Category: La società

  • L’industria dell’ospitalità, alla ricerca di giovani

    L’industria dell’ospitalità, alla ricerca di giovani

    Il settore turistico romeno ha registrato negli ultimi anni progressi notevoli, ma si confronta con una forte crisi di personale. Per venire incontro a questo bisogno, la Federalberghi romena ha organizzato di recente “Le Giornate delle Porte Aperte nellIndustria dellOspitalità”, per attirare un numero quanto maggiore di giovani verso questo settore e i tirocini offerti dagli alberghi romeni. Levento è stato dedicato anche allistruzione duale di specialità. In Romania, tramite istruzione duale si intende il partenariato tra diversi settori economici e i licei tecnici in vista di una rapida assunzione dei neolaureati da parte degli operatori del settore per cui si sono preparati. Della situazione dei posti di lavoro nel settore turistico, ma anche della cooperazione tra il settore HoReCa e le istituzioni dinsegnamento, ci ha parlato Camelia Ghețău, rappresentante del Centro Nazionale per lo Sviluppo dellInsegnamento Professionale e Tecnico.



    “Il numero di posti nei licei dove vengono preparati gli studenti per il settore turtistico e della ristorazione, anche se generoso, non è sempre occupato al 100% dagli studenti. È, tuttavia, uno dei settori con il maggiore tasso di occupazione dei posti nei licei – l82,9%. Insieme alla scuola e agli operatori dobbiamo adoperarci ad assicurare anche loccupazione del restante 17% messo a disposizione dal Ministero dellIstruzione per qualifiche nel settore turistico e della ristorazione. Il Ministero dellIstruzione, assieme al Centro Nazionale per lo Sviluppo dellInsegnamento Professionale e Tecnico, è aperto a tutte le offerte e domande. Se gli operatori del settore turistico constatano che le qualifiche proposte non vanno di pari passo con le evoluzioni nel settore, allora siamo a disposizione per intervenire e ammodernare lattuale curriculum. Non è un problema farlo in quanto cè uno strumento molto flessibile chiamato il Registro Nazionale delle Qualifiche Professionali che consente in qualsiasi momento lintroduzione di nuove qualifiche.”



    Qual è il punto di vista dei potenziali datori di lavoro del settore? Marius Băzăvan, manager di una catena alberghiera e membro del Comitato Direttivo della Federalberghi, ritiene che la formazione dei giovani per il settore dellospitalità sia anche un dovere degli operatori turistici e del settore ristorazione. “Dobbiamo capire che, se non abbiamo giovani istruiti, non avremo un settore turistico cosi come desideriamo nel futuro. Il turismo in Romania va sviluppandosi, ma abbiamo bisogno, oltre alle persone con esperienza, anche di giovani dedicati e istruiti e pieni di entusiasmo. Un simile evento come le “Giornate delle Porte Aperte” ci aiuta moltissimo come industria a capire quali sono i bisogni dei giovani, quali le loro attese perchè è molto importante che loro scelgano consapevolmente il mestiere e la carriera che desiderano. Noi, alberghieri, abbiamo anche un insegnamento duale. È la seconda generazione di insegnamento duale, se posso chiamarla cosi, con due classi di chef e camerieri di 14 studenti ciascuna. La nostra compagnia mette a disposizione i suoi alberghi della stazione termale “I Bagni di Ercole” perchè nella zona cè un unico liceo che prepara gli studenti per il settore turistico. Abbiamo preso a noleggio due pullman per trasformare questa esperienza in una piccola escursione. Gli studenti vengono ai Bagni di Ercole da Craiova per passarci una giornata. Là sarebbe necessario che ciascun alberghiero organizzasse workshop su diversi temi affinchè gli studenti possano vedere cosa succede esattamente in un dipartimento di marketing e vendite, nonchè la parte meno visibile del mestiere, ma molto bella. Noi incoraggiamo simili azioni e ci concentreremo sicuramente sempre di più sullinterazione con i giovani e credo che loro troveranno posti di lavoro veramente pieni di soddisfazioni in questa industria”, dichiarava Marius Băzăvan proprio prima delle “Giornate delle Porte Aperte”.



    Quale, però, lopinione dei giovani ai quali si è rivolto levento “Le Giornate delle Porte Aperte”?. Sentiamo alcune opinioni. “Sono Marin Cristian Alexandru, faccio un tirocinio nel settore dellospitalità, più precisamente in cucina. E mi sembra unottima idea il tirocinio negli alberghi perchè apre nuovi orizzonti e ci stimola a diventare più creativi, più disciplinati e avere un modo di pensare migliore di quanto avesse se solo imparasse teoricamente queste cose a scuola. In linea di pricipio, credo che linsegnamento duale mi abbia aiutato a essere più disciplinato e molto più creativo.”



    Mentre la sua collega ha aggiunto. “Sono Cosmina e per me il turismo, in generale, significa il più bel mestiere che io conosca. Il tirocinio mi ha aiutato moltissimo a scoprire moltissimi vantaggi e nuove opportunità. Cosa potrei dire? Tutto ciò che ho imparato nei tre anni di tirocinio mi ha aiutato moltissimo a capire cosa voglio veramente. E io sogno di fare la direttrice di albergo. Mi sembra un mestiere molto bello.”



    Dal canto loro, gli insegnanti dellistruzione duale hanno la responsabilità di attrarre i giovani verso i mestieri del settore dellospitalità, come spiega linsegnante Larisa Ilea. “Gli studenti di questi licei tecnici sono la prima generazione del sistema dinsegnamento duale ad essersi formata anche grazie ai tirocini negli alberghi di Bucarest e del resto del Paese. Lungo la mia carriera, ho capito che possiamo fare di più, motivo per cui facciamo parte, in veste di insegnanti di questi licei, di unassociazione degli insegnanti e dei formatori per il settore turistico, e di unassociazione dei licei di formazione per il settore alberghiero e turistico in generale. Questultima è stata creata su iniziativa della Federalberghi e dellIstituto di Cultura Francese in Romania. Insieme abbiamo costruito partenariati forti per valorizzare i mestieri turistici e per offrire agli albergatori e operatori turistici risorse umane di qualità che vengono formate a partire dai 15 anni e la cui formazione non finisce mai perchè il turismo è un settore che si trasforma ogni sei mesi. Ogni sei mesi si apprende qualcosa di nuovo.”




  • I trapianti di cuore in Romania

    I trapianti di cuore in Romania

    LIstituto del Cuore di Târgu Mureș, nel centro della Romania. Unequipe di cardiologi coordinata dal medico Horațiu Suciu realizza un trapianto di cuore in unadolescente di 16 anni. Momento da ricordare da più punti di vista. Il primo – il più importante – una giovane ha ricevuto una nuova chance alla vita e una migliore qualità della vita. Il secondo – il trapianto avviene dopo due anni di pandemia, in cui non sono stati realizzati che 3-5 trapianti allanno. È, se volete, una specie di prima. Il cuore trapiantato è stato portato in elicottero dalla città di Sfântu Gheorghe ed era appartenuto a un adolescente di 17 anni, politraumatizzato e in stato di morte cerebrale.



    I trapianti di cuore nei bambini sono rarissimi. Nei bambini, linsufficienza cardiaca non ha solo una rapida evoluzione, ma anche unevoluzione fatale molto più rapidamente che nel caso degli adulti. In più, cè il problema dei donatori in età pediatrica. La lista dattesa per il trapianto è sempre lunga per tutte le fasce detà. Sono 22, attualmente, i pazienti che hanno bisogno di un trapianto cardiaco in Romania. Il medico Horațiu Suciu, il coordinatore del recente intervento per il trapianto e direttore dellIstituto dEmergenza per Malattie Cardiovascolari e Trapianto di Târgu Mureș, ha raccontato la situazione ai nostri colleghi di Radio România Târgu Mureș.



    “Le condizioni di salute dei bambini in lista dattesa per un trapianto si stanno deteriorando abbastanza rapidamente. Molto più rapidamente che negli adulti, la cui stabilità emodinamica e biologica si può mantenere più facilmente. Le condizioni dei bambini peggiorano più rapidamente e, purtroppo, i donatori in età pediatrica sono molto più rari di quelli in età adulta. Purtroppo, pocchisimi bambini beneficiano di un trapianto.”



    Annualmente, 400-500 bambini con malformazioni cardiache congenite non hanno la chance di un trapianto. Il 10% sono emergenze neonatali che vanno operate nel primo mese di vita. Il 40-50% di questi neonati probabilmente muoiono prima di giungere allintervento chirurgico. Diciamo probabilmente perchè non ci sono statistiche, nessuno li segue più. Perchè lunico centro che può fare simili interventi si trova a Târgu Mureș, e la sua capacità è limitata. Mille bambini nascono ogni anno in Romania con malformazioni congenite cardiache gravi.



    La decisione delle famiglie di accettare il prelievo degli organi ancora funzionanti dei bambini in morte clinica è difficile, molto delicata. Di solito, le famiglie si rifiutano di discutere con i medici della possibilità del prelievo di organi dai propri figli. Perciò chi pensa di salvare la vita di un altro bambino mentre soffre profondamente in seguito alla perdita del proprio bambino ha unidea veramente eroica. Lorgano prelevato ha un valore inestimabile, e per lequipe di medici è una vera sfida mantenerlo funzionante e assicurarsi che il trapianto sarà un successo.



    “I pazienti con trapianto devono attraversare subito dopo lintervento una tappa di terapia immunosoppressiva, è questa la grande sfida, gestire la terapia in tal modo da evitare che lorgano sia respinto dallorganismo. Quindi, praticamente, nel caso della ragazza operata di recente, dobbiamo superare questa sfida, della tolleranza immunologica. Dal punto di vista emodinamico, cardiaco, strettamente chirurgico, levoluzione è buona. La ragazza operata era in condizioni molto gravi, con una pessima qualità della vita. Sua madre mi ha detto che faceva fatica a salire anche un solo piano”, ha spiegato il medico Horațiu Suciu per Radio România Târgu Mureș.



    Altri due bambini sono stati salvati in seguito alla decisione della famiglia di donare gli organi del giovane di Covasna che aveva subito lincidente in seguito al quale era in stato di morte cerebrale. Il fegato è giunto nella capitale Bucarest per un trapianto in una bambina di 5 anni con il morbo di Wilson e i reni a Cluj, nel nord-ovest, sempre per un trapianto in un minorenne.



    Secondo il dottor Suciu, in Romania sono rari i casi in cui i giovani sono donatori, la percentuale di minorenni dai quali vengono prelevati organi essendo pari al 10-15%. Anche se il numero di donatori, in generale, è in crescita rispetto al 1999, esso è troppo piccolo rapportato al numero di abitanti. Rispetto al 1999, quando abbiamo cominciato a fare trapianti cardiaci accanto ai colleghi di Bucarest, quando sono iniziati anche i trapianti di fegato e cerano 11 donatori, la situazione è di molto migliorata. Nel 2018 si è giunti a quasi 200 donatori allanno. Adesso il trend è di 100 o poco più di 100 donatori allanno, e la maggioranza dei prelievi sono di fegato e reni, mentre quelli di cuore sono intorno al 10-15%.




  • Corsi online per i figli dei romeni all’estero

    Corsi online per i figli dei romeni all’estero

    Anche se ottimamente integrati nei Paesi in cui vivono, i romeni allestero non possono dimenticare le proprie radici. Il modo più semplice di sentirsi connessi con la madrepatria è poter esprimersi, allorquando si ha loccasione, nella lingua materna. Perchè il linguaggio non ha solo una funzione comunicativa, ma anche una – essenziale – identitaria. Nelle famiglie o nelle comunità di romeni, la lingua è più che uno strumento per comunicare, è anche la porta attraverso la quale i romeni tornano, in modo immaginario, a casa.



    Gli Istituti di Cultura Romeni nelle grandi città del mondo, le ambasciate e chiese organizzano corsi, scuole domenicali o diverse altre attivià ricreative la cui protagnista è la lingua romena e che sono destinati ai bambini di una certa comunità. La scuola di cui parleremo questa volta ha, però , qualcosa che la contraddistingue e la rende speciale – riunisce tutti quelli che, da tutti i canti del mondo, vogliono imparare o perfezionarsi il romeno, cosa possibile, certamente, solo nello spazio virtuale.



    Delia Pavel vive a New York dal 2019 e due anni fa ha avuto uniniziativa – come spiega lei – nata in terra americana, ma con profonde radici romene. “In Romania, mi occupavo dellorganizzazione di spettacoli di teatro indipendente e attività culturali-educative per bambini e adulti. Ma ho scelto di trasferirmi negli Usa e una volta giunta qui ho pensato di poter fare lo stesso tipo di attività per i bambini delle comunità romene dello stato di New York, dove vivo io. Solo che è arrivata la pandemia e siamo stati costretti a ripensare per lambiente virtuale la struttura del programma che ci eravamo proposti. Volevamo organizzare attività esclusivamente in romeno. Abbiamo constatato che, in realtà, i bambini non sapevano il romeno o lo sapevano poco. Anche se a casa si parla in romeno, loro, a scuola, parlando solo linglese, dimenticano il romeno, giungono a casa e rispondono ai genitori sempre in inglese, e i genitori rispondono in inglese e cosi i bambini sono sempre meno esposti alla comunicazione in romeno.”



    È cosi che è nata la scuola PROUD, una piattaforma di attività culturali ed educative creata per i bambini delle comunità di romeni allestero che sia sono nati in famiglie miste con un genitore romeno, sia in un altro Paese che la Romania dopo che i genitori romeni hanno deciso di stabilirsi allestero. La fondatrice della scuola, Delia Pavel, ci ha fornito maggiori particolari. “Lambiente online ci ha dato lopportunità di raggiungere un numero quanto maggiore di Paesi. Abbiamo avuto finora oltre 200 allievi e, grazie al metodo inedito dei nostri insegnanti, perchè insegniamo il romeno ai bambini attraverso il gioco con tanto accento sullo sviluppo personale e sul rafforzamento della stima di sè – gli allievi sono incantati, si siedono volentieri davanti agli schermi. Siamo più che una scuola in lingua romena. Vogliamo e riusciamo a trasmettere ai bambini la fierezza di avere radici romene e destiamo la loro curiosità di conoscere la Romania, di fare amicizia con bambini che vivono in altri Paesi, a cui sono uniti da questi legami invisibili, ma forti – le nostre origini romene.”



    La scuola PROUD ha avuto finora corsisti dagli Usa, dal Canada, dallAustralia, dalla Danimarca, Germania, Gran Bretagna o dalle Filippine, dallEgitto, dalla Nigeria o dal Dubai – racconta Delia Pavel – tanti bambini con tanti bisogni e tante attese. I corsi – individuali, per fasce detà o per livelli di padronanza del romeno – sono tenuti, per chi vuole imparare da zero, da insegnanti di romeno della Romania, e per chi vuole perfezionarsi, da attori.



    Attrice, sceneggiatrice, insegnante e coordinatrice di corsi di recitazione, la talentuosa Anca Manolescu fa parte dellequipe di insegnanti di PROUD. Ci ha raccontato lei stessa comè lattività con i bambini che si connettono online per imparare o perfezionare il loro romeno. “Adopero moltissimo metodi che ho imparato io stessa imparando un nuovo mestiere: siccome tutto succede online, uso giochi per lo sviluppo personale tramite la recitazione. Ci sono bambini tra i 4 e i 12/13 anni e come potete immaginare la metodologia è molto diversa per ciascuna età, devo tener conto anche del livello di padronanza linguistica di ciascun bambino e della sua personalità ecc. Giochiamo giochi linguistici usando poesie che amo, con cui sono cresciuta – da quelle scritte dai poeti romeni fino a quelle che adoperavamo durante i nostri giochi da bambini e che ho adattato per lambiente online e ho considerato possano essere utili per i bambini per il loro avvicinamento non solo al romeno, ma anche al modo in cui vivono i romeni o al modo in cui noi, romeni che siamo cresciuti e viviamo qui, vediamo lidentità romena – dal cibo alle nostre espressioni quotidiane, al modo in cui ci rivogliamo agli amici o in un modo più formale. Mi fa piacere vedere che reagiscono a ciò che contraddistingue i romeni e alle cose che trasmetto, sono contentissima quando possono recitare loro una poesia o raccontare loro della mia infanzia o posso insegnare loro parole su cose che esistono solo in Romania. E, cosi, la Romania viaggia dapperttutto.”



    Lentusiasmo dei bambini e la gioia dei genitori che vedono i loro progressi nella comunicazione in romeno ci convincono che ciò che facciamo è ben fatto e che dobbiamo continuare – afferma Delia Pavel, fondatrice della scuola PROUD. Una scuola che, con il suo stesso nome, infonde nei figli dei romeni che vivono allestero, la fierezza di avere radici romene.




  • Dimissioni e riassestamenti del mercato del lavoro in Romania

    Dimissioni e riassestamenti del mercato del lavoro in Romania

    Nel 2021, il secondo anno pandemico ha portato anche un fenomeno particolare o almeno inatteso sul mercato del lavoro: unondata significativa di dimissioni. Definito “The Great Resignation” – la Grande Ondata di Dimisisoni – negli USA, il fenomeno è dventato globale, e ha raggiunto anche la Romania, secondo un recente sondaggio demoscopico, come abbiamo appreso da Raluca Dumitra, manager di comunicazione di un sito di annunci di lavoro.



    “I candidati cominciano ad essere sempre meno disposti a fare compromessi. Allinizio dellanno abbiamo realizzato un sondaggio dal quale risulta che il 21% dei dipendenti si dimetterebbero dallattuale posto di lavoro, anche senza un piano di riserva. È una percentuale abbastanza alta che credo debba far pensare i datori di lavoro, soprattutto in correlazione con il fatto che dallo scorso 9 marzo si è rinunciato alle restrizioni anti-Covid. Ciò significa che i datori vorranno far tornare un numero sempre maggiore di persone in ufficio, nel contesto in cui i candidati vogliono continuare ad avere un orario flessibile. Dovremmo prendere in calcolo il desiderio di flessibilità dei dipendenti che resta costante e tener conto che, inclusivamente un brusco ritorno in ufficio potrebbe portare i dipendenti a rassegnare le dimissioni. E unaltra cosa interessante è che in questo momento i candidati sono estremamente ottimisti. Intorno al 75% dei romeni pensano che troverebbero un nuovo lavoro in meno di tre mesi. È unalta percentuale di ottimismo, correlata con ciò che succede sul mercato del lavoro: nella maggioranza delle industrie e dei settori cè un grande deficit di candidati. Il che vuol dire che gli ottimi specialisti potrebbero veramente trovare un posto di lavoro anche in meno di tre mesi.”



    Petru Păcuraru, direttore di unagenzia di formazione di risorse umane, conferma il fenomeno, individuando anche le cause. “Un motivo sarebbe che il 2020 è stato un anno segnato da molte incertezze. Non ci sono più stati dipendenti che rassegnassero le dimissioni e andassero a lavorare altrove e allora hanno compensato nel 2021. Si constaterà che il 2020 è stato lanno con la maggiore stagnazione nella storia dellumanità. Un altro motivo è che man mano le compagnie hanno cominciato a tornare al lavoro offline. E allora per una parte dei dipendenti che si sono abituati a fare le cose online, il ritorno in ufficio è impossibile ed è diventato un criterio di ricerca di un posto di lavoro. E aggiungerei anche un terzo motivo. Nonostante i problemi economici, la gente continua a investire in cose care. E uno dei motivi è che in una situazione di crisi, le persone hanno pensato a ciò che conta per loro. E chi faceva compromessi sul lavoro credendo di non trovare qualcosa di migliore, in seguito a una situazione difficile, si è reso conto che forse quel compromesso non valeva la pena e si è fatto coraggio per andare verso qualcosa di più importante.”



    Allo stesso tempo, però, chi si dimette senza un piano di riserva ha uno status finanziario e professionale oltre la media, ammette Petru Păcuraru. “Credo che se guardiamo le categorie demografiche o di reddito, vedremo sicuramente coloro che hanno, forse, più di 30 o 35 anni fare questa mossa e, allo stesso stempo, coloro che hanno un tenore di vita e un livello di istruzione oltre la media. Ciononostante, il gesto di dimettersi non è sempre seguito subito dallinizio di un nuovo lavoro. Vi faccio lesempio di quelli che lavorano in settori molto dinamici e che si confrontano con un forte stress che può portare al burnout. La decisione di dimettersi non è determinata dallaver trovato un nuovo lavoro, è semplicemente dovuta al desiderio di restare in vita.”



    Anche se le dimissioni senza un piano di riserva possono sembrare, a prima vista, un ottimismo esagerato, le recenti evoluzioni sul mercato del lavoro danno ragione a coloro che ritengono che un nuovo lavoro, migliore e più adatto, non tarderà ad apparire. “Se guardiamo il mese di marzo, ossia il periodo subito dopo linizio della guerra in Ucraina, abbiamo oltre 38 mila posti di lavoro nuovi sul sito. Se esaminiamo, invece, il mese precedente, notiamo una crescita del 13% nella situazione in cui parliamo di un contesto difficile, il che significa che la gente continua a cambiare lavoro. Continuano ad arrivare domande di lavoro e abbiamo intorno a 900 mila domande mensili. Quindi, continuano le dimissioni e sono determinate dal desiderio dei candidati di trovare un lavoro migliore. Se guardiamo il numero di domande di lavoro, è vero che sono in calo rispetto allo stesso periodo dellanno scorso, ma è normale perchè lanno scorso ha portato un record delle domande. E nei primi mesi dellanno scorso il mercato non era a favore dei candidati, i datori erano in una posizione di forza. Unaltra cosa importante da aggiungere è che 8 su 10 romeni che affermavano di avere come priorità cambiare lavoro nel 2022 hanno già cominciato le ricerche. E ciò si riflette anche nellalto numero di domande di lavoro che continuano ad arrivarci”, ci ha detto Raluca Dumitra.




  • Effetti psicologici della pandemia sugli allievi

    Effetti psicologici della pandemia sugli allievi

    Se la pandemia ha lasciato unimpronta, in generale, negativa dal punto di vista psicologico sugli adulti, limpronta sui bambini è stata ancora più forte. Sin da due anni fa, gli esperti di educazione, gli psicologi e i genitori hanno ammonito sui cambiamenti che gli allievi avrebbero attraversato, soprattutto, a causa dellisolamento. E, gradualmente, sono apparsi anche studi che hanno confermato i loro timori. Il più recente è un sondaggio realizzato dallorganizzazione “Salvate i Bambini”. Quali le conclusioni, in breve, ci spiega il sociologo Ciprian Grădinaru. “La situazione va guardata in un certo senso in un contesto più ampio. È vero che questi due anni hanno messo fuori ritmo i bambini e, infatti, non solo i bambini. Vediamo che buona parte di loro, quasi la metà, si sentono tristi, isolati, stressati. Ma si sentono così perchè, in questo periodo, sono stati isolati dai gruppi di amici. Sono stati costretti a entrare in un sistema educativo totalmente nuovo, che non avevano mai provato. Hanno ricevuto meno informazioni e cognizioni e laccesso al sistema educativo si è ridotto. Perchè, non dimentichiamo, buona parte dei bambini non hanno avuto probabilmente nessun accesso o hanno avuto accesso limitato alleducazione in questo periodo. E tutto ciò ha portato alla situazione in cui quasi la metà dei bambini affermano che non si sentono preparati per gli esami. Gli allievi dellottava e della dodicesima classe, quindi quelli degli anni terminali della scuola secondaria di primo e secondo grado, hanno confessato di essere molto stressati, di non sentirsi sicuri di se stessi per quanto riguarda gli esami che si stanno avvicinando e, infatti, i risultati confermano la situazione anticipata dagli esperti di educazione e dei settori connessi.”



    Dal canto loro, i bambini sembrano valutarsi oggettivamente. Solo un terzo degli allievi dellottava classe affermano di sentirsi preparati per gli esami nazionali a seguire. Il 31% degli allievi dellinsegnamento secondario di primo e secondo grado affermano di essere rimasti indietro con il programma scolastico, mentre quasi uno su due bambini afferma che i compiti sono più difficili rispetto agli anni precedenti. Perciò anche il bisogno di aiuto risentito dai piccoli è maggiore rispetto al passato. Il 51% dei bambini ritengono di aver avuto più bisogno di aiuto, in questanno scolastico, da parte dei propri insegnanti, il 13% tramite lezioni private, e il 9% dellaiuto della famiglia.



    Gli allievi dellottava classe affermano in un numero significativamente maggiore di aver sentito il bisogno di lezioni private, rispetto ai colleghi delle altre classi. Perchè sono consapevoli di essere restati indietro, gli allievi si sentono, a buona ragione, frustrati. E non è lunico sentimento negativo che provano. Secondo lo studio dellong “Salvate i Bambini”, gli studenti liceali si descrivono come “furiosi, tristi o stanchi”. Tuttavia, sono sempre gli allevi dellottava classe a descriversi maggiormente come “stressati, spaventati e stanchi”. E questa percezione di sè può essere estesa anche alla famiglia allargata, ritiene il sociologo Ciprian Grădinaru. “Anche i genitori, non solo i bambini sono stati messi fuori ritmo nella vita quotidiana. Anche per loro è stato un periodo stressante, con tante tensioni. Anche il loro lavoro è cambiato, anche la loro interazione è cambiata, anche il loro contatto con gli altri si e ridotto. Ciò è una ricetta perfetta per tensioni e problemi in famiglia che, sicuramente, non possono non colpire anche i bambini.”



    Quali le cause di questi sentimenti negativi? “La mancata interazione e lisolamento sono i principali motivi per cui i bambini si sentono così. Immaginate che non solo per quanto riguarda leducazione sia cambiata la vita dei bambini in questi due anni, ma anche per quanto riguarda anche altri aspetti della loro infanzia. Pensate al fatto che siano scomparse le vacanze così come le sapevano loro. Sono scomparse le interazioni quotidiane con gli amici, sono cambiate e si sono spostate on line. È vero che i bambini passavano anche prima molto tempo on line e altri studi che abbiamo realizzato hanno rilevato cifre preoccupanti. Adesso il tempo passato on line è cresciuto notevolmente, con i vantaggi, ma soprattutto con i suoi svantaggi. Cosicchè tutti questi elementi – assenza dellinterazione, isolamento, il troppo tempo passato in casa, lassenza delle vacanze, lassenza della maggioranza delle attività che rendevano linfanzia normale – portano a tensione, tristezza e via dicendo. E, in più, si constata che certi bambini ne risentono più degli altri. Ad esempio, gli adolescenti affermano in maggiore misura di essere tristi rispetto ai bambini di età inferiore, le ragazze rispetto ai ragazzi e via dicendo”, ha spiegato Ciprian Grădinaru.



    Lindagine è stata realizzata nel mese di marzo, su un campione rappresentativo di circa 1900 bambini di età comprese tra i 9 e i 18 anni.




  • Cosa ha imparato l’umanità dalla guerra in Ucraina?

    Cosa ha imparato l’umanità dalla guerra in Ucraina?

    La guerra in Ucraina, come ben sappiamo, ha suscitato una straordinaria emozione collettiva, tanta compassione ed empatia. Gli sforzi impressionanti e volontari dei romeni per aiutare i profughi ucraini, ma anche del resto dellEuropa hanno fatto emergere unabilità umana fondamentale, quella di mettersi nei panni dellaltro, di reagire prontamente per dare una mano. La guerra in Ucraina ci ha fatto riscoprire la bontà, il fatto che lempatia sia reale. Forse adesso, più che mai, abbiamo bisogno di meditare profondamente a queste qualità che ci contraddistinguono come specie.



    Abbiamo parlato con Elena Maria Dumitrescu, psicoterapeuta specializzata in Terapia cognitivo-comportamentale, dellempatia manifestata dallintero mondo per il dramma degli ucraini. Le abbiamo chiesto come possiamo spiegare la bontà dal punto di vista pisicologico. “Ciascuno di noi è parte di un insieme che chiamiamo vita, universo, energia fondamentale, creazione o divinità. La bontà è accompagnata dalla compassione, dal fatto che qualcosa ci impressiona e siamo disposti ad aiutare il prossimo. Questo bisogno ha un influsso sia a livello individuale, che a livello collettivo e abbiamo esempi nella natura. Le formiche di fuoco vivono in colonie, lungo i letti dei fiumi, e quando cresce il livello dellacqua, loro sanno di non avere nessuna chance da sole. Allora si aggrappano le une alle altre e formano unimmensa zattera. Restano insieme e galleggiano fino a quando lacqua cala e così si salvano le formiche, il formicaio e soprattutto la specie. Sia la religione, che Darwin, che ha messo in dubbio la natura divina delluomo, ci hanno mostrato che ciascuna specie si adatta per sopravvivere. Noi, dal canto nostro, abbiamo tanto da regalare sia agli altri, che a noi stessi per sopravvivere, perchè sembra che alla natura non importi se una specie sopravvive o meno, essa deve dimostrare anche di meritarlo.”



    Lamicizia. La più nobile e pura forma di espressione umana. I romeni hanno destato ammirazione nellintero mondo con la loro fantastica apertura verso gli ucraini in fuga dalla guerra. Che sia capace lamicizia di salvare la specie umana? “Siamo amici del popolo ucraino e lamicizia è la forma più elevata di comunicazione tra gli uomini, sia a livello energetico e psicologico, che a livello spirituale. E siccome siamo in prossimità della Pasqua, abbiamo lesempio biblico di Gesù Cristo, che chiama i suoi apostoli amici e in più occasioni ci parla dellimportanza dellamicizia e del potere di guarire dellamicizia, sia dal punto di vista emotivo, che fisico. Dalla prospettiva psicologica, è la stessa cosa, perchè le relazioni di amicizia rappresentano una delle risorse più importanti per il nostro stato di salute. Vorrei sottolineare che lempatia, questa capacità umana di capire laltro come se fossimo nei suoi panni, non presuppone conoscere la rispettiva persona o le rispettive persone. Lempatia, la compassione e la bontà rappresentano la triade che porta valore aggiunto a tutti i tipi di relazioni. Abbiamo bisogno di solidarietà perchè, come dicevo, è la solidarietà a sostenerci come individui, come specie. A tal fine è necessario andare oltre lautosufficienza, la superficialità e lozio, che, personalmente, credo siano i nostri peggiori nemici, e capire che ciascuno può fare qualcosa”, ha ricordato Elena Maria Dumitrescu.



    Lempatia ha dei limiti oppure no? La psicoterapeuta Elena Maria Dumitrescu spiega i limiti e pericoli ed esorta alla giusta misura. “La vita mira allequilibrio energetico e spirituale nel caso di ciascuna persona e del sistema di cui facciamo parte. Lempatia rappresenta la posizione di equilibrio nella sfera relazionale. Succede molte volte che il nostro bisogno di aiutare sia maggiore di quello della persona che ha bisogno dellaiuto. Cosicchè il nostro aiuto è quello che noi immaginiamo, per diverse ragioni: per sovracompensare aspetti della nostra vita, per attenuare i sensi di colpa, per desiderio di perfezionismo, di immagine, standard o altro. Molte volte, quando superiamo un limite dellempatia, ci immedesiamo con la persona in difficoltà, e, così, ci assumiamo il ruolo di salvatori, rafforzando nellaltro la posizione di vittima più del necessario. Siamo più attenti ai nostri bisogni che ai bisogni reali dellaltro. Ciò comporta un consumo inutile di risorse a livello biologico, fisiologico ed energetico, e, il più delle volte, danneggia alle relazioni tra le persone, perchè non rappresenta più il contesto reale. Tutto ciò che è oltre la posizione di equilibrio e porta agli estremi non è benefico. Perchè il poco non basta e il troppo guasta.”




  • Il progetto «Casa Share»

    Il progetto «Casa Share»

    ʺNon sono Superman o un salvatore del Pianeta, ma perchè ho un buon cuore, tanta volontà e compassione, cerco di cambiare la vita dei bambini meno fortunati.”



    È così che si definisce Bogdan Tănasă, il quale, tramite la sua associazione «Casa Share» si occupa della ristrutturazione o costruzione di case per i romeni a disagio e di un Centro educativo e di apprendimento di mestieri rivolto ai bambini poveri della regione Moldavia. ʺHo 48 anni, sono un imprenditore, ho due fabbriche di pellet e trucioli. Sono nato in un comune della provincia di Iași, vicino a una casa di accoglienza dei bambini ed è da lì che è nato il mio desiderio di fare qualcosa di buono per la società. Sin da piccolo ho visto tante cose succedere lì, ho avuto anche la fortuna di incontrare persone dallestero venute in Romania per aiutare e di imparare tante cose da loro. Ho vissuto per molti anni allestero e mi sono promesso che se Dio mi avesse aiutato a guadagnare soldi, avrei aiutato anchio gli altri ed è ciò che faccio da 8 anni: lavoro nelle mie fabbriche, ma il poco tempo libero che ho lo dedico alla «Casa Share».ʺ



    Pocchissimo tempo libero – afferma Bogdan Tănasă – ma tante realizzazioni, aggiungiamo noi. Perchè, da 8 anni da quando si dedica anche alla sua associazione, Bogdan Tănasă ha costruito, da donazioni, ben 30 case per gli abitanti poveri delle zone rurali. ʺLa gente mi chiede come mai ho pensato a una simile cosa? Non ci ho pensato, nè lho pianificata. È nata dal cuore, dal desiderio di fare bene. 8 anni fa ho letto un servizio su un giornale su 6 bambini abbandonati dalla madre e allevati solo dal padre. Vivevano in condizioni molto difficili, uno di loro sognava di avere un giocattolo e mi sono detto “ciò non può essere!”. Sono andato da loro per costruire una stufa, perchè non avevano nessuna fonte di riscaldamento, non avevano una casa, ma una casupola. Alla fine la stufa non lho più costruita, ho costruito la casa intera e, da una casa, sono giunto adesso a 30.”



    I beneficiari delle «case Share» sono tutti persone da sempre sfortunate – madri con molti figli, abbandonati dai padri, lasciati nella miseria, persone che hanno perso tutto in seguito a incendi, anziani poverissimi, incapaci di lavorare per guadagnarsi il pane… LAssociazione di Bogdan Tănasă si è trasformata, nel tempo, in un piccolo marchio riconosciuto non solo nella regione della Moldavia, bensì nellintero Paese. ʺNoi scegliamo i casi dove intervenire, perchè uno deve conoscere la persona che aiuta, parliamo con loperatore sociale, con il sindaco del villaggio, il prete. Con il progetto «Casa Share» cambiamo la loro vita. I bambini gli monitoriamo fino ai 18 anni e anche dopo, se vanno a lavorare allestero, ci vanno in base a contratti che noi controlliamo. Una parte di loro, circa 16, sono cresciuti in questi 8 anni, sono diventati adulti e hanno vari lavori. Io cerco di convincerli di restarci e lavorare per il proprio Paese, perchè abbiamo bisogno di questi giovani. Loro sono cresciuti nello spirito della «Casa Share» di aiutare, dal canto loro, gli altri.”



    Tutte le persone che Bogdan Tănasă aiuta sono importanti! Ma i bambini a disagio hanno, nel suo progetto per una chance alla normalità, un posto speciale: solo con leducazione e un mestiere imparato, i giovani delle famiglie povere possono cambiare in meglio la propria vita. È il motivo per cui lassociazione «Casa Share» è sul punto di aprire, nella provincia di Iași, anche un Centro educativo e di apprendimento di mestieri. ʺHa 540 metri quadri, è abbastanza grande, come una scuola, a due piani. Ci sono 4 aule grandi che ospiteranno 70 bambini e due atelier molto più grandi rispetto alle aule, dove diverse persone insegneranno a questi bambini vari mestieri, di elettrico, indraulico, carpentiere ecc. Praticamente, dopo scuola portiamo questi bambini poveri nel centro, diamo loro da mangiare, li aiutiamo a fare i compiti con laiuto degli insegnanti e dopo loro andranno in questi atelier dove impareranno un mestiere.”



    In altre parole, il centro ideato da Bogdan Tănasă sarà più che un dopo-scuola per i bambini a disagio, sarà la loro chance a una vita migliore. Inoltre, tramite lassociazione «Casa Share», Bogdan Tănasă assicura ogni settimana pasti per persone povere e porta anziani dal dottore. Durante la pandemia, ha comprato per lOspedale di Malattie Infettive di Iași un apparecchio di screening per il Covid-19, tamponi, mascherine e tute protettive. E, adesso, nel contesto della guerra in Ucraina, è andato al confine Siret, per accogliere i rifugiati. ʺSiamo venuti qui e abbiamo visto cosa stava succedendo. Moltissime persone hanno portato alimenti e altre cose necessarie, non è mancato niente grazie alla generosità e solidarietà dei romeni. Ma io, da persona più pratica, è anche il motivo per cui costruisco case, ossia insegno alle persone di pescare da sole, ho notato che cerano mamme che varcavano il confine dopo aver fatto la fila per 14-20 ore nel freddo. Passavano il confine trascinandosi dietro due valigie e accompagnate da tre figli con un orsacchiotto in braccio. Loro dovevano giungere rapidamente in un ambiente sicuro e caldo. Cosicchè, assieme a unamica dellassociazione «Gura Humorului», ho trovato 14 agriturismi, abbiamo pregato i proprietari di aprirli, li abbiamo riforniti di alimenti, prodotti non deperibili, e li abbiamo portati in pulmini dalla dogana direttamente agli agriturismi, dove alloggiano anche adesso decine e decine di mamme con i figli.”



    In una parola, Bogdan Tănasă, con la sua associazione «Casa Share», è un esempio per molti dei suoi prossimi, nei quali ha attivato risorse insperate di generosità, vitali per la guarigione di una società sempre più segnata da individualismo e inerzia. Racconta che aiutare gli altri offre tante soddisfazioni innanzittutto a lui e consiglia a tutti quelli che possono farlo di seguire il suo esempio.




  • Cambio di paradigma nel mondo del lavoro

    Cambio di paradigma nel mondo del lavoro

    Uno dei benefici inattesi della pandemia è stato il cambio del paradigma nel mondo lavoro, nel senso che, adesso, i dipendenti preferiscono dimettersi, anche senza un piano di riserva, anzichè accettare compromessi. Un recente studio rileva che solo il 3% degli interpellati desideravano il ritorno totale al lavoro in ufficio, mentre la stragrande maggioranza hanno affermato che si dimetterebbero se fossero obbligati a fare qualcosa che non vogliono. L86% dei dipendenti vogliono lavorare da remoto almeno due giorni alla settimana e parliamo di uno studio realizzato su 10.000 persone a livello globale! Apprendiamo insieme a Raluca Dumitra, Head of Marketing presso eJobs Group, come ha cambiato la pandemia le dinamiche del mondo del lavoro in Romania e nel mondo, come si presenta il mercato del lavoro nella Romania del 2022 e quali sono i settori che assumono il maggior numero di persone. Con Raluca Dumitra abbiamo, inoltre, parlato della “The Great Resignation” – La Grande Ondata di Dimisisoni – fenomeno che non ha risparmiato neanche la Romania, anche se ancora agli inizi.



    “Se nel 2021 solo sentivamo della Grande Ondata di Dimisisoni, adesso notiamo man mano che il fenomeno è apparso anche in Romania. In uno studio realizzato poco tempo fa, tra i candidati, il 21% di loro confessavano che si dimetterebbero dallattuale posto di lavoro senza avere un piano di riserva. È una percentuale che, sebbene non bassa, è sorprendente se teniamo conto del fatto che questi dipendenti non sono più disposti a fare compromessi al lavoro. In più, 8 su 10 romeni affermavano, nellambito dello stesso sondaggio, che hanno come principale priorità questanno il cambiamento del posto di lavoro e che hanno già iniziato le ricerche. Ancora più sorprendente è che cè un grande ottimismo, perchè quasi la metà di loro pensano di trovare un lavoro in meno di tre mesi. Daltra parte, non so se sia piuttosto un ottimismo o una realtà del mercato, perchè in questo momento cè un grande deficit di talenti, il che, ovviamente, mette i candidati in una posizione privilegiata, dalla quale possono scegliere il lavoro che vogliono, negoziare i benefici e, allo stesso tempo, dà loro fiducia che troveranno abbastanza presto, anche senza un piano di riserva, un nuovo lavoro. Ed è anche la realtà del mercato, perchè è vero che ottimi specialisti troveranno molto presto un lavoro che corrisponda alle loro aspettative. »



    Raluca Dumitra ci racconta quali sono i settori in cui scarseggiano i talenti, chi e dove fa assunzioni. «In questo momento, il mercato del lavoro in Romania scarseggia seriamente di talenti. Dallinizio dellanno fino alla metà di febbraio sono state fatte 60 mila offerte di lavoro sulla piattaforma. Si fanno moltissime assunzioni nella capitale Bucarest e nelle grandi città, e i settori con il maggior numero di offerte sono il retail, le prestazioni servizi, i call-center, la produzione, lIT-Telecom, il transporto e la logistica, lindustria alimentare, ledilizia. Noi abbiamo realizzato recentemente un altro sondaggio, questa volta tra i datori di lavoro, in cui abbiamo chiesto quali fossero, secondo loro, i settori col maggior numero di assunzioni nel 2022, e i primi menzionati da loro sono stati le vendite, la produzione e ledilizia. Sono settori che hanno bisogno di nuovi dipendenti in modo tradizionale oppure che hanno una grande fluttuazione (le vendite) oppure settori per cui è difficile trovare forza lavoro, come la produzione o ledilizia (questultimo ha conosciuto un grande sviluppo, soprattutto negli ultimi due anni). Daltra parte, continuiamo a parlare di un grosso deficit di talenti nel settore IT. Prima della pandemia, cera un deficit di 20.000-30.000 specialisti che il mercato avrebbe potuto assorbire in qualsiasi momento, e adesso, con il forte sviluppo della digitalizzazione nel contesto della pandemia, questo deficit è cresciuto sicuramente a 50.000 specialisti».



    La pandemia ci ha aiutati a scoprire il lavoro ibrido e ciò resterà anche dopo la sua fine. « Una delle poche cose buone portate dalla pandemia è stata questa flesibilizzazione. Perchè siamo stati tutti cosrtetti a lavorare da remoto, abbiamo conquistato questa libertà di lavorare da casa o da qualsiasi altro posto, una libertà cui i dipendenti non vogliono più rinunciare, naturalmente. È vero che nel 2022 parleremo piuttosto di un lavoro ibrido anzichè da remoto, perchè sia i dipenenti, che le compagnie si auspicano il ritorno in ufficio. Attenzione, però, non parliamo del ritorno a ciò che cera prima della pandemia, alle 5 giornate lavorative in ufficio – ciò, probabilmente, non succederà più presto, forse non succederà più mai. Parliamo di un desiderio di ritorno, ma allinsegna della flessibilità. Praticamente, i dipendenti desiderano tornare in ufficio mettendo le proprie condizioni, per diverse ragioni – per socializzare, forse alcuni perchè si concentrano meglio così in certi giorni, ma non è un desiderio di ritorno permanente. In più, le compagnie che si auspicano il ritorno in ufficio entro certi parametri fissi (ad esempio, se intendono obbligare tutti i dipendenti a lavorare in ufficio tre giorni alla settimana, il lunedì, il martedì e il mercoledì), avranno da perdere, soprattutto in questo momento, quando la caccia ai cervelli è così serrata. Esse si confronteranno, probabilmente, con unondata di dimissioni nel contesto della cosiddetta Great Resignation. Il desiderio dei dipendenti di prendersi il maggior numero di giorni di ferie possibili nel 2022 è assolutamente normale. Dobbiamo tenere conto del fatto che, per circa due anni, non abbiamo avuto la libertà di viaggiare, e, quando abbiamo viaggiato, lo abbiamo fatto sempre con un senso di allerta e molto meno che negli anni precedenti e le vacanze non sono state più come prima. E siccome si è lavorato tanto da remoto, lo spazio professionale si è sovrapposto moltissimo a quello personale, si è lavorato tanto (in molti casi ci si è confrontati con il burnout) e allora questo bisogno di riposare è assolutamente normale», ha spiegato Raluca Dumitra.




  • Il Galà Green Report – premi per la sostenibilità ecologica

    Il Galà Green Report – premi per la sostenibilità ecologica

    “Se non si fa adesso, non ci sarà più tempo. Se non lo facciamo noi, non ci sarà più nessuno che lo faccia”. Questo il motto della prima edizione del Galà Green Report, organizzato allinizio di questanno. Si tratta dellemergenza climatica e dei problemi ecologici di cui tutti siamo consapevoli, problemi che la pubblicazione online Green Report continua a segnalare da 15 anni, dalla sua fondazione. Ma nelle sue pagine virtuali non si parla solo di problemi, bensi anche di soluzioni, la maggioranza trovate da ong ambientali, ma anche da iniziative daffari. Infatti, i premi Green Report, assegnati nellambito del recente galà, segnalano il modo in cui i problemi ambientali cominciano ad essere affrontati tramite progetti economici e sostenibili in Romania. I progetti premiati appartengono alle associazioni non governative, al mondo daffari e alle autorità locali, e dei criteri per la nomination ci ha parlato Raluca Fișer, la presidente dellAssociazione Green Revolution, promotrice del Green Report. “Siamo riusciti ad assegnare 12 premi a 12 categorie, e alla categoria economia circolare ci sono stati due vincitori, uno dal settore delle compagnie e laltro dalla società civile, ossia unong con ottimi progetti di economia circolare. Sono stati, quindi, assegnati 12 premi e i progetti iscritti nella competizione sono stati 94, mentre le compagnie o associazioni partecipanti sono state 54. Per una prima edizione, siamo stati estremamente felici e contenti della qualità dei progetti e della diversità di coloro che si sono iscritti. E crediamo sia un ottimo segnale del mercato che il mondo abbia cominciato a capire che lo sviluppo sostenibile è parte integrante di qualsiasi piano daffari e del pensiero strategico per lapproccio al mercato.”


    Sempre il Galà Green Report ha messo in evidenza levoluzione dellecologia romena nei 15 di esistenza della pubblicazione online. “Il tema della tutela ambientale ha superato la zona dellattivismo delle ong ed è diventato unemergenza globale. E ciò che detta lagenda europea e globale. Vogliamo mostrare che leconomia circolare e lo sviluppo sostenibile sono parte integrante del mondo daffari. Lecologia non significa che tutti mangiano solo insalata e passeggiano per la foresta. Qui si tratta semplicemente di tecnologia ed efficienza nellutilizzo delle nostre risorse limitate. Crediamo fortemente che lo sviluppo sostenibile debba essere integrato in qualsiasi affare perchè offre una moltitudine di vantaggi competitivi, di posizionamento, di reputazione. E, innanzittutto, uno, come manager di azienda, deve avere questa responsabilità per la comunità in cui svolge la propria attività. Limplicazione nella comunità, in una forma o unaltra, e la cura per lambiente circostante diventano cosi importanti che, se uno non le ha in vista, possono portare unimpresa al fallimento”, ha spiegato Raluca Fișer.



    La star del Galà Green Report è stata long “Atelier senza frontiere”, con 2 premi vinti e una nomination. I premi sono stati assegnati alle categorie “Eccellenza nellEconomia Circolare” alla piattaforma educlick ed “Eccellenza nellAgri-Food” alla fattoria sociale bio&co. Dei progetti vincitori ci parla adesso la direttrice di programmi di Atelier senza frontiere, Lorita Constantinescu. “Noi abbiamo vinto alla categoria economia circolare con il nostro progetto EduClick. Con questo progetto, raccogliamo rifiuti elettrici ed elettronici e ricondizioniamo computer. Li rendiamo di nuovo funzionanti per donarli alle scuole delle zone meno sviluppate che non hanno accesso a fondi per dotarsi il laboratorio di informatică. Da quando è iniziata la pandemia praticamente i computer sono stati inviati alle scuole e le scuole li hanno dati ai bambini che non avevano un computer a casa affinchè potessero continuare la scuola online. Infatti, ad Atelier senza frontiere, la componente sociale è la più importante per noi. Questa è la nostra missione sociale, lintegrazione delle persone vulnerabili sul mercato del lavoro. Praticamente, Atelier senza frontiere è nata nel 2008 ed EduClick è stato il primo atelier creato. Tutto ciò che abbiamo fatto è stato creare le condizioni per la reingrazione di queste persone. Le assumiamo con libro di lavoro nei nostri atelier e, per due anni quanto restano con noi, partecipano a un programma di accompagnamento socio-professionale grazie al quale acquisiscono le abilità necessarie per ottenere un posto di lavoro. Alla fine li sosteniamo affinchè trovino un impiego.”



    Del resto, non è lunico progetto con cui Atelier senza frontiere ha dimostrato che lecologia è accompagnata dalla filantropia e dalla mutualità sociale. Per la categoria “Eccellenza nellInnovazione Ambientale”, long ha ricevuto una nomination per latelier Remesh, in cui banner di plastica vengono recuperati e trasformati in accessori come borse e portafogli. Come nel caso del progetto EduClick, in questo atelier vengono assunte persone a disagio. Di nuovo, unimpresa sociale con ramificazioni ecologiche, simile allaltro progetto per cui Atelier senza frontiere è stato premiato. Si tratta del terzo atelier dellassociazione, una fattoria sociale, dove viene coltivata verdura che viene venduta tramite la filiera corta, nel paesino Ciocănari, a circa 30 da Bucarest.



    Si tratta del terzo atelier dellassociazione, una fattoria sociale, dove coltiviamo verdura che vendiamo tramite la filiera corta. Qualche anno fa, abbiamo voluto sostenere le persone vulnerabili affinchè si integrassero sul mercato del lavoro e nella zona rurale. Se i primi due atelier – EduClick e Remash – si sono svolti a Bucarest, abbiamo voluto fare qualcosa anche per quelli della zona rurale e siamo andati non molto lontano da Bucarest affinchè laccesso sia più facile. Si tratta del paesino Ciocănari, a circa 30 da Bucarest, dove abbiamo affittato un terreno. Là cera una comunità vulnerabile dalla quale abbiamo assunto persone. Il terreno labbiamo convertito per fare agricoltura organica, abbiamo ottenuto dopo circa 3 anni il certificato biologico e attualmente coltiviamo 80 varietà di verdure. Poi le vendiamo tramite la filiera corta grazie a un sistema di abbonamento diretto con i consumatori. Nel giorno di consegna, essi ricevono, ogni settimana, la cassetta di verdure ordinata”, ha raccontato Lorita Constantinescu.



    La fattoria di Ciocănari ha attualmente poco più di 90 abbonati, ma long Atelier senza frontiere spera che questo modello sis adottato da un sempre maggior numero di imprese.




  • La Romania in prima linea a sostegno dei profughi ucraini

    La Romania in prima linea a sostegno dei profughi ucraini

    Circa 400.000 cittadini ucraini si sono rifugiati in Romania dallinizio della guerra avviata dalla Russia contro lUcraina. Ai valichi di frontiera tra la Romania e lUcraina, una frontiera di circa 650 km, i profughi sono iniziati ad arrivare sin dal 24 febbraio, soprattutto nella parte nord, entrando nel Paese tramite il Maramures e la Moldavia, e meno tramite lest, ossia la zona della foce del Danubio. In queste zone di confine, sono stati subito accolti dagli abitanti che, mobilitandosi immediatamente e istintivamente, hanno offerto loro vitto e alloggio. Sono seguiti i rappresentanti della società civile e poi le istituzioni ufficiali, che hanno installato tende, hanno raccolto aiuti di prima necessità, hanno offerto informazioni e trasporto a chi desiderava solo transitare la Romania. Il Consiglio Nazionale Romeno per i Rifugiati è stato presente sul posto sin dal 24 febbraio, per mettere a disposizione la sua perizia, ci ha raccontato la sua rappresentante Ana Cojocaru. “I miei colleghi sono in questo momento presenti presso molteplici valichi di frontiera. Noi siamo unONG che offre perizia giuridica. Quindi, tutto ciò che possiamo fare è offrire informazioni e consulenza, e alloccorrenza informazioni sulla procedura di asilo alle persone che vogliono la protezione dello stato romeno. Abbiamo anche due linee telefoniche dove possiamo essere contattati 24 ore su 24. Riceviamo decine o centinaia di chiamate ogni giorno su queste linee. Siamo presenti anche in tutti i centri rifugiati nel Paese nel subordine del Ministero dellInterno, più esattamente dellIspettorato Generale per le Immigrazioni.”



    Molte delle domande burocratiche sul soggiorno e lattraversamento del territorio della Romania sono state centralizzate, in varie lingue straniere, sul sito dopomoha.ro, un progetto sostenuto da istituzioni pubbliche in collaborazione con associazioni non governative. Inoltre, a causa della gravità della situazione, molte delle formalità per lingresso in Romania sono state semplificate. Non è stato così sin dallinizio, racconta Ana Cojocaru. “Le domande che riceviamo sono legate soprattutto allingresso e al transito sul territorio della Romania. È vero, la Romania non ha registrato nella storia recente flussi così grandi di persone sul suo territorio. Comera naturale, è stato necessario un breve processo di addattamento, ma credo adesso siamo sulla buona strada e abbiamo maggiore chiarezza e un migliore coordinamento tra lo stato e la società civile e tra istituzioni, in generale.”



    Le più impressionanti sono state la pronta reazione e lempatia dei romeni abituali nei confronti dei profughi. “Credo che neanche nei nostri sogni più belli avremmo potuto anticipare questa risposta straordinaria della società civile, delle persone fisiche in generale e delle comunità nelle zone di confine. Ci sono moltissime iniziative delle ong e dello stato romeno volte a sostenere le persone sfollate dallUcraina e la capacità di risposta è assolutamente straordinaria. Vi faccio un esempio: sabato notte alle 11 e mezzo cercavamo una soluzione per un gruppo di 14 persone di cui una parte erano bambini e abbiamo trovato in 10 minuti alloggio presso una persona di fiducia. Ci sono state, certamente, delle difficoltà, soprattutto allinizio, perchè il volume di persone che volevano aiutare era così grande che si è creato un po di caos ai principali valichi di frontiera. Intanto, a livello centrale, è iniziata la raccolta di informazioni su tutte queste iniziative. Sono state create unità di coordinamento nelle province con valichi di confine verso lUcraina e la Repubblica di Moldova. E credo che attualmente stiamo attraversando un processo di adeguamento, di sempre migliore coordinamento”, ha raccontato Ana Cojocaru.



    Uno dei romeni che, sin dal primo giorno di guerra, ha aiutato i rifugiati è stato Ștefan Mandachi, un imprenditore locale di Suceava. Impressionato dalle centinaia di migliaia di profughi che “di tutto quello che hanno realizzato in una vita hanno messo ciò che hanno potuto in una borsa e sono scappati via con i loro figli e i loro animali, senza sapere se potranno tornare o meno”, Ștefan Mandachi ha offerto loro vitto e alloggio gratuiti nei suoi alberghi e ristoranti. Non sa quanti sia riuscito ad aiutare finora. “Non vi posso dire una cifra esatta. So che ogni giorno ci sono oltre 200 persone. Ad esempio, un giorno abbiamo aperto una sala pranzo in più. Credo che in quel giorno abbiamo avuto un numero record: più di 300 persone. Ogni giorno, sono più di 200 le persone che alloggiano da noi. Alla fine abbiamo messo su un call center e unequipe e grazie a questa formula trovata la gente viene da noi con offerte di alloggio, trasporto, e soggiorni a breve, medio e lungo termine. E, adesso, uno dei nostri obiettivi prioritari è di riuscire a portare queste persone nei posti dove cè lalloggio oppure portarli dove hanno bisogno di andare in Europa.”



    Il loro stato danimo non è ottimo, come cera daspettarsi, racconta sempre Ștefan Mandachi. “Tutti coloro che giungono da noi hanno un pessimo stato danimo, in generale. Si riprendono un po quando i bambini cominciano a giocare. Abbiamo cercato di organizzare varie attività, per farli uscire da questo stato danimo e quando i genitori, infatti le madri, perchè gli uomini sono rari, vedono i figli allegri si rilassano un po. Ma, ovviamente, si sente una tensione nellintera comunità di ucraini e non ci sono solo ucraini, ma anche nigeriani, indiani e marocchini che studiavano a Kiev.”



    Nè Ștefan Mandachi, nè le altre ong farebbero fronte alla situazione senza il sostegno dei volontari, romeni abituali che aiutano a seconda delle proprie possibilità. “Abbiamo formato unequipe di volontari straordinari. Molti sono studenti moldavi e ucraini che studiano presso ununiversità di Suceava. Sono venuti in tanti cosicchè i volontari non sono mancati. Sono molto entusiasti, una vera ispirazione per noi. Oltre il 90% di loro sono persone che non avevamo mai incontrato, arrivati dai comuni vicini. Non li conoscevamo, ma loro erano molto entusiasti e si comportavano come se ci fossimo conosciuti da sempre. Tutti erano venuti per fare volontariato”, ha raccontato Ștefan Mandachi.




  • Natalità e mortalità ai tempi della pandemia

    Natalità e mortalità ai tempi della pandemia

    Il 2022 è anche lanno di un nuovo censimento della popolazione in Romania, programmato inizialmente per il 2021, ma rinviato a causa della pandemia. In attesa dei dati finali, che saranno paragonati a quelli raccolti nel 2011, durante il precedente censimento, le attuali statistiche ci offrono unimmagine preoccupante della mortalità e natalità. Anche se il numero di neonati, comunque abbastanza basso, è rimasto relativamente costante durante la pandemia, la mortalità ha conosciuto una recrudescenza. Nel 2021, il numero totale di romeni deceduti (a prescindere dalle cause) ha superato 334 mila, del 27% in più rispetto al periodo precedente la pandemia. E leccesso di mortalità nei due anni pandemici ha superato 100 mila persone. Allo stesso tempo, in Romania, nel 2020, sono nati 40 mila bambini in meno rispetto al 2019. Infatti, negli ultimi due anni è nato il minor numero di bambini dellultimo secolo, ha precisato Vasile Ghețău, sociologo ed esperto di demografia. Ciò fa sì che il saldo naturale – la differenza tra il numero di neonati e il numero di morti – resti negativo, accelerando il calo demografico naturale, ritiene Vasile Ghețău. “Il calo demografico naturale prima della pandemia, nel 2019, è stato di 71 mila abitanti. Nel 2020, il calo naturale è salito a 120.000, e i dati ricevuti per i primi 11 mesi del 2021 indicano una forte crescita dei decessi, il calo naturale arrivando a quasi 150.000 abitanti. Se aggiungiamo anche il mese di dicembre, è possibile che lanno scorso ci sia stato un calo naturale terribile, di 160 – 170 mila abitanti in un solo anno. È un bilancio estremamente preoccupante in rapporto alla popolazione del Paese di 19 milioni di abitanti.



    Per quanto riguarda le cause di questo alto tasso di mortalità, particolari sempre da Vasile Ghețău. “Laumento del numero di decessi nel 2020 e sopratttutto nel 2021 non si deve che moderatamente al contagio da COVID-19. I decessi sono aumentati, particolarmente, a causa delle malattie cardiocircolatorie e respiratorie diverse dal Covid. Tale aumento è stato, tuttavia, legato alla pandemia. Ma gli studi sono ancora in fase di elaborazione. Ad esempio, si ammette che, nel caso delle malattie cardiocircolatorie, lisolamento sociale in condizioni di quarantena ha portato a un aumento dei decessi tra gli anziani nel contesto della pandemia. Nel caso della malattie respiratorie diverse dal COVID, se guardiamo certi dati, constatiamo un aumento della mortalità a causa delle pneumonie. Cè probabilmente un legame con il contesto generale della pandemia e le caratteristiche di questo virus, ma i dati finali, quando ci saranno, ci offriranno unimmagine esatta dellintera mortalità a seconda delle cause di decesso. Allora potremo sapere esattamente il posto della mortalità per COVID tra le cause di mortalità in generale.”



    Fino allora si possono misurare gli effetti immediati della mortalità degli ultimi anni. “Laumentodella mortalitàad ottobre e novembre ha avuto come effetto un calo della speranza di vita alla nascita, il che cera daspettarsi. Quindi, in un anno calendaristico, la speranza di vita alla nascita per lintera popolazione, uomini e donne, è in Romania di quasi 76 anni. I dati per i primi 11 mesi dellanno scorso mostrano una speranza di vita che cala di tre anni, quindi a 73 anni. E se aggiungiamo anche il mese di dicembre è molto probabile che la speranza di vita per lintero anno arrivi a 72 anni. Un calo di 4 anni della speranza di vita significa moltissimo. Certo, anche in altri Paesi è molto probabile che la mortalità più elevata causata dalla pandemia porti a un calo della speranza di vita. Ma si tratta di valori molto più bassi rispetto a quelli registrati nel 2020 in Romania e a quelli che si delineano molto chiaramente per il 2021”, ha spiegato Vasile Ghețău.



    Queste cifre non fanno che descrivere ancora più chiaramente un fenomeno che succede da tempo: le nuove generazioni nate in Romania non assicurano più un rinnovamento della popolazione, spiega il sociologo Vasile Ghețău. “Affinchè la popolazione aumenti o almeno resti costante è necessario che in media una donna porti al mondo lungo la sua vita due bambini. Solo due bambini per un semplice rinnovamento della popolazione. Se nascono più di due bambini in media, la popolazione aumenterà a lungo termine, quindi ci sarà uneccedenza rispetto al numero necessario per il rinnovamento demografico. Ma, in Romania, lultima generazione che si è assicurata il rinnovamento genetico è quella nata nel 1961. Tutte le ulteriori generazioni hanno avuto una discendenza finale inferiore a due figli per donna. Più numerose diventano queste generazioni, più la popolazione sarà in calo in quanto non riesce ad assicurare il proprio rinnovamento.”



    Più dati e, implicitamente, un quadro più dettagliato delle evoluzioni e involuzioni demografiche avremo in seguito al censimento. Le tappe sono due: lautocensimento online dei cittadini a partire dal 14 marzo del 2022 e il censimento tramite interviste faccia a faccia, a partire dal 16 maggio del 2022.




  • Non guardare giù!

    Non guardare giù!

    Un terzo dei romeni non hanno mai guardato il cielo nellultima settimana, nonostante i romeni si considerino molto vicini alla natura. Lo rileva una recente indagine, commissionata da un produttore di finestre. Daltra parte, lAssociazione Internazionale per lo Studio del Dolore ha dedicato lAnno Mondiale contro il Dolore 2021 al dolore lombare.



    Nel mondo, la stragrande maggioranza delle persone passano 5 mila ore allanno con la testa china sul PC, cosa che provoca problemi sempre più seri alla schiena. Un neurologo Americano ha una definizione interessante per quelli che passano moltissimo tempo con la testa china sul PC – Head Downers Syndrome – la Sindrome da Testa China. Il continuo chinare del capo provoca contratture e dolori muscolari e di simili problemi si lamentano persone sempre più giovani. Parliamo di bambini e adolescenti che finiscono dal cinesiterapista, aspettandosi da lui a soluzioni rapide a problema cronico – la dipendenza dalla tecnologia, che, ecco, ha ripercussioni sul nostro corpo fisico.



    Radu-Mihai Avram è cinesiterapista presso una clinica di riabilitazione neuropsicomotoria e ci ha parlato delle conseguenze di una postura scorretta che la nostra stragrande maggioranza ha adottato senza neanche rendersene conto. «È vero, la gente sta moltissimo con la testa china, soprattutto i bambini e i giovani, che sono molto attratti dalle nuove tecnologie e dai cellulari che noi non avevamo da bambini, il che provoca una serie di deficit funzionali della schiena. Stare gran parte del tempo con la testa china in avanti, sul cellulare e la mancata interazione con gli altri, la costante preoccupazione per il lavoro, la scuola, molte altre attività, ci fa, il più delle volte, adottare posture dannose, assimetriche, che creano squilibri della colonna vertebrale. O, come lo chiamiamo noi, di questo apparato muscolo-scheletrico.”



    Abbiamo chiesto al cinesiterapista Radu-Mihai Avram quali sono stati i casi più gravi con cui si è confrontato. «I più gravi con cui ci siamo confrontati nella nostra clinica sono stati tra bambini e adolescenti (di 13 e 18 anni), ma non solo – ci sono stati anche bambini ancora più giovani. Ad esempio, casi di spondilolistesi – condizione della colonna cervicale caratterizzata dallo scivolamento in avanti di una vertebra rispetto alla vertebra sottostante. E nel caso di una diagnosi grave, queste vertebre si spostano verso il nucleo, tra le vertebre, avviene una compattazione vertebrale a causa delle posture scorrette, ossia la testa china in avanti. Oltre alla spondilolistesi nella zona cervicale, ci confrontiamo anche con discopatie lombari tra i giovani. Persone giovanissime che hanno forti dolori. Il più delle volte essi cessano alla somminstrazione di farmaci, a volte iniezioni, e hanno assoluto bisogno di cinesiterapia affinchè i dolori scompaiano, ma non solo: fisioterapia e altre terapie del dolore.”



    Cosa facciamo, però, con i bambini? Consigli pratici per i genitori da un cinesiterapista con esperienza. «Dobbiamo orientarli sempre a fare attenzione alla propria postura. E se possible limitare il tempo passato sul cellulare. Ogni volta che usano il cellulare e altri dispositivi, dobbiamo cercare di insegnare loro cosa vuol dire una postura corretta, a piedi o seduti. Dobbiamo insegnare loro a evitare di usare simili dispositivi a letto, sulla poltrona, chini sul cellulare. Noi, come genitori, dobbiamo, innanzittutto, imparare cosa vuol dire una postura corretta e dopo insegnarla anche a loro. E ho un messaggio per I genitori, per gli adulti – devono cercare langolo di 90 gradi – un angolo di 90 gradi tra il torso e il femore e tra il femore e la tibia. Il piede deve sempre formare un angolo di 90 gradi con la tibia. Mantendendo questo angolo, non facciamo altro che creare una pressione corretta sia sulle articolazioni, che sulla muscolatura. Possiamo, inoltre, consigliare ai genitori a monitorare i figli e a insegnare loro a distribuire uniformemente il peso del corpo su ambo i piedi e a tenere il collo allungato, non chino, per creare una trazione vertebrale, le spalle leggermente tirate indietro e laddome in una leggera tensione.”



    E concludiamo con un messaggio dalla nostra colonna vertebrale, nella traduzione del cinesiterapista Radu-Mihai Avram. «Se la nostra colonna vertebrale potesse parlare, ci direbbe: non affrettarti a risolvere le cose in breve tempo, non sollevare grandi pesi, per favore pensa a me, sono qui, non sono indistruttibile, posso subire lievi incidenti. Una volta apparsa una lesione, essa difficilmente scompare nel tempo. Ci può creare problemi per anni. Perciò abbiamo bisogno di movimento, un tono muscolare adeguato, di diventare consapevoli della postura corretta e di adottarla e di tornare ad abitudini sane, a unalimentazione sana, a movimento in un ambiente adeguato, con persone preparate. Dobbiamo evitare di sollevare carichi pesanti, perchè non siamo di ferro.”




  • Bambini speciali con bisogni speciali

    Bambini speciali con bisogni speciali

    Questa è una storia sullimplicazione personale e collettiva, a beneficio della comunità. Laureata in biochimica, Alina Dina-Tănasie ha deciso di frequentare la seconda facoltà – quella di psicologia. Attualmente, si occupa, come insegnante, di bambini con bisogni speciali ed è presidente dellAssociazione Autenticità, Varietà, Accettazione (AVA) di Râmnicu Vâlcea (sud). È, però, prima di tutto, madre di due figli, di cui uno autistico. Allinizio, ha voluto conoscere i bisogni speciali di suo figlio, per aiutarlo. Cosè successo dopo? ʺMio figlio è stato la mia motivazione. È stato lui a motivarmi, a stimolarmi affinchè scoprissi molte altre cose, molti altri modi per aiutarlo. Ho voluto tanto aiutarlo! Allinizio ho fatto fatica a credere che tutto questo succedeva proprio a me. Non potevo accettarlo, lo negavo, fino a quando ho capito che è questa la realtà e che io, se non faccio niente per aiutarlo, oltre a portarlo in terapia, non potrò vivere in pace con me stessa. Ho avuto bisogno di sapere di più, di imparare di più, quindi, ho letto, ho imparato come lavorare con lui, ho avuto la disponibilità dei terapeuti con cui ho lavorato – ho chiesto loro di lasciarmi vedere come lavoravano loro, poi ho cominciato a comprare libri e piano piano sono tornata al mio primo amore – la psicologia – e spinta da questo desiderio di fare anche per gli altri, quando ho visto quanto sono stata capace di realizzare per mio figlio, ho detto “decisamente lo posso fare anche per gli altri!”. In un certo modo, ho avuto il materiale didattico e pratico a casa mia. 5 anni fa, aspettavo mio figlio di uscire dallo studio del terapeuta e pensavo come sarebbe stato avere un centro dove i bambini con autismo potessereo beneficiare di tutti i servizi che erano separati nella nostra città.”



    Dopo 5 anni, il sogno di Alina Dina-Tănasie è diventato realtà. A Râmnicu Vâlcea, è appena stato aperto il Centro Multifunzionale Psicosomatico per bambini con bisogni speciali. Là, loro beneficeranno di servizi di recupero psichico, emotivo e fisico, e le alle loro famiglie – spera la fondatrice – tornerà il sorriso sulle labbra, la calma e lequilibrio. ʺQuesto centro si augura di poter offrire sostegno sia ai genitori, che ai bambini con disabilità della nostra provincia, il che significa innanzittutto una corretta valutazione dei bambini, consulenza per i genitori, atelier per bambini e genitori, di bambini tipici con bambini speciali, kinesiterapia, logopedia e terapia 3C.La terapia 3C significa un recupero dal punto di vista psicomotorio – concentrazione, consapevolezza e coordinamento. Un bambino che entra in questo programma riuscirà a diventare autonomo dal punto di vista psichomotorio e, così, riuscirà a diventare consapevole del proprio corpo, ad essere più concentrato, a coordinarsi meglio, ad adattarsi meglio allambiente esterno. Così, il recupero neuropsicomotorio sarà ottimo.”



    Secondo Alina Dina-Tănasie, nellintera regione sud della Romania – lOltenia – nellanno scolastico 2019-2020 sono stati iscritti quasi 7.700 bambini con esigenze educative speciali e quasi 1.500 con disabilità. Rispetto allanno scolastico precedente, il loro numero è calato di olte il 4%, a causa – afferma lei – dellintegrazione molto complicata nel sistema scolastico romeno. E gli anni pandemici hanno aggravato, sicuramente, la situazione. Si auspica che il Centro Multifunzionale Psicosomatico possa facilitare ladattamento dei bambini con esigenze speciali nelle comunità scolastiche e nella società, nel suo insieme. ʺAccogliamo a braccia aperte i bambini con qualsiasi tipo di disabilità, psichice o fisiche. Abbiamo anche servizi di logopedia, inclusivamente per i bambini che fanno fatica a pronunciare certe lettere, sillabe… Anche loro sono benvenuti accanto ai bambini speciali!”, ha precisato Alina Dina-Tănasie.



    Quale è il sostegno cui devono aspettarsi i genitori dal centro? ʺNon è una vergogna chiedere aiuto e ammettere di non farcela più. Sono tanti gli stati danimo attraversati dai genitori dei bambini con disabilità. Innanzittutto, cè, chiaramente, lo shock iniziale. Poi la negazione. Dopo la negazione, certo, apparirà una specie di depressione, una specie di rivolta – “perchè succede tutto questo a me?”, “cosa ho fatto per meritarlo?”. E, piano piano, quando cominciamo a farci delle domande, sicuramente appaiono anche le risposte e, se siamo attenti, appaiono anche le persone diposte ad aiutarci. È il primo passo, infatti. È questa la strada verso laccettazione del proprio figlio e, molto importante, verso laccettazione di noi stessi, come genitori di un bambino con disabilità.”



    Alina Dina-Tănasie non è sola – neanche avrebbe potuto esserlo – nel realizzare il suo sogno di aiutare i bambini con bisogni speciali della Provincia di Vâlcea! Il bene, come una palla di neve, rotola e diventa sempre più grande, se i membri della comunità locali cominciano a decidere per loro stessi e ad agire e prendono il proprio ruolo sul serio. A Râmnicu Vâlcea funziona una delle circa 20 Fundazioni Comunitarie in Romania. Grazie allattività di queste fondazioni nate dalla generosità e dal desiderio degli abitanti della città di portare un cambiamento positivo nelle loro comunità, partono progetti nei settori istruzione, sanità, ambiente e cultura. Le fondazioni capiscono al meglio le esigenze e opportunità locali e il loro obiettivo è di creare ponti tra donatori e cause, tra bisogni e soluzioni.



    E ciò che ha fatto anche la Fundazione Comunitaria di Râmnicu Vâlcea, quando ha appreso del sogno di Alina Dina-Tănasie di creare il centro multifunzionale. Loro ci hanno aiutati moltissimo nella prima fase. Sono stati i nostri angeli custodi. Hanno creduto nel nostro sogno e con il loro aiuto siamo riusciti a collaborare con la Fondazione Un atto di bontà al giorno, dove lavora lex star televisivaMelania Medeleanu, la quale ci ha sostenuti e grazie a loro siamo qui, al lavoro con i nostri progetti”.



    Dalla creazione in Romania, nel 2008, delle prime fondazioni comunitarie, decine di milioni di lei sono stati investiti in migliaia di progetti destinati a migliorare la vita dell comunità locali. E il Centro Multifunzionale Psicosomatico per bambini con bisogni speciali di Râmnicu Vâlcea, sognato e creato da Alina Dina-Tănasie, è uno di essi.




  • Affari “verdi” e implicazione comunitaria

    Affari “verdi” e implicazione comunitaria

    Nel 2020, in piena pandemia, quando lidea di cambiamento dello stile di vita imposta, allinizio, dallesterno, cominciava a diventare anche un proposito interiore, nella capitale romena Bucarest veniva aperto il primo negozio ecologico, senza plastica e senza sostanze chimiche. Ideato secondo il principio “spreco zero”, il negozio è stato aperto su iniziativa di Ana Maria Răducanu che ha voluto continuare, cosi, anche a Bucarest il suo stile di vita sostenibile. “Nel 2018 sono tornata in Romania dopo qualche anno passato in ecovillaggi allestero, in comunità ecologiche internazionali che si sono organizzate lintera vita secondo secondo uno stile sostenibile e nel rispetto della natura. Quando sono tornata in Romania, cera una grande discrepanza e mi risultava impossibile fare la spesa senza generare una montagna di plastica e immondizia. Mi è stato molto difficile adattarmi a questa vita sapendo che ci sono soluzioni e che si può vivere anche diversamente. Cosicchè, ad ottobre, 2018, ho preso la decisione di allestire questo spazio innanzittutto a causa di questo bisogno che avevo. È lunico negozio di Bucarest che offre simili soluzioni per fare spese senza utilizzare plastica e con il minimo spreco possibile”, ci ha detto Ana Maria Răducanu.



    Quanto rapidamente si sono abituati i bucarestini con questo concetto, visto che si tratta del primo e per ora lunico simile negozio nella capitale romena? Ana Maria Răducanu. “Il negozio tipo spreco zero è il posto ideale per fare spese eliminando totalmente la plastica monouso. Sempre qui viene incoraggiata leconomia circolare. Invece di comprare prodotti in imballaggi monouso di plastica o qualsiasi altro tipo, qui il cliente viene con i propri contenitori. Ad esempio, con i propri barattoli o i propri sacchetti o le proprie borse della spesa in cottone riutilizzabili per comprare i prodotti di cui hanno bisogno. I prodotti sono sfusi oppure in imballaggi restituibili, come i barattoli che noi riceviamo e restituiamo al produttore. O in imballaggi compostabili, noi riceviamo praticamente indietro la materia organica che recuperiamo tramite il compostaggio. Quindi, garantiamo che tutto ciò che parte da noi non giunge in una discarica.”



    Anche se, da diversi anni, in Romania idee come lo stile di vita sostenibile ed ecologico, lalimentazione naturale e la riduzione delluso della plastica hanno sempre più sostenitori, esse rappresentano ancora concetti di nicchia. Quindi, chi sono i clienti di Ana Maria Răducanu? “I primi ad averci varcato la soglia credo che non vedessero lora di avere un simile posto a disposizione. Sentivo, nel momento in cui ci entravano, un certo sollievo, come se fossero giunti a casa e molti mi hanno detto di essere contentissimi di avere un posto dove non sono più guardati come persone strane che si portano dietro le borse della spesa in cotone. Era un piccolo nucleo di persone che già vivevano in questo modo e loro non avevano un posto dove poter fare la spesa cosi come sembrava loro normale. Poi, ci sono anche quelli curiosi di vedere il negozio o di capire il modello. Da quando ho aperto, ho scoperto che il numero di clienti resta costante, parlo di quel primo nucleo, ma vengono costantemente anche persone nuove. Sono curiosi di vederlo e molti ci dicono che sapevano di esso da tempo, ma non avevano avuto loccasione di visitarlo. La mia percezione è che molti non hanno ancora sentito del negozio e che siamo molto più numerosi di quanto crediamo e di quanto sembra. Abbiamo bisogno anche di uno spazio come questo che funzioni come un hub di connessione. Sono magici i momenti quando nel negozio si incontrano diverse persone e scoprono di avere interessi comuni e fanno progetti comuni e si scambiano consigli per i figli.”



    Siccome si tratta di un negozio unico a Bucarest con una clientale di nicchia – ma che, tuttavia, è in crescita -, i prezzi sono un pò più alti rispetto a quelli del commercio convenzionale. Del resto, il costo del vivere sostenibile rappresenta uno dei motivi per il prodotti biologici non sono molto ricercati. Ma per Ana Maria Răducanu e per chi aderisce al movimento “spreco zero”, i costi a lungo termine dello spreco attuale possono essere ancora più alti. “Questi prodotti hanno un costo un pò più vicino al costo reale. Un prodotto disponibile nel supermercato che ha una catena di distribuzione massiccia e accesso a risorse su unaltra scala può avere un prezzo più basso rispetto a quello nel nostro negozio, che è piccolo. Noi non ci permettiamo di acquistare 5 tonnellate di ceci pr avere un prezzo competitivo rispeto a un supermercato. Ma è molto importante chiederci perchè certe cose giungono ad avere un costo cosi basso, qual è, infatti, il prezzo reale dei prodotti che noi consumiamo e chi paga per essi. Attualmente abbiamo questa economia di consumo con prezzi bassi perchè non paghiamo molto di ciò che dovranno pagare, in realtà, le prossime generazioni. Parlo del costo ambientale che non è incluso nei prodotti che noi compriamo attualmente a basso costo, ma il conto lo pagheranno le prossime generazioni che resteranno senza risorse, che avranno acque e unaria ancora più inquinate. Per loro sarà sempre più difficile allestire un giardino per coltivare il cibo e in questo senso mi sembra che, in realtà, sia molto costoso ciò che compriamo adesso. È costoso per i nostri figli e nipoti”, ci ha detto Ana Maria Răducanu.



    Nel negozio “spreco zero” di Bucarest si possno acquistare alimenti di base, come farina e riso, spezie, oli, tisane o dolci senza zuccheri aggiunti, tutti sfusi. Ma anche prodotti cosmetici biologici, prodotti digiene e pulizia, ma meno inquinanti rispetto a quelli presenti nei supermercati.




  • La situazione degli edifici storici di Bucarest

    La situazione degli edifici storici di Bucarest

    Il patrimonio immobiliare della capitale romena Bucarest, che ha sofferto tanto in seguito alla nazionalizzazione comunista, alle restituzioni di immobili agli ex proprietari o ai loro eredi dopo la Rivoluzione anticomunista dell89, ma soprattutto in seguito alla negligenza prolungata, conferisce non solo un aspetto desolante alla città, ma crea anche problemi di sicurezza. Molti degli immobili – patrimonio storico si stanno man mano degradando davanti ai nostri occhi in quanto non sono stati consolidati e restaurati, e alcuni sono a rischio crollo per terremoti. Si tratta di edifici grandi e alti, alcuni eretti nella seconda metà del XIXesimo secolo e nella prima parte del XXesimo, che non hanno mai beneficiato di alcuna riparazione o di alcun consolidamento. Negli ultimi anni, però, si sono svolti una serie di lavori di manutenzione e consolidamento, finanziati sia dallamministrazione locale, che dai proprietari, sforzo ritenuto, però, insufficiente dagli specialisti, dalla società civile e dagli abitanti. Le cause sono molteplici: alcune riguardano i proprietari, altre il Comune di Bucarest, come sottolinea Ștefan Bâlici, il direttore dellInstituto Nazionale del Patrimonio. “Credo che siamo ancora nello scenario in cui allo status di monumento storico viene associato subito un valore negativo. Se abbiamo un monumento, abbiamo un problema. Finchè non abbiamo strumenti efficienti e abbastanza ben diffusi nella società per correggere le cose, il patrimonio di monumenti storici resterà un problema. Assisteremo a demolizioni oppure allabbandono oppure al loro crollo nel tempo. Certo che questo status di monumento storico o parte di un monumento storico – non dimentichiamo che il centro di Bucarest è stato interamento inserito nella Lista dei monumenti storici – comporta alcune restrizioni. In primo luogo cè il divieto di demolizione, poi ci sono restrizioni agli interventi. Ciò significa un certo percorso amministrativo per le autorizzazioni, costi maggiori e via dicendo. La bilancia va equilibrata tramite programmi di sostegno ai proprietari o semplicemente di finanziamento.”



    In altre città, come Timișoara oppure Oradea, dove gli edifici di patrimonio stanno attraversando, da qualche anno, restauri e consolidamenti di ampia portata, sono state trovate soluzioni a livello amministrativo. Certo, a Bucarest, i problemi sono più numerosi, perchè anche il patrimonio immobiliare è più ricco e si stende su un maggiore perimetro. Inoltre, non cè ancora unimmagine chiara della situazione con cui ci confrontiamo: quanti edifici sono a rischio crollo per terremoti e quali i costi, ritiene Radu Văcăreanu, docente dellUniversità Tecnica di Ingegneria Civile di Bucarest. “Noi abbiamo fatto a un certo punto una stima rapida del costo di consolidamento del patrimonio costruito in Romania. E sono risultati tra 13 e 14 miliardi di euro. Se aggiungiamo il costo quasi uguale dellefficienza energetica – nel contesto del Green Deal – risultano circa 27 miliardi di euro. Anche se piovessero dal cielo adesso 27 miliardi di euro, non potremmo implementare questi progetti data la nostra capacità amministrativa e quella delle compagnie edilizie. Sono queste compagnie capaci di implementare progetti con tanti soldi? Ovviamente no! E allora serve una prioritizzazione, e a tal fine dobbiamo sapere quanto sia ampio il problema a Bucarest. Abbiamo valutato il rischio sismico a Bucarest. Innanzittutto, dobbiamo garantire la sicurezza della vita, ossia assicurare le vite delle persone nel caso del rischio sismico degli edifici. In secondo luogo, dobbiamo pensare in modo obbligatorio alla limitazione dei danni.”



    In questo contesto, cosa ha fatto il Comune di Bucarest finora? Una prima risposta ce lha data Edmond Niculușcă, rappresentante dellUfficio Consolidamenti, che parla della situazione del passato, ma anche del Programma municipale di restauro adottato di recente. “LAmministrazione di Consolidamenti Strutturali è unistituzione nuova. Quando ho iniziato io il mandato, otto mesi fa, ho scoperto che tra i 90 dipendenti dellistituzione non cera nemmeno un ingegnere strutturale. È vero, non ci sono programmi di finanziamento. Ma non è lassenza dei soldi presso il Comune o lAmministrazione Consolidamenti Strutturali la causa. Il Comune ha problemi finanziari importanti, ma lAmministrazione non ne ha attualmente. Il programma municipale di restauro riguarderà tutti gli immobili – monumenti storici. Il programma prevede finaziamenti rimborsabili per 25 anni con una garanzia immobiliare. In base a certi criteri, i cittadini faranno domanda di finanziamento tramite questo programma, che può offrire sostegno ai proprietari o alle associazioni di amministratori di condomini per tutta la durata del processo di progettazione dei lavori di consolidamento-restauro, ma anche in questioni che riguardano le autorizzazioni che sono molto complicate. La percentuale di cofinanziamento da parte del Comune varia tra il 25% e il 75%. È il primo programma di finanziamento per i monumenti storici di Bucarest.”



    Latteggiamento dei proprietari varia a seconda del loro tipo e dei loro interessi. Nel passato, ci sono stati casi di edifici di patrimonio storico lasciati apposta in preda al degrado affinchè perdessero lo status di monumento storico e potessero essere demoliti per lo sfruttamento del terreno. Ci sono, poi, proprietari che, per vari motivi, sono retticenti al consolidamento. Ma, secondo Edmond Niculușcă, in tutti questi casi, la principale responsabilità spetta alle autorità. “Ci sono associazioni che non desiderano il consolidamento. Allora, i lavori vengono tergiversati, il progetto scade perchè non si sono messi daccordo. Noi, come autorità, abbiamo, in conformità alla legge, lobbligo a stendere un verbale attestante che i proprietari si assumono il rischio e che lautorità non è potuta intervenire per ridurre il rischio sismico per il rispettivo immobile. Ci sono casi in cui i proprietari non vogliono il consolidamento, ma non possiamo generalizzare, non è vero che i cittadini non lo vogliono. Non lo hanno voluto perchè le autorità non sono state trasparenti. Nessuno ha capito quali sono i costi, cosa va pagato, cosa non va pagato, perchè i costi sono cosià alti e soprattutto quanto dura.”



    Attualmente, sulla lista ufficiale degli edifici ad altissimo rischio sismico di Bucarest si trovano 349 immobili, ma le associazioni civiche e gli esperti edili ritengono che, in realtà, il loro numero sia molto maggiore, perchè la valutazione degli edifici tarda ed è insufficiente.