Category: La società

  • Iniziative civiche per una vita sostenibile

    Iniziative civiche per una vita sostenibile

    Proteggere lambiente, ma anche la salute umana, attraverso una vita quanto più semplice possibile, più vicina alla natura e meno inquinante, è dovere sia delle autorità pubbliche, che dei comuni cittadini. E in Romania, dove leconomia circolare è ancora poco incoraggiata dai decisori politici, lattivismo civico ecologico si sviluppa forse più lentamente, ma con certezza. E oltre alle associazioni non governative sono comparse anche iniziative strettamente individuali che hanno già i loro sostenitori. Una di queste appartiene a Corina Ciurea, una giovane donna che, oltre al suo regolare lavoro, condivide – attraverso un blog accompagnato da vlog – la sua esperienza di vivere consumando quanto meno plastica possibile e generando quanto meno spazzatura. Per Corina, questo stile di vita nasce, infatti, come una continuazione della vicinanza alla natura nella sua infanzia trascorsa in campagna. Durante il liceo, allinizio della sua maturazione, le prime decisioni su proprio conto hanno riguardato la protezione della natura.



    Corina Ciurea: “Alla fine del liceo ho iniziato la raccolta differenziata. In quei grandi contenitori a forma di campana che cerano per strada, ho iniziato a portare oggetti di plastica, bottiglie, carta, ecc. E lungo la strada, man mano che apprendevo piu informazioni, ho cercato di ridurre i consumi e portare nei bidoni della raccolta differenziata sacchetti sempre piu piccoli. Questo è lideale: zero sprechi. Ma è piuttosto un ideale a cui aspiro. In realtà, è più un desiderio di essere vicino alla natura. Nella società odierna è un po impossibile vivere senza generare rifiuti. In Romania non abbiamo uneconomia circolare in cui tutti i rifiuti finiscano di nuovo in circolazione, per essere assorbiti in modo da avere un valore aggiunto. Quindi siamo giunti alla conclusione che è bene ridurre i consumi, non stressarsi perché nessuno è perfetto e non abbiamo modo di vivere perfettamente, ma possiamo fare il meglio nella situazione data”.



    Quali sono le tappe da attraversare per vivere nel modo più sostenibile possibile? Corina Ciurea ci ha risposto parlando della propria esperienza. “La prima cosa che ho sostituito o smesso di comprare è stato il sacchetto di plastica. Come ogni romeno o qualsiasi altra persona, avevo a casa un sacco di sacchetti di plastica, che diventava sempre più grande. E allora perché dovrei comprarne altri? Perche non usare questi? Li ho usati finché non si sono rotti. Poi li ho portati ai bidoni di raccolta differenziata e li ho sostituiti con borse di cotone o materiale resistente che non si strappa facilmente. Quindi questo è stato il primo cambiamento. Poi ho smesso di prendere bottiglie di plastica per lacqua, e le ho sostituite con una bottiglia di alluminio o di vetro. E con acqua filtrata al filtro. Un altro cambiamento che ho fatto è stato quello di prendere una borsa in tela. Ebbene, nel momento in cui ho iniziato, il movimento non era così popolare e ho dovuto spiegare più volte al mercato o al negozio che non volevo un sacchetto di plastica, anche se era gratis. Dopodiché ho sostituito il sapone liquido in contenitore di plastica con uno solido in cartone o non imballato. Poi ho cambiato lo spazzolino di plastica con uno di legno, bambù e così via. Non consiglio di fare tutti i cambiamenti simultaneamente, ma uno al giorno, integrandoli gradualmente nella nostra routine in modo che tutto il nostro sistema di abitudini non crolli e arriviamo alla conclusione che questo non fa per noi e che è qualcosa di impossibile”.



    Nel frattempo Corina è arrivata a non usare quasi niente di plastica e, se questo non può essere evitato, usa prodotti imballati in plastica riciclabile. Fortunatamente, in Romania sono apparsi di recente negozi online e fisici che vendono prodotti biologici, sfusi, senza imballaggi di plastica. È da qui che solitamente si riforniscono gli adepti del movimento “rifiuti zero”, movimento che Corina Ciurea ha incoraggiato anche organizzando campagne internazionali nel nostro Paese, come quella intitolata “Luglio senza plastica”. Così ha contribuito anche alla crescita della comunità “zero rifiuti” in Romania.Corina Ciurea: “La comunità è cresciuta, ma è ancora timida in Romania, non ha tanti follower, ma quelli che sono sono forti e non si arrendono. Mi sembra che ogni anno vi si aggiunga qualcuno. La pandemia ha rallentato un po il movimento, le cose erano cominciato a muoversi abbastanza bene prima del 2019, cerano anche eventi molto più visibili, aziende più coinvolte, ma penso che stiamo ripartendo nella stessa direzione. Ci sono anche direttive Ue che ci aiutano, quindi sono ottimista”.



    I tifosi del vivere sostenibile e non inquinante possono informarsi anche grazie a un altro progetto sviluppato dalla società civile. LAssociazione ViitorPlus ha molti programmi volti al riciclaggio e alla raccolta differenziata dei rifiuti, e uno di questi si chiama”La mappa del riciclo”, apprendiamo da Mihail Tănase, direttore della comunicazione. “La mappa del riciclo” è una piattaforma online. Come progetto esiste da 10 anni, ma nella sua forma attuale ce labbiamo da 4 anni. Al momento siamo presenti a livello nazionale, abbiamo punti di raccolta sulla mappa in tutto il Paese. Sono oltre 15.000 i punti che possono essere sia contenitori stradali collocati dalle autorità locali o dagli operatori sanitari, sia punti di raccolta presso negozi, farmacie o distributori di benzina. Possono anche essere centri di raccolta indipendenti. Li abbiamo organizzati in base alle tipologie di materiali, quindi ci sono punti di raccolta dove possono essere raccolti tutti i materiali riciclabili in modo classico (plastica, carta, cartone, vetro) e ci sono anche punti dove possono essere raccolti separatamente i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, tessili che possono essere donati o riciclati, olio da cucina usato o i medicinali scaduti che sono considerati rifiuti pericolosi. Il traffico sulla piattaforma è in aumento. Abbiamo oltre 700.000 utenti da quando labbiamo lanciata. Lanno scorso abbiamo avuto oltre 200.000 utenti e oltre 550.000 visite. Ma, come dicevo, il traffico sta aumentando. Inoltre, la mappa vuole essere una piattaforma partecipativa, nel senso che qualsiasi utente, se si registra, può aggiungere alla mappa nuovi punti di raccolta”.



    Anche leducazione è molto importante, ha spiegato Mihail Tănase. “LAssociazione ViitorPlus” ha diverse missioni di imprenditoria sociale, volontariato per lambiente, educazione e consapevolezza ambientale. Lo facciamo principalmente attraverso la mappa, che è il nostro strumento principale, ma abbiamo anche altri metodi. Facciamo informazione e sensibilizzazione per gli adulti attraverso gli articoli che abbiamo sul sito che parlano non solo di raccolta, ma anche di riduzione e riuso che aiutano lambiente più del riciclo perché prevengono il consumo eccessivo e la produzione di rifiuti. E abbiamo anche una componente di educazione ambientale per i bambini e sviluppiamo sessioni educative per gli insegnanti. Mettiamo a loro disposizione lezioni ambientali informali e loro le impartiscono in classe”.




  • Bambini a rischio separazione

    Bambini a rischio separazione

    Il Governo romeno ha recentemente approvato un disegno di legge volto a regolamentare lattività di prevenzione della separazione del minore dalla famiglia. Il testo si riferisce in particolare alle comunità vulnerabili, che necessitano di un sostegno permanente. La difficile situazione economica di queste famiglie costringe molti a lasciare il Paese per un lavoro meglio retribuito, e questo ha implicazioni emotive drammatiche per i bambini lasciati indietro. Molti genitori scelgono di sacrificare lequilibrio emotivo dei propri figli e andare a lavorare allestero. Risentendo fortemente della mancanza di amore dei genitori, alcuni bambini sviluppano comportamenti aberranti. Hanno problemi a scuola, con gli altri familiari, si ribellano in un modo o nellaltro. La scuola non sa come gestire queste crisi e nemmeno gli altri membri della famiglia. Tornando a casa, i genitori trovano figli completamente diversi da quelli che hanno lasciato quando sono andati via.



    È qui che la legge interviene (o si propone di farlo). Secondo il portavoce del Governo, Dan Cărbunaru, il disegno di legge consentirà lattuazione di misure per prevenire la separazione, concedendo aiuti di emergenza a queste famiglie. Questo disegno di legge istituisce lOsservatorio Nazionale dellInfanzia, un modulo informatico che sarà inserito nel Sistema Informatico Nazionale. Cosi le autorità pubbliche locali avranno situazioni esatte con ogni famiglia con bambini a rischio di separazione. Il progetto prevede anche misure finalizzate alla riabilitazione dei bambini con disabilità, servizi di intervento psicologico e psicoterapia per questi bambini. Questo perché lo sviluppo psicologico ed emotivo dei nostri figli non è uno scherzo. I traumi infantili rischiano di seguirci per tutta la vita, e se non interveniamo in tempo, dopo sarà ancora più difficile.



    Gli psicologi parlano di una differenza tra la paura della separazione e lansia da separazione. Elena Maria Dumitrescu è una psicoterapeuta specializzata in problemi cognitivo-comportamentali e spiega molto chiaramente la paura e lansia da separazione.”Penso che sia importante fare una distinzione tra paura della separazione e ansia da separazione. Dal momento in cui nasciamo, abbiamo bisogno di sicurezza, e ciò fa sì che, rispettivamente, il neonato e il bambino mostrino paura della separazione dalla figura di attaccamento. È un processo naturale che tutti attraversiamo nei primi anni di vita. Ciò che conta è come affrontiamo questa fase, e questo ha a che fare con il modo in cui le persone significative nella nostra vita soddisfano i nostri bisogni emotivi, oltre che materiali “.



    Di conseguenza, la paura dellabbandono è la più grande paura del neonato e del bambino piccolo, e il modo in cui il genitore esprime il suo affetto è vitale per il suo sviluppo equilibrato.Comprendiamo quanto sia vulnerabile il bambino in queste comunità in cui i genitori non sanno come cavarsela al meglio: dare loro prima un sostegno materiale, sacrificando i bambini emotivamente, o dare loro amore, ma in cambio di povertà e carenze di ogni tipo. Quindi inizia una cavalcata emotiva che nessuno sa come affrontare. La psicoterapeuta Elena Maria Dumitrescu ci ha raccontato come può degenerare il comportamento di un bambino che non riceve lamore dei genitori.”Alcuni eventi, come la mancata soddisfazione corretta di questi bisogni, saranno percepiti dal bambino come insicurezza e faranno passare il bambino dalla paura di separazione allansia da separazione, generando così un basso controllo percepito della realtà. Possiamo vederlo nei bambini che limitano le loro possibilità di esplorare lambiente, di sviluppare nuove abilità, affrontare nuove sfide o chiedere aiuto. Ci sono situazioni in cui il bambino è separato dalla sua famiglia e percepirà la distanza sia fisica, che emotiva dalle persone care nella sua vita. Questo porterà a una tolleranza sempre più bassa per lincertezza, meccanismo alla base della manifestazione dellansia”.



    Resta da vedere come daranno i risultati asupicati i programmi che il Governo vuole attuare nelle comunità vulnerabili. Per ora, apprendiamo che solo a Tulcea, nella Romania orientale, più di 300 bambini a rischio di separazione sono stati aiutati attraverso un progetto europeo della Fondazione Sera Romania. Si tratta di un numero maggiore di bambini rispetto a quanto stimato inizialmente e ciò dimostra la necessità di sviluppare tali programmi.Fino ad allora, restiamo vicini ai nostri figli. È più importante di qualsiasi altra cosa!





  • La mancia sul conto

    La mancia sul conto

    Dal 1 gennaio 2023, una nuova legge regola la tassazione dei pagamenti informali offerti dai clienti per vari servizi. Il più famoso pagamento di questo tipo – la famosa mancia – è quello lasciato al ristorante. Dora in poi lo stato trattiene il 10% del valore della mancia, che resta volontaria, ma compare sul conto. Come procedura, prima dellemissione della ricevuta fiscale, al cliente verrà consegnato il conto, e il cliente deciderà limporto della mancia, in percentuale o in quota fissa, oppure può scegliere di non darla. Prima che la legge entrasse in vigore, la decisione di rendere ufficiale la mancia ha suscitato discussioni nellopinione pubblica. Da un lato, i clienti temevano che sarebbero in qualche modo costretti a darla anche se non lo volevano, e, dallaltro, i fornitori di servizi credevano che, dopo la tassazione, sarebbero rimasti con un importo inferiore rispetto a prima.



    Ma dal punto di vista dei datori di lavoro del settore dellospitalità, ladozione di questa legge ha solo conseguenze vantaggiose per tutti, come ha affermato Dragoș Anastasiu, portavoce dellAlleanza per il Turismo. “Vorrei sottolineare solo il fatto che la mancia non è obbligatoria, bensì volontaria. Era, è e sarà il gesto di ogni cliente che è soddisfatto e vuole onorare i servizi ricevuti. Ma cosa ha fatto questa legge? Con essa siamo passati dallusanza alla regolamentazione ed era particolarmente necessaria, perché più del 50% dei clienti che vanno al ristorante e in albergo paga con la carta di credito, e più del 50% di questo 50% vuole pagare anche la mancia con la carta di credito. Ma fino adesso, se ciò avveniva in modo trasparente, le cose erano molto complicate e i nostri dipendenti avevano alla fine meno del 40% in tasca. Adesso hanno il 90% in tasca. Ecco come i nostri dipendenti ne avranno da guadagnare.”



    A partire da questa triste realtà – di alcuni datori che trattengono parte delle mance ai propri dipendenti – Ioan Biriș, proprietario di un ristorante e presidente dellOrganizzazione Romena dei Datori di Lavoro degli Alberghi e dei Ristoranti, saluta la trasparenza portata dalla tassazione dei pagamenti finora informali. “Il principale beneficiario di questa legge è chi lavora nel settore, perché è il beneficiario di un reddito che esisteva anche finora. Ma, a causa dellipocrisia a cui ci siamo abituati, è sempre stato nascosto sotto il tappeto. E noi, al momento, abbiamo reso trasparente lintera relazione tra noi e i nostri dipendenti. Per molto tempo la nostra industria è stata criticata per i salari molto bassi che offre. In realtà, il reddito dei lavoratori del nostro settore, oltre allo stipendio, è in gran parte fornito da questa mancia. Lo sapevano già tutti. Non essendo una cosa legale, non si poteva promuovere, non cera modo di quantificarla. Al momento le cose sono tornate alla normalità. Quando un giovane vuole avviarsi verso una carriera in questo settore, ha la possibilità di quantificare molto chiaramente il reddito effettivo che avrà. È probabile che queste entrate aumentino il numero di giovani che si rivolgono a questo settore.”



    Dal punto di vista finanziario, i vantaggi sono stati evidenti poco dopo il 1° gennaio. Nella prima settimana dopo lentrata in vigore della legge, il 50% della mancia è stato pagato con la carta di credito, quindi in un modo molto facile da registrare e tassare. Inoltre, sembra avere benefici dora in poi anche chi offre alloggio, non solo i ristoranti. Tra i pagamenti registrati dagli hotel, la mancia rappresenta solo tra il 3% e il 5% del totale per diversi motivi: vengono effettuati più pagamenti con la carta di credito e le aziende che fanno prenotazioni per i propri dipendenti negli alberghi erano nellimpossibilità legale di lasciare mance. Ma recentemente, attraverso questa legge, le cose sono cambiate, come apprendiamo da Călin Ile, presidente della Federazione dellIndustria Alberghiera Romena. “Questa legge, attraverso la deducibilità fiscale, consente agli imprenditori o ai decisori delle aziende di sostenere lattività delle unità ricettiveche frequentano. Abbiamo molti clienti tra le compagnie che organizzano team building o che mandano delegati aziendali. Di conseguenza, nel settore alberghiero è chiaro che limporto che verrà stanziato come mancia per i dipendenti del nostro settore sarà molto più elevato. Unaltra cosa importante che ci aspettiamo: laumento della qualità dei servizi, cioè un legame più stretto tra le prestazioni della persona che si aspetta una mancia per il suo lavoro e i servizi che fornisce. La mancia è facoltativa, verrà data solo nella misura in cui il destinatario del servizio è soddisfatto del servizio. Non pensate che questa correlazione porterà ad un aumento della qualità dei servizi, qualcosa che tutti aspettavamo da tanto tempo, ovvero un aumento dei servizi turistici romeni? Come clienti, saremo in grado di premiare coloro che si comportano bene. E il fornitore di servizi dirà “faro bene il mio lavoro” perché sarà direttamente correlato al reddito netto”.



    Inoltre, la formalizzazione di pagamenti finora informali ridurrà lo slancio di coloro che sono disposti ad appropriarsi indebitamente il denaro, spiega Călin Ile. “Voglio fare riferimento alla paura che alcuni dipendenti del settore turistico hanno espresso più spesso nello spazio pubblico: che ci saranno proprietari di unità che non distribuiranno le mance ai dipendenti. Questo è illegale e penso che dovremmo dare un segnale a quei dipendenti che subiranno un torto che hanno tutte le ragioni per sporgere denuncia se ciò accade e possono persino sporgere denuncia allautorità fiscale dellunità amministrativa territoriale in cui lavorano. Non possiamo lasciare che questa legge venga minata da alcuni datori di lavoro che non osservano la legge. Ma la stragrande maggioranza cercherà di seguire la legge e distribuire tutte le mance, come richiesto dalla legge e come abbiamo insistito”.



    Questa è una delle grandi speranze dei datori dellindustria dellospitalità desiderosi di attrarre quanta più manodopera possibile in unarea con una grave carenza in questo senso.




  • Evoluzioni e contraddizioni nella percezione della violenza di genere

    Evoluzioni e contraddizioni nella percezione della violenza di genere

    Realtà drammatica, riscontrabile in tutti i Paesi europei, la violenza di genere non risparmia neanche la Romania. E negli ultimi anni, per punire i colpevoli e proteggere le donne dalle aggressioni che sono dirette prevalentemente contro di loro, in Romania sono state prese una serie di misure, come gli ordini restrittivi e luso di braccialetti elettronici da parte degli aggressori. Forse è anche per questo che di recente è aumentato il numero di denunce degli atti di violenza. Nei primi 6 mesi del 2022, i dati relativi alla violenza domestica registrati dalla Polizia romena mostrano che 18.507 donne sono state vittime di atti di violenza, tra cui 18 casi di omicidio, 13 tentati omicidi e 12.801 atti di lesioni personali. Tuttavia, gli esperti ritengono che i dati esistenti siano ancora irrilevanti, poiché le statistiche si riferiscono solo allaggressione fisica senza tener conto degli altri tipi di violenza contro le donne descritti nella legge romena. Ionela Băluță, professoressa presso la Facoltà di Scienze Politiche dellUniversità di Bucarest e coautrice del Barometro sulla violenza di genere 2022, spiega la necessità di informazioni complete.



    “Il tema di questo barometro è la violenza contro le donne. Come abbiamo mostrato nello studio introduttivo, abbiamo cercato di fare una ricerca che venga incontro sia al modo in cui il fenomeno viene affrontato e spiegato nello spazio accademico, che nello spazio politico. Del resto, la Romania ha ratificato la Convenzione di Istanbul e lanno scorso abbiamo avuto la prima valutazione. Questa convenzione ha un comitato internazionale di monitoraggio e valutazione, GREVIO, che redige rapporti nazionali. E nel rapporto nazionale sulla Romania, uno dei punti che tornano e che gli esperti del GREVIO sottolineano come negativi è la produzione dei dati. Se leggiamo il rapporto GREVIO che è disponibile online, è pubblico, tutte le nostre autorità lo sanno, scopriamo che non abbiamo dati sulla violenza contro le donne. È uno dei maggiori problemi, perché non possiamo formulare misure politiche adeguate se non sappiamo cosa abbiamo concretamente. E la seconda cosa sottolineata è il fatto che la prospettiva di genere è insufficiente o per nulla presente nel modo in cui le autorità romene hanno modificato la legislazione e formulato le politiche pubbliche.”



    Coordinato dal Centro FILIA (associazione femminista non governativa) e finanziato con un grant dellAmbasciata tedesca a Bucarest, il barometro della violenza di genere 2022 è solo il secondo studio su questo argomento realizzato dal 2003. Allepoca, la ricerca era chiamata il Barometro della violenza domestica con un termine più restrittivo. Tuttavia, è possibile effettuare confronti tra dati presi a distanza di 20 anni. “Non credo che questo confronto ci permetta di dire che abbiamo fatto un salto spettacolare in termini di consapevolezza, sensibilizzazione e contrasto della violenza contro le donne. Cè davvero un cambiamento importante nella tolleranza per laggressione fisica. Sarebbe piuttosto deliberato non identificare colpi, schiaffi e persino insulti come aggressioni fisiche. Inclusivamente dal nostro barometro, sembra che queste manifestazioni siano riconosciute come forme di violenza. Rispetto al 2003, il grado di rifiuto di simili manifestazioni è aumentato di molto. In generale, cè oltre l80% di rifiuto da parte della popolazione di queste forme di violenza, cosa che non accadeva nel 2003. Viceversa, per forme di violenza che, da un lato, sono meno conosciute, sebbene siano menzionate dalla legge, vale a dire violenza sociale, violenza economica, violenza psicologica, qui abbiamo addirittura un aumento. Non è grande, ma a volte è del 7%. Vi faccio un esempio. Attualmente, circa un romeno su quattro considera poco o per niente grave se a una donna non è permesso spendere i propri soldi come desidera, se a una donna non è permesso uscire di casa senza essere accompagnata dal proprio partner o se a una donna non è consentito avere un gruppo di amici”, ci ha detto Ionela Baluta.



    Altri dati del Barometro sulla violenza di genere 2022 sono: il 19% degli intervistati considera per niente o poco grave che una donna venga stuprata dopo aver accettato di andare a casa di un uomo, e il 12% se viene violentata una donna vestita in modo provocatorio. Ionela Baluță spiega: “Quando guardiamo allatteggiamento nei confronti dello stupro, gli stereotipi prevalenti tra la popolazione emergono molto chiaramente. E più basso è il livello di istruzione o più patriarcali i valori, più preoccupanti sono le percentuali. Ad esempio, anche se gli intervistati ritengono che lo stupro non sia accettato ed è considerato molto grave dalla maggioranza, noi abbiamo voluto verificare il resto. Ma alla domanda come la pensi riguardo alla situazione in cui una donna è stata violentata dopo aver accettato di andare a casa di un uomo, ciò non è più considerato così grave. Come se nelle nostre relazioni sociali, se accettiamo di uscire con un uomo, di andare in vari posti, a casa mia o a casa sua a parlare, lo stupro è compreso, implicito. Quindi attenzione, donne, nel momento in cui lo accettate! Sfortunatamente, una percentuale importante della società romena, quelli con cui interagiamo, credono che, di fatto, accettiamo di essere violentate. Cè unaltra cosa preoccupante. Abbiamo chiesto espressamente “quanto pensi sia grave la situazione in cui una minorenne ha rapporti sessuali con un uomo?”. Ma, in realtà, questa situazione non esiste. Una minorenne viene stuprata da un uomo. Almeno secondo la legge, se non entriamo in altre questioni legate alletica, alla morale e così via, la definizione legale dice che nel momento in cui non dai il tuo consenso, sei costretto a fare qualcosa. Ma ai nostri intervistati sembra meno grave se una minorenne ha rapporti sessuali con un uomo adulto che se una donna viene stuprata da uno sconosciuto.”



    Realizzato per compensare ulteriormente la mancanza di dati ufficiali sulla diffusione della violenza di genere in tutte le sue forme, il barometro 2022 è stato inteso anche come strumento di lavoro per le autorità affinchè possano formulare politiche pubbliche adeguate.




  • Incoraggiare la formazione nel settore dell’ospitalità

    Incoraggiare la formazione nel settore dell’ospitalità

    Confrontata come molti altri stati europei con una crisi della forza lavoro, la Romania risente della mancanza di dipendenti nel turismo forse più che in altri settori. Nonostante esistano licei e scuole ad indirizzo turistico, una parte importante dei laureati sia si riorienta verso altre zone, sia evita di cercare lavoro nel Paese. Le ragioni? I bassi salari e il carattere stagionale del lavoro. Una sintesi della situazione attuale sul mercato del lavoro ci è stata offerta da Marius Bazavan, membro del comitato direttivo della Federazione dellindustria alberghiera romena. “Vedo una tendenza al ribasso nella fluttuazione del personale. La fluttuazione è in costante calo. I lavoratori hanno cominciato a stabilizzarsi per quanto riguarda il posto di lavoro. Parliamo tutti della carenza di personale che esiste. Non possiamo nasconderlo, ma penso che la carenza di personale sia, al momento, non solo numerica, ma anche qualitativa dal punto di vista delle persone qualificate per lavorare nel campo dellospitalità”.



    Per una migliore qualità dei servizi, ma anche per attrarre i giovani a lavorare nel settore dellospitalità, è stata recentemente creata una guida dalla Premier Hospitality e dallAssociazione “Edu4Tourism” con il supporto della Federazione dellindustria alberghiera romena (FIHR). Si tratta della “Guida pratica al settore dellospitalità”, uno strumento didattico rivolto a docenti, genitori e studenti e che si prefigge obiettivi chiari: aumentare la percentuale di studenti che, dopo essersi diplomati agli istituti professionali, restano e svolgono il proprio lavoro nellindustria dellospitalita, offrire un supporto ai genitori affinche comprendano le attività e i lavori che i propri figli possono svolgere in una struttura turistica e offrire supporto agli agenti economici che necessitano di personale qualificato per offrire servizi di alto livello. Călin Ile, presidente della Federazione dellindustria alberghiera romena, ci racconta cosa significa questa guida per gli operatori turistici.



    “È un ponte tra noi, gli operatori del settore alberghiero, tra coloro che insegnano nelle scuole superiori, nelle scuole turistiche del sistema dinsegnamento romeno e tra studenti e genitori. Vogliamo creare questo ponte di dialogo tra di noi per trovare le migliori soluzioni per aiutare allintegrazione di questi giovani nel nostro settore, per rendere il nostro settore attarente, per essere in grado di dare loro le risposte di cui hanno bisogno per avere unimmagine accurata, in modo che possano dire con piena consapevolezza se vogliono o meno lavorare con noi. Penso che prima delle procedure e dei sistemi operativi si tratti di un rapporto umano, si tratti del coinvolgimento di ognuno di noi nel sostenere questi giovani affinche trovino la loro strada. E crediamo che una strada bella e giusta e piacevole sia anche quella del lavoro nel turismo».



    E un incentivo per i giovani potrebbe arrivare anche dagli attuali addetti al turismo, se le unità formative istituissero, per i tirocini, collaborazioni con operatori economici del settore. Călin Ile offre anche esempi. “Sarà uno stimolo per i dipendenti del turismo a fungere da mentori e ad essere coinvolti come tutor per la pratica. E, non in ultimo, penso che sarà anche una curiosità per i giovani, per gli studenti, affinchè scelgano il loro tirocinio, svolgano i tirocini nelle nostre unità. Quindi è un incentivo che portiamo alle tre categorie che ho menzionato prima affinche prestino attenzione al tirocinio nel settore turistico e ultreriormente affinche lavorino nel turismo”.



    “La guida pratica al settore dellospitalità”, è realizzata in formato elettronico, può essere scaricata su qualsiasi dispositivo e contiene informazioni essenziali per gli studenti che vogliono essere buoni lavoratori nel turismo, afferma la coordinatrice del progetto Rocsana Borda. “Contiene un curriculum scolastico realizzato insieme a quelli di Edu4Tourism. Contiene, inoltre, tutto ciò che significa gli allegati necessari per la pratica, la valutazione dello studente, i passi da seguire. Cosa controllare quando si pulisce per la prima volta una camera dalbergo, la pulizia è solo un esempio. Tutti questi materiali sono a portata di clic. La guida è scaricabile. Chiunque può scaricarla in modo gratuito in modo da poter ottenere le informazioni di cui ha bisogno. E vorrei anche aggiungere che ha una descrizione dei lavori nelliundustria dellospitalità. Non dimentichiamo che in albergo ci sono anche un dipartimento informatico, di contabilità, di marketing, non ci sono solo la reception e la cucina. È tutto in un unico posto”.



    Ma soprattutto, questa guida è un esempio del coinvolgimento degli operatori economici nellistruzione terziaria, coinvolgimento senza il quale la forza lavoro non può essere formata a livello performante.




  • L’influenza stagionale torna in Romania

    L’influenza stagionale torna in Romania

    Per oltre due anni – da febbraio 2020, quando è comparso il primo caso di Covid-19 in Romania, fino a marzo 2022, quando tutte le restrizioni imposte dalla pandemia sono state revocate – si è notato che almeno dal discorso pubblico sono scomparse parole come ʺraffreddoreʺ, ʺvirosiʺ o ʺinfluenzaʺ. Tutta lattenzione – sia degli specialisti molto pubblicizzati, che della gente comune – è stata rivolta, in tutto questo periodo, in ununica direzione: linfezione da Sars-CoV-2.



    Lultima epidemia di influenza stagionale in Romania risale a febbraio 2020, poco prima dello scoppio della pandemia. Ora, dopo la pausa indesiderata di due anni, le infezioni respiratorie specifiche della stagione fredda sono improvvisamente tornate allattenzione a causa del loro numero crescente. Le famose “ondate” di Covid-19 sono state ora sostituite da una “valanga” di infezioni da virus respiratori. Gli ospedali sono affollati e i pronti soccorsi sono pieni di gente con febbre e tosse.



    Sars-CoV-2 coesiste con tutti gli altri tipi di virus – affermano i medici. Come si distinguono luno dagli altri? Il dottor Cătălin Apostolescu, direttore dellospedale per malattie infettive “Matei Balş” di Bucarest, spiega: ʺTutte le malattie causate dai virus sono chiamate virosi. Tra queste virosi si possono distinguere alcune che presentano certe particolarità. Parliamo dellinfezione da Sars-CoV, che conosciamo già da due anni. Dellinfluenza, famosa per essere in grado di evolvere in forme gravi e portare anche alla morte. E anche dellinfezione da virus respiratorio sinciziale, che provoca forme particolarmente gravi della malattia nei bambini, e di tutti i rinovirus o coronavirus indigeni, per chiamarli cosi. Sono gli stessi gruppi o categorie di pazienti vulnerabili che conosciamo, intendo le età estreme – bambini piccoli e persone molto anziane o pazienti che hanno varie altre malattie croniche che possono influenzare negativamente levoluzione di un tale virus. Intendo quelli con malattie cardiache, malattie respiratorie, diabete o pazienti che hanno malattie che portano allimmunosoppressione».



    Cosa fare, visto che lazione dei virus è potenziata anche dal clima molto più caldo del normale di questo periodo? Le autorità hanno stilato un elenco di raccomandazioni per la popolazione: evitare assembramenti o, in caso contrario, indossare possibilmente mascherine protettive negli spazi chiusi, areare i locali, mantenere ligiene, restare a casa in caso di infezione respiratoria e consultare il medico di famiglia dai primi sintomi. Negli ospedali – triage quotidiano per il personale, limitazione delle visite e dispositivi di protezione per chiunque entri in contatto con i pazienti.



    “Non vogliamo introdurre restrizioni, ma rendere la popolazione un partner, in modo da tenere sotto controllo un fenomeno naturale, linfluenza, che si verifica stagionalmente”, ha ribadito il ministro della Salute, Alexandru Rafila. “Preferisco le raccomandazioni alle restrizioni. E sapete benissimo che la nostra esperienza durante la pandemia ha dimostrato che avevamo ragione: la situazione era molto migliore quando abbiamo fatto raccomandazioni, la risposta della popolazione a queste raccomandazioni è stata molto migliore che durante il periodo di restrizioni che ha generato anche molta tensione nella società. Preferisco un partner nella popolazione, non una situazione tesa in generale, soprattutto perché stiamo discutendo anche di un contesto economico molto complicato».



    Siccome gli studenti sono tornati in aula il 9 gennaio, dal canto suo, il ministro dellIstruzione, Ligia Deca, ha dichiarato di non incoraggiare la mancata partecipazione alle lezioni. Non è da ripetere lesperienza alquanto spiacevole della pandemia dei corsi sospesi o organizzati esclusivamente o parzialmente online! ʺNon incoraggiamo in alcun modo la mancata partecipazione alle lezioni. Riteniamo che, dopo due anni di pandemia, sia molto importante tenere il passo e avere unalta percentuale di partecipazione ai corsi. Riteniamo che il focus, come abbiamo discusso con il ministro della Salute, debba essere sulla prevenzione. Ci sono una serie di misure raccomandate – prima di tutto, il triage quotidiano sia da parte delle famiglie, a casa, basato sullidentificazione di possibili sintomi, seguito dallisolamento dei bambini a casa, così come il triage quotidiano quando i bambini entrano nella scuola o nellasilo nido. È normale che i genitori o i tutori legali vengano informati quando ci sono sintomi evidenti. Raccomandiamo anche – non è obbligatorio! – luso delle mascherine protettive da parte degli insegnanti e, perché no?, anche degli studenti. Vogliamo che tutti i bambini abbiano accesso allistruzione e, nel caso manifestino sintomi respiratori, abbiano un periodo il più breve possibile, per poi essere recuperato, di isolamento a domicilio”, ha precisato Ligia Deca.



    Cosa possono aspettarsi i romeni questanno? Un ritorno alla normalità pre-pandemia o un nuovo episodio della pandemia iniziata nel febbraio 2020? Nessuno lo sa, anche se le opinioni sono molto forti sia tra gli ottimisti, che tra i pessimisti.



    Una cosa è certa! In tutti gli anni pre-pandemia, in Romania cerano stagioni influenzali da 2 a 4 settimane! Lunica differenza è che il picco di solito si è verificato a febbraio. Questanno la stagione influenzale è stata un pò più veloce, con casi in aumento soprattutto a gennaio. Questa particolare situazione è dovuta anche a quella del 2020-2022, quando la circolazione dei virus è stata più ridotta per effetto delle severe misure restrittive temporaneamente imposte nel contesto della pandemia, ma anche perché, per lo stesso motivo, la popolazione ha una minore immunità. In altre parole, lo stato attuale delle cose – afferma il ministero della Salute – non è né insolito, né drammatico.




  • Bilanciamento tra due o più posti di lavoro

    Bilanciamento tra due o più posti di lavoro

    Dopo il fenomeno chiamato “le grandi dimissioni”, dallinglese “Great Resignation”, presente anche in Romania, come in altri Paesi, ora si sta verificando in Romania un altro episodio post-pandemico: sempre più romeni hanno due posti di lavoro. Lo conferma un recente sondaggio online condotto dalla piattaforma di ricerca lavoro “eJobs”. Ana Călugăru, addetta alla comunicazione presso “eJobs” ha precisato per RRI: “Il contesto economico degli ultimi due anni – mi riferisco alle incertezze portate dalla pandemia e dalla guerra, ma anche allaumento esplosivo dellinflazione questanno – ha fatto sì che molti romeni guardassero con grande cautela allidea di carriera e di stabilità finanziaria. Sebbene il 2022 sia stato, tuttavia, un anno in cui loccupazione ha raggiunto un livello record per gli ultimi 20 anni, e sebbene abbiamo visto aumenti salariali in quasi tutti i campi di attività, il sondaggio che abbiamo condotto su questo tema ci ha mostrato che la necessità di integrazione del reddito a lungo termine è il motivo principale per cui il 70% degli intervistati ha preso un secondo lavoro. L8,2% ha fatto questo passo solo per un breve periodo di tempo, perché aveva bisogno di soldi per un acquisto costoso, che altrimenti non poteva permettersi in quel momento, e il 6,7% ha risposto che è così che ha lavorato per tutta la vita, sebbene abbia lavorato cosi permanentemente e continuera a farlo anche dora in poi. Il 10,7%, in particolare i giovani intervistati, ha dichiarato che il primo lavoro non è stato cosi impegnativo e allora il tempo rimasto ha permesso loro di prendere un altro lavoro, mentre il 5% desidera cambiare carriera. Questi ultimi, per prudenza, hanno deciso di fare due lavori contemporaneamente, per un certo periodo di tempo, fino a quando si renderanno conto quale sia quello giusto per loro.”



    Un elemento alquanto sorprendente di questa indagine è lalta percentuale di persone di mezza età che sono disposte ad avere più posti di lavoro. I giovani tra i 19 ei 25 anni rappresentano solo il 7,4% degli intervistati, la maggioranza di coloro che svolgono due lavori contemporaneamente sono persone tra i 36 e i 45 anni – quasi il 29% – mentre quasi il 22% ha tra i 46 e i 55 anni. Quindi, chi ha famiglia, figli e un volume di spese mensili abbastanza elevato è anche chi sente il bisogno di unaltra fonte di reddito. Ma proprio perché si tratta di persone con famiglia, quanto tempo resta da dedicare ai cari? Ana Calugaru. “Alla domanda su cosa trovano più difficile nel fare due lavori, sei su dieci hanno indicato il bilanciamento tra lavoro e vita privata. E hanno inteso il tempo che devono dedicare al lavoro e il fatto che cè un esaurimento, sia fisico che emotivo, che pesa su di loro e li rende incapaci di funzionare al loro pieno potenziale. Per un quarto dei partecipanti allo studio è molto difficile gestire il proprio tempo dedicato al lavoro, e il 10% afferma che è molto complicato svolgere entrambi i lavori. Ciò non sorprende, poiché il 40% degli intervistati afferma che se uno dei due lavori portasse loro un reddito sufficiente per le loro esigenze finanziarie mensili, rinuncerebbero al secondo.”



    Sebbene la maggior parte degli intervistati voglia che lassunzione di due lavori sia temporanea, ci sono situazioni in cui può durare anni, come il caso di Silvia, direttrice di una rivista culturale e allo stesso tempo consulente artistica presso un importante teatro di Bucarest. “Ho sempre avuto collaborazioni. Non so se possano essere considerati lavori veri e propri. Ho questo secondo lavoro, quello presso il teatro, da sei anni, quindi praticamente da sei anni ho due lavori veri e propri. Prima di cominciare il lavoro presso il teatro, ho fatto quasi sempre anche altre cose. Ho lavorato a vari festival teatrali, ho tradotto libri, mi sono occupata di redazione e correzione di bozze per case editrici. È ovvio che laspetto finanziario è quello problematico nella stampa culturale. Qui gli stipendi sono piuttosto bassi e quando si è giovani si hanno esigenze diverse. Sorgono tutti i tipi di problemi correlati e la mancanza di un reddito soddisfacente in qualche modo influisce sulla tua creatività. Non puoi chiuderti nella tua torre davorio e creare o pensare a idee poetiche, artistiche quando le bollette si accumulano sul tuo tavolo. Ma non solo laspetto finanziario è stato il motivo. Mi è sempre piaciuto imparare cose nuove. E la stampa culturale mi ha aiutato molto a scoprire campi diversi, a conoscere tante persone.”



    Silvia è diventata amica di alcune di loro e, poiché hanno orari di lavoro simili, possono trascorrere il tempo libero insieme. Inoltre, avendo un orario di lavoro flessibile presso la rivista, è stata in grado di destreggiarsi tra i due lavori senza troppe difficoltà fino a poco tempo fa. Come mai? Ci ha spiegato Silvia. “Allinizio era molto più interessante e molto più bello e mi sentivo come se stessi gestendo meglio la vita. Attualmente posso dire che è abbastanza difficile. Cè pochissimo tempo per la vita personale, proprio perché questa attività teatrale si concentra nella seconda parte della giornata, anche la sera. Quando torni a casa non ti rimane molto tempo per te stesso, guardi un film, vai a letto e il giorno dopo ricominci tutto da capo. Lunico aspetto positivo, che in qualche modo bilancia questa discrepanza, è che, volente o nolente, anche i tuoi amici provengono dallo stesso campo, e quindi, avendo lo stesso ritmo di vita, lo stesso flusso, puoi passare del tempo con loro quando finisci il tuo lavoro presso il teatro, esci da qualche parte, bevi qualcosa. Se i miei amici lavorassero in altri campi, avrei praticamente zero vita sociale.”



    Ma come vanno le cose attualmente, in questo periodo segnato da uninflazione galoppante? Ci ha riposto sempre Silvia. “Fino allanno scorso o forse fino alla pandemia, potevo dire molto più chiaramente che laspetto finanziario era ovviamente migliorato. Penso che le cose siano peggiorate nellultimo anno con laumento dei prezzi in tutte le aree della nostra vita. I salari sono rimasti gli stessi e fondamentalmente ora mi sento davvero al limite. Non posso permettermi il terzo lavoro. E diventa già un po frustrante quando ti accorgi che stai praticamente facendo tutto il possibile per assicurarti unesistenza dignitosa e arrivi comunque al limite, dal punto di vista finanziario. (…) Inizialmente volevo avere un secondo lavoro proprio per non vivere più di stipendio in stipendio. Cioè, se accade una situazione imprevista, per non perdere il controllo e per avere un piccolo fondo di risparmio. Ma con quello che sto guadagnando in questo momento posso vivere di mese in mese a meno che non succeda qualcosa di inaspettato.”



    Secondo la piattaforma di reclutamento eJobs, la maggior parte dei partecipanti al sondaggio sul bilanciamento tra due o piu posti di lavoro sono impiegati nel settore privato.


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  • La Romania abbandonata

    La Romania abbandonata

    Il termine diaspora deriva dalla fusione di due termini greci: dia (intorno) e spora (disperdere). Il termine è usato in generale per indicare tutte le comunità che sono finite a vivere fuori dai confini dei paesi di origine. Per quanto riguarda i romeni, il 2021 è stato lanno del più grande esodo degli ultimi 30 anni. Ufficialmente, circa 5,8 milioni di romeni hanno lasciato il Paese, ma secondo altre stime il loro numero si avvicina a 9 milioni. Non è possibile stabilire con certezza quanti romeni siano allestero perché molti non hanno documenti o non dichiarano la propria residenza. LItalia è al primo posto nelle preferenze di residenza dei romeni, seguita da Spagna e Germania. Molti altri romeni sono negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Portogallo, Francia, Olanda, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Per fascia di età, la maggior parte ha tra i 25 ei 45 anni. Perché questo esodo? Cosa succede a chi parte? Quali implicazioni ha la loro partenza per la Romania?



    Abbiamo parlato della diaspora romena con Claudiu Târziu, ex giornalista, ora senatore dellAlleanza per lUnità dei Romeni, allopposizione nel parlamento, il presidente della Commissione per i Romeni nel Mondo. “Ovviamente, tutti coloro che lasciano la Romania per lavorare allestero lo fanno per uno stipendio migliore e migliori condizioni di vita. I romeni sono insoddisfatti di ciò che viene loro offerto in termini di carriera e possibilità di sviluppo personale e familiare. È assolutamente chiaro che la Romania non è in grado di fornire posti di lavoro retribuiti adeguatamente rispetto al livello di specializzazione di cui avrebbe bisogno e non è in grado di fornire posti di lavoro alle persone non qualificate. Ci sono alcune aree in cui le cose si sono sistemate (e sto parlando di edilizia e agricoltura, ma anche queste ultimamente stanno regredendo). In agricoltura ci sono ancora grossi problemi perché dipendiamo dalle condizioni meteo, da quello che Dio ci dà e non abbiamo sistemi di irrigazione, non abbiamo la capacità di lavorare la terra ai massimi livelli professionali, per molte ragioni. Anche nelledilizia stiamo soffrendo perché i prezzi di tutti i materiali da costruzione sono aumentati enormemente (questo a causa della guerra in Ucraina, ma non solo), i prezzi sono aumentati in seguito alla liberalizzazione dei prezzi dellenergia, e così abbiamo registrato dei passi indietro in queste zone dove le cose si erano stabilizzate e dove si poteva ancora realizzare un profitto e quindi offrire stipendi migliori. Ecco perché i romeni se ne vanno, soprattutto perché non possono essere pagati allaltezza delle loro aspettative, aspettative legittime, direi, ma non solo per questo, ma anche a causa delle condizioni generali di vita in Romania. Dalla sicurezza personale sulle strade, alla burocrazia e aI sistema educativo e sanitario».



    Cosa manca ai romeni che se ne sono andati e cosa fa lo stato romeno per riportarli indietro? “Cosa manca ai romeni allestero? Cosa manca loro di più? In primo luogo, mancano loro le famiglie e, in secondo luogo, manca loro la protezione offerta dallo stato romeno, protezione alla quale hanno diritto, in quanto titolari di cittadinanza romena. Sfortunatamente, lo stato romeno non ha una strategia per quanto riguarda i romeni che vivono temporaneamente o permanentemente fuori dai confini, nè per quanto riguarda i romeni delle comunità storiche, né i romeni in esilio economico (la cosiddetta diaspora), non ha una strategia né per aiutare i romeni allestero che vogliono tornare in Romania affinchè lo possano fare, né per coloro che vogliono continuare restare allestero affinchè possano preservare la propria identità nazionale e difendere i propri diritti e libertà dove vivono. Lo stato romeno sembra aver abbandonato questi romeni, tutti, sono intorno ai 6 milioni i romeni ufficialmente registrati con il domicilio allestero o residenti allestero, più precisamente un milione di romeni con il domicilio allestero e oltre 5 milioni di romeni residenti allestero, ma probabilmente senza registrazioni ufficiali, senza documenti legali sono molti di più, come ha detto il segretario di stato del Dipartimento per i romeni nel mondo, oltre 8 milioni. Ebbene, lo stato romeno non sembra interessato a questi romeni fuori dai suoi confini, offre loro solo palliativi. Qualche programma culturale qua e là, di valore insignificante, qualche visita ufficiale di dignitari, di tanto in tanto, e, per il resto, assolutamente niente. Quei romeni sono cercati solo durante le campagne elettorali, quando i partiti hanno bisogno del loro appoggio elettorale. È una cosa inammissibile e va cambiata al più presto», ci ha detto sempre Claudiu Tarziu.



    Lesodo dei romeni significa automaticamente anche lesodo di categorie professionali altamente qualificate, che ora siamo costretti ad importare da altri Paesi. “Per aiutare i romeni che vogliono rientrare nel Paese, bisogna prendere non pochi provvedimenti, ma interi pacchetti di misure. Serve una vera strategia nazionale in questo senso, perché essa deve mirare a tutti gli aspetti della vita sociale, non a uno o due. Non possiamo riportare i nostri fratelli fuoridai confini nel Paese (se lo desiderano) che nelle condizioni in cui assicuriamo in Romania un contesto favorevole a una vita dignitosa. Un contesto favorevole allo sviluppo personale di ciascuno, alla costituzione di nuove famiglie, alla nascita e alleducazione dei bambini in ottime condizioni. Quindi dobbiamo cambiare molte cose in Romania e dobbiamo anche sviluppare alcuni programmi da dedicare ai romeni oltre i confini, di cui anche noi abbiamo bisogno. Non solo loro hanno bisogno di noi, se vogliono tornare in Romania, ma anche noi abbiamo bisogno di loro», ha detto Claudiu Tarziu a RRI.




  • Madri e minorenni incinte dalle comunità rurali svantaggiate

    Madri e minorenni incinte dalle comunità rurali svantaggiate

    Il 10% delle nascite in Romania proviene da madri adolescenti e il 45% delle nascite nellUnione Europea tra ragazze di età inferiore ai 15 anni proviene dalla Romania, che è al primo posto a questo capitolo. Lo ha reso noto lorganizzazione “Save the Children” che, in un rapporto, mostra quale sia il legame tra il livello di istruzione e letà delle adolescenti delle comunità rurali svantaggiate che diventano madri. L85% delle madri e delle donne incinte di età inferiore ai 18 anni non va più a scuola, la maggior parte di loro abbandonando la scuola prima della gravidanza. Una su 10 ammette di non essere mai andata a scuola, e tre quarti hanno abbandonato prima della quarta media.



    Molto preoccupante è che 4 su 10 donne incinte o madri adolescenti non sollecitano altri servizi medici durante la gravidanza oltre a quelli offerti dal medico di famiglia. Un terzo delle future mamme adolescenti afferma di non aver effettuato mai alcun esame medico, il motivo principale essendo la mancanza di soldi: metà delle loro famiglie ha un reddito mensile inferiore a mille lei, pari a circa soli 200 euro. Allo stesso tempo, l80% non ha mai utilizzato alcun metodo contraccettivo, perché non disponeva di informazioni. Le statistiche presentate da “Save the Children” mostrano, inoltre, che tre quarti delle madri minorenni o minorenni incinte hanno parenti o conoscenti che hanno partorito quando avevano meno di 18 anni. E un terzo di loro è nato da madri minorenni.



    A Sălaj, ad esempio, decine di ragazze sono sostenute attraverso un programma avviato da un gruppo di lavoro speciale istituito a livello provinciale. Attraverso questo programma, le madri minorenni beneficiano di servizi medici, sociali ed educativi per potersi integrare nella società. Di queste madri ci ha parlato Violeta Milaş, direttrice del Dipartimento di assistenza sociale e tutela dellinfanzia di Sălaj. ʺLa maggior parte viene dalle zone rurali, dove queste giovani donne o ragazze, queste madri minorenni non hanno documenti di identità, certificati di nascita, il resto della famiglia e andato via … Quando arrivano in ospedale e partoriscono, non cè il certificato di nascita, non cè un documento didentità. La registrazione dei bambini è un problema. Leducazione e la cultura di queste famiglie è che è normale partorire a questa età. Abbiamo dovuto insegnare loro le cose basilari sulligiene affinche riuscissero ad allevare i propri figli. Nelle comunità in cui ci sono assistenti sociali e infermieri di comunità, i risultati si vedono, nel senso che vengono monitorate, vengono insegnate loro certe cose e la situazione di queste madri è più semplice».



    A Bucarest, presso il Ministero della Salute, un anno fa, dopo una lunghissima assenza, è stata riattivata una struttura che si occupa di salute materno-infantile. Sono, inoltre, in corso i lavori per la realizzazione di circa 200 centri comunitari integrati a livello nazionale, ubicati in aree abitate da popolazioni vulnerabili, che offriranno sia servizi sanitari, che servizi sociali. Tuttavia, il ministro Alexandru Rafila conferma: affinché le donne incinte e le madri minorenni abbiano accesso a servizi medici e sociali, le autorità centrali devono poter contare su una partnership con quelle locali. Sempre il ministro Rafila ritiene che listruzione sia essenziale e che il numero di madri minorenni in Romania potrebbe diminuire solo se andassero a scuola, e leducazione alla salute diventerebbe una disciplina permanente, parte del curriculum. ʺCredo che il problema principale sia legato allaccesso allistruzione e, secondariamente – ma non necessariamente secondario per importanza, essi derivano luno dallaltro – laccesso alleducazione alla salute. Laccesso alleducazione alla salute è molto importante, è multidisciplinare, non riguarda esclusivamente leducazione sessuale, e dovremmo evitare di limitarci esclusivamente a questarea, delleducazione sessuale. Abbiamo un nuovo ministro dellIstruzione e sono convinto che riusciremo a trovare una soluzione, affinché leducazione alla salute diventi una disciplina permanente, adatta a tutte le età, che faccia parte del curriculum. Ma non possiamo fare educazione alla salute se questi bambini non vanno a scuola. È chiaro che il problema è legato al background culturale, spesso appartengono a minoranze, a gruppi vulnerabili che tradizionalmente si sposano in età giovanissima e, di conseguenza, fanno figli».



    Nel luglio 2022 è stata promulgata in Romania la legge riguardante lintroduzione, a partire dal quarto anno della scuola secondaria di primo grado, di lezioni di educazione alla salute, a cui gli studenti possono partecipare con lapprovazione dei genitori. E secondo la consigliera presidenziale Diana Păun, questa educazione alla salute è una priorità, perché è il filtro attraverso il quale alle generazioni presenti e future viene offerta la possibilità di scelte consapevoli e responsabili. La consigliera Diana Păun promette anche altri cambiamenti. ʺNellambito delleducazione alla salute, leducazione sessuale rappresenta una componente importante che ha il potenziale di cambiare queste statistiche grigie, per non chiamarle nere. Nelle aree rurali e nelle comunità isolate cè il più grande bisogno di una rete di servizi di medicina scolastica funzionale, educazione sessuale e pianificazione familiare, e il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha dato la priorità alla creazione di questa rete. Gli investimenti nella dotazione e ristrutturazione degli studi di pianificazione familiare nelle regioni vulnerabili, con un gran numero di gravidanze adolescenziali e un gran numero di malattie sessualmente trasmissibili sono considerati un pilastro importante del PNRR sul fronte della salute e contribuirà a notevoli miglioramenti.ʺ



    Le esigenze sono, di conseguenza, tante e su più livelli! Una riforma che porti a profondi cambiamenti deve puntare anche, ad esempio, sulle risorse umane nella sanità – il numero necessario di professionisti con specializzazioni adeguate e la loro ottimale distribuzione geografica. Allo stesso tempo, è necessario raccogliere informazioni e avere una situazione più completa nel campo della salute materna e infantile nelle comunità socialmente isolate e non integrate. Anche la comunicazione e la cooperazione tra i servizi pubblici di assistenza sociale, i servizi medici e le istituzioni educative sono essenziali. Tutto cio e altro ancora e essenziale, dato che è noto, da un lato, che la gravidanza in giovane età comporta maggiori rischi, e, dallaltro, la maternità prematura espone le giovani madri al rischio di abbandono scolastico e di ingresso nel circolo vizioso della povertà, con effetti di generazione in generazione.




  • La Via Transilvanica e l’identità romena

    La Via Transilvanica e l’identità romena

    Per “Tășuleasa Social”, la cura dellambiente e della cultura, da un lato, e il coinvolgimento sociale, dallaltro, non possono essere separati. Ecco perché, sin dalla sua esistenza, da oltre 20 anni, questa ong romena con sede in cima alla montagna, nel passo Tihuța, nei Carpazi Orientali, si è concentrata su programmi di volontariato dedicati alla conservazione della natura o alla promozione della ricchezza e diversità culturali nazionali.



    “Tășuleasa Social” ha aiutato i giovani a capire che il volontariato è normale, che le mentalità possono essere cambiate attraverso leducazione o che lo spirito civico è importante per la comunità. Le azioni che hanno reso nota lorganizzazione sono state i rimboschimenti, in un paese dove la deforestazione è stata spesso eseguita in modo caotico, in disprezzo della legge. I giovani hanno imparato a piantare alberelli, qual è il ruolo degli alberi e del bosco, ma anche perché è necessario che i letti dei fiumi rimangano puliti o quali sono le soluzioni per la raccolta differenziata dei rifiuti. Dalle attività dellONG non sono mancate quelle sociali a sostegno delle comunità rurali precarie.



    Ma lapice delle azioni di “Tășuleasa Social” e ultimo progetto, il piu ampio: Via Transilvanica, un circuito percorribile solo a piedi, in bicicletta o a cavallo. La strada parte dalla Bucovina, nel pittoresco nord-est della Romania, attraversa il paese in diagonale attraverso la Transilvania e finisce a sud-ovest, sulle sponde del Danubio, a Drobeta Turnu-Severin. In una parola, la Via Transilvanica è un coraggioso itinerario di 1.400 chilometri con segnaletica, un itinerario che, secondo gli organizzatori, aiutera ci aiuterà a scoprire o riscoprire la Romania così comè.



    Ospite a Radio Romania, Alin Useriu, presidente di “Tășuleasa Social”, ha raccontato come è nata lidea di creare il percorso la Via Transilvanica. “Tășuleasa Social” ha anche la parola “sociale” nel nome e noi abbiamo cercato moltissimo per trovare una soluzione per rivitalizzare i villaggi che stavano per essere abbandonati. Questo e stato il nostro pensiero iniziale! Poi quando abbiamo proposto questo e abbiamo iniziato a vedere che avevamo un progetto così buono, abbiamo guardato e visto che il numero di persone che percorrevano i sentieri a lunga distanza è aumentato… Pacific Trail, Appalachian Trail, Camino de Santiago… Questa forma di turismo è una grande festa a cui la Romania può ora partecipare, la festa del turismo sostenibile, che è una trend incredibilmente interessante e salutare dal mio punto di vista. E la Romania è un paese molto ben preparato per questo! Il patrimonio rurale, il patrimonio naturale è incredibilmente ben sviluppato e competitivo con quello di qualsiasi altro paese del mondo senza cercare di fare qualcosa che non sappiamo come fare. Penso che, al momento, disponiamo di uninfrastruttura nazionale di 1.400 chilometri che può essere un progetto di riferimento in particolare nellEst Europa. E probabilmente, se tutto andrà bene e non sarà sostenuto solo dai fratelli Usëriu, sarà uno dei trail più importanti a livello mondiale”.



    In quattro anni e mezzo, Alin Useriu e suo fratello Tibi, corridore di resistenza e ultramaratoneta, hanno avuto al loro fianco più di 10 mila volontari nella loro grande avventura chiamata Via Transilvanica. Lagenzia stampa francese AFP ha recentemente notato che, spuntata come dal nulla, questa strada dà nuova vita ai villaggi romeni spopolati, diventando uniniziativa senza precedenti in Romania, che, nonostante la forte crescita economica, deve continuare a fare i conti con un massiccio esodo di giovani generazioni e al vuoto che lasciano, soprattutto nelle zone rurali con paesaggi eccezionali. Ma sempre i giovani della Romania – aggiungiamo – sono anche coloro che, attraverso il volontariato, si sono dedicati, ora, alla rivitalizzazione di questo spazio rurale così speciale. “Abbiamo 22 anni di attività, abbiamo tanti volontari, perché la società romena è già attratta da questa forma di manifestazione, da questo modo di vivere e “Tășuleasa Social”, lavorando costantemente in tanti campi e facendo le cose al meglio, ovviamente ha guadagnato moltissimi sostenitori e fan con i quali non abbiamo più paura di proporre assolutamente nessun progetto. Quindi penso che il nostro modo di vivere, il nostro modo di lavorare ci abbia probabilmente portato oltre 150.000 persone che hanno partecipato alle nostre azioni. Ma abbiamo un corpo di qualche centinaio di volontari accaniti che sono pronti ad andare ovunque con noi e fare le cose per bene”, ci ha detto sempre Alin Useriu.



    Quando uno inizia a percorrere a piedi il Paese, compresa la Via Transilvanica, da qualche parte viene sfornato un pane, da qualche altra parte una casa diroccata può ricevere una nuova destinazione, un oggetto del patrimonio può essere salvato o un albero può essere abbattuto in modo legale e sostenibile… racconta Alin Useriu, che ammette che cè ancora molto da fare prima che la Romania entri definitivamente nella mappa mondiale degli stati con sentieri escursionistici di lunga distanza. “Noi abbiamo festeggiato la sua ultimazione con la nostra equipe e poi ci siamo resi conto che, in realta, e linizio, e abbiamo cambiato completamente il modo di comunicare. Quindi nei prossimi anni saremo su questa strada: la qualità, la sicurezza, la parte di manutenzione. La promozione nazionale e internazionale è molto, molto importante. Dobbiamo fare questo passo insieme, percorrere questa strada per vedere di cosa si tratta, probabilmente creare questa nuova forma di turismo, turismo attivo che ha un enorme potenziale in Romania. Quindi abbiamo ancora questo progetto, ma non vi preoccupate, abbiamo molte nuove idee di progetti. Abbiamo sempre cercato di essere un passo in avanti rispetto a tutte le altre organizzazioni e finora ha funzionato”, ci ha detto Alin Useriu.



    Gli escursionisti possono percorrere lintera Via Transilvanica in diverse settimane o solo parzialmente, a seconda della forza e del desiderio. E non è escluso che per molti, romeni compresi, questo sarà un percorso iniziatico attraverso la natura, la cultura, la storia, le etnie, le tradizioni e la gastronomia della Romania, in una parola attraverso la sua identità.




  • MERITO, una comunità di insegnanti meritevoli

    MERITO, una comunità di insegnanti meritevoli

    Lanciato nel 2015 da un gruppo di imprenditori riuniti nellassociazione Romanian Business Leaders, il progetto Merito premia, al suo galà annuale, i docenti dellistruzione pre-universitaria. Nellanno in cui è stato concepito questo progetto, secondo uno studio dellOCSE, poco più del 40% dei docenti in Romania rietenva che il proprio lavoro non fosse apprezzato dalla società. Così Merito è apparso anche per dimostrare ai docenti lopposto, spiega Cosmin Chiriță, il project manager.



    “Abbiamo avviato il progetto con lintenzione di riconoscere quei preziosi docenti nellintero Paese, proprio per evidenziare gli esempi positivi degli insegnanti in uno spazio mediatico in cui cerano allepoca molti esempi negativi. E ci siamo resi conto che ci sono anche questi esempi positivi che meritano di essere sotto i riflettori. Nonostante gli esempi negativi nel sistema educativo, ci sono quegli insegnanti appassionati ededicati che svolgono il loro lavoro per vocazione e che aprono gli orizzonti dellapprendimento per gli studenti e che meritano di essere portati alla ribalta e presentati come modelli positivi. Chiunque può raccomandarci un tale docente dellistruzione pre-universitaria pubblica in Romania, sul nostro sito web. Questa è una delle fonti da cui otteniamo questi consigli e la seconda fonte sono le comunità locali, ci rivolgiamo alla rete di insegnanti Merito per ottenere simili raccomandazioni. Poi arriva il nostro processo di selezione, che dura quasi un anno, con la documentazione online e in loco. Abbiamo anche alcuni criteri riguardanti le cose che fanno fuori classe, in che misura collaborano con altri insegnanti o lavorano con altri studenti o hanno un impatto sulle comunità svantaggiate. Sono criteri che essenzialmente riassumono ciò che riteniamo costituisca il profilo dellinsegnante meritevole e con performance che, speriamo, trasformerà anche il sistema educativo nella direzione che tutti vogliamo”.



    Oltre alla premiazione allannuale Galà Merito, i docenti prescelti entrano in una comunità dove possono scambiare esperienze e migliorare le proprie prestazioni in classe. In che modo impariamo sempre dal manager Cosmin Chiriță. “Man mano, nel tempo, abbiamo iniziato a sviluppare questa comunità di insegnanti di valore, a investire continuamente nel loro sviluppo, questo significa formazione professionale, accesso a esperti dallestero, libri, studi, analisi dallestero, inclusivamente la facilitazione della loro partecipazione a corsi o conferenze rilevanti per il loro sviluppo come professionisti.Vogliamo che trasmettano, dal canto loro, le buone pratiche, i metodi, le competenze acquisite attraverso questi programmi per contribuire alla formazione di altri insegnanti nel sistema. In sostanza, siamo già assistendoalla crescita del livello e della qualità degli insegnanti in Romania, partendo proprio dalla base, nel senso che gli insegnanti imparano dagli insegnanti in queste comunità locali che formiamo attraverso mezzi di apprendimento collaborativo”.



    Tra i membri della comunità Merito cè Doru Căstăian, professore di scienze socio-umane al Liceo Dimitrie Cuclin di Galați. Ecco cosa ci ha raccontato del suo metodo di insegnamento. “Una cosa è insegnare educazione sociale a una classe di scuola media e unaltra è insegnare economia o filosofia a ragazzi di 17-18 anni dell11° o della 12° classe. Ma non credo che ci siano metodi speciali adatti alle discipline. Ma cè un pregiudiziopiuttostodannoso in questo senso. Mi è stato spesso detto che riesco a fare certe cose in classe proprio perché le discipline me lo consentono. Se avessi insegnato matematica, fisica o qualche altra disciplina più rigorosa, non avrei potuto fare le cose che ho fatto insegnando scienze socio-umane e le discipline umanistiche. Non credo sia affatto così. Penso che i metodi che si adattano alle discipline umanistiche in generale siano spesso perfettamente adatti anche alle scienze esatte. Agli studenti più grandi insegno a volte in modo molto classico.Penso che anche lesposizione abbia il suo ruolo fondamentale nellinsegnamento, anche se questo metodo didattico antico non sia molto promosso. Penso che si debba evitare leccesso di interattività e di ludicità a tutti i costi perché a volte la mente ha bisogno di cibo serio, sostanzioso e coerente per funzionare. Quindi, non è un problema tenere lezioni, non è un problema invitare i miei studenti a partecipare a polemiche, discussioni argomentative contraddittorie e così via”.



    Liliana Olărașu, insegnante di matematica presso la scuola secondaria Vasila Conta di Iași, è considerata uninsegnante atipica perché insegna questa disciplina in modo rigoroso ma “non duro”. Inoltre, ha aiutato alcuni dei suoi studenti che stavano per abbandonare la scuola a non mollare. “Ho avuto alcuni casi. Ricordo il caso di un ragazzo che, purtroppo, non era stato promosso allasesta classe. Era il tipo di bambino che sedeva sullultima panchina, nessuno gli parlava e lui non credeva più in se stesso. Lho avuto come studente nella quinta classe. Non era stato promosso a causa dei voi ottenuti in storia, non in matematica, anche se non eccelleva in matematica. E questo ragazzo suonava molto bene la fisarmonica, ma nessuno lo sapeva. Lavevo scoperto per caso. E lui prendeva lezioni private di teoria musicale. E ricordo che allepoca stavamo anche facendo lezioni di informatica e ho chiesto loro di creare un file PowerPoint sulle loro passioni. E lui ha fatto un lavoro incredibile. Mi ha stupito con le sue cognizioni. Parlando di abbandono scolastico, mancava ogni tanto alle lezioni, ma nel momento in cui ha visto che ho scoperto un altro lato di lui, Cosmin ha iniziato a venire a scuola più spesso. Non ha abbandonato la scuola, è riuscito a frequentarla fino allottava classe. Dobbiamo comunicare con gli studenti in modo tale da capirli, rapportarci ai loro ritmi, ai loro bisogni e farli amare venire a scuola, prima di tutto. Poi imparano”, ci ha raccontato Liliana Olărașu.




  • Un tribunale per i minorenni

    Un tribunale per i minorenni

    Il tribunale per i minorenni e la famiglia di Brașov (centro della Romania) è stato creato nel 2004 ed è stato il primo del genere in Romania. Era inteso come progetto-pilota, da replicare, fino al 2007, se non in tutto il Paese, almeno nelle città importanti. Solo che, nel 2022, il Tribunale per i minorenni e la famiglia di Brașov resta lunico del genere nel Paese specializzato nella soluzione di cause civili e penali in cui sono coinvolti minorenni. Nel corso della sua esistenza, ci sono state voci che hanno sostenuto labolizione del tribunale di Brasov, con la motivazione che la sua attività sarebbe “ingiustificata”. A sostegno dellidea sono state portate argomentazioni di natura pecuniaria: il Tribunale per i minorenni e la famiglia avrebbe un volume di attività troppo ridotto rispetto alle risorse umane e materiali necessarie al suo funzionamento. In una recente discussione pubblica ospitata da PressHub.ro, lattuale presidente del Tribunale, la giudice Gabriela Chihaia, ha controargomentato. Innanzitutto, presso il Tribunale per i minorenni e la famiglia di Brașov, è stata allestita una sala speciale per lascolto dei bambini. Grazie a unassociazione – “Le donne si mettono in gioco” – e attraverso sponsorizzazioni e donazioni, i minorenni possono essere ascoltati per le varie cause in cui sono coinvolti in un ambiente molto più amichevole, con arredi e un design colorati e rilassanti. I bambini possono subire traumi con conseguenze a lungo termine nella loro vita, quindi un ambiente in cui si sentono rilassati è estremamente importante quando vengono ascoltati dai tribunali.



    La giudice Gabriela Chihaia: ʺIn un ambiente diverso dallaula, che è un ambiente austero, dove cè una certa procedura che devessere seguita a livello cerimoniale – con lalzarsi in piedi quando entra il giudice, con limputato che può essere privato della libertà, in custodia cautelare o sottoposto alla misura del controllo giudiziario o anche libero e presente in aula, con la famiglia o gli amici dellimputato che possono essere presenti, a volte anche in aula, se si tratta di unudienza pubblica o se, come accade la maggior parte delle volte quando abbiamo una vittima minorenne, ludienza non pubblica si svolge fuori dallaula di tribunale, nei corridoi del tribunale o nel cortile del tribunale – certo che il minore confrontato, anche solo visivamente, con queste persone, subisce un trauma supplementare rispetto a quello che comunque esiste una volta coinvolto in un procedimento giudiziario. E allora, queste aule speciali gli danno lopportunità di rivelarsi molto più facilmente davanti al giudice. Ho avuto minorenni che, sebbene allinizio stressati e tesi, poi si sono rilassati e hanno parlato molto più facilmente di quanto lavrebbero fatto in unaula di tribunale».



    Un secondo argomento a favore dellistituzione, in Romania, di diversi tribunali per i minorenni e per la famiglia è che il numero di casi che coinvolgono minorenni è in aumento. Nel tribunale specializzato di Brașov, vengono gestiti e risolti molto più rapidamente rispetto a un tribunale generale. La presidente del tribunale di Brașov, Gabriela Chihaia spiega: ʺPenso che questo numero di casi sia aumentato e sia in leggera crescita rispetto almeno alle capacità del tribunale per i minorenni e per la famiglia. Io lavoro in questo tribunale dal 1° gennaio 2019 e posso dire di aver notato che è aumentato il numero di casi che coinvolgono vittime minorenni, vittime di reati sessuali – penso siano le più frequenti. Non è un aumento esponenziale, ma abbiamo sempre casi del genere. Con questa specializzazione, possiamo organizzarci meglio nel caso di simili fascicoli. Ad esempio, se si tratta della tratta di minorenni, che è un fascicolo che ci perviene come prima istanza o un fascicolo che ha per oggetto un reato di omicidio o tentato omicidio commesso da un minorenne su un minorenne, li prendiamo rapidamente, ma questa velocità dipende dalla procedura penale, perché, allo stesso tempo, dobbiamo rispettare i termini previsti dalla normativa, dobbiamo rispettare i diritti della difesa, dobbiamo offrire la possibilità a tutte le parti di esercitare tali diritti in modo reale. Ma, al di là delle scadenze, siamo molto bravi a risolvere i casi».



    Infine, data la specificità dellattività del Tribunale per i Minori e la Famiglia, i suoi dipendenti sono diventati specialisti in cause civile e penale in cui sono coinvolti i minorenni. Gabriela Chihaia: ʺUn tribunale ordinario risolve questi casi insieme agli altri procedimenti civili e penali. Tuttavia, giudicando su più materie, è ovvio che il giudice non può specializzarsi in ciascuna di queste materie, dato che ciascuna ha una certa specificità. Ecco perché, tenuto conto che, negli anni, si è insistito costantemente sulla specializzazione dei magistrati, un tribunale così specializzato non può che essere un valore aggiunto per lorganizzazione dei tribunali nel nostro Paese, per i magistrati e, implicitamente, per la società a cui ci rivolgiamo”.



    Anche se abbandonato, quindi, sul nascere, il progetto della creazione in Romania di tribunali per i minorenni e le questioni familiari continua ad essere al centro dellattenzione, per la necessità che i diritti dei minorenni siano rispettati, in conformità alla legislazione e alle raccomandazioni internazionali. Lesistenza di un unico simile tribunale è, per molti, un errore.




  • Nuove sfide dell’anno scolastico in Romania

    Nuove sfide dell’anno scolastico in Romania

    Sottoposte dal Ministero dellIstruzione al dibattito pubblico allinizio dellestate, una serie di modifiche importanti alla Legge sullIstruzione hanno suscitato polemiche e accese reazioni tra docenti, genitori e studenti. Tutti, però, concordano su alcuni fatti evidenti: laumento del tasso di abbandono scolastico, lalto tasso di analfabetismo funzionale tra gli studenti, il tasso di conseguimento del diploma di maturità al di sotto delle aspettative. Le polemiche sorgono quando si cercano soluzioni, e quelle proposte dal ministero non soddifasano gli insegnanti e i genitori.



    Una delle modifiche proposte riguarda il raddoppiamento dellesame di ammissione alle scuole superiori di secondo grado per gli allievi dellottava classe che alletà di 15 anni dovrebbero sostenere lesame di Valutazione Nazionale – obbligatorio per tutti gli allievi delle scuole secondarie di primo grado -, ma anche unesame di ammissione separato ai collegi nazionali dove vogliono continuare gli studi. Questi ultimi sono i licei del sistema pubblico che ricevono lo status di collegi se riuniscono determinati criteri. Poiché in molti casi si tratta di ottime scuole con una certa tradizione, lopinione pubblica le considera “licei délite”. La proposta di un esame separato, sostenuta dai rappresentanti di questi licei riuniti nellAlleanza dei Collegi Centenari, non è gradita dalla Federazione nazionale delle associazioni dei genitori, come abbiamo appreso dal presidente Iulian Cristache. “Siamo lunica federazione rappresentativa a livello nazionale. E abbiamo deciso che quando si tratta di una decisione importante, un cambiamento fondamentale avviato dal Ministero dellIstruzione, dobbiamo fare sondaggi e le nostre indagini degli ultimi due anni hanno avuto un numero impressionante di intervistati. Lultima indagine riguardante lammissione alluniversità e il cambiamento della modalità di valutazione allesame di maturità proposta dal Ministero dellIstruzione nellattuale progetto legislativo ha avuto oltre 65.000 intervistati. Per quanto riguarda lammissione, oltre il 65% dei genitori si oppone a un simile esame di ammissione. E il parere della federazione è lo stesso. In questo momento, questi collegi, dove gli studenti sono ammesi con voti altissimi, superiori a 9,80, avrebbero la possibilità di fare una selezione tra questi ragazzi e creare delle classi di eccellenza. Non sappiamo perché sia ​​necessario sostenere lennesimo esame, per sottoporre i bambini a ulteriori pressioni in un arco di tempo relativamente breve. Loro sosterranno lesame di Valutazione Nazionale e sospetto che in un massimo di due settimane dovranno sostenere un altro che avrà un grado di difficoltà maggiore, non solo nelle discipline desame classiche, ma anche in altre che saranno approvate dal Consiglio Direttivo della scuola.”



    Unaltra preoccupazione destata da questa proposta riguarda le discrepanze socioeconomiche tra zone rurali e urbane, tra piccole città e grandi città. Situati nelle grandi città, i collegi nazionali sono solitamente i più ambiti dai bambini provenienti da famiglie che possono permettersi di vivere in un centro urbano e pagare le lezioni private necessarie per lammissione a queste scuole superiori considerate “top”. Un ulteriore esame approfondirebbe il divario tra gli studenti delle aree svantaggiate e quelle privilegiate, ritengono molti insegnanti, tra cui Doru Căstăian, che insegna scienze sociali e umane al Liceo “Dimitriu Cuclin” di Galati. “Ho detto che, purtroppo, a me sembra una misura discriminatoria. È una misura che non farà che approfondire alcuni problemi del sistema. Potrebbe, però, non essere necessariamente una misura pessima se fossero assicurate le condizioni in modo che questi tipi di esami possano essere estesi a livello dellintero sistema. Ma finchè solo a pochi sarà consentito di organizzare unulteriore esame di ammissione, nelle condizioni in cui esiste già una valutazione nazionale, non credo che la misura darà i risultati auspicati, anzi, rischia di aggravare i problemi già esistenti.”



    Nella riforma della Legge sullistruzione viene preso in considerazione anche lesame di maturità, con lintroduzione di prove uniche tramite la fusione di più discipline. Per cominciare, tuttavia, è necessario chiarire alcuni termini, secondo il professore di scienze socio-umane Doru Căstăian. “Parliamo prima di standardizzazione e poi di fusione, perché la standardizzazione potrebbe essere intesa nella sua accezione più ristretta. Fino a ulteriori chiarimenti, finché non sarà chiaro per tutti cosa si intende per standardizzazione, permangono le nostre perplessità e preoccupazioni circa la fusione di tutte le discipline in un solo esame. Ancora una volta chiedo come sarà fatto questo tipo di standardizzazione”.



    Per i genitori, lesame di maturità unico cancellerebbe anche le differenze tra gli indirizzi di studio dei ragazzi durante i quattro anni delle scuole superiori di secondo grado. Iulian Cristache, presidente della Federazione nazionale delle associazioni dei genitori. “Il modulo attuale ci sembra il migliore perché non capiamo quale sarebbe il senso dei vari indirizzi di studio se tutti gli studenti, a prescindere dallindirizzo, dovessero superare esami con lo stesso livello di difficoltà. Non credo sia normale che uno studente che studia al liceo scientifico, ad esempio, sia valutato secondo gli stessi criteri applicati agli studenti dei licei classici, dove la matematica viene insegnata in modo diverso. Qui siamo riusciti, dopo le discussioni con il Ministero, a ottenere la promessa che la lingua e la letteratura romena saranno una disciplina a sè stante”.



    Il dibattito pubblico sulle novità legislative si è concluso a fine agosto. Il Ministero dellIstruzione deve ora decidere se introdurrà o meno le proposte di modifica nei testi legislativi, per poi trasmetterle al Parlamento per la votazione.




  • La semi-dipendenza economico-abitativa dei giovani dai genitori

    La semi-dipendenza economico-abitativa dei giovani dai genitori

    Le statistiche europee segnalano, da diversi anni, lesistenza di un fenomeno che non sembra rallentare: il gran numero di giovani adulti – tra i 19 e i 34 anni – che vivono con i genitori. Il sogno di una precoce indipendenza sembra aver smesso di segnare da molti anni la vita dei giovani europei e la Romania non vi fa eccezione. Ad esempio, nel 2018 circa il 42% dei giovani romeni tra i 25 e i 34 anni viveva con i genitori, mentre dati più recenti mostrano che il loro numero sarebbe superiore a 2,2 milioni. La pandemia non ha affatto cambiato la situazione, la Romania annoverandosi tra i primi 10 Paesi europei con il più alto tasso di coabitazione con i genitori dei giovani adulti sopra i 25 anni. Ai primi posti Croazia, Grecia e Slovacchia, e agli ultimi Paesi nordici come Svezia, Finlandia e Danimarca. Il sociologo Dumitru Sandu, docente allUniversità di Bucarest, ha studiato il fenomeno e analizzato i più recenti dati.



    “Per il 2020, nella gerarchia europea, la Croazia aveva il 65% di giovani in co-abitazione, la Grecia il 60%, la Slovacchia il 53%. La Romania è al 10° posto con il 43%. Infatti, il cambiamento più importante avvenuto nel biennio 2018-2020 è legato alle differenze di genere tra uomini e donne. La quota di giovani maschi adulti di età superiore ai 25 anni e fino ai 34 anni che vivevano con i genitori era del 55%, ovvero più della metà. Per le giovani donne della stessa età, la percentuale è del 29%. Quindi, si tratta praticamente di una differenza di circa 27 punti percentuali. Come ci troviamo dal punto di vista dei divari di genere? Siamo al 2° posto subito dopo la Bulgaria. La Bulgaria ha una percentuale più alta della Romania, la differenza tra uomini e donne essendo del 28% rispetto al 27% in Romania. Quindi, in Europa, cè un divario non tra la vecchia UE e la nuova UE, ma tra gli estremi geografici. Ci sono Paesi del sud come Croazia, Grecia, Slovacchia e Romania, e vicini a essi per comportamento demografico Portogallo, Spagna, Italia e Malta, e quelli del nord. Quindi è un divario importante tra il sud Europa e il nord Europa.”



    La prima causa a cui pensiamo quando analizziamo questa situazione è quella economica. Laumento della disoccupazione giovanile, gli affitti alti o lalto costo delle abitazioni sono altrettanti motivi che trattengono a lungo i giovani nella casa dei genitori. Ma è possibile che anche la persistenza di modelli culturali o sociali più antichi sia una causa, soprattutto date le discrepanze di genere. Il sociologo Dumitru Sandu spiega. “Resta la motivazione economica, ma esiste anche una motivazione culturale o sociale, nel senso che nel modello culturale tradizionale luomo è il principale percettore di reddito. Luomo conta di più nel mercato del lavoro. Questa motivazione sociale è molto importante nelle analisi sociologiche. Abbiamo misurato lo stato sociale dei 27 Paesi attraverso laspettativa di vita alla nascita, un indicatore utilizzato nella ricerca specializzata per misurare lo sviluppo sociale. In breve, le società con servizi sociali e sanitari meno sviluppati tendono a costringere i giovani a vivere più a lungo con i genitori. Soprattutto i maschi. Da qui il divario molto ampio tra uomini e donne nellEuropa meridionale rispetto allEuropa settentrionale”.



    Tuttavia, ciò non spiega completamente il fenomeno, perché il sud dellEuropa è in evoluzione da molto tempo e la Romania è un caso esemplare in questo senso, ritiene Dumitru Sandu. “Soprattutto nei Paesi poveri, del sud Europa, negli ultimi 10-20 anni cè stato un processo di crescita accelerata del livello di aspirazioni dei giovani. In breve, i giovani in Romania, indipendentemente dalla loro condizione economica e dalla condizione economica del Paese, vogliono vivere come in Occidente. In queste condizioni, alcuni di loro, se vogliono vivere come in Occidente, vanno in Occidente, ma altri restano nel Paese. Affinché le condizioni di vita nelle future giovani famiglie siano il più vicino possibile a quelle in Occidente, esse accettano un periodo-cuscinetto in cui spendono meno per la propria persona e si preparano alla creazione di un contesto più connesso famiglia. Ad esempio, la società romena inizia a investire sempre di più nella qualità del bambino. Lidea è: “non vogliamo molti figli, ma vogliamo avere condizioni nella famiglia, in casa e nella società in modo tale che i pochi bambini che abbiamo abbiano accesso a una buona istruzione e a una buona vita. Quindi, questi rinvii che a prima vista sembrano strani sono assolutamente razionali. Derivano da un improvviso aumento di livello delle aspirazioni dei giovani relativamente poveri dellEuropa meridionale che continuano a rimandare metter su famiglia e il proprio nucleo familiare fino a quando saranno più vicini alle condizioni ideali.”



    Sfortunatamente, nessuno dei dati attuali indica che il grado di co-abitazione dei giovani con i genitori diminuirà nel prossimo futuro, almeno non fino a quando le condizioni economiche non cambieranno.




  • Come parlare della guerra ai bambini

    Come parlare della guerra ai bambini

    La guerra non la capiscono bene nemmeno gli adulti, tanto meno i bambini. La guerra in Ucraina ha fatto emergere una problematica molto delicata – forse possiamo tenere lontani i bambini da una situazione drammatica in famiglia, ma sicuramente non possiamo tenerli lontani dalle immagini orrende della guerra. Come possiamo spiegare ai bambini il dramma della guerra? Come li aiutiamo a far fronte a situazioni complicate che possono verificarsi più tardi nella loro vita? Mettiamo un filtro alla realtà o no? Ecco il parere della psicologa Cristina Năstase. “In una situazione di crisi, un bambino ha bisogno innanzittutto di sicurezza. Le bugie, lommissione di informazioni e le false rassicurazioni non possono offrire questa sicurezza. Al contrario, rendono ancora più forte linsicurezza, gettando il bambino in una totale confusione, dato che non può più fidarsi delle parole del genitore. Se i genitori non parlano con i bambini, questi possono somatizzare, possono rifiutare di uscire di casa, possono diventare apatici o rabbiosi. Offrite loro informazioni, ma non eccessivamente. Solo quelle di base e gradualmente. I bambini hanno bisogno di tempo per processare le informazioni. Se fanno domande su un particolare evento, è importante rispondere solo a quelle ed evitare di fornire troppe informazioni. Mostrate, però, disponibilità, unapertura sincera, cosicchè, ogni volta che il bambino ha una domanda, sappia che il genitore gli risponderà. Se i bambini fanno domande e i genitori negano, i bambini saranno confusi, crederanno che i genitori mentono, e questi ultimi si lasceranno sfuggire loccasione di rassicurare i bambini. E i genitori sono lo spazio di sicurezza dei bambini. I genitori, soprattutto dei bambini fino a 11-12 ani, possono filtrare e tradurre le informazioni per renderle accessibili ai figli. Li possono tranquillizare, incoraggiare a scaricarsi emotivamente e possono essere accanto a loro. Non parlare loro di ciò che succede vuol dire lasciarli riempire loro stessi il vuoto narrativo, e il bambino pensera cosi: se non mi dicono niente, devessere qualcosa di serio – il che aumenterà lansia. Se non me lo dicono, vuol dire che non hanno fiducia in me – il che porta a un calo dellautostima. Siate, quindi, sinceri e diretti, ma senza dettagli estremi.”



    Come dobbiamo parlare della morte con i bambini di varie età e qual è il ruolo del genitore in questa equazione ci spiega sempre Cristina Năstase. “È raccomandabile partire da ciò che i bambini già sanno, poi incoraggiarli a fare domande. Vanno, inoltre aiutati a dire cosa provano – preoccupazione, paura, rabbia, tristezza, compassione. Quale il ruolo dei genitori? Spiegare, a seconda delletà, cosè la guerra? Ci sono libri di storia per i piccoli e i genitori si possono ispirare per spiegare loro le cose. Possono leggere storie su battaglie in cui il bene vince. Possono guardare insieme film di animazione o tratti da vicende storiche. Unaltra idea sarebbe giocare alla guerra insieme ai bambini se loro iniziano un simile gioco. Ha il ruolo di cacciare via la paura e poriettare nel gioco i fantasmi legati alla guerra e in cui i bambini vanno lasciati dirigere. Il più probabilmente, questo gioco sarà richiesto dai bambini più piccoli fino ai bambini di 9-10 anni. Con questi ultimi potete usare giochi di strategia o videogiochi. Anche lumorismo è una risorsa importante, perchè distende la situazione, relativizza e produce gioia, e le risate possono diminuire la paura e la rabbia. Ad alcuni bambini può bastare. Altri chiederebbero se gli uomini che fanno la guerra muoiono. E dovrete dire loro la verità e rispondere ad altre domande sulla morte, perchè la paura della guerra è infatti la paura della morte. Li potete rassicurare che loro non moriranno e che nè voi, i genitori, siete in pericolo di morire, che gli adulti di tutti i Paesi si adoperano a risolvere la situazione, li potete assicurare che non è la loro responsabilità, che non devono sentirsi colpevoli, che possono giocare con gli amici, possono continuare a fare tutto ciò che porta loro gioia. Potete condividere con loro che anche voi, come adulti, provate le stesse emozioni, preoccupazioni, la stessa tristezza e rabbia, ma che sapete che la guerra non dilagherà, che nel vostro Paese non ci sarà la guerra. Che è importante concentrarsi su ciò che abbiamo da fare ogni giorno, che possiamo aiutare quelli in Ucraina, che possono anche loro aiutare se vogliono, che è importante essere solidali, che insieme possiamo resistere meglio. Il bambino sentirà sicurezza nel fatto che i grandi gli spiegano cosa sta succedendo. Non si lascerà sopraffare, non piangerà, non si sentirà spaventato.”



    La psicologa Cristina Năstase ci insegna anche come parlare con gli adolescenti della guerra. “Gli adolescenti hanno in mente una rappresentazione di ciò che presuppone la guerra. Quali conseguenze ne derivano? Loro lo sanno dai libri, dai film, dagli amici, dalle lezioni di storia, dalla tv. La guerra non è mai stata cosi vicina. Nel loro caso dovete verificare le fonti di informazioni, portare argomenti chiari, logici, che li aiutino a tranquilizzarsi. Dovete validare le loro emozioni, accettare quando vi dicono che non hanno paura, anche se il loro comportamento dice unaltra cosa, aiutateli a diventare consapevoli delle relazioni tra i loro pensieri e le loro emozioni, lavorate con i pensieri, per trovare alcuni più ragionevoli. Potete condividere con loro le proprie emozioni, come genitori, sulla guerra, potete incoraggiarli a parlare dei loro pensieri. Potete parlare con loro di come possiamo aiutare i rifugiati. Scegliete un momento del giorno in cui parlare dei cambiamenti apparsi durante gli avvenimenti, se sono più ansiosi che nel giorno precedente. Siate aperti alla discussioni, ma non prolungatele eccessivamente.”



    Non cercate di annullare le emozioni dei bambini, parlatene con loro.