Category: Attualità

  • Risorse: Accordo sul gas naturale del Mar Nero

    Risorse: Accordo sul gas naturale del Mar Nero

    In piena crisi dei prezzi dell’energia elettrica e del gas sul mercato mondiale, l’annuncio fatto, ieri, a Bucarest, è come una grande boccata d’ossigeno: il produttore di gas naturale Romgaz, la maggiore compagnia statale quotata nella Borsa Valori di Bucarest, controllata tramite il Ministero dell’Energia, e la ExxonMobil hanno portato a compimento i negoziati sull’acquisto completo, da parte della compagnia romena, della partecipazione del 50% detenuta dalla grande compagnia americana al progetto Neptun Deep di sfruttamento del gas naturale nel Mar Nero. La transazione, il cui valore non è stato reso pubblico, dovrebbe essere portata a termine nel primo trimestre dell’anno prossimo.



    Al momento, ExxonMobil e OMV Petrom sono soci alla pari nel progetto di sfruttamento delle risorse nei fondali nel Mar Nero, dove ci sarebbero fino a 84 miliardi di metri cubi di gas naturale — la Romania ne consuma 11 miliardi all’anno. Al momento del completamento della transazione tra ExxonMobil e Romgaz, OMV Petrom — la maggiore compagnia energetica dell’Europa Sud-Orientale — diventerebbe operatore del perimetro Neptun Deep. Sarebbe la prima produzione di idrocarburi nei fondali marini in Romania. I costi di un simile progetto potrebbero arrivare a qualche miliardo di dollari. Il perimetro Neptun si trova a 200 chilometri dalla terraferma e l’intera infrastruttura, i gasdotti compresi, andrebbe costruita.



    Di recente, la pubblicazione di specialità Petroleum Economist, citata da profit.ro, affermava che una transazione tra la Romgaz ed ExxonMobil potrebbe sbloccare il potenziale offshore della Romania e trasformarla nel maggiore produttore di gas dell’UE entro la fine di questo decennio, nel contesto in cui lo sfruttamento dei giacimenti potrebbe iniziare nel 2026. La Romania potrebbe diventare indipendente dal gas russo e persino esportare il 20-25% della produzione interna. Inoltre, la concorrenza regionale si intensificherebbe.



    “Confido che, in un futuro non molto lontano, Romgaz e OMV Petrom saranno pari partner nel progetto Neptun Deep. Sono stati fatti passi importanti affinché il gas del Mar Nero arrivi nelle case dei romeni” – ha scritto su Facebook il ministro dell’Energia ad interim, Virgil Popescu. Secondo le autorità di Bucarest, un futuro partenariato tra Romgaz e OMV Petrom nel progetto offshore Neptun Deep sarebbe fondamentale sia per la sicurezza energetica del Paese, sia per raggiungere gli obiettivi legati alla transizione energetica, tanto discussa attualmente.

  • Centenario della nascita di Re Michele I

    Centenario della nascita di Re Michele I

    “Sono romeno e sento questo fortemente. E ovunque io possa, faccio di tutto per il Paese romeno”. È stato il principio di base di Re Michele (1921-2017), l’ultimo monarca di Romania, che avrebbe compiuto 100 anni il 25 ottobre. In segno di apprezzamento, il Museo Nazionale d’Arte della Romania ha aperto al pubblico, lunedì, gli spazi storici del Palazzo reale: il Soggiorno Reale, la Scalinata dei Principi e la Sala del Trono, ma anche la mostra “Frammenti di memoria — ritratti reali” che presenta opere d’arte raffiguranti Re Michele I in diverse tappe della sua vita.



    Michele I fu il primo principe nato dopo l’unione della Romania del 1918, figlio del principe Carlo e della principessa Elena, nipote di re Ferdinando e della Regina Maria di Romania, nonché di re Costantino I di Grecia. Michele I ebbe due periodi di regno. Il primo (20 luglio 1927 – 8 giugno 1930), sotto Reggenza perché era minorenne, fu segnato da molte incertezze, tenuto conto che, all’estero, suo padre, il principe Carlo si preparava per rientrare in patria, mentre all’interno del Paese si andava intensificando il movimento carlista per il suo reinsediamento sul trono della Romania. Il secondo periodo di regno iniziò il 6 settembre 1940 in condizioni drammatiche, in una Romania straziata dal punto di vista territoriale e in un’Europa in piena guerra.



    Gli avvenimenti dell’estate di quell’anno drammatico — a giugno l’URSS occupò la Bessarabia, il nord della Bucovina e il Territorio di Herţa, con 3,7 milioni di abitanti e ad agosto l’Ungheria di Horthy occupò il nord-est della Transilvania con 2,6 milioni di abitanti –, l’atteggiamento ostile dei leader politici romeni e dell’esercito costrinsero Carlo II di rinunciare alle prerogative reali, il 6 settembre 1940. Assegnò però al generale Ion Antonescu “pieni poteri per guidare lo stato romeno”. Quest’ultimo insediò un regime autoritario tra il 1940 e il 1944, lasciando a Re Michele solo attributi formali.



    A giugno 1941, la Romania entrò in guerra, accanto alla Germania, contro l’URSS. Negli anni 1943-1944, re Michele e i suoi principali collaboratori presero gradualmente le distanze da Ion Antonescu, e assieme ai leader dei principali partiti politici democratici e di alcune cerchie militari, avviarono pratiche per far uscire la Romania dall’Alleanza con l’Asse e affiancarla alle Nazioni Unite. Il 23 agosto 1944 Ion Antonescu fu allontanato e l’Esercito Romeno passò alla lotta antifascista. Rimasto senza il sostegno degli USA e di Gran Bretagna, il 30 dicembre 1947, Michele I fu costretto dai comunisti ad abdicare.



    Solo nel 1992, le autorità post-comuniste permisero all’ex monarca di rientrare nel Paese, dove fu accolto da oltre un milione di persone. Nel 1997 gli fu restituita la cittadinanza romena. Re Michele si spense il 5 dicembre 2017. Il 25 ottobre è anche la Giornata dell’Esercito Romeno, celebrata in tutto il Paese, tramite una serie di manifestazioni. L’Esercito resta un forte punto di riferimento e gode della fiducia della popolazione, contribuendo al mantenimento della stabilità necessaria allo sviluppo della società romena, ha affermato, per l’occasione, il presidente Klaus Iohannis. Egli ha sottolineato che la professionalità e l’impegno dimostrati dai militari nei teatri operativi hanno contribuito all’iter euroatlantico ed europeo della Romania, ma anche al rafforzamento del Partenariato Strategico forte con gli USA.

  • L’Europa e il prezzo dell’energia

    L’Europa e il prezzo dell’energia

    La questione dell’energia è di nuovo nell’agenda al Consiglio europeo di dicembre. Lo hanno reso pubblico gli esponenti di Bruxelles dopo la riunione dedicata la settimana scorsa a quest’argomento. Fino allora, la Commissione deve mettere a punto uno studio sul funzionamento del mercato europeo dell’energia e del gas, ma anche sul funzionamento del mercato delle transazioni di carbone, dopo che più stati membri hanno attribuito la crescita dei prezzi dell’energia a certe disfunzionalità esistenti in questi settori. L’energia nucleare non è menzionata nelle conclusioni della riunione del Consiglio, anche se inizialmente lo era, mentre la Romania e altri Paesi, come la Francia, hanno chiesto alla Commissione Europea di proporre quest’autunno una classificazione modificata per quanto riguarda l’energia nucleare e il gas come fonti di transizione. Ciò fino a quanto le risorse da fonti rinnovabili potranno coprire la maggior parte del consumo dell’UE.



    È ovvio che, se vogliamo andare verso un’economia più verde, abbiamo bisogno di soluzioni intermedie. È possibile e ce lo auguriamo — che entro il 2040 – 2050, le fonti rinnovabili — l’energia solare, eolica e così via — rappresentino gran parte della produzione di energia. Ma, fino allora, secondo noi, in Romania, andrebbero utilizzate le centrali nucleari, modernizzandole, ed estendere l’energia elettrica prodotta dal nucleare. Allo stesso tempo, noi, in Romania siamo decisi e dobbiamo utilizzare il metano per il riscaldamento, per generare elettricità anche nell’industria. Quindi, è ovvio che dobbiamo avere energia nucleare e gas”, ha spiegato, a Bruxelles, il presidente romeno Klaus Iohannis, sottolineando che sarebbe eccellente se queste forme di energia fossero finanziabili da fondi europei.



    Il capo della Commissione Europene, Ursula von der Leyen, sembra aver accettato alla fine questa posizione, dichiarando dopo l’incontro che, a medio e lungo termine, saranno predisposte misure supplementari per aumentare la resistenza e l’indipendenza europea. Ha inoltre precisato che c’è bisogno di una fonte stabile, quella nucleare e, durante la transizione verso l’economia verde, del gas naturale. La Commissione presenterà una proposta di classificazione in questo settore, ha promesso von der Leyen. Ha inoltre aggiunto che si cerca di creare una riserva strategica di gas, ma anche di acquistare energia insieme.



    “Intensificheremo le iniziative di contattare vari fornitori. Diversificheremo le fonti e accelereremo le interconnessioni”, ha aggiunto il capo della Commissione. I prezzi europei di riferimento al gas naturale sono cresciuti di oltre il 300% da gennaio, a causa delle riserve basse, della domanda in crescita dei Paesi asiatici e delle interruzioni nelle forniture. La crescita dei prezzi ha fatto salire i costi dell’elettricità in Europa al più alto livello degli ultimi tempi ed è poco probabile che la situazione cambi entro la fine dell’anno, il che vuol dire bollette molto più salate per il riscaldamento. Di conseguenza, la Romania e altri stati prendono una serie di misure per appoggiare i consumatori domestici e le imprese.

  • Covid-19: Romania, vaccinazione record

    Covid-19: Romania, vaccinazione record

    La Romania si trova in una situazione drammatica, segnata da record negativi in termini di decessi associati al SARS COV-2, moltissimi nuovi contagi al giorno, sovraffollamento delle terapie intensive e code enormi di malati al pronto soccorso, e ancora non si intravvede la fine dell’epidemia di coronavirus. Lo dice il ministro della Salute, ad interim, Cseke Attila, il quale ha richiamato l’attenzione sul fatto che non è stato ancora raggiunto l’apice della quarta ondata e che è possibile che si arrivi a oltre 20.000 contagi al giorno. La pressione sul sistema sanitario è enorme e molti ospedali vengono riorganizzati per aumentare il numero di letti destinati ai malati di COVID-19.



    La stragrande maggioranza delle forme gravi di malattia si registra tra i non vaccinati, mentre gli specialisti e le autorità continuano a ribadire quanto sia importante che il numero di immunizzazioni aumenti, affinché la Romania esca da questa situazione e possa prevenire un’eventuale quinta ondata. Da qualche giorno, però, qualcosa è cambiato. La paura o la consapevolezza che la vaccinazione è tuttavia la soluzione determinano sempre più romeni a inocularsi. L’interesse per la vaccinazione è in costante crescita. Ieri è stata toccata la soglia di 100 mila persone immunizzate in un solo giorno — per la prima volta dopo la primavera scorsa, quando la Romania si piazzava al primo posto in termini di persone vaccinate. Sempre più centri vaccinali, operativi qualche mese fa, ma che erano stati chiusi per mancanza di richieste, vengono riaperti. E, questo finesettimana, nella capitale, dove continua a registrarsi ogni giorno il maggior numero di casi — migliaia — sarà organizzata una maratona vaccinale. In sei posti, di tutti i settori di Bucarest, sono organizzati più flussi di vaccinazione, in cui sono messi a disposizione tutti e quattro i tipi di vaccini approvati nell’Unione Europea.



    L’iniziativa delle autorità viene ad appoggiare i medici, stremati a causa del gran numero di pazienti e del ritmo infernale di lavoro, ma anche ad accelerare il ritmo d’immunizzazione verso il target del 70% di vaccinati prefisso per fermare l’epidemia. Un valore che non sarà raggiunto facilmente, tenuto conto che la Romania ha appena superato il 30% di persone immunizzate sulla popolazione totale, il che la piazza al penultimo posto nell’UE. Dipende da ognuno di noi non lasciare che la quarta ondata si trasformi in uno tsunami, ammoniscono i medici specialisti di malattie infettive. Quello che possiamo fare è osservare le misure di protezione che si sono già dimostrate efficaci e immunizzarci. La vaccinazione può fare la differenza tra la vita e la morte, dicono i medici, perché la percentuale di malati vaccinati che sviluppano forme gravi è inferiore, la maggior parte fa forme leggere e moderate di malattia, si può curare a casa, non arriva a essere ricoverati in ospedale e, in questo modo, diminuisce anche la pressione sulle strutture sanitarie che curano i malati in condizioni gravi.

  • Politica estera: visita del segretario alla Difesa americano a Bucarest

    Politica estera: visita del segretario alla Difesa americano a Bucarest

    Presente, mercoledì, in Romania — tappa di un giro per i Paesi bagnati dal Mar Nero, che ha incluso anche Georgia e Ucraina, il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, ha discusso con il suo omologo di Bucarest, Nicolae Ciucă, dell’importanza di rafforzare la cooperazione tra alleati, per scoraggiare le azioni nemiche della Russia nella regione. Egli ha precisato che gli Stati Uniti continueranno a fornire assistenza al rafforzamento delle capacità marittime in più Paesi, tra cui anche la Romania. “La sicurezza e la stabilità nella regione del Mar Nero sono nell’interesse nazionale degli USA e sono fondamentali per la sicurezza del fianco est. È evidente la vulnerabilità all’aggressione della Russia e lo abbiamo notato nelle azioni compiute nell’est dell’Ucraina, nell’occupazione di diverse parti della Georgia, nella militarizzazione del Mar Nero e nelle azioni provocatorie nell’aria e sul mare. Le attività destabilizzatrici nella zona del Mar Nero riflettono le sue ambizioni a riconquistare una posizione dominante nella regione e fermare la creazione di un’Europa intera, libera e pacifica. Ripeto, la regione del Mar Nero fa parte delle zone di interesse nazionale per gli USA e ci concentreremo e continueremo a collaborare con i nostri partner della regione”, ha dichiarato Lloyd Austin.



    Il ministro della Difesa romeno ha ribadito che “il Mar Nero è, e lo sarà anche in futuro, un centro di peso molto importante per la sicurezza europea ed euroatlantica”, ha parlato del partenariato strategico con gli USA e delle posizioni comuni individuate assieme al suo omologo in merito all’adeguamento della NATO alle sfide attuali: “Ci auguriamo che l’Alleanza resti forte e capace di proteggere tutti i suoi membri e risponda alle loro preoccupazioni, perciò per la Romania i rapporti transatlantici restano un pilastro importante della politica di difesa. Continueremo le nostre consultazioni bilaterali. Gli obiettivi sono chiari: abbiamo bisogno di consolidare le nostre posizioni in vista del vertice del giugno 2022 e per l’implementazione dei progetti importanti inseriti nell’agenda della cooperazione bilaterale nel campo della difesa.”



    Dell’importanza di una relazione transatlantica forte per la gestione delle sfide comuni alla sicurezza si è parlato anche durante i colloqui tra il presidente Klaus Iohannis e il segretario americano. Il capo dello stato romeno ha dato assicurazioni che la Romania continuerà ad essere un partner strategico e un alleato di fiducia, fermamente impegnato nel consolidamento politico e militare dell’Alleanza Nord-Atlantica, compresa la posizione di deterrenza e difesa sul fianco est e nella regione del Mar Nero. Nell’agenda dell’esponente americano, il quale ha recato un omaggio ai militari romeni che sono stati in missione in Afghanistan, c’è stata anche una visita alla base militare di Mihail Kogălniceanu, nel sud-est della Romania.

  • UE: diritto europeo versus diritto nazionale

    UE: diritto europeo versus diritto nazionale

    Dibattiti accesi, ieri, al Parlamento Europeo, in seguito alla decisione della Corte Costituzionale della Polonia che ha messo in dubbio la precedenza della legislazione comunitaria su quella nazionale. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ammonito che l’esecutivo dell’UE agirà per difendere “i valori comuni” dell’Unione. Sono profondamente preoccupata. Questa decisione mette in dubbio le fondamenta dell’Unione Europea. È una sfida diretta all’ordine legale europeo”, ha dichiarato il capo dell’esecutivo comunitario. L’esponente ha aggiunto che, in questa situazione, ci sono tre opzioni: avviare nuove procedure d’infrazione, avviare il nuovo meccanismo di protezione che presuppone la sospensione dei pagamenti dei fondi a Varsavia oppure ricorrere alla procedura di cui all’Articolo 7 del Trattato dell’UE che potrebbe togliere alla Polonia il diritto di voto.



    La maggior parte degli eurodeputati ha precisato che tutti i Paesi dell’Unione concordano volontariamente con le norme comuni quando aderiscono all’Unione e ha insistito che, infatti, non c’è alcun conflitto tra l’ordine giuridico dell’Unione e la Costituzione della Polonia. A nome della presidenza slovena dell’UE, la ministra degli esteri slovena, Anze Logar, ha dichiarato che la supremazia del diritto europeo è il pilastro dell’Unione e la base della convivenza nella comunità europea. Presente al dibattito, il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha precisato che la supremazia del diritto dell’Unione non si estenderebbe al sistema costituzionale, mentre la Costituzione della Polonia si piazzerebbe al di sopra di qualsiasi altro principio di diritto. Ha aggiunto che la Polonia respinge “il ricatto” dell’UE e che, per il suo Paese, la Costituzione resta “la legge suprema”. Egli ha puntato sulle “differenze” fatte dall’UE tra gli stati membri ed ha sottolineato che la Polonia nota “una suddivisione tra Paesi forti e deboli, nuovi e vecchi”. D’altra parte, l’esponente ha insistito sulla volontà della Polonia di continuare a fare parte dell’Unione Europea.



    Varsavia è da qualche anno in conflitto diretto con Bruxelles a causa delle controverse riforme giudiziarie applicate dal partito populista di destra Legge e Giustizia. Il conflitto ha culminato, di recente, con la decisione del 7 ottobre del Tribunale costituzionale polacco, che ha dichiarato alcuni articoli dei trattati dell’UE “incompatibili” con la legge fondamentale del Paese. La BBC nota che, secondo i sondaggi demoscopici, oltre l’80% dei polacchi è favorevole allo status della Polonia di membro dell’UE, in primo luogo perché dà loro la libertà di viaggiare e lavorare negli stati membri, accesso al mercato unico e ai fondi dell’Unione. Secondo la BBC, sempre più cittadini polacchi, soprattutto sullo sfondo della disputa tra Varsavia e Bruxelles, hanno cominciato a condividere l’opinione del governo polacco secondo cui Bruxelles avesse travalicato i propri poteri e attributi.

  • Covid-19: statistiche sulla vaccinazione

    Covid-19: statistiche sulla vaccinazione

    La Romania si è prefissa nuovi target per la vaccinazione anti-coronavirus, dopo aver fallito a raggiungere quelli precedenti a causa della reticenza della popolazione. Il Comitato Nazionale per il Coordinamento delle Attività relative alla Vaccinazione afferma adesso di avere come obiettivo l’inoculazione della prima dose a 2 milioni di persone entro fine anno (per arrivare al 45% della popolazione), mentre il 70% della popolazione dovrebbe essere vaccinata entro il primo trimestre del 2022. Le dichiarazioni giungono dopo i colloqui online tra specialisti romeni e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel tentativo di trovare soluzioni per fermare la crescita accelerata dei casi gravi e dei decessi causati dal COVID-19 in Romania.



    Il nuovo ottimismo delle autorità sanitarie di Bucarest è temperato dall’OMS, la quale stima che, se si manterranno il ritmo di vaccinazione delle ultime 6 settimane e le strategie di vaccinazione vigenti, la Romania potrà arrivare solo fra circa 7 mesi a una copertura vaccinale del 40% della popolazione totale e in circa 31 mesi a una copertura del 70%. Tuttavia, l’OMS nota una crescita costante nelle ultime tre settimane per quanto riguarda la vaccinazione soprattutto tra le persone con età inferiore ai 50 anni. Secondo un comunicato, il 92% dei decessi in Romania è stato registrato tra persone non vaccinate. La maggior parte erano affette anche da altre malattie, però hanno perso la vita anche giovani, bambini e persone attive.



    La Romania si piazza al penultimo posto nell’UE per quanto riguarda il tasso d’immunizzazione (circa il 30%) e molto al di sotto della media mondiale. Il Paese si confronta con una quarta ondata della pandemia molto più aggressiva, a causa del ceppo Delta del coronavirus. Si notano anche grandi differenze tra una provincia e l’altra, il nord-est e il sud avendo una copertura vaccinale inferiore. Per categorie di età, le statistiche rilevano un’immunizzazione di circa il 50% tra le persone con età comprese tra i 50 e i 69 anni, e di solo il 20% tra quelle che hanno superato gli 80 anni. C’è anche un divario di genere, le donne essendo molto meno vaccinate rispetto agli uomini, con una differenza di quasi il 20% nel caso degli over 60 anni.



    Il Comitato Nazionale per il Coordinamento delle Attività relative alla Vaccinazione ammette che l’immunizzazione della popolazione generale è bassa e registra un ristagno, essendo inferiore alla media regionale, però non dice che cosa si propone di fare per cambiare la situazione. L’OMS trasmette che è importante che la Romania punti sulla fornitura di vaccini a coloro che rischiano di più di perdere la vita e di sviluppare forme gravi della malattia, come gli anziani, i malati cronici o altre categorie a rischio — le donne incinte e il personale operante in settori-chiave.

  • Covid-19: Sostegno internazionale alla Romania

    Covid-19: Sostegno internazionale alla Romania

    Con solo sei milioni di persone vaccinate su una popolazione di circa 19 milioni, la Romania ha registrato, la settimana scorsa, il maggiore tasso di decessi associati al Covid del mondo, per ogni milione di abitanti. Il Paese sta attraversando il più drammatico periodo dall’inizio della pandemia e il sistema sanitario è sottoposto a un’enorme pressione.



    “Abbiamo un numero molto alto di contagi, moltissimi pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva che superano le nostre possibilità e la cosa più dolorosa è che abbiamo un numero elevatissimo di decessi evitabili. Perché sono decessi che non dovevano accadere, oltre il 92% è tra persone non vaccinate. La vaccinazione avrebbe dovuto evitare i decessi. Come si è arrivati in questo punto? Tramite il rifiuto di immunizzarsi, tramite la mancanza di fiducia nel nostro messaggio, nel messaggio dei medici. E devo ammettere con grande tristezza che si è arrivati a questa situazione anche a causa di alcuni medici”, ha dichiarato il presidente del Collegio dei Medici di Romania, il medico e professore Daniel Coriu.



    Il Presidente del Collegio dei Medici afferma che ci deve essere il diritto ad avere accesso a un’informazione corretta, perciò sostiene l’applicazione di sanzioni nei confronti di ogni medico che presenta nello spazio pubblico teorie che non siano validate scientificamente, mettendo così in pericolo la pubblica sanità. Molti attribuiscono il disinteresse della popolazione per l’immunizzazione alla mancanza di fiducia nelle autorità, ma anche alla disinformazione.



    Sullo sfondo del fallimento della campagna vaccinale anti-COVID e dell’aumento dei contagi, persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di inviare una delegazione in Romania. Per far fronte alla quarta ondata della pandemia, Bucarest ha chiesto sostegno tramite il Meccanismo di Protezione Civile e gli aiuti sono cominciati ad arrivare.



    “La Polonia ha inviato alla Romania 50 concentratori di ossigeno. Abbiamo ricevuto 5.200 flaconi di anticorpi monoclonali dall’Italia, nonché 15 ventilatori e 8 concentratori di ossigeno dalla Danimarca. Oltre a questi aiuti da parte degli stati membri, l’UE ha mandato 200 concentratori di ossigeno dalle proprie riserve sanitarie di tipo “rescEU”, che si trovano in Olanda. Inoltre, possiamo facilitare la messa a disposizione di risorse umane, di squadre di medici, così come la Romania aveva fornito personale sanitario all’Italia all’inizio della crisi causata dal Covid-19. Possiamo prendere in considerazione una richiesta di agevolazione del trasferimento di pazienti tra i Paesi membri dell’UE”, ha dichiarato Balazs Ujvari, portavoce della Commissione Europea.



    A Bucarest, il segretario di stato Raed Arafat ha annunciato anche un sostegno di 12.000 dosi di anticorpi monoclonali da parte della Germania. Due ospedali dell’Ungheria stanno già curando pazienti romeni, mentre da lunedì medici e infermieri della confinante Moldova appoggeranno il personale sanitario di un ospedale mobile nei pressi di Iași (nord-est).

  • Energia: multe ai fornitori romeni

    Energia: multe ai fornitori romeni

    Quattro compagnie che erogano gas naturale in Romania (Engie, E.ON Energie, Restart Energy One e Premier Energy) sono state multate per l’intento di aumentare le tariffe durante i periodi contrattuali. Le compagnie saranno obbligate a informare i clienti finali, che hanno accettato offerte a prezzo fisso, sul mantenimento del prezzo del gas stabilito nell’offerta, per tutta la durata del contratto. L’Autorità Nazionale di Regolamentazione nel settore dell’Energia (ANRE) ha constatato la violazione degli obblighi legali relativi allo svolgimento dei contratti. Le compagnie sono state penalizzate per aver lanciato offerte standard in cui non veniva menzionato il periodo di validità dell’offerta, oppure non erano precisati i termini e le condizioni per la denuncia unilaterale del contratto. Le multe ammontano a quasi 2,7 milioni di lei (circa 545.000 euro), mentre l’ANRE dà assicurazioni che continuerà a vigilare sull’atteggiamento di tutti i fornitori e, se saranno notate trasgressioni delle disposizioni legali, verranno applicate sanzioni.



    In replica, due compagnie hanno annunciato che contesteranno le multe, affermando di non aver fatto nulla di sbagliato, perché i prezzi di acquisto del gas sono esplosi ultimamente in tutto il mondo. E richiamano l’attenzione che, se le misure che saranno adottate per attenuare gli effetti sui consumatori finali non saranno implementate su principi equi e corretti dal punto di vista economico, avranno grosse e imminenti ripercussioni sulle compagnie fornitrici e, implicitamente, sui loro clienti, non solo per quanto riguarda i prezzi, ma anche per la sicurezza dell’approvvigionamento prima dell’inverno. Nell’attuale contesto estremamente difficile, affermano i rappresentanti delle rispettive compagnie, urge che le parti coinvolte le autorità e le compagnie — individuino insieme delle soluzioni valide, eque e responsabili per superare la crisi. Secondo loro, il 95% della fattura è rappresentata dai costi di acquisto dei gas naturali, di stoccaggio, trasporto e distribuzione, mentre ai fornitori spetta la parte più piccola dell’ammontare della bolletta, di solo il 5%.



    Dopo che il prezzo del gas ha registrato una forte impennata, i distributori romeni hanno aumentato qualche volta le tariffe e questi rincari e il piccolo tasso di profitto si ritrovano facilmente sempre nelle bollette dei clienti. Per esempio, il prezzo medio, quest’estate, era di 0,12 lei / Kwh, mentre attualmente sfiora 0,6 / Kwh, cioè cinque volte di più. E come se i rincari non bastassero, queste compagnie firmano contratti al massimo per due anni, per evitare di registrare perdite. Le autorità pensano di introdurre un tetto massimo dei prezzi all’energia, però ciò si può fare tramite uno schema di sussidio statale, che va approvato dalla Commissione Europea, ha dichiarato il ministro dell’Energia Virgil Popescu. Egli ha sottolineato che, se non si pone alcuna condizione al fornitore di acquistare energia elettrica al prezzo più basso esistente sul mercato, se non c’è vigilanza, si può arrivare a somme enormi, che, fra qualche mese, sarà sempre la gente semplice a pagare. Resta però da vedere se e come lo potrà fare.

  • Prezzi energia, misure europee

    Prezzi energia, misure europee

    La Commissione Europea ha presentato una serie di misure temporanee che propone ai Paesi comunitari al fine di attenuare l’impennata dei prezzi dell’energia. Tra le raccomandazioni concordate ci sono anche la possibilità che gli stati membri offrano un sostegno di emergenza ai consumatori domestici, sotto forma di voucher, ad esempio, e il divieto per legge della disconnessione dalla rete di chi non ha pagato le bollette e lo scaglionamento dei debiti accumulati all’energia. Altre raccomandazioni riguardano la possibilità di concedere sostegno statale alle imprese, nonché alcune diminuzioni specifiche di tasse e imposte. Si è accennato anche all’idea di creare delle riserve strategiche di gas tramite acquisti comuni, come nel caso dei vaccini, ma ciò sarebbe possibile solo nel 2022. “Saranno creati gruppi per l’analisi dei rischi, che controlleranno le zone in cui ci sono riserve troppo piccole di gas e sarà valutata la possibilità di creare delle riserve comuni regionali”, ha dichiarato Kadri Simson, commissario europeo per l’energia.



    Inoltre, la Commissione appoggerà gli investimenti nell’energia da fonti rinnovabili e nell’efficacia energetica e, allo stesso tempo, sta esaminando il funzionamento del mercato europeo dell’elettricità. In seguito all’analisi, non è da escludere un rafforzamento della posizione dei consumatori sul mercato dell’energia, tramite la possibilità non solo di scegliere e cambiare fornitore e di generare la propria energia elettrica, ma anche di poter creare delle comunità energetiche. Stiamo individuando misure a medio termine per assicurarci che il nostro sistema energetico sia più resiliente e più flessibile, in modo da far fronte alle eventuali volatilità con cui ci potremmo confrontare in futuro, durante il periodo di transizione, ha precisato Kadri Simson.



    La situazione attuale è una eccezionale, il mercato interno dell’energia ha funzionato bene negli ultimi 20 anni, afferma il commissario, però dobbiamo essere sicuri che continuerà a funzionare anche in futuro, trasformando in realtà gli obiettivi del Green Deal europeo, rafforzando la nostra indipendenza energetica e portando a compimento gli obiettivi che ci siamo prefissi in materia di clima. Alcuni partner internazionali, come la Norvegia, hanno già indicato di avere in piano di aumentare le forniture di energia all’Europa. Anche la Russia è pronta ad aumentare le forniture di gas all’Europa, se quest’ultima lo richiederà, ma desidera contratti a lungo termine — ha dichiarato, d’altra parte, il presidente Vladimir Putin, smentendo le accuse secondo cui Mosca avesse limitato le forniture per motivi politici. La Russia è stata accusata di pratiche non concorrenziali, ma anche di ricatto perché, tramite la limitazione delle forniture di gas, avrebbe cercato di forzare la Germania ad mettere in funzione quanto prima il gasdotto Nord Stream 2, di modo che il gas russo possa evitare di transitare l’Ucraina.

  • Economia: Romania, previsioni d’autunno

    Economia: Romania, previsioni d’autunno

    L’inflazione è continuata ad aumentare in Romania anche a settembre, superando il 6%, in salita dell’1% rispetto al mese precedente. I dati ufficiali rilevano che la crescita si è verificata nel contesto di un’impennata dei prezzi dei generi alimentari, non alimentari e dei servizi. I maggiori rincari sono stati registrati, lo scorso mese, nel caso delle patate, di quasi il 19%, di altre verdure e delle verdure in scatola, degli agrumi e di altra frutta meridionale e della categoria “altri servizi”. Le maggiori crescite dei prezzi dall’inizio dell’anno sono state registrate all’energia elettrica, del 23%, e al gas naturale, del 20%, prezzi esplosi sull’intero mercato europeo.



    Di recente, gli esperti della Banca Centrale della Romania anticipavano che i rincari del gas e dei combustibili avrebbero determinato un aumento del tasso inflazionistico annuo a valori molto più alti rispetto a quelli previsti in precedenza. Nel tentativo di rallentare l’inflazione, la Banca Centrale della Romania ha aumentato l’interesse di riferimento all’1,5% all’anno, dopo quasi un anno di ristagno. Le nuove stime della Banca Centrale per quanto riguarda il tasso inflazionistico sono del 5,6% a fine anno. Cattive notizie arrivano anche dall’Istituto Nazionale di Statistica, secondo cui, nei primi otto mesi dell’anno, il deficit della bilancia commerciale della Romania è aumentato di oltre 3 miliardi di euro rispetto allo stesso intervallo del 2020.



    Anche il Fondo Monetario Internazionale ha ammonito che la ripresa economica dopo la pandemia di coronavirus è titubante, mentre a subirne maggiormente gli effetti sono le economie emergenti. Stando al FMI, la crescita è stata intaccata dai tassi bassi di vaccinazione e dal rincaro dei generi alimentari e delle merci. I ritardi maggiori di quanto anticipato nell’approvvigionamento delle reti di distribuzione generano inflazione e hanno portato alla diminuzione delle previsioni di crescita per quest’anno, a livello mondiale. Il FMI ha però migliorato le stime sull’evoluzione dell’economia romena, che dovrebbe registrare quest’anno un avanzo del 7%, rispetto al 6%, stimato in primavera.



    Secondo il più recente rapporto “World Economic Outlook”, pubblicato ieri dall’istituzione finanziaria internazionale, nell’Unione Europea solo l’Irlanda (13%), l’Estonia (8,5%) e l’Ungheria (7,6%) registreranno quest’anno una crescita economica maggiore di quella della Romania. Invece, per il 2022, il Fondo Monetario Internazionale non ha modificato le stime sulla crescita dell’economia romena, lasciandole immutate, al 4,8%. Dopo il 2022, il ritmo di crescita dell’economia romena rallenterà, arrivando nel 2026 a solo il 3,5%. Anche la Banca Mondiale ha migliorato di recente le stime sugli sviluppi in Romania, indicando un avanzo del prodotto interno lordo pari al 7,3% per quest’anno e una crescita del 4,8% per l’anno prossimo.

  • Covid-19: Italia invia in Romania quasi 5.200 dosi monoclonali

    Covid-19: Italia invia in Romania quasi 5.200 dosi monoclonali

    Un’aereo C-27J Spartan delle Forze Aeree Romene ha portato stasera da Milano a Bucarest circa 5.200 dosi di anticorpi monoclonali, somministrati nelle terapie anti-COVID-19. L’aiuto offerto alla Romania dall’Italia, che ha messo a disposizione le dosi dalle scorte della Regione Lombardia, fa seguito alla sollecitazione dello Stato romeno di essere appoggiato nel combattere gli effetti generati dalla crescita esponenziale del numero di contagi da SARS-CoV-2 accertati, precisa il Ministero della Difesa romeno. La sollecitazione è stata rivolta dal Dipartimento per le Situazioni di Emergenza al Centro di coordinamento della risposte alle emergenze della Commissione Europea (ERCC), e la missione è stata eseguita nell’ambito del Meccanismo di protezione civile dell’UE.

    L’Italia ci offre questo importante sostegno nella cura anti-Covid, ha dichiarato il ministro della Salute ad interim, Cseke Attila, presente alla Base Aerea 90 di Otopeni insieme all’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Alfredo Maria Durante Mangoni. Il ministro romeno, citato dall’agenzia Agerpres, ha espresso la gratitudine della Romania all’Italia, al suo Governo e ambasciatore per il notevolissimo appoggio concesso al nostro Paese. A sua volta, Alfredo Maria Durante Mangoni ha ricordato il sostegno della Romania al suo Paese nella primavera del 2020. Siamo lieti di poter aiutare i partner romeni e i cittadini in questi momenti difficili, ha detto il diplomatico, citato da Agerpres.

    Le dosi monoclonali portate alla Base 90 Comandor aviator Gheorghe Bănciulescu saranno distribuite dai mezzi di trasporto dell’Ispettorato Generale per le Situazioni di Emergenza del Ministero dell’Interno, precisa ancora il Ministero della Difesa.

  • Energia: inchiesta parlamentare sul rincaro dei prezzi

    Energia: inchiesta parlamentare sul rincaro dei prezzi

    Una commissione parlamentare sta analizzando a Bucarest le cause che hanno determinato il rincaro dei prezzi del gas e dell’energia elettrica, e le discussioni svoltesi finora hanno individuato più fattori. L’intera Europa si sta confrontando con un’impennata dei prezzi dell’energia, però in Romania si è aggiunta anche la piena liberalizzazione del mercato, a partire dal 1 luglio, e alcuni fornitori ne hanno approfittato.

    A settembre, 38 compagnie energetiche hanno violato la legislazione, ha precisato davanti alla commissione d’inchiesta il presidente dell’Autorità nazionale per la tutela dei consumatori, Claudiu Dolot. Le trasgressioni più gravi riguardano la mancata osservanza delle clausole contrattuali per energia elettrica, dal momento che i fornitori hanno modificato i provvedimenti unilateralmente.

    Ascoltato ieri in commissione, il direttore generale della compagnia Romgaz, Aristotel Jude, ha ricordato tra le cause dei rincari anche un deficit di gas naturale, sullo sfondo di un consumo più elevato. In primo luogo, le temperature basse registrate tra gennaio e aprile 2021. Per la prima volta, la Romgaz ha estratto l’intera quantità di gas naturale iniettata nei depositi sotterranei nel 2020. La seconda grande causa consiste nella domanda superiore all’offerta, in notevole aumento rispetto al 2020 sia in seguito alla crescita economica post-pandemica sia per la necessità di depositare negli stabilimenti di stoccaggio sotterraneo le quantità di gas naturale necessarie alle forniture durante la stagione fredda 2021- 2022, ha spiegato Claudiu Dolot.

    La direzione della Romgaz assicura di poter fornire il fabbisogno di combustibile ai produttori di energia termica, ma non a tutti, bensì solo a coloro che hanno già firmato i contratti. L’annuncio avviene sullo sfondo dei timori espressi da più esperti che, durante l’inverno che si sta avvicinando, il problema non consisterà nel prezzo del gas naturale, bensì nella sua mancanza nelle fasce di consumo di punta.

    I lavori alla terza unità della centrale nucleare di Cernavodă saranno ultimati nel 2030, quando l’azienda potrà fornire oltre il 30% del consumo nazionale di energia, ha spiegato ai parlamentari il direttore generale della compagnia Nuclearelectrica, Cosmin Ghiţă. Vorrei sollecitare una volta in più, Loro e i colleghi che fanno parte di strutture europee e vari gruppi politici, visto il dibattito in corso alla Commissione Europea sull’inclusione o meno dell’energia nucleare come tecnologia di produzione energetica sostenibile, di appoggiare nei prossimi mesi questo aspetto, poichè tutti i dati scientifici indicano l’energia da fonti nucleari come una soluzione per il futuro, ha dichiarato Cosmin Ghiţă.

    La Commissione Europea ha deciso di stimolare gli stati membri a ridurre le tasse per l’energia e ridistribuire ai più sfavoriti i profitti risultati dalla crescita dei prezzi, come ha annunciato il commissario UE per il mercato interno, Thierry Breton. La Commissione dovrebbe presentare domani misure temporanee di sostegno, però le possibili soluzioni a lungo termine saranno discusse al prossimo Vertice comunitario, in programma dal 21 al 22 ottobre.

  • Coronavirus: Romania, discussioni sulla didattica online

    Coronavirus: Romania, discussioni sulla didattica online

    In questo momento, le lezioni in presenza sono sospese in alcune scuole romene, che non chiudono più in base all’incidenza registrata in una località, bensì a seconda del numero di contagi. Le autorità hanno approvato l’uso dei test salivari rapidi per alunni, personale didattico e scolastico, per monitorare in modo costante ed efficace il rischio epidemiologico. Il premier liberale sfiduciato Florin Cîţu ha spiegato che gli alunni i cui genitori rifiutano che i figli effettuassero il test nell’ottavo giorno di quarantena istituita a seguito dell’accertamento di un contagio Covid in classe, continueranno le lezioni sempre online. Alcuni studenti e genitori sollecitano la didattica online nelle località con incidenza superiore a sei casi per mille abitanti.

    Il Consiglio degli Studenti richiama l’attenzione che, in meno di un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico, oltre 13.000 alunni e circa 4.000 professori si sono contagiati. La mancanza dei tamponi effettuati periodicamente nelle scuole, la negligenza nei confronti delle misure protetttive supplementari per gli studenti affetti da malattie croniche e i tassi di incidenza troppo alti nel decidere la chiusura delle scuole, continueranno a mettere vite in pericolo, sottolineano i rappresentanti degli allievi. Lo stesso Consiglio degli Studenti ricorda che scuola in presenza comporta anche l’uso dei mezzi pubblici di trasporto e le interazioni comunitarie, il che favorisce la diffusione del virus. Inoltre, i genitori valutano che ora il pericolo è troppo grande e attribuiscono la colpa all’incompetenza delle autorità.

    La situazione non è migliore neanche nelle università, dove i rettori si pronunciano per il Green Pass obbligatorio. Il Consiglio Nazionale dei Rettori ha sollecitato la modifica del quadro legislativo affinchè l’accesso nelle università e nei campus avvenga solo in base alla certificazione verde, fatta eccezione per le persone soggette a controindicazioni mediche per la somminstrazione del vaccino. Il ministro dell’Istruzione ad interim, Sorin Cîmpeanu, ha spiegato che, in questo momento, un disegno di legge in tal senso non può essere iniziato dal Governo, bensì solo dal Parlamento.

    Il ministro ha precisato che il Consiglio dei Rettori ha preso in discussione il possibile invio di una lettera a tutti i partiti parlamentari, che dovrebbero precisare se si pronunciano o meno a favore di un simile ddl. Sorin Cîmpeanu ha aggiunto che la certificazione verde obbligatoria nelle università interessa in ugual misura studenti e dipendenti. Invece, i rappresentanti degli studenti sono contrari all’idea che i corsi in presenza venissero condizionati dalla vaccinazione. Nelle università romene, il tasso della vaccinazione si attesta al 50-55%, inferiore alla media europea. L’unico ateneo con un tasso vaccinale superiore al 90% è l’Università di Medicina di Târgu Mureș (centro).

  • Politica: consultazioni su nuovo governo, le posizioni dei partiti

    Politica: consultazioni su nuovo governo, le posizioni dei partiti

    Sin da martedì, quando il Governo PNL-UDMR guidato dal liberale Florin Cîţu è stato sfiduciato, i commentatori hanno anticipato che ogni singola forza politica parlamentare perseguirà i propri interessi che, particolarmente divergenti, renderanno difficilissima la configurazione di una nuova coalizione. E le previsioni si dimostrano vere.

    Il Partito Socialdemocratico, numero 1 all’opposizione e promotore della sfiducia, esclude il sostegno ad un governo di minoranza liberale, ritenendo le elezioni anticipate come la migliore soluzione, come afferma il suo leader Marcel Ciolacu. Io credo che la Romania ha bisogno di un governo stabile e, dal nostro punto din vista, l’unica soluzione consiste nelle elezioni anticipate. E fino alle anticipate, un governo tecnico, ha detto Marcel Ciolacu. Opinione condivisa dall’opposizione nazionalista dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR).

    L’Unione Salvate Romania (USR), fino a settembre numero due nella coalizione governativa, ma nemica dichiarata di Florin Cîţu, motivo per cui ha anche votato a favore della sfiducia, vorrebbe ritornare al governo con i liberali e l’UDMR, però con un altro primo ministro. Non abbiamo motivi di sostenere un governo di minoranza del PNL, dal momento che possiamo appoggiare un governo insieme al PNL. Ogni partito sceglie i suoi ministri, come accaduto anche finora, quindi spetta al PNL decidere se appoggia Florin Cîţu per un incarico ministeriale, ma di nessuna maniera alla premiership, ha detto i leader dell’USR, Dacian Cioloş.

    Invece i liberali vogliono sempre Florin Cîţu come premier. Per di più, il ministro delle Finanze liberale, Dan Vîlceanu, sfiduciato insieme all’intera squadra, ritiene impossibile rifare la coalizione se vengono imposte delle condizioni. Hanno lasciato la Romania senza governo in un momento in cui dovrebbero pensare alla popolazione e meno ai vantaggi politici. Mi auguro che la situazioni duri il meno possibile, ma ciò dipende dalla velocità con cui si renderanno conto di aver commesso un errore e di dover rimediarlo, ha detto Dan Vîlceanu, aggiungendo che Florin Cîţu è il presidente del PNL e non si possono imporre delle condizioni ad un partito politico indicato nei sondaggi con il doppio dei consensi.

    In tutto questo caos politico, l’ultima parola spetta al presidente Klaus Iohannis, poco ottimista che il primo round di discussioni con i partiti porti anche una soluzione. Dobbiamo trovare una via d’uscita da questa crisi in cui siamo entrati, poichè il governo è caduto vittima di questi orgogli. I passi costituzionali sono ben noti. Io inviterò i partiti parlamentari a consultazioni e tenterò insieme ai più maturi e responsabili di trovare una via d’uscita dalla crisi, dichiara Klaus Iohannis. Il capo dello stato ritiene quasi impossibile la convocazione delle anticipate nel successivo periodo, segnato dalla pandemia o dalle impennate stellari dei prezzi sul mercato dell’energia.