Author: Adina Vasile

  • Turisti italiani in Romania

    Turisti italiani in Romania

    Venuto, di recente, in Romania, assieme a suo padre e ad un gruppo di connazionali, per un giro turistico, il quattordicenne Giacomo Marrone, di Roma, ha raccontato a RRI le sue impressioni. Sono state numerose le soste fatte da Giacomo, tra cui le città di Sibiu e Sighisoara e luoghi rappresentativi per la storia del nostro Paese, come Ulpia Traiana Sarmizegetusa, fatta erigere dallimperatore Traiano sul posto del suo castrum militare, nel 106 d. C., dopo la conquista della Dacia, come capitale della nuova provincia romana.



    Non sono mancati i viaggi alla scoperta della natura spettacolare della Romania, tra cui quella fatta dal nostro piccolo turista al Lago Rosso, alle falde delle montagne, nei pressi delle Gole del fiume Bicaz, in Provincia di Harghita, nel centro del Paese. Un lago che trae il nome dall’omonimo fiumicello che vi si versa portando particelle di argilla rossa ricche di ossidi ed idrossidi di ferro. Il Lago Rosso si è formato in seguito alle abbondanti piogge dell’estate del 1837 e alle frane che hanno bloccato il ruscello che attraversava la zona, che hanno fatto sì che l’acqua accumulasse dietro un’argine naturale. È un lago particolare, in quanto colmo di ceppi dalberi morti, che spuntano dall’acqua, perchè la valle inondata era ricoperta da una foresta. Una leggenda dice che il Lago Rosso, chiamato anche “il Lago Assassino”, si formò con il sangue di un gruppo di giganti che avevano avuto la sventura di sedersi sotto il fianco della montagna quando questa franò, schiacciandoli e provocandone la morte.



    Il Lago Rosso è un’ottima destinazione per le vacanze antistress perchè l’aria è molto pulita e il microclima dei dintorni molto piacevole. A questo lago e alle spettacolari Gole del fiume Bicaz, lunghe circa 8 chilometri, che collegano le regioni storiche romene Transilvania e Moldavia, si arriva in macchina su una strada tortuosa, costeggiata da alte pareti rocciose. Le gole fanno parte del Parco Nazionale Le Gole del Bicaz — Hăşmaş.





  • Forum Confindustria Romania

    Forum Confindustria Romania

    Il 3 ottobre, Bucarest ha ospitato il già tradizionale Forum Economico organizzato da Confindustria Romania. Dal titolo “Ambedue i mondi: finanza e manifatturiera”, il forum, che ha riunito associati, analisti, esponenti del Governo romeno, della rete diplomatica e della comunità d’affari internazionale in Romania, è stato un momento di confronto sui trend settoriali e sulle misure di sostegno alle imprese per il rilancio della crescita economica e un’occasione per il lancio della versione in italiano del Libro Bianco delle PMI. L’Italia continua ad essere, da oltre 10 anni, il principale Paese investitore per numero di aziende registrate in Romania, al settimo posto tra i Paesi investitori per capitale investito. Il forum economico di Bucarest è stato aperto dal presidente della filiale romena di Confindustria, Mauro Maria Angelini, il quale ha precisato che il settore industriale in Romania contribuisce con il 25,9% del Pil e già nel primo semestre di questanno ha dato un contributo del 6%. Al 31 dicembre 2012, in Romania erano registrate 34.185 imprese a partecipazione italiana, di cui 16.736 attive con un capitale versato di circa 1,64 miliardi di €. Sempre l’anno scorso, sono state 1.740 le nuove imprese a partecipazione italiana registrate nel nostro Paese, pari al 28% delle aziende a partecipazione estero, ha ricordato Mauro Maria Angelini.



    Presente al Forum Economico di Bucarest, il ministro delle PMI, dell’Ambiente d’Affari e del Turismo romeno, Maria Grapini, ha sottolineato il trend crescente dell’interscambio commerciale tra la Romania e Italia e ha annunciato una serie di misure di sostegno alle PMI. “Mi congratulo con Confindustria Romania per il suo decennale festeggiato quest’anno. Confindustria è qui, in Romania, accanto a noi, e cerca di condividere la sua esperienza con il mondo d’affari romeno perchè è insieme che possiamo sviluppare economicamente i nostri Paesi. Voglio trasmettervi, in questo contesto, il desiderio del Governo romeno di elaborare politiche pubbliche semplici e trasparenti e che portino allo sviluppo economico. Voglio inoltre ricordare che l’Italia si trova al secondo posto per quanto riguarda l’interscambio con la Romania. Il 30 giugno del 2013 l’interscambio era di 5.890 miliardi di euro, in crescita dello 0,7% rispetto al 2012. Inoltre, vorrei aggiungere che gli investimenti italiani danno lavoro a circa 800 mila persone in Romania, mentre sono circa 43 mila le persone fisiche autorizzate e i piccoli imprenditori romeni in Italia. La buona notizia è che c’è una tendenza di crescita del numero di neoimprese. Nella prima metà del 2013, rispetto allo stesso periodo del 2012, per la prima volta dopo il 2008, il saldo è positivo, in quanto sono state registrate oltre 92 mila neoimprese in Romania, rispetto alle 91 mila dell’anno scorso. Allo stesso tempo, sono state chiuse un minor numero di imprese. Va detto che le più colpite dalla crisi sono state le piccole e medie imprese, in cui lavorano due terzi dei dipendenti in Romania, motivo per cui nelle strategie governative punteremo sulla reindustrializzazione e sullo sviluppo delle PMI. Una delle esigenze più importanti del mondo d’affari in Romania degli ultimi anni è stata la creazione dei tribunali commerciali. Ebbene, da novembre li avremo, per primo a Bucarest e nei più importanti capoluoghi di provincia. Inoltre cambierà la legge sull’insolvenza, insolvenza che durerà un anno, anzichè tre, come finora. E un’altra decisione del governo è di sottoporre alla legge sull’insolvenza anche le imprese a capitale statale e gli enti autonomi. Intendiamo poi sostenere, nel 2014, con maggiori finanziamenti dal bilancio nazionale le piccole e medie imprese perchè lo sviluppo, soprattutto del settore manifatturiero, è estremamamente importante per la Romania. Dal 2014 entrerà in vigore anche lo schema di aiuti “de minimis” per gli investimenti realizzati dalle PMI, elaborato in partenariato pubblico — privato”, ha dichiarato il ministro Maria Grapini.



    Dal canto suo, l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Diego Brasioli, ha espresso, nel suo intervento al forum, gli apprezzamenti per il lavoro di Confindustria e di tutto il Sistema Italia in Romania, ribadendo la disponibilità dell’Ambasciata a collaborare con loro in aree d’interesse strategico per i rapporti italo-romeni.


  • Ottavio Dantone e l’Accademia Bizantina al Festival “George Enescu”

    Ottavio Dantone e l’Accademia Bizantina al Festival “George Enescu”

    È calato il sipario sulla 21esima edizione del Festival “George Enescu”, che ha portato in Romania tanti musicisti italiani di prestigio. Tra cui alcuni già ospiti di precedenti edizioni, come il famoso direttore d’orchestra Antonio Pappano, sotto la bacchetta del quale si è esibita l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, e il violinista e direttore dell’ensemble Europa Galante, Fabio Biondi. Ad entusiasmare il pubblico sono saliti sui palcoscenici del festival, quest’anno, anche musicisti italiani alla loro prima esibizione in Romania, come Claudio Cavina con il suo gruppo “La Venexiana”, il migliore specializzato nell’interpretazione monteverdiana, oppure il clavicembalista Ottavio Dantone con l’Accademia Bizantina, il cui concerto ha concluso, del resto, la sezione “I concerti di mezzanotte” del festival Enescu 2013. Ottavio Dantone è stato ospite a RRI prima dell’esibizione all’Auditorium romeno di Bucarest, accanto alla prestigiosa violinista Viktoria Mullova, cui l’Accademia Bizantina è legata da una ricca collaborazione.


  • La Romania a “Cheese 2013”

    La Romania a “Cheese 2013”

    La cittadina piemontese di Bra ha ospitato, dal 20 al 23 settembre, la nona edizione di “Cheese — Le forme del latte”, appuntamento biennale promosso dalla Fondazione Slow Food Internazionale, dedicato all’arte casearia, che ha riunito pastori, casari e affinatori da tutto il mondo. “Cheese 2013” è stata un’occasione di scambio culturale e umano tra persone che fanno lo stesso lavoro, e, al contempo, un’occasione per gli appassionati di acquistare squisiti formaggi e conoscerne caratteristiche e varietà attraverso i Laboratori del Gusto e sapere le storie che ci stanno dietro.



    Negli stand del Mercato dei Formaggi, i visitatori hanno potuto incontrare produttori dei Presìdi Slow Food, tra cui quelli del Presidio del formaggio “branza de burduf” dei Monti Bucegi, della Romania. Questo formaggio si ottiene dal latte crudo misto vaccino e ovino e si produce solo d’estate in alpeggio. Viene stagionato per almeno due mesi nella corteccia di pino o di abete, grazie alla quale acquista un sapore molto particolare.



    La missione dei Presìdi Slow Food è di sostenere le piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire, di valorizzare territori, recuperare mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali, di salvare dall’estinzione razze autoctone e antiche varietà di ortaggi e frutta. Coinvolgendo direttamente i produttori, i Presidi offrono assistenza per migliorare la qualità dei prodotti e cercano nuovi sbocchi di mercato. Di “Cheese 2013” e della presenza della Romania a questa importante manifestazione ha parlato a Radio Romania Internazionale il segretario generale della Slow Food Internazionale, Paolo di Croce.


  • Claudio Cavina e “La Venexiana” al Festival “George Enescu”

    Claudio Cavina e “La Venexiana” al Festival “George Enescu”

    Tra gli ospiti italiani della XXIesima edizione del Festival Internazionale “George Enescu”, lensemble “La Venexiana”, fondato e diretto da Claudio Cavina, riconosciuto nel mondo come il miglior gruppo specializzato nellinterpretazione monteverdiana. Soprannominata “Nuovo Orfeo” del repertorio madrigalistico italiano, “La Venexiana” ha proposto al pubblico del festival proprio “LOrfeo” di Monteverdi, per linterpretazione del quale è stata insignita del Gramophone Award 2008 nella categoria Baroque Vocal.


  • Fabio Biondi ed Europa Galante al Festival “George Enescu”

    Fabio Biondi ed Europa Galante al Festival “George Enescu”

    Tra i prestigiosi ospiti della XXIesima edizione del festival Internazionale “George Enescu” che si svolge, fino al 28 settembre, in Romania, si è annoverato anche il gruppo Europa Galante. La “Ferrari della musica barocca italiana”, com’è soprannominata Europa Galante, ha entusiasmato il pubblico all’Auditorium Romeno di Bucarest con la sua interpretazione dei lavori di Vivaldi. Fondata nel 1990 da Fabio Biondi, Europa Galante è l’ensemble italiano specializzato in musica antica più famoso e premiato a livello internazionale, ospite dei più importanti festival e delle più famose sale da concerto del mondo. Le quattro stagioni vivaldiane incise dal gruppo hanno conquistato tutti i più importanti premi, vendendo oltre mezzo milione di copie. Il direttore di Europa Galante è il violinista Fabio Biondi, membro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che suona un violino Andrea Guarneri del 1686 e un Carlo Ferdinando Gagliano del 1766. Per la seconda volta ospite del festival “George Enescu”, Fabio Biondi ha raccontato a RRI come è stato riaccolto dal pubblico a Bucarest.


  • Presenze culturali a Trento

    Presenze culturali a Trento

    Ha aperto i battenti il nuovo Museo delle Scienze di Trento — MUSE – progettato da Renzo Piano, un centro di diffusione della cultura scientifica di ultima concezione, che concede un’attenzione particolare a tematiche etiche e sociali e a questioni attuali come l’ecologia e lo sviluppo sostenibile.



    Tra gli artisti e scienziati presenti all’inaugurazione, anche l’artista romena Luminita Taranu, che dal 1987 vive e lavora in Italia, dove ha esposto in numerose mostre personali e collettive, tra cui la Rassegna Internazionale “Premio Lìmen Arte 2012”, dove è stata insignita della menzione speciale della critica.



    Luminita Taranu ha partecipato all’inaugurazione del MUSE con un’installazione digitale e una performance sul tema “COWMAN of the world” (“L’uomo mucca del mondo”), che racchiude il suo pensiero filosofico e artistico sul mondo attuale.



    L’artista sta lavorando ad un nuovo progetto che sarà al centro di un grande evento, dedicato alla Colonna Traiana, che nel 2013 ha compiuto 1900 anni, e che sarà presentato quest’autunno a Roma, nella bellissima cornice dei Fori Imperiali e del Museo della Civiltà Romana. La Colonna, fatta costruire dall’Imperatore Traiano dopo aver conquistato la provincia Dacia (attuale territorio della Romania), in seguito alla guerra del 105 – 106 d.C., raffigura scene dalle lotte tra i daci e i romani.



  • Festival Italiano 2013: Giornata del Villaggio Romeno a Cluj

    Festival Italiano 2013: Giornata del Villaggio Romeno a Cluj

    E da tre anni che la rete “I villaggi più belli della Romania” organizza la “Giornata del villaggio romeno”, un’occasione per scoprire il patrimonio ambientale e culturale, i sapori e la storia dei villaggi romeni. L’edizione 2013 è stata ospitata, dal 10 al 12 maggio, dalla città di Cluj-Napoca, nel centro della Romania. Della rete, ispirata ad analoghe esperienze europee, come “I borghi più belli d’Italia”, fanno parte villaggi di tutte le regioni storiche ed etnofolcloristiche della Romania che potrebbero servire da modello per gli altri.



    Nata nel 2010 a Brasov (nel centro della Romania), la rete “I villaggi più belli della Romania” incoraggia la competizione tra i paesini romeni che si adoperano a valorizzare quello che hanno di meglio, tra tradizioni, patrimonio architettonico, enogastronomico e attività agrituristiche. La stessa rete propone nuove mete di vacanze rurali in Romania nella sua “Guida ai più bei villaggi romeni”, uscita nelle librerie lo scorso anno, e che raccoglie paesini di spiccato interesse architettonico, storico e artistico.



    La “Giornata del villaggio romeno” è il primo nel calendario dei 25 eventi del mondo rurale romeno, ufficialmente riconosciuti nel protocollo di collaborazione, concluso lo scorso aprile, tra la rete dei “Villaggi più belli della Romania”, il ministro con delega alle PMI, all’Ambiente d’affari e al Turismo, Maria Grapini, l’Ente per il Turismo della Romania e l’Associazione romena del Turismo Rurale, Ecologico e Culturale (ANTREC). “Sono onorata di aver firmato questo protocollo con cui viene riconosciuta l’importanza e il valore della nostra eredità tradizionale e con il quale ridiamo al villaggio romeno il posto che si merita. La Romania deve valorizzare e promuovere le tradizioni del suo mondo rurale nell’intero mondo”, affermava in occasione della firma del protocollo il ministro Maria Grapini.



    La “Giornata del Villaggio romeno 2013” ha portato a Cluj-Napoca musica folcloristica, costumi tradizionali, l’artigianato, le lecornie e ricette tipiche dei più bei villaggi romeni.



    “Tutto ciò che la Romania ha di più bello, tradizioni, monasteri, paesaggi, folclore, sono ricchezze che spesso si trovano in piccoli villaggi poco conosciuti. La nostra rete è nata proprio per preservare l’identità di questi villaggi e valorizzare le loro ricchezze. Con questa giornata ci adoperiamo a riportare ogni anno alla ribalta i valori del mondo rurale romeno, come opportunità di sviluppo turistico. Nei tre giorni di festa a Cluj, gli abitanti e i turisti hanno potuto vedere una sfilata dei costumi popolari, spettacoli di musica folcloristica e concorsi di danze popolari. Hanno partecipato a laboratori di cucina romena, i cui protagonisti sono stati tre comuni: Cumpana, Izvoarele e Palanca. Cumpana, nella Provincia di Costanza, è noto per il suo mix di etnie, che hanno lasciato la propria impronta sulla gastronomia. Izvoarele, nella Provincia di Prahova, è famoso per le sue confetture, e Palanca, nella Provincia di Bacau, per la pasticceria e il pane casereccio. Il comune Izvoarele ospita ogni anno, nell’ultimo weekend di agosto, anche un festival delle confetture, nell’ambito del quale i partecipanti preparano le specialità locali in un frutteto direttamente davanti al pubblico. Cluj ha ospitato in occasione della Giornata del villaggio romeno anche una conferenza sul turismo dove autorità locali e associazioni turistiche romene hanno presentato i loro progetti turistici di successo. I villaggi più belli della Romania saranno presentati anche in Italia quest’estate su invito del club dei Borghi più belli d’Italia, con i quali molti paesini romeni hanno concluso dei gemellaggi”, ha raccontato a Radio Romania Internazionale Nicolae Marghiol, presidente-fondatore della rete “I villaggi più belli della Romania”.


    Sempre nell’ambito della “Giornata del villaggio romeno” a Cluj-Napoca, la rete “I villaggi più belli della Romania” ha riportato alla ribalta le ceramiche lavorate a Horezu, località soprannominata “la capitale” della ceramica popolare romena, che si trova nella provincia di Valcea, nel sud della Romania. Queste ceramiche sono state inserite nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco, accanto a due elementi folcloristici rappresentativi per l’identità culturale della Romania: il canto nostalgico “doina” e la danza del “calus”.



    La ceramica di Horezu, lavorata con una tecnica manuale speciale, è apprezzatissima per i suoi inediti disegni molto fini realizzati con un corno di bue con in testa una penna d’oca oppure con una punta metallica. I colori tradizionali sono l’ocra, il verde e l’azzurro e i motivi decorativi prediletti dei mastri ceramisti di Horezu sono l’onda, la spirale, il serpente. Ma protagonista assoluto dei disegni sulla ceramica è il gallo, simbolo cristiano, tipico della tradizione bizantina. Horezu ospita una galleria di arte popolare contemporanea dove viene illustrata, tra l’altro, l’evoluzione della lavorazione della ceramica in questa terra negli ultimi 3 decenni, che custodisce collezioni di costumi popolari tipici e di oggetti artigianali in ceramica e legno.



    Horezu ospita anche il Festival dell’artigianato ”Il gallo di Hurezi”, la più importante manifestazione dedicata alla ceramica romena che riunisce, ogni anno, a giugno, tutti i ceramisti del Paese. Chi vuole vedere i vasai e i ceramisti al lavoro nei loro laboratori, deve andare nel paesino Olari – cioè “dei Vasai”- a 6 chilometri da Horezu, dove vivono circa 20 mastri ceramisti e dove ciascuna casa ha una ruota del vasaio. Oltre a vedere una dimostrazione dal vivo, potete provare voi stessi a modellare l’argilla e dipingerla con i metodi tradizionali.

  • Festival gastronomici dedicati al Delta del Danubio

    Festival gastronomici dedicati al Delta del Danubio

    La capitale romena Bucarest ha ospitato la 29esima edizione della Fiera del turismo della Romania, vetrina romena sul turismo mondiale. Tra le destinazioni tornate alla ribalta, il Delta del Danubio, sito nel sud-est della Romania, attraverso il quale il Danubio sfocia nel Mar Nero, dopo aver attraversato 10 paesi europei. Il nostro delta vanta la più complessa biodiversità in Europa, riconosciuta con il suo inserimento dall’Unesco nella lista dei siti patrimonio dell’umanità e nella rete internazionale delle Riserve della Biosfera. Sono circa 2000 le specie di flora che ospita, molte endemiche, e circa 3.500 le specie di fauna, di cui 331 di uccelli, tra cui 9 protette.



    Il delta aspetta i turisti, anche nel 2013, con un ricco calendario di iniziative all’insegna delle attività all’aria aperta, del gusto dell’avventura e della scoperta di itinerari magici in barca e canoa, ma anche delle tradizioni e dei festival gastronomici. A quest’edizione della fiera del turismo di Bucarest, il Delta del Danubio, una delle più estese zone umide del mondo, ha aggiunto alla sua immagine di destinazione ecoturistica, ricercatissima dagli amanti del fotosafari e del birdwatching, anche l’ingrediente cibo. Alla scoperta dell’universo gastronomico del Delta siamo stati invitati dall’ANTREC (l’Associazione nazionale romena del Turismo Rurale, Ecologico e Culturale) che ha presentato un festival che si propone di far assaggiare ai turisti le delizie di pesce tipiche di questo regno delle acque. La multiculturalità del delta e il mix di etnie, tra russi di antico rito ortodosso, ucraini, turchi, tartari, bulgari, tedeschi, greci, armeni, macedoni, aromeni, italieni, e tante altre, che sono un modello di convivenza, rendono questa destinazione molto attraente per chi vuole fare un viaggio tra le tradizioni delle minoranze nazionali, comprese quelle culinarie. I piatti tipici a base di pesce e tante altre prelibatezze tipiche si possono assaggiare non solo negli agriturismi membri della rete ANTREC e nei villaggi di pescatori, ma anche al Festival della minestra alla pescatora.



    “Con il Festival della minestra alla pescatora promuoviamo un festival-concorso di gastronomica tipica del delta, alla sua prima edizione, quest’anno, in cui tutte le etnie presenteranno le loro pietanze tradizionali. Oltre alle dimostrazioni gastronomiche e le presentazioni di vini, tra cui il più famoso è quello del vigneto Sarica Niculitel, il più antico della regione Dobrugea, che spicca per i vini bianchi, sarà portato alla ribalta anche il folclore della zona. Le varie etnie del delta si riuniranno per far conoscere ai turisti quello che hanno di meglio da offrire in campo gastronomico. È un festival che si terrà per tre giorni e tre notti nella prima settimana di settembre, e che sarà organizzato con il sostegno del Ministero del Turismo, con fondi europei. Sempre quest’autunno, nella prima settimana del prossimo ottobre, uno dei migliori mesi per la pesca sportiva, Antrec Tulcea organizzerà anche la seconda edizione della Coppa del Delta, gara con cui promuoviamo la pesca sportiva no kill, ovvero con il rilascio del pesce pescato. Sono due eventi molto attraenti per i turisti interessati alla cultura gastronomica della nostra zona, perchè invitano alla scoperta delle nostre tradizioni autentiche, proprio a casa nostra, a godere di quello che offrono la natura e la gente del delta. Va detto che al Festival della minestra alla pescatora, la presentazione dei piatti tipici del delta sarà accompagnata dalla loro storia raccontata da ciascuna etnia. Sarà un viaggio nelle culture culinarie della zona. Tra i prodotti portabandiera del Delta del Danubio, oltre alla minestra alla pescatora, ci sono il pesce di acqua dolce affumicato, come il luccio e la carpa, gli involtini di pesce in foglie di vite, le uova di luccio e carpa, delle vere delizie del delta, il pesce con cipolla al forno, le acciughe con verza in salamoia e lo sformato salato alla Dobrugea”, ha raccontato a RRI Silviu Gheorghe, presidente della filiale Tulcea dell’Antrec.



    Sempre Silviu Gheorghe ha parlato delle possibilità di vitto e alloggio nel Delta del Danubio.



    “Ci sono tanti agriturismi a 1-5 margherite che soddisfano qualsiasi esigenza, ma anche alberghi galleggianti e classici. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Si possono fare viaggi in battello accompagnati da ciceroni alla scoperta degli itinerari acquatici. Per vedere l’archittetura specifica del delta, caratterizzata dall’uso del legno e del giunco, vi raccomando soste nei paesini Crisan e Mila 23, e per un tufo nella storia, Sulina, porto sul Mar Nero, ex sede della Commissione Europea del Danubio, e, per vedere dove il Danubio incontra il Mar Nero, vi raccomando una sosta a Sfantu Gheorghe”, ha detto Silviu Gheorghe.



    Un altro festival che invita alla scoperta dell’universo gastronomico del Delta del Danubio è “Assaggi dalla foce del Danubio”, festival estivo, eco-culturale e gastronomico, giunto nel 2013 alla quinta edizione, e che riunisce chef, appassionati e rappresentanti delle varie etnie del delta. Organizzato dall’Associazione “Salvate il Danubio e il Delta”, il festival si propone di promuovere le tradizioni e le usanze della zona e a sostenere lo sviluppo di progetti comunitari di turismo culturale e gastronomico come alternativa al turismo di massa. In programma il 29 giugno, Giornata Internazionale del Danubio, anche questo festival porta alla ribalta i piatti tipici, conditi con musiche e danze dal Delta del Danubio. I visitatori sono inoltre invitati a imparare a fare impagliature tradizionali in giunco e biodo. Tutto coronato da una gara gastronomica con la partecipazione delle comunità del delta.



  • Viscri, tra le più belle destinazioni di turismo rurale

    Viscri, tra le più belle destinazioni di turismo rurale


    La Romania conta sette siti iscritti al Patrimonio Mondiale dellUnesco che testimoniano della ricchezza culturale e naturale del paese, tra cui spiccano i paesini sassoni con chiese fortificate della Transilvania. Uno di questi Paesini, Viscri, è indicato come una delle più belle destinazioni turistiche della Romania in un recente elenco stilato dal prestigioso quotidiano britannico “The Guardian” in base alle opinioni dei lettori, riportate nella sua edizione on line.


    Viscri è un ottimo esempio di sviluppo turistico sostenibile e salvaguardia del patrimonio locale in Romania. I paesini sassoni con chiese fortificate della Transilvania furono insediati nei primi secoli del secondo millennio da coloni sassoni. Le chiese di questi paesini non furono solo luogo di culto, ma anche rifugio. Costretti a far fronte a invasioni turche e tartare e a guerre, gli abitanti rinforzarono il centro del paesino, dove sorgeva la chiesa, con mura di difesa e torri di avvistamento. Negli anni’80, durante il regime comunista, circa 8000 villaggi, tra cui quelli sassoni, caddero vittime alla politica di demolizione dal dittatore Nicolae Ceausescu. A circa un anno dal crollo del comunismo, nel 1990, cominciò l’esodo degli etnici sassoni, che tornarono in Germania. La struttura della popolazione cambiò e i paesini cominciarono a correre il rischio di spopolamento. Oggigiorno, i paesini sassoni della Transilvania devono la loro rivitalizzazione alla Fondazione “Mihai Emineascu Trust” fondata nel 1987, in Gran Bretagna,da Jessica Douglas Home, con la missione di salvaguardare il retaggio culturale sassone e l’architettura rurale tipica, e che avviò i suoi progetti in Romania dopo la Rivoluzione anticomunista. Sono più di 1000 i progetti che ha sviluppato fino ad oggi in questa zona della Romania: di restauro delle vecchie case e chiese dei paesini sassoni, di formazione degli abitanti a mestieri tradizionali, di rivitalizzazione delle tecnologie tradizionali, di sostegno alle comunità locali nello sviluppo del turismo. Questo impegno valse, tra l’altro, alla fondazione il Premio dell’Ue per la conservazione del patrimonio culturale nel 2007 e il sostegno del principe Carlo d’Inghilterra, amante dalla Transilvania rurale, che è il patrono spirituale della fondazione dal 2000.


    Ventisette dei circa 500 attuali abitanti di Viscri sono etnici sassoni. Uno di loro è la vicepresidente e direttrice della Fondazione Mihai Eminescu Trust, Caroline Fernolend, impegnata da anni a salvaguardare, attraverso progetti mirati, l’organizzazione tradizionale dei villaggi transilvani e a rinvigorire il sentimento di comunità, intrecciando la conservazione storica con la rinascita economica.


    “Nel 1997 sono riuscita a convincereJessica Douglas Home, l’allora presidente della Fondazione, con sede a Londra, ad impegnarsi nella salvaguardia del patrimonio del mio paesino natio Viscri. Perchè pensavo fosse un mio dovere conservare per le generazioni a venire ciò che abbiamo ereditato dai nostri antenati. Abbiamo iniziato con piccoli progetti e da un anno all’altro i nostri interventi si sono estesi a 49 paesini della Transilvania. La gente dei villaggi viene da noi con proposte e noi la aiutiamo elaborando dei progetti e cercando fondi. Organizziamo corsi di formazione a mestieri tradizionali per gli uomini, e, per le donne, corsi di turismo, e li aiutiamo ad avviare dei piccoli affari. Nel restauro dei vecchi edifici, di cui molti dichiarati patrimonio nazionale, utilizziamo le tecniche tradizionali e i tipi di materiali adoperati originariamente, e i nostri corsi di formazione insegnano agli abitanti a lavorare nuovamente con questi materiali da costruzione. Il più importante intervento della fondazione, secondo me, è stato quello di dare agli abitanti la possibilità di imparare un mestiere, come quelli di carpentiere o di muratore, e di partecipare loro stessi ai progetti di salvaguardia del patrimonio architettonico e culturale del villaggio, alla ristrutturazione delle chiese, case parrochiali o contadine, e delle scuole, assicurando in questo modo anche una sostenibilità economica. Ecco perchè il nostro più importante progetto si chiama “Paesini a se stanti”, perchè è volto a stimolare le comunità locali a rinascere con le proprie forze, a portare avanti loro stesse gli interventi avviati con il nostro aiuto. Grazie a questo progetto ci sono stati etnici sassoni emigrati in Germania che sono ulteriormente tornati nei paesini sassoni. Abbiamo organizzato per gli abitanti dei villaggi anche corsi di management turistico e di lingue straniere. I nostri interventi hanno riguardato sia le chiese ortodosse, che quelle cattoliche, evangeliche e le sinagoghe. Non sono mancati i progetti ambientali, perchè abbiamo piantato oltre 500 alberi nei paesini della Transilvania, e a Viscri abbiamo costruito la prima stazione di depurazione ecologica”, ha precisato Caroline Fernolend.


    La principale attrattiva di Viscri è la chiesa fortificata risalente al 1225, molto semplice, ma pittoresca, inserita nella lista del patrimonio mondiale Unesco, e restaurata dalla “Fondazione Mihai Eminescu Trust”. Essa ospita una cosiddetta “camera del lardo”, di tradizione sassone, utilizzata dagli abitanti fino agli anni ’90, perchè le temperature basse e costanti assicuravano d’estate un’ottima conservazione del lardo. La torre della chiesa è un ottimo belvedere sul villaggio, le colline e le foreste circondanti.


    “A Viscri c’è da vedere anche il Museo di Etnografia, che noi abbiamo allestito nella chiesa fortificata in collaborazione con il Ministero romeno della Cultura e la Banca Mondiale, e che illustra l’organizzazione delle comunità sassoni e custodisce bauli delle corporazioni degli artigiani, attrezzi, pezzi di arredo e costumi tradizionali. Poi, ci sono i negozietti di artigianato locale con bambole di feltro e lavori a maglia. Sono 15 gli abitanti che offrono attualmente offrono vitto e alloggio su prenotazione, e, in alcune delle case, scoprirete con piacere arredi tradizionali sassoni. Abbiamo valorizzato certi spazi a fini turistici, adibendo, ad esempio, i vecchi fienili per l’ospitalità, per offrire pranzi e cene ai turisti, e persino a camere da ospiti”, ha aggiunto Caroline Fernolend.


    Viscri è anche un paesino ricco di tradizioni e profumi gastronomici.


    “Il punto di forza di Viscri penso sia l’autenticità. La cosa più bella è che, durante una vacanza nella zona, i nostri ospiti possono partecipare alla vita rurale autentica. Invitiamo gli ospiti a fare passeggiate nei carri trainati da cavalli, a visitare i forni dove si fanno mattoni e tegole a mano e lofficina del maniscalco per vedere come si fa la ferratura dei cavalli, e a provare loro stessi a fare queste attività tradizionali. Li invitiamo poi a vedere al lavoro le massaie che confezionano bambole, cappelli e pantofole di feltro. Le nostre pietanze sono preparate con prodotti freschi e biologici provenienti dalle proprie masserie. Come ospiti a Viscri potete assaggiare le nostre prelibatissime zuppe, tra cui regna quella di gallina con tagliatelle caserecce, come anche l’agnello al paiolo, la minestra di patate, la zuppa di pomodori, la caponata e lo spezzatino di manzo. Immancabili i dolci con frutta da stagione, le squisitissime marmellate e confetture, il miele e le fritelle. C’è una vera gara tra le massaie in cucina quando ci sono gli ospiti nel villaggio. Abbiamo adibito un vecchio fienile a cucina comunale e vi prepariamo marmellate, confetture e sciroppi ed essichiamo piante medicinali per tisane. Sono lecornie che potete assaporare in tutte le masserie se venite a Viscri. A Mălâncrav, nei pressi di Viscri, gestiamo un grande frutteto con specie di meli molto antichi, dove viene prodotto un saporitissimo succo di mele biologico. Abbiamo appena avviato un progetto in partenariato con la Svizzera per introdurre questo frutteto in un percorso tematico dei frutteti biologici d’Europa e per organizzare corsi dove insegnare agli abitanti a fare innesti”, ha raccontato sempre Caroline Fernolend.


    I paesaggi sono un altro pregio del paesino romeno, soprattutto per chi apprezza la semplicità della vita in campagna.


    “A Viscri potete fare delle bellissime passeggiate in natura. È un paesino molto ricercato dai botanisti e ornitologi per la flora e fauna molto ricche e varieggate. Sono moltissime le specie di fiori grazie al fatto che qui non viene praticata un’agricoltura intensiva. Nel 2002, quando il botanista britannico John Ackroyd ha fatto un loro inventario, ha scoperto che ce n’erano 12 in più che su una collina della Polonia che deteneva il primato in Europa per specie floreali. Molto vicino al villaggio c’è una secolare foresta di querce. Tre delle piante che crescono nella zona di Viscri si trovano sulla lista rossa delle specie tutelate. Viscri è visitato annualmente da migliaia di turisti dall’intero mondo. Nel 2010, quando abbiamo guardato il Libro degli Ospiti, abbiamo constatato che vi sono giunti turisti da 23 Paesi: francesi, inglesi, austriaci, tedeschi, italiani, spagnoli, americani, australiani, giapponesi e via dicendo”, ha raccontato Caroline Fernolend a RRI.


    Se andiamo anche a Mălâncrav, scopriamo che civive il maggior numero di etnici sassoni di tutti i paesini sassoni della Transilvania. Qui, la Fondazione “Mihai Eminescu Trust” ha restaurato l’antica villa signorile Apafi, avvalendosi dell’esperienza di architetti e restauratori britannici, tedeschi e romeni. I materiali usati sono stati quelli tradizionali, mattoni e le tegole fatte a mano e intonacco identico a quello originale. Il progetto, coordinato dall’architetto tedesco Jan Hülsemann, ha coinvolto mastri locali, cui sono state insegnate tecniche tradizionali da tempo dimenticate, che ora vengono applicate nei lavori di restauro delle facciate delle case sassoni della zona. La villa Apafi offre ospitalità a circa 9 persone per 50/75 euro a notte in 5 stanze(una singola e 4 doppie). A Mălâncravtrovate alloggio anche presso le fattorie. La sua chiesa evangelica vanta dei bellissimi affreschi risalenti al 15-esimo secolo.



  • La Contrada di Buzau, destinazione europea di eccellenza

    La Contrada di Buzau, destinazione europea di eccellenza


    La Provincia di Buzau, nel sud-est della Romania, è una delle più attraenti destinazioni di turismo rurale ed enogastronomico nel nostro Paese, grazie a paesaggi e fenomeni naturali unici e al patrimonio di tradizioni culinarie, portato ogni anno alla ribalta a feste campestri e sagre gastronomiche. Nel 2007, è stato avviato un progetto per la creazione nel nord-ovest della Provincia di Buzau, all’incrocio delle tre province storiche romene Transilvania, Moldavia e Valacchia, del geoparco “La contrada di Buzau”. Promosso dal Centro Geomedia dell’Università di Bucarest in collaborazione con il Consiglio Provinciale Buzau, 17 comuni della Provincia di Buzau, l’Associazione “Monteoru Renaissance” e la filiale Buzau dell’Associazione romena per la Promozione del Turismo rurale, ecologico e culturale (Antrec), il progetto si propone di valorizzare, oltre alle attrattive naturalistiche, l’agriturismo e l’ospitalità rurale, e le tradizioni enogastronomiche. Il geoparco “La Contrada di Buzau”, che dovrebbe essere pronto entro il 2015, aspira a diventare membro ufficiale della rete globale dei geoparchi istituita dall’Unesco.


    Nel 2012, la “Contrada di Buzau” ha ottenuto il riconoscimento di “destinazione europea di eccellenza per il turismo rurale” nell’ambito del concorso EDEN, con cui la Commissione Europea promuove dal 2007 mete turistiche europee uniche rimaste finora relativamente inesplorate. EDEN premia le iniziative che hanno contribuito alla promozione del turismo locale attraverso la valorizzazione delleredità rurale, culturale e naturale. Il geoparco romeno, in cui ricadono comuni come Berca, Colti, Lopatari e Manzalesti, racchiude siti di particolare importanza geologica e turistica, tesori unici in Romania e in Europa, tra cui i Vulcanetti di Fango di Berca, i Fuochi vivi di Lopatari, la Montagna di sale di Manzalesti e le miniere di ambra di Colti. Detti anche salse, i vulcanetti di fango di Berca sono infatti delle piccole colline alte 5-6 metri, nei cui crateri si trovano pozze di fango ribollente per le emissioni di gas metano dal sottosuolo e che gettano fango invece di lava. Nelle giornate siccitose, quando il fango si asciuga e crepa in decine di pezzi, a Berca si può amirare un paesaggio dall’aspetto quasi lunare, una calamita per i turisti appassionati di fotografia. In nessun’altra parte del mondo esiste una zona con tanti vulcanetti di fango attivi come nella provincia romena di Buzau. Nella Riserva naturale il “Fuoco Vivo di Lopatari”, invece, si possono vedere emergere fiamme alte un metro e mezzo per le emissioni di metano dal sottosuolo, fenomeno interessante soprattuto di notte. Il paesino Colti ospita, dal canto suo, un Museo dell’ambra, unico in Romania, perchè qui si trova una riserva geologica di circa 2 ettari e mezzo, ricca di giacimenti di ambra, resina fossile a diversi colori, proveniente da diverse specie di pini, la cui età è stimata a 50-60 milioni di anni. Gli abitanti di Colti hanno adoperato questa “pietra semipreziosa” per confezionare gioielli e amuleti e persino per varie terapie perchè una diffusa superstizione le attribuisce il potere di far passare il mal di testa e di scacciare gli incubi. Allestito in una casa contadina, il museo dell’ambra di Colti ospita una delle più belle collezioni di ambra nel mondo, di circa 300 pezzi, alcune dalle forme particolari, ma anche attrezzi usati per l’estrazione e la lavorazione dell’ambra, gioielli dell’epoca moderna, foto, oggetti di etnografia e arte popolare. Il fiore all’occhiello della collezione è un orecchino di ambra in cui si è conservata una formica e un pezzo di ambra di quasi 2 chilogrammi. Il maggiore, di 3,45 chili, si trova al Museo Provinciale Buzau. L’ambra tipica della zona di Colti, chiamata “romanite”, è una delle più antiche nel mondo. La sua estrazione e sfruttamento risalgono a molti secoli fa e per molto tempo furono la principale attività economica nella zona. La miniera di ambra, chiusa nel 1947, si trova vicino al Museo.


    La Contrada di Buzau, come del resto, l’intera provincia, vantano anche tante attrattive gastronomiche. Il Paesino Varlaam, del Comune Gura Teghii, con un’intensa attività pastorale e di caseificazione domestica, porta ogni primavera alla ribalta le sue attrattive gastronomiche ad una festa campestre cui partecipano agriturismi con lecornie locali, come l’agnello con panna e verdure, lo spezzatino con aglio, cipolla e spinaci, e la grappa di Varlaam.


    “Le tradizioni locali sono celebrate ogni anno con sagre e festival di gastronomia. La prima festa campestre della primavera, “Lo svezzamento degli agnelli”, è ospitata a maggio dal paesino Varlaam e illustra le usanze pastorali della zona, segnando il momento in cui gli agnelli vengono svezzati perchè le pecore possano essere munte e i pastori portano i greggi sui pascoli del Monte Penteleu. A questa festa potete assaggiare pietanze pastorali tradizionali, tra cui il prelibatissimo bulz, la tipica polenta con ricotta cotta sulla brace. Poi, in autunno, si svlgono il Festival del vino di Breaza e il Festival del vitigno Tamaioasa, simbolo della cantina Pietroasele, la Sfilata dei produttori di verdure di Sapoca e il Festival delle Salsicce di Plescoi. I nostri agriturismi svolgono programmi di promozione turistica con l’illustrazione delle tradizioni, con gite nella natura, con attività di pesca, con caccia ai tartufi nei boschi e laboratori di cucina dedicati ai tartufi, e raccolta di piante medicinali. Poi, alla fine dell’autunno i turisti possono partecipare alla vendemmia e alla preparazione del vino e della grappa secondo metodi tradizionali. Per gli amanti di etnografia e folclore, gli artigiani popolari fanno dimostrazioni di pittura di uova e di ricami del costume tradizionale romeno. Negli agriturismi potete assaggiare inoltre il formaggio tipico, il burro casalingo e la trota affumicata in rami di pino. Gli amanti dell’adrenalina possono praticare il mountain-biking sulle strade forestali, le arrampicate, i viaggi off-road, il volo con il parapendio e il rafting sul fiume Buzau. Il progetto “La Contrada di Buzau” prevede anche la creazione di una serie di percorsi turistici, tra cui 5 di mountain biking e off road, e di una serie di info point turistici. Per quanto riguarda la capienza turistica, la provincia ha quasi tre mila posti letto in alberghi e agriturismi dotati con le più moderne facilità, come piscine e campi da tennis”, ha raccontato a RRI Mihaela Tescaru, dell’Ufficio Promozione e Sviluppo Turistico e Agrituristico del Consiglio Provinciale Buzau.


    Chi fa una sosta, ad esempio, nel Paesino Varlaam, troverà nell’offerta degli agriturismi locali la tradizionale terapia con siero di latte, praticata da secoli nella zona, una cura di detossificazione con l’aiuto del siero di latte mescolato a frutti di bosco, a mele, a fragole e carote. Le cure interne sono consigliate a quelli che hanno problemi di fegato o di stomaco. La terapia è diventata nota al mondo medico 1859, grazie al proprietario terriero Enache Persescu che fece costruire a Varlaam un centro termale molto ricercato a quell’epoca dagli abbienti della capitale Bucarest.




    Con una grande affluenza di pubblico ogni anno, il Festival delle Salsicce di Plescoi, in programma ad ottobre, propone alle buone forchette gli insaccati tipici della provincia fatti con carne di pecora, il primo marchio tradizionale registrato in Romania e riconosciuto nell’Ue. Si tratta di una salsiccia piccante, dal gusto speciale grazie all’erba livemente salata pascolata dalle greggi nella zona, e condita con peperoncino e aglio, che reca il nome del paesino in cui viene preparata tradizionalmente. Le salsicce di Plescoi si abbinano benissimo al formaggio e ai pomodori e si preparano di solito con faggioli, con patate o con cavolo al forno. La zona di Buzau è famosa anche per la salsiccia chiamata babic, per la cipolla rossa, per le ciambelle di Buzau, e per la grappa di Chiojdu, brand gastronomici registrati presso l’Ufficio Marchi romeno.



  • La Romania alla BIT Milano 2013

    La Romania alla BIT Milano 2013


    Si è aperta il 14 febbraio l’edizione 2013 della Bit Milano, la Borsa Internazionale del Turismo, dove sono presenti fino al 17 febbraio oltre ben 5000 operatori del settore, provenienti da 130 Paesi nel mondo. Nel calendario dell’evento decine di incontri, seminari e appuntamenti. Tra i Paesi che faranno sentire la loro presenza a Milano anche la Romania. Ioana Podosu, direttrice dell’Ente Nazionale per il Turismo della Romania a Roma, ha raccontato a RRI cosa propone il nostro Paese ai turisti italiani a questa edizione della Bit.


  • Invito al Carnevale delle lole

    Invito al Carnevale delle lole


    È tempo di carnevale anche in Romania. Presto partirà il Carnevale delle Lole, antica usanza che fa rivivere le tradizioni delle corporazioni degli artigiani della Transilvania, regione storica nel centro della Romania. Questo carnevale, risalente al XII-esimo secolo, preannuncia, in un contesto umoristico, l’arrivo della primavera. La Transilvania fu colonizzata nel XII-esimo secolo dai sassoni, grazie ai quali conobbe a partire dal Medio Evo un continuo sviluppo economico. Le sette principali citadelle della Transilvania abitate dai sassoni, note come “Siebenburgen”, erano Bistrita, Brasov, Cluj, Medias, Orastie, Sibiu e Sighisoara. Se nel 14-esimo secolo, in Transilvania c’erano circa 19 corporazioni, nella seconda metà del 16-esimo secolo il loro numero era salito a 29 e verso il 1780 ce nerano 40. Ogni anno, l’ultima domenica di gennaio, si tenevano le elezioni delle corporazioni. Occasione in cui veniva consegnato il baùle con tutti i documenti della corporazione al nuovo capo mastro e ai nuovi garzoni di bottega. La consegna era assecondata dalle “lole”, personaggi umoristici in maschera che avevano la missione di proteggere e scortare i bauli e che sfilavano per le vie della città. Nel 2008, su iniziativa del Centro Culturale romeno “Petre Tutea”, è stato avviato un progetto culturale di rinvigorimento del Carnevale delle lole, che sarà riportato alla ribalta questo mese in tre città: Bucarest, Medias e Sighisoara.


    “La tradizione del carnevale è stata portata nel nostro paese dai coloni sassoni provenienti dall’ovest della Germania, dal sud-est dell’Olanda e dal Lussemburgo. Il nome di “lole” viene dal verbo tedesco lallen- balbettare e accenna al modo di parlare sotto la maschera. L’usanza delle lole, originaria della città transilvana di Agnita, attestata ufficialmente nei documenti nel XVII-esimo secolo, si è andata perdendo con l’emigrazione massiccia dei sassoni transilvani dopo la rivoluzione anticomunista del 1989. Fu rinvigorita ufficialmente nelle comunità sassoni della Transilvania con la designazione di Sibiu a capitale europea della cultura nel 2007. È una tradizione tutt’ora molto viva ad Agnita. È da cinque anni che il Centro culturale Petre Tutea organizza questo carnevale con tappe in diverse città. L’edizione 2013 farà tappa, il 17 febbraio, nella capitale Bucarest, il 23 febbraio a Medias e il 24 a Sighisoara. La prima edizione del carnevale delle lole, del 2008, ha segnato la riapertura al traffico pedonale della strada Smardan (ex Strada tedesca), la prima ristrutturata del centro storico di Bucarest, il quale racchiude tante strade intitolate alle corporazioni degli artigiani. Qui vendevano le proprie merci anche i negozianti sassoni ed è per questo che abbiamo scelto la capitale per inaugurare questo progetto. Anche all’edizione di quest’anno, oltre alla chiassosa sfilata delle lole, che indossano costumi neri e maschere dipinte e sono munite di fruste per cacciare via gli spiriti maligni, ci saranno piccole sorprese. Il pubblico avrà l’occasione di vedere, ad esempio, come si confezionano i costumi e le maschere delle lole e di assaggiare prelibatezze culinarie sassoni”, ha raccontato a RRI Mirel Remescu, direttore del Centro culturale “Petre Tutea”.


    Con lo scioglimento delle corporazioni nel 1882, il Carnevale delle lole fu messo al bando. Fu poi ripreso con delle interruzioni a causa dei vari avvenimenti storici. A partire dal 1969, per 30’anni, durante il regime comunista, fu rinvigorito, ma, durante la sfilata storica erano presentati i prodotti artigianali locali fatti nelle fabbriche sorte al posto dei vecchi laboratori artigianali.


    Le lole hanno sempre una sorpresa pronta per i passanti. “Durante la sfilata, coinvolgono il pubblico in una danza tradizionale e chi si lascia coinvolgere e riesce ad indovinare chi è la persona che si nasconde dietro la maschera riceve in premio una frittella calda”, racconta Mirel Remescu.


    Le lole sfilano a seconda dell’importanza rivestita nel passato dalla corporazione che rappresentano. La sfilata è aperta dal capomastro della corporazione degli stivalai, seguita dalla corporazione dei sarti e da quella dei pellicciai. L’ultima a sfilare è la corporazione dei bottai. Il momento culminante è quello in cui tutte le lole si tolgono le maschere. Per tradizione, dopo il tramonto la gente rientra a casa per continuare a festeggiare fino all’alba.

  • Alla scoperta della Provincia di Neamt

    Alla scoperta della Provincia di Neamt


    Seguendo uno dei percorsi di turismo religioso e culturale più frequentati in Romania, in Moldavia, provincia storica nel nord-est del Paese, scopriamo monasteri ed eremi che attirano ogni anno centinaia di turisti romeni e stranieri. Se le più famose chiese ortodosse romene sono quelle ad affreschi esterni dei monasteri della Provincia di Suceava, nel nord della Moldavia, noto come la Bucovina, di cui sette nella lista del patrimonio culturale mondiale dell’Unesco, la vicina Provincia di Neamt vanta anch’essa oltre 15 monasteri e 25 eremi altrettanto belli. Non sono, però, le uniche attrattive turistiche della zona.


    “L’offerta turistica della nostra provincia è molto ricca, grazie ai paesaggi bellissimi, alle riserve naturali protette per legge, alla presenza di tanti luoghi di culto e musei che custodiscono collezioni di gran pregio, di unità ricettive moderne ed accoglienti, e, non in ultimo, grazie all’arte popolare e alle nostre tradizioni. Se visitate la provincia, una sosta da non perdere è il Parco Naturale Ceahlau, dove sorge l’Athos della Moldavia, il “monte santo dei romeni”, com’è soprannominato il Ceahlau, perchè alle sue falde si trovano monasteri ortodossi rappresentativi per la Romania, come Agapia, Văratec, Neamţ, Secu, Sihăstria, Durău, Bistriţa, Pângaraţi e Tazlău”, ha raccontato a RRI Anca Afloarei, capo del Dipartimento Turismo del Consiglio Provinciale Neamt.


    Questi luoghi di culto custodiscono, come quelli del Monte Athos, in Grecia, numerosi tesori artistici, tra antichi manoscritti, icone, vasi liturgici, ricami e affreschi dipinti da illustri rappresentanti della pittura bizantina. La chiesa del monastero Agapia, monastero di suore, è celebre per gli affreschi interni realizzati nel 1860 dal pittore romeno Nicolae Grigorescu, a soli 22 anni. Egli si ispirò ai dipinti dei maestri del Rinascimento, come Raffaello, Da Vinci, Tiziano, Rembrandt, e dipinse i volti dei santi usando modelli dal vivo. Il monastero possiede anche un fondo libri molto antico, dichiarato patrimonio nazionale, e una ricca collezione museale d’arte medievale e religiosa. Va detto che questi monasteri offrono vitto e alloggio ai turisti.


    “Per chi volesse fare un tufo nella storia, nel capoluogo di provincia Piatra Neamt c’è un museo unico in Romania, dedicato alla cultura archeologica Cucuteni, del tardo neolitico, chiamata cosi’ perche i suoi primi reperti furono scoperti proprio nel villaggio Cucuteni della Moldavia. Abbiamo poi la Fortezza di Neamt, che faceva parte del sistema di fortificazioni della Moldavia costruito alla fine del XIV-esimo secolo contro l’incombente pericolo ottomano. Se volete conoscere la cultura popolare romena, fate una sosta presso il Museo di arte popolare tradizionale “Nicolae Popa” oppure al Museo di Etnografia di Piatra Neamt. Questa città, circondata da montagne, ha una telegondola che collega il centro città con il Monte Cozla in dieci minuti da dove potete scorgere anche il Monte Ceahlau. Sul monte Cozla c’è anche una pista da sci. E se volete assaggiare prelibatezze dalla cucina moldava, i posti ideali sono, oltre agli agritursmi, la Locanda di Ancuta e la Locanda di Razesi. Se amate le vacanze all’insegna della natura, una sosta che vi consiglio, oltre al lago-diga naturale Cuejdel, uno dei maggiori nel Paese, selvaggio e bellissimo, dichiarato riserva naturale, c’è il Parco Naturale di Vanatori-Neamt, con la riserva di bisonti europei Dragos Voda, dove questi maestosi animali vivono in semilibertà”, ha precisato Anca Afloarei.


    Da sempre presente nell’eraldica romena, simbolo della regione storica romena Moldavia, animale antichissimo, il bisonte europeo scomparse dalle foreste romene all’inizio del 19-esimo secolo. È uno dei grandi mammiferi che pagarono caro le conseguenze del disboscamento, della caccia e del braconaggio. I primi bisonti furono furono portati in Romania dalle riserve e dagli zoo in Polonia e nell’ex Urss. Solo due regioni d’Europa, i Carpazi romeni, che vantano la più ricca biodiversità in Europa, e la Foresta di Bialowieza, lungo il confine tra la Bielorussia e la Polonia, offrono attualmente condizioni ecologiche favorevoli alla reintroduzione in natura del bisonte. Dato l’imaptto positivo di questi grandi erbivori selvaggi sulle foreste e sulla diversità vegetale, in Europa sono stati avviati diversi progetti volti non soltanto a salvare questa specie, ma anche a reintrodurla in natura. “Dragos Voda”, nel Comune di Vanatori-Neamt, è una delle quattro riserve di bisonti europei che danno rifugio e sicurezza a qualche decina di esemplari in Romania, accanto alla riserva di Bucsani, nella Provincia di Dambovita, di Hateg-Silvut, nella Provincia di Hunedoara, e di Vama Buzaului, in Provincia di Brasov. In seguito al programma di ripopolamento, la riserva “Dragos Voda” ospita attualmente 31 bisonti, maschi e femmine, di cui 25 integrati nel programma di allevamento in semilibertà.

  • La crisi di fiducia, in mostra a Bucarest

    La crisi di fiducia, in mostra a Bucarest


    Il 23 gennaio ha aperto i battenti a Bucarest, dove resterà aperta fino al 16 febbraio, la mostra d’arte “La crisi di fiducia”, un progetto della Galleria italiana Placentia Arte, che da oltre ventanni sostiene la ricerca artistica e la promozione di giovani artisti. Organizzato con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest e ospitato dal Centro Victoria Art, l’evento presenta al pubblico le opere di una serie di giovani artisti del panorama contemporaneo italiano e non solo, che approfondiscono l’idea della crisi di fiducia nelle sue varie forme nella storia dell’umanità.



    “È innegabile, lidea di poterci abbandonare con fiducia a principi, persone, sovrastrutture ideologiche, sistemi politici ed economici è incredibilmente allettante. Porsi senza riserve nelle mani di qualcun altro, che ha come obbiettivo quello di agire al meglio per noi, significa godere di un punto fermo in grado di appagare la nostra umana esigenza di certezze”, spiegano i curatori nella presentazione della mostra. “Riusciamo però a ricordarci quando è stata lultima volta che siamo stati nelle condizioni pragmatiche di farlo?” si domandano loro.



    Lo storico darte e artista romeno-canadese Marius Tanasescu, che cura la mostra di Bucarest assieme a Marta Barbieri e Lino Baldini della Placentia Arte, ha raccontato a RRI com’è nata l’idea di allestire una mostra collettiva d’arte concettuale a Bucarest.



    “La mostra è nata grazie ad una precedente collaborazione con i due curatori italiani che avevo conosciuto alla Biennale d’Arte di Praga del 2007, di cui sono stato coordinatore. Nel 2009 ci siamo rincontrati e abbiamo deciso di allestire questa mostra a Bucarest perchè l’arte contemporanea concettuale, rappresentata da bravissimi artisti, non è promossa come meriterebbe. La mostra illustra attraverso varie forme artistiche, come videoinstallazioni, fotografie e incisioni, la crisi di fiducia che l’essere umano e la società vivono su diversi piani. Per farvi solo un esempio, tra le opere in mostra c’è un video con un aereo in volo sopra la Riviera Romagnola con uno striscione in c’è scritto in cinese Made in Italy. È una forma d’arte concettuale che richiama l’attenzione su ciò che era Made in Italy e ciò che è adesso, una copia, e che ci fa rifltetere su una crisi di fiducia. Dopo Bucarest, la mostra farà tappa a Cluj-Napoca, nel centro della Romania”, ha precisato Marius Tanasescu.



    “Noi, esseri umani, abbiamo tutt’ora un serbatoio di fiducia che vorremmo investire quotidianamente, ma che le contingenze non ci danno la possibilità di fare. Vorremo poter porre la nostra fiducia in qualcuno che incarni i nostri ideali, in qualche cosa, ma dalla politica alla cultura non siamo in grado di farlo. È cosi’ che ci è venuto in mente di fare una mostra con dieci artisti, gran parte italiani, ma non solo, che vadano ad affrontare questo problema”, ha spiegato, dal canto suo, la curatrice Marta Barbieri, della Placentia Arte.