Category: Raccontare Romania

  • Tutto sulla vignetta in Romania

    Tutto sulla vignetta in Romania

    Il pedaggio per la rete di autostrade, superstrade, strade europee e nazionali in Romania è stato modificato dall’11 marzo 2024. La vignetta per la Romania va pagata per qualsiasi veicolo, indipendentemente dal fatto che sia immatricolato sul territorio di Romania o in altri stati e indipendentemente dal fatto che il conducente risieda in Romania. Sono stati modificati i prezzi, così come i periodi per i quali può essere emessa la vignetta, a seconda della categoria del veicolo.

     

    La vignetta giornaliera è valida dall’11 marzo per tutte le categorie di veicoli. Per 24 ore, un conducente pagherà 12,43 lei (2,5 euro), rispetto ai 3 euro che pagava fino a poco tempo fa per una vignetta valida per una settimana. La vignetta settimanale, che costa l’equivalente di 3,3 euro, è stata sostituita da quella da 10 giorni. La vignetta per 30 giorni costa l’equivalente di 5,3 euro per un veicolo. Un’altra novità è che il pedaggio 90 giorni è stato sostituito da quello di 60 giorni, per l’equivalente di 8,4 euro (41,75 lei, al tasso di cambio ufficiale attualedella Banca Centrale di Romania.

     

    Per la vignetta annuale, le tariffe non sono state modificate. Pertanto, la Rovignetta per un anno rimane all’equivalente di 28 euro per automobili, 96 euro per veicoli commerciali sotto le 3,5 tonnellate e 320 euro per i veicoli da trasporto da 9 a 23 posti. Per un pullman, la vignetta costa l’equivalente di 560 euro. Il pedaggio più caro è di 1.210 euro per un anno, per i veicoli di trasporto merci con massa superiore a 12 tonnellate e con almeno 4 assi.

     

    Per i minibus (veicoli da trasporto da 9-23 posti), la vignetta costa l’equivalente di 4 euro per un giorno, 16 euro per 7 giorni, 32 euro per 30 giorni e 320 euro per un anno. Le Rovignette si possono acquistare semplicemente online su vari siti specializzati, tra cui quello dell’Azienda Nazionale di Gestione delle Infrastrutture Stradali (CNAIR) o presso le grandi catene di distributori di benzina, ma anche tramite SMS al numero di telefono 7500 (presso i principali operatori di telefonia mobile in Romania, se avete un abbonamento o una carta prepagata), come anche presso gli uffici della Posta Romena.

     

    I conducenti che non hanno una Rovignetta valida possono essere sanzionati con multe comprese tra 250 e 4.500 lei (circa 50-900 euro), a seconda del veicolo che guidano.

  • Il mercato immobiliare in Romania

    Il mercato immobiliare in Romania

    A febbraio 2024, in Romania sono stati venduti quasi 53.800 immobili, oltre 16.500 in più rispetto a gennaio. Il numero di case, terreni e appartamenti oggetto di transazioni a febbraio 2024 è di oltre 6.500 in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Il maggior numero di vendite immobiliari è stato registrato a febbraio a Bucarest (oltre 9.100) e nelle province di Ilfov (sud), quasi 3.500, e Iaşi (nord-est), oltre 3.200.

    Le province con il minor numero di immobili venduti nello stesso periodo sono quelle meno sviluppate, Teleorman (sud), con quasi 240 immobili venduti, Covasna (centro), oltre 330, e Sălaj (nord-ovest), oltre 410. Inoltre, le province in cui è stata venduta la maggior parte dei terreni agricoli nel secondo mese di quest’anno sono Dolj (sud), quasi 900, Botoşani (nord), oltre 620, e Timiş (ovest), 610 terreni.

    D’altra parte, più del 70% dei romeni in cerca di casa predilige gli appartamenti, e il prezzo è l’indicatore principale nella decisione finale di acquisto, secondo i risultati di uno studio specializzato. Nell’ultimo trimestre del 2023, la domanda totale di case e appartamenti nuovi e vecchi a livello nazionale è stata di 124.700, di cui 105.800 vecchi e 45.100 nuovi. Nel quarto trimestre del 2023, la maggior parte dei potenziali acquirenti cercava un appartamento o una casa a Bucarest.

    Negli ultimi tre mesi del 2023, si sono registrati a livello nazionale 145.200 potenziali acquirenti, del 21,7% in più rispetto al 2022. Avevano a disposizione 116.600 proprietà residenziali (case, appartamenti), del 25% in meno rispetto all’anno precedente. Sul totale delle ricerche di alloggi, il 20-25% dei clienti mirava alle zone centrali, il 30-40% alle periferie e il resto ai quartieri. I principali mercati residenziali in Romania si trovano a Bucarest e in altre grandi città altamente sviluppate: Cluj-Napoca (nord-ovest), Timişoara (ovest), Iaşi (nord-est), Braşov (centro) e Costanza (sud-est).

    Per quanto riguarda i clienti che scelgono una casa, si tratta generalmente di famiglie con bambini che desiderano avere un cortile e uno spazio abitativo più ampio. La sfida sta nell’ubicazione, perché le persone disponibili a trasferirsi in periferia non sono molte e cercano la vicinanza delle scuole. In generale, secondo lo studio citato, questi clienti sono imprenditori, liberi professionisti o lavorano in posizioni di top management e hanno un orario flessibile.

    Gli specialisti immobiliari stimano che quest’anno circa un milione di romeni cercheranno casa, e chi desidera un appartamento o una casa tiene conto non solo del prezzo, ma anche dell’ubicazione dell’immobile.

  • Preparativi per l’ingresso in Schengen con frontiere aeree

    Preparativi per l’ingresso in Schengen con frontiere aeree

    La Romania e la Bulgaria aderiranno allo spazio europeo di libera circolazione per primo con le frontiere aeree e marittime, a partire dal 31 marzo 2024. La capacità per il trattamento del traffico è stata temporaneamente ridotta per l’implementazione dei flussi Schengen/non Schengen presso l’Aeroporto internazionale Henri Coandă di Bucarest, il più grande in Romania. Pertanto, i cancelli automatici di controllo delle frontiere sono stati spostati dall’attuale flusso di partenze internazionali al futuro flusso di partenze non Schengen.

     

    La Compagnia Nazionale degli Aeroporti di Bucarest ha completato la modernizzazione delle apparecchiature per il trattamento dei bagagli da stiva sul flusso delle partenze, nell’area check-in A. Il flusso prevede 28 banchi check-in, rispetto ai 26 iniziali, e alla fine 6 di questi saranno configurati come banchi self-service drop-off, che consentiranno al passeggero di depositare autonomamente il proprio bagaglio da stiva. Il sistema ha una capacità di 1.150 bagagli all’ora. Al termine dei lavori di investimento, la capacità di lavorazione sarà di 2.400 bagaglio all’ora.

     

    Il nuovo terminal delle partenze internazionali dell’Aeroporto “Traian Vuia” a Timișoara (Romania occidentale) sarà messo in funzione non appena la Romania entrerà nell’area Schengen per via aerea, ha annunciato il ministro dei Trasporti, Sorin Grindeanu. L’ingresso della Romania in Schengen ha portato alla riorganizzazione dei flussi di partenze e arrivi. Grazie agli scanner 3D per il controllo del bagaglio a mano, i laptop e i liquidi non dovranno più essere rimossi da queste borse a Timișoara. Il nuovo terminal ha una superficie costruita di 12.000 metri quadrati, 6 filtri di sicurezza, 18 banchi check-in e 6 cancelli per la scansione automatica dei documenti.

     

    Anche il nuovo terminal T4 dell’aeroporto internazionale di Iași diventerà operativo dal 31 marzo, quando potranno operare i primi voli per Schengen. L’imbarco per i voli extra Schengen avverrà dal terminal T3. Nel terminal T4 verranno effettuati il ​​check-in e i controlli di sicurezza sia per i passeggeri in partenza sia dal terminal T4, che dal terminal T3. I due terminal sono collegati da un passaggio. Con una superficie di 32.000 metri quadrati e una capacità di trattamento di 950 passeggeri all’ora ovvero 3,5 milioni di passeggeri all’anno, il T4 è il secondo terminal più grande della Romania. Il terminal dispone di 7 porte d’imbarco, 20 banchi check-in, 8 sistemi di self check-in.

     

    Allo stesso tempo, il principale aeroporto regionale della Romania per numero di passeggeri, l’Aeroporto Internazionale “Avram Iancu” di Cluj-Napoca, dispone di una nuova piattaforma per il parcheggio degli aerei, con 4 posti, realizzata con fondi europei, che dà alle compagnie aeree la possibilità di aumentare le frequenze dei voli o introdurre nuove destinazioni. Nel 2024 sarà completato l’ampliamento del terminal partenze con 7.200 mq. Sarà adattato al traffico Schengen e non Schengen.

  • Mucenici, il dolce che ricorda i 40 Martiri di Sebaste

    Mucenici, il dolce che ricorda i 40 Martiri di Sebaste

    Il 9 marzo, la Chiesa fa memoria ai Quaranta Martiri di Sebaste. In Romania, Paese a maggioranza ortodossa, a questa giornata è legata la tradizione di un dolce chiamato “Mucenici” (in romeno “Martiri”): un impasto modellato nella forma della cifra 8, che ricorda l’abbraccio dei soldati cristiani per non morire di freddo nell’acqua gelida del lago in cui il governatore romano li aveva buttati come punizione per la loro fede cristiana. Secondo l’usanza, le donne preparano 40 mucenici, mentre gli uomini bevono 40 bicchieri di vino rosso.

    In Romania, questo dolce si prepara in due modi. Nella regione storica della Moldavia (est) primeggia quello a base di impasto lievitato. Servono un chilo di farina, 200 g di zucchero, un bicchiere di latte, 100 g di burro, 6 uova, lievito di birra, scorza di limone, noci e miele. Mescolate il lievito con il latte caldo e la farina, e aggiungete i tuorli d’uovo e il burro fuso. Lavorate l’impasto per circa 20 minuti e fatelo riposare finchè il volume raddoppia. Dividete l’impasto in pezzi da modellare in cordoncini e poi nella forma della cifra 8. Disponeteli in una teglia imburrata e fate cuocere nel forno preriscaldato  finchè diventano dorati. Bagnateli subito di miele e cospargete noci tritate. Sono saporitissimi sia caldi che freddi, accompagnati da un bicchiere di vino.

    Invece, nel sud del Paese, nelle regioni della Valacchia e della Dobrugia, la ricetta è diversa. Servono un chilo di farina, qualche cucchiaio di miele o 250 g di zucchero, scorza di limone, estratto di rum, 250 g di noci tritate e un pizzico di sale. Lavorate la farina con acqua e sale e dividete l’impasto in pezzetti da modellare a forma di 8. Fateli essicare per qualche ora. Versate 2 litri di acqua in una pentola, aggiungete lo zucchero o il miele, vaniglia e portate all’ebolizione. Aggiungete i mucenici e mescolate occasionalmente. Una volta bolliti, aggiungete la scorza di limone e l’estratto di rum. Fate dorare un po’ i gherigli di noce nel forno e schiacciateli. Servite i mucenici cospargendo sopra le noci e cannella in polvere.

  • Invito a Borsec

    Invito a Borsec

    Continuiamo la presentazione delle 10 destinazioni votate nella Top 10 “Destinazioni FIJET Romania 2024”, un progetto del Club della Stampa Turistica della Romania che si propone di attirare l’attenzione su alcuni luoghi del Paese che si fanno notare in particolar modo dal punto di vista turistico. Andiamo oggi nella località di Borsec, al terzo posto nella nostra classifica. Sita nel nord-est della provincia di Harghita, Borsec è relativamente isolata, si trova in mezzo ad una natura ben conservata, all’altitudine di 850 metri.

    Il sindaco della città di Borsec, Mik Jozsef, ha presentato con orgoglio la sua località a Radio Romania Internazionale: “Borsec sta rinascendo adesso, perché come sappiamo, purtroppo, è stata una delle località turistiche più distrutte di Romania, però recentemente è diventata anche un resort termale, poiché un anno e mezzo fa è stato aperto un nuovo centro balneo-climatico, che include anche una struttura per le cure e un centro di benessere. Oltre a questo, ci sono piste da sci, d’inverno, bob, d’estate e altre attrattive turistiche. Ma ci sono anche le acque minerali che si possono assaggiare, provenienti da varie sorgenti. L’acqua pulita, le foreste di abeti, gli itinerari turistici, una riserva naturale di 70 ettari, dove ci sono diverse attrattive turistiche, a cominciare dal bagno popolare, Poiana Zânelor, punti di belvedere, grotte di ghiaccio, la Grotta degli Orsi, la Fortezza del Gufo. Quindi Borsec vi aspetta anche per cure e wellness, sci e soprattutto con programmi per famiglie.”

    La maggiore ricchezza di Borsec è rappresentata, senza dubbio, dalle numerose sorgenti di acque minerali. La denominazione di “Regina delle Acque Minerali” le è stata attribuita dall’imperatore dell’Austria, Francesco Giuseppe. Lo sviluppo della località è legato ai nomi di due cittadini austriaci, Günther e Zimmethausen, che nel 1806 hanno affittato il terreno e hanno costruito la prima fabbrica di imbottigliamento dell’acqua minerale, che ha una continuità di 210 anni. I premi ottenuti alle varie fiere internazionali sono esposti al Museo delle Acque Minerali, dove si trovano anche altri documenti e oggetti legati alla storia di queste acque. Sempre qui è stata prodotta, nel 1806, la prima acqua minerale imbottigliata industrialmente in Europa. Ville e agriturismi eleganti, alcuni risalenti a oltre 100 anni fa, ma che sono stati rinnovati, aspettano i loro visitatori.

    Esiste anche una serie di eventi organizzati anno dopo anno, che fanno di Borsec una località turistica sempre più attraente. Tra questi elenchiamo: “Smart Fest”, auto-intitolato “il maggiore festival di sviluppo personale e divertimento di qualità”, giunto quest’anno alla quarta edizione, previsto a luglio, ma anche “Ceaun Borsec Festival”, La Coppa Cross Montano, Le Giornate della città di Borsec, il festival musicale – gastronomico Faló, il Festival Nostalgico, nonché concerti di artisti famosi.

  • Sciare in Romania

    Sciare in Romania

    In Romania ci sono circa 75 località con piste da sci. Il comprensorio sciistico non è molto esteso, e gli inverni più caldi degli ultimi anni hanno spesso rovinato la gioia degli appassionati di sci o snowboard. Sono circa 220 le piste da sci, per una lunghezza totale di quasi 200 chilometri e con diversi gradi di difficoltà. I colori della segnaletica sono i seguenti: verde – pista per principianti, blu – pista facile, rossa: pista di media difficoltà, nera: pista difficile. In sempre più località si trovano impianti da sci notturno, come anche i cannoni da neve, per compensare la crescente mancanza di neve naturale e offrire maggiori possibilità ai turisti di praticare gli sport invernali.

    Un’ora di sci con maestro costa oltre 25 euro a persona, e nel prezzo non sono compresi l’attrezzatura da sci o snowboard e il trasporto sull’impianto a fune. Lo skipass giornaliero costa circa 30 euro (anche di più nelle località più richieste), ma il prezzo scende proporzionalmente per gli skipass plurigiornalieri. Esiste anche il sistema delle tessere a punti, che possono essere utilizzate per salire sulle piste con lo ski lift, la seggiovia, la cabinovia o la funivia. Un biglietto di andata e ritorno in seggiovia, cabinovia o funivia costa almeno 10 euro, ma può arrivare a 20 euro. Purtroppo quasi tutti i siti con informazioni sullo stato delle piste sono in romeno, ma gran parte sono accompagnate da pittogrammi suggestivi, abbastanza facili da comprendere. Ci sono numerose webcam e potete vedere lo stato delle piste dai propri computer.

    Situata a 1.400 metri nella provincia di Huneadoara (sud-ovest), la località Straja dispone della pista da sci più lunga in Romania (Pârtia Straja), che si stende su 8,1 chilometri e con un dislivello di oltre 1.100 metri. La più grande offerta di piste si trova sulla Valle di Prahova, nelle località di Sinaia, Buşteni, Azuga e Predeal, dove ci sono quasi 40 piste. Si aggiungono, relativamente vicine, quelle di Poiana Brașov, una delle località più ambite, situata a 14 chilometri da Brașov, nella Romania centrale. Altre zone ricercate dai turisti, con numerose piste, si trovano nel Maramureş (nord), a Borşa, Cavnic e Baia Sprie, nella provincia di Suceava (nord), a Vatra Dornei, Cârlibaba, Câmpulung Moldovenesc e Gura Humorului, nel sud-ovest (nelle province di Caraş Severin e Hunedoara), a Semenic, Muntele Mic, Straja e Parâng, nelle province di Gorj e Vâlcea (sud-ovest), a Rânca e Voineasa, o nel centro della Romania, a Păltiniş.

  • Trasporto pubblico intelligente

    Trasporto pubblico intelligente

    La Romania è tra i paesi con il trasporto pubblico più intelligente dell’Europa orientale, grazie agli investimenti nella modernizzazione dei mezzi di trasporto e nell’estensione della metropolitana di Bucarest-Ilfov. E’ quanto emerge da un’analisi pubblicata dall’Associazione Romena Smart City alla fine dello scorso anno. Il 2023 è stato l’anno migliore per il trasporto pubblico di passeggeri in Romania, ritiene l’Associazione. Sono diverse le novità che il 2023 ha portato nel settore del trasporto pubblico, tra cui la fermata di metropolitana Tudor Arghezi a Bucarest, nella cui costruzione è stato coinvolto per la prima volta un ente locale, il Municipio del Rione 4. Contemporaneamente, vengono messi in circolazione 100 bus e tram elettrici sempre a Bucarest.

    La Romania si sta rapidamente evolvendo verso un sistema di trasporto pubblico intelligente, con soluzioni digitali che portano vantaggi significativi ai viaggiatori e all’intera società. Questo progresso non solo migliora l’esperienza dei viaggiatori, ma contribuisce anche alla riduzione dell’impatto sull’ambiente e all’efficienza delle operazioni, ritiene la fonte citata. Secondo l’analisi degli esperti, il trasporto pubblico nelle città romene è tra i più avanzati dell’Europa orientale, attraversando negli ultimi anni un continuo processo di trasformazione digitale attraverso investimenti in autobus elettrici, sistemi di pagamento elettronici e applicazioni mobili.

    I migliori esempi di città con un sistema di trasporto pubblico visibilmente migliorato, che rende la località una smart city, sono Cluj-Napoca (nord-ovest), Oradea (nord-ovest), Braşov (centro), Turda (nord-ovest), Suceava (nord) e Bucarest. Hanno implementato sistemi avanzati di biglietteria e informazione in tempo reale, tecnologie integrate di monitoraggio del traffico e hanno investito in veicoli ecologici che contribuiscono a un ambiente urbano più pulito e più sano.

    In questo contesto, a giugno 2023 è stato firmato il contratto per la costruzione della metropolitana di Cluj-Napoca. Se completata, questa sarà la seconda rete metropolitana in Romania, dopo quella di Bucarest. Il progetto prevede una linea di circa 21 chilometri e 19 fermate e un deposito sotterraneo per un costo di oltre 2 miliardi di euro. La prima tratta, lunga 7,5 chilometri, con 9 fermate, e il deposito dovranno essere completati entro agosto 2026, per poter beneficiare dei fondi europei concessi alla Romania. L’intero progetto (comprese le restanti 10 fermate) potrebbe essere completato entro il 2031.

    I rappresentanti del Ministero dei Trasporti si concentrano, allo stesso tempo, sull’ampliamento della rete di autostrade e superstrade, dato che la Romania ha raggiunto la soglia dei 1.000 chilometri di autostrade e superstrade solo alla fine del 2023. Le autorità ritengono inoltre che sia molto importante avere 3-4 progetti di treni metropolitani.

  • Traffico aereo passeggeri, in aumento in Romania

    Traffico aereo passeggeri, in aumento in Romania

    Nel 2023, il traffico passeggeri negli aeroporti romeni è aumentato del 17%. Quasi 25 milioni di passeggeri sono stati registrati negli aeroporti romeni lo scorso anno, come ha riferito l’Associazione degli Aeroporti di Romania. Rispetto al 2019, quando si registravano 23,23 milioni di persone, l’incremento è del 6%. Nel 2023, il numero di passeggeri sui voli nazionali è diminuito dell’8% rispetto al 2022, raggiungendo 1,82 milioni di persone. Allo stesso tempo, il numero di passeggeri sui voli esterni ha registrato un aumento importante, del 19,6% nel 2023 rispetto al 2022 (quasi 22,74 milioni di passeggeri).

    Siamo lieti di constatare che in Romania il traffico passeggeri ha registrato una forte ripresa, tanto da aver superato i valori registrati prima della pandemia. Negli ultimi anni, la maggior parte degli aeroporti della Romania ha sviluppato importanti progetti di investimento. Sono stati costruiti nuovi terminal, quelli esistenti sono stati estesi e ammodernati, si è lavorato sull’ampliamento delle piste e delle vie di rullaggio, e sono state acquistate attrezzature moderne di sicurezza. Ci aspettiamo che i valori del traffico aumentino costantemente e stimiamo che nel 2040 supereremo i 50 milioni di passeggeri negli aeroporti romeni, ha dichiarato il presidente dell’Associazione, David Ciceo.

    Nel dettaglio, quasi 14,7 milioni di passeggeri sono transitati nel 2023 nei due aeroporti della Capitale – l’Aeroporto Internazionale Henri Coandă di Otopeni e l’Aeroporto Internazionale Aurel Vlaicu di Bucarest-Băneasa. Secondo la Compagnia Nazionale degli Aeroporti di Bucarest, il traffico è aumentato nel 2023 di oltre il 16,5% rispetto all’anno precedente. Il numero totale di passeggeri nel 2023 si è avvicinato molto al massimo, registrato nel 2019, quando si contavano quasi 14,73 milioni di passeggeri. Il traffico è stato influenzato negativamente dal conflitto in Ucraina e, negli ultimi mesi del 2023, dal conflitto a Gaza, che ha ridotto notevolmente i voli per Tel Aviv, una delle principali destinazioni dall’Aeroporto Henri Coandă, precisa la Compagnia. In questo contesto, dal 1° marzo 2024 riprenderanno i voli operati dalla compagnia low cost Wizz Air da 6 città europee, tra cui Bucarest, diretti a Tel Aviv. La frequenza dei voli da Bucarest, Budapest, Sofia, Londra, Cracovia e Roma verso Tel Aviv sarà di tre volte a settimana.

    D’altra parte, la compagnia di bandiera TAROM ha aumentato il numero dei voli tra Bucarest e Baia Mare (nord della Romania). TAROM effettuerà voli sulla rotta Bucarest – Baia Mare – Bucarest domenica, lunedì, martedì, giovedì e venerdì. Dall’Aeroporto Internazionale Maramureş c’è anche l’unico volo regolare esterno Parigi – Baia Mare – Parigi, il giovedì e la domenica, operato dalla compagnia aerea HiSky.

  • Guardando attraverso la cornice: ritratti e autoritratti della famiglia Storck

    Guardando attraverso la cornice: ritratti e autoritratti della famiglia Storck

    Alla fine del 2023, il Museo del Municipio di Bucarest (MMB) ha inaugurato la mostra temporanea Guardando attraverso la cornice: ritratti e autoritratti della famiglia Storck. Ospitata dal Museo Frederic Storck e Cecilia Cuțescu-Storck, una delle sedi del MMB, la mostra, che potrà essere visitata fino a metà febbraio, propone, all’interno della casa-bottega dei due artisti classici, un viaggio nel loro mondo, tra parenti e amici di famiglia, passando in rassegna le varie tappe della loro vita o arte, attraverso i ritratti e gli autoritratti da loro firmati. Frederick Ștefan Storck (1972-1942) è stato uno scultore romeno, cronista d’arte e professore. Sua moglie, Cecilia Cuțescu-Storck (1879-1969), fu una pittrice con un’importante influenza sulla vita culturale del periodo tra le due guerre mondiali.

    Della mostra ospitata a Casa Storck, abbiamo parlato con la museografa e curatrice, Ana Maria Arsinca. Riunendo alcune opere che non venivano esposte da molto tempo, la mostra riesce a mettere in luce un’altra dimensione, quella familiare. Abbiamo pertanto portato all’attenzione del pubblico una selezione di ritratti e autoritratti di membri della famiglia Storck, nel tentativo di completare la galleria di tali opere già esistenti nella mostra permanente e di tracciare un filo genealogico di una famiglia, considerata dalla letteratura specializzata come una dinastia artistica, spiega la nostra ospite, fornendo maggiori dettagli anche sulla famiglia Storck.

    Questa dinastia artistica fu fondata da Karl Storck, originario della Germania, che si stabilì a Bucarest nel 1849. Karl Storck è noto, da un lato, per la creazione di sculture monumentali, decorazioni in stucco per edifici, monumenti funerari e sculture in legno, banchi e mobili per chiese, e dall’altro, per l’attività di professore di scultura e prospettiva presso la Scuola di Belle Arti di Bucarest. Fu lui ad aver gettato le basi della scuola di scultura romena. Due dei suoi figli, Carol e Frederic, divennero, a loro volta, scultori. Carol Storck studiò scultura a Firenze, trascorse tre anni a Filadelfia, poi ritornò nel paese, dove iniziò a lavorare con il padre per varie commissioni. Frederic Storck studiò scultura alla Scuola di Belle Arti di Bucarest, dove, dopo aver completato gli studi a Monaco di Baviera, divenne professore di modellismo e disegno. Ritroviamo Frederic Storck tra i fondatori della società Gioventù Artistica all’inizio del XX secolo, aggiunge Ana Maria Arsinca.

    La pittrice Cecilia Cuțescu-Storck svolse un ruolo speciale nella storia della famiglia. Ana Maria Arsinca evoca la sua personalità. Un altro aspetto importante di questa famiglia riguarda la complessa personalità di Cecilia Cuțescu Storck, moglie di Frederic. Divenne la prima donna insegnante alla Scuola d’Arte di Bucarest nel 1916, anno in cui fondò l’Associazione delle donne pittrici e scultrici. La coppia Storck ebbe due figlie, Gabriela Storck, architetto, e Cecilia Frederica Storck-Botez, ceramista, spiega ancora Ana Maria Arsinca, concludendo con altri dettagli sulla mostra.

    Quello che possiamo dire è che, pur considerando stili, forme di espressione e periodi diversi, la mostra si propone di cogliere l’unità artistica, il contributo di ciascun membro a ciò che significava e significa oggi il nome Storck nella storia delle arti romene. Tra le opere più rappresentative troviamo, quindi, in mostra il ritratto di Cecilia Cuțescu Storck, realizzato alla fine del 1909 a Parigi, il ritratto di Frederic Storck, i ritratti delle figlie dei coniugi Storck realizzati da Cecilia Cuțescu-Storck e due autoritratti del pittore Alexandru Satmari. La novità della mostra è rappresentata da questi due autoritratti di Alexandru Satmari, marito di Ortansa Satmari, sorella di Cecilia Cuțescu-Storck. Ogni opera esposta può essere vista come un documento plastico a sé stante, che porta con sé sia la storia di chi l’ha creata sia di chi rappresenta. Vi invitiamo pertanto a scoprire ogni singola opera nella mostra temporanea, aperta fino al 18 febbraio, conclude Ana Maria Arsinca.

  • Paul Hitter in mostra al Museo Nazionale della Letteratura Romena di Bucarest

    Paul Hitter in mostra al Museo Nazionale della Letteratura Romena di Bucarest

    All’inizio dell’anno, al Museo Nazionale della Letteratura Romena di Bucarest (MNLR) è stata inaugurata la mostra Septuaginta/ Bibbia dei Settanta dell’artista visivo Paul Hitter. Septuaginta è la traduzione della Bibbia Ebraica in lingua greca e costituì la base dell’Antico Testamento della Bibbia Cristiana. I lavori rientrano in un percorso artistico che Paul Hitter si propone per i prossimi anni, che consiste nell’organizzazione annuale di una mostra in un paese balcanico, mirando al consolidamento dell’Espressionismo balcanico – concetto e corrente lanciati da Paul Hitter oltre 10 anni fa. La selezione presentata al MNLR presenta al pubblico 24 dipinti e un oggetto scultoreo, tutti raffiguranti scene e simboli dell’Antico Testamento. Paul Hitter ci parla dell’attrazione artistica dietro l’Antico Testamento e ci racconta per quanto tempo ha lavorato alla mostra, nonchè quali sono stati i temi scelti.

    Per questa mostra ho lavorato circa un anno e mezzo. Mi sono fermato intorno all’80% quando è ricominciato il conflitto in Israele e nella Striscia di Gaza, chiedendomi se abbia senso esporre in queste condizioni. Le opere ci presentano personaggi dell’Antico Testamento, profeti. Ho scelto le storie che mi hanno fatto impressione e i personaggi che mi hanno colpito di più dai libri talmudici. Faccio parte della prima generazione dopo il 1990 che ha studiato la religione a scuola. Posso dire che in generale ero attratto dalla religione, ma, parallelamente all’insegnamento religioso offerto a scuola dalla Chiesa non riformata o dalle Chiese Riformate, Cattolica e Ortodossa, ho scoperto vari libri – La Bibbia raccontata ai bambini, tutti realizzati dalle chiese riformate, poi, più tardi, verso l’adolescenza, sono stato un accanito ascoltatore delle radio Voce della speranza e Voce del Vangelo, che spiegavano molte di queste storie dell’Antico Testamento, storie piuttosto ignorate dalle chiese non riformate. Queste storie sono state rappresentate più volte nella storia dell’arte. Trovo che abbiano una grande forza, un impatto molto elevato e mi hanno impressionato. Devo confessare che nell’ultimo periodo, cioè nel periodo in cui ho anche dipinto queste opere, ho ascoltato anche la visione ebraica di questi personaggi. Ma ci si addentra in un groviglio così grande, perché come sappiamo, la Torah è la parola di Dio e ogni parola, a seconda di ogni rabbino, può essere interpretata o reinterpretata e ogni storia può essere interpretata e reinterpretata allo stesso modo. Ad un certo punto ho dovuto fermarmi e rimanere nel quadro classico, che i cristiani conoscono più o meno, ma a noi è piuttosto familiare, spiega Paul Hitter.

    Quali personaggi biblici hanno potuto vedere i visitatori della mostra MNLR? Adamo ed Eva, Mosè che divide le acque, Giona nella bocca della balena, il sacrificio di Isacco, Davide e Golia, Giuditta e Oloferne, il profeta Elia, Daniele nella fossa dei leoni. Molti personaggi, interessanti secondo me, dell’Antico Testamento, aggiunge l’artista.

    All’interno del percorso espositivo è stato presente anche un oggetto-installazione con cui i visitatori hanno potuto interagire, la rappresentazione del Vitello d’oro tratto dal racconto biblico dell’Antico Testamento. Cosa ha voluto proporre simbolicamente l’artista Paul Hitter attraverso quest’opera? Come sapete, il vitello d’oro fu creato dagli ebrei quando Mosè salì per ricevere le Tavole della Legge. Aspettarono Mosè a lungo e pensarono che non sarebbe più tornato. Praticamente, tornarono alle vecchie credenze pagane e vollero una rappresentazione essenzialmente fisica di Dio. Credo che anche noi, in generale, tutte le persone, nel corso della storia, ma soprattutto questo fatto può essere osservato ora nel postmodernismo, nel terzo millennio, adoriamo diversi vitelli d’oro. Volevo fare una specie di scherzo. Ogni visitatore della mostra ha potuto attaccare un adesivo che rappresentava una certa azienda o un certo marchio di abbigliamento, ognuna con il proprio vitello d’oro, dice ancora Paul Hitter.

    Dopo la mostra di Bucarest, l’artista sta preparando un’altra in Bulgaria. Avrò una mostra alla Galleria Nazionale di Ruse. È una mostra con personaggi provenienti dalla Bulgaria. Come sapete, ho inventato lo stile chiamato Espressionismo balcanico. Mi sono proposto, giacchè parliamo dei Balcani, di esporre una volta all’anno in un paese di questa regione. Penso che seguirà la Turchia, un Paese che ci ha influenzato molto, conclude Paul Hitter.

  • La nuova cucina romena

    La nuova cucina romena

    In un’epoca in cui si scoprono o riscoprono gastronomie esotiche o poco conosciute e si inventano abbinamenti culinari di tipo fusion, la Romania non può fare a meno di lasciarsi assorbire da questa tendenza. Tanto più che anche la cucina locale è sulla cresta dell’onda. I romeni hanno riscoperto le loro tradizioni culinarie dopo la caduta del comunismo, e il risultato dopo 30 anni emerge dal libro Che c’è di nuovo nella nuova cucina romena scritto da Adriana Sohodoleanu. Dottore di ricerca in sociologia e pubblicista, l’autrice ha trascorso cinque anni studiando il cambiamento del panorama culinario nel nostro Paese e intervistando molti chef famosi. E’ venuta fuori una tesi di dottorato, ora trasformata in un libro per il grande pubblico e scritto con grande gioia, come testimonia l’autrice Adriana Sohodoleanu.

    Fondamentalmente, è una tappa del mio percorso, perché mi ha sempre interessato il cibo, all’inizio più per la storia che per il gusto, perché ero molto, molto piccola. Avevo appena imparato a leggere ed ero affascinata dalle storie sudamericane con vari ingredienti molto esotici. Il cibo che mi dava mia madre allora non mi sembrava fantastico. Col tempo ho cominciato a prestare attenzione anche al gusto, e a scoprire non solo gusti, ma anche significati. Se guardiamo attentamente ciò che mettiamo nel piatto e ciò che abbiamo in tavola, spesso riflettono praticamente le nostre paure e i nostri piaceri, ma anche ciò che sta accadendo nella società in un determinato momento. Il cibo è uno specchio della comunità, della società, spiega Adriana Sohodoleanu.

    Cosa ha scoperto studiando il fenomeno gastronomico della recente Romania: un recupero delle ricette tradizionali o, al contrario, un’apertura verso cucine sempre più esotiche? La cucina è osmotica, molto permissiva e comporta tanto gioco. Ma d’altro canto, parliamo anche di un recupero dei gusti proibiti. A 30 anni dal cambiamento del regime, abbiamo ancora un grande appetito per il nuovo, per il cosmopolita o per l’esotico molto lontano. Ma la mia gioia viene dal fatto che già da parecchi anni è stato scoperto anche ciò che era l’esotico vicino, familiare ai nostri nonni e che si trova nelle pentole e nelle padelle che abbiamo perduto. Sono ingredienti antichi, sono ingredienti che hanno avuto uno stigma, come l’ortica o l’aglio orsino, usati dai nostri antenati e che ora gli chef stanno riscoprendo, comprendendone le potenzialità. Danno una nuova vita e un nuovo significato a piatti che magari ti vergognavi anche di dire che stavi mangiando perché ti collocavano in un ambito magari conservatore, budget ridotto o meno attraente. Oggi invece va bene, è di moda mangiare la zacusca, fare il pane con lievito madre, fare il cozonac (panettone) e mangiare i piatti che mangiavi a casa dei nonni e dei genitori. La nuova cucina romena fa qualcosa di più perché si appoggia esclusivamente su ingredienti e pratiche locali romene, ma non li riproduce così come li abbiamo colti durante l’infanzia. Si spinge un po’ oltre con una visione personale e molto contemporanea che mira piuttosto a dimostrare che la cucina romena ha anche un altro volto. Oppure può essere diversa, risponde la nostra ospite.

    In conclusione, come descriverebbe Adriana Sohodoleanu la nuova cucina romena sperimentata dai maestri culinari da lei studiati? Non direi che stiano portando un ricettario straniero nella nostra cucina, ma piuttosto una nuova ventata con il fatto che due o tre ricette diverse possono essere combinate in un piatto, il che porta ad un piccolo déjà vu: è come se quello che assaggi ti sia familiare, ma allo stesso tempo è completamente nuovo, senza essere scioccante. Lo senti come tuo, come se ti appartenesse. La nuova cucina romena è di nicchia e prima di assaggiarla richiede un po’ di conoscenza, anche un po’ di lettura per comprendere la visione dello chef. Serve una storia anche per capire cosa succede in quel piatto, per capire che tutto quello che succede in questi ristoranti ha un messaggio. E il messaggio è un discorso identitario. Si tratta infatti dell’essere romeni, della gioia e dell’orgoglio di provenire da queste parti, di dimostrare che le nostre tradizioni culinarie possono sedersi ad un tavolo simile a quelli dei ristoranti sofisticati di Parigi, Londra o New York, il che per me è un grande successo, conclude Adriana Sohodoleanu, l’autrice del libro Che c’è di nuovo nella nuova cucina romena.

  • Gabriel Bebeşelea, premiato per la promozione dell’opera di Eminescu e della cultura romena

    Gabriel Bebeşelea, premiato per la promozione dell’opera di Eminescu e della cultura romena

    Il 15 gennaio, in occasione della Giornata della Cultura Nazionale, celebrata nel giorno di nascita di Mihai Eminescu, il Museo Memoriale di Ipotești, dove il poeta passò l’infanzia, assegna i suoi premi annuali. Nel 2024, tocca al direttore d’orchestra Gabriel Bebeșelea ricevere il Premio Nazionale per la promozione dell’opera di Eminescu e della cultura romena. Nato nel 1987, il giovane musicista è già uno dei direttori d’orchestra più premiati e apprezzati del momento. Ex borsista della Royal Concertgebouw di Amsterdam, Bebeșelea è attualmente direttore principale della Filarmonica George Enescu di Bucarest e ha già diretto famose orchestre in Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia. Nel 2017 ha fondato anche l’ensemble di musica vecchia e nuova Musica Ricercata. Nel 2023, Gabriel Bebeșelea è stato anche direttore in residenza della Filarmonica Banatul di Timișoara, Capitale Europea della Cultura lo scorso anno. Oltre alla direzione d’orchestra, è appassionato anche di ricerca nel campo della musica, ed è proprio questo che lo ha avvicinato al premio offerto dal Museo Memoriale di Ipotești – Centro Nazionale di Studi Mihai Eminescu.

    Gabriel Bebeșelea ci ha parlato di questo premio. E’ una cosa estremamente onorevole che il Museo Memoriale di Ipotești abbia pensato di assegnare questo premio ad un musicista e non ad un letterato. Ma voglio dire fin dall’inizio che, dal mio punto di vista, questo premio è piuttosto merito del maestro Cornel Țăranu, il compianto compositore e studioso di George Enescu, che abbiamo perso l’estate scorsa. Fu lui ad iniziare, nel 1971, le ricerche sul manoscritto Fantasmi di George Enescu, un oratorio composto sulla base del testo dell’omonima poesia di Eminescu, durante la Grande Guerra, nel 1916. Il manoscritto è andato perduto nella notte dei tempi. Ci sono diverse teorie sulla perdita di questo manoscritto, ma è certo che Enescu non riuscì a completare l’oratorio. Quindi la storia inizia nel 1916, passa per gli anni ’70, quando Țăranu ha lavorato assiduamente su questo manoscritto che ebbe la prima audizione nel 2017-2018, quando l’ho eseguito con l’Orchestra della Radio di Berlino e registrato con questo rinomato ensemble. La prima mondiale di questo oratorio ha avuto luogo sempre a Berlino, a settembre 2019. Quindi, dal mio punto di vista, questo premio va assolutamente dedicato alla memoria del maestro Cornel Țăranu, al quale dobbiamo questa scoperta, afferma il direttore d’orchestra.

    Secondo Gabriel Bebeșelea, l’oratorio Fantasmi è importante anche perché collega il periodo della giovinezza di George Enescu e il capolavoro della sua maturità, Edipo. Il direttore d’orchestra parla delle caratteristiche tipiche di Enescu in questo oratorio. Ci sarebbero due filoni principali. Il primo è legato al fatto che Enescu ha solo due opere in cui ha utilizzato i testi di Eminescu, purtroppo entrambe rimaste incompiute. Il secondo filone è quello dell’esperimento che Enescu realizzò intorno alla prima Guerra Mondiale su una tecnica inventata da Arnold Schönberg, un parlato-cantato. Una concettualizzazione personale di Enescu di questa tecnica compositiva può essere trovata nell’opera Edipo, questo parlato-cantato viene, ovviamente, metamorfizzato attraverso il filtro personale di Enescu. Perché dico che Fantasmi è l’anello mancante? Perché, dal mio punto di vista, senza questo oratorio e senza i modelli sperimentati da Enescu in quest’opera, la sonorità tipica del compositore non avrebbe potuto esistere. Ci tengo davvero a sottolineare il fatto che il modo in cui Enescu tratta questa tecnica è tipicamente personale e non la troviamo in nessun altro compositore, conclude il nostro ospite.

    Una parte dell’oratorio verrà eseguito a Botoșani nel giorno in cui al direttore d’orchestra Gabriel Bebeșelea verrà conferito il Premio Nazionale per la promozione dell’opera di Eminescu e della cultura romena.

  • Turismo in Romania in dati

    Turismo in Romania in dati

    Oltre 1,5 milioni di turisti stranieri sono stati ospitati in Romania nei primi 9 mesi del 2023, secondo quanto annunciato il 15 dicembre scorso dall’Istituto Nazionale di Statistica. Le loro spese hanno superato i 3,9 miliardi di lei (oltre 784 milioni di euro), rispettivamente 2.578 lei (circa 519 euro) a persona. I viaggi d’affari (compresa la partecipazione a congressi, conferenze, corsi, fiere e mostre) hanno rappresentato il motivo principale del soggiorno per poco più del 50% dei turisti stranieri arrivati in Romania durante il periodo indicato, le loro spese rappresentando il 55% del totale.

    Quasi il 50% ha viaggiato per scopi privati, con spese che hanno rappresentato il 45% del totale. I viaggi per scopi privati includono viaggi per vacanze, shopping, eventi culturali e sportivi, visite ad amici e parenti, cure mediche, religione, transito. Oltre il 39% dei turisti stranieri ha organizzato autonomamente il proprio soggiorno, più del 38% tramite un’agenzia di viaggi, mentre oltre il 9% sia autonomamente che tramite un’agenzia di viaggi. Il principale mezzo di trasporto utilizzato per arrivare in Romania è stato l’aereo, preferito dal 75% del totale dei turisti, il 17% ha scelto la propria auto, mentre quasi il 6% è arrivato in pullman e autobus.

    D’altro lato, la capacità ricettiva turistica in Romania è aumentata al 31 luglio 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, del 2,7% per numero di posti letto e del 4,1% per numero totale delle strutture ricettive turistiche, secondo lo stesso Istituto Nazionale di Statistica.

    La maggior parte degli alberghi era di categoria 3 stelle (oltre il 54% del totale), seguiti da 4 stelle (oltre il 25%) e 2 stelle (più del 15%). Gli alberghi a 5 stelle erano 44 (8 in più rispetto al 31 luglio 2022). Il numero di posti ricettivi turistici esistenti al 31 luglio 2023 ammontava a 433.500, la maggior parte (205.500) in alberghi, seguiti da appartamenti e camere in affitto (62.900 posti), agriturismi (58.100 posti), pensioni turistiche (33.900 posti), ville turistiche (17.500 posti), ostelli (13.500 posti).

    Le prime 3 province per numero totale di strutture di accoglienza turistica esistenti (compresi appartamenti e camere in affitto) erano Constanţa, sulla costa romena del Mar Nero (quasi 1.500), Braşov, importante città di montagna nella Romania centrale (oltre 1.250 strutture ricettive) e Suceava, nel nord della Romania, con un’offerta turistica molto ricca (oltre 800).

    Intanto, il Ministero dell’Economia, dell’Imprenditoria e del Turismo ritiene che la Romania abbia sei prodotti turistici principali: turismo rurale, turismo culturale, city break, turismo naturalistico, turismo attivo e d’avventura, come anche turismo termale e del benessere. Ad oggi in Romania sono stati riconosciuti 133 itinerari turistico-culturali. Il paese è stato inserito in 11 itinerari culturali del Consiglio d’Europa e in 5 transnazionali.

  • Battesimo del Signore, usanze e tradizioni in Romania

    Battesimo del Signore, usanze e tradizioni in Romania

    Il 6 gennaio, gli ortodossi e i greco-cattolici celebrano il Battesimo del Redentore nel fiume Giordano e la Rivelazione della Santissima Trinità. Nella tradizione popolare romena, il Battesimo di Cristo è anche un momento di passaggio e rinnovamento del tempo particolarmente importante. Ai primi dell’anno, il battesimo purifica ogni volta sia la gente che l’intero spazio domestico, compreso il bestiame delle masserie contadine, data la forza curativa delle acque in questi giorni. Nelle chiese ortodosse, al termine della messa dedicata al Battesimo di Cristo, i preti benedicono l’acqua messa in recipienti grandi, che poi viene distribuita ai fedeli. La gente annaffia con l’acquasanta le case, i giardini e il bestiame per godere di protezione divina per tutto l’anno.

    Sembra che nel calendario popolare romeno, la Festa del Battesimo del Signore si sia sovrapposta ad un’antica celebrazione di primi dell’anno dedicata a una divinità delle acque e del cielo. Anche oggi, nella tradizione romena, la Festa del Battesimo di Cristo e quella dedicata a San Giovanni Battista, il giorno dopo, sono più importanti persino del Capodanno. L’acqua benedetta dai preti nel giorno del Battesimo è l’Acquasanta Grande. Come sacramento, è altrettanto importante come l’eucaristia. In tutto il Paese, i preti benedicono anche i fiumi vicini alle località di residenza. I cristiani annaffiano di acquasanta non solo le case ma anche le dipendenze. Si crede che l’acquasanta purifichi tutti i fiumi, ma anche le fontane, i campi coltivati, i frutteti e le vigne, spiega lo storico e ricercatore Florin-Ionut Filip Neacsu.

    Un’altra usanza, praticata anche negli ambienti urbani, è quella di ripescare una croce di legno gettata dal prete in un fiume. Fino al periodo immediatamante successivo alla seconda Guerra mondiale, anche a Bucarest si svolgeva una grande processione nell’ambito della quale il Re e il Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena scendevano a benedire il fiume che attraversa la capitale. Dopo la messa religiosa, c’era una vera gara tra numerosi giovani per ripescare la croce gettata nelle acque del fiume Dambovita. Si crede che colui che riesce a portarla in riva al fiume sia protetto per tutto l’anno da guai e problemi di salute, aggiunge lo storico e ricercatore Florin-Ionut Filip Neacsu.

    Secondo un’altra credenza, sempre durante la Festa del Battesimo del Signore, i lupi e i cavalli accorrono per allontanare gli spiriti malvagi rimasti in Terra dopo il Capodanno. Alla fine, il Battesimo del Signore è una festa della nuova luce all’inizio di un anno solare, un rinnovo del legame tra cielo, acque e terra.

  • Piatti natalizi romeni

    Piatti natalizi romeni

    Secondo la tradizione, il 20 dicembre, quando i cristiani ortodossi venerano Sant’Ignazio di Antiochia, nelle masserie di campagna si svolge anche il sacrificio rituale del maiale che fornisce tutta la materia prima per i piatti tradizionali di Natale in Romania: aspic, leberwurst, cotenna, lardo, ciccioli, il sanguinaccio locale, salsicce e i famosi involtini chiamati sarmale, rivendicati dall’intero spazio balcanico, ogni Paese con la propria ricetta. Tutti i preparativi cominciano nel giorno stesso del sacrificio del maiale, con un piatto offerto a tutte le persone che hanno partecipato al rituale. Si tratta di pezzi di carne, fegato e milza rosolati in una padella con un po’ di strutto. Tutto condito di vino, santoreggia, sale, pepe e accompagnato da polenta e sottaceti.

    L’antipasto tipico natalizio include cotenna, ciccioli, lardo, leberwurst e altri preparati in budella. Per il sanguinaccio tradizionale romeno, il budello del maiale viene riempito di carne macinata, riso, cipolla finemente tritata, noce moscata, sale e pepe. Si fa bollire con una cipolla intera e paprika dolce. Come primo, regnano le sarmale, gli involtini di foglie di verza in salamoia, che racchiudono un misto di carne macinata, riso e cipolla. Il tutto viene cotto in salamoia e poi passato per almeno un’oretta al forno. Le sarmale sono sempre accompagnate dalla polenta.

    Come secondi, i preparati tipici sono le salsicce fatte ugualmente in casa e l’arrosto di maiale al forno. Come contorno, sono preferiti i sottaceti. I dolci sono svariatissimi, però il sovrano si riconferma il cozonac, il panettone tradizionale romeno. Auguroni e buon appetito!