Category: Attualità

  • Quando viaggeremo senza visto negli Stati Uniti?

    Quando viaggeremo senza visto negli Stati Uniti?

    La Romania soddisfa tutte le condizioni tecniche per far parte del programma “Visa Waiver”, e i primi romeni potranno recarsi negli Stati Uniti solo con il passaporto, probabilmente nella prima parte del prossimo anno. Lo ha reso pubblico l’ambasciatore di Romania a Washington, Andrei Muraru, su una rete sociale. Andrei Muraru: “L’anno fiscale negli Stati Uniti è terminato e l’ultima condizione che la Romania doveva soddisfare è stata portata a termine. Naturalmente aspettiamo una conferma da parte dei partner americani nel prossimo periodo, ma la nostra valutazione, sulla base del numero di domande di visto di quest’anno, nonché della forte tendenza al ribasso degli ultimi anni, è che la Romania è scesa al di sotto della soglia percentuale del 3% del tasso di rifiuto. L’eliminazione dei visti per gli Stati Uniti è il miglior riconoscimento della solidarietà irreversibile tra romeni e americani.”

    La Romania deve ancora compiere passi importanti nei prossimi mesi per poter realmente partecipare al programma Visa Waiver, ha avvertito da parte sua l’ambasciatrice degli Stati Uniti a Bucarest, Kathleen Kavalec. Lei ha aggiunto che quest’autunno si svolgeranno ulteriori consultazioni tra i due governi per verificare l’adesione della Romania ad una serie di misure di sicurezza concordate in precedenza. Kathleen Kavalec: “Se il governo degli Stati Uniti dovesse prendere una decisione favorevole ad includere la Romania nel suo programma di esenzione dal visto, prevediamo che ci sarà un’attenta preparazione e una condivisione delle informazioni pubbliche prima che qualsiasi modifica agli attuali requisiti per la concessione del visto possa essere implementata. I dati sul tasso di rifiuto del visto per tutti i richiedenti provenienti da Paesi aspiranti all’esenzione del visto vengono solitamente pubblicati entro gennaio. Se tutte le condizioni in preparazione saranno soddisfatte, il programma potrebbe entrare in vigore nel 2025.”

    Da parte sua, il primo ministro Marcel Ciolacu ha promesso, dopo l’incontro avuto a Bucarest con il diplomatico americano, che l’esecutivo resterà ugualmente coinvolto in tutto ciò che significa la realizzazione dei prossimi passi procedurali per l’inserimento della Romania nel programma Visa Waiver. Di recente, la ministra degli Affari Esteri, Luminiţa Odobescu, ha sottolineato, negli incontri avuti a New York, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la particolare importanza dell’adesione della Romania al programma e ha annunciato di aver ricevuto segnali positivi in ​​questo senso. In questo contesto, il capo della diplomazia ha precisato che si tratta di un lavoro di squadra che dovrà proseguire fino al raggiungimento dell’obiettivo. Ricordiamo che il governo romeno si è impegnato a soddisfare i criteri tecnici per aderire al programma Visa Waiver entro il 30 settembre 2024. Il programma consente ai cittadini dei Paesi inclusi di viaggiare senza visto in America per un periodo massimo di 90 giorni, per scopi turistici o per affari.

  • Giornata dell’Ascoltatore 2024 a Radio Romania Internazionale

    Giornata dell’Ascoltatore 2024 a Radio Romania Internazionale

    Un tempo argomento di fantascienza, ma fondata come disciplina accademica nel 1956, l’intelligenza artificiale (AI) è sempre più presente nella vita di tutti i giorni e porta a profonde trasformazioni a tutti i livelli della società. Spesso paragonata in termini di impatto alla rivoluzione industriale, l’intelligenza artificiale comporta innegabili vantaggi, ma anche numerose sfide e rischi significativi. Le opinioni degli esperti sono divise. Mentre alcuni credono che l’intelligenza artificiale diventerà indispensabile in futuro, altri parlano del suo potenziale per distruggere l’umanità.

    Nell’edizione 2024 della “Giornata dell’Ascoltatore a RRI”, vi invitiamo a dirci in che modo, nella vostra opinione, l’AI cambierà il mondo? Come saranno i posti di lavoro del futuro? Quanto diventeremo dipendenti dall’intelligenza artificiale? Chi e come dovrebbe regolamentare l’uso dell’IA? Quali pensate siano i vantaggi e i pericoli dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale?

    Aspettiamo con interesse le vostre risposte, che inseriremo nelle nostre trasmissioni del 3 novembre, via e-mail, all’indirizzo ital@rri.ro o su Facebook. Vanno benissimo anche i vocali su WhatsApp al numero +40744312650, oppure potete inviarci il vostro numero di telefono e vi chiameremo per registrare i vostri messaggi. Grazie a tutti!

  • Investimenti esteri, in calo

    Investimenti esteri, in calo

    La Banca Centrale della Romania ha annunciato la significativa diminuzione, lo scorso anno rispetto al 2022, degli investimenti diretti esteri. Il loro flusso netto nel 2023 ha raggiunto quasi 6,75 miliardi di euro, in calo del 36,3% rispetto al valore record registrato l’anno precedente. Secondo gli esperti della Banca Centrale l’evoluzione è in linea con la tendenza internazionale e può essere attribuita principalmente alle incertezze economiche e alle tensioni geopolitiche, soprattutto nel contesto della prolungata guerra in Ucraina, confinante con la Romania, e del conflitto in Medio Oriente, che ha portato gli investitori esteri ad adottare un approccio cauto. La loro riluttanza, dicono altri, è stata amplificata da quello che alcuni chiamano il blocco del motore economico franco-tedesco dell’Europa.

    I principali settori che hanno attratto denaro straniero in Romania sono stati l’industria, l’intermediazione finanziaria, le assicurazioni e il commercio, e il totale dei fondi esterni direttamente assorbiti dall’economia romena aveva raggiunto, alla fine del 2023, 118 miliardi di euro. L’analista finanziario Adrian Codirlaşu, vicepresidente della CFA Romania, osserva che questa tendenza al ribasso è continuata nel 2024: ci sono circa 800 milioni di euro in meno. Gli esperti dicono che si tratta di un vuoto che gli investimenti nazionali potrebbero colmare. Secondo il ministro degli Investimenti e dei Progetti Europei, Adrian Câciu, il valore totale degli investimenti avviati dallo stato romeno, finanziati sia con fondi nazionali, sia con fondi europei non rimborsabili, sia attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ammonta a 155 miliardi di euro – circa metà del PIL. Il Governo di Bucarest ha recentemente annunciato il lancio di un pacchetto di programmi strategici per lo sviluppo dell’economia, tra cui il più importante è il programma nazionale di sostegno alla grande industria, del valore di un miliardo di euro. Il piano prevede anche aiuti di stato per 500 milioni di euro e agevolazioni fiscali per investimenti strategici di oltre 150 milioni di euro nel settore manifatturiero.

    Il beneficiario deve creare direttamente almeno 250 posti di lavoro e svilupparsi in regioni con un PIL pro capite inferiore alla media nazionale. Il Governo promette anche duecentocinquanta milioni di euro all’anno per le aziende che investono nella produzione di materie prime industriali. Tutto questo, ammettono i governatori, non può essere realizzato senza un partenariato pubblico-privato. Loro ammonisconco inoltre che la Romania dovrà continuare a contrarre prestiti per portare a termine i grandi progetti avviati – autostrade, ospedali, nuovi stadi o palazzetti dello sport, scuole rinnovate, porti modernizzati e ferrovie – ma sostengono che i prestiti verranno rimborsati naturalmente, attraverso quelli che chiamano gli ecosistemi economici creati da questi investimenti.

  • Un nuovo anno accademico

    Un nuovo anno accademico

    Oggi si sono svolte le cerimonie di apertura del nuovo anno accademico nella maggior parte delle università romene. Vi hanno partecipato, accanto a studenti e docenti, personalità e rappresentanti delle autorità centrali e locali. Ci sono però anche università, come la Scuola Nazionale di Studi Politici e Amministrativi, che inaugurano il nuovo anno accademico il 1° ottobre, alla data tradizionalmente conosciuta. I diplomati delle scuole superiori hanno scelto, per quest’anno accademico, facoltà con profili di economia, amministrazione e diritto, ingegneria, medicina, lingue straniere e assistenza sociale.

    Il presidente dell’Alleanza Nazionale delle Organizzazioni Studentesche della Romania, Sergiu Covaci, ha spiegato che gli orientamenti di studio dei giovani sono molto diversi. Inoltre – ha aggiunto lui – è aumentato in generale il numero dei diplomati che vogliono continuare con gli studi universitari. Nella Capitale, da lunedì, vanno a lezione, tra gli altri, gli studenti delle facoltà dell’Università di Bucarest, del Politecnico o dell’Accademia di Studi Economici. Inoltre, più di 14.000 studenti hanno iniziato un nuovo anno accademico presso l’Università di Medicina e Farmacia “Carol Davila”, di cui circa 3.000 sono al primo anno di studi. La nuova generazione di studenti di medicina porterà simbolicamente, durante gli anni degli studi universitari, il nome dell’«Accademica Ana Aslan», una personalità di spicco della medicina romena e internazionale. Presso l’Università Tecnica “Gheorghe Asachi” di Iasi (est), l’anno accademico inizia con un record di ammissione negli ultimi 20 anni. Qui la concorrenza ha superato di gran lunga il numero dei posti assegnati e il numero totale degli studenti è di 13.000.

    Cerimonie di apertura del nuovo anno accademico si sono svolte anche nelle istituzioni militari di istruzione superiore del Paese, tra cui l’Accademia Tecnica Militare “Ferdinando I” di Bucarest, l’Università Nazionale di Difesa “Carlo I” di Bucarest, l’Accademia delle Forze Aeree “Henri Coandă” di Braşov o l’Accademia delle Forze Terrestri “Nicolae Bălcescu” di Sibiu (centro della Romania). Gli studenti potranno godere di una vacanza di circa due settimane durante le feste invernali, tra Natale e Capodanno. Il primo semestre terminerà alla fine di gennaio o all’inizio di febbraio. Seguirà un breve periodo di preparazione per la sessione di esame. Poi, il secondo semestre inizierà, come di consueto, a febbraio. Un’altra vacanza attesa è quella di Pasqua, che dura una settimana. Per la maggior parte degli studenti, il secondo semestre terminerà verso la fine di maggio o l’inizio di giugno. E, analogamente alla sessione del primo semestre, gli studenti avranno diverse settimane a disposizione per prepararsi per gli esami. Le vacanze più lunghe e attese dell’anno iniziano dopo la fine della sessione di esami, degli esami arretrati, dei riesami o dell’esame di laurea e si protraggono per tutta l’estate, fino all’autunno, quando inizia un nuovo anno accademico.

  • Romania, sempre più attraente per gli immigrati

    Romania, sempre più attraente per gli immigrati

    La Romania sta diventando sempre più attraente per i lavoratori stranieri, secondo uno studio condotto dalla Fondazione per lo Sviluppo della Società Civile. Negli ultimi anni, il mercato del lavoro ha visto un aumento significativo del numero di dipendenti stranieri, superando la soglia dei 200.000 nel 2023. Questa tendenza riflette una crescente diversificazione della forza lavoro, in un momento in cui il Paese sta affrontando una crisi di risorse umane in determinati settori.

    Ci sono diversi motivi per cui la Romania sta diventando una destinazione preferita per i lavoratori stranieri. Innanzitutto, i salari offerti sono spesso più alti rispetto a quelli dei paesi di origine, soprattutto per i lavoratori asiatici. Inoltre, molte aziende romene e internazionali che operano in Romania si trovano ad affrontare una carenza di manodopera qualificata e l’arrivo di lavoratori dall’estero diventa una soluzione attraente.

    Sebbene i lavoratori stranieri contribuiscano alla crescita economica, devono anche affrontare alcuni problemi, come gli abusi da parte dei datori di lavoro. Secondo lo studio, i paesi di origine dai quali proviene la maggior parte dei lavoratori stranieri sono Nepal, Turchia, Italia, Repubblica di Moldova, Sri Lanka e India. Gli stranieri lavorano nel settore edile, alberghiero-ristorazione e vendita al dettaglio. I dati dell’Ispettorato Generale per le Immigrazioni indicano che l’80% svolge lavori non qualificati.

    L’integrazione dei lavoratori stranieri non è facile, ma è importante per la crescita economica della Romania, ha dichiarato il capo della Rappresentanza della Commissione Europea in Romania, Ramona Chiriac. “Lo studio condotto dalla Fondazione per lo Sviluppo della Società Civile metterà in luce le barriere linguistiche, la legislazione inadeguata in materia di previdenza sociale, in alcuni casi un accesso limitato dei lavoratori a servizi pubblici di qualità, i vari abusi da parte dei datori di lavoro. Tutto ciò richiede nuove politiche pubbliche adeguate per trasformare questo fenomeno in una storia di successo, sia per la Romania che per coloro che vengono in Romania”, ha detto Ramona Chiriac.

    Da parte sua, Victoria Stoiciu, consigliere di stato presso la Cancelleria del Primo Ministro, ha precisato che i rappresentanti di diversi ministeri stanno lavorando insieme su un quadro legislativo per aiutare gli immigrati. Ciò significherebbe rafforzare le istituzioni di controllo statale, come l’Ispettorato del Lavoro, per garantire agli immigrati condizioni di lavoro dignitose, buoni stipendi e protezione contro la tratta di esseri umani.

    Assumere lavoratori stranieri è una situazione vantaggiosa per entrambe le parti, poiché aumenta l’efficienza e la produttività delle aziende, mentre i lavoratori godono di migliori condizioni di lavoro e di vita. Le differenze culturali e linguistiche possono, tuttavia, creare barriere di comunicazione e le condizioni di lavoro e di vita di questi lavoratori non sono sempre ottimali. Molti di loro, però, si dichiarano soddisfatti delle opportunità che si trovano in Romania, apprezzando sia la stabilità dei posti di lavoro, sia la possibilità di inviare denaro a casa per sostenere le proprie famiglie.

  • Prestito per l’ammodernamento dell’Esercito

    Prestito per l’ammodernamento dell’Esercito

    La cerimonia della firma si è svolta ieri alla sede del Governo, alla presenza del primo ministro Marcel Ciolacu e dell’ambasciatrice americana a Bucarest, Kathleen Kavalec, nonché del direttore dell’Agenzia di cooperazione per sicurezza e difesa, Michael Miller. 920 milioni di dollari consentiranno sia il rafforzamento della capacità di difesa, dotandola di tecnologie moderne, sia lo sviluppo dell’industria nazionale specializzata, ha dichiarato il premier Ciolacu, precisando che questo importante prestito dimostra, allo stesso tempo, la fiducia, ma anche lo status di cui gode la Romania nei rapporti con il suo partner strategico, gli Stati Uniti.

    “Oggi la Romania si unisce ad un gruppo molto ristretto di stati partner chiave degli Stati Uniti d’America che hanno beneficiato, finora, di questo programma sviluppato attraverso il Fondo di finanziamento degli Stati Uniti d’America, e sono lieto che utilizzeremo questi soldi sia per rafforzare la capacità di difesa della Romania dotandola di tecnologie moderne, sia per sviluppare l’industria della difesa locale. Svilupperemo nuove capacità produttive in Romania, creeremo posti di lavoro per i romeni e ridiventeremo rilevanti in termini di produzione di attrezzature militari a livello regionale. Allo stesso tempo, avremo accesso ad equipaggiamenti militari di altissimo livello, che ci aiuteranno a lavorare insieme agli Stati Uniti e ai nostri alleati della NATO per rafforzare la difesa collettiva e dissuadere le minacce alla Romania e ai paesi sul Fianco Orientale dell’Alleanzaʺ, ha dichiarato Marcel Ciolacu.

    Da parte sua, l’ambasciatrice Kathleen Kavalec ha valutato che l’accordo firmato è più di un accordo finanziario: rappresenta la forza e la resilienza del partenariato bilaterale, ma anche l’impegno congiunto degli Stati Uniti e della Romania per garantire la pace, la stabilità e la sicurezza nella regione. Secondo Kathleen Kavalec, durante i 20 anni di appartenenza all’Alleanza Nord Atlantica, la Romania ha dimostrato per innumerevoli volte di essere un alleato affidabile e un pilastro di stabilità lungo il Fianco Orientale dell’Alleanza e nella regione del Mar Nero.

    Offrendo fondi americani, l’obiettivo di Washington è quello di garantire che la Romania resti all’avanguardia nell’innovazione e nell’equipaggiamento militare per molti anni a venire, cosa che rafforzerà in ugual misura anche le relazioni economiche bilaterali, ha dichiarato Kathleen Kavalec. Alla luce dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina, l’ambasciatrice ha ricordato la risposta esemplare della Romania, dall’ospitare migliaia di rifugiati ucraini, alla facilitazione del transito di cereali e all’addestramento di piloti ucraini su aerei F-16.

  • 11 candidati alla presidenza della Repubblica di Moldova

    11 candidati alla presidenza della Repubblica di Moldova

    La presidente in carica, Maia Sandu, in lizza per un nuovo mandato, avrà come principali oppositori l’ex procuratore generale, Alexandr Stoianoglo, sostenuto dal Partito dei Socialisti, e l’ex sindaco di Bălți, Renato Usatîi, leader del Partito Nostro. A loro si uniscono Vasile Tarlev del partito Viitorul Moldovei (Il Futuro della Moldova), Ion Chicu del Partito per lo Sviluppo e il Consolidamento della Moldova, Octavian Țîcu del Blocco Elettorale Insieme, ma anche gli indipendenti Tudor Ulianovschi, Victoria Furtună, Andrei Năstase, Natalia Morari e Irina Vlah.

    Parallelamente all’elezione del capo dello stato, il 20 ottobre si svolgerà anche un referendum per modificare la Costituzione riguardo all’adesione della Repubblica di Moldova all’Unione Europea. Vi hanno aderito con il “Sì” 12 partiti e con il “No” due partiti. I socialisti hanno deciso di boicottare il referendum, mentre i comunisti e un partito del blocco politico affiliato all’oligarca Ilan Şor si sono dichiarati contrari all’adesione del Paese all’UE.

    Secondo un sondaggio condotto dalla società iData e pubblicato lunedì dai media in Moldova, Maia Sandu è in testa alla corsa presidenziale, così come il “Sì” al referendum per l’integrazione europea. Se le elezioni si tenessero domenica prossima, la Sandu otterrebbe il 26,8% dei voti, seguita da Renato Usatîi, con il 12,7%, e da Alexandr Stoianoglo, con l’11,2%.

    Per quanto riguarda il referendum, il 46% degli intervistati voterebbe a favore dell’integrazione europea, il 39% rifiuterebbe questa opzione, mentre il 12,7% degli elettori non ha ancora deciso. Il 67% degli intervistati ha dichiarato che andrà sicuramente a votare.

    L’esperto dell’Istituto per le politiche e le riforme europee di Chișinău, Mihai Mogâldea, spiega che i risultati del referendum invieranno un segnale chiaro ai partner europei, che la società della Repubblica di Moldova vuole l’integrazione europea ed è pronta a percorrere il processo di riforme e i cambiamenti necessari per raggiungere questo obiettivo.

    Da parte sua, l’ex eurodeputato romeno Victor Boştinaru ha affermato che una vittoria delle forze proeuropee significherebbe anche una sconfitta strategica della Russia e della sua propaganda, che attualmente sta sabotando massicciamente l’idea dell’adesione all’UE, cercando di convincere la popolazione della Moldova di non aver bisogno della comunità europea.

    Recentemente, il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha ammonito che la Russia tenterà di manipolare i risultati delle elezioni presidenziali nella Repubblica di Moldova, anche attraverso la televisione di propaganda Russia Today, che, secondo lui, coordinerebbe la sua attività con i servizi segreti russi. In questo senso, Washington ha imposto sanzioni ad enti e individui della Federazione Russa per interferenze nel processo elettorale nella Repubblica di Moldova.

  • La portata del Danubio, in crescita

    La portata del Danubio, in crescita

    Sono già decine i morti e i dispersi in seguito alle inondazioni causate dalla tempesta Boris nell’Europa centrale e orientale. Sebbene le piogge siano generalmente cessate, le ondate di piena continuano a minacciare gli abitati in questa regione. Le alluvioni hanno generato anche ingenti danni materiali, stimati in miliardi di euro, secondo un’analisi condotta da una compagnia di investimenti sulle borse internazionali.

    In Romania, dicono alcuni esperti, le prime stime dei danni supererebbero il miliardo di euro. Secondo altri, invece, il dato appare ottimistico e la portata delle perdite sarebbe doppia o tripla. Sin dallo scorso anno, un’analisi della Banca Mondiale stimava la media annua dei danni causati dalle inondazioni in Romania a 1,7 miliardi di euro. Ora, sette persone sono morte e più di 6.500 case sono state colpite dalle piogge portate da Boris.

    Il trauma collettivo persiste e molti temono ora il crescente flusso del Danubio. Il fiume più grande d’Europa ha ingrossato le acque, alimentate, in ugual misura, dalle forti piogge e dai suoi numerosi affluenti. L’elevata portata prevista nei prossimi giorni sul Danubio sarà facilmente gestibile, assicura il ministro dell’Ambiente, Mircea Fechet, precisando che un flusso simile è stato gestito anche lo scorso gennaio, così come a dicembre 2023. Il ministro e gli specialisti dell’Ente delle Acque Romene hanno sorvolato in elicottero le aree a rischio inondazioni.

    Le più recenti previsioni degli idrologi indicano che tra il 29 e il 30 settembre la portata massima del Danubio all’ingresso nel Paese sarà di 7.900-8.000 metri cubi al secondo. Il fiume ha causato le inondazioni in Romania nel 2006, ma allora aveva una portata di oltre 15.000 metri cubi al secondo.

    “Da tutte le informazioni rese disponibili dai miei colleghi, risulta che non avremo problemi in Romania. Il picco dell’ondata di piena a Budapest è stato inferiore al previsto di 500 metri cubi al secondo. Ciò significa che, quando in Romania avvertiremo questo picco, il 28 settembre o forse proprio il 29 settembre, rispetto alle prime stime degli specialisti, che indicavano 9.500 metri cubi al secondo, forse anche superiori, oggi le prognosi sono diminuite”, ha precisato Mircea Fechet.

    Sulla base delle informazioni attuali, il rischio che si verifichino problemi particolari a causa della propagazione delle ondate di piena sul tratto romeno del fiume è ridotto, ha spiegato a Radio Romania anche la portavoce dell’Ente delle Acque Romene, Ana-Maria Agiu. Da parte sua, il presidente della direzione di Hidroelectrica, Karoly Borbely, ha dichiarato che l’aumento del livello del Danubio all’ingresso nel paese può essere accolto in sicurezza, ricordando che le portate più elevate comportano anche una maggiore produzione di energia elettrica.

  • Guida al voto per corrispondenza

    Guida al voto per corrispondenza

    A Bucarest, il Ministero degli Esteri ha pubblicato sul suo sito web la guida al voto per corrispondenza alle elezioni presidenziali e politiche di quest’anno. Secondo il documento, la scadenza entro la quale i romeni con domicilio o residenza all’estero potranno iscriversi nel Registro elettorale per questo tipo di voto è il 10 ottobre per le presidenziali e il 17 ottobre per le politiche. Il Ministero ricorda che l’esercizio del diritto di voto per corrispondenza è alternativo al voto al seggio elettorale e si effettua tramite i servizi postali.

    Secondo il MAE, possono votare per corrispondenza i cittadini romeni aventi diritto di voto con domicilio o residenza legale all’estero, iscritti nel Registro elettorale (www.votstrainatate.ro) indicando l’opzione del voto per corrispondenza. Il Ministero ricorda che la registrazione avviene compilando un modulo online sul sito votstrainatate.ro. Tutte le informazioni necessarie sono disponibili anche sul sito www.mae.ro, nelle sezioni Elezioni per il Presidente della Romania, Elezioni per il Senato e per la Camera dei Deputati. Finora sono state registrate circa 4.300 domande di voto per corrispondenza alle presidenziali e circa 4.000 per le politiche. Per quanto riguarda il voto in un seggio elettorale all’estero, per i due turni si sono registrati poco più di 6.000 elettori per ciascuno.

    Secondo il presidente dell’Autorità Elettorale Permanente, Toni Greblă, all’estero saranno organizzati circa 900 seggi elettorali, per i quali verranno stampate circa 5 milioni di schede. “Il fatto che un cittadino romeno con domicilio o residenza all’estero non si sia registrato per votare in un determinato seggio elettorale non gli impedisce di votare ovunque si trovasse nel giorno delle elezioni”, ha sottolineato il capo dell’AEP. Inoltre, alle elezioni presidenziali, i cittadini romeni in visita o in transito all’estero potranno votare in qualsiasi seggio elettorale.

    L’elenco definitivo dei seggi elettorali all’estero per le presidenziali sarà reso pubblico il 28 settembre, sul sito delle ambasciate e su quello dell’AEP. All’estero, la votazione al primo turno delle presidenziali durerà tre giorni, dal 22 al 24 novembre, data alla quale saranno chiamati alle urne i cittadini con domicilio o residenza nel Paese. All’estero, il secondo turno si svolgerà dal 6 all’8 dicembre.

    Nel Paese, i romeni voteranno l’8 dicembre, mentre il 1 dicembre andranno alle urne per le politiche. I connazionali all’estero voteranno per il Senato e la Camera dei Deputati il 30 novembre e il 1 dicembre. Secondo l’Autorità Elettorale Permanente, il numero totale dei cittadini aventi diritto di voto iscritti nel Registro elettorale è di quasi 19 milioni, di cui circa 960.000 hanno domicilio o residenza all’estero.

  • Sicurezza regionale, riunione del Consiglio Supremo di Difesa del Paese

    Sicurezza regionale, riunione del Consiglio Supremo di Difesa del Paese

    La Romania è direttamente interessata ad avere sul suo territorio capacità industriali che possano garantire sia la produzione di attrezzature militari moderne per dotare le forze in tempo di pace, sia lo sviluppo di nuovi equipaggiamenti che contribuiscano alla moltiplicazione delle capacità militari in situazioni di crisi o di guerra. E’ una delle conclusioni del Consiglio Supremo di Difesa del Paese. Convocati ieri dal presidente Klaus Iohannis, i membri del Consiglio hanno discusso il piano di dotazione dell’Esercito romeno per i prossimi 10 anni – 2025-2034 – dopo il grande cambiamento nella situazione della sicurezza regionale generato dall’aggressione russa in Ucraina.

    Il Consiglio ha rilevato che l’aumento degli stanziamenti di bilancio per la Difesa avrà anche un effetto diretto sull’industria specializzata in Romania, che ha l’opportunità di avviare un processo di trasformazione, ritecnologizzazione e adattamento attirando tecnologie nuove, performanti, nonché collaborando con aziende di fama internazionale nel settore. Allo stesso tempo, considerati i recenti sviluppi in Ucraina, il Consiglio ha discusso ulteriori misure volte a dissuadere e a combattere le minacce alla sicurezza da attuare a livello nazionale, nonché con il sostegno degli alleati della NATO.

    Il consolidamento del partenariato strategico con la Repubblica di Moldova è stato un altro tema all’ordine del giorno del Consiglio Supremo di Difesa. La Romania ha ribadito, ancora una volta, in questa occasione, il suo sostegno al percorso europeo del piccolo stato romenofono, sostenendo l’attuazione delle riforme e delle politiche pubbliche necessarie, senza dimenticare, però, le sfide che Chișinău si trova ad affrontare alla luce delle azioni ibride della Federazione Russa e della guerra contro l’Ucraina.

    “Queste minacce e rischi determinano, nella quasi totalità dei casi, implicazioni anche per la Romania. Pertanto, l’obiettivo principale della politica estera di Bucarest nei confronti della Repubblica di Moldova è quello di sostenere e garantire l’irreversibilità del percorso europeo, (… ) basato sul Partenariato Strategico bilaterale consolidato”, indica l’Amministrazione Presidenziale. Non in ultimo, i membri del Consiglio Supremo di Difesa hanno analizzato e approvato il Piano nazionale per l’attuazione del Patto civile nel campo della Politica di Sicurezza e di Difesa Comune, a seguito dell’adozione di uno nuovo a livello dell’Unione Europea.

    Il Patto mira ad aumentare la flessibilità e la robustezza delle missioni civili, in modo che la loro efficienza e velocità di risposta nella gestione civile delle crisi, in condizioni di risorse limitate, aumenti a livello comunitario. Secondo l’Amministrazione Presidenziale, il documento faciliterà un coinvolgimento più efficace della Romania nelle missioni civili nel campo della Politica di Sicurezza e Difesa Comune e una migliore valorizzazione dell’esperienza acquisita dagli specialisti romeni in questo campo.

  •  Piano nazionale per la grande industria

     Piano nazionale per la grande industria

    Impegnato per la reindustrializzazione del Paese, il Governo di Bucarest ha deciso passi importanti per completare il piano di sostegno ai grandi investimenti strategici nell’industria manifatturiera e quello che sta alla base del Programma di sostegno alla Grande Industria in Romania – metallurgia, industria siderurgica e chimica. La prima componente del Piano per gli investimenti strategici nell’industria manifatturiera prevede un piano di aiuti di stato da 500 milioni di euro e agevolazioni fiscali per investimenti superiori a 150 milioni di euro, che crea direttamente centinaia di posti di lavoro e si sviluppa in regioni con un PIL procapite inferiore alla media nazionale, ha precisato il primo ministro Marcel Ciolacu.

    La seconda componente del Piano Industriale è il Programma Nazionale di Sostegno alla Grande Industria in Romania – un regime di aiuti statali da 1 miliardo di euro (circa 5 miliardi di lei) in 6 anni, per la decarbonizzazione dei processi produttivi e l’efficienza energetica. Secondo il primo ministro, circa 30 aziende dell’industria metallurgica e chimica riceveranno un sostegno fino a 100 milioni di euro per beneficiario.

    “Ci sono aziende che attueranno investimenti con costi eleggibili di almeno 8 milioni di euro, che riducono del 40% le emissioni dirette di gas serra provenienti dagli impianti industriali e/o riducono di almeno il 20% il consumo di energia negli impianti industriali in relazione alle attività sostenute. Il finanziamento del regime di aiuti statali si realizza in gran parte con la vendita dei certificati di emissione di gas serra relativi alla Romania, e l’investimento dovrà essere mantenuto per 5 anni dalla data del suo completamento”, ha spiegato Marcel Ciolacu.

    Il premier ha menzionato che la terza parte del piano prevede un aiuto statale di 1,25 miliardi di lei per 15 aziende che realizzano investimenti nella produzione di materie prime industriali, come tubi, profilati, barre, alluminio o rame. “Questi programmi di sostegno sono in linea con le misure proposte nel Piano Draghi per aumentare la competitività industriale dell’economia europea. I tre regimi di aiuti significano aumento della produzione industriale e del prodotto interno lordo attraverso investimenti, riduzione del deficit della bilancia commerciale, creazione di nuovi posti di lavoro ben retribuiti, nonché decarbonizzazione dei processi produttivi e aumento dell’efficienza energetica”, ha puntualizzato il primo ministro, aggiungendo che è auspicabile consolidare il modello di sviluppo economico basato sugli investimenti.

  • Effetti delle inondazioni in Europa

    Effetti delle inondazioni in Europa

    Le tempeste che hanno flagellato l’Europa stanno ora raggiungendo anche l’Italia, dove sono state emesse allerte di piogge abbondanti, forti venti e inondazioni per gran parte del Paese. L’allarme arriva mentre le piogge hanno già devastato negli ultimi giorni zone della Polonia, della Repubblica Ceca, della Romania e dell’Austria, causando vittime. La tempesta Boris ha portato abbondanti piogge e nevicate durante il fine settimana, costringendo migliaia di persone a lasciare le proprie case, in alcuni casi con l’aiuto di elicotteri, dopo essersi rifugiate sui tetti o sopra le auto. In tutti questi stati è stato dichiarato lo stato di calamità naturale, con centinaia di migliaia di case senza elettricità o acqua, strade bloccate e disagi nei trasporti ferroviari.

    Nonostante le condizioni meteorologiche diano segnali di miglioramento in diverse zone, il suolo resta saturo e i fiumi continuano a straripare, per cui le autorità sollecitano prudenza alla popolazione. In Austria molti villaggi sono ancora isolati. Complessivamente, dall’inizio delle piogge torrenziali e dei forti venti, sono stati effettuati più di 33.000 interventi. A Vienna quattro linee della metropolitana sono state parzialmente chiuse, così come i parchi della città, per il rischio di caduta degli alberi.

    Nella Repubblica Ceca più di 60.000 case sono prive di elettricità, soprattutto nel nord-est. L’acqua del più grande bacino di ritenzione del paese, Rozmberk, situato nel sud, ha superato gli argini. Secondo gli esperti, si tratta delle inondazioni più gravi che la regione abbia mai visto dopo quelle che hanno colpito Praga, Dresden e Vienna nel 2002. Le regioni del sud-ovest della Polonia, al confine con la Repubblica Ceca, sono state le più colpite dalle inondazioni. In alcune località, strade intere sono state sommerse dall’acqua. Nella piccola città di Nysa le acque hanno allagato l’ospedale distrettuale, che ha dovuto essere completamente evacuato.

    In Romania, la zona orientale è stata quella più gravemente colpita. Più di 6.000 abitazioni sono state allagate. Numerose squadre del Ministero dell’Interno sono presenti nelle zone colpite con mezzi di intervento e pompe ad alta capacità per rimuovere l’acqua e il fango dalle case allagate. Sono state allestite delle tendopoli per gli sfollati. Nel frattempo è iniziata la distribuzione degli aiuti e il Governo di Bucarest ha stanziato il primo sostegno finanziario diretto alla popolazione.

    La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha inviato un messaggio di solidarietà alle persone colpite dalle inondazioni e ha dichiarato che beneficeranno del sostegno che verrà offerto dall’UE. Si prevede che la frequenza delle inondazioni associate alle forti piogge aumenterà nell’Europa centrale e occidentale, in un mondo che si trova ad affrontare un riscaldamento medio di 1,5 gradi centigradi, ammoniscono gli esperti.

  • Partenariato per la prevenzione della tratta di minori

    Partenariato per la prevenzione della tratta di minori

    La Romania è il primo Paese in Europa che beneficerà di un sostegno finanziario americano per un valore di 10 milioni di dollari per migliorare il sistema nazionale di prevenzione e lotta alla tratta di bambini. I governi romeno e americano hanno firmato a Bucarest un partenariato-quadro per la protezione dell’infanzia, la cui durata sarà di cinque anni. La tratta di esseri umani è un male che priva milioni di persone della dignità e della libertà, ha affermato l’ambasciatrice degli Stati Uniti a Bucarest, Kathleen Kavalec, e per aiutare i più vulnerabili, il governo degli Stati Uniti svilupperà un partenariato-quadro insieme alle autorità romene e ad alcune organizzazioni non governative, proprio per offrire la migliore protezione possibile ai bambini. La funzionaria americana ha dichiarato che gli Stati Uniti sosterranno la Romania nei suoi sforzi per sviluppare una strategia di prevenzione centrata sulle vittime, aumentare la protezione dei minori vittime della tratta e migliorare le indagini per perseguire e condannare i trafficanti di bambini.

    Il Ministro degli Interni romeno, Cătălin Predoiu, ha affermato, da parte sua, che la firma di questo partenariato è di fatto la continuazione di altre collaborazioni e dimostra, allo stesso tempo, la determinazione delle autorità di Bucarest di contrastare qualsiasi tipo di abuso sui minori. Egli ha inoltre aggiunto che negli ultimi anni, in tutto il mondo, questi fenomeni, anche attraverso i mezzi online e tutte le forme di traffico di sfruttamento minorile, sono aumentati in modo allarmante, e la Romania non è stata risparmiata da questo flagello.

    L’accordo è strutturato attorno a quattro obiettivi: prevenzione, protezione, perseguimento penale e cooperazione tra autorità governative e società civile. La firma del Partenariato apre un nuovo fronte nella lotta alla tratta di esseri umani e per la sicurezza dei minori online. Si assicura così l’attuazione di alcuni obiettivi assunti nella Strategia Nazionale contro la Tratta di Esseri Umani 2024-2028 e si ribadisce il fatto che la protezione dei bambini e degli adolescenti dai pericoli della tratta di esseri umani è una priorità assunta dal Ministero dell’Interno, attraverso l’Agenzia Nazionale contro la Tratta di Esseri Umani.

    Tra i risultati attesi dalla partnership, possiamo citare la creazione del Centro Nazionale per la Lotta all’Abuso e allo Sfruttamento Sessuale dei Minori nell’ambiente online, che opererà all’interno dell’Ispettorato Generale della Polizia Romena, di un Centro di Eccellenza per la Sicurezza Digitale dei Bambini, nell’ambito dell’Autorità Nazionale per la Tutela dei Diritti dei Bambini e l’Adozione, nonché l’aumento del livello di consapevolezza della popolazione sui rischi della tratta dei bambini e del loro sfruttamento sessuale su Internet. Il Ministero dell’Interno riafferma il proprio impegno a proseguire gli sforzi, in collaborazione con le altre istituzioni e autorità competenti, per contrastare la tratta di esseri umani e migliorare la protezione e l’assistenza offerta alle vittime di questo flagello.

  • Aerei F-35 per la Romania

    Aerei F-35 per la Romania

    Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la possibile vendita alla Romania di 32 aerei F-35, nonché di motori e altre attrezzature, in un contratto stimato a circa 7 miliardi di dollari, tramite il programma di assistenza alla sicurezza Foreign Military Sales – lo ha comunicato il Pentagono in un comunicato stampa. Il Ministero della Difesa di Bucarest ha salutato la decisione e ha precisato che, oltre ai 32 aerei della quinta generazione, la prima fase del programma di dotazione comprende, tra l’altro, supporto logistico iniziale, servizi di addestramento, simulatori di volo, nonché munizioni aria-aria e terra-terra, previa approvazione del Parlamento romeno.

    Il programma di acquisto include anche un pacchetto di cooperazione industriale. Il Ministro della Difesa, Angel Tîlvăr, ha sottolineato che l’equipaggiamento militare di ultima generazione acquisito tramite la collaborazione con gli Stati Uniti negli ultimi anni ha cambiato il profilo dell’esercito romeno a livello di capacità d’azione e di interoperabilità con gli eserciti alleati. “I sistemi missilistici Patriot e HIMARS, i veicoli corazzati Piranha V, gli aerei multiruolo F-16, le batterie costiere NSM e, d’ora in poi, gli aerei F-35 di quinta generazione forniscono al nostro Paese una posizione strategicamente rafforzata nella regione, dove fungiamo da pilastro della stabilità della NATO e ci fornisce forti ancoraggi di interoperabilità con i nostri alleati” – ha sottolineato il Ministro Tîlvăr. Allo stesso tempo, “la solidarietà dell’America con la Romania, dimostrata dalla consistente presenza di truppe sul territorio del Paese, contribuisce essenzialmente al consolidamento della difesa del fianco orientale alleato nella regione del Mar Nero e alla deterrenza delle aggressioni” – ha aggiunto ancora il ministro della Difesa.

    Da parte sua, l’ambasciatrice degli USA a Bucarest, Kathleen Kavalec, ha sottolineato in un comunicato stampa che gli aerei F-35 che verranno acquistati forniranno alla Romania capacità di difesa aerea senza precedenti. Secondo la stessa fonte, la prima consegna di tali velivoli è prevista entro il 2031. Gli aerei F-35 dispongono di una tecnologia molto avanzata, principalmente della funzionalità STEALTH (che garantisce una firma radar ridotta), dell’integrazione di sensori di ultima generazione dei sistemi avanzati di comunicazione ed elaborazione delle informazioni.

    Attualmente, le missioni delle Forze Aeree Romene vengono effettuate con aerei F-16 trasferiti dalle eccedenze di altri Stati: una soluzione solo a medio termine, di transizione, che garantisce prestazioni operative limitate. Questa fase transitoria si concluderà, a breve, con l’arrivo in Romania, dalla Norvegia, di 32 aerei F-16. Successivamente, con l’acquisto dei caccia multiruolo F-35 di quinta generazione, l’aeronautica romena avrà le capacità necessarie alla connessione al sistema di difesa aerea integrato della NATO e sarà in grado di svolgere missioni in operazioni congiunte e multinazionali in tutti i settori, per garantire la sovranità dello spazio aereo nazionale e alleato.

  • Le implicazioni della guerra in Ucraina

    Le implicazioni della guerra in Ucraina

    Il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, ha convocato per la prossima settimana, il 19 settembre, il Consiglio Supremo di Difesa. All’ordine del giorno temi relativi allo stadio e alle prospettive del conflitto in Ucraina a seguito dell’aggressione illegale e ingiustificata della Federazione Russa e le implicazioni per la Romania, nonché le opportunità offerte dal nuovo contesto geopolitico per il consolidamento del Partenariato strategico con la Repubblica di Moldova (ex sovietica, a maggioranza romenofona). In questo senso si evoca “l’assicurazione dell’irreversibilità del percorso europeo” dello stato confinante. La riunione del Consiglio avviene dopo che, nella notte tra sabato e domenica, diversi droni d’attacco russi hanno violato lo spazio aereo della Romania, per poi dirigersi verso l’Ucraina. Due aerei F-16 sono decollati con urgenza per tracciare i droni.

    Gli esponenti del settore della difesa romeno hanno dichiarato che non sono stati abbattuti perché non erano ostili. Il ministro della Difesa, Angel Tîlvăr, ha dichiarato a Radio Romania che, nel caso in cui venga attaccato il territorio della Romania, il pericolo sarà eliminato. Track: “Posso dirvi – e non credo di dire una cosa con un alto livello di riservatezza – in tempo reale noi e i nostri alleati vediamo cosa sta succedendo sul territorio nazionale. Ho visto il drone da quando è arrivato, avevamo l’F-16 in volo che lo seguiva. Se esistessero elementi di analisi che indicassero l’intenzione o il fatto che il rispettivo drone intendesse colpire, avremmo adottato le misure necessarie in tali situazioni. Non si poteva quindi parlare di un elemento di pericolo che non potevamo gestire. Quindi do questo messaggio chiaro, per cancellare in qualche modo le speculazioni che sono state fatte, che non siamo pronti”.

    Giovedì il ministro della Difesa Angel Tîlvăr ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo ucraino Rustem Umerov, nel quale ha condannato gli attacchi della Russia contro le infrastrutture portuali civili dell’Ucraina sul Danubio vicino al confine con la Romania e contro la popolazione civile ucraina. I due hanno parlato anche degli sforzi della Romania per sostenere le forze armate dell’Ucraina e dell’efficace coordinamento dei progetti di assistenza multinazionale di cui la Romania fa parte, come il Centro di addestramento europeo F-16 a Feteşti (sud-est), dove i piloti ucraini inizino l’addestramento pratico su questo tipo di aerei da caccia. Da parte sua, il ministro Umerov ha ringraziato la Romania per il sostegno dato al suo paese fin dal primo giorno dell’inizio della guerra d’aggressione russa, in termini di sostegno umanitario, diplomatico, all’esportazione di cereali, ma anche in altri settori importanti. Questi ha anche inviato un messaggio di gratitudine per la decisione della Romania di donare all’Ucraina il sistema di difesa aerea Patriot.