Category: Attualità

  • Covid-19: Romania, dibattito sulla certificazione verde

    Covid-19: Romania, dibattito sulla certificazione verde

    In Romania, la certificazione verde COVID, che attesta l’avvenuta vaccinazione o guarigione, viene esibito allentrata nella maggior parte delle istituzioni, ma anche nei grandi centri commerciali, negli ipermercati e ai ristoranti. La misura è in vigore da tre settimane. Segue liter legislativo anche un ddl che prevede la certificazione verde obbligatoria anche sul posto di lavoro. Bocciato dal Senato, il disegno di legge è arrivato alla Camera dei Deputati, decisionale in questo caso. Il ritardo nellintroduzione dellobbligo di esibire il green pass rallenta la vaccinazione, spiega il capo del Dipartimento per Situazioni di Emergenza del Ministero dellInterno, il medico Raed Arafat.



    In Romania, meno del 40% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Il ritmo dimmunizzazione è diminuito nelle ultime settimane, dopo che, sullo sfondo della situazione drammatica negli ospedali, e di fronte alla possibilità di non riunire le condizioni per accedere al posto di lavoro, ogni giorno, fino al voto negativo del Senato, venivano riferite decine di migliaia di somministrazioni della prima dose. La certificazione verde non può essere obbligatoria al lavoro, è contraria alla Legge fondamentale, discrimina e trasgredisce i provvedimenti del Codice del Lavoro, sostengono le persone scontente che, in più città del Paese, compresa la Capitale, hanno scelto di protestare. Alla manifestazione organizzata a Suceava (nord-est), cui hanno presenziato circa 1000 persone, ha partecipato anche George Simion, co-presidente del partito parlamentare AUR.



    NellUE, la situazione sanitaria sta peggiorando. Nellultima settimana, sono stati riferiti oltre due milioni di nuovi contagi, secondo lOrganizzazione Mondiale della Sanità, che ha esortato alla vaccinazione delle persone vulnerabili, in particolar modo. Il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie anticipa una crescita del 50% del numero di nuovi casi e di decessi nelle prossime due settimane, e più Paesi hanno deciso di applicare nuovamente restrizioni. In Austria ai non-vaccinati è proibito muoversi fuori casa se non per fare la spesa, fare sport o per cure mediche. La polizia e le autorità sanitarie faranno controlli non annunciati, mentre a Vienna è stata avviata la vaccinazione dei bambini con età comprese tra i 5 e gli 11 anni, una prima in Europa. Finora, meno del 65% degli austriaci ha completato il ciclo vaccinale, il Paese piazzandosi sotto la media europea.



    Restrizioni anche in Olanda, in seguito alla salita preoccupante della curva epidemiologica, anche se oltre l82% della popolazione eleggibile si è vaccinata, ma anche in Norvegia, dove luso del green pass sarà esteso e la terza dose di vaccino sarà somministrata a tutte le persone che hanno superato i 18 anni. Nel tentativo di fermare una nuova ondata della pandemia da COVID-19, la Germania, il cui tasso di vaccinazione supera il 67%, ha deciso di tornare allo smart-working.

  • CE: previsioni economiche per la Romania

    CE: previsioni economiche per la Romania

    La Commissione Europea ha abbassato leggermente le previsioni di crescita dell’economia romena. La crescita stimata ammonterebbe al 7%, mentre lo scorso luglio l’esecutivo comunitario la anticipava al 7,4%. Secondo la Commissione, entro la fine di quest’anno, il PIL della Romania dovrebbe superare il livello di prima della pandemia, mentre in futuro la crescita resterà robusta, di circa il 5%, alimentata dal consumo interno e dagli investimenti appoggiati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I rischi per queste stime di crescita sono il basso tasso di vaccinazione, cui si aggiungono le restrizioni sulla mobilità che potrebbero intaccare il consumo e gli eventuali ritardi nell’implementazione del Recovery Plan, determinati dalla formazione di un nuovo governo.



    Il Commissario per l’economia, Paolo Gentiloni, ammoniva che le prospettive di crescita economica nell’Unione sono minacciate dai contagi in continuo aumento, nelle zone in cui non si fanno vaccinazioni. E aggiungeva che c’è anche una pressione in crescita sulla produzione negli stati membri a causa dei blocchi nelle catene globali di rifornimento. Mentre per quanto riguarda l’avanzo economico stimato la situazione della Romania è migliore di quella di altri stati dell’Unione, invece l’inflazione sarà più alta della media nell’UE e la disoccupazione diminuirà di meno rispetto agli altri stati membri.



    Nei giorni scorsi, la Banca Centrale della Romania ha annunciato che il tasso inflazionistico annuo è arrivato lo scorso mese a quasi l’8%, il maggiore negli ultimi 13 anni. Inoltre, gli aumenti dei prezzi dell’energia e dei combustibili di quasi il 25% rispetto a ottobre 2020 hanno determinato crescite che non si fermeranno fino alla metà dell’anno prossimo, secondo le stime della Banca Centrale della Romania e degli analisti economici. Il mese prossimo, il tasso inflazionistico dovrebbe arrivare al 7,5% e si anticipa un calo fino al 5,9% alla fine dell’anno prossimo, afferma la Banca Centrale nel rapporto sull’inflazione reso pubblico ieri. L’istituzione sottolinea che tutte queste stime superano le previsioni fatte nel precedente rapporto, dello scorso agosto, a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia.



    Il portavoce della Banca Centrale della Romania, Dan Suciu, afferma, però, che lo scatto inflazionistico e le crescite importanti dei prezzi siano già avvenuti e che le successive variazioni saranno poco significative: Gran parte della crescita si è già verificata. Le crescite sono già avvenute. Ciò non vuol dire che d’ora in poi avremo prezzi in calo. Ci saranno ancora, probabilmente, aumenti di prezzi, ma saranno marginali. La tendenza di crescita dell’inflazione resterà intorno a questo livello fino alla fine dell’anno, seguirà un leggero calo fino al prossimo aprile, quando saranno eliminate le compensazioni e le sovvenzioni all’energia applicate dal 1° novembre di quest’anno, perciò ci sarà un picco nel mese di aprile. Però, lo ripeto, la differenza rispetto a ciò che abbiamo adesso è molto bassa. Ciò vuol dire che le grandi crescite dei prezzi sono già avvenute.”



    Il maggiore aumento di prezzo registrato il mese scorso rispetto al precedente è stato quello del gas naturale, di oltre il 21%. L’unica categoria a registrare un calo significativo è stato il trasporto aereo, di oltre il 16%.

  • Profughi: pressioni ai confini dell’UE

    Profughi: pressioni ai confini dell’UE

    Scoppiata sullo sfondo del deterioramento dei rapporti tra Minsk e l’UE e dell’intensificazione della retorica aggressiva del presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, la crisi dei profughi al confine orientale dell’UE rischia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria. È anche il motivo per cui, su richiesta di Francia, Irlanda ed Estonia, il Consiglio di Sicurezza ha deciso di riunirsi nel tentativo di trovare una soluzione per le migliaia di persone che desiderano raggiungere l’Europa occidentale e che sono bloccate al confine dell’Unione, in condizioni inumane, in un periodo con temperature molto basse.



    Da qualche mese, la Bielorussia incoraggia migranti del Medio Oriente ad attraversare il suo territorio per entrare nell’UE dalla Polonia e dagli stati baltici, ma la crisi si è amplificata negli ultimi giorni, quando migliaia di migranti sono arrivati al confine e si sono verificati più tentativi di forzare la frontiera. La Polonia ha mobilitato militari al confine per fermarli ed ha informato sulla crisi gli alleati della NATO. L’Alleanza Nord-Atlantica sta monitorando la situazione ed ha dato assicurazioni che difenderà la sicurezza dei propri membri, compresa quella di Lituania e Lettonia, e di altri stati membri confrontati con pressioni migratorie dalla Bielorussia.



    D’altronde, non è la prima volta che i tre Paesi europei si confrontano con ondate di migranti, nella maggior parte siriani, irakeni e afghani, che cercano di raggiungere illegalmente soprattutto la Germania. L’UE ha accusato ripetutamente la Bielorussia di portare questi migranti per mandarli sul territorio comunitario come rappresaglie in seguito alle sanzioni imposte a Minsk per il broglio elettorale da parte di Alexander Lukashenko alle presidenziali dell’anno scorso e per la brutalità con la quale sono state represse le proteste dopo le elezioni. Il quadro della zona è completato dalle azioni della Russia che appoggia il regime di Lukashenko e che ha mandato due bombardieri capaci di trasportare armi nucleari a fare un volo dimostrativo nello spazio aereo bielorusso.



    Le agenzie di stampa scrivono che sempre più accuse europee per questa crisi sono rivolte anche al presidente russo, Vladimir Putin, però il Cremlino ha affermato che le supposizioni sono inaccettabili. Il presidente Putin, al quale la cancelliera tedesca Angela Merkel ha chiesto in un colloquio telefonico di intervenire per porre fine alla crisi, ha proposto che siano avviati contatti diretti tra i rappresentanti dell’UE e Minsk, per discutere dei problemi apparsi. Ai confini dell’UE è in corso un attacco ibrido brutale, la Bielorussia sfrutta la disperazione dei migranti come arma, in un modo cinico e sconvolgente, ha affermato il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. La situazione al confine tra Bielorussia e Polonia non è una crisi dei migranti, ma un tentativo del “regime autoritario” di Minsk di destabilizzare i Paesi confinanti, è del parere la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, stando alla quale, l’Unione estenderà le sanzioni nei confronti della Bielorussia, anche a persone ed enti.

  • Mar Nero: ministro Aurescu richiama attenzione sui conflitti congelati nella regione

    Mar Nero: ministro Aurescu richiama attenzione sui conflitti congelati nella regione

    Come estremità del fianco sud-orientale della NATO, la regione del Mar Nero, che collega l’Europa al Caspio, al Medio Oriente e all’Asia centrale, riveste un’importanza strategica per l’Alleanza Nord-Atlantica. La situazione nella regione che si confronta con problemi di sicurezza e stabilità, è molto complessa. Uno tra i più notevoli conflitti, con significative ripercurssioni, è quello tra la Russia e l’Ucraina. Nel 2014, la Federazione russa ha annesso la Penisola di Crimea, parte del territorio dell’Ucraina.

    Intanto, resta irrisolta la situazione in Transnistria, regione separatista russofona all’interno della Repubblica di Moldova, ex sovietica, a maggioranza romenofona. Le autorità di Chisinau hanno perso il controllo sulla Transnistria, in seguito ad una guerra civile in cui i separatisti sono stati appoggiati dall’esercito russo. A sua volta, la Georgia ha perso il controllo sull’Abkhazia, dichiaratasi repubblica autonoma nel 1992, in seguito ad una guerra civile in cui anche questi separatisti sono stati ugualmente sostenuti dai militari russi. Un altro territorio della Georgia – l’Ossezia del Sud – ha dichiarato l’indipendenza nel 2008, in seguito all’intervento delle truppe russe a sostegno dei separatisti.

    In visita a Washington per consolidare la cooperazione con gli Stati Uniti in materia di sicurezza, il capo della diplomazia di Bucarest, Bogdan Aurescu, ha presentato la posizione della Romania in riferimento alla regione del Mar Nero. Nel corso di un dibattito presso il Consiglio Atlantico, il ministro ha richiamato l’attenzione sui vecchi conflitti ancora irrisolti, puntualizzando che, per oltre due decenni, la Romania ha evidenziato a Washington l’importanza della sicurezza nella regione del Mar Nero come parte della sicurezza transatlantica.

    Bogdan Aurescu ha spiegato che quello che accade sul Mar Nero non rimane sul Mar Nero, bensì ha un impatto notevole sulle relazioni transatlantiche in generale. Il ministro ha sottolineato che, storicamente, la regione si è sempre trovata al crocevia di vari interessi – ambizioni imperiali, ideologie contrarie, interessi commerciali diversi, facendo da ponte tra l’Asia e l’Europa.

    Negli ultimi tre decenni, il Mar Nero ha rappresentato una zona di conflitto e osserviamo che questa tendenza permane, purtroppo, se guardiamo a quanto è avvenuto, ad esempio, quest’anno ad aprile, quando siamo stati i testimoni di un massiccio dispiegamento di forze russe, forse il più ampio verificatosi nella regione dai tempi della Guerra Fredda, con tanto equipaggiamento rimasto lì, ha detto Bogdan Aurescu.

    Il capo della diplomazia di Bucarest ha ammonito che si tratta di un aspetto preoccupante, che dovrebbe interessare tutti, e non solo i Paesi della regione. Il ministro Bogdan Aurescu spiega che la presenza militare americana nella regione, sia per numero di militari che per equipaggiamenti, va aumentata non solo in Romania, ma anche nell’area meridionale del fianco est, vista la presenza più ridotta nel sud del fianco est e una più solida nella zona settentrionale dello stesso fianco orientale.

  • Politica: verso una grande coalizione PNL-PSD-UDMR?

    Politica: verso una grande coalizione PNL-PSD-UDMR?

    A Bucarest si sta profilando sempre di più un Governo PNL-PSD-UDMR, dopo la destituzione, con mozione di sfiducia, a inizio ottobre, del Gabinetto di minoranza PNL – UDMR, diretto dal leader liberale Florin Cîţu, e lannuncio del presidente romeno Klaus Iohannis, della scorsa settimana, di chiamare i partiti a consultazioni solo nel momento in cui si sarà coagulata una maggioranza parlamentare assunta. I liberali non hanno più accettato di rifare lalleanza con lUSR, cosicchè, per il PNL lopzione vincente sembra, adesso, il PSD, accanto al quale ha governato anche nel periodo 2013 – 2014. E quella non è stata la prima alleanza governativa tra la Destra e la Sinistra. Nel 2008, il Partito Democratico diretto de facto dal presidente Traian Băsescu ha governato assieme ai socialdemocratici di Mircea Geoană.



    Quindi, la direzione liberale ha deciso, a maggioranza di voti, di avviare ufficialmente i negoziati con il PSD per la formazione del governo. Di questa nuova maggioranza faranno parte anche lUDMR e le minoranze nazionali. Le condizioni messe dai liberali non sono negoziabili. Loro sono contrari a qualsiasi aumento delle tasse e vogliono che lo stato sia un partner onesto del mondo daffari. Non in ultimo, vogliono la formazione di una maggioranza intorno al PNL con un premier liberale. Il PNL ha, inoltre, in vista la continuazione delle riforme amministrative, soprattutto per quanto riguarda i salari e le pensioni, e il rispetto del partenariato con il capo dello stato, Klaus Iohannis. “Per me sono importanti le riforme. Voglio vedere con chi posso attuare queste riforme nel prossimo periodo e dobbiamo trovare un partner perchè, da solo, il PNL non ha la maggioranza nel Parlamento. A me interessa andare avanti con le riforme del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la riforma delle pensioni, la riforma della retribuzione, dellamministrazione pubblica, mi interessa che ci assicuriamo di mantenere il ritmo di crescita delle spese con gli investimenti”, affermava il presidente del PNL, il premier interinale Florin Cîțu.



    Dal canto suo, la direzione del PSD, che vede nei liberali la chance di entrare a far parte della coalizione di governo, ha votato, allunanimità, lavvio dei negoziati con questi ultimi. “Il Consiglio Politico Nazionale ha dato il via libera, perchè siamo aperti alla negoziazione per risolvere urgentemente i problemi dei romeni”, ha affermato il primo-vicepresidente del PSD, Sorin Grindeanu. I socialdemocratici hanno deciso anche una lista di misure da prendere nel successivo periodo. Si tratta, tra laltro, della gestione della pandemia, dellaumento degli assegni familiari, dellindicizzazione delle pensioni e del salario minimo. Del futuro governo dovrebbe far parte anche lUDMR, che ha deciso lavvio dei negoziati per la formazione di una grande coalizione con il PNL e il PSD sostenuta dalle minoranze nazionali. Il suo presidente, Kelemen Hunor, affermava che questa coalizione ha senso solo se si possono attuare riforme per la revisione della Costituzione, lintroduzione della repubblica parlamentare rappresentando un obiettivo importante.




  • Diplomazia: colloqui romeno-americani a Washington

    Diplomazia: colloqui romeno-americani a Washington

    La Romania e gli Usa hanno ribadito, ieri, a Washington, il loro impegno per il consolidamento del Partenariato strategico, dalla cooperazione militare e di sicurezza alla cooperazione politica, economica, nel campo dellenergia e delle relazioni interumane. Il segretario di stato americano Antony Blinken ha sottolineato, durante lincontro con il capo della diplomazia romena, Bogdan Aurescu, che gli USA e la Romania sono “alleati solidi nella Nato” e lavorano da vicino su molti argomenti. “Siamo uniti davanti alle sfide poste dalla Russia in varie zone, e dalla Cina. Siamo uniti per quanto riguarda la sicurezza e stabilità dellEuropa”, ha affermato il segretario di stato americano. Un comunicato del Dipartimento di Stato mostra, tra laltro, che i due esponenti hanno convenuto sulla collaborazione per quanto riguarda la sicurezza al Mar Nero. Dal canto suo, Bogdan Aurescu, ha dichiarato a Radio Romania, che durante i colloqui bilaterali sono state affrontate tutte le dimensioni del Partenariato strategico.



    “Abbiamo discusso soprattuto del nostro coordinamento nella Nato, della necesità di consolidare la deterrenza e difesa sul fianco orientale, soprattutto al Mar Nero, inclusivamente nel contesto degli ultimi sviluppi di sicurezza nella regione, e abbiamo discusso anche dellimportanza del rafforzamento della presenza militare americana nella regione, e, ovviamente, anche in Romania”, ha detto Bogdan Aurescu.



    Allo stesso tempo, lesponente americano ha ricordato limportanza dello sviluppo dei progetti di interconnessione strategica rilevanti per la Romania, Rail2Sea e Via Carpathia, progetti con un impatto positivo diretto sia sullo sviluppo economico della regione, che sulla mobilità militare. Per quanto riguarda la cooperazione economica bilaterale, Bogdan Aurescu ha sottolineato la necessità dellaumento degli investimenti americani nella regione. Il ministro ha, inoltre, ribadito linteresse della Romania, come Partner Strategico degli Usa, a compiere progressi concreti in vista delladesione del Paese al programma Visa Waiver, grazie al quale potrebbe essere abrogato lobbligo di visto per i cittadini romeni che viaggiano negli Stati Uniti. Aurescu ha chiesto limplicazione concreta della parte americana nel raggiungimento di questo obiettivo congiunto, inclusivamente tramite il sostegno di unadeguata campagna di comunicazione volta a contribuire alla riduzione del tasso di rigetto delle domande di visto, lultimo criterio che la Romania deve riunire. “Certo, attualmente dobbiamo combattere un tasso di rigetto pari al 10,14%, rispetto al 3% previsto dalla legislazione americana. Perciò servono obiettivi comuni, al fine di sapere quanto più esattamente i motivi che portano a questa percentuale, per poter realizzare unadeguata una campagna di informazione pubblica”, ha detto Bogdan Aurescu.



    La visita del ministro degli Esteri romeno a Washington segna, tra laltro, lapertura ufficiale della settima riunione del Dialogo strategico tra la Romania e gli Usa.




  • Covid-19: effetti della “Maratona informativa”

    Covid-19: effetti della “Maratona informativa”

    In concomitanza con le cosiddette maratone vaccinali anti-COVID, organizzate, venerdì, sabato e domenica, dalle otto del mattino fino a mezzanotte, nei centri di Bucarest e di altre città, la Romania ha ospitato, per la prima volta, alla fine della settimana scorsa, anche una “maratona informativa”. Decine di medici e altri specialisti hanno offerto, dal vivo, informazioni e spiegazioni sulla vaccinazione contro il nuovo coronavirus. Ospitato dalla Biblioteca Nazionale della Capitale, l’evento è stato trasmesso in diretta su pagine Facebook e sul canale YouTube ro.vaccinare. Gli effetti e le possibili reazioni avverse, le allergie e la vaccinazione, gli effetti della malattia sui giovani, il ruolo del certificato digitale, la realtà negli ospedali oppure l’impatto delle fake-news sono stati altrettanti argomenti esaminati dagli specialisti, nel tentativo di eliminare la reticenza dei romeni nei confronti della vaccinazione anti-COVID.



    L’iniziativa della maratona giunge in un momento di blocco della campagna vaccinale. Una classe politica di cui i sondaggi attestano che è completamente priva di credibilità e un corpo medico con un’immagine gravemente danneggiata da numerosi scandali di corruzione e malasanità sono riusciti a convincere troppo poche persone che l’unica soluzione per uscire dalla pandemia sia la vaccinazione. Domenica, meno di 25.000 persone hanno ricevuto la prima dose di un vaccino anti-COVID-19 oppure il siero monodose. È il più basso livello registrato nelle ultime tre settimane. Venerdì, la Romania ha superato 50.000 decessi causati dalle complicanze del COVID-19 dall’inizio della pandemia.



    Sullo sfondo della psicosi anti-vaccino, alimentata da una parte dei mass-media, da alcuni politici e da altre personalità pubbliche, ma anche da un’intera comitiva di cospirazionisti sulle reti sociali, il nostro Paese ha il secondo più basso tasso d’immunizzazione tra i 27 membri dell’UE. La reticenza nei confronti del vaccino è condivisa soprattutto nei Paesi dell’est e del centro dell’Unione Europea. La Romania è superata solo dalla Bulgaria ed è seguita da Croazia e Lettonia. I sociologi romeni sono del parere che la campagna si possa sbloccare dopo l’adozione del disegno di legge che prevede l’obbligo di esibire il certificato verde COVID al lavoro. Al Senato, la legge è stata bocciata con una differenza di solo due voti, ma la Camera dei Deputati ha potere decisionale in questo caso. Secondo l’atto normativo, i dipendenti che rifiuteranno di esibire il certificato al lavoro potranno avere il contratto sospeso senza ricevere lo stipendio per un periodo di fino a 30 giorni. Se neanche dopo questa scadenza verrà esibito il documento attestante la vaccinazione, i dipendenti delle istituzioni pubbliche saranno licenziati, mentre il datore di lavoro privato potrà decidere se prorogare la sospensione dei contratti dei propri dipendenti o licenziarli. Chi sceglie di non vaccinarsi dovrà fare periodicamente test anti-COVID a spese proprie.

  • Giornata dell’Ascoltatore 2021 a Radio Romania Internazionale

    Giornata dell’Ascoltatore 2021 a Radio Romania Internazionale

    Come ogni anno, la prima domenica dopo lanniversario della Radio pubblica romena del 1 novembre, vi diamo un nuovo appuntamento alla “Giornata dellAscoltatore” a Radio Romania Internazionale. Anche il 2021 è stato, pari al 2020, colpito dalla pandemia di COVID-19, che ha sconvolto le nostre vite e cambiato le abitudini quotidiane, allontanandoci fisicamente da parenti e amici e spingendoci a rinunciare a tante modalità di passare il tempo libero. Assaliti da tutte le direzioni da notizie e informazioni, abbiamo constatato quanto sia difficile a volte differenziare le notizie vere e le informazioni reali da notizie false e allarmistiche.



    Lungo la pandemia, le emittenti pubbliche radiotelevisive hanno cercato di offrire contenuti giornalistici di qualità, con informazioni affidabili, e la risposta è stata su misura: il pubblico è tornato in buona parte verso lascolto delle emittenti pubbliche. Per la Giornata dellAscoltatore 2021 a Radio Romania Internazionale, vi abbiamo chiesto nuovamente quali sono le vostre principali fonti di informazione sulla pandemia e se avete tolto dalla vostra lista le fonti accertate come divulgatori di fake news o che disinformano. Che ruolo svolge la radio, soprattutto quella pubblica, in questo periodo di incertezza? Ringraziamo tutti i nostri amici che hanno voluto partecipare anche questanno la Giornata dellAscoltatore.




  • Economia: Romania, previsioni BERS

    Economia: Romania, previsioni BERS

    La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha migliorato significativamente le stime sull’evoluzione economica della Romania nel 2021 e prevede una crescita del 7,2% quest’anno, rispetto al 6% stimato a giugno — lo rileva un rapporto reso pubblico di recente. Nel 2022, i fondi europei dal Programma di Ripresa e Resilienza potrebbero determinare l’aumento degli investimenti e un miglioramento delle esportazioni, il che, assieme al consolidamento fiscale aspettato e al rallentamento del consumo privato, potrebbero determinare una crescita del PIL di oltre il 4%. La BERS ammonisce, però, che queste previsioni hanno un grado elevato di incertezza. Nel caso della Romania, il principale rischio è lo sviluppo della pandemia, dato che il nostro Paese ha il secondo più basso tasso di vaccinazione dell’UE. Il secondo rischio sono i prezzi alti del gas e del greggio, perché la Romania, come altri stati, è obbligata a compensare le spese consistenti per l’energia per le famiglie con redditi bassi.



    Altri motivi di preoccupazione sono le possibili perturbazioni nelle catene di approvvigionamento e il deprezzamento della moneta nazionale. Secondo l’istituzione finanziaria, in tre stati membri dell’UE dell’Europa Sud-Orientale — Grecia, Romania e Bulgaria — si verifica attualmente una ripresa economica significativa, dopo un 2020 abbastanza difficile. Nel caso della Romania, il principale motore di crescita è la domanda interna. D’altra parte, i prezzi alti delle materie prime potrebbero influire negativamente sulla ripresa post-pandemia delle economie, perché intaccano fortemente la bilancia commerciale dei Paesi che importano energia, come la Romania. Secondo il rapporto, i prezzi alti dell’energia potrebbero testare il sostegno dell’opinione pubblica a un futuro più verde. Mentre questo sostegno è stato forte ed è aumentato a livello globale negli ultimi anni, in alcune economie, comprese quelle dell’Egitto, Lituania, Kazakistan, Polonia e Romania, è inferiore a quello della fine degli anni 1990. Secondo la BERS, le economie della sua zona di attività registreranno nel 2021 una crescita media del 5,5%, una revisione al rialzo dell’1,3% rispetto alle previsioni di giugno. Nel 2022, man mano che le economie si riprenderanno, il ritmo sarà più moderato, del 3,8%.



    Queste previsioni hanno però un grado elevato di incertezza a causa dei rischi associati allo sviluppo dei contagi da Covid-19, al possibile peggioramento delle condizioni esterne e a una crescita economica più bassa tra i principali partner commerciali. La BERS è stata fondata nel 1991 per investire negli stati ex-comunisti e aiutarli a fare la transizione verso l’economia di mercato. Dopo il crollo del comunismo nel 1989, la BERS è diventata un investitore importante in Romania, puntando sul finanziamento dell’infrastruttura, l’aumento della produttività e il consolidamento del settore finanziario. Finora, la BERS ha investito quasi nove miliardi di euro nell’economia romena, di cui tre quarti sono andati al settore privato.

  • Giustizia: il processo Colectiv continua

    Giustizia: il processo Colectiv continua

    Dopo più di sei anni dall’incendio in cui 65 persone hanno perso la vita e 150 hanno subito gravi ustioni, le pene nel fascicolo Colectiv potrebbero diminuire. Tre giudici della Corte d’Appello di Bucarest hanno cambiato parzialmente l’inquadramento giuridico dei reati e hanno eliminato le conseguenze particolarmente gravi dei reati di abuso d’ufficio di cui sono accusati alcuni degli incolpati, tra cui l’ex sindaco del settore della capitale in cui si trovava il club, Cristian Popescu-Piedone. L’eliminazione della circostanza “conseguenze particolarmente gravi” dall’inquadramento del reato può determinare una diminuzione della pena. La decisione è importante ed è l’ultimo passo prima delle conclusioni definitive in questo processo.



    A dicembre 2019, il Tribunale di Bucarest ha pronunciato le prime condanne nel fascicolo Colectiv. Allora, a Piedone era stata inflitta una pena di 8 anni e 6 mesi di carcere con esecuzione per abuso d’ufficio per il rilascio delle autorizzazioni di funzionamento del Club Colectiv. Sono stati condannati a pene carcerarie con esecuzione i tre padroni del club, i due vigili del fuoco responsabili, dipendenti del Comune, nonché i padroni della ditta di fuochi artificiali e i pirotecnici. In più, le persone condannate sono state obbligate a pagare, in solido con il Comune del Settore e con l’Ispettorato per Situazioni di Emergenza Bucarest-Ilfov, danni morali e materiali di oltre 50 milioni di euro alle vittime dell’incendio. La decisione del Tribunale Bucarest è stata però attaccata da questi, ma anche dai procuratori, e il processo è arrivato alla Corte d’Appello di Bucarest.



    Ora, i superstiti dell’incendio e i parenti delle vittime hanno reclamato, in una lettera aperta, la decisione del tribunale di esaminare il cambiamento dell’inquadramento giuridico dei reati, sostenendo che potrebbe determinare pene “ridotte e insignificanti, sproporzionate rispetto alla gravità dei reati commessi e delle loro conseguenze, fatto che getterebbe un’ombra profonda sull’intero processo di giustizia in Romania”. Il 30 ottobre, a sei anni dalla tragedia per la quale nessuno ha pagato finora, loro hanno protestato in silenzio per richiamare l’attenzione sul rinvio della sentenza definitiva in questo caso. Hanno acceso candele e messo foto delle vittime sulla scalinata della Corte d’Appello, ma anche di alcuni politici ritenuti colpevoli di quanto successo allora. Alcuni dei presenti si sono stesi sui gradini dell’istituzione, accanto alle foto delle persone decedute, coprendosi di lenzuola bianche. Inoltre, i superstiti che hanno avuto bisogno di cure mediche e che continuano a necessitare terapia richiamano l’attenzione che le infezioni negli ospedali non vengono riferite e monitorate neanche adesso.



    La Romania non ha tuttora centri per grandi ustionati e di recupero per i pazienti che hanno subito gravi ustioni. I parenti e gli amici delle persone che hanno perso allora la vita nonché alcuni rappresentanti della società civile denunciano il fatto che a sei anni dalla tragedia poche cose sono cambiate nel sistema sanitario romeno, mentre la giustizia con fa alcun passo in avanti nell’indagine. Il prossimo termine del processo è stato stabilito per il 17 novembre, quando si discuterà della struttura del collegio giudicante che risolverà la causa.

  • Politica: alla ricerca di una variante di governo

    Politica: alla ricerca di una variante di governo

    I giochi politici per la formazione di un nuovo governo ripartono da zero, dopo che il premier designato, il liberale Nicolae Ciucă ha annunciato di rimettere il mandato assegnatogli dal presidente Klaus Iohannis. La decisione è stata presa dalla direzione del suo partito, perché il generale a riposo Ciucă non è riuscito a ottenere sostegno al Parlamento per la squadra esecutiva di minoranza PNL-UDMR che avrebbe dovuto chiedere il voto di fiducia, mercoledì, durante la seduta plenaria del Parlamento. Dal punto di vista procedurale, il capo dello stato dovrà avviare un nuovo round di consultazioni con i partiti parlamentari per designare un altro potenziale premier.



    Il leader del PNL, il premier ad interim Florin Cîțu, parla, adesso, di una flessibilità del mandato per i negoziati e promette che i liberali esploreranno ciò che egli definisce tutte le forze politiche democratiche del Parlamento per formare una maggioranza che appoggi un governo con pieni poteri. Se avesse ottenuto l’investitura, Ciucă (54 anni) sarebbe diventato il primo militare di carriera a guidare un governo della Romania post-comunista. La sua designazione è arrivata dopo che un nuovo sondaggio demoscopico aveva confermato che l’Esercito e la Chiesa si piazzano ai primi posti in una classifica delle istituzioni di cui i romeni si fidano. Secondo lo studio, l’87% afferma di fidarsi dell’Esercito, il 70% – della Chiesa, il 67% – del Servizio Romeno di Informazioni e dell’Accademia Romena. Oltre il 40% delle persone intervistate considera la corruzione e l’incompetenza della classe politica le principali minacce per la Romania.



    Secondo le voci che girano sui mass-media, diventa sempre più credibile il rifacimento di una cosiddetta grande coalizione tra il PNL e il PSD, che potrebbe controllare il Parlamento dal punto di vista aritmetico. Alle elezioni del dicembre 2020, il PSD ha ottenuto 157 seggi di senatori e deputati, il PNL – 134, l’USR – 80, l’AUR – 47, mentre l’UDMR – 30. Almeno 15 parlamentari liberali, fedeli al loro ex leader, Ludovic Orban, e scontenti del mandato di Cîțu, hanno lasciato il gruppo parlamentare PNL, però ciononostante i primi due partiti avrebbero una maggioranza confortevole. Il PSD e il PNL hanno governato insieme anche in passato, dopo che l’Unione Social-Liberale ha ottenuto due terzi dei voti alle elezioni politiche del 2012. L’attuale crisi governativa è, secondo i politologi, solo un epifenomeno dell’instabilità cronica sulla scena politica di Bucarest.



    Dopo l’adesione all’UE, il 1° gennaio 2007, la Romania ha avuto dieci premier investiti dal Parlamento, di sinistra o di destra, longevi oppure effimeri nella politica. A loro si aggiungono cinque premier ad interim, che hanno gestito gli affari di ordinaria amministrazione dopo le dimissioni o le rimozioni dei primi. Da molti anni ormai, il tasso di fiducia dei cittadini nel Parlamento e nei partiti politici si aggira sul 10%. Accusato di non esercitare il suo ruolo costituzionale di mediatore e percepito, ultimamente, non come una soluzione, ma come parte del problema, anche il presidente Klaus Iohannis è arrivato a una quota di fiducia di solo il 14%, secondo un recente sondaggio, commissionato dal PSD. Il che ha incoraggiato l’AUR, l’opposizione nazionalista, ad annunciare l’avvio delle procedure per la sua sospensione dalla carica.

  • Istruzione: Prospettive per l’anno scolastico

    Istruzione: Prospettive per l’anno scolastico

    Il ministro dell’Istruzione ed interim, Sorin Cîmpeanu, ha annunciato che gli alunni romeni riprenderanno le lezioni l’8 novembre, dopo la vacanza di due settimane imposta dalla situazione sanitaria. Il modo di svolgersi delle lezioni, in presenza oppure online, sarà deciso venerdì, assieme ai responsabili della salute, tenuto conto del contesto epidemiologico. Sempre alla fine della settimana saranno annunciati anche altri aspetti relativi allo svolgimento dell’attività didattica, tra cui la diminuzione del numero di compiti scritti e il calcolo delle medie scolastiche con solo due voti in tutte le materie.



    Sorin Cîmpeanu ha dichiarato che sarà approvato un documento in tal senso ed ha spiegato quanti esami dovranno superare gli alunni di ogni ciclo scolastico: “Gli alunni della quinta, sesta e settima classe avranno compiti scritti in matematica e lingua romena. Gli alunni dell’ottava classe dovevano fare tre compiti scritti, ma ne avranno solo due. Quanto agli alunni liceali, loro hanno quattro esami scritti, con una sola eccezione — i licei tecnologici che ne avevano solo tre — tutti gli altri indirizzi avranno il numero di compiti scritti stabilito dal Ministero dell’Istruzione, ridotto da quattro a tre”.



    Il ministro dell’Istruzione ad interim ha inoltre annunciato che gli esami potranno essere fatti a cominciare dal 6 dicembre, che il loro peso nella media semestrale sarà del 25%, e che saranno fatti esclusivamente in presenza: “Per gli alunni che non potranno fare esami scritti in presenza, per motivi indipendenti dalla loro volontà — e, ovviamente, pensiamo ai casi di contagio o di quarantena — sarà possibile farlo, e c’è la base legale per questo, dopo il ritorno a scuola, anche se il ritorno avverrà nel secondo semestre”.



    Sorin Cîmpeanu ha precisato che ultimamente è aumentato il ritmo di vaccinazione anti-COVID-19 tra gli alunni. Secondo le informazioni ufficiali, il tasso d’immunizzazione ha superato il 25% tra coloro che hanno superato i 12 anni. Finora si sono vaccinati 80.000 alunni di età compresa tra 12 e 15 anni e 223.000 alunni di oltre 16 anni. Il ministro ad interim ha sollecitato a ciascun ispettorato scolastico provinciale di pubblicare sui propri siti il tasso di vaccinazione del personale.



    Tutti gli ispettorati scolastici provinciali di Romania hanno pubblicato il tasso di vaccinazione a livello di ogni ispettorato; ci sono molte situazioni in cui il tasso di vaccinazione supera il 90%. Inoltre, in tutte le scuole sarà pubblicato sui siti il tasso di vaccinazione, osservando le norme GDPR, senza nome, cognome, altri dati a carattere personale, ma è normale che i genitori e gli alunni sappiano, quando vanno a scuola, qual è il grado di vaccinazione del personale nella rispettiva scuola. Per dare un esempio, abbiamo reso pubblico il tasso di vaccinazione al Ministero dell’Istruzione che è, lo ammetto, inferiore alle aspettative, del 66%”, ha dichiarato Sorin Cîmpeanu. Sorin Cîmpeanu ha inoltre annunciato che i giorni di vacanza imposti in questo periodo a causa della situazione epidemiologica saranno recuperati a inizio gennaio.

  • 93/o anniversario di Radio Romania

    93/o anniversario di Radio Romania

    93 anni addietro, il 1 novembre del 1928, alle ore 17.00, andava in onda il primo programma ufficiale dell’emittente nazionale in Romania. L’allora Società di Diffusione Radiotelefonica trasmetteva l’intervento inaugurale del prof. Dragomir Hurmuzescu, il primo presidente dell’istituzione, poi notiziari, previsioni meteo, musica e la prima conferenza mandata in radio, intitolata La poesia popolare romena di Horia Furtuna.

    Le prime emissioni sperimentali trasmesse dalla Romania all’estero erano programmi musicali. Era nel 1927, un anno prima della creazione della Società Nazionale di Radio. Un edificio ottocentesco di Bucarest ospitava negli anni ’20 l’Istituto Elettrotecnico Universitario. Lo storico Eugen Denize, ricercatore di eccezione dell’evoluzione della radiofonia romena, sostiene che nei laboratori di quell’istituto fu costruita nel 1927 un’emittente romena, dalla potenza di 200 W, che funzionava sulla lunghezza d’onda di 280 metri.

    Era già la terza emittente sperimentale romena, ma nel suo caso l’annuncio iniziale dei programmi veniva fatto in quattro lingue: romeno, francese, tedesco e italiano. Avendo la capacità di trasmettere a circa 1000 km, poteva essere recepita anche all’estero, nell’Europa e nel Medio Oriente. Tramite questa emittente si sono fatti sentire per la prima volta al microfono gli artisti dell’Opera Romena, sono stati trasmessi i concerti dall’Auditorium Romeno e sono state trasmesse, nell’inverno dello stesso anno, le sinfonie di Beethoven, scriveva il prof. Eugen Denize nella sua Storia della Radiodiffusione Romena.

    Negli anni ’30 cominciavano i notiziari in francese e tedesco e, dal 6 luglio 1939, quelli in italiano. Nello stesso 1939, veniva inaugurato anche un programma dedicato agli Stati Uniti, prima della partecipazione romena all’Esposizione Universale di New York. Sempre nel 1928 veniva fondata anche l’Orchestra Nazionale della Radio, su iniziativa del compositore Mihail Jora.

    Quindi, la redazione italiana di Radio Romania Internazionale vanta una lunga e ricca esperienza. Oggi, da Bucarest vanno in onda tre programmi quotidiani di 26 minuti ognuno, in onde corte e via Internet, volti a presentare le realtà politiche, economiche, sociali e culturali romene, nonché l’andamento dei rapporti romeno-italiani.

    Radio Romania Internazionale, membro della Comunità Radiotelevisiva Italofona, dedica ampi spazi ad argomenti concernenti la vita culturale e artistica, nonchè alla storia e alla civiltà del nostro Paese accomunato all’Italia dalle origini linguistiche, storiche e culturali. Vi ringraziamo di nuovo per la vostra amicizia e vi diamo appuntamento il 7 novembre, per la Giornata dell’Ascoltatore a Radio Romania Internazionale!

  • Giustizia: Accuse penali nel caso della tragedia di Piatra Neamț

    Giustizia: Accuse penali nel caso della tragedia di Piatra Neamț

    I procuratori della Procura Generale hanno messo sotto accusa 10 persone, tra cui 6 che hanno ricoperto la carica di manager ad interim, nel caso dell’incendio scoppiato l’anno scorso, a Piatra Neamţ (nord-est della Romania), in cui 10 malati di Covid hanno perso la vita. La tragedia è accaduta all’Ospedale Provinciale di Emergenza, nel reparto di terapia intensiva, in cui erano ricoverati 17 pazienti in due stanze di degenza. Un medico anestesista, che è entrato in una delle stanze avvolte dalle fiamme cercando di salvare i malati, ha subito gravi ustioni, essendo trasferito a Bruxelles per essere curato. Le accuse mosse dai procuratori sono di omicidio colposo, lesioni personali colpose, distruzione colposa e mancata applicazione delle misure legali di sicurezza e salute sul posto di lavoro.



    Secondo l’agenzia Agerpres, nello stesso fascicolo sono messe sotto accusa due infermiere che curavano i malati, perché non avrebbero sorvegliato una fonte di fuoco, ma anche il capo del reparto di terapia intensiva che non avrebbe preso le misure necessarie per garantire la ventilazione nelle stanze di degenza. Inoltre, il medico-capo è accusato che, assieme ad un altro medico, avrebbe falsificato un documento sulle cure concesse ai malati. Anche l’ospedale è stato messo sotto accusa. Per quanto riguarda i manager, i procuratori affermano che, nel contesto della pandemia e della trasformazione della struttura sanitaria in centro di supporto Covid, loro avrebbero organizzato in maniera difettosa l’attività specifica nell’ospedale, non avendo rivisto i rischi sulla sicurezza e la salute sul posto di lavoro, in seguito al cambiamento delle condizioni di lavoro.



    Tale cambiamento ha compreso l’introduzione di una terapia che presuppone l’aumento della quantità di ossigeno somministrata ai malati di Covid-19, e implicitamente l’aumento della concentrazione di ossigeno nelle stanze in cui venivano curati questi malati. I sospetti non avrebbero stabilito misure preventive atte a garantire la sicurezza e la salute nel reparto di terapia intensiva nelle nuove condizioni, fatto che ha avuto come conseguenza lo scoppio dell’incendio.



    Le due infermiere sono accusate che, durante l’esercizio delle funzioni, mentre curavano i malati, ai quali veniva somministrata ossigenoterapia, avrebbero utilizzato senza sorvegliarla una candela accesa al capezzale di un malato in agonia. La candela sarebbe stata la fonte del fuoco che ha bruciato la stanza. L’ospedale è accusato di non aver preso misure atte a garantire una ventilazione adeguata dei reparti di terapia intensiva e un’assistenza medica di supporto nel caso dell’interruzione dell’alimentazione con gas medicinali. Simili tragedie si sono verificate quest’anno, in Romania, anche a Bucarest e a Costanza (sud-est).

  • Energia: compensazione delle bollette

    Energia: compensazione delle bollette

    Le autorità romene hanno preso una serie di misure per proteggere la popolazione dall’impatto della crescita non controllata dei prezzi dell’energia prima dell’inverno. La Camera dei Deputati ha approvato, ieri, come istituzione con potere decisionale, l’ordinanza d’urgenza del Governo che prevede la compensazione delle bollette dell’elettricità e del gas naturale. L’atto normativo stabilisce uno schema di sostegno ai consumatori domestici, ospedali, strutture di insegnamento, municipalità oppure ONG. Approvato anche uno schema di sostegno alle PMI, che pagheranno solo il prezzo dell’energia, senza le tasse di erogazione o trasporto. Le misure dovrebbero essere applicate dal 1° novembre fino al 31 marzo prossimo.



    Il ministro dell’Energia ad interim, Virgil Popescu, ha dichiarato alla radio pubblica che queste misure permetteranno a gran parte delle famiglie romene di pagare le stesse bollette della corrente e del gas dello scorso inverno. Il ministro ha spiegato che tutti i consumatori domestici pagheranno un prezzo agevolato di 1 leu / kilowatt per l’energia elettrica e di 37 bani / kilowatt per il gas naturale, con tutte le tasse comprese. In più, le persone che consumano meno di 300 kilowatt al mese, con un margine del 10% in più per l’energia elettrica e meno di 200 metri cubi di gas naturale, più o meno il 10%, beneficeranno anche di una compensazione. Secondo i calcoli, sei milioni di famiglie, su un totale di otto milioni, beneficeranno di compensazioni delle bollette di energia elettrica, mentre per il gas — due milioni di famiglie sui tre milioni esistenti. Virgil Popescu ha inoltre dichiarato che, per beneficiare di questo sostegno, i cittadini non devono fare assolutamente niente, perché le bollette saranno emesse con gli sconti annunciati già compresi. Ha inoltre affermato che i fornitori di energia sanno chi sono i clienti domestici e conoscono il loro consumo, applicheranno automaticamente gli sconti e, successivamente, recupereranno i soldi dal Ministero del Lavoro.



    C’è uno schema di finanziamento anche per le piccole e medie imprese, per le microimprese, imprese familiari, individuali, PFA e per le professioni liberali. Nel loro caso, dal prezzo dell’energia elettrica saranno detratte tutte le tasse: trasporto, erogazione, accisa, certificati verdi, bonus per la cogenerazione, mentre, per il gas naturale, la tassa d’iniezione e di estrazione dai depositi. Praticamente, si pagherà solo il costo effettivo dell’energia elettrica e del gas naturale, ha precisato il ministro dell’Energia ad interim. Egli ha dato assicurazioni che non ci saranno problemi di bilancio nell’applicazione della legge. Nel caso delle Centrali Termoelettriche, il Governo stanzierà ai comuni una sovvenzione per coprire l’aumento del prezzo della giga-caloria pari alla metà della differenza risultata tra il prezzo d’acquisto e il tetto massimo stabilito per i prezzi del gas naturale.