Category: Attualità

  • Imposte: discussioni sulla tassa di solidarietà

    Imposte: discussioni sulla tassa di solidarietà

    Dopo essersi impegnato di aumentare, dal 1° gennaio, lo stipendio minimo, le pensioni e gli assegni familiari, il governo di coalizione avverte la pressione sul budget. In questi giorni viene elaborata la bozza della finanziaria per il 2022 e un modo per aumentare gli incassi sarebbe quello di imporre alle grandi compagnie una tassa di solidarietà. La proposta è arrivata dal membro più piccolo della coalizione, l’UDMR. Il vicepremier Kelemen Hunor, presidente dell’Unione, ha dichiarato che la tassa proposta dell’1% sul fatturato avrà come destinazione investimenti in settori prioritari come la salute e l’istruzione. E’ una proposta per un breve periodo, di un anno, al fine di aumentare le entrate alle casse dello stato in un periodo difficile, in cui, a causa dell’inflazione, dell’aumento dei prezzi dell’energia, si è costretti ad attirare fondi al budget per aiutare le persone che ne hanno bisogno”, ha spiegato Hunor.



    Il PSD è favorevole all’idea, ma il PNL è reticente. Le compagnie interessate dalla misura, pubbliche o private, sono quelle con un fatturato di almeno 100 milioni di euro. Accennando a queste, Kelemen Hunor ha affermato che ci sono periodi difficili in cui bisogna essere solidali con quei cittadini e con quella società che ti aiutano a fare profitto. La questione sarà discussa anche con l’ambiente d’affari, che però ha già reagito in seguito alle precedenti voci che annunciavano una simile misura e ne è contrario.



    La Camera di Commercio Americana in Romania, che rappresenta oltre 470 compagnie americane, multinazionali e romene, ha trasmesso la preoccupazione della comunità d’affari in merito all’intento della coalizione governativa di aumentare il peso fiscale per le grandi compagnie operanti in Romania, in un momento in cui, il clima d’investimento e d’affari sarebbe già gravato da molteplici crisi. Dopo un lungo periodo di crisi politica in cui la fiducia delle compagnie nell’ambiente d’investimento romeno è crollata, sovrapposta a un periodo di picco della crisi Covid, l’aumento dei prezzi dell’energia e l’aggravamento delle tensioni sul mercato della manodopera, queste notizie relative a nuove tasse non fanno altro che aumentare i rischi di riorientamento dei piani di investimento e allargamento”, ha ammonito la AmCham. Stando ai suoi rappresentanti, la mancanza di prevedibilità e l’aumento dell’instabilità tramite misure intempestive scoraggia gli investimenti e gli intenti delle compagnie di investire sul mercato romeno, e l’impatto negativo a medio e lungo termine supera il guadagno a breve termine.



    Secondo i mass media economici, si potrebbe imporre a oltre 300 compagnie romene e straniere attive in Romania una tassa di solidarietà” dell’1% e, secondo i calcoli, il Governo potrebbe incassare dalla loro sovratassazione più di 5 miliardi di lei, cioè oltre un miliardo di euro. Anche il Consiglio degli Investitori Stranieri chiede che sia abbandonata una simile misura, di cui afferma che penalizza quelle categorie di compagnie che pagano le proprie tasse e sono riuscite ad avere risultati anche in condizioni sanitarie restrittive.

  • Sondaggio: la salute è la principale preoccupazione dei romeni

    Sondaggio: la salute è la principale preoccupazione dei romeni

    Il Barometro della Salute è uno strumento annuo di valutazione e analisi che misura percezioni, visioni e atteggiamenti legati alla politica di sanità pubblica della Romania nel contesto più ampio della pandemia, senza però limitarsi a questa. La sua seconda edizione è stata presentata, ieri, dall’Istituto di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali dell’Accademia Romena (ISPRI) e dal Centro di ricerche sociologiche LARICS, in partenariato con l’Associazione Romena dei Produttori Internazionali di Medicinali (ARPIM). La principale conclusione raggiunta è che la salute rappresenta la prima preoccupazione per i romeni. “L’epidemia di coronavirus ha messo una forte impronta sulla percezione della popolazione per quanto riguarda la vulnerabilità del sistema sanitario in Romania. Questo è uno dei principali motivi per cui notiamo un grande interesse della popolazione per la sanità pubblica, del 64,3%”, ha spiegato Dan Dungaciu, direttore dell’ISPRI.



    “Ci troviamo in una situazione in cui i vecchi problemi del sistema sanitario non sono più fondamentali. Ovvero, le preoccupazioni generate dall’atteggiamento, dalla burocrazia, l’idea che le cose meno costose siano buone, tutto ciò non è più valido nella percezione del pubblico. La gente vuole di più. Non è più soddisfatta solo perché i medici la trattano bene, solo perché non c’è più tanta burocrazia, forse qualcosa è cambiato anche negli ospedali e la situazione è un po’ diversa rispetto a 10-15-20 anni fa. La gente vuole medicinali più cari, migliori, cure migliori e questo ci dice che abbiamo a che fare con un tipo diverso di popolazione che deve essere soddisfatta da questo sistema sanitario”, ha affermato Dan Dungaciu.



    L’idea “voglio un Paese come all’estero” è molto presente nella società romena, aggiunge Dan Dungaciu, è nata in Romania una classe media che desidera un sistema sanitario performante, di livello europeo. Proprio per questo, i fattori decisionali, in partenariato con tutti gli attori di rilievo, devono dare la precedenza agli investimenti a lungo termine, sia nell’industria farmaceutica, sia nell’assistenza medica e ammettere il legame chiaro tra la salute, l’economia e il benessere della popolazione, è del parere il direttore dell’ISPRI. Notiamo per la prima volta che i maggiori motivi di malcontento dei romeni riguardano proprio i capitoli attinenti all’accesso a cure innovative, screening e assicurazioni sanitarie, affermano anche i rappresentanti dell’Associazione Romena dei Produttori Internazionali di Medicinali.



    I dati rilevano che l’80% dei romeni considera di non godere di farmaci innovativi nella stessa misura degli altri europei. Quanto alle nuove terapie, cellulari o geniche, meno della metà delle persone intervistate afferma che sarebbe disposta a prendere i rispettivi medicinali, però poco più di un quarto li prenderebbe se non avesse un’altra opzione. Rispetto alla situazione presentata dal precedente Barometro, si nota un aumento del 60% di coloro che si informano dal medico e quasi il 40% dei romeni affermano di aver beneficiato, loro stessi o i membri delle loro famiglie, di consultazioni online o al telefono, dall’inizio della pandemia. Il sondaggio rileva inoltre che, al momento della raccolta dei dati (1-19 novembre), il 67% dei romeni aveva un atteggiamento positivo legato alla vaccinazione, affermando di vaccinarsi nel periodo successivo, di aver già cominciato le inoculazioni o di essere completamente vaccinati.

  • Covid-19: 7,5 milioni di romeni completamente vaccinati

    Covid-19: 7,5 milioni di romeni completamente vaccinati

    Dall’inizio della campagna vaccinale, avviata il 27 dicembre 2020, quasi 7,8 milioni di persone sono state inoculate con uno dei quattro vaccini – Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson. 7,5 milioni sono completamente immunizzati. Il numero dei casi di Covid-19 è in calo, ma le autorità romene hanno esortato nuovamente alla vaccinazione e all’osservanza delle misure di protezione, tenuto conto che l’introduzione dell’obbligo di esibire il certificato COVID è poco probabile prima di Capodanno.



    Il capo del Dipartimento per Situazioni di Emergenza, Raed Arafat, ha dichiarato che nel prossimo periodo saranno organizzati centri vaccinali mobili nelle zone rurali in cui ci sono persone interessate. Il segretario di stato nel Ministero dell’Interno ha aggiunto che il vaccino è la migliore soluzione per prevenire i casi gravi. Negli ospedali romeni è stato toccato il più basso livello dall’inizio della quarta ondata della pandemia dal punto di vista del numero di malati di COVID-19 ricoverati, di cui circa 900 si trovano nelle terapie intensive. Il leggero aumento del numero di contagi è attribuito dagli specialisti alla crescita del numero di test effettuati.



    Il ministro della Salute, Alexandru Rafila, ha discusso di recente sull’argomento con i rappresentanti dei medici di base. Nella sua opinione, al momento, una delle principali emergenze, è lo sviluppo della capacità di testare nei gabinetti dei medici di famiglia per i malati potenzialmente contagiati da Covid-19, la valutazione e la cura di questi pazienti in ambulatorio, se la forma della malattia lo permette. Saranno garantiti i fondi necessari di modo che i malati non debbano farsi carico di costi aggiuntivi. Per le persone rilevate positive al coronavirus, ci sarà anche la possibilità di prescrivere antivirali. “Il pacchetto relativo al test è completo: l’effettuazione propriamente detta del tampone e i materiali di protezione per il personale medico. Oltre a questo, le persone positive avranno la possibilità di effettuare un pacchetto minimale di esami che permettano la somministrazione di terapie antivirali in ambulatorio e che offriranno protezione, ovviamente, sia al paziente che al personale medico allo stesso tempo, di modo che non ci siano sospetti che la cura antivirale venga concessa in condizioni empiriche, senza una previa valutazione dello stato del malato”, ha dichiarato Alexandru Rafila.



    A livello europeo, le autorità di Bruxelles stanno considerando l’idea di introdurre la vaccinazione obbligatoria anti-COVID-19, nel contesto della diffusione del nuovo ceppo del virus, Omicron. L’Austria ha annunciato che la vaccinazione sarà obbligatoria dal 1° febbraio, è il primo Paese occidentale a fare questo passo e uno tra i pochi nel mondo. Anche la Germania prende in considerazione la vaccinazione obbligatoria e il suo Parlamento si pronuncerà in merito entro la fine dell’anno. La Grecia annuncia l’applicazione della stessa misura di vaccinazione obbligatoria, ma solo nel caso degli over 60 anni, mentre il dibattito su questo tema si sta diffondendo anche in altri stati membri.

  • Covid-19: Romania, nuovi appelli alla vaccinazione

    Covid-19: Romania, nuovi appelli alla vaccinazione

    In questi giorni, la curva epidemiologica in Romania ha mantenuto la tendenza in discesa delle ultime settimane, sia come numero di nuovi casi che come ricoveri negli ospedali e decessi. Ma resta basso anche l’interesse per la vaccinazione, inferiore alla media giornaliera di circa 16.000 persone registrata la scorsa settimana. Dall’inizio della campagna di immunizzazione alla fine dello scorso anno, circa 7,5 milioni di romeni hanno completato il ciclo vaccinale, vale a dire molto meno della metà della popolazione eleggibile in età superiore ai 12 anni. Tuttavia, il responsabile della campagna vaccinale, Valeriu Gheorghiţă, auspica un tasso di almeno il 50% entro fine anno. Intanto, le autorità stanno moltiplicando gli appelli all’immunizzazione e all’osservanza delle misure di protezione.

    Il premier Nicolae Ciucă e il nuovo ministro della Salute, Alexandru Rafila, hanno sollecitato nella campagna vaccinale anti-COVID il sostegno dei rappresentanti dei culti religiosi, i quali hanno chiesto che non sia imposto il green pass obbligatorio per partecipare alle messe. Nicolae Ciucă ha assicurato che una decisione verrà presa entro fine mese. Ne abbiamo discusso e i rappresentanti dei culti hanno sollecitato che i cittadini possano beneficiare della libertà di partecipare ai servizi religiosi senza la certificazione verde obbligatoria. Abbiamo sollecitato l’appoggio dei culti religiosi per potera salvare quante più vite, ha dichiarato il premier Nicolae Ciucă.

    Da parte sua, Alexandru Rafila ritiene che la popolazione debba partecipare alle messe senza il green pass, visto che la libertà religiosa è un elemento essenziale. Credo che allorquando prenderemo una decisione – che, alla fine sarà una decisione politica, essa andrà presa in seguito ad un meccanismo consultivo e inclusivo, nel senso che non deve essere una decisione discrezionale. Deve essere una decisione conosciuta, capita e rispettata da tutti, e la libertà religiosa è uno degli elementi basilari. Non possiamo discutere solo del fatto che esiste, se volete, accesso ai negozi di prima necessità. Noi crediamo che anche l’accesso ai servizi religiosi debba tener conto di questo aspetto, ha detto il ministro della Salute, Alexandru Rafila.

    In riferimento alla vaccinazione obbligatoria invocata da alcuni esponenti della Commissione Europea, Alexandru Rafila ritiene che ogni stato membro ha il diritto di fare le proprie politiche in materia di pubblica sanità.

  • Festa Nazionale: concerto a Roma, il Mausoleo Candia di Aquileia veste colori bandiera romena

    Festa Nazionale: concerto a Roma, il Mausoleo Candia di Aquileia veste colori bandiera romena

    Dopo il concerto organizzato il 25 novembre nella Sala Capitolare della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica e il Consolato Generale di Romania a Trieste, e il concerto straordinario tenuto dal Coro nazionale da camera Madrigal alla Basilica di San Petronio di Bologna, in apertura del Festival Internazionale Propatria – Giovani Talenti Romeni, In occasione della Festa Nazionale della Romania, l’Auditorium Parco della Musica di Roma ha ospitato il concerto dell’Orchestra della Facoltà di Musica e Teatro dell’Università di Ovest di Timisoara, diretta da Sebastian Felea, con la partecipazione del noto violinista romeno Alexandru Tomescu. L’evento è stato organizzato dall’Ambasciata di Romania in Italia, in collaborazione con l’Accademia di Romania in Roma e con il sostegno del Consiglio della Provincia di Timis.

    Un altro evento particolare e significativo per la celebrazione della Festa Nazionale e per le relazioni romeno-italiane sarà organizzato stasera ad Aquileia, in provincia di Udine, dal Consolato Generale di Romania a Trieste e dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in collaborazione con le autorità locali. Dalle ore 18:00, il monumentale Mausoleo Candia sarà illuminato con i colori della bandiera della Romania – rosso, giallo, blu. L’evento sarà preceduto da un incontro del sindaco di Aquileia, Emanuele Zorzino, con il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu, e il direttore dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, prof. Grigore Arbore Popescu.

  • 28 novembre 2021, prima celebrazione annuale della Giornata del Mediterraneo

    28 novembre 2021, prima celebrazione annuale della Giornata del Mediterraneo

    Il 28 novembre 2021 celebriamo la prima edizione annuale della Giornata del Mediterraneo, come riconoscimento della cultura mediterranea, della cooperazione e della diversità della regione. Saranno più di 50 gli eventi e le iniziative organizzati per celebrare questa prima edizione. LUnione per il Mediterraneo (UpM) ospiterà a Barcellona una riunione dei ministri degli Affari Esteri della regione e una conferenza sullintegrazione regionale, in programma il 29 novembre.





    Inoltre, lUnione ha lanciato la campagna “Mediterraneo in 1 parola”, chiamando tutti i cittadini a riflettere sullidentità comune mediterranea, sulle nostre origini e su quanto unisce i popoli mediterranei, scegliendo ununica parola per definire il Mediterraneo.





    Alliniziativa hanno aderito varie personalità, condividendo lunica parola che userebbero per descrivere la regione del Mediterraneo. Lelenco include, tra gli altri, lesploratore Bertrand Piccard, il violinista Ara Malikian, il Nobel per la Pace Ouided Bouchamaoui e la cantante Noa.





    “Il Mediterraneo è la nostra casa e il nostro sostentamento, la nostra storia e il nostro futuro”, ha affermato il segretario generale dellUpM, Nasser Kamel. “Stiamo affrontando grandi sfide come regione, ma abbiamo anche un grande potenziale, e la Giornata del Mediterraneo è lopportunità perfetta per gioire di tutto ciò che abbiamo fatto e che possiamo fare se lavoriamo insieme”, ha aggiunto Nasser Kamel.





    Nel 2020, i 42 stati membri dellUnione per il Mediterraneo hanno dichiarato il 28 novembre come Giornata ufficiale del Mediterraneo, celebrata ogni anno per ricordare la data in cui, nel 1995, veniva lanciato il Partenariato Euro-Mediterraneo.



    Day

  • Covid-19: Romania, scarso interesse per la vaccinazione

    Covid-19: Romania, scarso interesse per la vaccinazione

    L’entusiasmo dei romeni di vaccinarsi è calato a novembre altrettanto velocemente come era salito lo scorso mese, quando il 26 e il 27 ottobre era stato raggiunto l’apice di oltre 111.000 somministrazioni della prima dose, le migliori cifre da dicembre 2020 finora. E’ seguito un calo costante dell’interesse. Il 27 ottobre è stato anche il giorno in cui il Senato ha bocciato la legge sul Green Pass obbligatorio sul lavoro per i dipendenti delle istituzioni pubbliche e private, dopo di che la Camera dei Deputati, con ruolo decisionale, ha rinviato la votazione.

    Alcuni sociologi ritengono che il boom vaccinale va attribuito generalmente alla paura, compresa quella di morte o malattia. Ma gli stessi sociologi associano la diminuzione del numero di persone che scelgono di vaccinarsi con il blocco alla Camera del ddl sull’obbligatorietà della certificazione verde. Dall’inizio della campagna vaccinale 11 mesi fa, in Romania hanno ricevuto almeno una dose circa 7,7 milioni di persone, tra cui più di 1,4 milioni vaccinate anche con la terza.

    Però le cifre sono di gran lunga inferiori alle aspettative delle autorità all’inizio della campagna, quando si contemplavano dieci milioni di romeni vaccinati entro settembre. Per dare un impulso alla campagna, proseguono le carovane mobili in posti atipici come i mercati o i parcheggi. Circa 200.000 persone sono state vaccinate in questo modo. Intanto, la Romania continua a ricevere sufficienti dosi – più di 27 milioni finora, per la maggior parte Pfizer, ma anche Moderna, AstraZeneca o Johnson&Johnson. I dati ufficiali indicano che finora sono stati rilasciati oltre nove milioni di certificati Covid-19, di cui circa il 92% attestanti l’avvenuta vaccinazione e il resto il superamento della malattia. Ma sono apparsi anche dei certificati falsi.

    La Direzione Nazionale Anticorruzione ha annunciato ieri di aver esteso le indagini in seguito alla falsificazione dei certificati vaccinali al centro allestito al valico di confine di Petea, nel nord della Romania. Più persone sono state fermate. I procuratori sospettano che oltre 3.500 persone non si siano presentate al centro vaccinale o, se ci fossero state, non sono state inoculate. I registri indicano quasi 5.500 persone vaccinate tra settembre e novembre al centro di Petea, quindi, per la maggior parte si tratta di persone che, in realtà, non avrebbero ricevuto il siero anti-Covid.

  • Festa Nazionale: seduta solenne del Parlamento di Bucarest

    Festa Nazionale: seduta solenne del Parlamento di Bucarest

    I romeni celebrano la Festa Nazionale il 1 dicembre, data che simboleggia lunità di spirito, lingua e valori. Nel 1918, in questa data, lAssemblea Nazionale di Alba Iulia (centro della Romania) adottava la risoluzione sullunione di tutte le province storiche abitate da romeni – Transilvania, Banato, Crișana e Maramureș – con la Romania, formata, allepoca, solo della Valacchia e Moldavia. È, quindi, un giorno in cui i romeni ricordano gli sforzi degli antenati di realizzare lunità nazionale.



    Questanno, il Parlamento di Bucarest ha celebrato la Festa Nazionale con una settimana di anticipo, tramite una seduta solenne. I senatori e deputati hanno parlato del bisogno di unità, delle divisioni del presente, di pattriotismo e delle lezioni del passato. Il grande assente è stato il capo dello stato, Klaus Iohannis, che era stato invitato, secondo un memorandum firmato dalla direzione del Parlamento. In sua assenza, una prima della storia recente, la seduta solenne presieduta dalla vicepresidente del Senato, la liberale Alina Gorghiu, è iniziata con linno nazionale. Alina Gorghiu ha fatto appello allunità e alla responsabilità in un periodo segnato dalla crisi economica e sanitaria. “La Grande Unità è stata della gente, è iniziata come unaspirazione, poi ci sono voluti sacrifici inimmaginabili, ma le cose non sarebbero giunte a quel punto se, nel Parlamento, i partiti e i politici fossero sfuggiti alle responsabilità”.



    Dal canto suo, il presidente della Camera dei Deputati, il leader socialdemocratico Marcel Ciolacu, considera che gli attuali politici debbano rinunciare agli orgogli e collaborare per il bene del Paese. “Lintera classe politica ha il dovere di stabilizzare la Romania nel prossimo periodo. A prescindere dalle poste in gioco politiche ed elettorali, questo giorno di festa ci ricorda che abbiamo il dovere di collaborare tra di noi.”



    Beniamin Teodosiu, deputato dellUSR, è del parere che questa festa trovi nel Paese più diviso che mai. “Abbiamo una Romania dei politici, diversa dalla Romania della gente abituale. Abbiamo lobbligo di difendere la democrazia, i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini, la sovranità, lindipendenza, lunità e lintegrità territoriale della Romania”, ha affermato Beniamin Teodosiu. Il rappresentante dellAUR (ultranazionalista), Daniel Rusu, che ha fatto appello allunità, ritiene che la dedizione alla patria vada dimostrata coi fatti, anzichè con discorsi demagogici sul pattriotismo. Dal canto suo, il deputato dellUDMR, Szabó Ödön, ha affermato che vanno rispettati e principi della Dichiarazione di Alba Iulia sullassicurazione dellidentità etnica delle minoranze nazionali. Alla seduta solenne del Parlamento di Bucarest dedicata alla Festa Nazionale della Romania sono stati presenti anche il Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena, Daniele, altri leader religiosi, attuali ed ex alti esponenti dello stato e rappresentanti delle missioni diplomatiche accreditate a Bucarest.




  • Politica: nuovi leader del Parlamento di Bucarest

    Politica: nuovi leader del Parlamento di Bucarest

    A meno di un anno dalle elezioni politiche, la nuova maggioranza PNL-PSD-UDMR ha portato dei cambiamenti anche ai vertici del Parlamento romeno. Il leader socialdemocratico Marcel Ciolacu è stato eletto nell’incarico di presidente della Camera dei Deputati, mentre il capo dei liberali, Florin Cîţu, va alla guida del Senato. I due assumeranno gli incarichi venerdì, dopo l’investitura della nuova squadra di governo. Alla Camera, la procedura delle elezioni è stata semplice, vista la vacanza dell’incarico in seguito alle dimissioni di Ludovic Orban. Con 217 voti favorevoli e 77 contrari, Marcel Ciolacu ha superato la controcandidata Cristina Prună dell’USR. In veste di presidente della Camera dei Deputati, mi assicurerò che sia le misure sociali ed economiche per le quali il PSD ha assunto la governance diventeranno realtà il prima possibile, e che il programma governativo sarà sostenuto al Parlamento e rispettato letteralmente, promette Marcel Ciolacu.

    Invece, al Senato, Anca Dragu dell’USR è stata revocata dall’incarico. Secondo una decisione della Corte Costituzionale, se la maggioranza cambia, allora il presidente può essere revocato, in mancanza di sostegno politico. L’USR ha già annunciato che contesterà la revoca presso la Corte Costituzionale. Il leader liberale Florin Cîţu, che ha raccolto 82 voti favorevoli e 25 contrari, deve ora fronteggiare anche le voci del proprio partito scontente dell’alleanza con il PSD. Insieme a più senatori e deputati, tra cui gli ex ministri Violeta Alexandru e Adrian Oros, l’ex capo liberale, Ludovic Orban, si è dimesso dopo quasi 30 anni di attività nel partito, esprimendo la delusione per la strada imboccata dal PNL e per la collaborazione con il PSD. La direzione del PNL è criticata anche da voci interne, scontente che i negoziati sul nuovo governo non fossero stati vantaggiosi per i liberali. In replica, Florin Cîţu si dichiara aperto alle discussioni, affemando di essere interessato che nel PNL ritornino quei membri che non attaccano il partito e sostengono i principi liberali.

    L’insediamento della nuova squadra di governo, con 20 ministeri e due incarichi di vicepremier, e presieduta dal liberale Nicolae Ciucă, è atteso per domani. I liberali mantengono quattro dicasteri guidati dagli stessi titolari – gli Esteri, gli Interni, l’Istruzione e l’Energia, ai quali si aggiungono altri quattro ministeri. Ai socialdemocraici spettano nove dicasteri, tra cui le Finanze, la Difesa e l’Economia, nonchè il Segretariato Generale del Governo. L’UDMR mantiene i tre dicasteri guidati finora – Sviluppo, Ambiente e Sport. Il programma governativo, inoltrato ieri al Parlamento, si basa sui principi della resilienza, della stabilità, della trasparenza, dell’equità e dell’efficacia, ha spiegato il premier designato, il quale ha assicurato che aumenteranno le pensioni, gli assegni sociali minimi e familiari, nonchè lo stipendio minimo lordo.

  • Covid-19: vaccinazione e restrizioni

    Covid-19: vaccinazione e restrizioni

    Mentre l’Europa occidentale si confronta nuovamente con una notevole salita della curva epidemiologica, in Romania il numero dei contagi e dei decessi associati continua a scendere lievemente, toccando in questi giorni il livello più basso degli ultimi due mesi, con un’incidenza media inferiore a 3,5 casi per mille abitanti e oltre la metà delle province fuori zona rossa. Resta, però, basso il tasso vaccinale, con solo circa il 50% della popolazione adulta inoculata con almeno una dose.

    Uno studio condotto da una compagnia medica di Romania indica che la terza dose, raccomandata dalle autorità innesca livelli di anticorpi dieci volte superiori rispetto a quelli rilevati a sei mesi dal richiamo, con un’elevatissima efficacia nelle forme severe della malattia. I rappresentanti della rispettiva compagnia spiegano che, se il ritmo della vaccinazione rallenta, il più probabilmente la Romania sarà colpita dalla quinta ondata a febbraio. Inoltre, i ricercatori valutano che i Paesi che imporranno delle misure rigorose per limitare la circolazione delle persone non vaccinate usciranno più presto dalla crisi sociale ed economica, per tornare alla normalità.

    Il direttore medico dell’Istituto Matei Bals di Bucarest, Adrian Marinescu, spiega cosa significa una nuova ondata pandemica nei paesi europei in cui la maggioranza della popolazione è vaccinata. Se guardiamo ai Paesi dell’Europa e non solo, che registrano un elevato tasso vaccinale, vedremo che li la quinta ondata significa un gran numero di contagi, ma non anche una pressione sul settore sanitario, quindi non si riscontrano molte forme severe. Abbiamo visto queste realtà sin dall’inizio della campagna vaccinale laddove è stato raggiunto un livello di protezione della popolazione, spiega Adrian Marinescu.

    I casi di coronavirus si stanno moltiplicando in modo allarmante nell’Europa centrale, sullo sfondo delle nuove proteste contro l’innasprimento delle restrizioni, e il continente è nuovamente l’epicentro mondiale delle infezioni. L’Austria è in lockdown per tre settimane, e la Germania, con un record di contagi, contempla misure estreme. Invece, la Gran Bretagna, nonostante i numerosi casi di infezione, esclude completamente la vaccinazione obbligatoria. Anche in Italia stanno tornando le restrizioni, e nella maggioranza dei 27 stati dell’UE vige il green pass obbligatorio sui mezzi pubblici di trasporto, ma anche per andare a concerti o ristoranti.

    In seguito alle recenti proteste avvenute in Austria, Belgio, Olanda e Croazia, la Commissione Europea dichiara di comprendere che la gente è stanca di restrizioni, dopo quasi due anni di pandemia, rispettando il loro diritto a protestare pacificamente. Ma in ugual misura la Commissione esorta all’osservanza delle misure decise dagli stati membri che, insieme alla vaccinazione, portano alla via d’uscita dalla pandemia. A sua volta, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ammonisce che, nei prossimi mesi, mezzo milione di persone potrebbe morire a causa del Covid-19 in Europa.

  • Covid: Europa, in piazza contro le restrizioni

    Covid: Europa, in piazza contro le restrizioni

    “Il nuovo normale” che si è imposto con la pandemia di Covid-19 ha numerosi oppositori nellintero mondo. Se durante la prima parte della crisi sanitaria scoppiata circa due anni fa, la maggioranza della gente si è conformata alle restrizioni, alcune drastiche, nella speranza che, man mano, tutto tornerà come prima, adesso la pazienza sembra essersi esaurita. La pandemia non solo non rallenta, ma ci sono Paesi che preparano nuove rigorose misure restrittive, veementemente contestate, tra cui la vaccinazione obbligatoria, la quarantena generalizzata o la segregazione su criteri sanitari.



    È il caso dellAustria, ad esempio, dove le autorità hanno annunciato drastiche misure anti-Covid. I suoi 9 milioni di abitanti sono, da oggi, in lockdown nazionale per 20 giorni e, da febbraio, il vaccino diventerà obbligatorio. Il lockdown finirà il 13 dicembre per i vaccinati e per chi ha superato la malattia, ma resterà in vigore, a tempo indeterminato, per i non vaccinati. È il motivo per cui, a Vienna, alla fine della scorsa settimana, decine di migliaia di persone sono scese in piazza. Proteste si sono svolte anche a Roma. In Olanda, allAia, ma anche in città più piccole del Paese, le proteste svoltesi nel finesettimana contro le restrizioni anti-Covid si sono trasformate in vere e proprie rivolte e scontri con le forze dellordine, con un bilancio di oltre 100 arresti. Migliaia in piazza anche a Bruxelles, dove sono stati lanciati petardi e fumogeni, cui la polizia ha risposto con cannoni ad acqua e lacrimogeni. Intitolata « Insieme per la libertà », la manifestazione ha contestato, principalmente, lintroduzione del Green Pass come mezzo obbligatorio per accedere a bar, ristoranti e altri luoghi aperti al pubblico. La Francia, che si confronta con un aumento dei contagi, deve gestire inclusivamente le situazioni tese nei suoi Dipartimenti dOltremare – la polizia di Guadalupa ha ricevuto aiuto da Parigi per far fronte alle violenze generate dallobbligo di vaccinazione per il personale sanitario, mentre a Martinica è stato lanciato un appello allo sciopero generale.



    Proteste si sono svolte anche in Romania, anche se con un minor numero di partecipanti rispetto a quelle nellovest dellEuropa. A Ploieşti, nel sud, centinaia di persone hanno portato in piazza cartelloni con messaggi contro le misure restrittive, mentre a Craiova, la gente in piazza a letto articoli della Costituzione sullinviolabilità della libertà individuale, della sicurezza della persona e della libertà di espressione dei pensieri, delle opinioni e convinzioni. A Sibiu (nel centro), è stata sventolata la bandiera nazionale e sono stati cantati canti pattriotici. Una protesta contro lobbligo di Green Pass è stata organizzata anche a Costanza, città sul litorale del Mar Nero.




  • Tennis: ritiro di un grande campione

    Tennis: ritiro di un grande campione

    Dopo l’ultima partita giocata alle ATP Finals di Torino, il tennista romeno Horia Tecău ha annunciato il suo ritiro dall’attività competitiva. In un post su facebook, ha scritto: Molte emozioni scorrono in questo momento. Sono grato. Per il mio percorso, per ciò che ho vissuto, per le persone che ho incontrato. Lo sport è stato il mio terreno di gioco, la mia scuola, mi ha insegnato a sognare, a credere e a perfezionarmi nel tempo. L’energia del campo da tennis e degli amanti di questo sport mi ha offerto un’enorme ricompensa e serberò per sempre questo sentimento. Adesso è l’ora di godermi la vita in un modo diverso e trasformare tutta questa energia in una nuova forma”.



    Horia Tecău e il tedesco Kevin Krawietz hanno concluso la partecipazione al Torneo dei Campioni di quest’anno con una vittoria davanti alla coppia formata dallo spagnolo Marcel Granollers e dall’argentino Horacio Zeballos, per 6-3, 6-7, 10-6. Non è però bastato per andare avanti, perché avevano perso le prime due partite giocate a Torino. Il tennista romeno resta nel palmares con sette partecipazioni alle ATP Finals. Alle precedenti edizioni è stato presente due volte accanto allo svedese Robert Lindstedt e quattro volte insieme all’olandese Jean-Julien Rojer, con il quale ha anche vinto il trofeo nel 2015.



    Horia Tecău è nato a Braşov, il 19 gennaio 1985, e gioca a tennis dall’età di 7 anni. Nel 2002 è stato campione nel doppio juniores, a Wimbledon, accanto a Florin Mergea. È passato al tennis professionistico nel 2003. Dal luglio 2008 si è piazzato tra i primi 100 giocatori del mondo nel doppio, mentre dal novembre 2009, tra i primi 50. È salito poi costantemente nella classifica mondiale nel doppio, fino al secondo posto, al quale si è piazzato a novembre 2015.



    Lungo la sua carriera, ha vinto 38 tornei ATP nel doppio ed ha giocato altre 24 finali. Si è imposto due volte in tornei di Grande Slam nel doppio maschile, a Wimbledon nel 2015 e all’US Open nel 2017, ogni volta accanto all’olandese Jean-Julien Rojer. Ha nel palmares un titolo nel doppio misto, all’Australian Open, vinto nel 2012 accanto alla tennista americana Bethanie Mattek-Sands. Ha partecipato anche ad altre cinque finali di Grande Slam che ha perso: nel 2010, 2011 e 2012 a Wimbledon, assieme a Lindstedt, all’Australian Open, nel doppio misto, nel 2014, assieme all’indiana Sania Mirza, e nel 2016, accanto all’americana CoCo Vandeweghe.



    Ai Giochi Olimpici di Rio, del 2016, ha vinto la medaglia d’argento accanto a Florin Mergea. Ha fatto parte nella squadra di Coppa Davis della Romania a cominciare dal 2003. Ha debuttato, accanto a Florin Mergea, contro la squadra dell’Ecuador. Dopo una partita drammatica con i fratelli Giovanni e Nicolas Lapentti, Tecău e Mergea hanno vinto il punto che ha qualificato la Romania nel Gruppo Mondiale. Sempre nella Coppa Davis ci sarà anche l’ultima partecipazione di Tecău in una gara, ovvero la partita della Romania contro la squadra del Perù, in programma il 27 e il 28 novembre, a Cluj-Napoca.

  • Economia: sbalzo inflazionistico in Romania

    Economia: sbalzo inflazionistico in Romania

    Il PIL è aumentato del 3,9% nell’Unione Europea nel terzo trimestre del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020. Tutti gli stati membri hanno registrato crescite, le più alte essendo rilevate in Romania (8%), Ungheria (6,1%) e Lituania (6%) — lo rilevano i dati preliminari, resi pubblici, questa settimana, dall’Ufficio Europeo di Statistica. Gli specialisti nel settore temperano, però, l’allegria suscitata dall’annuncio, ricordando che, un anno fa, la situazione pandemica aveva portato a una dura contrazione dello slancio economico. Quanto ai romeni comuni, loro notano ogni giorno che una simile crescita economica non si ritrova in alcun modo nelle loro tasche, una constatazione confermata, d’altronde, sempre dall’Eurostat.



    Secondo le statistiche di Bruxelles, la Romania si annovera tra i Paesi dell’UE con il maggiore tasso inflazionistico a ottobre. A livello dell’intera UE, il tasso inflazionistico annuo è aumentato dal 3,6% a settembre, al 4,4% a ottobre. Con il 6,5%, la Romania ha superato la media europea. L’unica consolazione è, forse, che ci sono altri Paesi a piazzarsi ai primi posti – Lituania (8,2%), Estonia (6,8%) e Ungheria (6,6%). Comunque, i romeni sentono fortemente i rincari che appaiono da un mese all’altro. Le bollette dell’energia elettrica e del gas naturale sono aumentate tanto, il che ha generato rincari per una varietà di generi alimentari o non alimentari e per i servizi.



    La settimana scorsa, secondo i suoi calcoli differenziati, l’Istituto Nazionale di Statistica di Bucarest ha informato che il tasso inflazionistico annuo è salito al 7,9% a ottobre 2021, dal 6,3% a settembre, nel contesto in cui i prezzi delle merci non alimentari sono aumentati di oltre l’11%, quelli dei generi alimentari del 5,25, mentre i servizi costano il 4% in più. Inoltre, secondo l’ultimo rapporto sull’inflazione elaborato dalla Banca Centrale della Romania, il tasso inflazionistico annuo è stimato al 7,5% a dicembre 2021 e ne è previsto un calo al 5,9% alla fine dell’anno prossimo. La Banca Centrale della Romania ha precisato pure che, rispetto al rapporto dello scorso agosto, le nuove previsioni sono in crescita del 1,9% per la fine del corrente anno e del 2,5% per la fine dell’anno prossimo. Anche l’ex presidente del FMI, attualmente capo della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha ammonito che, in Europa, l’inflazione alta e un rallentamento della crescita economica si manterranno per un periodo più lungo di quanto pensato.

  • Sicurezza: l’UE e la NATO denunciano attacchi ibridi

    Sicurezza: l’UE e la NATO denunciano attacchi ibridi

    La Bielorussia è di nuovo un’emergenza nell’agenda dell’UE, stavolta a causa della crisi dei migranti che desiderano arrivare nell’Unione dalla frontiera tra Bielorussia e Polonia. Gli analisti politici considerano che la situazione si sia già trasformata in una crisi umanitaria e il coinvolgimento dei militari da ambo le parti del confine polacco-bielorusso crea premesse pericolose per possibili scontri armati. Gli specialisti affermano che, in queste condizioni, non ci sarà, per il momento, una distesa della situazione, tranne nell’eventualità in cui il leader di Minsk, Alexander Lukashenko, cedesse in seguito alle nuove sanzioni oppure ad alcuni accordi diplomatici.



    Intanto, sia la NATO che l’UE hanno denunciato un attacco ibrido lanciato dal regime del presidente bielorusso. Sebbene il trasporto organizzato di migranti provenienti dal Medio Oriente verso la frontiera della Bielorussia con Lettonia, Lituania e Polonia sia iniziato già dall’estate di quest’anno, la situazione è ormai fuori controllo, dopo ce il flusso di migranti si è concentrato sulla Polonia, che è frontiera UE e NATO. I militari polacchi sono stati addestrati per proteggere il confine orientale e si sono già verificati scontri con vittime tra loro e i migranti. Mentre la Polonia continua a proibire l’accesso dei migranti sul suo territorio, le autorità bielorusse, che hanno permesso ai migranti di entrare nel Paese e di attraversarlo, adesso non permettono più loro di tornare.



    In queste condizioni, Bruxelles ha chiesto accesso alla frontiera per le organizzazioni umanitarie internazionali. Inoltre, sia l’UE che la NATO hanno espresso la solidarietà con Varsavia e annunciano nuove sanzioni settoriali che saranno imposte alla Bielorussia. L’Alleanza Nord-Atlantica si è detta preoccupata per la strategia del presidente Alexander Lukashenko di mettere in pericolo le vite dei migranti. Dal canto suo, il leader di Minsk ha dato assicurazioni che desidera evitare l’attuale crisi al confine con la Polonia che è accusato di aver orchestrato per arrivare a un conflitto con i Paesi europei confinanti.



    Nel frattempo, l’Unione Europea, che è stata già destabilizzata qualche anno fa da un afflusso di migranti senza precedenti, ha annunciato, a Bruxelles, la creazione di una forza militare congiunta di pronto intervento, di fino a 5.000 soldati. Si tratta del progetto “Bussola Strategica”, volto a consolidare la politica di difesa europea. Il progetto potrà essere realizzato entro il 2025 e garantirebbe all’UE la capacità di rispondere, senza basarsi sugli USA, a minacce imminenti e di intervenire con celerità in situazioni di crisi, come quella esistente adesso alla sua frontiera, oppure di eseguire missioni di salvataggio ed evacuazione.



    I più recenti dati pubblicati dall’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) rileva che l’UE continua a confrontarsi con un numero elevato di attraversamenti illegali dei suoi confini. Negli ultimi nove mesi dell’anno, ci sono stati quasi 134 mila simili tentativi, cioè il 47% in più rispetto al 2019, prima della pandemia. Ci sono sei rotte tramite cui i migranti e i profughi cercano di arrivare nell’UE e la più trafficata è quella centro-mediterranea.

  • Diplomazia: la Romania e il Vicinato orientale dell’UE

    Diplomazia: la Romania e il Vicinato orientale dell’UE

    Insieme ai colleghi degli stati UE e partner – Armenia, Azerbaigian, Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina, il capo della diplomazia di Bucarest, Bogdan Aurescu, ha partecipato alla ministeriale del Partenariato Orientale a Bruxelles, dove ha presentato la visione della Romania sulle priorità strategiche nel periodo post-2020 della partnership. Priorità definite anche in base alle conclusioni della tournée diplomatica effettuata nel Caucaso del Sud dal ministro Aurescu, accanto agli omologhi di Austria e Lituania, con il mandato e in coordinamento con l’Alto Rappresentante dell’UE, Josep Borrell.

    Una conclusione de questo viaggio è l’intensificazione dell’impegno comune per un Partenariato ambizioso e consolidato, in grado di riflettere la necessità di ripresa, rafforzamento della resilienza e approfondimento delle riforme nella regione. Bogdan Aurescu si è pronunciato per il consolidamento della dimensione di sicurezza nel Vicinato Est e l’individuazione di formati di dialogo con i partner interessati, al fine di sostenerli nel combattere le minacce ibride, ma anche per un maggiore impegno dell’Unione nella soluzione dei conflitti congelati o prolungati del vicinato orientale.

    A Bruxelles, i ministri degli Esteri hanno lavorato anche ai preparativi per il Vertice del Partenariato Orientale, dal quale la Romania auspica una dichiarazione congiunta concreta e adattata al futuro, ha spiegato Bogdan Aurescu. Estremamente importante è riconoscere e appoggiare le aspirazioni europee e gli sforzi sulla strada dell’integrazione europea compiuti dagli stati associati (Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina), ha detto inoltre il capo della diplomazia di Bucarest.

    I ministri comunitari hanno convenuto a Bruxelles anche l’estensione dei criteri per le sanzioni imposte contro il regime di Minsk. Di conseguenza, l’UE potrà applicare puntualmente delle misure restrittive contro individui ed entità che organizzano o contribuiscono a all’attraversamento illegale delle frontiere esterne dell’UE da parte di migranti dalla Bielorussia. Sin da ottobre 2020, l’Unione aveva esteso sempre di più le sanzioni contro il regime di minsk, in seguito alla brutale repressione delle proteste contro la frode avvenuta alle elezioni svoltesi in Bielorussia, il cui esito non è riconosciuto dall’UE. 166 persone, compreso il leader Aleksandr Lukashenko, e 15 entità sono già sotto sanzioni europee, e ora si sta lavorando ad un altro pacchetto.

    Il ministro Bogdan Aurescu ha sottolineato, in ugual misura, quanto sia necessario continuare a sostenere il popolo bielorusso, ricordando il Piano economico per una Bielorussia democratica, elaborato dalla Commissione Europea su proposta del presidente romeno Klaus Iohannis e degli omologhi di Polonia e Lituania, che presenta le opportunità di questo paese una volta avverrà la transizione verso un regime democratico. Non in ultimo, nel contesto della situazione nell’est dell’Ucraina, il ministro romeno ha ribadito a Bruxelles il sostegno all’integrità territoriale di questo paese, sottolineando la necessità di una maggiore resilienza tramite il mantenimento di un ritmo sostenuto delle riforme.