Tag: Romania

  • Preoccupazioni per la Romania

    Preoccupazioni per la Romania

    Considerata un partner essenziale nell’architettura di sicurezza euro-atlantica, grazie alla sua posizione strategica sul fianco orientale della NATO, e una voce ferma in un’Unione europea pienamente impegnata ad aiutare l’Ucraina aggredita, la Romania non solo non ha deluso, ma non ha offerto, finora, nemmeno il minimo motivo di preoccupazione. Le cose sono drammaticamente cambiate dopo il primo turno delle elezioni presidenziali, vinto da un indipendente promosso copiosamente su TikTok, un detrattore della NATO e dell’UE, ammiratore della Russia di Putin e di alcune figure tenebrose del periodo tra le due guerre, fascisti antisemiti, promotore della nazionalizzazione delle risorse e di un’economia autarchica.

    Il suo successo non è stato casuale: i servizi segreti hanno dimostrato ulteriormente gravi ingerenze nel processo elettorale e il fatto che la Russia sta conducendo una guerra ibrida contro lo stato romeno. Gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione in riferimento ai rapporti sul coinvolgimento della Russia nelle elezioni. Il Dipartimento di Stato ha ammonito che l’allontanamento della politica estera romena dalle sue alleanze occidentali avrebbe un grave impatto negativo sulla cooperazione in materia di sicurezza con gli Stati Uniti. Il segretario di stato Antony Blinken ha detto che le autorità romene hanno rivelato uno sforzo russo su larga scala e ben finanziato per influenzare le elezioni presidenziali.

    Sei ex ambasciatori americani a Bucarest hanno trasmesso un messaggio ai romeni, esprimendo la loro preoccupazione per il fatto che la Romania è stata target di un massiccio attacco informatico e sui social media, orchestrato da un attore statale. Nella lettera Alfred Moses, James Rosapepe, Michael Guest, Nicholas Taubman, Hans Klemm e Adrian Zuckerman si dichiarano fiduciosi che il popolo romeno considererà questi attacchi da parte di alcuni stati autoritari come colpi di stato falliti e non permetterà loro di erodere la vicinanza che gli Stati Uniti hanno sempre avuto con la Romania.

    “La Romania non ha un amico migliore degli Stati Uniti, e gli Stati Uniti apprezzano profondamente questa relazione. Insieme, i popoli della Romania e degli Stati Uniti raggiungeranno la pace, la democrazia e la prosperità”, si legge nella lettera. Anche Berlino ha reagito: “I rapporti delle autorità romene mostrano che la disinformazione russa sta influenzando le elezioni presidenziali in Romania: Putin vuole dividerci e minare l’unità all’interno dell’UE e della NATO. Ma l’Europa resta forte. Insieme proteggeremo le nostre democrazie dalle minacce ibride”, ha trasmesso il Ministero degli Esteri tedesco.

    Questo contesto elettorale teso e le incertezze hanno diminuito anche la fiducia degli analisti nell’economia romena. L’indicatore di fiducia macroeconomica dell’Associazione CFA Romania è calato a novembre di 13,5 punti, raggiungendo il valore di 31,4 punti, il livello più basso registrato da luglio 2020, durante la pandemia, fino ad ora, in un contesto di incertezza politica estremamente elevata e di un forte aumento dell’avversione al rischio degli investitori, ha sottolineato il presidente dell’associazione Adrian Codirlaşu. L’analista ha spiegato che si anticipa un leggero aumento dell’inflazione, intorno al 5% nel prossimo anno, tassi d’interesse più alti sui prestiti dello stato e un lieve deprezzamento della moneta nazionale, il leu.

  • Commissione Europea – decisione su TikTok

    Commissione Europea – decisione su TikTok

    È uno dei temi più discussi attualmente a livello europeo, dalle istituzioni e autorità fino alla stampa: una campagna ben organizzata sulla piattaforma TikTok, da milioni di dollari, avrebbe sostenuto il candidato indipendente alle presidenziali in Romania, Călin Georgescu, al primo turno del 24 novembre, anche se lui dice di non aver speso nulla per la sua campagna elettorale.

    Partendo da questo presupposto, la Commissione Europea ha annunciato giovedì di aver intensificato il monitoraggio di TikTok ai sensi della legge europea sui servizi digitali. La Commissione ha precisato che la misura è legata all’esercizio delle competenze dell’Esecutivo comunitario in conformità con la legge sopra menzionata e non affronta il processo elettorale in Romania, che è una questione attinente alle autorità romene e, in fin dei conti, al popolo romeno.

    La Commissione ha ordinato a TikTok di mantenere senza modifiche tutte le informazioni sulla piattaforma e nel sistema in relazione a tutte le elezioni nell’Unione Europea tra il 24 novembre 2024 e il 31 marzo 2025. Ciò, nel caso venisse disposta un’ulteriore indagine della Commissione sull’osservanza degli obblighi di TikTok. L’Esecutivo comunitario, che ha precisato di non prendere, in questa fase, alcuna posizione in merito alla possibilità che la piattaforma abbia violato i suoi obblighi legali, ha inoltre convocato un incontro di tutti gli stati membri a livello di autorità che coordinano l’applicazione della legislazione in materia di servizi digitali, nonché una riunione sui temi della cybersecurity.

    I rappresentanti di TikTok, ascoltati in precedenza al Parlamento Europeo, hanno dichiarato che negli ultimi tre mesi sono stati rimossi dalla piattaforma 66.000 account falsi, 10 milioni di finti follower e 1.000 account che pretendevano di appartenere a candidati alle elezioni in Romania. Allo stesso tempo, la direttrice delle politiche pubbliche e delle relazioni governative di TikTok, Caroline Greer, ha insistito che, nel caso delle elezioni presidenziali in Romania, la piattaforma non è responsabile del fatto che alcune informazioni non siano state segnalate elettoralmente.

    Stando al corrispondente di Radio Romania a Bruxelles, se a seguito delle verifiche effettuate dalla Commissione fosse accertato che TikTok non ha rispettato la normativa europea sui servizi digitali, potrà ricevere sanzioni che potranno arrivare fino al 6% del fatturato globale annuo e, in caso di violazioni ripetute, al divieto temporaneo della piattaforma nello spazio europeo, fino a quando i problemi non saranno rimediati. Per quanto riguarda la Romania, solo le autorità nazionali potranno prendere decisioni, dalle indagini alle eventuali sanzioni per individui o gruppi di persone.

  • Romania sotto attacco informatico

    Romania sotto attacco informatico

    Con un gesto meno consueto, il presidente Klaus Iohannis ha declassificato i documenti presentati nella più recente riunione del Consiglio Supremo di Difesa del Paese, che aveva come tema l’inosservanza delle regole della pubblicità elettorale prima del primo turno. Un comunicato pubblicato dopo la seduta faceva riferimento all’esistenza di attacchi informatici, con l’obiettivo di influenzare la correttezza del processo elettorale al primo turno delle presidenziali, vinto, a sorpresa generale, da Călin Georgescu, un indipendente che sembrava venuto dal nulla e che aveva beneficiato di una massiccia visibilità sulla rete TikTok.

    I documenti declassificati dal capo dello stato dimostrano che nulla è stato casuale e parlano della portata e della gravità delle azioni contro la Romania. I rapporti del Servizio Romeno di Informazioni indicano che, nel contesto del primo turno delle elezioni presidenziali, c’è stata un’aggressiva campagna di promozione, condotta con l’elusione della legislazione nazionale nel campo elettorale, nonché con lo sfruttamento di alcune piattaforme di social media per la crescita accelerata della popolarità di Georgescu.

    Il SRI menziona che una campagna su TikTok, amplificata due settimane prima delle elezioni, è riuscita a garantire la vittoria al primo turno del candidato, che all’inizio di novembre si trovava a un livello di notorietà molto basso. La crescita degli account che l’hanno promosso non è stata organica e la loro attività sarebbe stata coordinata da un attore statale, che ha utilizzato un canale di comunicazione alternativo per far circolare i messaggi sulla piattaforma. In questo modo, Georgescu ha raggiunto il nono posto nei trend mondiali prima del primo turno delle elezioni presidenziali.

    Secondo i rapporti del SRI, è stato identificato un cittadino romeno che avrebbe fatto donazioni di oltre 1 milione di euro su TikTok, per finanziare la promozione di Georgescu. Ci sono stati anche attacchi cibernetici nel giorno delle elezioni e nella notte successiva. Il rapporto del Servizio di Informazioni Esterne rileva che la Romania è un obiettivo di azioni ibride aggressive russe, comprese fughe di informazioni e sabotaggi.

    Aperto ammiratore della Russia putinista e dei leader antisemiti, fascisti romeni del periodo tra le due guerre, instancabile critico della NATO e dell’UE, nonché degli aiuti all’Ucraina, Călin Georgescu sconcerta il mondo politico e l’ambiente imprenditoriale anche con la sua visione autarchica sull’economia, che ricorda il comunismo nazionalista che definiva il regime di Ceauşescu. Le sue idee non sono rimaste senza eco tra i partner strategici della Romania.

    Il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha dichiarato che gli USA sono preoccupati per il rapporto del Consiglio Supremo di Difesa sul coinvolgimento della Russia in attività cibernetiche maligne, volte a influenzare l’integrità del processo elettorale. Il progresso della Romania di ancorarsi alla comunità transatlantica, conquistato con tanta fatica, non può essere ribaltato da attori stranieri che tentano di allontanare la politica estera del paese dalle sue alleanze occidentali, aggiunge Miller. E richiama l’attenzione: qualsiasi cambiamento di questo tipo avrebbe un grave impatto negativo sulla cooperazione degli Stati Uniti con la Romania in materia di sicurezza, mentre una decisione di limitare gli investimenti esteri dissuaderebbe le aziende americane dal continuare a investire in Romania.

  • Alleanza pro-europea nel futuro Parlamento

    Alleanza pro-europea nel futuro Parlamento

    Il Partito Socialdemocratico, il Partito Nazionale Liberale, l’Unione Salvate Romania, l’Unione Democratica Magiari di Romania e le minoranze nazionali diverse da quella ungherese, hanno firmato mercoledì una risoluzione comune in cui si impegnano a formare una coalizione nel futuro Parlamento risultato dalle elezioni del 1° dicembre.

    “Dobbiamo superare l’ondata di odio che ci tormenta da 20 anni e concentrarci, insieme, su un grande obiettivo nazionale – la continuazione del percorso di sviluppo europeo della Romania! E’ quello che aspettano da noi sia i romeni che vivono nel paese che quelli che vivono nell’Occidente e che ci hanno trasmesso, attraverso il loro recente voto, che dobbiamo continuare a costruire uno Stato forte e dignitoso, capace di lottare per i diritti dei romeni, ovunque vivano nel mondo”, ha dichiarato il leader socialdemocratico e primo ministro in carica, Marcel Ciolacu.

    La coalizione è per la stabilità e la modernizzazione della Romania, per il bene di tutti i cittadini, ha sottolineato anche il leader liberale ad interim Ilie Bolojan, ribadendo, a nome di tutti i partiti firmatari, che manterranno e rafforzeranno l’impegno della Romania verso i valori e i partenariati europei ed euroatlantici, come pilastri della sicurezza e della prosperità nazionale.

    A sua volta, il presidente dell’UDMR, Kelemen Hunor, ha dichiarato che questa coalizione mira anche a isolare quelle forze considerate estremiste, che hanno un’ideologia inadatta alla società romena. È rallegrante che nessun partito voglia associarsi con AUR e SOS, ha aggiunto Kelemen Hunor.

    Tutti gli occhi, ovviamente, sono ora puntati sul secondo turno delle presidenziali dell’8 dicembre, estremamente teso. Il capo dello stato è colui che, dopo aver consultato tutti i partiti parlamentari, designa la persona che formerà un governo. Il leader liberale ad interim, Ilie Bolojan, ha invitato tutti i cittadini romeni a votare in modo informato e razionale al secondo turno, a scegliere una Romania pro-europea, democratica e sicura e a respingere l’isolazionismo, l’estremismo e il populismo.

    “Andando avanti, facendo una radiografia dell’attuale situazione politica, vanno trovate quelle formule e, naturalmente, quei progetti pubblici attraverso i quali possiamo rispondere alle aspettative della società. Voglio credere che sia il PNL che il PSD abbiano capito il messaggio della gente e non vogliano continuare quello che hanno fatto nell’ultimo anno e mezzo”, ha aggiunto, a sua volta, il leader dell’UDMR, Kelemen Hunor.

    Partner del governo, sembrando di aver finalmente trovato quell’elemento comune che li univa, a scapito di quello che li aveva profondamente divisi nel passato, i due partiti, però, hanno messo in funzione il loro arsenale di battaglia politica accanita prima delle elezioni presidenziali e politiche. Anche tra USR e PSD persistono da anni molto rancore e risentimento. Ma attraverso la coalizione parlamentare concordata, tutte queste forze politiche affermano di voler inviare ora un messaggio importante alla società.

  • Elezioni politiche, inizia ripartizione seggi

    Elezioni politiche, inizia ripartizione seggi

    Il nuovo Parlamento bicamerale della Romania, risultato dalle elezioni del 1 dicembre, sta per chiarire la sua struttura. In lizza ci sono stati 331 seggi di deputati e 136 di senatori. Proporzionalmente al numero dei voti ricevuti, il Partito Socialdemocratico (PSD), numero uno dell’attuale Governo, dovrebbe avere 86 deputati e 36 senatori. L’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR, opposizione nazionalista) – 63 e 28, il doppio dei mandati conquistati quattro anni fa. Il Partito Nazionale Liberale (PNL), associato al governo con i socialdemocratici – 49 e 22.

    L’Unione Salvate Romania (all’opposizione) – 40 e 19. Compaiono, per la prima volta, nelle aule del Parlamento persone elette dalle due formazioni populiste, neocreate, che hanno superato la soglia del 5%. SOS Romania avrà 28 deputati e 12 senatori, mentre POT (il Partito della Gente Giovane) – 24 e 9.

    Presente ininterrottamente, dal 1990, nel Parlamento della Romania post-comunista, l’Unione Democratica Magiari di Romania (UDMR) conta oggi 22 deputati e 10 senatori. Le minoranze diverse da quella ungherese restano – praticamente d’ufficio – rappresentate alla Camera da 19 politici, uno per ciascuna comunità etnica. Come dettaglio quasi aneddotico, il presidente dell’Autorità Elettorale Permanente, Toni Greblă, ha precisato che, se nella ridistribuzione dei voti il Partito della Gente Giovane avesse un mandato in più, questo sarebbe sorteggiato tra tutte le altre formazioni entrate nel Parlamento, poichè il nuovo partito non ha designato sufficienti candidati.

    Tutto sommato, riassume la stampa, ci sono sette formazioni parlamentari, nessuna di grande peso e molte incompatibili tra loro. Si tratta di un Parlamento più frammentato che mai negli ultimi due decenni, dal quale è difficile che risulti una maggioranza governativa funzionale. Senza prestare molta attenzione alle sfumature che li differenziano, la stampa riunisce AUR, SOS e POT sotto l’etichetta generale di “polo sovranista” e prevede che è altamente improbabile che qualcuno di loro venga cooptato in una coalizione di governo. Rimangono, con un peso di circa il 60% in Parlamento, i partiti dichiaratamente filoeuropei.

    L’aritmetica elementare suggerirebbe un’ampia coalizione PSD-PNL-USR-UDMR-minoranze. Le vertenze tra di loro sono difficilmente superabili. Dopo aver governato insieme per tre anni, in nome della stabilità e del contenimento dell’estremismo, i socialdemocratici e i liberali si sono attaccati a vicenda nella campagna elettorale e ora sembrano non supportarsi più. Tra USR e PSD, in quasi un decennio, si sono accumulati tanti rancori e risentimenti.

    Mentre l’UDMR è molto infastidita da un disegno di legge dell’USR riguardante la riorganizzazione amministrativa del paese, che ridurrebbe l’influenza politica degli ungheresi nel territorio. Adesso tutti sembrano attendere il turno decisivo delle elezioni presidenziali, alle quali domenica 8 dicembre si sfideranno l’indipendente Călin Georgescu e la leader dell’USR, Elena Lasconi. Secondo la Costituzione, il capo dello stato designa il futuro primo ministro.

  • Dirigenti di TikTok in audizione al Parlamento Europeo

    Dirigenti di TikTok in audizione al Parlamento Europeo

    La piattaforma TikTok ha difeso martedì al Parlamento Europeo le misure adottate per combattere la disinformazione nel primo turno delle elezioni presidenziali in Romania e ha negato di aver favorito il candidato indipendente Călin Georgescu, classificato al primo posto. Di fronte alla Commissione per il Mercato interno e la tutela dei consumatori dell’Eurocamera, i rappresentanti dell’azienda hanno sottolineato che “tutti i candidati sono stati presi in considerazione nel sistema, senza fare distinzioni tra indipendenti e coloro che facevano parte di un partito”.

    La direttrice globale per Prodotto, Autenticità e Trasparenza della piattaforma, Brie Pegum, ha precisato che tra le reti bloccate negli ultimi mesi per contenuti politici illegali, solo una sosteneva Călin Georgescu e aveva molti meno follower di altre che sostenevano altri candidati. Ha inoltre sottolineato che la piattaforma ha rimosso in Romania più di 66.000 account falsi, circa sette milioni di “like” falsi, quasi dieci milioni di finti follower e 1.000 account che imitavano i profili dei candidati.

    Da parte sua, la direttrice delle Politiche Pubbliche e Relazioni Governative, Caroline Greer, ha spiegato che la piattaforma ha applicato le sue regole interne per i processi elettorali durante le politiche svoltesi in Romania. Allo stesso tempo, ha aggiunto che, nei mesi precedenti le elezioni, ha avuto incontri con autorità del paese, tra cui diversi partiti politici e l’Autorità Elettorale romena. Inoltre, ha aggiunto che TikTok ha 95 moderatori di contenuto romeni. “Il nostro sguardo è limitato strettamente a ciò che accade sulla piattaforma. Non sappiamo cosa succede al di fuori di essa, non conosciamo la capacità finanziaria dei candidati o cosa fanno altrove”, ha detto il rappresentante di TikTok.

    Gli eurodeputati precisano, invece, che le risposte fornite dall’azienda non chiariscono i punti interrogativi legati alla trasparenza del funzionamento della piattaforma o agli strumenti applicati per contrastare la manipolazione. L’eurodeputato romeno Dan Nica, leader della delegazione PSD al Parlamento Europeo, ha ribadito la richiesta di coinvolgimento della Commissione Europea nell’inchiesta. Dan Nica ritiene importante che le istituzioni europee intervengano per prevenire l’uso abusivo delle piattaforme online per scopi politici, che potrebbe incidere sul processo elettorale e sulla fiducia dei cittadini nella democrazia.

    D’altronde, dopo il primo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre, la Romania ha chiesto alla Commissione Europea di avviare un’indagine ufficiale sulla piattaforma TikTok, sulla base delle regole comunitarie sui social media, le quali prevedono che le aziende debbano valutare e mitigare i rischi per l’integrità delle elezioni. Accuse simili a quelle arrivate dalla Romania sono state lanciate contro la piattaforma TikTok anche in relazione alle recenti elezioni politiche in Irlanda.

  • Romania, elezioni dopo elezioni

    Romania, elezioni dopo elezioni

    L’8 dicembre, alle ore 21 locali, in Romania si concluderà la maratona dei quattro possibili tipi di elezioni organizzate, per la prima volta, in un solo anno: europee e amministrative accorpate a giugno, seguite da presidenziali e politiche. Le tre domeniche consecutive – 24 novembre, 1 e 8 dicembre – dedicate all’elezione del presidente e del Parlamento, rappresentavano, anche se solo teoricamente, un test per le autorità e la società nel suo insieme.

     

    Dopo il primo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre, alle sfide di carattere logistico si sono, però, sovrapposti una sorpresa di grandi proporzioni e uno scandalo politico e sociale. Contrariamente a ogni previsione, l’indipendente Călin Georgescu e la candidata dell’USR (opposizione), Elena Lasconi, si sono classificati al primo posto nelle opzioni di voto dei romeni. Notificata su possibili frodi, la Corte Costituzionale ha chiesto, giovedì scorso, all’Ufficio Elettorale Centrale il riconteggio delle schede valide e nulle.

     

    Terminate le elezioni politiche del 1° dicembre, i giudici della Corte si sono riuniti nuovamente lunedì e hanno respinto la richiesta relativa all’annullamento del primo turno presidenziale. Di conseguenza, il secondo turno avrà luogo come previsto fin dall’inizio, l’8 dicembre. Sarà conteso da Călin Georgescu ed Elena Valerica Lasconi, come ha annunciato il presidente della Corte Costituzionale.

     

    Laureato in agronomia, il 62enne Călin Georgescu, è stato, lungo il tempo, direttore del Centro Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, presidente del Centro Europeo di Ricerca del Club di Roma, direttore al Ministero degli Affari Esteri, segretario generale al Ministero dell’Ambiente e relatore presso un Ufficio delle Nazioni Unite. Considerato da una parte dell’elettorato romeno un patriota e difensore dei valori cristiani, da altri un filorusso antisemita, critico nei confronti dell’UE e della NATO, Călin Georgescu è stato classificato come “e altri” prima del primo turno delle presidenziali. Ha generato stupore, ricevendo quasi il 23% delle opzioni di voto.

     

    Sempre con sorpresa quasi generale, lo segue, con poco più del 19%, Elena Lasconi. È nata nel 1972. Dopo oltre 20 anni di attività come reporter, produttrice o conduttrice di telegiornali, è entrata in politica nel 2020, quando è diventata sindaca di Câmpulung, nella provincia di Argeș (sud). E’ stata rieletta alle amministrative svoltesi a giugno. L’ascesa nella politica nazionale è stata velocissima. Sempre a giugno, Elena Lasconi è stata eletta presidente dell’USR, posizione dalla quale ora corre per la carica suprema dello stato.

     

    Anche Elena Lasconi è stata coinvolta in controversie nel corso della sua carriera. Una delle più notevoli è legata alla sua posizione favorevole alla famiglia tradizionale, che ha generato tensioni sia all’interno del suo stesso partito che, pubblicamente, nel suo rapporto con sua figlia, che fa parte della comunità LGBTQ+. La finale elettorale dell’8 dicembre tra Călin Georgescu ed Elena Lasconi si delinea come molto tesa.

  • È morto l’eroe di Siviglia

    È morto l’eroe di Siviglia

    È morto all’età di 65 anni il leggendario portiere di calcio Helmut Duckadam, vincitore della Coppa dei Campioni Europei nel 1986 con la squadra Steaua Bucarest. Lo annuncia in lutto la stampa sportiva romena, riportando che, negli ultimi anni ha dovuto affrontare diversi problemi di salute e a settembre 2024 è stato sottoposto a un intervento a cuore aperto.

     

    Nato il 1 aprile 1959 a Semlac, in provincia di Arad, da una famiglia di svevi (etnia tedesca della Romania occidentale), Duckadam ha esordito nel 1978 nella Divisione A, con la squadra-ammiraglio della provincia, UTA. Dopo quattro stagioni, venne trasferito a Steaua Bucarest, club dipartimentale, patrocinato dal Ministero della Difesa, secondo un modello sovietico diffuso all’epoca in tutti i paesi dell’ex Cortina di ferro.

     

    Duckadam è stato soprannominato l’Eroe di Siviglia dopo che, il 7 maggio 1986, nella finale di Coppa dei Campioni con FC Barcelona, ​​ha parato tutti e quattro i calci di rigore eseguiti dai giocatori catalani. Il punteggio era rimasto 0-0 dopo 120 minuti di gioco. Ai rigori, Marius Lăcătuș e Gavrilă Balint hanno segnato per la squadra campione di Romania, e la finale è finita 2-0. Composta esclusivamente da calciatori romeni,  Steaua Bucarest è stata la prima squadra di un paese comunista a vincere il più importante trofeo continentale di calcio interclub.

     

    Tra gli autori di quella performance, unica nella storia del calcio romeno, sono venuti a mancare anche il centrocampista Lucian Bălan e il difensore Ilie Bărbulescu. La performance di Duckadam è entrata nel Guinness dei Primati. Ma, non appena raggiunto l’apice della gloria, i problemi di salute lo costrinsero a rinunciare definitivamente al calcio professionistico a soli 27 anni. Tre anni dopo la finale di Siviglia, nel 1989, Duckadam tornò in campo, per le ultime due stagioni, alla squadra Vagonul Arad di Divisione B. In totale conta 133 presenze nella Divisione A, 13 in Coppa di Romania e 9 in Coppa dei Campioni. Nel record – due titoli di campione nazionale, uno di campione continentale e una Coppa di Romania.

     

    C’è vita dopo il calcio e Duckadam ha lavorato alla Polizia di frontiera nella sua città natale di Semlac. E’ stato maggiore di polizia, ma andò in pensione sempre per malattia. Nel 2003, l’ex portiere vinse al Diversity Visa, ricevendo il diritto di emigrare legalmente negli Stati Uniti, ma tornò nel paese in breve tempo. Per un decennio, Duckadam ha ricoperto la carica di presidente per l’immagine del club FCSB della capitale. È stato dichiarato cittadino onorario di Bucarest e la Presidenza della Romania gli ha conferito l’Ordine al Merito Sportivo.

     

    Negli ultimi anni, Helmut Duckadam era diventato analista sportivo di una rete specializzata di Bucarest. Nelle trasmissioni, era sempre caloroso, loquace, con un una buona dose di umorismo, preferiva gli elogi alle critiche, non si arrabbiava mai ed era incapace di offendere qualcuno. Alla partenza finale di questo mite gigante, i suoi colleghi sul set hanno titolato, all’unisono con l’intero respiro del calcio romeno: Grazie, Helmut!

  • PSD, primo posto alle elezioni politiche

    PSD, primo posto alle elezioni politiche

    Dopo la centralizzazione dei verbali in oltre il 98% dei seggi elettorali, il PSD ha vinto alla Camera dei Deputati il 22,54% dei voti, l’Alleanza per l’Unione dei Romeni – 17,75%, il Partito Nazionale Liberale – 13,60%, l’Unione Salvate Romania – 11,99%. Ai successivi posti si piazzano il partito SOS Romania – 7,10%, l’Unione Democratica Magiari di Romania – 6,49% e il Partito della Gente Giovane – 6,24%. Gli altri partiti e alleanze hanno raccolto meno del 5%.

     

    La stessa classifica anche al Senato. Il PSD ha ottenuto il 22,90% dei voti, l’AUR– 18,07%, il PNL – 14,49%, l’USR – 11,91%. Seguono SOS Romania – 7,51%, l’UDMR – 6,54% e il Partito della Gente Giovane – 6,18%, mentre gli altri partiti e alleanze non hanno superato il 5%.

     

    All’estero, all’81% dei risultati scrutinati, al Senato l’AUR ha ottenuto il 25,66% dei voti, USR – 21,43%, SOS Romania – 16,23%, il Partito della Gente Giovane – 13,68% e il PNL – 7,46%. Alla Camera dei Deputati, AUR ha ottenuto il 26,15% dei voti, USR – 23,76%, SOS Romania – 15,90% e il Partito della Gente Giovane – 13,69%.

     

    In Romania, alle urne sono andati 7.981.120 cittadini (affluenza 52,50%), all’estero più di 771.000 persone, mentre altre 4.343 hanno scelto il voto per corrispondenza.

     

  • Elezioni: exit-poll ore 21:00, PSD, AUR, USR e PNL ai primi posti (aggiornamento)

    Elezioni: exit-poll ore 21:00, PSD, AUR, USR e PNL ai primi posti (aggiornamento)

    Gli exit poll condotti dal Centro di Sociologia Urbana e Regionale – CURS indicano che, alla Camera dei Deputati, il PSD ha ottenuto il 25,50% dei voti, l’AUR – il 19,30%, l’USR – il 15,70%, il PNL – il 15,30%. Ai successivi posti si piazzano SOS România – 5,50%, il Partito della Gente Giovane – 5,50%, l’Unione Democratica Magiari di Romania – 5%, SENS – 3,40%.

     

    Lo stesso sondaggio CURS indica il PSD al primo posto anche al Senato, con il 25,70% dei voti, seguito da AUR – 19,50%, USR – 15,70%, PNL – 15,60%. Ai successivi posti si trovano SOS Romania – 5,50%, il Partito della Gente Giovane– 5,30%, l’UDMR – 5%, SENS – 3,10%.

     

    L’affluenza alle urne fino alle 21:00 è stata del 52.33% degli aventi diritto – il 51.01% donne e il 48.99% uomini, il 54.66% negli ambienti urbani e il 49.32% in quelli rurali. Per fasce di età, l’affluenza alle urne si presenta così: il 7.31% – elettori in età tra 18 – 24 anni, il 12.36% – elettori in età tra 25 – 34 anni, il 18.6% – elettori in età tra 35 – 44 anni, il 39.6% – elettori in età tra 45 – 64 anni, il 22.13% – elettori ultra 65enni.

     

     

  • Elezioni politiche: exit poll indicano il PSD al primo posto

    Elezioni politiche: exit poll indicano il PSD al primo posto

    Il PSD è indicato al 26% dei voti. Al secondo posto si trova l’AUR (opposizione nazionalista), con il 19%. L’USR (all’opposizione) e il PNL (al governo insieme al PSD) avrebbero riunito ciascuno circa il 15,5% dei voti. L’UDMR è, come al solito, alla soglia elettorale di cinque punti percentuali. La soglia sarebbe stata superata anche dalle formazioni populiste SOS Romania e il Partito della Gente Giovane. L’affluenza alle urne ha superato il 52%.

  • 01.12.2024 (aggiornamento)

    01.12.2024 (aggiornamento)

    Elezioni politiche – Oltre 9,2 milioni di romeni, ovvero circa il 51% dei 18 milioni aventi diritto di voto, erano andati alle urne fino alle 20:00 locali, per le elezioni politiche che si svolgono oggi. All’estero, dove i romeni hanno avuto a disposizione anche il sabato per andare alle urne, hanno votato oltre 700.000. Sono in lizza 31 partiti e alleanze, nonchè 19 organizzazioni delle minoranze nazionali. Il 9 giugno scorso, in Romania si sono svolte in contemporanea le amministrative e le europee.

    Dichiarazioni – Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha dichiarato di aver votato per un paese europeo alle elezioni politiche svoltesi oggi. “E’ un voto molto importante, poichè nel Parlamento si votano le leggi in Romania, nel Parlamento si vota il Governo”, ha detto Iohannis, il cui secondo e ultimo mandato scade questo mese. In questo 1 Dicembre si deve scegliere tra stabilità e caos, tra sviluppo e austerità, scrive in un post su Facebook anche il premier socialdemocratico Marcel Ciolacu, pronunciandosi per un Parlamento che “tenesse le cose sotto controllo”, per non slittare “su una discesa pericolosa”. Anche il presidente del Senato, Nicolae Ciucă (PNL, al governo insieme al PSD), ha parlato del dovere di mettere la stabilità, il dialogo e il rispetto per i cittadini al primo posto, in un periodo segnato da sfide e decisioni importanti. Dall’opposizione, la leader dell’USR, Elena Lasconi, ha affermato di aver votato con la fiducia che i romeni resteranno liberi e che il futuro Parlamento adotterà leggi importanti per la prosperità della gente. George Simion, il presidente dell’AUR (opposizione nazionalista), ha dichiarato di aver votato per i figli del paese, per i romeni emigrati e per gli anziani della Romania. Il candidato indipendente alle elezioni presidenziali Călin Georgescu, nazionalista dichiarato, ma accusato di essere filorusso, ha detto di aver votato “per la Romania, per rispetto, per responsabilità politica totale dedicata alla stirpe romena”. Kelemen Hunor, il presidente dell’UDMR, che, lungo gli anni, ha fatto parte dei vari governi di coalizione a Bucarest, di destra o di sinistra, ha dichiarato di aver votato per il futuro della comunità ungherese di Romania e per una sua forte rappresentanza nel Parlamento.

    Riconteggio schede – Il Ministero degli Esteri ha riferito che tutte le schede elettorali registrate nei seggi all’estero al primo turno delle presidenziali, svoltosi il 24 novembre, sono state spedite nel paese. Le missioni diplomatiche e gli uffici consolari di Romania hanno utilizzato le più veloci e sicure soluzioni di trasporto identificate, a seconda delle aree geografiche e del fuso orario, indica il MAE, precisando che domani arriverà a Bucarest oltre il 97% dei voti espressi all’estero. La Corte Costituzionale ha sollecitato giovedì all’Ufficio Elettorale Centrale il riconteggio di tutte le schede validamente espresse e di quelle nulle del primo turno presidenziale, a seguito della notifica relativa a possibili frodi, presentata da uno dei candidati. I giudici costituzionali decideranno domani se convalidano o annullano il primo turno. Se verrà convalidato, il ballottaggio si terrà l’8 dicembre.

    Festa Nazionale – La Festa Nazionale della Romania del 1 dicembre è stata celebrata in tutto il paese con parate, cerimonie militari e religiose. Nella Capitale si è svolta in mattinata la tradizionale parata alla quale hanno partecipato oltre 2.500 militari romeni e stranieri. Diventata festività ufficiale dopo la Rivoluzione anticomunista del 1989, la data del 1 dicembre segna il completamento, alla fine della Prima Guerra Mondiale, nel 1918, del processo di costituzione dello stato nazionale unitario romeno, quando passarono sotto l’autorità di Bucarest tutte le province con popolazione a maggioranza romena fino allora sotto il dominio degli imperi multinazionali confinanti – zarista e austro-ungarico: Bessarabia (est), Bucovina (nord-est), Transilvania (centro), Banato, Crişana e Maramureş (ovest).

    Messaggi auguri – Il 1 dicembre, rappresentanti delle ambasciate straniere a Bucarest hanno rivolto auguri alla Romania, chiamandola amica e partner affidabile. L’ambasciatore della Germania, Peer Gebauer, ha scritto sulla pagina Facebook della missione diplomatica, che il suo paese e la Romania sono uniti da una meravigliosa amicizia. Giles Portman, l’ambasciatore di Gran Bretagna a Bucarest, ha definito la Romania come un alleato vicino. Da parte sua, l’ambasciatore d’Israele, Lior Ben Dor, ha ricordato che i suoi genitori e nonni provengono dalla Romania. „La Romania ha una ricca storia, paesaggi bellissimi e gente ospitale. Per Israele, la Romania sarà sempre un amico vicino, al quale ci lega una relazione speciale. Sono grato di avere la chance di poter contribuire al consolidamento dei rapporti tra i nostri paesi”, ha detto Lior Ben Dor. Un messaggio di auguri ha rivolto, tramite l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America a Bucarest, anche il segretario di stato Antony Blinken, il quale ha indicato che „l’impegno della Romania per la sicurezza e la democrazia in Europa rappresenta un modello da seguire per tutte le nazioni”. Il capo della diplomazia americana ha affermato che il suo paese è orgoglioso di collaborare con la Romania, per far fronte alle sfide globali e garantire la prosperità e il benessere dei nostri popoli.

     

     

  • 01.12.2024 (aggiornamento)

    01.12.2024 (aggiornamento)

    Elezioni politiche – Circa 7 milioni di romeni, ovvero più del 38% dei 18 milioni aventi diritto di voto, erano andati alle urne fino alle 16:00 locali, per le elezioni politiche che si svolgono oggi. L’affluenza è notevolmente superiore rispetto a quella registrata alla stessa ora alle elezioni del 2020. All’estero, dove i romeni hanno avuto a disposizione anche il sabato per andare alle urne, hanno votato circa 500.000. Il numero dei votanti negli ambienti urbani supera di circa un milione quello degli ambienti rurali. Sono in lizza 31 partiti e alleanze, nonchè 19 organizzazioni delle minoranze nazionali. Il voto è proporzionale, su liste. Il 9 giugno scorso, in Romania si sono svolte in contemporanea le amministrative e le europee.

    Riconteggio schede – Il Ministero degli Esteri ha riferito che tutte le schede elettorali registrate nei seggi all’estero al primo turno delle presidenziali, svoltosi il 24 novembre, sono state spedite nel paese. Le missioni diplomatiche e gli uffici consolari di Romania hanno utilizzato le più veloci e sicure soluzioni di trasporto identificate, a seconda delle aree geografiche e del fuso orario, indica il MAE, precisando che domani arriverà a Bucarest oltre il 97% dei voti espressi all’estero. La Corte Costituzionale ha sollecitato giovedì all’Ufficio Elettorale Centrale il riconteggio di tutte le schede validamente espresse e di quelle nulle del primo turno presidenziale, a seguito della notifica relativa a possibili frodi, presentata da uno dei candidati. I giudici costituzionali decideranno domani se convalidano o annullano il primo turno. Se verrà convalidato, il ballottaggio si terrà l’8 dicembre.

    Festa Nazionale –  La Festa Nazionale della Romania del 1 dicembre è stata celebrata in tutto il paese con parate, cerimonie militari e religiose e spettacoli. Migliaia di persone hanno assistito alla parata svoltasi al centro di Bucarest, alla quale hanno partecipato oltre 2.500 militari romeni dell’esercito e di altre forze. Accanto ai militari romeni, hanno sfilato 240 colleghi stranieri in distaccamenti provenienti da paesi alleati: Albania, Belgio, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Turchia. Il presidente Klaus Iohannis ha ospitato ieri l’ultimo ricevimento dedicato alla Festa Nazionale in veste di capo dello stato. Dopo 10 anni di mandato, Iohannis ha trasmesso un messaggio di unità e solidarietà, per superare le crisi e andare avanti dignitosamente. L’Istituto Culturale Romeno ha organizzato all’estero una rosa di eventi dedicati alla Festa Nazionale. Il 1 dicembre 1918 segna la creazione dello stato nazionale unitario romeno. Al termine della Prima Guerra Mondiale, sono entrate a far parte del Regno di Romania tutte le province abitate a maggioranza dai romeni, fino allora sotto l’autorità degli imperi austro-ungarico e zarista: Transilvania, Banato, Bucovina e Besssarabia.

    Romania – USA – L’impegno della Romania per la sicurezza e la democrazia in Europa rappresenta un modello da seguire per tutte le nazioni. Lo dichiara il segretario di stato americano, Antony Blinken, in un messaggio in occasione della Festa Nazionale del 1 dicembre e pubblicato sul sito della missione diplomatica degli USA a Bucarest. Rivolgendo auguri ai romeni, Blinken afferma che gli Stati Uniti sono orgogliosi di collaborare accanto alla Romania nel processo di modernizzazione dell’esercito e nel consolidamento del fianco orientale della NATO. “Il sostegno concesso dalla Romania all’Ucraina, tramite l’accoglienza dei rifugiati e l’assistenza in materia di sicurezza, è stato essenziale per difendere la libertà contro l’aggressione della Russia. Allo stesso tempo, il vostro ruolo di leader nel facilitare l’accesso dei cereali ucraini sui mercati globali ha contribuito in maniera significativa a nutrire il mondo”, ha ricordato Blinken. Il segretario di stato americano ha aggiunto che il suo paese è orgoglioso di collaborare con la Romania, per far fronte alle sfide globali e garantire la prosperità e il benessere dei nostri popoli.

    Pallamano – La Nazionale femminile di pallamano della Romania incontra, oggi, a Debrecen, in Ungheria, la squadra del Montenegro, nella seconda partita del girone B del Campionato Europeo. La competizione si svolge in Austria, Ungheria e Svizzera. Nella prima partita, le romene hanno sconfitto la Repubblica Ceca, mentre la squadra montenegrina ha superato la Serbia. Le prime due classificati si qualificheranno per i gironi principali. Si tratta della prima fase finale continentale con 24 squadre partecipanti.

     

  • 01.12.2024

    01.12.2024

    Elezioni politiche – Oltre 18 milioni di cittadini romeni aventi diritto di voto sono attesi oggi alle urne per eleggere i senatori e i deputati per i prossimi quattro anni. La posta in gioco sono 330 seggi alla Camera dei Deputati e 136 al Senato. In lizza sono 31 partiti e alleanze, nonchè 19 organizzazioni delle minoranze nazionali. Fino alle 12.00 locali, oltre 3 milioni di cittadini erano andati alle urne, cioè circa il 17% degli aventi diritto. All’estero, il voto iniziato ieri prosegue oggi, in 950 seggi. Sabato, all’estero hanno votato circa 170.000 connazionali, di cui più di 4.000 hanno scelto il voto per corrispondenza. Il 9 giugno scorso, in Romania si sono svolte in contemporanea le amministrative e le europee.

    Corte Costituzionale – La Corte Costituzionale di Romania deciderà il 2 dicembre se convalida o annulla il primo turno delle elezioni presidenziali, svoltosi il 24 novembre. L’Ufficio Elettorale Centrale potrebbe concludere oggi il riconteggio dei voti sollecitato dalla CCR a seguito della notifica su possibili frodi, presentata da una dei candidati. La spedizione delle schede elettorali dall’estero, iniziata venerdì, proseguirà fino al 3 dicembre, ha annunciato il Ministero degli Esteri. Secondo i risultati del primo turno, ai primi posti si sono piazzati l’estremista filorusso Calin Georgescu, indipendente, e la candidata pro-europea Elena Lasconi. La decisione della CCR relativa al riconteggio dei voti è stata criticata dalla maggioranza delle forze politiche, con il motivo che diminuirebbe la fiducia della popolazione nella corretteza del processo elettorale e nelle istituzioni dello stato. Il ballottaggio è previsto per l’8 dicembre.

    Festa Nazionale – Il 1 dicembre, la Festa Nazionale della Romania, si celebra in tutto il paese con parate, cerimonie militari e religiose e spettacoli. Migliaia di persone hanno assistito alla parata svoltasi al centro di Bucarest, alla quale hanno partecipato oltre 2.500 militari romeni dell’esercito e di altre forze. Accanto ai militari romeni, hanno sfilato 240 colleghi stranieri in distaccamenti provenienti da paesi alleati: Albania, Belgio, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Turchia. Il presidente Klaus Iohannis ha ospitato ieri l’ultimo ricevimento dedicato alla Festa Nazionale in veste di capo dello stato. Dopo 10 anni di mandato, Iohannis ha trasmesso un messaggio di unità e solidarietà, per superare le crisi e andare avanti dignitosamente. L’Istituto Culturale Romeno ha organizzato all’estero una rosa di eventi dedicati alla Festa Nazionale. Il 1 dicembre 1918 segna la creazione dello stato nazionale unitario romeno. Al termine della Prima Guerra Mondiale, sono entrate a far parte del Regno di Romania tutte le province abitate a maggioranza dai romeni, fino allora sotto l’autorità degli imperi austro-ungarico e zarista: Transilvania, Banato, Bucovina e Besssarabia.

    Romania – USA – L’impegno della Romania per la sicurezza e la democrazia in Europa rappresenta un modello da seguire per tutte le nazioni. Lo dichiara il segretario di stato americano, Antony Blinken, in un messaggio in occasione della Festa Nazionale del 1 dicembre e pubblicato sul sito della missione diplomatica degli USA a Bucarest. Rivolgendo auguri ai romeni, Blinken afferma che gli Stati Uniti sono orgogliosi di collaborare accanto alla Romania nel processo di modernizzazione dell’esercito e nel consolidamento del fianco orientale della NATO. “Il sostegno concesso dalla Romania all’Ucraina, tramite l’accoglienza dei rifugiati e l’assistenza in materia di sicurezza, è stato essenziale per difendere la libertà contro l’aggressione della Russia. Allo stesso tempo, il vostro ruolo di leader nel facilitare l’accesso dei cereali ucraini sui mercati globali ha contribuito in maniera significativa a nutrire il mondo”, ha ricordato Blinken. Il segretario di stato americano ha aggiunto che il suo paese è orgoglioso di collaborare con la Romania, per far fronte alle sfide globali e garantire la prosperità e il benessere dei nostri popoli.

    Pallamano – La Nazionale femminile di pallamano della Romania incontra, oggi, a Debrecen, in Ungheria, la squadra del Montenegro, nella seconda partita del girone B del Campionato Europeo. La competizione si svolge in Austria, Ungheria e Svizzera. Nella prima partita, le romene hanno sconfitto la Repubblica Ceca, mentre la squadra montenegrina ha superato la Serbia. Le prime due classificati si qualificheranno per i gironi principali. Si tratta della prima fase finale continentale con 24 squadre partecipanti.

  • Attacchi informatici contro la Romania

    Attacchi informatici contro la Romania

    I membri del Consiglio hanno presentato valutazioni sui possibili rischi per la sicurezza nazionale, generati dalle azioni di attori informatici statali e non statali su alcune infrastrutture IT&C, supporto al processo elettorale. Hanno confermato il fatto che, nell’attuale contesto di sicurezza regionale e soprattutto elettorale, la Romania, insieme ad altri stati sul fianco orientale della NATO, è diventata una priorità per le azioni ostili di tali attori, in particolare della Federazione Russa, da parte della quale esiste un crescente interesse a influenzare l’agenda pubblica nella società romena e la coesione sociale.

    Poco dopo la pubblicazione delle conclusioni della riunione del Consiglio Supremo di Difesa, il Servizio di Telecomunicazioni Speciali, che ha fornito il supporto tecnico nel processo elettorale, ha confermato l’esistenza di questi attacchi. Il Servizio ha mostrato che il numero e la complessità degli attacchi sono aumentati con l’avvicinarsi delle elezioni, ma che sono stati respinti e che non sono state individuate vulnerabilità in termini di fornitura, in condizioni di sicurezza, dei servizi elettronici messi alla disposizione dell’Autorità Elettorale Permanente, l’organizzatore delle elezioni.

    Un’altra conclusione della riunione del Consiglio Supremo di Difesa ha indicato che la piattaforma social TikTok ha favorito Călin Georgescu, il candidato percepito come estremista filo-russo, anti-UE e anti-NATO, che si è piazzato al primo posto dopo il primo turno delle presidenziali. Dopo aver analizzato i documenti, i membri del Consiglio hanno concluso che Georgescu ha beneficiato di un’esposizione massiccia, nelle condizioni in cui TikTok non lo obbligava a contrassegnare i filmati elettorali con il codice unico identificativo assegnato dall’Autorità Elettorale Permanente, obbligo imposto dalla legislazione elettorale romena. Pertanto, la sua visibilità è aumentata in modo significativo rispetto agli altri partecipanti al processo elettorale, riconosciuti dagli algoritmi TikTok come candidati alle elezioni presidenziali, e i contenuti da loro promossi sono stati filtrati in modo massiccio, diminuendo esponenzialmente la loro visibilità tra gli utenti della piattaforma.

    Tuttavia, TikTok ha negato le accuse. In un comunicato trasmesso poco dopo la presentazione delle conclusioni del Consiglio Supremo di Difesa, l’azienda cinese ha sostenuto di non aver trovato finora prove di una “operazione di influenza segreta” finalizzata alle elezioni presidenziali in Romania, né prove di influenza straniera. Tuttavia, i membri del Consiglio Supremo di Difesa hanno chiesto alle autorità competenti in materia di sicurezza nazionale, a quelle con attribuzioni per il buon andamento del processo elettorale, nonché agli organi investigativi penali di avviare urgentemente le misure necessarie per chiarire le questioni presentate in riunione.