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  • Romania – Ungheria: interesse per mantenere Partenariato strategico

    Romania – Ungheria: interesse per mantenere Partenariato strategico


    La Romania e l’Ungheria sono interessate a mantenere il partenariato strategico, e le vertenze saranno risolte sui canali diplomatici. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese, Janos Martonyi, in visita ufficiale a Bucarest.




    Da parte sua, il capo della diplomazia romena, Titus Corlatean, ha valutato che il partenariato strategico rappresenta lo sviluppo normale del rapporto di buon vicinato e cooperazione tra i due stati.




    I due ministri hanno esaminato l’andamento delle relazioni bilaterali e le priorità di cooperazione nell’ambito del partenariato strategico bilaterale, discutendo anche le modalità concrete per portare avanti i progetti comuni, compresi quelli riguardanti la tutela delle minoranze nazionali nei due Paesi. L’agenda ha incluso anche temi attuali della collaborazione bilaterale in sede regionale, europea e internazionale.




    I due ministri hanno sostenuto una conferenza congiunta, dedicata al decimo anniversario della firma della dichiarazione sulla cooperazione e il partenariato strategico tra i due Paesi.




    “Dal nostro punto di vista, il partenariato strategico tra la Romania e l’Ungheria rappresenta lo svilupopo normale della relazione di buon vicinato e cooperazione tra i due stati”, ha detto Titus Corlatean, sottolineando che l’assunzione dell’identità di una minoranza nazionale non deve violare la legge dello stato in cui essa vive.




    Da parte sua, Janos Martonyi ha aggiunto che le vertenze saranno risolte su canali diplomtici, e ha assicurato che in Ungheria non esiste alcuna forza politica che consideri la Romania un nemico. Al momento, le relazioni tra i due Paesi stanno attraversando “alcuni momenti più difficili”, ritiene Martonyi, aggiungendo che, in simili situazioni, le parti devono dimostrare prudenza.




    La visita del ministro ungherese a Bucarest fa seguito a una serie di tensioni tra i due Paesi, generate da più dichiarazioni delle autorità di Budapest a favore dell’issare la bandiera della cosiddetta contrada dei sekleri, che includerebbe tre province della Romania centrale abitate da popolazione a maggioranza ungherese o in cui l’etnia è numerosa, su edifici pubblici del Paese, fatto vietato dalle autorità romene.




    Di recente, in segno di solidarietà alla minoranza ungherese di Romania, le autorità di Budapest hanno issato questa bandiera sull’edificio del Parlamento dello stato confinante.

  • Schengen: polemiche su ingresso Romania e Bulgaria

    Schengen: polemiche su ingresso Romania e Bulgaria


    Rinviato ripetutamente, l’ingresso di Romania e Bulgaria a Schengen è messo di nuovo in forse. Sullo sfondo di polemiche sull’immigrazione di alcuni cittadini di etnia rrom dei due Paesi, il ministro dell’Interno tedesco, Hans — Peter Friedrich, ha dichiarato a “Der Spiegel” che Berlino farà uso del diritto di veto se Bucarest e Sofia insisteranno per una data dell’ingresso nell’area di libera circolazione al Consiglio Giustizia e Affari Interni che si terrà nei giorni prossimi.




    Il ministro tedesco ritiene che Berlino deve prendere delle misure effettive per fermare l’immigrazione delle persone che arrivano, a suo avviso, “per incassare i sussidi sociali, abusando in questo modo del diritto alla libera circolazione”. Persino l’ipotesi di un’adesione parziale, con le frontiere aeree e marittime, invocata finora, è al momento bocciata.




    A Bucarest, i Ministeri dell’Interno e degli Esteri hanno sollecitato in un comunicato congiunto che gli stati membri contrari all’ingresso di Romania a Schengen portino al Consiglio Giustizia e Affari Interni degli argomenti chiari, basati sui trattati dell’Ue e sull’acquis specifico.




    Il comunicato ricorda che la Romania ha adempiuto a tutti i criteri per entrare nell’Area Schengen, ai sensi dell’acquis specifico, e tale fatto è stato riconosciuto da tutti gli stati membri e stipulato nelle Conclusioni del Consiglio Giustizia e Affari Interni del 9 giugno 2011, sottolinea ancora il comunicato, ribadendo la posizione di principio della Romania che l’ingresso a Schengen non dipende da criteri diversi da quelli stipulati chiaramente dall’acquis.




    Il capo della diplomazia romena Titus Corlatean ha offerto dei dettagli a una tv privata.




    “Un’Unione europea costruita su una serie di regole che vanno rispettate da tutti i suoi membri costituisce il fondamento della nostra esistenza europea. Se noi rispettiamo queste regole, se noi rispettiamo più che pienamente, anche tramite misure supplementari, con tantissimi sforzi, con tantissimi sacrifici, con ingenti investimenti finanziari, allora è il nostro diritto essere rispettati, è il nostro diritto che questa decisione sia adottata. Se ci sono altri motivi politici per entrare a Schengen, che — attenzione! — non hanno nessun legame con la serie di obiettivi molto chiaramente stabiliti dall’acquis comunitario, dal Trattato Ue, noi non li accettiamo!”, ha detto il ministro.




    Da parte sua, il premier Victor Ponta ha precisato che la Romania mantiene l’obiettivo di aderire a Schengen, e ritiene che fosse colpa delle voci che criticano la Romania all’estero, accennando all’opposizione democratico-liberale.




    Invece, l’ex premier democratico-liberale Emil Boc punta il dito contro l’Unione social-liberale (al governo) che, a suo avviso, avrebbe sfidato il recente rapporto sulla giustizia romena pubblicato dalla Commissione europea, il che, dice Boc, è inaccettabile in Europa. (trad. Iuliana Anghel)

  • Scandalo carne equina: proseguono accertamenti Dna

    Scandalo carne equina: proseguono accertamenti Dna


    In seguito alle decisioni prese al livello dell’Ue, le autorità sanitarie di Romania hanno avviato i prelievi Dna dalle confezioni in vendita etichettate come contenenti carne bovina, per accertare se ci siano tracce di carne equina. L’impegno del Governo di Bucarest sull’etichettatura della carne equina come bovina resta lo stesso: chi sbaglia, paga!




    Lo ha assicurato il ministro dell’Agricoltura romeno, Daniel Constantin, spiegando che, sul mercato interno, è stato individuato un unico abuso, e l’autorizzazione della rispettiva azienda è stata sospesa finchè le autorità non ultimeranno le indagini. Le ultime accuse sono venute dalla Grecia, dove, secondo quanto scrive la stampa, sarebbe arrivata dalla Romania carne equina con etichettatura di manzo.




    Daniel Constantin ha precisato che la Grecia non ha trasmesso tutti i dati necessari alle investigazioni volte a chiarire il caso. In un periodo di crisi finanziaria, il ministro non esclude la possibilità che certe industrie nazionali tentassero di approfittare dello scandalo per ottenere vantaggi economici.




    “Credo che, alla fine, si tratta di un’enorme posta in gioco, per cui l’industria e le autorità romene devono proteggere i produttori, le ditte, i consumatori del Paese contro questa cosa. Forse alcuni stati membri non sono interessate a dimostrare quanto prima che questa frode avveniva sul loro territorio. Perciò, noi tentiamo di essere più attivi, affinchè sia accertato quanto prima dove veniva commessa la frode, e siano tolti i sospetti sulla Romania”, ha detto Daniel Constantin.




    Il ministro ha ricordato che il coinvolgimento di alcune ditte romene non si è verificato in nessuna delle tre situazioni di allerta a livello europeo in cui erano state invocate. (trad. Iuliana Anghel)

  • Papa: Benedetto XVI saluta anche in romeno

    Papa: Benedetto XVI saluta anche in romeno


    Sentite la gioia di essere amati da Dio! È questa l’esortazione di Papa Benedetto XVI ai fedeli, prima del ritiro dal Pontificato. Annunciata durante una messa in Vaticano, due settimane fa, la sua decisione di rinunciare, per propria volontà, alla guida della Chiesa di Roma nell’ultimo giorno di febbraio, ha colto di sorpresa l’intero mondo, in quanto inedita nella storia della Chiesa Cattolica. 85-enne, Papa Benedetto XVI, di origine tedesca, ha motivato questa decisione, in apparenza sorprendente, con lo stato di salute che non gli permette più di svolgere il proprio compito. Durante la sua ultima udienza pubblica, davanti a 150 mila fedeli a Piazza San Pietro, tra cui anche romeni, Papa Ratzinger, fragile, ma sereno, ha parlato del cammino della Chiesa che negli ultimi anni ha avuto momenti di gioia, ma anche momenti non facili, nei quali le acque sono state agitate, sottolineando, allo stesso tempo, che il Signore non lascerà affondare la Chiesa. Benedetto XVI si è rivolto alla folla dei credenti a Piazza San Pietro in 11 lingue, tra cui il romeno.



    “Sia lodato Gesù Cristo! Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua romena, soprattutto a quelli di Oradea. Vi accolgo con gioia e vi auguro che il vostro pellegrinaggio porti buoni frutti a voi e alle vostre comunità. Vi benedico da tutto il cuore!”, ha detto il Papa ai romeni in piazza.



    Il Sommo Pontefice ha affermato di aver preso con profonda pace interiore la decisione di ritirarsi dal soglio pontificio.



    Il coordinatore della Redazione romena di Radio Vaticana, il padre Adrian Dancă, ha parlato del significato della storica decisione del Papa e del momento attraversato dalla Chiesa.



    “Con il suo gesto ha conferito una maggiore libertà alla chiesa e alla figura del Pontefice. La Chiesa attraversa da sempre una crisi ed è una crisi benefica, perchè una crisi significa anche un momento di crescita, un momento di chiarimento della realtà e il Santo Padre, se non è riuscito a risolverle tutte durante il suo Pontificato, almeno ha mostrato la strada da seguire”, ha affermato il padre Dancă.



    A qualche giorno dall’inatteso annuncio del ritiro, il presidente romeno Traian Basescu si è annoverato tra gli ultimi capi di stato europei ad essere ricevuti in Vaticano da Papa Benedetto XVI-esimo. Il presidente romeno, che ha definito le relazioni diplomatiche con il Vaticano eccellenti, ha osservato un momento di raccoglimento alla tomba di Papa Giovanni Paolo II, che nel 1999 aveva effettuato in Romania la prima visita di un Sommo Pontefice in un Paese a maggioranza ortodossa. Accolto con gioia e amore, Papa Giovanni Paolo II aveva benedetto il nostro Paese, chiamandolo “un giardino della Madonna”, un ponte tra Oriente ed Occidente, una crocevia tra l’Europa Centrale e l’Europa Orientale.

  • Schengen: nel mirino il sistema giudiziario

    Schengen: nel mirino il sistema giudiziario


    Il Consiglio Superiore della Magistratura, organo incaricato di vegliare sul buon funzionamento del sistema giudiziario in Romania, sta attraversando un periodo di convulsioni interne, segnato da gravi accuse di atteggiamento politico di parte. Tutto è culminato, martedì, con la revoca di due membri del Consiglio, una prima nella storia della giustizia romena. La revoca è avvenuta in seguito alle richieste formulate da diverse associazioni dei magistrati, che hanno accusato i due di seguire un’agenda personale. Il Consiglio Superiore della Magistratura ha attraversato momenti difficili anche quando suo presidente è stato designato, per la prima volta, un procuratore, anzichè un giudice, come per tradizione. E il sospetto che il nuovo presidente fosse uno stretto collaboratore del capo dello stato Traian Basescu ha alimentato le tensioni e i timori che il Consiglio sia diventato campo di battaglia politica.



    La giustizia romena è diventato lungo il tempo argomento di accese dispute tra le parti. Nello stesso giorno della revoca dei due membri del Consiglio, il presidente Basescu ha chiesto, nuovamente, al Governo e alla maggioranza social-liberale di accelerare il processo di nomina dei Procuratori Capi della Procura Generale e della Direzione Nazionale Anticorruzione, e di rinunciare ai ministri indagati penalmente. Sono richeste che, assieme alla modifica del nuovo statuto dei parlamentari, che renderebbe gli eletti una categoria privilegiata, rappresentano, infatti, i requisiti del più recente rapporto della Commissione Europea sulla Giustiza romena stilato nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica nel campo della Giustizia, afferma il capo dello stato. Se questi requisiti non vengono riuniti, le chance di una decisione favorevole all’adesione della Romania a Schengen, all’ormai prossimo Consiglio Giustizia e Affari Interni, sono minime, ha ammonito il presidente.



    “In assenza di questo segnale che il Governo, il Parlamento, la maggioranza parlamentare sono passati alla correzione delle carenze segnalate nel rapporto sulla Giustizia, quelli che rappresenteranno la Romania al Consiglio Giustizia e Affari Interni del 7-8 marzo rimangono senza armi. Non hanno argomenti in più rispetto alla posizione di un Paese o di un altro, fuori dal rapporto stilato nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica. Sicuramente non piacerà a molti Paesi il fatto che persone che sono indagate facciano parte del Governo, che la selezione dei procuratori è una storia senza fine in Romania, e che i parlamentari si consolidano un’altra volta l’immunità”, ha dichiarato Traian Basescu.



    Il premier Victor Ponta ha rimproverato al presidente che sarebbe diventato lui stesso l’avversario dell’adesione della Romania allo spazio di libera circolazione europeo.



    “Mi sono incontrato con i premier europei, con cui ho parlato dell’adesione della Romania a Schengen, e nessuno di loro ha recato gli argomenti offerti dal presidente Basescu a sfavore del nostro ingresso. Gli argomenti contro l’adesione sono offerti proprio da quello che dovrebbe, assieme a me, fare sforzi affinchè questo obiettivo sia raggiunto”, ha affermato Victor Ponta.



    L’adesione della Romania e Bulgaria a Schengen, auspicata, inizialmente, per marzo 2011, è stata rinviata più volte in seguito ai riserbi espressi da diversi Paesi membri sulle riforme attuate nella giustizia romena.

  • Scandalo carne equina: regole più rigide nell’Ue

    Scandalo carne equina: regole più rigide nell’Ue


    La Commissione europea e gli stati membri dell’Unione si adoperano per ripristinare la fiducia dei consumatori, scossa dallo scandalo della carne equina. Ufficialmente, i britannici sono stati le prime vittime della vendita di carne equina spacciata per manzo.




    Lo scandalo si è diffuso rapidamente in tutta l’Europa ed è lungi dall’essersi concluso. Tracce di DNA equino sono state individuate di recente anche nelle tradizionali polpette dei ristoranti Ikea, mentre il Gruppo Nestle ne ha rilevate ad uno dei suoi distributori spagnoli.




    Simili crisi alimentari vanno evitate, è l’opinione unanime nell’Unione europea. In una riunione a Bruxelles, i ministri dell’Agricoltura dei 27 concordano che servono misure volte a ripristinare la fiducia dei consumatori di carne sul continente.




    Presente all’incontro, il ministro romeno Daniel Constantin ha sottolineato che esiste un’intesa generale sul proseguimento dei controlli e della collaborazione di ogni Paese con l’Europol, al fine di individuare le illegalità.




    “Sono state stabilite le successive azioni che la Commissione avvierà, in quanto già ogni stato membro è interessato a rafforzare i controlli. Da una parte, sono controllati i mattatoi, i depositi, i negozi, per accertare se i prodotti in vendita sono quelli dichiarati in eticchetta. La Commissione europea ha sollecitato a tutti gli stati membri una stretta collaborazione con l’Europol, alla quale anche la Romania si è impegnata senza equivoci”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura.




    La Commissione europea finanzierà al 75% i test DNA per i prodotti alimentari surgelati. Un’ottima notizia, aggiunge il ministro Daniel Constantin, dati gli alti costi dei test, ma anche di quelli volti a rilevare la presenza di una sostanza adoperata nel trattamento dei cavalli, tossica per gli esseri umani.




    Inoltre, la Romania si è affiancata a un’iniziativa della Francia e della Germania, che intendono sollecitare alla CE misure più rigide sull’eticchettatura.




    Col dito puntato contro di sè all’inizio dello scadalo, la Romania ha dimostrato, in seguito ai controlli, che le ditte interne che hanno esportato carne equina l’hanno eticchettata come tale.




    La frode è intervenuta successivamente, sul percorso che portava alle confezioni surgelate vendute in alcuni supermercati britannici. Ma neanche i consumatori romeni sono risparmiati dai tentativi di frode. Le autorità hanno scoperto alcuni ristoranti fast-food che usavano la carne equina al posto del manzo. (trad. Iuliana Anghel)

  • Politica: partiti in cerca di leader

    Politica: partiti in cerca di leader


    Rieletto nell’incarico al Congresso svoltosi nel fine settimana, il leader liberale Crin Antonescu ha dichiarato che, se non vincerà le presidenziali del 2014, si ritirerà dalla guida del partito. I liberali hanno stabilito anche le priorità per i prossimi anni.




    Antonescu comincia il nuovo mandato con il sindaco di Sibiu, Klaus Johannis, appena entrato nel partito, come primo-vicepresidente, e con 31 vicepresidenti. Il progetto politico della nuova equipe dirigenziale dei liberali prevede il sostegno di Victor Ponta come premier dell’Unione social-liberale, la revisione della Costituzione, la vittoria alle presidenziali del 2014 e alle politiche del 2016.




    Antonescu ritiene che quest’ultimo obiettivo non costituisce una minaccia ai partner socialdemocratici dell’Unione social-liberale in quanto, dopo la normalizzazione della Romania, i due partiti devono tornare alla competizione politica.




    I delegati al congresso hanno adottato anche quattro risoluzioni che staranno alla base delle azioni politiche dei liberali nel successivo periodo, tra cui quella riguardante lo sviluppo economico della Romania stimolando il settore privato e l’amministrazione pubblica che punta sul cittadino.




    La risoluzione sulla revisione della Costituzione prevede un Parlamento bicamerale con al massimo 300 seggi di deputati, mentre il Senato dovrebbe essere camera rappresentativa per le regioni.




    Anche l’opposizione democratico-liberale si prepara per elezioni interne che si terranno il 23 marzo a Bucarest, alla presenza di 5.000 delegati dell’intero Paese.




    La poltrona numero uno del partito è ambita dal leader democratico-liberale in carica, Vasile Blaga, in antipatia palese col presidente Traian Basescu, dalla deputata Elena Udrea e dall’eurodeputata Monica Macovei (PPE), quest’ultima in testa alla corrente riformista del partito, entrambe vicine, però, al capo dello stato.

  • Romania – Francia: rinnovato Partenariato Strategico

    Romania – Francia: rinnovato Partenariato Strategico


    In visita ufficiale a Parigi, il premier romeno Victor Ponta ha firmato, insieme al collega Jean — Marc Ayrault, una road map volta a rilanciare il Partaneriato Strategico firmato cinque anni fa.




    Il documento interessa progetti politici, economici e sociali, che vanno dalla crescita degli investimenti e la gestione dei fondi strutturali europei, fino all’inserimento sociale dei rrom in Francia e Romania, agricoltura, sanità, ma anche difesa.




    A Parigi, Victor Ponta ha messo in risalto il lato economico del partenariato e le opportunità offerte dalla Romania, sottolineando che si tratta di progetti in grado di portare dei benefici ad entrambi i Paesi.




    “Sono fiducioso che, nei prossimi anni, il nostro partenariato strategico potrà avere il successo di cui hanno bisogno entrambi i nostri Paesi”, ha detto il premier Ponta, auspicando una crescita degli investimenti in Romania in settori come l’energia, l’agricoltura e l’infrastruttura.




    Da parte sua, il premier francese ha definito come eccellenti le relazioni di amicizia e avvicinamento culturale, che legano la Francia alla Romania.




    “Nel 2008, è stato firmato un Partenariato Strategico con la Romania, che regola questo nostro rapporto. Il nuovo accordo firmato per i prossimi cinque anni interesserà importanti questioni economiche, che abbiamo affrontato concretamente. Abbiamo discusso, in ugual misura, anche il tema dell’integrazione dei rrom in Francia e Romania, ma anche questioni riguardanti l’Europa della difesa”, ha detto Jean — Marc Ayrault.




    Il premier francese ha aggiunto che Parigi sostiene l’ingresso di Romania e Bulgaria a Schengen, secondo modalità e un calendario che saranno discussi con i partner europei a marzo.




    D’altra parte, Jean — Marc Ayrault ha espresso la gratitudine al sostegno di Romania all’intervento francese in Mali, e ha avuto parole di plauso per la cooperazione efficace delle autorità di Bucarest nello scandalo della carne equina spacciata per manzo in Europa.




    La Romania è stata accusata ingiustamente, ha spiegato il premier francese, ed è compito della giustizia fare luce in questo caso.




    A Parigi, Victor Ponta è stato ricevuto anche dal presidente François Hollande, con il quale ha ribadito che tra i due Paesi esiste una relazione speciale che può costituire la base di alcuni progetti comuni importanti, sia a livello bilaterale, che all’interno dell’Ue.




    La Romania non è solo il migliore partner, ma anche il migliore amico della Francia nella regione, e l’asse Bucarest — Parigi è nel beneficio di entrambi gli stati, ha sottolineato Victor Ponta.




    A Parigi, il premier romeno ha incontrato anche i rappresentanti delle più importanti compagnie francesi, interessate a fare investimenti in Romania. (trad. Iuliana Anghel)

  • Ambiente: bollo auto in vigore dal 15 marzo

    Ambiente: bollo auto in vigore dal 15 marzo


    Introdotta dalle autorità romene nel 2007, al fine di rinnovare il parco circolante, la tassa di prima immatricolazione, chiamata tassa sull’inquinamento o ambientale, è stata modificata più volte. L’ultima variante è stata annunciata martedì, dopo che il Governo di Bucarest ha dato il via libera all’introduzione del bollo ambientale per le auto con un massimo di 8+1 posti, che entrerà in vigore il 15 marzo. Per la altre categorie di auto restano in vigore le attuali regolamentazioni. La novità rispetto al progetto presentato un mese fa è che aumenterà la tassa per le auto diesel Euro 3 ed Euro 4, in quanto le autorità considerano che le emissioni inquinanti di queste vetture siano maggiori.



    L’aumento non interessa coloro che hanno già pagato l’attuale tassa sull’inquinamento nelle sue diverse forme, che sono esentati dal versamento del bollo ambientale. Per quanto riguarda le auto immatricolate prima del 2007, per esse si pagherà il bollo ambientale solo nel caso della vendita. Nella nuova formula di calcolo non è più essenziale la cilindrata, ma le emissioni di CO2. Stando ai dati presentati dal Ministero dell’Ambiente, la somma da pagare scende del 60% per le auto Euro 2, dell’80% per le Euro 1 e di circa il 90% per le non-Euro.



    “Si tiene conto anche dell’anzianità della macchina. Più vecchia è una macchina, più breve è la sua durata di vita, e allora è considerata meno inquinante, prendendo in calcolo il fatto che questo bollo ambientale si paga un’unica volta nel periodo di vita dell’auto”, ha precisato il ministro dell’Ambiente romeno Rovana Plumb.



    Nell’opinione del ministro, se le tasse fossero restate allo stesso livello per le macchine non-Euro, Euro 1 ed Euro 2, si sarebbe creato un blocco delle vendite. Il bollo ambientale rispetta il principio “l’inquinatore paga”, afferma Rovana Plumb, e colpisce abbastanza fortemente le Euro 3 e 4, che rappresentano la maggioranza delle auto usate comprate dai romeni. Per queste auto, la tassa aumenta del 10-15%, sebbene, stando agli specialisti, siano meno inquinanti delle non-Euro oppure delle Euro 1 e 2. La nuova tassa facilita l’acquisto di auto con un’anzianità maggiore invece di incentivare il rinnovo del parco circolante, affermano i produttori.



    Il nuovo bollo ambientale colpisce anche le auto diesel, per cui si pagherà una tassa maggiore di quella per la auto a benzina. Nel caso delle auto con un’anzianità di 7-8 anni, la differenza può arrivare anche al 50%. Come novità, chi immatricola macchine elettriche riceverà un bonus, un ecoticket di 2.500 euro. Gli analisti richiamano, però, l’attenzione che questa misura non avrà un grande impatto sul mercato, nel contesto in cui i prezzi di queste macchine sono abbastanza elevati e la loro alimentazione è difficile. A gennaio 2012, in Romania, circolavano solo 10 macchine elettriche.

  • Compagnie: si cercano soluzioni per Oltchim

    Compagnie: si cercano soluzioni per Oltchim


    Uno dei più importanti stabilimenti chimici in Romania, Oltchim, di Ramnicu Valcea (nel sud della Romania), entrato in insolvenza a gennaio a causa dei debiti di centinaia di milioni di euro, si trova sulla lista delle compagnie statali che andrebbero privatizzate. La lista, che riporta le compagnie con problemi, è stata stilata assieme al Fondo Monetaro Internazionale e agli altri creditori internazionali della Romania. Nel caso dell’Oltchim, un primo tentativo di vendita del pacchetto azionistico di maggioranza si è concluso, alla fine dell’anno scorso, con un clamoroso fallimento. Lo stato desidera che la procedura di privatizzazione continui, ma con un investitore strategico. Prima deve, però, trovare una soluzione per la situazione drammatica degli oltre 3 mila dipendenti che da mesi organizzano proteste di piazza e scioperi, chiedendo garanzie sulla sicurezza dei posti di lavoro, sul pagamento degli arretrati salariali e la ripartenza dell’attività.



    Il ministro dell’Economia Varujan Vosganian si è incontrato con i sindacati dell’Oltchim, cui ha trasmesso che non può salvare da solo lo stabilimento e che ha bisogno di un accordo di volontà politica dell’Unione Social-liberale (al governo), del sostegno dei sindacati e di pace sociale. Vosganian ha richiamato l’attenzione che nessun imprenditore investirebbe in una compagnia i cui dipendenti scendono in sciopero della fame. Il premier Victor Ponta ritiene, d’altra parte, che lo stabilimento potrebbe diventare nuovamente redditizio, ma non nell’attuale forma.



    “Non credo che alcun investitore farà ripartire l’Oltchim con oltre 3 mila dipendenti. Ma una parte importante della compagnia può essere rivitalizzata tramite un investimento privato e tramite l’eliminazione dei contratti-ventosa”, ha detto Ponta.



    Il principale partito all’opposizione, Democratico-liberale, ha accusato il Governo per la situazione del colosso ed ha annunciato di inoltrare una mozione semplice su questo tema. Nell’opinione del leader democratico-liberale Vasile Blaga, l’intera situazione è una prova in più che durante la campagna elettorale dello scorso anno l’Unione Social-liberale ha fatto promesse senza copertura.



    “È da otto mesi che i governi dell’Unione Social-liberale non si occupano con serietà di questo stabilimento. Vi ricordo che nei primi mesi del primo Governo Ponta, in pieno processo di privatizzazione, hanno modificato il capitolato che, inizialmente, prevedeva la privatizzazione con investitori strategici. Vogliono privatizzarlo, ma prima dichiarano la sua insolvenza, per darlo per ben poco agli amici, così come vogliono fare anche con la Divisione Merci delle Ferrovie Romene”, ha affermato Blaga.



    A breve termine, i dipendenti dell’Oltchim sperano che la richiesta di approvazione delle autorità romene alla Commissione Europea di un aiuto di stato di 45 milioni di euro sarà un successo.

  • Berlinale: nuovo successo per il cinema romeno

    Berlinale: nuovo successo per il cinema romeno


    La Romania ha riscosso un nuovo successo nel cinema, con l’Orso d’oro aggiudicato dal lungometraggio “The Child’s Pose” del regista Calin Peter Netzer alla Berlinale.




    La pellicola ha vinto anche il premio della Federazione internazionale della critica, che la presenta come una radiografia dell’alta società romena contemporanea, che racconta in maniera dramatica i traumi subiti dai figli soffocati dall’amore dei genitori.




    “Si tratta di una relazione patologica tra madre e figlio. Il film poggia sul complesso di Edipo, sulla relazione freudiana. Tutto quanto gira attorno a questa storia, dall’incidente alla corruzione, passa in secondo piano. Sicuramente, si tratta della realtà romena, come l’abbiamo vista quando abbiamo scritto la sceneggiatura, come la sentiamo e come lo è, infatti. Credo che la storia sia stata bene accolta dalla Berlinale e dalla critica in quanto è una storia universale. Dal punto di vista della corruzione, potrei dire che non solo in Romania accadono simili cose. Tutto ciò è perfettamente adattabile ad altri Paesi, ovviamente a un livello diverso, però in linea di massima siamo lì”, ha spiegato il regista Calin Peter Netzer.




    Una donna di carattere dominante, provenuta dalla nuova elite, fa di tutto per salvare il figlio che ha provocato un incidente d’auto in cui un adolescente rimane morto. Il ruolo della madre è magistralmente incarnato da Luminita Gheorghiu, una presenza costante nel nuovo cinema romeno.




    Nell’elogiare la sua prestazione, la pubblicazione Variety valuta che l’attrice è una delle poche performance notevoli alla Berlinale nei panni di donne mature, raramente riscontrabili a Hollywood.




    L’Orso d’oro aggiudicato dal film “The Child’s Pose” è il secondo premio di portata vinto dal cinema romeno negli ultimi anni, dopo il lungometraggio “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni” del regista Cristian Mungiu, che nel 2007 ha conquistato la Palma d’oro a Cannes.




    Nel 2012, sempre a Cannes, la pellicola “Al di là delle colline” dello stesso Mungiu ha vinto i trofei alla sceneggiatura e alle migliori attrici protagoniste.




    Il trionfo di Calin Peter Netzer completa il successo romeno alla Berlinale, dopo che, nel 2010, la pellicola “Se voglio fischiare, fischio” del regista Florin Serban ha conquistato l’Orso d’argento e l’onorificenza Alfred Bauer, conferita per nuove prospettive nell’arte cinematografica.




    D’altronde, Ada Condeescu, tra i protagonisti del film “Se voglio fischiare, fischio”, è stata selezionata quest’anno alla Berlinale nel programma Shooting Stars, volto a promuovere i più talentati giovani attori.

    (trad. Iuliana Anghel)

  • Giustizia: un nuovo Codice di procedura civile

    Giustizia: un nuovo Codice di procedura civile


    Dal 15 febbraio, in Romania vige il nuovo Codice di procedura civile. Anche se elaborato più di quattro anni fa, la sua entrata in vigore è stata rinviata ripetutamente, alla luce dei preparativi per la sua applicazione.




    Richiesto insistentemente dalla Commissione europea e visto come un modo per rimediare i problemi del sistema giudiziario, il nuovo Codice è volto, come spiega il Governo di Bucarest, a migliorare la qualità dell’atto di giustizia, parallelamente a una soluzione più rapida delle cause.




    L’applicazione del nuovo Codice renderà più semplici anche le procedure e ridurrà le spese. Tra le novità arrecate dalla nuova normativa è la mediazione, come alternativa alla soluzione delle liti. Se le parti arrivano a una soluzione, viene firmato un accordo, che va approvato dal giudice.




    Le dispute che potranno essere sottoposte alla mediazione riguardano principalmente i litigi civili o commerciali che hanno un oggetto valutabile in denaro, i conflitti attinenti al diritto del lavoro, riguardanti i contratti individuali di lavoro, ma non anche quelli collettivi.




    Alla mediazione potranno andare anche i litigi connessi al rapporto di vicinato o possesso, nonchè quelli riguardanti la famiglia, l’affidamento di minorenni o un domicilio comune.




    Inoltre, le normative sono volte ad eliminare i problemi che, in molti casi, hanno portato a decisioni della Corte europea per i diritti umani che hanno condannato la Romania, sia per sentenze giudiziarie errate, di principio, che per pregiudizi provocati dalla durata eccessiva delle procedure giudiziarie, o per mancanza di prevedibilità.




    Però non tutti i provvedimenti del Codice di procedura civile sono entrati in vigore il 15 febbraio. Ad esempio, è stata rinviata al 1 luglio l’applicazione dell’articolo che offriva alle associazioni per la tutela dei consumatori la possibilità di denunciare in giustizia le clausole abusive ed eliminarle da tutti i contratti di servizi, compresi quelli riguardanti i mutui. (trad. Iuliana Anghel)

  • Eurostat: leggera crescita economica in Romania


    Le notizie preoccupanti arrivate dall’Eurostat sull’evoluzione economica nei Paesi Ue hanno superato persino le previsioni pessimistiche degli analisti, che anticipavano una contrazione dello 0,4% negli ultimi tre mesi del 2012.




    Le stime preliminari rese note dall’Eurostat, indicano un calo del Pil nell’eurozna dello 0,6% tra ottobre e dicembre, rispetto al precedente trimestre, quando il declino era stato dello 0,1%.




    L’Unione europea ha registrato una contrazione dello 0,5% nel quarto timestre, rispetto al precedente, dopo una lieve crescita dello 0,1% tra luglio e settembre. Complessivamente, nel 2012 il Pil è calato dello 0,5% nell’eurozona e dello 0,3% nell’Unione europea.




    Gli esperti spiegano che si tratta del più severo declino dell’economia dell’Eurolandia negli ultimi quattro anni. Tutte le grandi economie della zona — Germania, Francia, Italia e Spagna — hanno registrato un calo alla fine dello scorso anno, e la tendenza si conferma negativa.




    Invece, la Romania ha superato le aspettative, annoverandosi tra i pochi Paesi Ue, accanto alla Bulgaria, alla Slovacchia e agli stati baltici, ad aver registrato una leggera crescita economica.




    L’Istituto nazionale di statistica ha indicato che la Romania è riuscita a evitare il ritorno alla recessione tecnica alla fine dello scorso anno. Negli ultimi tre mesi, il Pil è cresciuto dello 0,2% rispetto al terzo trimestre, e dello 0,1% rispetto al corrispondente periodo del 2011.




    L’analista economico Aurelian Dochia valuta, però, che le cifre sono molto basse. Il 2013 non si contempla troppo diverso, cosicchè appare poco probabile un miglioramento del tenore di vita della popolazione.




    “Le cifre di crescita sono talmente basse, che, praticamente, è impossibile vedere un miglioramento generale del tenore di vita. Ovviamente, ci saranno persone e categorie che vedranno una certa crescita, però, complessivamente, l’1% è quasi invisibile. Ho visto alcune crescite di rediti nominali nel 2012, pero, alla luce della crescita dei prezzi, che continuerà anche nel 2013, una parte dei redditi aumentati sarà annientata dalle impennate dei prezzi, per cui, in realtà, non ci sarà un miglioramento notevole”, ha detto Aurelian Dochia.




    L’analista ha aggiunto che, alla luce del rallentamento delle esportazioni romene e di un contributo inferiore dell’industria rispetto al passato, il target di crescita pari all’1,6%, la stima ufficiale, per il 2013, sarebbe reso possibile solo da una buona annata agricola e da un rinvigorimento economico evidente nell’Eurolandia. (trad. Iuliana Anghel)

  • Lasagne cavallo: riunione dei ministri dell’Agricoltura a Bruxelles

    Lasagne cavallo: riunione dei ministri dell’Agricoltura a Bruxelles


    Riunitisi a Bruxelles, i ministri dell’Agricoltura di Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Polonia e Romania hanno concordato su una serie di misure volte a gestire lo scandalo della carne equina spacciata per manzo. I ministri hanno individuato delle illegalità nella vendita della carne di cavallo e hanno sollecitato regole di etichettatura molto più strette, ma anche test DNA per i prodotti incriminati.




    I controlli si svolgeranno dal 1 marzo per tre mesi. Le inchieste condotte in più Paesi europei coinvolti in questo scandalo dovrebbero essere coordinate dall’Europol, ritengono i responsabili europei, precisando, però, che i prodotti con etichettatura errata son presentando dei rischi alla sanità pubblica. Comunque, i prodotti incriminati sono stati ritirati dal mercato in più Paesi europei.




    La posizione di Bucarest sui sospetti che una parte della carne equina proverrebbe dalla Romania è stata presentata dal ministro dell’Agricolura, Daniel Constantin.




    “Non c’è nessun dubbio. In Romania non poteva accadere una simile frode. Tutti i dati disponibili, tutti i documenti che abbiamo esaminato indicano un’etichettatura corretta nel momento in cui il trasporto è stato sigillato. Quando la merce entra in possesso dell’importatore, allora anche la responsabilità diventa sempre sua”, ha spiegato il ministro.




    Daniel Constantin ha aggiunto che ai colloqui non è stato puntato il dito contro alcuno stato membro come fonte della frode, e ha auspicato che l’inchiesta sia ultimata quanto prima, poichè il settore zootecnico nei Paesi coinvolti sta registrando perdite. Alcuni partner europei hanno già rifiutato le importazioni da alcuni mattatoi di Romania.




    L’affare ha coinvolto aziende e intermediari di più Paesi Ue. Due mattatoi romeni hanno esportato la carne verso una ditta olandese, registrata nel “paradiso fiscale” del Cipro, ritenuta il sospetto-chiave nello scandalo, secondo quanto riferisce la stampa britannica.




    Successivamente, l’impresa olandese ha venduto la carne a una compagnia francese, che, a sua volta, l’ha fornita a un’altra ditta del proprio Paese. Quest’ultima ha lavorato al carne e l’ha esportata in Europa. Le compagnie coinvolte nello scandalo fanno causa l’una contro l’altra, però nessuna ammette di aver spacciato la carne equina per manzo. (trad. Iuliana Anghel)

  • Parlamento: nuovo statuto per deputati e senatori

    Parlamento: nuovo statuto per deputati e senatori


    Riesaminato dal Parlamento in seguito al rifiuto del presidente Traian Basescu di promulgarlo, lo statuto dei parlamentari di Bucarest è stato adottato dal Legislativo di Bucarest. Il capo dello stato era scontento per alcuni provvedimenti controversi sull’incompatibilità e il conflitto d’interesse constatati dall’Agenzia nazionale per l’integrità, che sarebbero stati in contraddizione con le esigenze dell’Ue.




    Secondo le nuove modifiche, l’incompatibilità constatata dall’Agenzia sarà comunicata al parlamentare dalla camera di cui fa parte. Così, i deputati e i senatori in causa avranno modo di contestare il rapporto entro 45 giorni dalla data della notifica, rispetto ai 15 quanto prevedeva il vecchio statuto. Il presidente della Camera, Valeriu Zgonea, sostiene che le modifiche allo statuto rendono più semplici le procedure connesse all’incompatibilità.




    “Abbiamo introdotto questa chiave, nel senso che saremo noi ad informare il parlamentare, per por fine a qualsiasi commento. D’altra parte, dopo 15 giorni, un periodo abbastanza breve, ci troviamo nella situazione in cui un deputato e un senatore della Romania, eletti con decine di migliaia di voti, non è in grado di poter contestare il rapporto dell’Agenzia nazionale per l’integrità”, ha dichiarato Valeriu Zgonea.




    Se l’Unione democratica magiari di Romania si è astenuta al voto sulle modifiche allo statuto, l’opposizione democratico-liberale e quella del Partito del popolo — Dan Diaconescu ha votato contro. I democratico-liberali hanno deciso di contestare la normativa alla Corte Costituzionale, ritenendo che offre ai senatori e ai deputati una sorta di superimmunità.




    “Superimmunità che crea discriminazione tra parlamentari e altre categorie di eletti, soprattutto a livello locale. Avete eliminato qualsiasi forma di responsabilità, per cui vi annunciamo che inoltreremo un’iniziativa legislativa al fine di correggere tutte queste situazioni”, ha dichiarato il deputato democratico-liberale Gabriel Andronache.




    Si tratterebbe di un’iniziativa legislativa in grado di sottolineare che l’immunità parlamentare è solo per le dichiarazioni politiche, e qualsiasi conflitto di interesse toglie il seggio parlamentare.




    Nei giorni scorsi, dal documento riesaminato dalla Commissione per lo statuto e dalle commissioni giuridiche era stato eliminato il provvedimento stando al quale il parlamentare avrebbe perso il seggio se non avesse attaccato in giustizia il rapporto dell’Agenzia nazionale pet l’integrità. Il senatore liberale Tudor Chiuariu, ex ministro della giustizia, ha definito inaccettabile un simile provvedimento, in quanto avrebbe potuto portare alla cessazione del mandato del parlamentare per motivi non attinenti alla persona in causa.