienti con Malattie Croniche ritiene che il copagamento contravvenga alla Legge sulla sanità e colpisca i pazienti con bassi redditi. Inoltre, l’impegno del Governo nei confronti del FMI ad introdurre il sistema di copagamento contraverrebbe a quanto annunciato dal ministro della Sanità all’inizio dell’anno, ossia che la Romania non è preparata a passare ad un altro sistema, che includa il copagamento.



    Dal canto suo, il Collegio dei Medici si dichiara sorpreso dalla dichiarazione del capo della delegazione del FMI in Romania Erik de Vrijer, stando al quale il copagamento dovrebbe essere di 10 lei (pari a 2,3 euro) al giorno, durante il ricovero in ospedale. Il Collegio ritiene che l’esponente del FMI non abbia alcuna perizia nel funzionamento dei sistemi sanitari, e che, se la sua proposta fosse accettata, oltre l’80% dei romeni avrebbe accesso con grandi sforzi ai servizi ospedalieri. Molte delle modifiche del contratto-quadro per la concessione dell’assistenza medica sono legate e persino condizionate dalla Finanziaria 2013, attualmente al dibattito del Parlamento. La bozza della Finanziaria prevede 3,7 miliardi di lei per il pagamento dei debiti e 44 milioni per l’acquisto di apparechiature performanti. Stando al ministro della sanità, Eugen Nicolăescu, il bilancio, maggiore dell’anno scorso, riflette cosa può fare la Romania, in questo momento, affinchè la sanità resti una priorità.

  • Crisi: fine della missione FMI in Romania


    Dopo due settimane di colloqui con le autorità di Bucarest, gli esperti del Fondo monetario internazionale, della Commissione europea e della Banca mondiale hanno gradito, di principio, la sollecitazione delle autorità romene sulla proroga di tre mesi dell’accordo di tipo preventivo, dopo aver constatato dei ritardi in materia di riforme e impegni assunti.




    I creditori internazionali ritengono l’energia e i trasporti i principali settori che la Romania deve sviluppare, e valutano che le compagnie energetiche ricavano profitto, ma non sufficiente per giustificare investimenti. Inoltre, Bucarest deve attirare un livello quanto più alto di fondi europei. Gli esperti ritengono che la crescita quasi nulla nel 2012 è da attribuire all’agricoltura e ai ritardi nelle riforme.




    Per il 2013, il Fondo prevede una crescita dell’1,5%, e valuta che serve una cifra superiore. Inoltre, gli esperti ritengono che le autorità romene non hanno raggiunto i target sul deficit di bilancio in cash, sulla riduzione degli arretrati e sugli attivi esteri netti della Banca Centrale.




    Il FMI sottolonea, però, che la Romania ha raggiunto la più importante meta, precisamente quella sul deficit di bilancio calcolato secondo la metodologia europea, che, secondo le stime, è stata inferiore al 3% del Pil nel 2012.




    Da parte sua, il premier Victor Ponta ha spiegato che tra i risultati concreti della visita della delegazione congiunta del FMI, della CE e della BM si annovera l’accordo sulla forma finale della Finanziaria per il 2013 e sulla privatizzazione della Divisione Merci delle Ferrovie dello Stato.




    Il FMI ha definito il bilancio per il 2013 come abbastanza equilibrato, in quanto stanzia i fondi necessari a salari e pensioni, ma anche al cofinanziamento dei progetti europei. D’altra parte, il premier Ponta ha promesso che il Governo continuerà le misure volte a migliorare le attività delle compagnie statali.




    Le autorità di Bucarest hanno discusso con i creditori internazionali anche l’introduzione della partecipazione finanziaria dei romeni nel sistema sanitario a partire dal 1 marzo. Si tratta di una tassa di 10 lei (2,2 euro), che sarà incassata quando i pazienti vengono dimessi dall’ospedale. In questo modo, le autorità tentano di limitare le degenze ingiustificate o persino fittizie in ospedali.




    Invece, le associazioni dei pazienti criticano la misura, ritenendo che limiterà l’accesso della popolazione povera ai servizi sanitari. A fine anno sarà valutata l’efficacia del sistema e si deciderà se la partecipazione finanziaria sarà mantenuta o meno.




    Intanto, il governo romeno ha espresso l’interesse di firmare un nuovo accordo di tipo preventivo col FMI, in quanto, come ha spiegato il premier, consentirebbe il consolidamento dei risultati economici raggiunti lo scorso anno, e le prospettive per il 2013, che riguardano la stabilità, il tasso di cambio, la fiducia degli imprenditori, ma anche dei creditori dello stato romeno. (trad. Iuliana Anghel)

  • UE: commissario Ciolos, dal 2014 in vigore la nuova PAC

    UE: commissario Ciolos, dal 2014 in vigore la nuova PAC


    Già dalla sua istituzione, nel 1962, la Politica Agricola Comune (PAC) è stata sempre adattata per tenere il passo con i tempi. Le più nuove linee strategiche sono state decise tramite la Strategia Europa 2020, che apre una nuova prospettiva di sviluppo ai 27 stati membri dell’Unione europea. In questo quadro generale, a ottobre 2011 la Commissione europea ha presentato una serie di proposte legislative volte a rendere la PAC più efficace, e a portare a un’agricoltura più competitiva e durevole, nonchè a rendere più dinamiche le aree rurali.




    Le proposte hanno tenuto in considerazione anche i risultati del dibattito pubblico sulla nuova PAC, lanciato dal commissario per l’Agricoltura, il romeno Dacian Ciolos. Dopo i dibattiti sulle proposte legislative nel Parlamento e nel Consiglio europeo, si aspetta che le normative vengano adottate entro fine anno. Il commissario Ciolos ha ribadito che la nuova PAC entrerà in vigore dal 1 gennaio 2014, senza alcun ritardo. Inoltre, il commissario ha richiamato l’attenzione che servirà un periodo di transizione, che consenta alle autorità nazionali di applicare la nuova legislazione.




    “Servono periodi di transizione, perchè le leggi derivano da questo processo, e non perchè fossimo in ritardo con la decisione sulla riforma in sè”, ha dichiarato Dacian Ciolos. Al Consiglio europeo svoltosi a novembre 2012, la Romania, entrata nell’Ue con l’ultima tappa dell’allargamento, ha ottenuto fondi in più per l’agricoltura, precisamente una crescita graduale di cinque miliardi delle sovvenzioni per i pagamenti diretti agli agricoltori. (trad. Iuliana Anghel)




    Il ministro dell’Agricoltura romeno, Daniel Constantin, ha dichiarato che la Romania sta negoziando alla Commissione europea una serie di progetti finanziati dal fondo europeo di coesione, come quelli volti a rifare i sistemi di irrigazione. Inoltre, la Romania si propone di aumentare l’assorbimento dei fondi europei per cofinanziare progetti nazionali importanti. Il ministro ha spiegato che la bozza di bilancio per il 2013 stanzia una somma notevole al cofinanziamento, precisamente quasi la metà del budget del Ministero dell’Agricoltura.

  • Tutela sociale: maggiore difesa per gli “orfani bianchi”


    Il Governo di Bucarest sta preparando nuove modifiche alla legge che difende i diritti dell’infanzia, soprattutto per i cosiddetti “orfani bianchi”, cioè i minori rimasti a casa, in seguito alla partenza dei genitori a lavorare all’estero.




    Negli ultimi anni, il fenomeno ha provocato anche tragedie in cui alcuni bambini sono morti in assenza dei genitori. Il ministro del Lavoro e della Protezione sociale, Mariana Campeanu, ha rivolto alle autorità locali l’appello di impegnarsi di più nella tutela di questi bambini.




    “I nostri figli non sono solo i figli della nostra famiglia. I nostri figli sono anche i figli dei vicini, i figli dei rrom, i bambini abbandonati o disabili. Sono tutti i nostri figli e vorrei che la società nel suo insieme conceda una maggiore attenzione ai bambini, e faccio riferimento soprattutto alle comunità locali”, ha sottolineato il ministro.




    Per una migliore tutela dell’infanzia, il governo adotterà una serie di misure contro i genitori che vanno a lavorare all’estero o che si separano, trascurando poi i figli. Mariana Campeanu ha detto che le modifiche alla legge aumenteranno le attribuzioni delle autorità locali e introdurranno delle sazioni contro chi non fa i propri compiti.




    Il ministro propone un programma di cooperazione interministeriale e sostiene che molte delle misure che potranno essere prese a sostegno dei bambini dipendono da vari dicasteri. Mariana Campeanu ha spiegato che le prime discussioni si terranno col Ministero della Salute e che chiederà al vicepremier Liviu Dragnea di sollecitare ai prefetti una maggiore vigilanza in materia di incendi. Dall’inizio dell’anno, sette bambini sono morti nelle proprie case a causa degli incendi scoppiati in assenza dei genitori.




    Tutte le decisioni importanti per la salute e l’educazione dei minori vanno prese da entrambi i genitori, persino nel caso in cui non vivono insieme e solo uno ha la custodia del bambino. Un’altra modifica importante apportata alla legge obbliga i genitori che vanno a lavorare all’estero di annunciare le autorità 40 giorni prima, altrimenti rischiano delle multe.




    Al momento, oltre 2,7 milioni di romeni vivono e lavorano all’estero, nella maggior parte in Italia e Spagna. Gli psicologi spiegano che l’80% dei bambini rimasti in Romania ad essere badati dai parenti soffrono a causa dell’allontanamento temporaneo dei genitori.

  • Ue – Celac: Romania, aumentare esportazioni

    Ue – Celac: Romania, aumentare esportazioni


    I Paesi latinoamericani e caraibici rappresentano una soluzione per allargare le esportazioni romene e ridurre la dipendenza dalle evoluzioni negative affrontate dall’eurozona negli ultimi anni. Lo ha dichiarato il capo dello stato romeno, Traian Basescu, al termine del vertice dell’Unione europea e la Comunità degli stati latinoamericani e caraibici (Celac), svoltosi a Santiago del Cile.




    Il capo dello stato ha spiegato che il principale esito è stato l’accordo ragiunto dai leader partecipanti su un rapporto di partenariato strategico, con benefici commerciali notevoli, dato che nel 2012 l’interscambio commerciale tra le due regioni è ammontato a 200 miliardi di euro.




    Traian Basescu ha spiegato che un’altra ragione per la quale gli europei sono interessati a consolidare questo partenariato è che le economie congiunte dell’Ue e della Celac costituiscono un terzo del Pil mondiale. Negli ultimi dieci anni, l’Ue ha investito circa 400 miliardi di euro nella regione dell’America Latina e dei Caraibi. Il capo dello stato ha fatto riferimento agli interessi della Romania.




    “Se l’Ue ha interessi così grandi in questo partenariato, interessi almeno uguali a quelli degli stati della Celac, quali sono gli interessi della Romania? Vi farei una cifra: fino a novembre 2012, l’interscambio tra la Romania e gli stati dell’America Latina sono aumentati del 47%, e abbiamo anche una leggera eccedenza. Nei primi 11 mesi dello scorso anno, la Romania ha esportato 700 milioni di euro, gli stati dell’America Latina hanno esportato 600 milioni di euro. Si tratta di una crescita esplosiva”, ha detto il capo dello stato.




    Traian Basescu ha detto inoltre che le imprese romene hanno la chance di tornare sui mercati dell’America Latina, dati gli accordi commerciali già esistenti o che saranno firmati tra l’Ue e i Paesi della zona.




    “Il quadro creato da questo vertice consentirà alle imprese romene di diversificare i mercati di esportazione, poichè così come negli ultimi 2-3 anni è stata ripresa la presenza sui mercati del mondo arabo, così dobbiamo tornare anche sui mercati del Sudamerica, entrare su quelli caraibici, per non essere più talmente dipendenti da quanto accade all’interno dell’Ue. La lezione dell’eurozona, che ha leso anche la Romania, la stiamo vivendo ancora oggi, l’abbiamo vissuta anche lo scorso anno, la vivremo anche nel 2013, e auspichiamo che dal 2014 le cose vadano meglio. Però è chiaro che gli stati di Celac sono una soluzione per allargare il nostro commercio con l’estero”, ha aggiunto il capo dello stato.




    Traian Basescu ha fatto riferimento anche alla prospettiva di alcune aziende romene di ottenere ottimi contratti dopo una serie di missioni economiche nella regione, e ha fatto l’esempio della compagnia Astra di Arad (ovest), che ha ricevuto offerte dal Brasile di esportare carrozze viaggiatori, anche per le metropolitane o carri merci. (trad. Iuliana Anghel)

  • Compagnie: insolvenza per lo stabilimento chimico Oltchim

    Compagnie: insolvenza per lo stabilimento chimico Oltchim


    Resta incerta la sorte del colosso chimico di Ramnicu Valcea (sud). L’unica soluzione a breve termine individuata dal Governo e approvata dal Consiglio di amministrazione dell’azienda Oltchim è l’insolvenza, applicata anche per la Hidroelectrica, un’altra grande compagnia statale che si confronta con gravi problemi.




    L’insolvenza è l’unica modalità che consente alle compagnie altamente indebitate di ottenere una proroga dai creditori, e anche la tregua per riorganizzarsi per diventare più efficaci. I debiti di Oltchim ammontano ai 600 milioni di euro. La prima opzione dell’azienda era stata la privatizzazione, però, lo scorso autunno, il tentativo di vendere il pacchetto azionistico di maggioranza si è concluso con un clamoroso fallimento.




    Mentre i dirigenti di Oltchim sostengono che l’insolvenza è l’unica misura in grado di rinvigorire l’azienda, i leader sindacali la guardano con riserbi e minacciano con nuove proteste se il governo non assumerà l’impegno di un sostegno finanziario di 45 milioni di euro, necessario per far ripartire la produzione.




    I dipendenti temono che la Oltchim seguirà il modello della compagnia Hidroelectrica, dove il piano di riorganizzazione proposto dopo l’insolvenza significa anche licenziamenti. L’annuncio sull’insolvenza ha determinato il calo delle azioni Oltchim in borsa del 15%.




    L’azienda è arrivata in questa situazione critica a causa dei grandi costi di produzione, della presenza di troppi intermediari nella vendita dei suoi prodotti, ma anche del personale in eccesso. Il caso non è, però, singolare tra le compagnie statali romene, di cui molte non redditizie e indebitate.




    Tramite l’accordo con il Fondo monetario internazionale, la Commissione europea e la Banca mondiale, le autorità di Bucarest si sono impegnate a portare a termine la riforma delle aziende statali, di cui una parte strategiche. Il FMI, in missione di valutazione in questi giorni a Bucarest, ha constatato, però, dei ritardi.




    Oltre allo stabilimento chimico di Oltchim, per il quale anche il FMI ha visto l’insolvenza come unica soluzione, la lista include anche la Divisione Merci delle Ferrovie, la cui privatizzazione è stata dichiarata la priorità massima nel settore dei trasporti. Invece, per la compagnia di bandiera Tarom è stata decisa una scadenza di sei mesi per la vendita del 20% delle azioni.




    Per quanto riguarda le compagnie energetiche, le autorità hanno promesso di vendere in borsa entro aprile i pacchetti di maggioranza la Transgaz e la Nuclearelectrica. Le altre aziende statali del settore potranno essere privatizzate entro i primi tre mesi del 2014. (trad. Iuliana Anghel)

  • Finanziaria 2013: ok del Governo a bozza, segue dibattitto Parlamento

    Finanziaria 2013: ok del Governo a bozza, segue dibattitto Parlamento


    Il Governo di Bucarest ha dato luce verde ai ddl sulla Finanziaria e sulla previdenza per il 2013, che andranno ora all’esame del Parlamento. La normativa ha come obiettivo lo sviluppo economico della Romania, come dichiara il ministro delle Finanze, Daniel Chitoiu, precisando che la bozza è stata elaborata tenendo in considerazione indici macroeconomici in crescita rispetto allo scorso anno.




    “Abbiamo previsto una crescita dell’1,6% del Pil e un’inflazione del 4,3%. Le entrate totali alle casse dello stato rappresentano il 33,6% del Pil, di cui le spese il 35,7%, mentre il deficit è pari al 2,1%”, ha dichiarato Daniel Chitoiu.




    Da parte sua, il ministro con la delega al Bilancio, Liviu Voinea, ha annunciato che le spese previste per il 2013 sono superiori a quelle del 2012 di 15,4 miliardi di lei (3,5 miliardi di euro).




    “5,4 miliardi di lei vanno alle spese di personale, di cui 4,5 miliardi significano il ripristino degli stipendi nel settore pubblico (al livello precedente ai tagli del 25% imposti nel 2010, alla luce della crisi economica — ndr). 900 milioni di euro saranno destinati all’applicazione di alcune sentenze giudiziarie sui diritti salariali, mentre 3,1 miliardi aumentano le spese per beni e servizi, ma, in realtà, aumentano per consentire il pagamento degli arretrati nel campo della sanità”, ha detto il ministro.




    Il premier Victor Ponta ha definito il bilancio come realistico, spiegando che consentirà il mantenimento degli investimenti e lo stanziamento di più fondi al cofinanziamento dei progetti europei. Equilibrato e ragionevole, il nuovo budget permetterà alle autorità di attenersi agli impegni assunti davanti al Fondo monetario internazionale, alla Commissione europea e alla Banca mondiale, ma anche a quelli di aumentare lo stipendio minimo a 800 lei (180 euro) e le pensioni del 4%, ha detto inoltre il premier.




    Però, i soldi andranno anche al pagamento di debiti più vecchi. Intanto, un pacchetto di misure fiscali adottato nei giorni scorsi dovrebbe portare in più alle casse dello stato 2,9 miliardi di lei (circa 650 milioni di euro). Si tratta di una serie di tasse e imposte speciali nell’agricoltura, energia e risorse naturali.




    Il 28 gennaio, la bozza della Finanziaria, così come è stata concordata con la missione congiunta del FMI, della CE e della BM, andrà all’esame delle commissioni parlamentari. I dibattiti in plenaria cominceranno il 5 febbraio. (trad. Iuliana Anghel)

  • Parlamento:nuovo statuto per deputati e senatori

    Parlamento:nuovo statuto per deputati e senatori


    Dopo accesi dibattiti, ma a larga maggioranza, i senatori e deputati romeni hanno adottato un nuovo Statuto, che impone tagli alle spese, vieta l’assunzione di parenti negli uffici parlamentari, ma consente ai parlamentari di ricoprire simultaneamente anche altri incarichi in campi come l’istruzione e la ricerca. Per quanto riguarda l'immunità, la procedura di fermo, arresto e perquisizione nei confronti di un membro del Parlamento resta immutata, ma il suo mandato cessa solo se c’è una decisione definitiva che constata l’incompatibilità oppure il conflitto d’interessi.




    Secondo le precedenti regolamentazioni, le Commissioni giuridiche del Parlamento valutavano le richieste di avvio di indagini nei confronti dei parlamentari e offrivano un giudizio consultivo, seguito dal voto obbligatorio del Parlamento in seduta comune. Con le modifiche approvate, non si giungerà più al voto nel Parlamento se le commissioni bocceranno le richieste dei procuratori, i quali devono presentare “motivi concreti e giustificati”.




    Il presidente della Camera dei Deputati, Valeriu Zgonea, ha spiegato che il nuovo Statuto contiene provvedimenti che si ritrovano anche in quello degli eurodeputati ed è stato adottato dall'apposita commissione attraverso il dialogo politico. La modifica era necessaria, afferma Valeriu Zgonea, in quanto la precedente normativa risaliva al 2006, quando la Romania non era membro dell’Ue e non esisteva l’Agenzia Nazionale per l’Integrità.




    “Il Pubblico Ministero e l’Agenzia Nazionale per l’Integrità hanno accettato le nostre modifiche. Noi abbiamo stabilito alcune procedure che ci permettano di sapere sin dall’inizio cosa fare nei prossimi 4 anni”, ha affermato Zgonea.


    Il nuovo Statuto dei parlamentari ha consolidato l’immunità dei deputati e senatori, “cosmetizzandolo”, ritiene il deputato Ioan Oltean dell'opposizione democratico-liberale.




    “L’immunità è stata consolidata, il conflitto d’interessi incoraggiato. Per questi motivi, il gruppo parlamentare del Partito democratico-liberale ha votato contro”, ha dichiarato Oltean.




    Entrati per la prima volta a far parte del Parlamento di Bucarest dopo le politiche del 9 dicembre, i parlamentari del Partito del popolo – Dan Diaconescu hanno rifiutato di partecipare ai dibattiti.




    “Noi riteniamo che oltre all’immunità normale, stipulata a livello europeo, che il parlamentare deve avere nell’attività politica, e non dal punto di vista penale, non debba esistere nessun altro provvedimento nelle futura Costituzione della Romania o in qualsiasi altro regolamento”, ha affermato il senatore Tudor Barbu del Partito del popolo.




    A sei anni dall’ingresso nell’Ue, la Romania è ancora vista come un Paese in cui è necessaria una lotta alla corruzione più decisa. I precedenti rapporti della Commissione Europea, che sta monirotando la giustizia romena, hanno criticato il Parlamento perchè avrebbe cercato di ostacolare le indagini penali.

  • Crisi: verso riforma compagnie statali

    Crisi: verso riforma compagnie statali


    La riforma delle compagnie a capitale statale e i ritardi della Romania nel rispettare gli impegni assunti sono stati al centro dei colloqui svolti a Bucarest dalla delegazione del Fondo Monetario Internazionale con esponenti dei Ministeri dell’Economia, dei Trasporti e dell’Energia. Tra le compagnie nel mirino lo stabilimento chimico Oltchim Ramnicu Valcea, le Ferrovie Merci, la Transgas e la compagnia aerea di bandiera Tarom.


    Dopo l’incontro con i finanziatori internazionali, il ministro dei Trasporti Relu Fenechiu ha dichiarato che la privatizzazione delle Ferrovie Merci è diventata la priorità numero uno del suo dicastero. Stando a Fenechiu, data la situazione economica della compagnia, una ripresa è possibile solo in seguito ad un investimento privato. Nel caso della Tarom, dovrebbe essere venduto un pacchetto di minoranza del 20% delle azioni. Il termine limite fissato per ambedue le compagnie è di sei mesi. Relu Fenechiu ha pure precisato che, entro un massimo di 90 giorni, tutte le compagnie nel subordine del ministero avranno manager professionisti. Anche con il Ministero dell’Economia sono state convenute nuove scadenze per la quotazione in borsa, ma anche per la designazione di manager professionisti.


    “Abbiamo presentato il nostro punto di vista alla Commissione Europea, al FMI e alla Banca Mondiale. In linea di principio, la delegazione è stata d’accordo che la nostra formula è quella corretta”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Varujan Vosganian.


    “Abbiamo scadenze fino a fine aprile per la vendita in borsa dei pacchetti di minoranza, soprattutto della Transgas e NuclearElettrica, e, ovviamente, il secondo semestre del 2013 e l’inizio del primo trimestre del 2014 per le altre compagnie. Le prime per cui sarà organizzata la selezione dei manager sono Transgaz, Nuclearelectrica e Romgaz”, ha precisato, dal canto suo, il ministro delegato per l’Energia, Constantin Nita.


    Il ministro ha pure annunciato che, dal 1 febbraio, le compagnie che sfruttano risorse minerarie, ma anche i distributori e trasportatori di gas ed energia elettrica pagheranno tasse supplementari. Nita ha dato assicurazioni che l’introduzione delle nuove tasse non avrà impatto sui costi delle compagnie, ma solo sui profitti, e che le tariffe non si ritroveranno in quelle finali per i consumatori.


    “È una misura a breve termine e tutti devono sostenere lo sforzo che compie il Paese per superare la crisi. È ora che tutte le compagnie, se hanno avuto debiti bassi per anni e hanno registrato ingenti ricavati, partecipino a questo sforzo collettivo della società. L’ordinanza prevede chiaramente che le nuove tasse non si ritrovino nel prezzo finale per il consumatore, bensì solo nel profitto”, ha spiegato il ministro.


    D’altra parte, l’Autorità nazionale di regolamentazione nel settore energetico ha deciso che i produttori di gas naturali saranno obbligati a vendere, tramite aste pubbliche, il 45% delle quantità di gas estratte nel 2013. Attualmente, i gas di produzione interna sono venduti al prezzo raccomandato dall’Autority, pari ad un terzo del prezzo d’importazione.

  • Finanziaria 2013: un nuovo passo verso l’approvazione

    Finanziaria 2013: un nuovo passo verso l’approvazione


    Rinviata alla fine dello scorso anno dopo l’insediamento del nuovo governo, in seguito alle elezioni politiche svoltesi il 9 dicembre in Romania, la bozza della Finanziaria per il 2013 è, praticamente, pronta, e andrà nei giorni prossimi al dibattito del Parlamento.




    Il bilancio sarà accompagnato da modifiche al Codice fiscale, che dovrebbero entrare in vigore dal 1 febbraio. Si tratta della tassazione per le imprese con un giro d’affari inferiore ai 65.000 euro, di un’imposta aggiuntiva al fatturato nello sfruttamento delle risorse naturali, ma anche alle compagnie energetiche. Dovranno pagare una tassa anche i farmers che ricevono sussidi e non dichiarano profitto.




    “Si tratta di una tassa speciale per le imprese che sfruttano le risorse naturali, oro, greggio, gas. Per quanto riguarda l’imposta agricola, faremo sicchè praticamente tutti quanti ricevono sussidi dall’Agenzia per i pagamenti e gli interventi nell’agricoltura, paghino un’imposta inferiore a quella attuale, applicabile, però, a un numero quanto più alto. La misura interessa i proprietari di superficie superiori ai due ettari e, nel settore zootecnico, sarà applicata per un certo numero di capi bestiame, ma non per quelli allevati per il consumo proprio”, ha spiegato il premier Victor Ponta.




    Tutte le misure sono state discusse con i rappresentanti del Fondo monetario internazionale, in missione congiunta a Bucarest con esponenti della Commissione europea e della Banca mondiale, per valutare l’accordo di tipo preventivo. Il FMI ritiene che l’intenzione di aumentare le tasse nel campo delle risorse naturali, anche se giustificata al fine di aumentare le entrate alle casse dello stato, potrebbe diminuire gli investimenti nel settore energetico.




    D’altra parte, gli esperti del FMI sostengono anche il mantenimento dei finanziamenti pubblici per le strutture ospedaliere private, che il governo contempla di diminuire. Discusse anche la questione degli arretrati nel sistema sanitario e la necessità che lo Stato paghi le fatture in tempo, soprattutto alla luce dell’entrata in vigore di una direttiva europea in tal senso, a partire dal mese di marzo.




    Tra le misure annunciate dal governo Ponta, anche la crescita graduale dello stipendio minimo, che il 1 luglio salirà a 800 lei, cioè più di 180 euro. Il programma governativo dell’Unione social-liberale prevede la crescita dello stipendio minimo ai 1.000 lei entro il 2016.

  • Algeria: rimpatriate le salme dei romeni morti in crisi ostaggi

    Algeria: rimpatriate le salme dei romeni morti in crisi ostaggi


    Un aereo militare ha rimpatriato le salme dei due romeni deceduti durante la crisi degli ostaggi in Algeria, in cui sono rimasti morti decine di dipendenti stranieri di un sito petrolifero del Paese. Circa 700 algerini e un centinaio di stranieri, tra cui anche tre romeni, sono riusciti a scappare o sono stati salvati dall’esercito.




    All’incontro annuo con gli ambasciatori stranieri accreditati a Bucarest, il presidente romeno Traian Basescu ha dichiarato che il terrorismo si trova al confine meridionale dell’Unione europea, e ha sottolineato che le autorità romene non possono superare quanto è accaduto in Algeria senza dare una risposta, che verrà quando sarà ultimata la valutazione della crisi degli ostaggi.




    “Le vicende avvenute in Algeria hanno riconfermato il fatto che gruppi terroristici forti sono capaci di uccidere i nostri cittadini. A questo punto, dobbiamo domandarci come difendiamo i nostri cittadini. Non possiamo superare le vicende dell’Algeria senza fare questa domanda a noi stessi. Quando vanno a lavorare con le nostre compagnie in terra straniera, partono col sentimento che il loro Stato li difenderà”, ha dichiarato Traian Basescu.




    Da parte sua, il premier Victor Ponta ha spiegato di non aver nulla da rimproverare all’unità di crisi sulla situazione degli ostaggi, istituita a Bucarest.




    “Dal mio punto di vista, l’unità di crisi ha fatto il suo compito. Per il resto, quello che è accaduto sul campo non è una cosa attinente alle autorità romene, così come non è attinente alle altre autorità dei nostri partner europei. L’intervento è appartenuto alle autorità algerine”, ha detto il premier.




    Anche il ministro degli Esteri, Titus Corlatean, è stato ascoltato dalle Commissioni Esteri della Camera e del Senato, le quali hanno valutato che l’unità di crisi ha fatto il proprio compito. Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha deplorato il fatto che le autorità algerine non hanno comunicato in tempo che il secondo romeno, deceduto in ospedale, era in gravi condizioni.




    Invece, l’ambasciatore algerino a Bucarest sostiene che non c’è stato alcun problema di comunicazione da parte delle autorità del suo Paese, per quanto riguarda gli ostaggi romeni. (trad. Iuliana Anghel)



  • Algeria: Bucarest continuerà a combattere il terrorismo

    Algeria: Bucarest continuerà a combattere il terrorismo


    L’attacco dei terroristi islamici connessi all’Al-Qaida contro un sito petrolifero in Algeria ha avuto come vittime anche due dei cinque romeni che lavoravano alla compagnia multinazionale di In Amenas. Tre sono riusciti a mettersi in salvo e sono stati rimpatriati.


    La morte del secondo romeno, avvenuta in ospedale, a causa delle gravi ferite, è stata annunciata dalle autorità algerine appena domenica, dopo che sabato a Bucarest si credeva che ci fosse stata un’unica vittima romena.


    Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha espresso la profonda delusione per il fatto che le autorità algerine non hanno comunicato in maniera corretta e tempestiva le informazioni sulle condizioni di salute del connazionale. Dopo questo episodio sanguinoso collegato alla crisi in Mali, il cui nord è controllato dagli islamisti, i politici stanno cercando delle soluzioni durevoli per prevenire simili situazioni.


    “Quello che è accaduto ora, in una zona lontana dalla Romania, quello che accadrà in Mali, lede noi tutti. E può ledere anche la vita dei cittadini romeni all’estero”, ha dichiarato il capo della diplomazia di Bucarest, Titus Corlatean. E’ compito della Romania, all’interno dell’UE, e nell’ambito della collaborazione con i partner internazionali, continuare a contribuire in maniera risoluta al contrasto al terrorismo internazionale laddove si manifesta, anche più lontano dai confini del Paese, per impedire il suo avvicinamento, ha aggiunto il ministro.


    A questo punto, la Romania potrebbe inviare in Mali dei militari che addestrino l’esercito del Paese. Il premier Victor Ponta ha spiegato che una simile decisione potrebbe essere presa proprio nei giorni prossimi, alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa, in programma il 5 febbraio.


    “Ne ho parlato con il capo dello stato. Ne parleremo alla seduta del Consiglio Supremo di Difesa che si terrà fra qualche giorno e prenderemo delle decisioni. Però la decisione di principio è quella di tutti i responsabili politici di Romania, presidente, governo. Presenteremo, se e quando sarà necessario, anche un’informazione al Parlamento, per essere solidali ai nostri partner europei nel caso del Mali. Non si tratta di un conflitto tra la Francia e qualcun’altro, bensì di un’operazione assunta dalla Francia e dall’Ue, per combattere dei pericoli imminenti di estremismo e terrorismo”, ha dichiarato il premier. (trad. Iuliana Anghel)

  • Parlamento: in aula dopo le politiche del 9 dicembre

    Parlamento: in aula dopo le politiche del 9 dicembre


    Riaprono le aule del Parlamento romeno per i deputati e i senatori eletti alle politiche del 9 dicembre, che dovranno in primo luogo adottare il proprio budget. L’argomento ha scatenato dibattiti accesi, dal momento che sono previsti importanti tagli per rientrare nei limiti previsti dalla bozza della Finanziaria per il 2013.


    Rispetto alla precedente legislatura, quella attuale conta un centinaio di deputati e senatori in più, che hanno vinto i seggi tramite la redistribuzione. Comunque, il premier Victor Ponta ha annunciato che, complessivamente, i fondi destinati all’attività del Parlamento rimarranno allo stesso livello, il che significa che ogni eletto riceverà soldi in meno.


    Tra l’altro, sarà dimezzata a circa 900 euro l’indennità destinata all’alloggio dei parlamentari, che dovranno anche pagare dalla propria tasca le riparazioni delle auto di servizio. Sempre questa settimana dovrebbero essere votate anche le modifiche allo statuto dei deputati e dei senatori, tra cui alcuni chiarimenti legati ai conflitti d’interesse o all’immunità.


    Il segretario dell’Ufficio permanente della Camera, Eugen Nicolicea, ha spiegato che le decisioni definitive sull’incompatibilità dei parlamentari non saranno più votate dal Senato o dalla Camera, però il mandato dovrebbe scadere per effetto della legge.


    Inoltre, il nuovo statuto includerà, in prima, sanzioni per il parlamentare in situazione di conflitto d’interesse, come il divieto di partecipare alle sedute plenarie per sei mesi al massimo, periodo in cui non beneficierà di indennità o auto di servizio, ha aggiunto Nicolicea.


    La revisione della Costituzione, volta a ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni dello stato, la modifica della legge elettorale al fine di prevenire la situazione attuale in cui il numero degli eletti è aumentato notevolmente in tempi di crisi, nonchè la regionalizzazione della Romania, sono altrettanti argomenti sull’agenda del nuovo Parlamento.


    Il vicepremier Liviu Dragnea, che è anche ministro per lo Sviluppo, spiegava di recente che la regionalizzazione non avverrà in base a criteri etnici, bensì a quelli economici e di sviluppo. Il nuovo riassestamento territoriale, volto in primo luogo a ridurre i gap di sviluppo, prevede una divisione per otto regioni e dovrebbe essere ultimato entro la fine dell’anno. (trad. Iuliana Anghel)

  • Crisi in Mali: possibile partecipazione di Romania a missione Ue

    Crisi in Mali: possibile partecipazione di Romania a missione Ue


    La crisi internazionale in Mali, uno dei più poveri Paesi dell’Africa, reca l’impronta di Al Qaida. Un gruppo armato affiliato alla rete terroristica ha preso in ostaggio presso un sito petrolifero britannico nella confinante Algeria oltre 40 cittadini di 12 Paesi, come rappresaglie all’intervento aereo e terrestre dei militari francesi contro i ribelli islamisti in Mali. La Romania, che si annovera tra i Paesi con cittadini presi in ostaggio in Algeria, ha annunciato l’insediamento di un’unità di crisi nazionale.



    Alla riunione straordinaria convocata in seguito alla crisi in Mali, a Bruxelles, i ministri degli Esteri Ue hanno dato il via libera all’istituzione di una missione per la formazione e riorganizzazione dell’esercito di questo Paese, che conterà 200 istruttori militari e 250 agenti di sicurezza. La missione addestrerà le forze governative nella lotta contro i ribelli islamisti. La Francia ha annunciato che il numero dei suoi militari dislocati in Mali, ex colonia francese, crescerà da oltre 1.400 a 2.500. Al vertice di Bruxelles la Romania è stata rappresentata dal ministro degli Esteri Titus Corlatean, il quale ha dichiarato che il nostro Paese potrebbe partecipare alla missione militare europea in Mali.



    “Siamo in una fase abbastanza avanzata di riflessione istituzionale, di considerazione di un contributo concreto all’operazione dell’Ue, e voglio precisare che si tratta di una possibilità. Possiamo parlare di personale per le operazioni di addestramento dell’esercito del Mali, forse elementi di Stato Maggiore ed equipaggiamento, logistica per l’addestramento. Le discussioni svolte e le informazioni ricevute alla riunione di Bruxelles hanno consolidato la mia posizione sulla necessità di un contributo della Romania allo sforzo necessario per il contrasto del terrorismo”, ha dichiarato Corlatean.



    Il capo della diplomazia romena ha pure affermato che, al termine del vertice di Bruxelles, ha svolto colloqui con i suoi colleghi interessati alla situazione in Algeria, con i quali ha stabilito di mantenere un contatto permanente per quanto riguarda la situazione degli ostaggi. Corlatean ha condannato le azioni dei gruppi terroristici che sostengono la violenza e l’estremismo religioso e aumentano il rischio di destabilizzazione per l’intera regione subsahariana. Il ripristino della stabilità ed integrità territoriale del Mali deve essere una delle principali priorità dell’Ue, ha aggiunto il ministro. Il capo della diplomazia romena ha sottolineato la necessità che l’UE continui a sostenere le autorità di Bamako in vista del ripristino dell’ordine costituzionale tramite l’organizzazione di elezioni generali al più presto possibile.