Category: Attualità

  • Rincari: I prezzi all’energia, soluzione rinviata

    Rincari: I prezzi all’energia, soluzione rinviata

    In Europa continuano a registrarsi prezzi record all’energia elettrica, mentre i consumatori, domestici e industriali, temono che durante l’inverno che sta per arrivare siano costretti a pagare – se il potere d’acquisto glielo permetterà – bollette enormi. Perciò, le istituzioni europee stanno cercando di individuare una soluzione comune per tutti i Paesi membri dell’UE, cosa affatto facile, come quasi ogni volta che vengono toccate questioni estremamente sensibili. Riuniti per un Consiglio informale, in Slovenia, i leader europei non sono riusciti a mettersi d’accordo sulla risposta da dare alla crescita accelerata dei prezzi. La Francia e la Spagna, ad esempio, chiedono una riforma approfondita, la Romania desidera una soluzione urgente, mentre altri stati esortano alla pazienza.



    Presente alla riunione, il presidente romeno Klaus Iohannis ha precisato: ʺAbbiamo avuto un primo colloquio sui prezzi dell’energia, in particolar modo dell’energia elettrica, è abbiamo concordato di velocizzare le pratiche. La Commissione si è impegnata, e ci aspettiamo che lo faccia, a tornare entro una settimana con un approccio, alcune soluzioni, perché non possiamo superare l’inverno con prezzi in salita.ʺ



    Dell’aumento dei prezzi all’energia si è discusso anche nel Parlamento Europeo, dove sono stati ascoltati rappresentanti della Commissione Europea e del Consiglio Europeo. Il Commissario per l’Energia, l’estone Kadri Simson, ha dichiarato che la migliore risposta all’aumento dei prezzi è che, entro il 2030, in Europa, il 65% della produzione di elettricità provenga da fonti rinnovabili. Ma cosa farà la gente fino allora? Gli eurodeputati hanno accusato che le misure di eliminazione dei combustibili fossili non hanno preso in considerazione l’inesistenza di sufficienti fonti di energia rinnovabile, il fatto che l’energia nucleare è stata marginalizzata e che l’Europa è ricattata dalla Russia dal punto di vista energetico. Quasi tutti i gruppi politici del Legislativo comunitario hanno chiesto un mercato unico europeo dell’energia e l’acquisto di gas tramite uno schema comune. Non sono mancate le opinioni sulla limitazione dei prezzi. Gli eurodeputati hanno inoltre chiesto misure severe contro le speculazioni dei fornitori di energia.



    In Romania, l’impennata dei prezzi della corrente elettrica e del gas ha coinciso con la liberalizzazione completa, dal 1° luglio, del mercato dell’energia e diverse compagnie hanno approfittato della situazione. Convocato dalla commissione parlamentare d’indagine per dare spiegazioni sulle cause dei prezzi molto alti, il presidente dell’Autorità Nazionale per la Tutela dei Consumatori, Claudiu Dolot, ha dichiarato che, a settembre, più di 30 compagnie hanno trasgredito la legislazione e sono state registrate le più gravi sregolatezze relative all’inosservanza delle clausole contrattuali.

  • Covid-19: Romania, aumenta la pressione sugli ospedali

    Covid-19: Romania, aumenta la pressione sugli ospedali

    La crisi provocata dal COVID-19 comincia ad aggravarsi, generando una maggiore pressione sugli ospedali e sul personale sanitario. Ieri, quando in Romania sono stati toccati due record negativi, è arrivato anche lannuncio che non cera più alcun posto disponibile nelle terapie intensive. Sebbene lIstituto Nazionale di Sanità Pubblica avesse annunciato che il numero dei contagi sarebbe arrivato a 15.000 solo a fine ottobre, tale soglia è stata superata ieri, quando sono stati accertati oltre 15.000 nuovi contagi da SARS-CoV-2 in 24 ore. Un altro record negativo è il bilancio dei decessi causati dalle complicanze di questa malattia – oltre 250 in un solo giorno.



    Il tasso di positività dei tamponi ha superato il 19%. In centinaia di località ci sono oltre 6 casi per mille abitanti, mentre in diverse città, Bucarest compresa, il tasso ha già superato i 10 per mille. I medici stanno facendo sforzi per gestire il numero sempre maggiore di pazienti. Negli ospedali di tutto il Paese, ieri erano ricoverate oltre 14.400 persone, e 1.480 nelle terapie intensive.



    I medici sottolineano ancora una volta limportanza della vaccinazione che offre protezione contro linfezione dal nuovo coronavirus. Daltronde le cifre dicono tutto. Gli specialisti richiamano lattenzione che il 95% delle persone che si trovano al momento nelle terapie intensive e il 70% di quelle ricoverate negli ospedali non sono vaccinate.



    Il direttore medico dellIstituto Matei Balş di Bucarest, Adrian Marinescu, ha precisato che, nelle ultime settimane, cè stata una pressione su tutti gli ospedali che curano malati di COVID. È ovvio che sono le persone non vaccinate a creare ora questa pressione sul settore sanitario, ha affermato Adrian Marinescu, aggiungendo che, a mezzogiorno, già è una regola che non ci siano più posti disponibili, e non solo nelle terapie intensive: Ci sono tempi di attesa per i malati, devono essere gestiti quanto meglio, o andare in altri ospedali, ma è difficile trovare un posto, o restare ed essere monitorati e curati al pronto soccorso per un certo periodoˮ.



    Non posso dire che la situazione sia fuori controlloˮ, afferma, dal canto suo, la manager dellIstituto Marius Nasta della capitale, Beatrice Mahler. Secondo lei, probabilmente ci sono ancora soluzioni, tutti i malati hanno beneficiato di trattamento medico e hanno avuto un letto per sedersi e ricevere le cure, però, ovviamente, cè bisogno di una mobilitazione più intensa da parte di tutti gli ospedali per far fronte allattuale situazione.



    Daltra parte, la Coalizione delle Organizzazioni dei Malati Cronici di Romania e le associazioni dei malati di AIDS sono scontente del modo in cui le autorità hanno deciso di bloccare il ricovero ospedaliero dei malati cronici. Loro chiedono ai fattori decisionali di tornare sulla misura, individuare altre soluzioni per i malati di COVID e di non mettere in pericolo la vita dei malati cronici e delle persone affette dallHIV.

  • Politica: Romania, voto di sfiducia al governo Florin Cîţu

    Politica: Romania, voto di sfiducia al governo Florin Cîţu

    Il governo guidato dal leader liberale Florin Cîţu è stato sfiduciato oggi, dopo essersi attirato l’ostilità di tre dei cinque partiti rappresentanti al Parlamento di Bucarest. Nel testo della mozione inoltrata dal Partito socialdemocratico (PSD, all’opposizione) si legge che, per la Romania, l’unica soluzione di uscire dalla crisi politica, economica e sociale è che il governo Cîțu se ne vada urgentemente.

    I socialdemocratici imputano a questo gabinetto l’impoverimento dei romeni, la mancanza di misure per controbilanciare l’impennata dei prezzi dell’energia, ma anche il deprezzamento della moneta nazionale, il leu, e la crescita allarmante del debito pubblico.

    Inoltre, il PSD rimprovera al governo Cîțu lo scarso assorbimento dei fondi europei, il blocco dei programmi di sostegno alle PMI, e il mancato interessamento per i problemi degli agricoltori. L’opposizione socialdemocratica denuncia, in ugual misura, quello che considera il disastro provocato nel campo sanitario. La battaglia del governo PNL-USR-PLUS-UDMR non è stata contro la pandemia, ma ha impedito la lotta contro le malattie croniche e la loro cura, punta il dito il PSD.

    Il testo della mozione non risparmia affatto USR-PLUS, diventata USR dopo la fusione sancita dal congresso svoltosi nel fine settimana, anche se proprio il suo ritiro dal governo ha portato il gabinetto in minoranza, mettendolo nella difficile situazione in cui si trova oggi. Pur non essendo risparmiata, l’USR ha votato la sfiducia per mandare a casa Florin Cîţu, che considera responsabile dello scioglimento della coalizione. Lo stesso vale per i nazionalisti dell’AUR.

    Prima del voto, Florin Cîţu ha accusato di irresponsabilità quello che ha chiamato la nuova maggioranza PSD – USR – AUR. Una volta comunicato l’esito del voto, il capogruppo liberale alla Camera dei Deputati, Florin Roman, ha dichiarato che il PNL presenterà una nuova proposta alla premiership, una volta la dirigenza del partito lo deciderà.

    Il PSD, per la voce del suo leader Marcel Ciolacu, si pronuncia solamente per le politiche anticipate e contempla, qualora venisse creata una maggioranza politica, un governo tecnico fino ad un’eventuale tornata elettorale. Il pallone passa ora al capo dello stato e la Costituzione indica questa strada, ha aggiunto il leader socialdemocratico, sottolineando che va superato il momento di isteria politica per entrare in una zona responsabile e costituzionale.

    Il neoeletto presidente dell’USR, Dacian Cioloş, ha esortato a moderazione il premier sfiduciato, aggiungendo che aspetta una reazione equilibrata dal PNL. Cioloş annuncia di astenersi da altri commenti finchè non ci sarà una proposta realistica di coalizione governativa.

    Il deputato George Simion, copresidente di AUR, afferma che Florin Cîţu non deve rimanere in carica nemmeno ad interim, precisando che il suo partito presenterà una proposta di governo tecnico, che negozierà anche con gli altri partiti.

  • Politica: nuova leadership per USR

    Politica: nuova leadership per USR

    La fusione tra l’Unione Salvate Romania (USR) e il Partito Libertà, Unità e Solidarietà (PLUS) si è conclusa con il congresso svoltosi nel fine settimana. Il terzo partito per numero di seggi parlamentari si chiamerà semplicemente USR. Fino al 2023, quando sarà valutata la direzione e stabilita la strategia per le elezioni politiche e presidenziali del 2024, a guidarla sarà Dacian Cioloş, ex commissario europeo per l’Agricoltura e premier tecnico insediato nel 2015, dopo la tragedia del rogo avvenuto nel club Colectiv di Bucarest.

    Tra i vicepresidenti si annoverano l’ex leader USR Dan Barna, che ha perso la direzione del partito per una differenza di circa 700 voti, Vlad Voiculescu, Cătălin Drulă e Claudiu Năsui, ministri nel governo di coalizione fino alla rottura con il premier e leader liberale Florin Cîţu.

    Dacian Cioloş ha fissato per l’USR l’ambiziosa meta di diventare il numero uno sullo schieramento politico di destra in Romania. L’obiettivo è quello di essere preparati per il 2024 e diventare il principale partito di destra. Ciò significa che dobbiamo far crescere il partito e rafforzarlo sia come voce pubblica che come numero di membri, ha dichiarato Dacian Cioloş.

    L’ex leader Dan Barna, che ha perso davanti a Cioloş, ma si è preso la rivincita tramite la squadra proposta per l’Ufficio Nazionale, che avrà la maggioranza, punta sull’idea dell’unità. Siamo una squadra che andrà avanti insieme e che renderà USR un partito forte, in grado di contare in qualsiasi tipo di negoziati nel successivo periodo, ma anche nei mesi e negli anni a venire, ha detto Dan Barna.

    Il partito nato da un’organizzazione non governativa, cui hanno aderito attivisti civici, giovani dipendenti delle multinazionali e imprenditori, si è prefisso sin dall’inizio di differenziarsi come azione e pensiero dai partiti tradizionali – PSD e PNL. Tuttavia, le affinità ideologiche con i liberali si sono trovate alla base della coalizione insediata subito dopo le elezioni politiche svoltesi lo scorso anno, nella quale è stata co-optata anche l’Unione Democratica Magiari di Romania.

    Dopo la revoca del ministro della Giustizia, Stelian Ion (USR), i suoi colleghi si sono ritirati dal governo e hanno inoltrato una mozione di sfiducia contro il premier Cîţu, ritenuto colpevole della rottura della coalizione. L’USR dichiara che tornerà al governo a patto che il PNL nominasse un altro primo ministro. Ma non si può anticipare come si svolgeranno i negoziati PNL-USR – se ci saranno – se il governo di minoranza di Florin Cîţu sarà sfiduciato in seguito alla mozione inoltrata dal PSD.

    Il voto sulla sfiducia si terrà domani. I commentatori ritengono conveniente per l’USR rimanere all’opposizione in vista delle elezioni del 2024. L’ex ong ha conosciuto, però, per la prima volta, l’esperienza del governo e il gusto del potere, il che la potrebbe trasformare in un interlocutore più flessibile.

  • Governo: La mozione di sfiducia del PSD, letta al Parlamento

    Governo: La mozione di sfiducia del PSD, letta al Parlamento

    In assenza di un eventuale colpo di scena nella politica, l’attuale Governo romeno formato dal PNL e dall’UDMR ha i giorni contati. Letta giovedì nella plenaria del Parlamento, la mozione di sfiducia inoltrata dal PSD, il principale partito dell’opposizione, contro l’esecutivo guidato dal liberale Florin Cîțu, sarà esaminata e sottoposta al voto martedì, 5 ottobre. Secondo le dichiarazioni politiche fatte finora, la mozione sarebbe votata dai socialdemocratici, dai loro colleghi all’opposizione — gli ultranazionalisti dell’AUR, ma anche dal nemico dichiarato del PSD — l’alleanza USR-Plus, che però ha lasciato, a settembre, la coalizione governativa in seguito a uno scandalo. Ci sarebbero in tutto 280 voti, più dei 234 necessari per l’adozione della mozione.



    I rappresentanti dell’USR-Plus si sono assentati nel momento della lettura del documento che critica pure loro, mentre i liberali sperano ancora che cambino idea fino al giorno del voto. Almeno per il momento, però, l’Alleanza USR-Plus sembra decisa ad andare fino in fondo, perché non vuole più Florin Cîțu come premier. Nelle quattro pagine della mozione, il PSD accusa il governo PNL-USR-Plus-UDMR di incompetenza e spreco del denaro pubblico. Il leader dei deputati socialdemocratici, Alfred Simonis, ha letto la requisitoria: ʺOgni giorno con il Governo Cîţu in carica è un altro giorno in cui la vita dei romeni sarà ancora più colpita dalla povertà, lo sviluppo delle comunità locali sarà bloccato e il futuro del Paese sarà oberato da un indebitamento tossico, che sacrificherà intere generazioni.ʺ



    Il PSD afferma inoltre che le bollette del gas e dell’energia sono aumentate moltissimo, sette milioni di romeni sono condannati alla povertà, l’assorbimento dei fondi europei è disastroso e la gestione della pandemia è fallita. Convinto che la mozione passerà, il PSD sostiene che l’unica soluzione all’attuale crisi politica siano un governo tecnico e le elezioni anticipate. Florin Cîţu, invece, accusa i suoi avversari politici che vogliono far male al Paese e che, invece di pensare a delle soluzioni per i romeni, cercano di rovesciare il Governo. Inoltre, Cîţu è sicuro che il suo mandato andrà avanti.



    Tuttavia, anche se la mozione di sfiducia dei socialdemocratici venisse bocciata, il premier liberale non potrebbe tirare un sospiro di sollievo, per il semplice fatto che ce n’è un’altra già inoltrata al Parlamento dall’USR-Plus e dall’AUR, che potrebbe essere votata anche dai socialdemocratici, come dichiarano questi ultimi. In linea di massima, in questa seconda mozione, al premier Cîţu viene rimproverato il fatto di essere ʺincapace di guidare un Governo di coalizione, di ʺnon poter uscire dalla logica ristretta di partitoʺ e di sembrare deciso ʺa sacrificare l’interesse generale e il benessere dei cittadini del Paeseʺ.

  • Energia elettrica: chi paga la bolletta della luce?

    Energia elettrica: chi paga la bolletta della luce?

    I rappresentanti dell’Autorità Nazionale di Regolamentazione nel settore Energia (ANRE) sono stati convocati al Parlamento per fornire chiarimenti sugli aumenti delle bollette dell’energia elettrica e del gas naturale in Romania. I membri della Commissione parlamentare d’indagine hanno voluto sapere quali sono state le cause che hanno determinato i rincari dopo la liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica, dal 1° gennaio 2021, e del marcato di gas naturale, dal 1° luglio 2020.



    La crescita dei prezzi era prevedibile, ma non al livello di oggi, afferma la direzione dell’Autorità Nazionale di Regolamentazione nel settore Energia, sottolineando che le norme europee proibiscono a qualsiasi autorità statale di intervenire nella formazione dei prezzi. I rappresentanti dell’ANRE affermano che le bollette all’energia potrebbero diminuire, però, di fino al 15%, se i certificati verdi e la tassa sulla cogenerazione venissero pagati dal budget dello stato, anziché dai consumatori. Una decisione del genere sarebbe temporanea, per un periodo di sei mesi, per vedere come funziona il mercato dell’energia.



    Al momento, tutti i consumatori di elettricità in Romania pagano nelle fatture, separatamente dal prezzo dell’energia, i certificati verdi (per la produzione di energia rinnovabile) e un contributo per la cogenerazione ad alto rendimento. I membri della commissione hanno sollecitato ai rappresentanti dell’Autorità Nazionale di Regolamentazione nel settore Energia di presentare nel prossimo periodo più dati relativi, tra l’altro, alle regolamentazioni che l’Autorità sta preparando per diminuire gli effetti della crescita dei prezzi dell’energia.



    Anche il ministro dell’Energia è stato invitato, nei giorni scorsi, nella plenaria della Camera dei Deputati a dare spiegazioni sulla crescita dei prezzi al gas e all’energia elettrica. Virgil Popescu ha spiegato che non si tratta solo della Romania, che c’è un rincaro a livello mondiale e che la Commissione Europea proporrà a breve una serie di raccomandazioni sulle misure che gli stati membri possono applicare per compensare le bollette all’energia. Prima dei dibattiti nella plenaria della Camera, il ministro Virgil Popescu ha dato assicurazioni ai parlamentari della Commissione d’indagine che dell’ordinanza d’urgenza preparata dal governo per la compensazione dei pagamenti delle bollette dovrebbe beneficiare oltre il 60% della popolazione. Il ministro ha annunciato che è in corso di elaborazione uno schema di sussidio statale per le piccole e medie imprese, nel contesto della crisi dei prezzi all’energia, che dovrebbe essere applicato a partire dal 18 novembre.



    L’Autorità Nazionale di Regolamentazione nel settore Energia raccomanda ai consumatori di elettricità, al momento beneficiari di prezzi per un servizio universale, di firmare un nuovo contratto entro la fine dell’anno, perché è probabile che i prezzi di tale servizio aumentino dal 1° gennaio. Al momento, oltre il 57% dei clienti hanno contratti sul mercato concorrenziale, il che piazza la Romania al primo posto nell’UE per quanto riguarda il ritmo accelerato di passaggio dal mercato regolamentato a quello concorrenziale.

  • Politica: Due mozioni di sfiducia contro il Governo

    Politica: Due mozioni di sfiducia contro il Governo

    Dopo le politiche dello scorso inverno in Romania, le formazioni che si sono piazzate al secondo, terzo e quinto posto nelle opzioni dell’elettorato hanno formato una coalizione governativa. Il principale partito della coalizione era il Partito Nazionale Liberale, con oltre il 25% dei voti, seguito dall’USR-Plus con circa il 16% e dall’Unione Democratica Magiari di Romania con meno del 6%. Già dal primo anno di governo, sono apparse divergenze tra il PNL e l’USR-Plus, culminando con la revoca, da parte del premier liberale Florin Cîțu, dei ministri USR-Plus della Salute, ad aprile, e della Giustizia, a settembre. Allora il bicchiere si è riempito per l’USR-Plus: tutti gli altri ministri della formazione hanno rassegnato le dimissioni dal Governo, mentre il primo ministro ha rimosso dalle cariche tutti i segretari di stato, prefetti e sottoprefetti di questo partito. C’è stato poi solo un passo fino alla prossima mossa politica: l’USR-Plus si è alleata con la formazione nazionalista all’opposizione AUR e insieme hanno inoltrato al Parlamento una mozione di sfiducia, ritirando il sostegno politico al premier liberale.



    Se la mozione passa — affermava l’USR-Plus — la formazione sarebbe disposta a negoziati con il PNL e l’UDMR per tornare nella coalizione governativa; se non passa e Florin Cîțu rimane premier, passa all’opposizione. In linea di massima, a Florin Cîţu viene rimproverata ʺl’incapacità di guidare un Governo di coalizione”, ʺl’impossibilità di uscire dalla logica ristretta di partitoʺ e il fatto di sembrare deciso ʺa sacrificare l’interesse generale e il benessere dei cittadini del Paese.ʺ Il Governo si è rivolto alla Corte Costituzionale denunciando la mozione di sfiducia dell’USR-Plus e dell’AUR. La Corte ha ammesso ieri l’esistenza di un conflitto giuridico tra l’Esecutivo e il Legislativo, ma ha deciso che il documento deve seguire il suo iter. Già letta nella plenaria, la mozione dovrebbe essere esaminata e votata. Solo che, proprio nel giorno in cui era attesa la decisione della Corte, il PSD, vincitore delle precedenti elezioni politiche, però diventato il principale partito dell’opposizione, ha inoltrato al Parlamento la propria mozione di sfiducia. Quindi al momento, ci sono due mozioni contro l’Esecutivo guidato da Florin Cîțu.



    La mozione di sfiducia del PSD sarà la prima ad essere sottoposta al voto: come stabilito dalla direzione del Parlamento, la mozione sarà letta nella plenaria giovedì ed esaminata e sottoposta al voto il 5 ottobre. L’USR-Plus e l’AUR sostengono che voteranno anche questa mozione. Con tante brutte notizie, il premier Cîțu vede tutto come una competizione, nel Legislativo, tra coloro che, secondo lui, vorrebbero destabilizzare il Paese alla vigilia dell’inverno e annuncia che i liberali restano aperti al dialogo e alla collaborazione con USR-Plus, se questa formazione non vota contro il Governo. Perciò, in piena pandemia, la situazione sulla scena politica romena resta estremamente agitata e imprevedibile.

  • Coronavirus: La terza dose di vaccino, disponibile in Romania

    Coronavirus: La terza dose di vaccino, disponibile in Romania

    La Romania si è affiancata ai Paesi che somministrano la terza dose di vaccino anti-Covid. Da oggi, le persone inoculate con la seconda dose di vaccino anti-Covid almeno sei mesi fa, possono sollecitare la terza. In una prima tappa, sono attesi gli over 65 anni, i malati cronici a prescindere dall’età, il personale medico e quello del settore assistenza sociale, nonché altre categorie vulnerabili previste nella strategia nazionale di vaccinazione. La terza dose di vaccino può essere somministrata liberamente presso le centinaia di centri vaccinali disponibili in tutto il Paese, senza prenotazione, solo con vaccini a mRNA. Quindi, per chi è stato vaccinato con Astra Zeneca, la terza dose sarà con uno dei vaccini prodotti dalle compagnie Pfizer o Moderna. Tenuto conto che, in Romania, la vaccinazione con il siero Johnson&Johnson è stata avviata il 4 maggio, per le persone inoculate con questo vaccino, al momento, non è necessaria la somministrazione del richiamo.



    Le autorità annunciano che, parallelamente alla somministrazione della terza dose, continua anche la vaccinazione delle persone che desiderano fare la prima dose di un vaccino anti-COVID. Le statistiche ufficiali rilevano una crescita allarmante del numero di contagi da Covid-19. Dal 20 al 27 settembre, in Romania sono stati rilevati quasi 48 mila nuovi casi, in crescita rispetto alla settimana precedente, quando il numero dei contagi è ammontato a circa 30 mila.



    Il medico Gindrovel Dumitra, coordinatore del gruppo per la vaccinazione dell’Associazione dei Medici di Base, esorta la popolazione a vaccinarsi ed ha spiegato, a Radio Romania, perché è diversa questa quarta ondata della pandemia: Io noto un raddoppiamento molto più accelerato dell’incidenza cumulata. Con i precedenti ceppi, l’incidenza cumulata raddoppiava una volta ogni 14-21 giorni. Adesso, notiamo che c’è il doppio dei casi ogni sette, dieci giorni, addirittura a meno di sette giorni. Ci sono località in cui il raddoppiamento è molto più veloce. Io personalmente non sono sorpreso, perché come affermato lungo il tempo, era ovvio che il ceppo Delta si sarebbe diffuso, anche se molti non ci credevano, soprattutto tra i corona-scettici”.



    Con il 33% della popolazione immunizzata, secondo le statistiche dell’Unione Europea, la Romania resta in una posizione migliore solo rispetto alla Bulgaria. Tutti i Paesi confinanti all’ovest hanno più della metà della popolazione immunizzata, o anche oltre l’80%, come nel caso di Francia, Spagna, Portogallo o dei Paesi nordici. Intanto, il Governo di Bucarest ha annunciato che esaminerà le misure applicate negli altri Paesi dell’UE che hanno avuto il maggior impatto per l’acceleramento della vaccinazione e le applicherà anche in Romania. Le autorità prendono in considerazione anche la vaccinazione obbligatoria di alcune categorie professionali, tra cui il personale sanitario e quello del settore insegnamento.

  • Festival Enescu: Punto finale all’edizione 2021

    Festival Enescu: Punto finale all’edizione 2021

    L’Orchestra Reale di Amsterdam ha concluso, ieri, nella capitale romena, il Festival George Enescu. L’edizione giubilare ha portato a Bucarest, dal 28 agosto al 26 settembre, 32 tra le più apprezzate orchestre del mondo, di 14 Paesi, e 3.500 artisti si sono esibiti, nonostante la pandemia di COVID, nelle grandi sale concerti della Romania. Il direttore esecutivo del Festival, Mihai Constantinescu, ha affermato che l’organizzazione dell’evento è stata “una pazzia”, ma ha significato anche conquistare una “notorietà speciale”, quest’anno.



    Ci sono state personalità che ci hanno ringraziato molto perché finalmente siamo riusciti a farle uscire dal loro Paese e portarle a eventi culturali. Ricordo il colloquio tra Sir Simon Rattle e Vladimir Jurowski in cui dicevano che finalmente possono viaggiare, comparire davanti al pubblico e si sono esibiti a un livello eccezionale, come avete visto. Si tratta sia degli artisti e degli ensemble stranieri, che di quelli romeni, che si sono alzati al valore che abbiamo tutti atteso, e ciò dimostra che, quando vogliamo entrare in gara con gli stranieri, ce la facciamo. E si tratta degli ensemble della Filarmonica, della Radio pubblica, delle orchestre del Paese, che hanno partecipato alle serate speciali del festival”, ha dichiarato Mihai Constantinescu.



    Mihai Constantinescu ha precisato che il programma del festival è stato pensato nel 2019, ma, a causa della pandemia di COVID-19, gli organizzatori hanno dovuto adeguarsi e ridurlo a un formato realizzabile. Con un programma artistico eseguito per una durata record di quattro settimane, ma anche con misure atte a diminuire i rischi per la salute degli spettatori, degli organizzatori e dei giornalisti, l’edizione di quest’anno ha incluso il maggior numero di opere di Enescu (37) e il più complesso programma con le opere del grande compositore di tutta la sua storia. Mentre, per tradizione, le orchestre straniere preferivano interpretare le due Rapsodie romene, nel 2021 il pubblico ha potuto conoscere ed esplorare in profondità la creazione di George Enescu, dalle opere giovanili ai capolavori camerali e sinfonici dello stile tardo e a brani di manoscritto riscoperti e portati a termine dopo la sua morte. Tra i punti di riferimento della sua musica si annoverano la Sinfonia n.2 (1914) o la Sonata n.3 a carattere popolare romeno”.



    A differenza delle precedenti edizioni, per far fronte alle sfide della pandemia, l’edizione 2021 del Festival è stata organizzata in quattro serie: Grandi Orchestre del Mondo, Concerti e Recital, la Musica del XXI Secolo, Enescu e i Contemporanei. Tra gli ensemble più famosi che hanno allietato il pubblico si sono annoverate: l’Orchestra di Stato di Vienna, la Filarmonica del Mar Baltico, l’Orchestra Sinfonica della Radiodiffusione di Berlino, l’Orchestra filarmonica di Londra oppure l’Orchestra sinfonica della Radiodiffusione ungherese. Quest’anno, il Festival ha celebrato 140 anni dalla nascita di George Enescu.

  • Energia elettrica: La bolletta, all’attenzione della classe politica

    Energia elettrica: La bolletta, all’attenzione della classe politica

    L’inverno è atteso con preoccupazione in Romania, dove l’Autorità Nazionale di Regolamentazione nel settore dell’energia ha annunciato un rincaro consistente del prezzo al gas naturale. Un motivo sarebbe parzialmente legato al gasdotto Nord Stream 2, che collega direttamente la Russia alla Germania, evitando l’Ucraina. Per accelerare l’attivazione di questo gasdotto, per cui sono ancora attese alcune approvazioni, Mosca ha diminuito le forniture di gas all’Europa, il che determina un rincaro del prezzo in Borsa. Un’altra causa sarebbe legata al fatto che, l’anno scorso, durante la pandemia, il prezzo del gas è stato il più basso degli ultimi 30 anni. Il rincaro dei prezzi dell’energia e del gas è generato da più fattori, afferma il premier Florin Cîţu, spiegando che la liberalizzazione del mercato è stata applicata troppo tardi e in un momento in cui in tutta Europa i prezzi erano in salita. In più, non si erano fatti investimenti in questi settori da anni.



    Il capo dell’esecutivo ha spiegato che saranno prese decisioni a sostegno del consumatore domestico e non domestico per quest’inverno, però va creato un meccanismo che entri in funzione in situazioni eccezionali come questa, di modo che non sia più necessario un intervento del governo tramite ordinanza. “I prezzi agevolati saranno garantiti dal 1° novembre al 31 maggio, non c’è dubbio; i romeni possono stare tranquilli. È una situazione eccezionale in tutta Europa, però voglio assicurarli che non saranno abbandonati quest’inverno, che abbiamo queste soluzioni per i consumatori domestici e non domestici”, ha dichiarato Florin Cîţu. Il premier ha precisato che verranno individuate soluzioni anche per le piccole imprese, perché altrimenti i prezzi dei prodotti aumenteranno, con conseguenze sull’inflazione e sugli interessi.



    Intanto, il principale partito all’opposizione, il PSD, ha inoltrato al Parlamento un ddl sul sostegno alle PMI affinché facciano fronte ai rincari del gas e dell’energia elettrica. Il leader dei socialdemocratici ha spiegato che il documento prevede un meccanismo per la diminuzione delle bollette del 50%, oppure la possibilità di detrazione dall’imposta sul profitto per chi non ha debiti arretrati nel pagamento dei contributi allo stato. “Abbiamo esaminato un ddl che proponga delle misure concrete di sostegno alle PMI, per un determinato periodo, com’è normale, affinché possano far fronte a quest’ondata di rincari, soprattutto nel settore dell’energia. Ora inoltriamo il ddl e seguiranno colloqui anche con gli altri partiti”, ha dichiarato Marcel Ciolacu.



    I prezzi all’energia elettrica resteranno alti in Romania, almeno nei prossimi 4-5 anni, se sarà ancora utilizzato il carbone, ha affermato Bogdan Chiriţoiu, presidente del Consiglio della Concorrenza. Nel suo intervento a un dibattito su temi energetici, egli ha invocato la politica dell’UE di rendere l’energia inquinante più cara, non attraente dal punto di vista economico e ha spiegato che, per quanto la Romania e altri Paesi UE avranno bisogno di energia cara ottenuta dal carbone, i prezzi dell’elettricità resteranno alti. Per quanto riguarda il gas, invece, è attesa una diminuzione dei prezzi, con l’aumento delle forniture da parte della Russia.

  • Assicurazioni: City Insurance, risarcimenti più veloci

    Assicurazioni: City Insurance, risarcimenti più veloci

    Gli autisti sfortunati che devono riparare le proprie macchine in base a una polizza RCA emessa dalla compagnia City Insurance saranno risarciti più velocemente dal Fondo di Garanzia per gli Assicurati. Secondo un’ordinanza d’urgenza approvata lunedì dal Governo, loro non dovranno più aspettare fino a quanto un tribunale dichiari definitivo il fallimento dell’ex leader sul mercato delle assicurazioni romene, ma riceveranno i risarcimenti entro un periodo più breve. L’atto normativo prevede, inoltre, l’aumento del livello di copertura da 450 mila a 500 mila lei (circa 100 mila euro).



    Il dal ministro delle Finanze, Dan Vîlceanu ha dichiarato: ʺIl Fondo è tenuto a effettuare pagamenti relativi ai risarcimenti dovuti ai creditori assicurativi entro 60 giorni — e qui segue la modifica –, scadenza calcolata dalla data della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della decisione dell’Autorità di Vigilanza Finanziaria di ritiro dell’autorizzazione di funzionamento e di constatazione dell’esistenza di indizi sullo stato di insolvenza dell’ente assicuratore. Finora lo si poteva fare entro un certo periodo dall’entrata in fallimento, quindi adesso la domanda al Fondo di Garanzia può essere inoltrata prima.ʺ



    Il premier liberale Florin Cîţu ha chiesto più indagini sul fallimento della compagnia assicurativa City Insurance ed è del parere che l’Autorità di Vigilanza Finanziaria e l’Agenzia delle Entrate debbano presentare pubblicamente i risultati dei rapporti sulla compagnia. Anche i parlamentari chiedono spiegazioni su come sia stato possibile un nuovo crollo sul mercato delle assicurazioni, dopo che, in Romania, altre due compagnie – Carpatica e Astra — sono uscite, qualche anno fa, dal mercato delle assicurazioni.



    La Commissione economica del Senato ha convocato più rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni operanti nel settore. La presidente della Commissione, la senatrice USR-PLUS, Silvia Dinică, ha affermato: ʺE’ molto importante che queste commissioni parlamentari responsabili nel settore possano intervenire al fine di evitare un altro possibile avvenimento del genere e bisogna capire se si tratta di negligenza, superficialità e che cosa possiamo fare dal punto di vista parlamentare.ʺ



    Su richiesta degli azionisti City Insurance, i procuratori antimafia effettueranno indagini sul modo in cui è stata gestita la compagnia. Gli azionisti hanno sporto querela penale alla DIICOT e accusano i dipendenti in Romania che hanno gestito la compagnia di partecipazione a un gruppo criminale organizzato, truffa e appropriazione indebita. Nel momento del ritiro dell’autorizzazione di funzionamento, City Insurance aveva 3 milioni di polizze RCA emesse.

  • ONU: presidente Klaus Iohannis, ordine mondiale basato sulle regole

    ONU: presidente Klaus Iohannis, ordine mondiale basato sulle regole

    I valori democratici e l’ordine internazionale, le restrizioni imposte dalla pandemia di coronavirus e la situazione in Afghanistan sono stati alcuni dei temi affrontati dal presidente Klaus Iohannis nel suo intervento davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la prima che ha riunito in presenza i capi di stato e di governo di oltre 100 Paesi dall’inizio della crisi sanitaria.

    Pur avendo intaccato su quasi tutti gli aspetti della vita, la pandemia di COVID-19 ha offerto anche opportunità di adattamento, ha dichiarato il capo dello stato romeno, precisando che serve un approccio innovativo per rispondere simultaneamente ad un ampio ventaglio di sfide interdipendenti, come la salute, i cambiamenti demografici, la migrazione, le risorse limitate, i mutamenti climatici e la perdita della biodiversità, ma anche la povertà estrema e la fame.

    La Romania crede fortemente che i valori democratici e l’ordine internazionale basato sulle regole, avendo l’ONU come base, siano fondamentali per costruire un futuro più sicuro e migliore. La pandemia ci ha mostrato in ugual misura che dobbiamo individuare delle modalità per ricostruire in un modo migliore e più ecologico, ri-assumere lo sviluppo di economie sostenibile e società resilienti, giuste e inclusive, in cui nessuno è lasciato indietro, ha detto Klaus Iohannis.

    In riferimento all’Afghanistan, il capo dello stato romeno ha spiegato che il problema più pressante è l’evacuazione in sicurezza degli afghani che vogliono lasciare questo paese, visto che la pandemia ha reso ancor più difficile l’intervento umanitario. E’ essenziale assicurare il rispetto dei diritti dell’uomo e fornire assistenza umanitaria, ha puntualizzato Klaus Iohannis.

    D’altra parte, il capo dello stato ha sottolineato che va garantito un accesso significativo e sicuro all’internet, come anche il consolidamento della sicurezza cibernetica e la promozione di un comportamento responsabile nello spazio virtuale, riferendosi anche alla problematica del diffondersi del discorso di incitamento all’odio e della disinformazione nell’ambiente digitale.

    Ricordando che la Romania ospita il Centro Europeo per la Sicurezza Cibernetica, Klaus Iohannis ha spiegato che questa struttura migliorerà la ricerca in materia di resilienza e sicurezza cibernetica nell’intera UE. A New York, il presidente Klaus Iohannis ha deposto fiori e ha osservato un momento di raccoglimento al Memoriale delle vittime degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001, che hanno ucciso anche cinque cittadini americani di origini romene. I loro nomi sono incisi sulle targhe di bronzo, accanto a quelli delle altre quasi 3.000 vittime del più sanguinoso attacco straniero mai commesso negli Stati Uniti.

  • Scandalo sul mercato assicurativo in Romania

    Scandalo sul mercato assicurativo in Romania

    Passata dai primi di giugno sotto l’amministrazione speciale del Fondo di Garanzia delle Assicurazioni, la City Insurance, leader sul mercato RCA in Romania, non è riuscita a deporre entro la scadenza la somma necessaria per coprire la quota minima di capitale. Si tratta di oltre 150 milioni di euro, e, in mancanza di questa infusione di capitale, l’Autorità di Vigilanza Finanziaria (ASF) ha annunciato che l’impresa, che detiene circa tre milioni di polizze RCA, non potrà continuare l’attività nel Paese.

    L’Autorità ha obbligato la società a trasmettere all’approvazione, entro la scadenza imposta dalla legge, un piano di finanziamento a breve termine, e dimostrare di disporre dei soldi che coprono la richiesta minima di capitale. Dopo di che doveva presentare un piano di ripresa ricostruito, per dimostrare di coprire l’esigenza di capitale di solvibilità. Allo stesso tempo, per assicurare una dirigenza prudente per l’attività di questa compagnia, l’Autorità di Vigilanza Finanziaria ha designato il Fondo di Garanzia delle persone assicurate come gestore temporaneo, ha spiegato il portavoce dell’ASF, Dan Apostol.

    L’inchiesta sul fallimento della compagnia svela possibili frodi e operazioni tramite i cosiddetti paradisi fiscali, dichiara il capo della Direzione Assicurazioni dell’Autorità di Vigilanza Finanziaria. Valentin Ionescu precisa che City Insurance dichiarava somme fittizie nei conti, e la riassicurazione dei rischi avveniva tramite conti offshore molto difficilmente verificabili. La compagnia aveva una cessione in riassicurazione di oltre il 90%, e avveniva nei paradisi fiscali. Noi abbiamo condotto delle investigazioni insieme all’autorità di Cayman e Barbados. Le risposte sono arrivate dopo un anno, e abbiamo constatato che c’erano certi problemi anche nell’assicurazione di questa compagnia, ha detto Valentin Ionescu.

    L’Autorità di Vigilanza Finanziaria ha ritirato l’autorizzazione di funzionamento a City Insurance, ha constatato lo stato di insolvenza e ha avviato la procedura del fallimento. Sono decine di migliaia di pratiche riguardanti auto danneggiate, i cui proprietari avevano sottoscritto delle polize RCA con City Insurance, e le richieste di risarcimento saranno assute dal Fondo di Garanzia, che rimborserà i pregiudizi.

    Intanto, il Governo sta preparando due bozze di ordinanza d’urgenza relative al mercato assicurativo, al momento nel percorso di avviso presso il Consiglio della Concorrenza, come ha annunciato il premier Florin Cîţu. Una delle normative riguarda il prezzo della polizza, e la seconda una forma di protezione per i clienti di City Insurance, in caso di necessità. Ciò accelererà il pagamento dei risarcimenti RCA. Secondo la legge attuale, i conducenti sfortunati dovrebbero aspettare per mesi o addirittura anni finchè la giustizia dichiarerà definitivo il fallimento della compagnia, come accaduto con Carpatica ed Astra, uscite dal mercato assicurativo qualche anno fa.

  • Ambiente: Romania, la mafia della deforestazione illegale

    Ambiente: Romania, la mafia della deforestazione illegale

    La deforestazione illegale torna nuovamente all’attenzione delle autorità romene, in seguito ad un grave incidente avvenuto nei giorni scorsi. I membri di una squadra che girava un documentario internazionale sul disboscamento illegale sono stati picchiati selvaggiamente da una ventina di persone in una foresta della provincia di Suceava (nord-est). Le registrazioni e l’equipaggiamento sono stati distrutti. Insieme ai giornalisti c’era anche un attivista ambientalista, per aiutarli a identificare le prove dei crimini forestali nella zona.

    A causa delle percosse subite, alcune delle vittime hanno perso la coscienza mentre erano trasferite in ospedale, nota Greenpeace Romania. Curate in ospedale, tutt’e tre le vittime sono ora in condizioni stabili. Tra le persone ascoltate dalla polizia si annovera anche il proprietario della foresta dove è avvenuto l’incidente, nonchè il capo della circoscrizione forestale. L’inchiesta prosegue per individuare tutte le persone coinvolte.

    Lo scorso autunno, i media riportavano un altro incidente che vedeva come protagonista il sindaco di una località della provincia di Arges (sud), colto dai poliziotti mentre trasportava illegalmente quasi 40 metri cubi di legno senza documenti di provenienza. Le legna e il camion sono stati confiscati. Il sindaco, nei confronti del quale è stata avviata un’inchiesta penale, si è difeso, sostenendo di non aver alcun legame con le legna e di aver solamente guidato il camion, vista la macanza acuta di conducenti nella ditta di sua moglie.

    Stando alle ong, negli ultimi anni, oltre 600 persone sono state attaccate nelle foreste di Romania dai delinquenti, e sei sono anche morte in seguito alle violenze subite. La Polizia romena informa che, nei primi otto mesi del 2021, i reati nel campo forestale sono incrementati di oltre il 60% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Tra gennaio e agosto 2021, sono stati effettuati oltre 27.000 controlli e inflitte più di 5.000 multe per un totale di 9 milioni di lei (circa 1,8 milioni di euro), una cifra particolarmente bassa rispetto al valore del legno rubato.

    Circa 20 milioni di metri cubi vengono abbattuti illegalmente in Romania ogni anno, dichiarava alla fine del 2019 l’ex ministro dell’Ambiente, Costel Alexe. Una parte proviene dalle foreste vergini. D’altronde, in Romania si trovano circa due terzi delle foreste vergini dell’Europa, per la maggior parte protette tramite il programma Natura 2000.

    Nel 2020, la Commissione Europea avviava la procedura di infrazione contro la Romania per mancata adozione di misure destinate alla tutela delle foreste. Purtroppo, tale fatto non ha avuto effetto, sostengono gli attivisti ambientalisti. A loro avviso, i politici romeni stanno sprecando energie accusandosi a vicenda. Lungo gli anni, nessun governo è stato capace di fare qualcosa contro i disboscamenti illegali.

    I cambiamenti proposti di recente dalle autorità in materia di legislazione forestale, al dibattito del Parlamento, dovrebbero innasprire notevolmente le regole. Qualsiasi furto di legno, a prescindere dalla quantità, diventerà reato punibile con il carcere.

  • Ferrovie: Meccanismo di interconnessione in Europa

    Ferrovie: Meccanismo di interconnessione in Europa

    L’UE ha deciso che il 2021 è l’Anno europeo delle ferrovie, per promuovere i treni come mezzo sicuro e sostenibile. Grazie all’esiguo numero di incidenti su binari, il trasporto ferroviario è anche il mezzo più sicuro dei trasporti terrestri. La crisi di COVID-19 ha mostrato come le reti ferroviarie possano assicurare un trasporto rapido di beni essenziali come cibo, medicine e carburante in circostanze eccezionali. Il settore è stato colpito duramente dalla crisi, con il numero di passeggeri diminuito drasticamente a causa delle misure di restrizione sui viaggi. Tuttavia avrà ancora un ruolo da svolgere nella ripresa sostenibile dalla pandemia.

    Nei mesi scorsi, il Parlamento Europeo ha dato il via libera al programma migliorato Meccanismo di interconnessione dell’Europa, assegnando nuovi fondi ai progetti di trasporto, energia e digitale per il 2021-2027. Il budget complessivo di oltre 33 miliardi di euro finanzierà progetti nei tre settori con valore aggiunto per l’Unione Europea. Alla Romania sono stati stanziati circa 1,2 miliardi di euro per investimenti nell’infrastruttura di trasporto, per i progetti finanziati nell’ambito del Fondo di Coesione, e in questo caso il tasso di cofinanziamento dell’UE potrà sfiorare l’85% del valore complessivo del progetto. Il Meccanismo garantirà la finalizzazione entro il 203 di progetti transeuropei essenziali, come Rail Baltica, le infrastrutture di alimentazione di combustibili alternativi e l’introduzione delle reti 5G su assi di trasporto importanti. Circa 26 miliardi di euro andranno ai progetti di trasporto, altri 6 miliardi di euro all’energia e quasi 2 miliardi di euro al digitale.

    Circa 10 miliardi di euro stanziati per progetti di trasporto transfrontaliero, proverranno dal Fondo di coesione e aiuteranno i paesi dell’Ue a completare i collegamenti di trasporto mancanti. 1,4 miliardi di euro saranno invece utilizzati per accelerare il completamento dei grandi progetti ferroviari transfrontalieri. I progetti beneficiari saranno selezionati dalla Commissione Europea in condizioni concorrenziali. Nel settore digitale, il meccanismo sosterrà lo sviluppo di progetti di interesse comune relativi alle reti digitali ad alta capacità, nonché alla digitalizzazione delle reti energetiche e di trasporto. Il programma è volto a rendere le reti energetiche più interoperabili e ad assicurare che i progetti finanziati siano conformi ai piani climatici ed energetici europei e nazionali.