Author: Adina Vasile

  • Alla scoperta di Oradea su www.oradea.travel

    Alla scoperta di Oradea su www.oradea.travel

    Oradea, capoluogo della provincia di Bihor, nell’ovest della Romania, e il suo patrimonio culturale e architettonico unico, che lo rendono tappa d’obbligo per gli appassionati dell’architettura cittadina degli scorsi secoli, possono essere ora scoperti anche on line, sul sito web www.oradea.travel, lanciato questo mese dal Comune. La città di Oradea è un vero museo all’aperto, grazie alla ricchezza di edifici in stili molto diversi: barocco, rinascimentale, eclettico, classico, neogotico e liberty e alla fortezza in stile Vauban, punto di riferimento nella storia delle fortificazioni militari in Europa.



    Sono 3 le categorie di attrattive turistiche ilustrate dal sito creato dal Comune di Oradea: monumenti storici, archittetura religiosa e archittetura laica. Le informazioni turistiche sono accompagnate da cartine interattive e tour virtuali a 360 gradi, e da un archivio fotografico con 9.000 foto delle attrattive turistiche e culturali della città. I percorsi turistici proposti possono essere scaricati gratuitamente sul telefonino, sul tablet e sul portatile. La piattaforma web fa parte della strategia del Comune di Oradea di attrarre un numero quanto maggiore di turisti nella città, strategia nell’ambito della quale si è proposto anche di restaurare entro il 2020 le facciate di tutti gli edifici cittadini importanti. Lanciato da pochi giorni, il sito www.oradea.travel ha già attirato 140 mila visitatori.



    Il Comune di Oradea è l’unica autorità pubblica romena ad avere un dominio .travel, lunico dominio certificato riservato a organizzazioni, associazioni, agenzie governative e non, siti e monumenti, aziende private e professionisti dell’industria del turismo e dei viaggi. Il sito web è stato realizzato nell’ambito del progetto di promozione del turismo culturale sviluppato dal Comune “Il centro storico di Oradea — archittetura, cultura, leggenda”, finanziato con fondi europei, attraverso il Programma Operativo Regionale, l’Asse – Sviluppo sostenbile e Promozione del turismo. La presenza sul dominio .travel darà visibilità maggiore al potenziale turistico di Oradea, viaggi e turismo essendo i settori che utilizzano maggiormente la rete internet.



    “Il progetto è finanziato attraverso il Programma Operativo Regionale dal 2012 e punta sulla promozione del turismo locale sui media, on line e attraverso cartelloni stradali. L’obiettivo è di atrarre i turisti romeni e stranieri a scoprire questo museo di archittetura all’aperto rappresentato dal centro storico di Oradea. La nostra ambizione è stata di mettere a disposizione dei visitatori della città strumenti d’informazione turistica modernissimi, come i cartelloni stradali con visuale isometrica, che aiutano il turista a scoprire da solo i percorsi turistici. www.oradea.travel è un portale web complesso in 5 lingue – romeno, magiaro, inglese, italiano e tedesco – che illustra la storia e l’archittetura della città nei suoi particolari. È un lavoro tra arte e tecnica IT innovativa, perchè il sito è basato su cartine isometriche, su disegni ad acquerello digitalizzati. Sono 4 i percorsi tematici proposti dal sito: Attraverso i palazzi verso la fortezza, che ha come punto di partenza la stazione centrale e punto di approdo la fortezza di Oradea, attraversando il Complesso barocco, la Via della Repubblica, ricca di palazzi storici e le piazze pubbliche, anch’esse ricche di edifici rappresentativi. Il secondo è Oradea in stile liberty, perchè la città spicca per gli edifici in stile liberty, percorso che illustra la sua identità architettonica. Un terzo percorso tematico è l’Oradea delle chiese, perchè Oradea vanta una comunità multiconfessionale, che conserva in modo armonioso tutte le sue chiese, da quelle romano-cattoliche a quelle greco-cattoliche o neo-protestanti. Oradea è, da questo punto di vista, una città delle chiese. E il quarto percorso è Oradea memorabile, che invita alla scoperta dei luoghi carichi di storia, come i musei dedicati a personalità culturali importanti che vi nacquero, vissero o svilupparono la loro attività, lasciando un’eredità importante per l’identità locale, oppure musei delle varie confessioni religiose come il Museo Romano-Cattolico della Basilica minore oppure quello del Vescovado ortodosso. Infatti, tutte le confessioni hanno un proprio museo ad Oradea”, ha raccontato a Radio Romania Internazionale Dumitru Sim, manager del progetto presso il Comune di Oradea.



    Dumitru Sim ci ha consigliato anche alcune soste turistiche d’obbligo ad Oradea. “Non lasciatevi perdere una visita alla fortezza di Oradea, bastione a forma di stella a 5 punte, che ha ospitato lungo il tempo ben sette teste coronate. Poi, al Complesso Barocco, il maggiore complesso di edifici in stile barocco in Romania, formato dal Palazzo Barocco, della seconda metà del XVIIIesimo secolo, sede del Vescovado romano-cattolico, uno dei più grandiosi edifici in stile barocco in Romania, poi dalla Basilica romano-cattolica, il maggiore edificio barocco in Romania, e dal Complesso delle Canoniche. Una sosta indimenticabile saranno anche il Palazzo l’Acquila Nera, rappresentativo per lo stile liberty, e la Chiesa con luna, unica in Europa, che, da due secoli, indica con esatezza le fasi lunari”, ha aggiunto Dumitru Sim.



    L’imponente albergo a 4 stelle “L’Aquila nera”, nome dovuto all’aquila nera raffigurata nella vetrata a colori del frontone, che sorge nel centro di Oradea, è l’edificio più rappresentativo della città in stile liberty, tipico del periodo fine Ottocento e inizio Novecento. Fu restaurato con materiali dall’Italia e il suo design interno fu curato dall’architetto italiano Roberto Capittani. Eretto tra il 1907 e il 1909, ospitò all’epoca un casinò, un ristorante e una serie di uffici. Conserva gran parte delle sue caratteristiche originali, tra cui i bassorilievi e le vetrate a colori della facciata e il portone in vetro sabbiato che richiamano alla memoria gli inizi del Novecento. È arredato in stile classico, i letti sono a baldacchino, gli arazzi e gli elementi decorativi fanno rivivere l’atmosfera dello stile liberty.



    Un’altra sosta indimenticabile è la Fortezza di Oradea, eretta alla fine dellXIesimo secolo, inizialmente per difendere un monastero. Fu incendiata durante un’invasione tartaro-mongola e nel XIIIesimo secolo fu avviato un ampio processo di ricostruzione. La fortezza ospitava il palazzo principesco, case, botteghe e persino mulini e un’imponente cattedrale gotica che venne elevata da Papa Bonifacio IX allo stesso rango della Basilica di San Marco e della Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi, diventando luogo di pellegrinaggio per i fedeli cattolici della zona. Nel XVesimo secolo, grazie ai vescovi che erano dei luminari, la Fortezza di Oradea diventò un importante centro dell’Umanesimo. Tra l’altro, il vescovado romano cattolico aveva la sua sede qui e disponeva di un proprio esercito. I cambiamenti politici nella zona resero necessaria la costruzione di nuove fortificazioni che rispondessero alle nuove esigenze militari. Il progetto fu affidato ad architetti militari italiani che progettarono una nuova fortezza di forma pentagonale, il cui sistema difensivo consisteva in bastioni e fossati con acqua. La fortezza fu una delle cinture di fortificazioni costruite per assicurare il dominio austriaco sulla zona e difendere i nuovi confini dell’Impero, con la conclusione delle guerre austro-turche, nella prima metà del XVIIIesimo secolo e l’occupazione da parte dell’Impero Asburgico di alcune province romene, tra cui il Banato. La fortezza fu ricostruita in stile Vauban, intitolato all’architetto militare di Re Luigi XIV, un genio dell’arte fortificatoria della sua epoca.



    Il progetto del Comune di Oradea dedicato al centro storico ha tre parole chiave: archittetura, cultura, leggenda. Dumitru Sim ci racconta qual è la più nota delle leggende che avvolgono la sua città.



    “È quella legata al suo insediamento. Si dice che in seguito ad un sogno fatto durante una partita di caccia, il re d’Ungheria Ladislao, detto il Santo, che converti’ i suoi sudditi al cristianesimo, fece costruire un monastero dedicato a Santa Maria sul posto dove sorge oggi la città, che sarebbe diventato un importante centro vescovile e uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio del mondo romano-cattolico nei secoli XIV-XVesimo”, ha detto ancora Dumitru Sim a Radio Romania Internazionale.



    Va ricordato che, dal 2010, il Vescovado romano-cattolico di Oradea ha ripreso la tradizione locale di celebrare, attraverso una processione, la Festa di Re Ladislao il Santo, fondatore e patrono della Diocesi di Oradea.


  • Invito a Brasov

    Invito a Brasov

    Brasov è capoluogo dell’omonima provincia romena più gettonata dai turisti stranieri nel 2013, dopo la capitale Bucarest, con quasi un milione di visitatori all’anno. Circondata dalle montagne, la città di Brasov si trova a 20 minuti dal castello di Bran e a 12 km dalla stazione Poiana Brasov, destinazione prediletta degli amanti della montagna, ma anche degli sport invernali. Uno dei suoi edifici-emblema è la Chiesa Nera, costruita tra il Trecento e il Quattrocento, una delle maggiori cattedrali gotiche dell’Europa sud-orientale, che sorge nel centro storico, sul posto di un’antica basilica romanica del XIIIesimo secolo. Abbellita da splendide decorazioni in stile barocco e statue rinascimentali, la cattedrale possiede un grande organo con 4000 canne. È celebre non solo per le sue dimensioni, ma anche perchè custodisce la maggiore campana nel Paese, fatta in bronzo, che pesa sei tonnellate. La sua costruzione iniziò nel 1383, quando Brasov conobbe un periodo di florido sviluppo economico e culturale. Il devastante incendio del 1689 la distrusse quasi completamente, annerendo le sue pareti e facendola passare alla storia come la “chiesa nera”. Stando a Google Panoramio, la Chiesa Nera di Brasov risulta l’attrattiva più fotografata in Romania e la 295esima nel mondo.



    “Brasov conserva ancora le tracce del suo passato medievale, visibili nei monumenti rappresentativi, come la celebre Chiesa Nera, la maggiore in Romania. È lunga circa 95 metri ed è stata una costruzione ardua per i suoi tempi, iniziata alla fine del XIVesimo. Prima della riforma di Johannes Honterus, capo della riforma luterana in Transilvania, del XVIesimo secolo, la Chiesa Nera si chiamava la Chiesa di Santa Maria. Alla fine del XVIIesimo secolo, le truppe austriache assediarono la città e le diedero fuoco. Si valse questo nome, di chiesa nera, dopo il terribile incendio che annerì le sue pareti. È l’unica chiesa in Europa con questo nome. Ospita la più completa collezione di tappetti orientali, circa 200, rappresentativi per l’arte dei tessuti orientali ed anche la maggiore campana tra tutte le chiese nel Paese. Durante la Prima Guerra Mondiale la chiesa aveva una ancora più grande che fu fusa per fare tubi per cartucce di pallottole e palle di cannoni. A pochi metri di distanza, sempre nel centro storico, sorge un altro edificio-emblema di Brasov – la Casa del Consiglio – rappresentativa per l’architettura laica dell’inizio del XVesimo secolo”, ha raccontato a RRI, Stelian Coşuleţ, capo della Sezione Archeologia del Museo Provinciale di Storia di Brasov.



    La Casa del Consiglio della città risale al 1420, quando fu firmato un accordo tra la Corporazione dei Pellicciai e la Contrada di Bârsa. Ospitò una prigione e, nel XVIesimo secolo, la sua torre era circodata da quattro più piccole, segno che nella città si potevano pronunciare sentenze capitali. Dalla sua torre con orologio, la trombetta comunale annunciava gli eventi cittadini importanti, feste, giostre cavalleresche e cerimonie civili e religiose, tradizione che oggi è stata ripresa. Il primo piano è eretto in stile gotico, mentre il secondo è in stile rinascimentale e barocco.



    Brasov aveva nel passato più bastioni di difesa e torri di avvistamento eretti a partire dal XVesimo secolo dalle corporazioni degli artigiani, usati in tempi di pace per depositare le merci e in tempi di guerra come fortezze. Degli 8 bastioni iniziali si conservano integralmente ad oggi solo 3: il Bastione dei Tessitori, il Bastione dei Maniscalchi e il Bastione Graft. Il Bastione dei Tessitori è la meglio conservata fortificazione della città, ospitando un museo della Brasov medievale. Accanto ad una pregiata collezione di armi medievali vi potete vedere un plastico della città della fine del XVesimo secolo. Le torri di avvistamento erano 4: la Torre Nera, la Torre Bianca, la Torre degli Stivalai e la Torre dei Coltellai. La Torre Bianca e la Torre Nera sono visitabili per circa 1,50 euro a persona.



    A Brasov potete scoprire anche la più stretta strada nell’Europa Orientale, la Strada della Fune, costruita secoli fa, larga solo 83 cm. A solo mezz’ora a piedi dal centro storico, c’è invece la Fortezza di Brasov, a forma di stella, un ottimo punto di belvedere, che ospita attualmente un ristorante.



    Brasov, nota anche come “la città alle falde di Tâmpa”, grazie all’omonimo monte, che sorge nel cuore della città, raggiungibile in funivia, attrae anche per le sue leggende. Su questo monte ci sarebbero stati altari dacici per sacrifici al Dio del tempo, Uranus, e perciò sarebbe stato chiamato dai romani “Tempus/Temporis”, trasformato in Tempea/Tâmpa. I cavalieri teutonici chiamarono invece Brasov “Kronstadt”. Tâmpa offre una bella vista panoramica sulla città. Su Tâmpa c’è anche la scritta “Brasov”, con delle lettere immense, illuminate di notte. Tâmpa è, infatti, uno dei luoghi più pieni di leggende di Brasov. Una parla di un un grande lago sotterraneo e un’altra di tunnel scavati nella montagna, la cui esistenza è stata, del resto, provata. Uno di essi, ancora praticabile, collega la Casa del Consiglio ad una delle vecchie torri medievali di avvistamento. Circa 150 ettari del Monte Tâmpa sono stati dichiarati riserva naturale, ospitando orsi, linci, lupi e un gran numero di uccelli, tra cui corvi e acquile, ma anche il 35% delle specie di farfalle nel Paese.



    Se volete scoprire qualche piatto tipico, sono decine i ristoranti di Brasov. Un menù costa intorno a 50 lei a persona (pari a circa 11 euro). Non lasciatevi sfuggire l’occasione di assaggiare le crepes di Brasov che vi addolciranno sicuramente la giornata. Se volete anche pernottare nella città, una notte in agriturismo si aggira sui 100 lei (pari 22 euro), mentre una in albergo sui 200-400 lei (50-100 euro). La stazione Poiana Brasov è la più gettonata dagli amanti degli sport invernali. Nel 1951, ha ospitato i Giochi Mondiali Universitari d’inverno. È qui che venne messa in funzione la prima teleferica in Romania, che porta ancor’oggi sul Monte Postavarul, da dove si possono avvistare le più alte cime dei Carpazi.



    ”Non è solo Brasov che attrae i turisti, ma anche il paesino Bran dove sorge il famoso castello del conte vampiro Dracula, poi, la fortezza di Rasnov. Ma anche la riserva di orsi bruni e la Valle dei Bisonti di Vama Buzaului, a 50 km da Brasov, che ospita la quarta riserva di bisonti in Romania, aperta nel 2008”, racconta Stelian Coşuleţ.



    Le fortezze della provincia di Brasov attirano migliaia di turisti ogni anno. Tutte hanno una storia affascinante, offrendo un’immersione nel mondo del Medio Evo romeno. Una di queste fortezze è Rasnov, con una posizione strategica, che serviva a controllare una delle vie d’accesso in Transilvania. Venne menzionata per la prima volta nei documenti nel 1335, quando durante un’invasione tartara gli abitanti si salvarono rifugiandosi all’interno delle sue mura. È una delle meglio conservate fortezze in Transilvania.



    Altre soste che consigliamo agli amanti delle bellezze paesaggistiche sono il canyon “7 gradini”, lungo 160 metri, che si trova a 948 metri di altezza, nel Monte Piatra Mare, e la la Radura dei Narcisi, riserva naturale a 60 km da Brasov, che si stende su 400 ettari.

  • Il Passo Tihuta, terra del conte Dracula…

    Il Passo Tihuta, terra del conte Dracula…

    A qualche decina di chilometri dalla città di Bistrita (nord della Romania), si trova il Passo Tihuta, noto anche come la “Terra del Conte Dracula”… La leggenda del conte-vampiro che ispirò lo scrittore irlandese Bram Stoker nel suo celebre romanzo continua a stuzzicare la fantasia dei turisti. Dietro il mito letterario si cela però la storia vera del principe romeno Vlad Tepes, principe della Valacchia, passato alla storia come Vlad Dracul (ossia figlio del Dragone). Il soprannome veniva dal padre, insignito del titolo dell’Ordine del Dragone, istituito dall’imperatore tedesco e re d’Ungheria Sigismundo di Lussemburgo. Era inoltre chiamato Vlad Tepes, cioè l’Impalatore, perchè l’impalamento era il supplizio con cui puniva i nemici turchi. Fu, quindi, un personaggio ideale per Bram Stoker, che prima di scrivere il romanzo cominciò a raccogliere storie su personaggi spietati e orrendi e a cercare un’ambientazione per la storia che voleva scrivere, e il quale fu impressionato dal principe romeno e dal soprannome “Dracula”.



    I turisti collegano, di solito, la storia di Dracula al castello del paesino Bran, della provincia di Brasov, nel sud della Transilvania, dove, dopo essere stato preso prigioniero dall’esercito del re d’Ungheria Mattia Corvino, nei pressi di Bran, il principe Vlad l’Impalatore fu imprigionato nell’autunno del 1462. Ciò che pochi turisti sanno però è che il nome di Vlad l’Impalatore è legato anche al Passo Tihuta, o Borgo Pass, com’è chiamato nel romanzo di Bram Stoker, che collega la Transilvania alla Moldavia, e dove si dice sarebbe sorto un castello che sarebbe stato quello vero del principe… e sulle cui rovine fu costruito, nel 1983, un albergo, in stile di castello medievale, che ambisce a richiamare alla memoria quello del conte-vampiro del celebre romanzo. Davanti all’albergo, che si trova nella stazione turistica Piatra Fantanele, fu svelato, nel 2006, il busto di Bram Stoker, alla presenza dell’allora ambasciatore irlandese a Bucarest. Il programma turistico dell’albergo-castello del Passo Tihuta offre, oltre alle gite e ai picnic nei dintorni, degustazioni dei piatti di Dracula e visite nella cantina dove viene custodita la barra del conte-vampiro. Per la Festa di Halloween, il castello ospita un “Ballo delle streghe” che incanta i turisti arrivati da tutti i canti del mondo. Dai balconi del castello si possono avvistare due delle piste da sci della provincia di Bistrita-Nasaud, una per i principianti e l’altra di difficoltà media, dotate di telesci e sciovia.



    La Terra del Conte Dracula e l’albergo-castello a lui intitolato del Passo Tihuta, inclusi nei circuiti turistici delle agenzie viaggi, si ritrovano anche al centro di un progetto dell’Associazione di Promozione Turistica “Turista in Bistrita-Nasaud”, che ha ideato il primo percorso tematico dedicato al Conte Dracula. “La via del Conte Dracula”, com’è stato chiamato il percorso lungo 90 km, comincia dall’albergo “La corona d’Oro” di Bistrita, menzionato da Bram Stoker nel suo romanzo. Esso porta alla scoperta della terra di Dracula, così com’è presentata nel romanzo del celebre scrittore irlandese, tra foreste incontaminte, cascate e paesaggi selvaggi, ma anche paesini tipici.



    Gran parte della “Via del conte Dracula” può essere percorsa grazie a gite guidate oppure in quad e anche a piedi dai più audaci. Per più autenticità, la via potrà essere scoperta nel prossimo futuro dai turisti amanti delle sensazioni forti anche in una carrozza trainata da cavalli. Maggiori informazioni su questo circuito turistico offre una cartina con le unità ricettive dove i turisti possono alloggiare e assaggiare prelibatezze tipiche romene. Il percorso turistico “La via del conte Dracula” è stato presentato, lo scorso autunno, alla prima edizione del “Festival dell’Aglio”, dedicato ai miti, alle leggende e alle tradizioni e usanze della Valle del Bargau.


  • WRD 2014: Incontro Italradio a Roma

    WRD 2014: Incontro Italradio a Roma

    Il 13 febbraio è stata festeggiata la Giornata Mondiale della Radio, istituita dall’UNESCO nel 2011. La scelta di questa data non è stata casuale: proprio in quella giornata del 1946 è andata in onda per la prima volta la trasmissione della radio dell’ONU. Nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata Mondiale della Radio, l’Osservatorio della Radiofonia Internazionale in Lingua Italiana — Italradio — ha invitato, presso la Sala Marconi della Radio Vaticana, ad una riflessione sulla radiofonia italofona con la presentazione degli atti dei Forum Italradio 2011 e 2012. Il coordinatore di Italradio, Luigi Cobisi, ha raccontato per RRI tutte le iniziative.



  • La Romania alla BIT Milano

    La Romania alla BIT Milano

    La Romania sarà presente anche nel 2014 alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, in programma dal 13 al 15 febbraio, con uno stand curato dallEnte Nazionale per il Turismo della Romania a Roma, che promuove il nostro Paese sul mercato turistico italiano sin dal 1968. Stando all’Istituto di Statistica romeno, il maggior numero di turisti stranieri ad aver visitato la Romania lo scorso anno sono stati tedeschi, seguiti da quelli italiani, francesi, ungheresi e israeliani. Le statistiche rilevano che i turisti stranieri passano in media due giorni in Romania, preferendo gli alberghi a 4-5 stelle. Ioana Podosu, direttrice dell’Ente Nazionale per il Turismo della Romania a Roma, ha raccontato a Radio Romania Internazionale che destinazioni romene preferiscono i turisti dalla Penisola e che tipologie di vacanze proporranno i tour operators al mercato italiano all’edizione 2014 della BIT Milano.


  • La Valle del Gurghiu – “Valle dei Re”

    La Valle del Gurghiu – “Valle dei Re”

    Sita nell’est della Provincia di Mures, in Transilvania, la Valle del Gurghiu, nota anche come la “Valle dei Re”, è una delle più interessanti destinazioni per il turismo culturale, religioso, montano, termale e per l’ecoturismo in Romania. In questa zona, la Casa Reale della Romania costruì nel 1925, durante il Regno di Re Ferdinando e di Regina Maria, la Palazzina di Caccia di Lăpuşna, che attualmente fa parte dell’omonimo complesso turistico. La palazzina sorge a 815 metri di altezza, nel paesino Lăpuşna, tra “la città dei violini”, Reghin, e Targu-Mures, in un paesaggio mozzafiato nel cuore dei Monti Gurghiu, e offre ospitalità e servizi a due e tre stelle.



    A circa 100 metri dalla Palazzina di Caccia, in una piccola radura circondata da abeti, si trova il monastero Lăpuşna. La sua chiesa in legno, la Chiesa di San Nicola, dichiarata monumento storico, particolare grazie alla sua architettura, ai dipinti su legno di quercia e alle pregiate icone del XVIIIesimo secolo, era luogo prediletto di preghiera per i membri della Casa Reale. Sempre a Lăpuşna c’è un allevamento di trote che offre degustazioni di piatti tipici. Se giungete nella zona, vi consigliamo una sosta alle malghe e ai rifugi alpini dei Monti Gurghiu. Scendendo lungo il fiume Gurghiu, vicino all’omonima località, scoprirete le vestigia della Fortezza di Gurghiu, risalente al Medio Evo, eretta sulle rovine di un castro romano, ex residenza di diversi principi della Transilvania, che venne distrutta durante l’Impero Asburgico. Sita su una colina, la fortezza offre una bella vista panoramica della valle del fiume.



    Nel centro del paesino Gurghiu sorge il castello Bornemissza, appartenuto a più famiglie nobili, eretto nel 1733 con materiali provenienti dalla fortezza medievale, in stile barocco e con elementi rinascimentali. Il castello, che ospita adesso un museo della caccia, vanta un bellissimo parco dendrologico, con specie di piante e alberi autoctone, ma anche esotiche, dall’Australia, dall’America del Nord e dal Giappone.



    Se volete un tocco di benessere, fermatevi anche nella stazione termale di Jabeniţa, sita in una vallata montana ricca di giacimenti di sale, nota per l’acqua e i fanghi terapeutici con cui sono trattate con successo le malattie reumatismali. La stazione termale, costruita intorno ad un lago salato, era una destinazione prediletta dei nobili all’epoca dell’Impero Austro-ungarico.



    Sempre sulla Valle del Gurghiu, nel Comune Solovastru, su circa 50 ettari, si stende la Riserva naturale Mociar, dove si possono vedere alcune tra le più vecchie querce in Romania, che hanno tra 400 e 500 anni. Dalle forme strane, il loro tronchi raggiungono anche un diametro di due metri. Un’altra sosta particolare è la Riserva dei Narcisi, nel sud del paesino Gurghiu, un vero paradiso dei fiori di primavera.



    Alla scoperta della Valle del Gurghiu invitano anche vari festival annuali. Molto popolare è la Fiera delle Ragazze, che si svolge a giugno, e che nel passato era un’occasione per i giovani dei villaggi di cercare sposa. La fiera si svolge sull’altopiano Mociar, all’insegna della musica folcloristica e delle prelibatezze tipiche. Tradizione risalente a 100 anni fa, ”Il bagno delle mogli” riunisce, nel secondo giorno di Pentecoste, a Hodac, tutte le comunità della Valle del Gurghiu. Si dice che questa usanza porti prosperità e felicità alle masserie. Uno dei più noti è il Festival “La Valle del Gurghiu — la Valle dei Re”, dove tutti i comuni della zona portano alla ribalta, nella seconda metà di agosto, i loro prodotti tradizionali, i costumi popolari, telai e altri oggetti tipici della civiltà contadina.

  • Sfilata delle Lole ad Agnita

    Sfilata delle Lole ad Agnita

    Ad Agnita, cittadina dal passato medievale, insediata nel tredicesimo secolo, sita in Transilvania, su Valea Hartibaciului, vallata montana tra le città di Sibiu e Sighisoara, si svolge, ogni anno, la Sfilata storica delle Lole, secolare usanza invernale sassone. L’appuntamento è, nel 2014, per il 2 febbraio.



    L’impronta degli etnici sassoni, provenienti dall’ovest della Germania, dal sud-est dell’Olanda e dal Lussemburgo, che vissero nella zona sin dal XIIesimo secolo in seguito alla colonizzazione pacifica della Transilvania, è ancora visibile non solo nell’architettura delle case contraddistinte da pesanti portoni e delle chiese fortificate, adoperate nel passato come rifugio durante le invasioni, ma anche nelle usanze. I borghi sassoni conobbero, a partire dal Medio Evo, un forte sviluppo economico grazie alle corporazioni degli artigiani dalla cui attività trae l’origine anche la “Sfilata delle lole”. Ogni anno, l’ultima domenica di gennaio o la prima di febbraio, si svolgevano le elezioni delle corporazioni e la consegna dei bauli con i loro documenti ai nuovi capomastri e apprendisti, scortati, nell’ambito di una sfilata per le vie della città, dalle “lole”, personaggi umoristici con il ruolo simbolico di proteggerli dagli spiriti maligni. Fu cosi’ che nacque l’usanza delle lole, nome proveniente dal verbo tedesco “lallen”, che significa balbettare e che accenna al modo di parlare sotto la maschera di questi personaggi.



    Nel 1882, l’usanza fu messa al bando, in seguito allo scioglimento delle corporazioni, per essere poi ripresa con interruzioni a causa dei vari avvenimenti storici. A partire dal 1969, durante il regime comunista, la sfilata storica continuò a svolgersi per altri tre decenni, nel suo ambito essendo presentati i prodotti locali fatti nelle fabbriche sorte al posto dei vecchi laboratori artigianali. L’usanza delle lole fu, poi, dimenticata, in seguito al massiccio esodo degli etnici sassoni in Germania dopo il crollo del comunismo, nel 1989, finoaquando, nel 2006, un insegnante di tedesco di Agnita, Bogdan Patru, decise di riportarla alla ribalta, creando anche l’Associazione “La Corporazione delle Lole” che organizza, ogni anno, la sfilata storica.



    Le lole sfilano tutt’oggi a seconda dell’importanza delle corporazioni degli artigiani nel passato. Ad aprire la sfilata è la corporazione degli stivalai, seguita dalle corporazioni dei sarti, dei pellicciai e dei bottai. Alla fine della sfilata, comincia la “fuga delle lole” per la città, a suon di fruste e campanacci, per cacciare via gli spiriti maligni dell’inverno. Durante la chiassosa sfilata delle lole, i partecipanti-personaggi, che indossano maschere dipinte e sono muniti di frittelle, coinvolgono in una danza il pubblico che, per poter assaggiare le frittelle, deve riconoscere la persona che si nasconde dietro la maschera. Sono migliaia le frittelle preparate e distribuite ad Agnita nel giorno della Sfilata delle lole. Le lole si fermano, per tradizione, davanti al Comune, dove fanno gli auguri di salute e prosperità e si tolgono le maschere. Tutto si conclude in bellezza, la sera, con il ballo delle lole.



    “Quest’anno, le strade di Agnita saranno animate un’altra volta dalla sfilata delle lole, usanza emblematica per la cultura sassone e per la storia di Agnita, cui partecipano l’intera comunità e i tanti turisti. Il costume delle lole richiama le antiche tradizioni medievali. È fatto di tela bianca su cui sono cuciti stracci neri e le insegne delle corporazioni ed è completato da una maschera dipinta, una frusta di pelle e canapa che schioccano e tenaglie di legno con cui tengono le frittelle che offrono ai passanti. La leggenda dice che il carnevale sassone locale tragga le sue origini da una serie di avvenimenti del XIIIesimo secolo, epoca delle invasioni ottomane in Transilvania. Durante un’invasione, gli abitanti di Agnita si sarebbero rifugiati nella chiesa fortificata. Scoraggiati dalla fame e dalle epidemie, vollero aprire ai nemici il portone della città. Ursula, la figlia di un pellicciaio, coperta di stracci e pellicce di animali, indossando una maschera demoniaca e munita di una frusta e un campanaccio per fare rumore, fu la prima ad avere il coraggio di uscire per spaventare e mettere in fuga gli invasori turchi facendo loro credere di essere il diavolo stesso. Spaventati dal rumore fatto dalla sua frusta e dal campanaccio, i nemici, in preda al panico, si ritirarono, e così Agnita fu salvata. Il costume delle lole ricorda proprio quello di Ursula”, ha raccontato a RRI, Camelia Stefan, museografa al Museo di Etnografia e Arte Popolare Sassone “Emil Sigerus”, del Complesso Museale Astra di Sibiu.



    Se volete sapere di più sull’usanza delle lole e sulla storia delle corporazioni degli artigiani della Transilvania, potete visitare ad Agnita il Museo “Valea Hartibaciului”.



    Dal 2008, l’antica usanza sassone delle lole fa tappa anche in altre città della Romania grazie ad un progetto del Centro Culturale romeno “Petre Tutea”. L’edizione 2014 si terrà, il 16 febbraio, nel centro storico della capitale Bucarest, con tante strade intitolate alle corporazioni degli artigiani, poi, il 22 febbraio a Medias e il 23 a Sighisoara. Oltre alla sfilata delle lole, il pubblico potrà vedere come vengono confezionati i costumi e le maschere ed assaggiare, oltre alle tradizionali frittelle, prelibatezze culinarie sassoni.



  • Alla scoperta di Rowmania

    Alla scoperta di Rowmania

    Otto personalità di spicco della cultura e dello sport romeno sono state nominate, nel 2013, “Ambasciatori del Turismo Romeno all’estero”, nell’ambito del programma “La Romania promossa attraverso i suoi valori”, del Dipartimento per le PMI, l’Ambiente d’affari e il Turismo. Si tratta del cantante di musica popolare e musicologo Grigore Lese, designato ambasciatore del turismo rurale, del caricaturista Stefan Popa Popas, ambasciatore del turismo culturale, delle atlete Iolanda Balas Soter, ambasciatrice del turismo montano, e Gabriela Szabo, ambasciatrice del turismo attivo e di avventura, del suonatore del flauto di Pan Gheorghe Zamfir, ambasciatore del turismo storico, del tennista Ilie Nastase, ambasciatore del turismo “city break” e dei canoisti Elisabeta Lipa, designata ambasciatrice del turismo balneare e termale, ed Ivan Patzaichin, nominato ambasciatore dell’ecoturismo.



    Lo scorso 17 gennaio, tre di queste personalità, tra cui il pluricampione mondiale e olimpico di canottaggio Ivan Patzaichin, hanno ricevuto anche i passaporti elettronici di “Ambasciatori del Turismo Romeno” dal ministro degli Esteri, Titus Corlatean. “Tramite la vostra attività, nei settori in cui avete raggiunto la performance, avete rappresentato la Romania al più alto livello, rendendoci fieri di essere romeni. Grazie alle vostre performance, la Romania è diventata più nota nel mondo”, ha detto in questa occasione il capo della diplomazia romena. Nel momento dell’assegnazione del titolo di “Ambasciatore del Turismo Romeno”. Ivan Patzaichin, l’atleta romeno che ha vinto il maggior numero di medaglie olimpiche nella storia della canoa, ha ricordato che la sua ambizione è di rendere il Delta del Danubio, la sua terra natale, il più importante centro ecoturistico del mondo.



    Fu nei paesini del Delta del Danubio che nacquero tanti dei canoisti romeni diventati campioni olimpionici e mondiali. Sito nella parte sud-orientale della Romania, il delta è il punto in cui il Danubio sfocia nel Mar Nero, alla fine di un percorso di oltre 2840 km. Una delle più estese zone umide del mondo, il Delta del Danubio vanta la più complessa biodiversità in Europa. Inserito nella lista dei siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco e nella rete internazionale delle Riserve della Biosfera, il Delta del Danubio è una destinazione ideale per i turisti amanti della natura e dell’avventura, ma anche del turismo enogastronomico e culturale, in quanto l’area più multietnica della Romania, in cui convivono circa 14 minoranze nazionali, che creano un vero e proprio mosaico culturale.



    Un inedito modo di scoprire quest’area naturale unica è il giro per il delta in canotca, un mix tra canoa e lotca, l’imbarcazione da pesca in legno tipica. La canotca è stata ideata proprio da Ivan Patzaichin, nato nel paesino Mila 23 del Delta del Danubio, e dal cofondatore dell’associazione ”Ivan Patzaichin-Mila 23”, Teodor Frolu, nell’ambito del progetto di promozione dell’ecoturismo “Rowmania”, dall’inglese “row”, ossia remare. “Rowmania” vuol dire remare nella natura e godersi la natura in canotca, pensata come una “bici delle acque”, su modello delle campagne di cicloturismo nelle città, per incoraggiare la scoperta delle attrattive turistiche con mezzi ecologici. Simile come aspetto alla tradizionale barca da pesca degli abitanti del delta, chiamata “lotca”, pesante e massiccia, la canotca si basa però sul sistema di costruzione della canoa, che la rende più leggera e maneggevole. La scoperta del delta in canotca punta su un viaggio turistico lento, al ritmo di barca a remi, quanto meno invadente e rispettoso dello spirito del delta, già troppo invaso dalle barche a motore, con un effetto negativo sulla natura.



    “Rowmania è Ii progetto più importante dell’Associazione Ivan Patzaichin, che cerca di promuovere l’autenticità, le tradizioni e le ricchezze naturali della Romania. La nostra ambizione è di rendere il Delta del Danubio sempre più conosciuto e di promuovere un altro tipo di turismo nel delta, un turismo che porti alla scoperta degli abitanti e della cultura del posto e, allo stesso tempo, allo sviluppo dell’economia locale. Rowmania è partito nel 2010 dopo un incontro con il mio attuale partner, Teodor Frolu, promotore del Mercato della Terra di Bucarest, ad un festival gastronomico nel Delta del Danubio. È un progetto nato dal mio desiderio di aiutare le comunità locali a svilupparsi e dal fascino che Teodor prova per questa zona della Romania, che ha scoperto appieno anni fa dopo un tour in canoa per il delta. Ambedue avevamo notato il turismo aggressivo che veniva praticato nel delta nelle barche a motore e cosi’ è nata l’idea di proporre ai turisti percorsi in imbarcazioni leggere e meno aggressive con la natura. Abbiamo, quindi, inventato la canotca, che ci piace chiamare la bici delle acque, che consente di assaporare a lungo questo paradiso acquatico pedalando lungo i canali del delta. Da questa primavera, ci siamo proposti di creare, assieme all’Associazione romena per l’Ecoturismo, con cui abbiamo un partenariato, e assieme ad una serie di agriturismi locali, pacchetti turistici in cui siano inclusi anche circuiti in canotca”, ha raccontato Ivan Patzaichin a RRI.



    Il progetto Rowmania si propone anche di incoraggiare lo sviluppo delle attività artigianali, delle tradizioni e dell’imprenditoria sociale attraverso il rinvigorimento del mestiere di costruttore di barche da pesca tipiche, quasi scomparso nel delta. Per salvaguardare questo mestiere, lAssociazione Ivan Patzaichin ha aperto un atelier-scuola di costruzione di simili imbarcazioni a Tulcea, rivolto soprattutto ai giovani.



    Un altro evento creato dall’”Associazione Ivan Patzaichin” per promuovere il Delta del Danubio e il turismo in mezzo alla natura e amico della natura è il “Festival Internazionale delle Barche a Remi” di Tulcea, partito nel 2011. Questo festival annuale è il terzo in Europa dedicato alle barche, dopo quello di Venezia e quello di Rotterdam delle barche a vela, e lunico delle barche a remi.



    “Il festival è nato in partenariato con l’associazione tedesca che ha creato, più di cinquant’anni fa, il Tour internazionale del Danubio, che parte dalle sorgenti del Danubio in Germania e finisce al suo sbocco nel Mar Nero. Il Festival Internazionale delle Barche a Remi si svolge, di solito, a fine agosto e inizio settembre. Vi partecipano circa 100 imbarcazioni da tutto il mondo ed è un vero spettacolo. Un altro progetto è la Gara di imbarcazioni Ivan Patzaichin, nata nel 2000. E dal 2013, in partenariato con la Federazione Romena di Triatlon, abbiamo avviato la Tappa di triatlon di Tulcea, che cerchiamo di trasformare in una tappa balcanica, e forse, nel futuro, in una tappa europea e persino mondiale”, ha precisato Ivan Patzaichin.



    Per promuovere il turismo in canotca e per aiutare gli abitanti delle zone urbane a recuperare il legame con la natura, nell’estate del 2013, l’”Associazione Ivan Patzaichin” ha avviato nelle città romene bagnate da fiumi, la campagna nazionale “Alla scoperta di Rowmania – la Romania naturale vista dalla barca”. Nell’ambito della campagna si sono svolti mini-festival sull’acqua di cui sono state protagoniste 3 canotche intitolate ai tre bracci attraverso i quali il Danubio sfocia nel Mar Nero — Sulina, Sfantu Gheorghe e Chilia — e una gara di velocità per gli appassionati, che hanno imparato a remare in canotca proprio da Ivan Patzaichin.



    “È un progetto che amo molto, sviluppato assieme all’Agenzia Nazionale per le Risorse Idriche e al Ministero delle Acque e delle Foreste, e con cui cerchiamo di promuovere il notevole patrimonio idrografico della Romania, il paese attraversato dal più lungo tratto del Danubio. L’obiettivo è di attrarre un numero quanto maggiore di giovani verso l’acqua e la natura, in generale, che significano salute. La campagna continua nel 2014 con diversi progetti che puntano anche sulla responsabilità e la cura per l’ambiente. Sempre lo scorso anno, abbiamo aperto un centro d’informazione turistica a Bucarest, che promuove tutte le aree naturali tutelate in Romania. Chi è interessato alle attrattive naturalistiche della Romania si ci si può informare su potenziali destinazioni ecoturistiche di vacanze. Inoltre, questa primavera vogliamo avviare un concorso rivolto agli artisti, che, ispirandosi proprio alle aree naturali tutelate del Paese, dovranno creare degli isolotti che saranno installati sul fiume Dambovita, che attraversa Bucarest, per ricreare in mezzo alla capitale romena quegli ambienti naturali e renderli più noti”, ha raccontato il canoista a RRI.



    Anche se ambasciatore di fresca nomina del turismo romeno, Ivan Patzaichin promuove da molti anni il Delta del Danubio come destinazione ecoturistica. Lo farà anche quest’anno, al Festival Internazionale del Danubio di Ulm, in Germania, con un atelier che illustrerà la costruzione della canotca e la gastronomia tipica del Delta del Danubio. Il festival riunirà, infatti, tutte le Aree Protette del Danubio, le quali avranno la possibilità di presentare al grande pubblico i propri valori naturali, le specialità gastronomiche e le attrattive turistiche.



    Sempre l’Associazione “Ivan Patzaichin — Mila 23″ ha ideato in partenariato con l’”Associazione romena per l’Ecoturismo” un itinerario acquatico con audioguida alla scoperta del delta, che propone la sua scoperta in canotca e che inizia a Crisan, cuore ecoturistico del delta, ideale punto di partenza per vari tour. Lungo litinerario acquatico, il turista è accompagnato da una guida locale e da unaudioguida con i suoni delle principali specie di uccelli che vivono nel delta, e da una brochure con informazioni sulla comunità locale e gli uccelli affinchè li possa riconoscere.





  • Evento commemorativo dedicato a Sorana Coroama Stanca

    Evento commemorativo dedicato a Sorana Coroama Stanca

    Il 24 gennaio, l’Associazione degli Italiani in Romania – RO.AS.IT. — organizzerà presso la sua sede a Bucarest un evento commemorativo dedicato all’eccezionale personalità di Sorana Coroama Stanca, drammaturga, regista, sceneggiatrice, critica teatrale e docente universitaria romena, che si spense nel 2007, a quasi 86 anni. Figlia della musicista Mansi Barberis e nipote di Marguerita Cazaban, discendente di un’antica famiglia franco-italiana stabilitasi in Moldova, nel nord-est della Romania, dalla quale traggono le loro origini grandi personalità del mondo artistico romeno, tra cui lo scultore Ion Irimescu, Sorana Coroama Stanca fu membro di spicco della comunità italiana in Romania e presidente d’onore della RO. AS. IT.



    Dal titolo ”Con e su Sorana Coroama Stanca”, l’evento, curato dalla RO. AS. IT. e dalla famiglia della compianta regista, riunirà parenti, amici stretti, ex studenti e collaboratori, che recheranno un omaggio alla sua personalità ed attività proprio nel giorno in cui ricorrono 93 anni dalla sua nascita. Sorana Coroama Stanca, che formò più generazioni di artisti, fu regista presso alcuni dei più importanti teatri romeni, tra cui “Bulandra”, “Nottara”, il Piccolo Teatro di Bucarest, il Teatro Nazionale di Iassi e il Teatro di Operetta di Bucarest, di cui fu anche direttrice. Scrisse numerose pieces teatrali e mise in scena spettacoli della drammaturgia classica e contemporanea nell’ambito di tourneè teatrali in Romania e all’estero, realizzò una delle prime due serie televisive prodotte in Romania, “I Musatini” e fece parte delle giurie di vari festival e concorsi del mondo teatrale. Firmò la regia di oltre 190 spettacoli di teatro, tra cui la commedia “Cose di carnevale” del sommo drammaturgo romeno I. L Caragiale. Oltre ai tanti premi e riconoscimenti ottenuti, tra cui il Premio alla Carriera dell’Unione dei Teatri della Romania (UNITER), Sorana Coroama Stanca fu insignita degli Ordini Nazionali “al servizio fedele” in grado di cavaliere e “al merito culturale” e del titolo di Doctor Honoris Causa” dell’Università d’Arte “George Enescu” di Iassi (città nel nord-est della Romania).



    “Sorana Coroama Stanca è stata un’esponente emblematica della nostra associazione. Aveva una duplice discendenza tramite i suoi nonni e bisnonni. Sua madre, Mansi Barberis, anche lei una grande personalità della cultura romena, e sua nonna avevano antenati nel Piemonte, mentre il padre era di discendenza francese, della famiglia dei Cazaban. Amici, ex studenti, colleghi e collaboratori renderanno, questo venerdì, un omaggio alla personalità della compianta regista, che lasciò un’importante eredità, di cui basta ricordare la trilogia de “I Musatini”, serie televisiva a tema storico, e gli spettacoli teatrali tratti dalle commedie di Caragiale. Fu stretta amica e sostenitrice della nostra associazione, sviluppando assieme a noi numerosi progetti culturali. L’evento commemorativo, che celebrerà la sua personalità artistica, inizierà con un Ave Maria, che piaceva tanto a Sorana Coroama Stanca, che sarà interpretato dal tenore Antonio Furnari. Seguirà la proiezione di un filmato realizzato dalla produttrice televisiva Anca Filoteanu, grazie al quale i partecipanti potranno rivedere e risentire Sorana Coroama Stanca. All’evento saranno presenti anche rappresentanti di spicco del mondo teatrale romeno che Sorana Coroama Stanca formò come docente e regista, talenti scoperti da lei, tra cui le attrici Ilinca Tomoroveanu, Olga Delia Mateescu e Cristina Deleanu ed amici di famiglia, tra cui la filologa Sorana Georgescu-Gorjan. Il programma si concluderà con un recital di pianoforte”, ha raccontato a RRI la vicepresidente dell’Associazione degli Italiani in Romania, Ioana Grosaru.


  • Festival e sagre gastronomiche in Romania

    Festival e sagre gastronomiche in Romania

    Vi invitiamo a sfogliare insieme il calendario 2014 dei festival gastronomici in Romania. Fermiamoci, per primo, nel centro della Romania, nella provincia di Covasna, dove nella prima settimana di febbraio, nella stazione termale Baile Balvanyos, si svolgerà il Festival Internazionale delle Prelibatezze Suine tradizionali, giunto alla nona edizione. L’evento, organizzato dall’Associazione romena per il Turismo Rurale, Ecologico e Culturale (Antrec) e dalle autorità locali, mira alla promozione e salvaguardia delle tradizioni gastronomiche, culturali e folcloristiche invernali romene, ma anche di altri Paesi. In programma un concorso gastronomico cui parteciperanno equipe dalla Romania e dall’estero, che si sfideranno a preparare insaccati, arrosti e spezzattini di maiale. La gara di gastronomia sarà completata da sfilate di costumi tradizionali e spettacoli di musica folcloristica.



    Decima edizione, invece, per un altro pittoresco festival, programmato per il mese di febbraio. Si tratta del Festival delle Crepes di Prejmer, tradizione sassone che custodisce la memoria di una vecchia usanza tedesca celebrata il Martedì Grasso e segnata nel calendario evangelico. Il Comune di Prejmer si trova nella Provincia di Brasov, della regione storica romena Transilvania, che nel XII-esimo secolo fu colonizzata con popolazione tedesca, che costruì le principali città medievali della zona. Nel centro di Prejmer, sorge l’antica omonima fortezza contadina, nella lista del patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La Sagra delle Crepes accompagna il tradizionale carnevale chiamato dai sassoni “fasching”, la festa di carnevale, tipica della città tedesca di Monaco di Baviera. Il fasching preannuncia le festività pasquali e segna il passaggio dall’inverno alla primavera, simboleggiando la caccia degli spiriti delll’inverno, delle tenebre, con l’aiuto delle maschere di carnevale. La parola fasching deriva dal tedesco medievale vaschang, in traduzione libera “l’ultima festa” prima della Quaresima. La tradizione del fasching, andata persa a Prejmer con l’emigrazione della maggioranza degli etnici sassoni, è stata ravvivata da un gruppo locale di giovani. La principale attrattiva del carnevale di Prejmer è, ogni anno, la Carovana delle Crepes, una sfilata di carri con uomini mascherati i quali, percorrendo le strade di Prejmer, preparano migliaia di deliziose crepes secondo ricette tradizionali, facendole assaggiare alla gente. Il momento-clou del festival è rappresentato dalla sfilata delle maschere e dal ballo in maschera della sera, dove vengono servite fritelle.



    Un altro evento gastronomico del mese di febbraio è la sagra-mercato di Campina, città della Provincia di Prahova, nella regione Valacchia, nel sud della Romania, che vanta una lunga tradizione mielaia. Campina è la città romena con il maggior numero di giorni assolati dell’anno assieme a Sulina. Nel 2014, riccorrono 511 anni dalla prima sagra del miele organizzata a Campina. Produttori locali e di tutto il paese si ritrovano, ogni anno, in questa città, alla manifestazione organizzata dall’Associazione degli Apicoltori della Valle del Prahova, la più importante in Romania, per riportare alla ribalta dolci lecornie tipiche. I visitatori sono attesi anche con concorsi, tanta musica e spettacoli. Tra i mieli caratteristici quello di: coriandolo, di caglio, lappa, ravizzone, di menta e fiori d’acqua, quest’ultimo ricordando sapori dal Delta del Danubio. Alla sagra sono premiati il più saporito miele e il migliore degustatore, che dev’essere in grado di riconoscere il maggior numero di tipi di miele tra quelli proposti.



  • Il centro storico di Bucarest, tra passato e presente

    Il centro storico di Bucarest, tra passato e presente

    Vi invitiamo ad una passeggiata virtuale, tra storia e leggenda, tra passato e presente, per il centro storico di Bucarest, il principale luogo di ritrovo e ristoro dei bucarestini, ma anche dei turisti in visita nella capitale romena. Attestata nei documenti sin dal 1459, Bucarest fu residenza principesca, competendo con Târgoviste per lo status di capitale, dopo la crescita d’importanza del sud della regione storica Valacchia. Scelta come residenza, nel XVesimo secolo, dal Principe della Valacchia, Vlad Tepes (Vlad l’Impalatore), che ispirò la figura del leggendario conte Dracula, diventò nel XVIIesimo secolo capitale della Valacchia e, dal 1862, capitale dei Principati Romeni Uniti e successivamente della Romania. Suggestiva testimonianza dei tempi passati è nel suo centro storico l’Antica Corte, nota anche come il Palazzo Principesco, risalente alla fine del Trecento – inizio del Quattrocento, il più antico edificio feudale di Bucarest. Oltre al suo ruolo politico, fu centro della vita economica della città, che andò man mano sviluppandosi soprattutto in seguito all’insediamento di diversi artigiani, che lavoravano la pelle ed i metalli, cui sono intitolate ancoroggi le stradine.



    Il centro storico di Bucarest fu fulcro del commercio della città per secoli. Dal 1659, quando Bucarest diventò capitale della Valacchia, apparvero le grandi locande, furono erette chiese e aperti laboratori artigianali. Nota come “Ulita mare” o “Il grande vicolo”, nel 1589, la principale via che lo attraversava si trasformò, nel 1750, nella strada “Lipscani”, grazie ai negozianti che ci aprirono botteghe e che portavano merci da Lipsia. Accanto ai commercianti romeni, nel centro storico aprirono negozi negozianti greci, bulgari, serbi, ebrei, albanesi e austriaci. I nomi delle sue strade sono ispirati a quelli delle corporazioni degli artigiani che ci vivevano tanti secoli fa: ci troviamo la Strada Covaci, ossia dei Maniscalchi, o la Strada Selari, o dei Sellai, perchè c’erano le botteghe di selleria. Sulla strada Covaci si trovava nel passato il famoso ristorante “Da Iordache”, dove nacquero le tradizionali salsicce romene “mititei”, fatte di carne trita speziata e da cucinare alla griglia. Le leggenda dice che una delle sere il locandiere rimase senza budella ovine per le salsicce e che il poeta e giornalista romeno Nicolae Orasanu gli chiese di mettere il mix di carne trita come tale, direttamente sulla griglia. Dopo aver gustato la salsiccia-sperimento, l’avrebbe chiamata per scherzo… “mititel”. I “mititei” riscossero un cosi’ grande successo che il ristorante divenne in breve tempo uno dei più popolari. E i “mititei” sono ancoroggi tra i più amati prodotti della nostra cucina. Li potete assaggiare, del resto, in diversi ristornati con menù tradizionali romeni del centro storico di Bucarest. Un’altra strada passate alla storia è Smardan, dove, nella notte tra il 23 gennaio e il 24 gennaio del 1859, presso l’Albergo Concordia, membri di spicco del Partito Nazionale decisero l’elezione di Alexandru Ioan Cuza come principe dei Principati romeni Moldavia e Valacchia, iniziando cosi’ lunione, uno dei momenti più importanti della costituzione dello stato romeno moderno. Del resto, l’albergo “Concordia”, eretto nel 1852, era la “perla della corona” di Bucarest. Le 90 stanze, il ristorante dove la borghesia si dilettava con specialità francesi, italiane o tedesche, il caffè e la sala da biliardo rendevano Concordia uno dei più raffinati di Bucarest. Era una calamita per l’elite politica dell’epoca, i grandi industriali e i diplomatici stranieri. La strada francese, la prima strada pavimentata a Bucarest, è attualmente una delle più cosmopolite della città, con ristoranti romeni, turchi, irlandesi, francesi, italiani, libanesi e ungheresi.



    Nel passato, il centro storico della nostra capitale era contraddistinto anche dal gran numero di locande che erano sempre piene di commercianti da tutto il mondo, come la Locanda di Manuc, la Locanda Gabroveni, la Locanda con Tiglio, la Locanda Greci, la Locanda di Serban Voda e la Locanda Coltea. Quest’ultima, sul cui posto sorge ai nostri giorni l’omonimo ospedale, era una delle otto che avevano nel cortile interiore una chiesa. Anche se molte delle locande della Bucarest di una volta non esistono più, alcune sono sopravvissute fino ad oggi, adibite ad alberghi e ristoranti. La Locanda di Manuc, risalente al 1806, aveva al pianterreno 15 negozi, due grandi saloni, 10 magazzini, 16 camere per i camerieri e cucine e 107 stanze da letto al primo piano. È stata parzialmente riaperta agli ospiti nel 2012. Il suo ristorante è tra i più ricercati della capitale sia dai romeni, che dai turisti stranieri. Un’altra locanda storica è la Locanda con Tiglio, risalente al 1833. Ospita ai giorni nostri gallerie d’arte e un bar nel seminterrato. La sua facciata di vetro è tipica dell’architettura della Valacchia. Celebre anche la locanda Gabroveni, edificio-monumento storico, eretto intorno al 1804-1818, in corso di restauro, che sarà adibita a centro culturale con una sala spettacoli di 200 posti e negozietti.



    Alla fine dell’Ottocento, Bucarest si valse il nome di “Piccola Parigi” grazie all’architettura di ispirazione francese. Sono tanti i monumenti storici e gli edifici della belle époque nel centro storico , tra cui la Cassa di Risparmio. Se volete farvi, invece, un’idea sullo stile architettonico tipico romeno, andate a vedere la chiesa Stavropoleos, del XVIII secolo, gioiello dell’architettura religiosa, in stile “brancovan”, dove potete ammirare dei bellissimi affreschi.



    Molto animato a prescindere dal momento dell’anno, il centro storico di Bucarest offre ai nostri giorni la possibilità di scegliere fra piccoli negozi di antiquariato, botteghe di costumi tradizionali romeni e ricordini tipici, circa 100 birrerie e pub, bar e ristoranti con cucina tradizionale romena e internazionale. Tra queste spicca la birreria storica “Carù cu Bere” (Carro della birra) una delle più antiche della nostra capitale e tra i più amati luoghi di ristoro non solo nel passato, ma anche ai nostri giorni. Aperta nel 1879 nella vecchia locanda Zlatari, “Carù cu bere” fu spostata vent’anni dopo in Strada Stavropoleos, dove si trova tutt’oggi. Gli affreschi, le vetrate a colori e le balaustre scolpite di questa birreria storica ricordano a chi ne varca la soglia perchè Bucarest era soprannominata una volta “la piccola Parigi”. Personaggio emblematico della birreria è il cantiniere Ghita, la cui statuetta la potete vedere dentro, e che ci lavorò per decenni, scendendo migliaia di volte nella cantina strapiena di botti di birra e vino munito della sua immancabile lampada per portare da bere ai clienti. “Carù cu bere” era luogo prediletto di ritrovo di alcuni dei più importanti poeti e scrittori romeni. Non è famosa solo per la birra, ma anche per le sue prelibatissime specialità. Lì potete vedere esposti diversi oggetti che illustrano la storia e produzione della birra da tutto il mondo.

  • Il Villaggio Culturale Romeno del 2014

    Il Villaggio Culturale Romeno del 2014

    Lassociazione “I villaggi più belli della Romania” ha lanciato, di recente, un programma culturale-turistico per designare il Villaggio Culturale Romeno del 2014. L’iniziativa, che si svoge sotto l’alto patrocinio dell’Ambasciata della Francia in Romania, con il sostegno del Museo del Villaggio romeno “Dimitrie Gusti” di Bucarest, è volta alla promozione della cultura e dell’arte popolare romena, della gastronomia e dei prodotti tradizionali, del turismo rurale, dell’agriturismo e dell’ecoturismo, ma anche del patrimonio culturale vivo, ossia gli abitanti del mondo rurale romeno. L’associazione è nata nel 2010 a Brasov, nel centro dela Romania, su modello di simili associazioni in Francia, Belgio e Italia. Organizza, allinterno dei paesini e comuni membri numerose iniziative, tra festival, mostre e fiere, volte a mettere in risalto il patrimonio artistico e architettonico, quello culturale, storico ed eno-gastronomico dei paesini romeni. A partire dall’estate del 2011, organizza ogni anno, “La Giornata del villaggio romeno”.



    “Il Villaggio Culturale Romeno è un nuovo progetto della nostra associazione con cui cerchiamo, sotto il patrocinio dell’Ambasciata della Francia in Romania e con il sostegno dell’Ente del Turismo Romeno e al Ministero del Turismo, di portare alla ribalta i valori del mondo rurale romeno e la sua eredità culturale. È un programma ispirato al modello della “capitale europea della cultura”. Ogni anno, nell’ambito di questo concorso sarà scelto un comune oppure un villaggio culturale della Romania, che organizzerà, per celebrare questo riconoscimento, eventi culturali con impatto nazionale e internazionale. Il villaggio culturale romeno del 2014 sarà promosso nel Paese e all’estero attraverso circa 20 eventi, tra cui: il Festival della Francofonia, organizzato a marzo, assieme all’Ambasciata della Francia a Bucarest e ad altre istituzioni francofone del Paese, un Festival del film francese, previsto per il mese di luglio, poi diversi eventi per la festa romena degli innamorati, “il Dragobete”, e per il 1 Marzo, la Festa del Martisor, come anche per la Pasqua. Ma i più importanti eventi sono programmati per l’estate, quando, ad agosto, organizzeremo una Campeggio Europeo di Fotografia, Film e Documentario turistico, un campeggio IT interattivo e un’Olimpiade dei mestieri tradizionalI. In programma anche una Maratona Culturale e Sportiva Europea e un Festival d’Arte Gastronomica Europea. Il Villaggio Culturale Romeno è il primo simile programma turistico-culturale lanciato dalla Romania a livello europeo. Il requisito per partecipare al concorso per i comuni candidati era di organizzare almeno 10 eventi turistico-culturali, tra cui uno gastronomico e uno legato alla cultura locale”, ha spiegato a RRI Nicolae Marghiol, il presidente-fondatore dell’Associazione “I villaggi più belli della Romania”.



    Sono 6 i comuni iscritti finora al concorso. “Si tratta di Cumpana, della provincia di Costanza (nel sud-est), Poiana Stampei e Ciocanesti, della provincia di Suceava (nel nord-est), Izvoarele, della provincia di Prahova (nel sud), Bezdead, della provincia di Dambovita (sempre nel sud) e Saliste, della provincia di Sibiu (nel centro della Romania). Questi comuni, oltre ad avere un potenziale turistico e culturale speciale, vantano una rete agrituristica, festival e sagre annue, offrono una gamma molto diversificata di attività turistiche, prodotti tradizionali certificati, vivono, quindi, di cultura e turismo. Ciascuno vanta un evento locale emblematico. Ciocanesti, ad esempio, è un tradizionale centro artigianale dove si fanno le uova dipinte, che ospita un festival primaverile e un museo dedicati alle uova dipinte. È inoltre uno dei villaggi romeni con un’architettura contadina particolare. Sulle facciate delle case ritroviamo i motivi ornamentali delle uova dipinte e dei costumi popolari. Sempre Ciocanesti organizza, ogni anno, il Festival della Trota e un Festival delle tradizioni. Dal canto suo, Poiana Stampei, vive all’insegna della natura e delle, tradizioni, ha un centro culturale, un museo del villaggio e diverse associazioni di piccoli produttori di prodotti tradizionali e vanta una bellissima riserva naturale, Tarnovu Mare. Izvoarele è il comune delle confetture e degli sciroppi di frutta, preparati, per tradizione, in tutte le masserie. È da due anni che l’Associazione I villaggi più belli della Romania organizza nel Comune di Izvoarele il Festival delle Confetture. Il Comune di Cumpana, in Dobrugia, promuove, ogni anno, il patrimonio rurale e l’arte popolare romena tramite un festival di tradizioni e usanze. Ospita, inoltre, il più importante festival dei prodotti e della gastronomia romena, “I frutti della terra — Le giornate del raccolto a Cumpana”’, ha raccontato a RRI, Nicolae Marghiol.



    La giuria del concorso, formata da rappresentanti dei partner del programma turistico-culturale dell’Associaizone “I villaggi più belli della Romania” e di diversi musei etnografici del Paese, designerà fra un mese, nell’ambito di un evento presso l’Ambasciata della Francia a Bucarest, il “Villaggio Culturale Romeno del 2014”.

  • Accordo strategico Confindustria Romania-Confagricoltura

    Accordo strategico Confindustria Romania-Confagricoltura

    Confindustria Romania è stata scelta da Confagricoltura come partner ufficiale ed esclusivo sul mercato romeno e interlocutore unico a sostegno delle esigenze delle aziende agricole italiane già presenti o interessate a fare investimenti in Romania. Grazie ad un recente accordo, valido fino al 2017, le imprese italiane del settore agricolo potranno contare, in Romania, sull’esperienza, consolidata in 65 anni di storia, di Confagricoltura. Nell’ambito di questo partenariato, già da questo mese opera, presso la sede di Confindustria Romania di Bucarest, un Desk Agricoltura, gestito in collaborazione. Il direttore generale di Confindustria Romania, Tommaso Busini, ha raccontato in un’intervista a RRI cosa prevede l’accordo tra Confindustria Romania e Confagricoltura, non prima di ricordare gli eventi più importanti del 2013 per Confindustria Romania.


  • Il 2013 turistico in Romania

    Il 2013 turistico in Romania

    Vi invitiamo alla consueta carrellata di fine anno tra i più importanti eventi turistici in Romania. All’inizio del 2013, il prestigioso quotidiano britannico “The Guardian” ha stilato, in base alle opinioni dei suoi lettori, un elenco delle più belle destinazioni turistiche della Romania. Tra queste destinazioni si annoverava Viscri, uno dei paesini sassoni con chiese fortificate della Transilvania, iscritti nel Patrimonio Mondiale dellUnesco. Ottimo esempio di sviluppo turistico sostenibile e di salvaguardia del patrimonio locale, Viscri vanta come principale attrattiva la chiesa fortificata risalente al 1225, molto semplice, ma pittoresca. Le chiese dei paesini sassoni della Transilvania, insediati nei primi secoli del secondo millennio da coloni sassoni, non furono solo luogo di culto, ma anche rifugio. Per far fronte alle invasioni turche e tartare e alle guerre, gli abitanti rinforzarono il centro del paesino, dove sorgeva la chiesa, con mura di difesa e torri di avvistamento. Vittime della politica di demolizione del dittatore Nicolae Ceausescu e a rischio di spopolamento dopo l’esodo degli etnici sassoni dopo il crollo del comunismo, i paesini sassoni della Transilvania devono la loro rivitalizzazione alla Fondazione “Mihai Emineascu Trust” fondata nel 1987, in Gran Bretagna, da Jessica Douglas Home. L’impegno a salvaguardare il retaggio culturale sassone e l’architettura rurale tipica di questi paesini valse alla fondazione il Premio dell’Ue per la conservazione del patrimonio culturale nel 2007 e il sostegno del principe Carlo d’Inghilterra, amante dalla Transilvania rurale, che è il patrono spirituale della fondazione dal 2000. La chiesa fortificata di Viscri ospita un Museo di Etnografia che illustra l’organizzazione delle comunità sassoni e custodisce bauli delle corporazioni degli artigiani, attrezzi, pezzi di arredo e costumi tradizionali. Gli abitanti del villaggio offrono vitto e alloggio nelle proprie case e sono tanti gli spazi contadini valorizzati a fini turistici, come i vecchi fienili adibiti a camere da ospiti o per offrire pranzi e cene ai turisti. Infatti, il punto di forza del turismo a Viscri è che i turisti possono partecipare alla vita rurale autentica, facendo passeggiate nei carri trainati da cavalli, visitando i forni dove si fanno mattoni e tegole a mano e lofficina del maniscalco per vedere come si fa la ferratura dei cavalli oppure provando loro stessi a fare queste attività tradizionali.



    La più bella destinazione turistica della Romania nell’elenco del quotidiano “The Guardian” è stata scelta però Ulpia Traiana Sarmizegetusa, dove iniziò la storia del popolo romeno. Sempre quest’anno, il sito è stato scelto per essere inserito nell’itinerario turistico-culturale europeo “La strada degli imperatori romani”, tra 13 siti romeni partecipanti alla selezione. Sita in Provincia di Hunedoara, nell’ovest della Romania, Ulpia Traiana Sarmizegetusa è, del resto, il sito archeologico romano in Romania più gettonato dai turisti. Il progetto “La strada degli imperatori romani”, co-finanziato dall’Unione Europea, punta a promuovere il patrimonio culturale comune del periodo dell’Impero Romano di 4 Paesi: Romania, Bulgaria, Serbia e Croazia. Collegando luoghi ricchi di eredità storica, il percorso porta alla riscoperta delle fortificazioni collocate lungo le strade sulle quali le legioni romane marciavano contro le tribù barbare oltre il fiume Danubio, sul quale limpero Romano aveva stabilito la sua frontiera, il Limes. Fatta erigere dall’imperatore Traiano sul posto del suo castrum militare, nel 106 d. C., dopo la conquista della Dacia, come capitale della nuova provincia romana, Ulpia Traiana Sarmizegetusa fu, sotto Traiano, centro amministrativo, finanziario, religioso e sede del governatore della provincia con il nome di Colonia Ulpia Traiana Augusta Dacica Sarmizegetusa. Dalla forma rettangolare specifica alle città romane, Ulpia Traiana Sarmizegetusa, con in fondo la cornice dei Carpazi meridionali, si stende su una superficie di 32 ettari. Dell’ex città romana si conservano ancora pezzi delle mura di cinta, torri e strade, un acquedotto costruito al tempo di Adriano, il foro, numerosi templi, tra cui quelli dedicati ad Esculapio e alla dea Nemesi, un tempio Capitolino, e l’anfiteatro. La città, nel suo periodo di massimo splendore, contava circa 30.000 abitanti e aveva intorno numerose villae rusticae. Gli scavi archeologici degli ultimi anni hanno portato alla scoperta di un Tempio di Giove e di un Capitolium, tempio dedicato alla Triade Capitolina (ossia agli dei Giove, Giunone e Minerva), la cui presenza indica che la città era una colonia romana. Il tempio di Giove aveva 11 gradini in marmo e nella sua parte superiore sorgevano sei colonne con capitelli, alte 10 metri. La statua di Giove, ritenuto protettore di Roma e dell’Impero Romano, regnava in una sala con pavimento in marmo. Sotto il tempio di Giove, è stata rinvenuta l’abitazione di un dignitario romano del secondo secolo d. C, sulle cui pareti è ancora visibile un affresco tipico romano dai colori vivaci raffigurante elementi vegetali. Nell’ambito del progetto La strada degli imperatori romani è prevista l’organizzazione di eventi culturali nel Comune di Sarmizegetusa, tra cui rievocazioni storiche, concerti di musica, gare sportive e convegni e la partecipazione a varie fiere del turismo d’Europa. Il progetto offre inoltre accesso a fondi europei che aiuteranno le autorità locali a restaurare le sezioni del sito in cui sono stati effettuati scavi e prevede una strategia congiunta di promozione turistica con gli altri Paesi partecipanti.



    A maggio, la città di Cluj-Napoca, nel centro della Romania, ha ospitato la terza edizione della “Giornata del villaggio romeno”, organizzata dalla rete “I villaggi più belli della Romania”, che ha invitato i turisti alla scoperta del patrimonio ambientale e culturale, dei sapori e della storia dei villaggi romeni. Nata nel 2010 a Brasov (nel centro della Romania), la rete “I villaggi più belli della Romania” incoraggia la competizione tra i paesini romeni che si adoperano a valorizzare quello che hanno di meglio, tra tradizioni, patrimonio architettonico, enogastronomico e attività agrituristiche. La stessa rete propone nuove mete di vacanze rurali in Romania nella sua “Guida ai più bei villaggi romeni”, uscita nelle librerie lo scorso anno, e che raccoglie paesini di spiccato interesse architettonico, storico e artistico. La “Giornata del villaggio romeno 2013” è stata solo il primo evento nel calendario di 25 eventi del mondo rurale romeno, ufficialmente riconosciuti nel protocollo di collaborazione, concluso ad aprile, tra la rete dei “Villaggi più belli della Romania”, il ministro con delega alle PMI, all’Ambiente d’affari e al Turismo, Maria Grapini, l’Ente per il Turismo della Romania e l’Associazione romena del Turismo Rurale, Ecologico e Culturale (ANTREC). “Sono onorata di aver firmato questo protocollo con cui viene riconosciuta l’importanza e il valore della nostra eredità tradizionale e con il quale ridiamo al villaggio romeno il posto che si merita. La Romania deve valorizzare e promuovere le tradizioni del suo mondo rurale nell’intero mondo”, affermava in occasione della firma del protocollo il ministro Maria Grapini. La “Giornata del Villaggio romeno 2013” ha portato a Cluj-Napoca musica folcloristica, costumi tradizionali, l’artigianato, le lecornie e ricette tipiche dei più bei villaggi romeni, ma anche le ceramiche di Horezu, “la capitale” della ceramica popolare romena, nella provincia di Valcea, nel sud della Romania, inserite nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.



    Sempre nel 2013 è nata in Romania una nuova figura professionale nel settore turistico — operatore turistico per itinerari tematici – grazie al progetto ”Strumenti strategici di occupazione nell’industria turistica”, che si è concluso ad agosto. Capofila del progetto è stata l’Associazione romena PartNET – Partenariato per lo Sviluppo Sostenibile –, i partner nazionali i Consigli Provinciali delle Province di Prahova, Neamt e Dambovita, nonchè altri enti locali, e partner transnazionali il Consorzio universitario “Universus” della Puglia e la Provincia BAT. L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di favorire l’incontro tra operatori e turisti attraverso l’ideazione di itinerari turistici tematici innovativi e originali, come alternativa ai pacchetti turistici tradizionali, evidenziando ambienti dalla bellezza incontaminata, la varietà dei paesaggi, la particolarità dei prodotti enogastronomici e l’unicità della cultura del territorio. Il progetto è gia una storia di successo nell’ambito del Programma Operativo Settoriale Sviluppo delle Risorse Umane ed un esempio di buone pratiche. Ne hanno beneficiato 1300 persone di cui 800 hanno ottenuto una qualifica professionale certificata dall’apposita autorità nazionale, come manger turistico, gestore di agriturismo, cuoco, barista o cameriere. Degli 800 beneficiari sono state selezionate 100 persone laureate per corsi di operatori turistici per itinerari tematici, che hanno fatto un tirocinio formativo in Puglia e hanno seguito un corso di lingua italiana. Loro hanno appreso ad elaborare circuiti turistici personalizzato in base alle esigenze dei turisti con l’aiuto di un programma informatico creato nell’ambito del progetto, che contiene informazioni sulle tre province partner del progetto, sulle loro strutture ricettive, attrattive storiche, culturali e paesaggistiche. Grazie a questa applicazione si può generare un itinerario turistico su misura, costruito, quindi, sulle esigenze e aspettative del turista, come alternativa ai pacchetti vacanze tradizionali.



    Nell’estate del 2013, il trenino a vapore, a scartamento ridotto, “mocanita”, che circola nelle montagne del Maramures, nel nord della Transilvania, è stato designato, al concorso dell’Associazione “I villaggi più belli della Romania”, tra 51 attrattive di 14 province romene partecipanti, l’attrattiva turistica del 2013 in Romania. Il trenino attrae ogni anno migliaia di turisti e il binario principale, che corre lungo la valle del torrente Vaser, passa vicino ai villaggi, addentrandosi nei boschi e attraversando gole e montagne tramite una serie di tunnel, in una zona incontaminata, quasi disabitata, parte del Parco Naturale “I monti del Maramures”. La ferrovia della mocanita è l’ultima ferrovia forestale su cui circola un trenino a vapore in Europa. I vagoni passeggeri e i vagoni per il trasporto del legno sono trainati da una locomotiva a vapore risalente agli anni ‘50. Molto ricercata d’estate, ma anche d’inverno, mocanita porta i turisti in luoghi inediti come la Cascata dei Cavalli, una delle più belle nel nostro Paese, vicino alla stazione turistica Borsa. Questa cascata a tre livelli, la più alta in Romania, con un tratto di caduta dell’acqua di circa 100 metri, si trova a 1.300 metri di altezza. Secondo la leggenda, in tempi immemoriali, una mandria di cavalli, tra i più belli della zona, per sfuggire agli invasori, si buttò nel burrone e le lacrime degli abitanti, tristi per la morte dei cavalli, avrebbero formato questa cascata. Sempre l’Associazione “I villaggi più belli della Romania”, nata con la missione di rivitalizzare i paesini e comuni fuori dai principali circuiti turistici che rischiano di essere dimenticati, ha pubblicato, quest’anno, anche la versione aggiornata della “Guida ai più bei villaggi romeni”, lanciata nel 2012.



    A settembre, la cittadina piemontese di Bra ha ospitato la nona edizione di “Cheese — Le forme del latte”, appuntamento biennale promosso dalla Fondazione Slow Food Internazionale, dedicato all’arte casearia, che ha riunito pastori, casari e affinatori da tutto il mondo. “Cheese 2013” è stata un’occasione di scambio culturale e umano tra persone che fanno lo stesso lavoro e di scoperta delle caratteristiche e varietà di formaggi dall’intero mondo nell’ambito dei Laboratori del Gusto. Presso gli stand del Mercato dei Formaggi, sono stati presenti, come ad ogni edizione, anche i produttori dei Presìdi Slow Food romeni, tra cui il Presidio del formaggio “branza de burduf” dei Monti Bucegi, un formaggio ottenuto dal latte crudo misto vaccino e ovino e stagionato per almeno due mesi nella corteccia di pino o di abete, che gli conferisce un sapore particolare.



    La fondazione “Adept Transilvania”, nata nel 2004, con la missione di salvaguardare la biodiversità in otto comuni a sud di Sighisoara, città nel centro della Romania, sita sul fiume Tarnava Mare, in Transilvania, ci ha invitati, nel 2013, “Alla scoperta di Tarnava Mare in bici”. È, infatti, il più recente progetto della fondazione, che ha esteso i suoi settori d’intervento, puntando anche sul turismo e sullo sviluppo rurale, sulla promozione dei prodotti e dell’artigianato locali. L’area Tarnava Mare-Sighisoara-Viscri è un mosaico di habitat di elevato interesse naturalistico e vanta attrattive turistiche, tra antichi villaggi sassoni e chiese fortificate. Per far conoscere meglio i paesini e le chiese sassoni, Adept Transilvania ha avviato la costruzione di un percorso cicloturistico che attraversi la zona Viscri–Sighisoara, invitando i turisti a scoprire, pedalando, incantevoli villaggi, attrattive naturali e prodotti di qualità del territorio. Il progetto di cicloturismo, che si rivolge ai turisti responsabili, è stato avviato nel 2011, con fondi norvegesi, con la costruzione di un percorso pilota tra i villaggi sassoni Crit e Mesendorf, attraversato finora da 3000 cicloturisti. Dopo il grande successo riscosso, la fondazione ha deciso di estendere il percorso con l’aiuto dei fondi svizzeri e della fondazione European Outdoor Conservation. Il progetto Alla scoperta di Tarnava Mare in bici è stato uno di quelli vincenti del concorso dei cosiddetti progetti verdi europei di questa fondazione britannica, dello scorso marzo, rivolto alle ong di conservazione ambientale. Attualmente il percorso conta 8 km, che si spera diventeranno, ad ottobre 2014, 103 e che collegheranno tutti i paesini della zona Sighisoara-Viscri. La Fondazione Adept Transilvania ha attuato anche altri progetti a beneficio delle comunità locali, tra cui un Centro d’Informazione Turistica e mercati per i prodotti tipici. È impegnata, inoltre, a rinvigorire l’artigianato locale, più precisamente la ceramica tipica del paesino sassone Saschiz.



    Numerosi i riconoscimenti ottenuti in Romania e all’estero anche quest’anno dalla Marmellata di prugne di Topoloveni, l’unico prodotto tipico romeno in possesso della certificazione europea “Indicazione Geografica Protetta”. La marmellata si è aggiudicata, oltre alle “Stelle doro” per le sue qualità organolettiche e nutrizionali alle edizioni 2010 e 2011 del Superior Taste Award (il Premio del Gusto Superiore), altre due “Stelle d’oro” alledizione 2013. Questa marmellata tipica romena, al 100% naturale, senza zuccheri aggiunti, contiene una quantità di antiossidanti di molto superiore a quella contenuta dai broccoli e dai mirtilli ed è ricca di fibre alimentari naturali. Qualità grazie alle quali ha ottenuto, nel 2013, anche il certificato di prodotto biologico. In seguito all’approvazione, lo scorso aprile, dalla Commissione Europea di 22 programmi di promozione dei prodotti agricoli nell’Ue e nei Paesi terzi, tra cui anche quello proposto dal produttore della marmellata di prugne di Topoloveni, assieme ad un consorzio di produttori greci di formaggi e olive, è partita, a novembre, una campagna di promozione della nostra marmellata nelle grandi catene di negozi bio sul mercato svizzero. Seguirà la promozione nei negozi della Norvegia e della Federazione Russa, e, stando alla proprietaria del marchio, Bibiana Stanciulov, anche del Dubai e dell’America. Sempre a novembre, le prelibatezze della fabbrica di Topoloveni, più precisamente le confetture di fragole, more e rapa tedesca, sono risalite sul podio per ricevere le medaglie di argento e di bronzo al concorso “Monde Sélection”, di Bruxelles, organizzato dal prestigioso omonimo istituto, uno dei più rappresentativi al mondo per le selezioni di qualità, che ogni anno accoglie etichette provenienti da oltre 80 Paesi del mondo.



    Sempre nel penultimo mese del 2013, il Comune di Jurilovca, della provincia di Tulcea, nel Delta del Danubio, nel sud-est della Romania, si è annoverato tra le 19 destinazioni premiate a Bruxelles, dalla Commissione Europea, alledizione 2013 del progetto EDEN – “Destinazioni Europee di Eccellenza” – dedicata al turismo accessibile. Jurilovca è entrato a far parte della virtuosa rete delle destinazioni europee di eccellenza con la seguente motivazione: “è sito in un paesaggio da fiaba vicino al Mar Nero e nel Delta del Danubio, una zona umida unica nella lista del patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco per la sua biodiversità e i suoi paesaggi mozzafiato”. Jurilovca è una destinazione ancora poco nota, di una bellezza selvaggia e con un’offerta turistica svariata. Lo rileva il comunicato dell’Ente Nazionale del Turismo della Romania, organizzatore a livello nazionale del concorso EDEN. Tra le attrattive di questa destinazione europea di eccellenza, il villaggio vacanze Gura Portitei — meta estiva molto ricercata, che ricade nella striscia di terra tra il Lago Golovita e il Mar Nero, parte della Riserva della Biosfera “Il Delta del Danubio”, poi la Fortezza Argamum e i percorsi acquatici sui laghi Razim-Sinoe. Jurilovca offre inoltre un’immersione nelle tradizioni e usanze dei russi di antico rito ortodosso, i suoi fondatori all’inizio del 19esimo secolo. Del resto, il Delta del Danubio è sinonimo di multiculturalità, racchiudendo una grande concentrazione di etnie, tra russi di antico rito ortodosso, ucraini, turchi, tartari, bulgari, tedeschi, greci, armeni, macedoni, aromeni, italiani, e tanti altri, che conservano a tutt’oggi le loro tradizioni. Un piccolo villaggio all’inizio, Jurilovca diventò alla fine del secolo un importante centro ittico nel Delta del Danubio, rappresentando attualmente la maggiore comunità di pescatori del delta.








































  • Feste natalizie in Romania

    Feste natalizie in Romania

    Il Natale è ormai vicino e anche la Romania respira un’aria del tutto particolare, grazie alle strade vestite di luci e luminarie e ai mercatini natalizi nati in tutte le grandi città del Paese. Il Natale con tutto il suo carico di tradizioni è al centro di un programma turistico lanciato, quest’inverno, dall’Associazione Romena del Turismo Rurale, Ecologico e Culturale — ANTREC — che riunisce circa 3000 agriturismi dall’intero Paese. Il programma “Le tradizioni di Natale con l’ANTREC” partirà il 22 dicembre e si concluderà il 28, ma sarà ripreso a gennaio per chi festeggia il Natale secondo l’antico rito ortodosso, più precisamente i turisti dai paesi confinanti con la Romania, soprattutto Moldova, Ucraina e Serbia. Stando alla presidente dell’ANTREC, Maria Stoian, il turismo rurale è il più gettonato dai turisti nel periodo natalizio, motivo per cui l’Antrec ha deciso di proporre questo programma speciale di vacanze a prezzi accessibili, all’insegna delle tradizioni e delle usanze invernali tipiche romene.



    “È un programma avviato questinverno, che riunisce tutte le offerte in agriturismo per il periodo delle feste invernali, in generale. Ci sono tanti gli abitanti delle città, dalla Romania e dall’estero, interessati a passare una vacanza in agriturismo nel periodo del Natale per un’immersione nelle tradizioni e usanze invernali tipiche del mondo rurale romeno. Al programma partecipano agriturismi membri della rete Antrec dall’intero Paese che offrono vacanze con valore aggiunto, invitando gli ospiti a partecipare direttamente a queste tradizioni. Possono imparare assieme agli abitanti dei villaggi in cui passano il soggiorno in una struttura agrituristica a cantare canti natalizi romeni o sono invitati in cucina a vedere come si preparano o a imparare a preparare loro stessi i piatti tipici di Natale, come gli involtini con carne suina in foglia di verza, gli insaccati tipici o il panettone. Chi ama le vacanze attive è invitato a passeggiate nella slitta trainata da cavalli, a picnic sulla neve, tutto per farli vivere il fascino delle feste natalizie alla romena”, ha detto a RRI la presidente dell’ANTREC, Maria Stoian.



    Abbiamo chiesto a Maria Stoian quali sono le zone del Paese in cui le antiche tradizioni natalizie e di Capodanno sono ancora molto vive.



    “Sono, di solito, le zone più appartate, tra cui Bistrita, in Moldova, Salaj, nei Carpazi Occidentali, Marginimea Sibiului, Sibiel, Rasinari, Gura Raului, in Transilvania, Horezu, Maldarasti, Pestisani, Tismana e Polovragi, in Oltenia, nel sud”, ha raccontato Maria Stoian.



    A Marginimea Sibiului, ad esempio, nel sud-ovest della provincia di Sibiu, nel centro della Romania, potete vedere in questo periodo girare per le città e per i villaggi i “cortei dei juni”, cortei di giovanotti che vanno in giro a cavallo, nei costumi tradizionali di ciascun villaggio, a fare gli auguri, ricevendo in cambio fette di panettone, mele, noci e vino. Questa secolare usanza tipica viene osservata nel periodo tra Babbo Nicola e San Giovanni, cioè tra il 6 dicembre e il 7 gennaio. Sono famosi i 16 cortei di giovanotti di Saliste, che si riuniscono nel quarto giorno dopo Natale in questa cittadina di Marginimea Sibiului, offrendo uno spettacolo di danze tradizionali romene che attrae ogni anno centinaia di romeni dall’intero Paese.



    Sempre Maria Stoian ci racconta quanto costa una vacanza in agriturismo nell’ambito del programma “Le tradizioni di Natale con lAntrec”. “I prezzi per il vitto e l’alloggio partono da 40 lei a notte (pari a circa 9 euro) negli agriturismi a 2 margherite, arrivando fino a 600 lei (pari a circa 133 euro) per tre notti, tutti i pasti compresi, in un agriturismo a 4-5 margherite, i più gettonati infatti. Sono tanti i turisti stranieri che hanno prenotato vacanze di Natale negli agriturismi della Bucovina (nel nord-est) e del Maramures (nel nord), ma anche in quelli della Provincia di Sibiu e Brasov, nel centro della Paese. Verranno dalla Francia, Germania, Gran Bretagna e dagli Stati Uniti e, tra questi turisti sono anche tanti diplomatici stranieri e dipendenti stranieri delle multinazionali in Romania”, ha raccontato per RRI la presidente dell’Antrec.



    Alla scoperta delle tradizioni natalizie e di Capodanno romene invitano anche i già tradizionali programmi “Natale in Bucovina” e “Natale in Maramures”, giunti, quest’anno, alla quinta edizione, e organizzati dai Consigli Provinciali Maramures e Suceava. Il primo evento è ospitato dalle casette contadine esposte al Museo di Etnografia ed Arte Popolare di Baia Mare, capoluogo della provincia di Maramures, dove potete assaggiare piatti tipici, conoscere l’artigianto popolare e ascoltare i più bei canti natalizi romeni interpretati da bimbi e giovani in costumi tradizionali, che annunciano la Natività e lodano la laboriosità dei contadini, facendo auguri di salute e prosperità. Il museo di Baia Mare illustra le 4 zone etnografiche della Provincia di Maramures, le contrade del Maramures, Lapus, Chioaru e Codru, presenti con le proprie tradizioni e prelibatezze gastronomiche e con il fiore all’occhiello del loro artigianato popolare. Chi passa il Natale in Maramures non deve lasciarsi sfuggire una sosta presso le chiese in legno del Maramures, circa 100, di cui 8 inserite dall’Unesco nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Contraddistinte dall’altezza impressionante dei loro campanili, queste chiese in legno di quercia e pino, che risalgono al 16esimo e al 17esimo secolo, sono ancora più affascinanti d’inverno. Il percorso turistico che attraversa i villaggi in cui sorgono queste chiese è soprannominato “la via del legno del Maramures”, il Maramures stesso essendo noto come “la contrada del legno”, grazie alle montagne e foreste che lo circondano e che hanno favorito la nascita di una vera e propria “civiltà del legno” in questa parte della Romania. Se volete conoscere un’antica usanza natalizia, dovete andare nel villaggio di Botiza, dove, il giorno di Natale, in chiesa viene cantato il Viflaim, che parla di avvenimenti pieni di mistero, risalenti al momento della nascita di Cristo.



    Anche la Bucovina, regione storica nel nord-est della Romania, confinante con il Maramures, aspetta i turisti nel periodo del Natale con tradizioni, sapori, musiche natalizie, ma anche folcloristiche. Il fiore all’occhiello del turismo in Bucovina sono i monasteri della Provincia di Suceava, con chiese ad affreschi esterni, anchesse inserite, accanto a quelle in legno del Maramures, nel “patrimonio dell’umanità” dall’Unesco. Le tradizioni di Natale e di Capodanno tornano alla ribalta anche quest’anno grazie al programma turistico “Natale in Bucovina”, che si snoda attraverso una lunga serie di eventi, in decine di città e paesini, che termineranno a Capodanno. Nell’ambito di questo programma, presso i monasteri Sucevita, Moldovita, Voronet e Putna potete ascoltare a Natale dei bellissimi concerti natalizi. Poi, tra Natale e Capodanno, nei paesini della Provincia di Suceava potete partecipare al Festival delle usanze e tradizioni invernali, dove potrete vedere le “danze” dell’orso, della capra o del cavallo, secolari usanze molto amate dai turisti, le maschere popolari romene che simboleggiano la successione delle stagioni o la fertilizzazione della terra nel nuovo anno, e pittoreschi cortei di personaggi popolari. Il calendario degli eventi è disponibile presso gli aeroporti, le agenzie viaggi e gli info point turistici.



    Come dapperttutto nel mondo, anche in Romania in prossimità del Natale vengono organizzati i tradizionali mercati natalizi, che invitano alla scoperta delle specialità gastronomiche stagionali e dell’artigianato romeno, tra costumi popolari, tappetti tessuti a mano, maschere popolari, ceramiche, ricami e intrecciature di paglia. Il primo mercatino natalizio allestito in Romania, e forse il più bello, è quello di Sibiu, aperto già da fine novembre nella Piazza Grande, piazza storica della città transilvana, e che resterà aperto fino a inizio gennaio. Sono tanti i mercatini natalizi aperti anche nella capitale Bucarest, sia nel centro città che nei principali parchi, che aspettano i turisti fino al 6 gennaio.