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  • Schengen, un nuovo rinvio

    Schengen, un nuovo rinvio

    Il Consiglio Giustizia e Affari Interni svoltosi giovedì non ha portato alcuna modifica riguardo alla piena adesione di Romania e Bulgaria a Schengen. L’Austria resta inflessibile nel dare il suo consenso, come lo ha fatto quasi un anno fa, anche se la Commissione e il Parlamento Europeo hanno ribadito che i due paesi soddisfano tutte le condizioni per l’adesione anche con le frontiere terrestri. C’è ancora molto da fare, sostiene il ministro dell’Interno austriaco, Gerhard Karner.

    “Siamo sulla buona strada, ma non alla fine delle discussioni. Le misure stanno chiaramente avendo buoni effetti. Al confine tra l’Austria e l’Ungheria la migrazione è diminuita. Frontex e i funzionari sono impegnati nella protezione dei confini dell’Unione. Dovremmo, però, portare avanti intensamente le discussioni per quanto riguarda la frontiera tra Bulgaria e Turchia, affinché la situazione migliori non solo per l’Austria, ma per l’intero Spazio Schengen. È chiaro che sia i controlli alle frontiere dell’Unione che quelli all’interno dell’Area Schengen stanno mostrando i loro effetti. C’è ancora molto da fare, serve ancora tanto duro lavoro”, ha detto Karner.

    Una dichiarazione piuttosto ambigua che non suggerisce alcun termine chiaro per l’allargamento terrestre dell’area europea di libera circolazione con i due paesi, che lavorano in tandem in questo iter. Un iter iniziato circa due decenni fa e per il quale Bucarest adempiva all’acquis Schengen sin dal 2011, quando era stata inizialmente prevista l’adesione.

     

    “La Romania è pienamente preparata, abbiamo applicato e soddisfatto tutti i criteri per entrare anche con le frontiere terrestri. Stiamo implementando perfettamente la decisione Schengen aerea adottata dal Consiglio nel dicembre dell’anno scorso”, ha dichiarato il ministro degli Interni romeno, Cătălin Predoiu, prima del Consiglio GAI a Lussemburgo.

    “Abbiamo ridotto significativamente l’immigrazione clandestina grazie agli sforzi della Polizia di Frontiera e alla cooperazione di polizia. Continueremo ad applicare tutte le procedure Schengen e siamo pronti a implementare tutti gli strumenti Schengen (…) Continueremo a cooperare con gli stati membri e con la Commissione per garantire rigorosamente la sicurezza delle frontiere del nostro paese e, implicitamente, dell’UE”, ha dichiarato Predoiu.

    “Non esiste alcun requisito che non abbiamo soddisfatto”, ha affermato, a sua volta, il ministro degli Interni ad interim bulgaro, Atanas Ilkov. “La Romania e la Bulgaria hanno soddisfatto tutte le condizioni e hanno fatto anche più del necessario. Sono molto ottimista e spero che questa decisione venga presa al più presto possibile, mentre io sono in carica”, ha dichiarato, da parte sua, Ylva Johansson, commissaria europea agli Affari interni, stando alla quale l’adesione di Romania e Bulgaria sarà discussa nuovamente al Consiglio di dicembre. Fino allora i negoziati si terranno nell’ambito del Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli stati membri presso l’Unione Europea.

  • Sostegno europeo alla Repubblica di Moldova

    Sostegno europeo alla Repubblica di Moldova

    Riuniti in sessione plenaria a Strasburgo, gli eurodeputati hanno adottato mercoledì una risoluzione che lancia un forte monito contro i costanti tentativi della Russia di far deragliare la traiettoria europea della Repubblica di Moldova. Il documento condanna con veemenza le attività malevole, le ingerenze e le operazioni ibride di Mosca, che sono diventate più aggressive con l’avvicinarsi del 20 ottobre, quando si terranno le elezioni presidenziali e il referendum costituzionale sulla specificazione dell’adesione della Moldova all’UE come “obiettivo strategico” nella Costituzione.

    Sottolineando il ruolo svolto nei piani di frode elettorale e nelle azioni informatiche da parte di attori e oligarchi filorussi, ma anche del gruppo media Russia Today, finanziato dallo stato russo, gli eurodeputati chiedono ai paesi membri dell’UE di assicurarsi che la Repubblica di Moldova beneficia di tutta l’assistenza necessaria per rafforzare le istituzioni, in modo che possa far fronte alle minacce ibride.

    Stando agli eurodeputati, il Servizio di Sicurezza e Informazioni della Repubblica di Moldova ha recentemente dichiarato che la Russia ha investito circa 100 milioni di euro per minare il processo elettorale, con l’obiettivo di convincere i moldavi a votare contro l’adesione all’Unione. Il 3 ottobre 2024, le autorità moldave hanno scoperto un piano di frode elettorale su larga scala, finanziato dall’oligarca latitante Ilan Şor, che ha trasferito 15 milioni di dollari a 130.000 moldavi, come parte di un’operazione di corruzione elettorale, indica il comunicato del Parlamento Europeo.

    Condannando queste azioni, l’Eurocamera chiede a Mosca di rispettare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica di Moldova, di porre fine alle sfide e ai tentativi di destabilizzare il paese e minare l’ordine costituzionale e le istituzioni democratiche, nonchè di ritirare le proprie forze militari dal territorio di questo paese – truppe schierate, con il pretesto della pace, dal 1992, dopo la guerra di secessione della regione separatista della Transnistria.

    Allo stesso tempo, gli eurodeputati chiedono alla Commissione Europea di includere la Repubblica di Moldova nello strumento di assistenza preadesione e di stabilire la priorità ai finanziamenti per i paesi candidati nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2028-2034. Al fine di aumentare la resilienza della Repubblica di Moldova contro le minacce ibride, l’Eurocamera invita l’Unione Europea a proseguire la cooperazione in settori quali la comunicazione strategica, il sostegno ai giornalisti e alla società civile, nonché la promozione di contenuti mediatici indipendenti in lingua russa.

  • Inasprimento delle pene per la tratta di esseri umani

    Inasprimento delle pene per la tratta di esseri umani

    Il Parlamento romeno ha inasprito le pene per i trafficanti di esseri umani, in un contesto di aumento dell’incidenza di questo fenomeno. Il disegno di legge, adottato dalla Camera dei Deputati, prevede che determinare o agevolare la prostituzione oppure ottenere benefici patrimoniali dall’esercizio della prostituzione da parte di uno o più minorenni sarà punito con la reclusione da 7 a 15 anni. Il reato sarà punito con la reclusione da 10 a 20 anni se è stato compiuto da chi ha già commesso un delitto contro la libertà e l’integrità sessuale, un reato di pornografia infantile, tratta di esseri umani, tratta di minori o sfruttamento della prostituzione.

    Il Parlamento ha introdotto nel Codice Penale, nella categoria del reato di sfruttamento, anche la costrizione delle persone a commettere atti previsti dalla legge penale. Pertanto, la tratta di esseri umani commessa da un funzionario pubblico nell’esercizio delle sue funzioni o da una persona che ha commesso in precedenza un reato tra quelli sopra elencati, sarà punita con la reclusione da 7 a 15 anni. I promotori della legge hanno dimostrato che attualmente esiste una pratica non uniforme riguardo ai reati di tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione nella sua forma aggravata, perpetrata con la coercizione, e che il nuovo atto normativo elimina questa carenza e introduce un trattamento giuridico uniforme a persone che commettono atti antisociali di simile gravità.

    I deputati romeni hanno rivolto la loro attenzione anche alle vittime di questi crimini, adottando anche un disegno di legge in base al quale lo Stato concederà assistenza legale gratuita e risarcimento finanziario alle vittime di violenza domestica, stupro, privazione illegale di libertà, schiavitù, tratta di esseri umani, traffico di bambini e sottomissione a lavori forzati. Secondo la legge, l’assistenza legale gratuita è concessa, tra gli altri, alle persone che siano state bersaglio di tentato omicidio o omicidio qualificato, vittime di reati di lesioni personali, reati di maltrattamento di minori, violenza familiare, privazione illegale di libertà, schiavitù, tratta di esseri umani, tratta di minori, sottomissione al lavoro forzato o obbligato, stupro, stupro di minori, violenza sessuale, violenza sessuale di minori, corruzione sessuale di minori, raccolta di minori a fini sessuali e molestie sessuali, tortura e pornografia infantile.

    L’assistenza legale gratuita è concessa anche ai familiari delle persone decedute a seguito dei reati di omicidio, omicidio qualificato, nonché dei reati dolosi che hanno provocato la morte della persona. L’importo dell’aiuto è pari a 5 stipendi minimi lordi, stabiliti per l’anno in cui la vittima ha presentato la richiesta di assistenza. Nel 2022, la Romania occupava un preoccupante primo posto nell’Unione Europea per quanto riguarda la tratta di esseri umani. Secondo la Commissione Europea, su 7.000 donne sfruttate ogni anno nell’UE, circa 3.000 erano romene. Inoltre, l’Agenzia nazionale contro la tratta di esseri umani rileva che, dal 2005 alla fine del 2023, in Romania sono state registrate 19.000 vittime del traffico di persone.

  • Schengen terrestre torna in discussione

    Schengen terrestre torna in discussione

    La commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, sostiene l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen con le frontiere terrestri entro la fine dell’anno e ha annunciato che sarà questo il messaggio che trasmetterà al Consiglio Giustizia Affari Interni che si svolgerà giovedì a Lussemburgo.

    “Sono orgogliosa che in questo mandato la Croazia, la Bulgaria e la Romania sono state accolte in Schengen. Ho lottato moltissimo per questo. L’impatto sulle persone è enorme. Niente passaporto, niente code, è di questo che si tratta in Europa. Schengen fa parte della nostra identità, parte di ciò che siamo. La Bulgaria e la Romania hanno fatto di più, hanno adottato tutte le misure necessarie e il mio messaggio ai ministri giovedì al Consiglio Giustizia e Affari Interni, sarà di compiere l’ultimo passo. Eliminate i controlli alle frontiere entro la fine di quest’anno! La Romania e la Bulgaria se lo meritano ed è il momento giusto”, ha dichiarato Ylva Johansson nel corso di un dibattito al Parlamento Europeo sulla reintroduzione dei controlli alle frontiere da parte di alcuni stati Schengen e sugli effetti di questa decisione sull’area di libera circolazione.

    Ylva Johansson ha dichiarato di essere orgogliosa di vivere nello spazio Schengen. “È la zona di circolazione più grande del mondo. 450 milioni di persone di 29 paesi possono circolare liberamente in Europa. Quasi il 30% della popolazione europea vive in una zona di frontiera. 50 milioni di persone vivono direttamente in prossimità di una frontiera interna. Grazie per aver messo all’ordine del giorno un dibattito così importante”, ha detto la commissaria agli eurodeputati.

    Per quanto riguarda l’ingresso della Romania nello spazio di libera circolazione con le frontiere terrestri, la presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione Europea ha annunciato recentemente in un comunicato che presenterà, alla riunione del Consiglio Giustizia Affari Interni, la situazione della piena applicazione dell’acquis Schengen in Romania e Bulgaria. Alla fine dello scorso anno, il Consiglio ha deciso l’eliminazione dei controlli alle frontiere aeree e marittime con Romania e Bulgaria, ma per stabilire la data della loro abolizione anche ai confini terrestri interni con i due stati, è necessaria un’altra decisione del Consiglio.

    A Bucarest, il primo ministro Marcel Ciolacu ha dichiarato che esiste una comunicazione diretta con le autorità dell’Austria, che è stata contraria all’ingresso della Romania, aggiungendo che nel successivo periodo ci saranno buone notizie per il paese nel dossier Schengen. Nel frattempo, più autorità europee hanno rinnovato il loro messaggio di sostegno. “L’Europa ha bisogno della Romania. E la Romania gode del nostro sostegno, ad esempio per quanto riguarda la questione del dossier Schengen e il suo legittimo interesse per l’abolizione dei controlli anche alle frontiere terrestri il più rapidamente possibile”, ha dichiarato recentemente l’ambasciatore tedesco a Bucarest, Peer Gebauer.

  • Chi sono i candidati in lizza per la presidenza

    Chi sono i candidati in lizza per la presidenza

    Manca poco alle elezioni presidenziali, le più attese tra tutte e quattro le elezioni organizzate quest’anno in Romania, e che si svolgeranno in due turni: il 24 novembre e l’8 dicembre. Riunitosi domenica sera per esaminare le ultime candidature inoltrate, l’Ufficio Elettorale Centrale ha respinto 10 candidature e ha ammesso la registrazione di altre 9. In totale sono quindi 16 i candidati ammessi alla corsa per la carica più alta nello Stato. L’elenco dei candidati resterà definitivo il 10 ottobre, dopo che saranno presentati gli altri documenti obbligatori: le autocertificazioni relative alla collaborazione o meno con la polizia politica del regime comunista, la Securitate, nonché le dichiarazioni patrimoniali e d’intenti.

    La campagna elettorale per le elezioni presidenziali inizia ufficialmente il 25 ottobre e si preannuncia dura, commisurata alla posta in gioco delle elezioni. Tuttavia, la campagna è già iniziata ufficiosamente da settimane, con ciascuno dei più noti aspiranti alla carica presidenziale che cerca di massimizzare la propria posizione di partenza nella corsa. I candidati, nell’ordine di presentazione delle candidature all’Ufficio Elettorale Centrale, sono: George Simion, dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), Elena Lasconi dell’Unione Salvate Romania (USR) e Nicolae Ciucă, il leader del Partito Nazionale Liberale. A questi si aggiungono Kelemen Hunor, dell’Unione Democratica Magiari di Romania, Mircea Geoană, candidato indipendente, e Marcel Ciolacu, leader del Partito Socialdemocratico.

    Sabato sera è scoppiato un enorme scandalo, dopo che i giudici della Corte Costituzionale hanno ammesso, a maggioranza di voti, le obiezioni alla registrazione della candidatura di Diana Şoşoacă alle elezioni presidenziali. La controversa eurodeputata ha inoltrato un nuovo dossier di candidatura, ma anche questo è stato respinto domenica, questa volta dall’Ufficio Elettorale Centrale. La decisione della Corte Costituzionale, definitiva e senza precedenti, di rimuovere la presidente del partito S.O.S. Romania dalla corsa elettorale ha aggravato i dissensi tra il PSD e il PNL, attuali partner di governo.

    Diana Şoşoacă ha accusato che la sua eliminazione dalla corsa favorirebbe il leader dell’AUR, George Simion, che avrebbe così maggiori possibilità di accedere al secondo turno, e il socialdemocratico Marcel Ciolacu – che nei sondaggi si piazzerebbe al primo posto nelle preferenze dell’elettorato – avrebbe un avversario più facile da sconfiggere nella finale presidenziale. L’opinione è stata condivisa dal PNL e dall’USR, i cui leader – Nicolae Ciucă ed Elena Lasconi – ritengono che il PSD avrebbe influenzato il rifiuto della candidatura di Diana Șoșoacă. Il PSD ha smentito le accuse, e Marcel Ciolacu ha sottolineato che la Corte Costituzionale deve pubblicare rapidamente la motivazione, altrimenti si può parlare di una vulnerabilità del sistema democratico in Romania. La decisione della Corte può avere una copertura costituzionale, ma certamente ha effetti antidemocratici, dannosi per la democrazia – ha reagito anche l’indipendente Mircea Geoană.

  • Eurobarometro dopo le elezioni europee

    Eurobarometro dopo le elezioni europee

    Ciò che ha spinto i romeni a votare alle elezioni europee quest’estate è stata la situazione economica, secondo un sondaggio Eurobarometro pubblicato giovedì dal Parlamento europeo. Per questo motivo il 45% dei romeni si è recato alle urne nel mese di giugno per eleggere i propri deputati nel Parlamento europeo, mentre il 44% è stato determinato dall’aumento dei prezzi e del costo della vita. Lo studio colloca i romeni al di sopra della media dei 27 stati membri in termini di ottimismo riguardo al futuro del blocco UE. Altri temi importanti che hanno motivato i romeni a votare sono la protezione sociale, il benessere e l’accesso all’assistenza sanitaria (32%, rispetto solo al 24% della media UE), la situazione internazionale (30%), la democrazia e lo stato di diritto (27%), rispettivamente la difesa e sicurezza (27%, quasi simile alla media UE del 28%).

    L’indagine mostra anche che il sostegno all’Unione Europea rimane elevato, nonostante i problemi economici. Pertanto, il 65% dei cittadini europei è ottimista riguardo al futuro del blocco UE. La percentuale di cittadini romeni ottimisti su questo tema è superiore alla media europea, pari al 68%, ed è in aumento di 7 punti percentuali rispetto al sondaggio realizzato in primavera. Il sondaggio mostra anche che l’adesione all’Unione è vista in una luce favorevole e che sette europei su dieci ritengono che il loro Paese abbia tratto beneficio dall’essere membro dello spazio comunitario, una cifra rimasta stabile negli ultimi anni. Ci sono quattro ragioni per cui l’adesione è considerata vantaggiosa: una maggiore cooperazione tra gli stati membri, la tutela della pace e il rafforzamento della sicurezza, il contributo dell’Unione alla crescita economica e la creazione di opportunità nel mercato del lavoro.

    L’analisi di questo sondaggio post-elettorale rileva, inoltre, che votare alle elezioni europee sta diventando un’abitudine per molti cittadini. Alla domanda sul perché hanno votato, il 46% degli elettori europei ha risposto che lo fanno sempre. La percentuale di romeni che hanno dato questa risposta è stata del 35%. “A giugno cittadini di tutta Europa hanno fatto sentire la loro voce, nel contesto in cui abbiamo avuto il più alto tasso di partecipazione alle elezioni per il Parlamento europeo degli ultimi 30 anni. I cittadini ci hanno dato il mandato di agire, di offrire risposte e soluzioni vantaggiose nella loro vita quotidiana”, ha affermato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, citata in un comunicato stampa dell’istituzione, commentando i risultati dell’indagine Eurobarometro. Lei ha aggiunto che il Parlamento manterrà le sue promesse. “Nelle prossime settimane la nuova Commissione Europea sarà esaminata attentamente per verificare se affronterà le questioni che rappresentano una priorità per i cittadini: il costo della vita, lo stato della nostra economia, la democrazia, lo stato di diritto, la migrazione e la sicurezza, ” ha sottolineato Roberta Metsola.

  • Piano per ridurre deficit di bilancio

    Piano per ridurre deficit di bilancio

    Agenzie di rating, economisti e analisti inviano un segnale di allarme sull’eccessivo deficit di bilancio, che quest’anno potrebbe raggiungere l’8% del PIL della Romania. Entro il 15 ottobre, gli stati membri dell’Unione Europea devono presentare alla Commissione un piano di riduzione del deficit. La Romania è tra i paesi che non lo hanno fatto, ma il governo social-liberale di Bucarest promette di rispettare la scadenza e presentare un piano settennale per riportare il deficit entro i limiti accettati dall’Unione.

    Il ministro degli Investimenti e dei Progetti Europei, Adrian Câciu, ha precisato che “questo piano settennale prevede una serie di riforme che, d’altronde, non dovrebbero sorprendere nessuno. Sono incluse nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta semplicemente di un calendario attivo per l’attuazione di tali riforme. Da quello che so e da quello che accadrà, spero che accada, perché penso che siamo una coalizione di persone responsabili, entro il 15 ottobre questo piano sarà messo sul tavolo della coalizione, approvato e inviato alla Commissione. È un piano, in fin dei conti, generico. È la prima valutazione che inviamo, dopodiché ci saranno ovviamente i negoziati tecnici con la Commissione, che potrebbero durare fino ad aprile 2025, quando sarà, di fatto, l’ultimo aggiustamento da parte della Commissione riguardo a tutti gli stati membri. La Romania non è l’unico paese sottoposto a una procedura per disavanzo eccessivo”, ha spiegato Adrian Câciu.

    Le misure più importanti di consolidamento fiscale e di bilancio sono quelle di ridurre le spese e, allo stesso tempo, aumentare ulteriormente la riscossione delle entrate statali in seguito alla digitalizzazione, afferma il ministro Câciu. Secondo lui, bisogna continuare a ridurre le spese non necessarie nei grandi servizi pubblici, dove le istituzioni hanno bisogno di riforme e di aumento di qualità. D’altra parte, la digitalizzazione dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione Fiscale – ANAF – dovrà portare al bilancio non solo lo 0,5% del Pil di entrate recuperate, ma persino 2-3 punti percentuali l’anno prossimo, ritiene Adrian Câciu.

    La Romania, ha sottolineato il ministro degli Investimenti e dei Progetti europei, ha bisogno di un piano settennale di riduzione del deficit, concordato con la Commissione Europea, dato che ha spese di investimento molto elevate e, a suo avviso, nessuno in questo paese – ha detto – vuole rinviarle o annullarle. Recentemente, il Governo di Bucarest ha effettuato la prima manovra correttiva al bilancio di quest’anno e si tratta di un aggiustamento positivo. Si basa su un deficit di bilancio del 6,9% del PIL e su una crescita economica rivista al ribasso, dal 3,4% precedentemente stimato al 2,8%. Il ministro delle Finanze, Marcel Boloş, ha dichiarato in quell’occasione che sono state stanziate risorse finanziarie aggiuntive per i grandi progetti di investimento, leitmotiv del discorso dei governanti. Sempre Boloş, sostenuto dal premier Marcel Ciolacu, ha assicurato che il deficit è sostenibile.

  • Mugur Isărescu, un nuovo mandato di governatore della Banca Centrale

    Mugur Isărescu, un nuovo mandato di governatore della Banca Centrale

    Alla direzione della Banca Centrale della Romania occorre continuità, ma anche una transizione ad una generazione più giovane di specialisti – ha dichiarato ieri al Parlamento l’ex e attuale governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu. ʺExʺ, perché guida questa importante istituzione del Paese, quasi senza interruzione, dal 1990, cioè per 34 dei suoi 75 anni di vita. Ha interrotto la sua attività alla guida della Banca Centrale solo per un anno – tra il 22 dicembre 1999 e il 28 dicembre 2000 – per ricoprire la carica di Primo Ministro della Romania. “Attuale” governatore, perché, dopo ascolti andati a gonfie vele nelle commissioni specializzate, il Legislativo di Bucarest gli ha affidato, ancora una volta, la missione di guidare la Banca Centrale, cosa che rafforza il suo primato come il più longevo governatore di una banca centrale al mondo.

    Mugur Isărescu ha promesso che l’istituzione che guiderà per un altro mandato ridurrà l’inflazione, senza creare una recessione nel paese, garantendo, allo stesso tempo, la stabilità dei prezzi, senza scoraggiare la crescita economica a lungo termine: ʺSe sa che in condizioni di relativa stabilità dei prezzi, un obiettivo di crescita ragionevole nel nostro caso del 2,5% con un margine di più o meno l’1%, l’economia si sviluppa meglio. Ci sono maggiori possibilità di avere stabilità macroeconomica e una crescita economica durevole, sostenibile a lungo termine. Mireremo, come in passato, a garantire la stabilità dei prezzi, senza mettere a repentaglio la stabilità finanziaria”.

    Hanno ricevuto pareri favorevoli per il Consiglio d’amministrazione della Banca Centrale anche Leonardo Badea, primo vice governatore, Florin Georgescu e Cosmin Marinescu, vice governatori, nonché rappresentanti del PSD, del PNL e dell’UDMR. L’USR ha espresso la sua insoddisfazione per il fatto che non vi siano candidati sostenuti dall’opposizione nella direzione esecutiva della banca. Il deputato Claudiu Năsui: ʺAbbiamo bisogno di una Banca Centrale che abbia come obiettivo fondamentale un’effettiva stabilità dei prezzi, e non cerchi di raggiungere altri obiettivi, come aiutare il governo in alcuni momenti chiave, attraverso tassi di interesse più bassi e un alleggerimento dell’indebitamentoʺ.

    Gli ha risposto il collega liberale Florin Roman: “Se aveste avuto proposte giuste e buone, non credo che non avrebbero ricevuto il voto oggi. Quindi mettiamo da parte le ipocrisie, mettiamoci al lavoro, non solo durante la campagna elettorale».

    Invece il leader dell’AUR, George Simion, si è lamentato della mancanza di professionalità di alcune delle persone votate: ʺSe volete, possiamo confrontare i curriculum dei candidati proposti alla Banca Centrale della Romania e vedere se si tratta di sinecure, se si tratta di posti di lavoro tranquilli e ben pagati o se i candidati sono qualificati in quel settore.ʺ

    Il mandato dell’attuale squadra alla guida della Banca Centrale è di 5 anni.

  • NATO, una nuova leadership

    NATO, una nuova leadership

    Dal 1 ottobre, l’ex primo ministro olandese Mark Rutte è il nuovo segretario generale della NATO. Rutte subentra al norvegese Jens Stoltenberg nella più alta carica politica della più forte alleanza politico-militare della storia. L’AFP riferisce che Stoltenberg si è rifiutato di dare qualsiasi consiglio a Rutte, ma ha sottolineato che il compito principale di un capo della NATO è quello di tenere uniti gli alleati. In una situazione geopolitica così difficile, è molto importante mantenere la continuità e la stessa direzione nella politica estera e di sicurezza, ha dichiarato un diplomatico della NATO, citato dall’agenzia stampa francese. Con 10 anni di attività alla guida della NATO, Jens Stoltenberg ha avuto, forse, il mandato più complicato, iniziato nel 2014, l’anno in cui la Russia ha annesso la Crimea, e terminato nel bel mezzo della guerra contro l’Ucraina. Stoltenberg ha indirizzato l’Alleanza verso un maggiore sostegno all’ex stato sovietico, vittima dell’aggressione illegale di Mosca.

    Stoltenberg ha proposto e ottenuto l’impegno degli stati membri a concedere almeno 40 miliardi di euro all’anno all’Ucraina e il pieno coinvolgimento della NATO nella fornitura degli aiuti militari occidentali. Gli stati membri non dovrebbero essere dissuasi dal fornire maggiori aiuti militari all’Ucraina a causa della “retorica nucleare irresponsabile” di Vladimir Putin, ha detto Jens Stoltenberg in un’intervista a Reuters alla fine del suo mandato. “Ogni volta che abbiamo rafforzato il nostro sostegno con nuovi tipi di armi – carri armati d’attacco, missili a lunga gittata o aerei F-16, i russi hanno cercato di fermarci, ma hanno fallito”, ha detto il norvegese. Il segretario generale uscente della Nato ha aggiunto che il rischio maggiore per l’Alleanza sarebbe che Putin vincesse in Ucraina.

    “Non penso che possiamo convincere il presidente Putin a cambiare idea sull’Ucraina, ma penso che possiamo cambiare i suoi calcoli dimostrando che il prezzo per continuare la guerra è così alto che è meglio per lui sedersi e accettare l’Ucraina come nazione sovrana e indipendente”, ritiene Stoltenberg. Durante il suo mandato, costretta a reagire ai grandi cambiamenti geopolitici, l’Alleanza ha rafforzato il suo fianco orientale. In Romania, ad esempio, il numero dei militari alleati è aumentato e la NATO ha creato, per la prima volta, un gruppo tattico.

    Sempre durante il mandato di Stoltenberg, la NATO ha accettato nuovi membri, raggiungendo 32 nazioni alleate. Gli ultimi stati ad aderire sono stati la Finlandia e la Svezia, che gli impulsi militaristici, neo-imperialisti di Mosca hanno determinato a rinunciare alla loro decennale neutralità. La Russia voleva meno NATO e ora ne ha di più, notava Stoltenberg. Per quanto riguarda il nuovo segretario generale, Mark Rutte, gli analisti si aspettano che si concentri soprattutto sul coordinamento tra la Nato e l’Unione Europea, in un momento in cui quest’ultima è sempre più coinvolta nelle questioni di sicurezza. Non in ultimo, gli alleati contano sulla sua capacità di negoziare nello scenario del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

  • La ministra degli Esteri romena all’ONU

    La ministra degli Esteri romena all’ONU

    Continuano gli attacchi della Russia contro le infrastrutture civili in Ucraina, ed è importante rafforzare la difesa di questo Paese, aspetto al quale contribuisce anche la confinante Romania, tramite la donazione del sistema antimissile Patriot – ha affermato la ministra degli Affari Esteri, Luminiţa Odobescu, per i mass-media di Bucarest. Il capo della diplomazia romena ha partecipato la settimana scorsa all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, dove ha espresso il suo sostegno alla proposta di pace del presidente ucraino Volodymyr Zelenski. Secondo lei, qualsiasi pace in Ucraina deve essere “una pace giusta”, basata sul diritto internazionale e sulla Carta delle Nazioni Unite e deve rispettare la sovranità, l’integrità territoriale e l’indipendenza dell’Ucraina invasa dalle truppe di Mosca.

    La ministra romena ha precisato che ha discusso degli attacchi con droni alla frontiera ucraina con la Romania anche con i partner e gli alleati occidentali di Bucarest. Lei ha inoltre menzionato il fatto che una nave commerciale che trasportava grano ucraino è stata recentemente attaccata dalla Russia con un missile nel Mar Nero. Tali attacchi “danneggiano la sicurezza e la libertà di navigazione e violano palesemente le regole internazionali” – ha sottolineato la ministra romena. D’altra parte, la situazione della sicurezza nel Medio Oriente è instabile ed è molto importante evitare una guerra che colpirebbe l’intera regione – ha dichiarato Luminiţa Odobescu.

    Negli incontri bilaterali a New York con i leader politici del mondo arabo – Palestina, Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti -, lei ha ricordato che la Romania sostiene costantemente la soluzione dei due Stati, israeliano e palestinese. Ma fino ad allora, è molto importante un cessate il fuoco permanente a Gaza, con il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani rapiti dai terroristi del movimento islamico palestinese Hamas, nonché la continuazione degli aiuti umanitari alla popolazione della Striscia. La ministra ha sottolineato che le autorità di Bucarest offrono aiuti umanitari a Gaza ed ha espresso l’intenzione di accogliere e curare negli ospedali romeni bambini provenienti da quella zona devastata da un anno dalla guerra che ha provocato la morte di 40 mila persone, altre quasi 100 mila essendo ferite.

    Per quanto riguarda la possibile espansione del conflitto in Libano, Luminiţa Odobescu ha detto che la missione della Romania in questo Paese ha come obiettivo i cittadini romeni che vivono lì con le loro famiglie. Secondo il Ministero degli Affari Esteri, finora quasi mille cittadini romeni e i loro familiari hanno registrato la loro presenza in Libano, presso l’Ambasciata di Romania a Beirut. Non sono pervenute richieste di evacuazione. La ministra Odobescu ha ribadito l’appello delle autorità di Bucarest ai cittadini romeni affinché evitino qualsiasi viaggio in Libano, a causa degli sviluppi legati alla sicurezza nella regione.

  • Maltempo, dopo Boris arriva Ashley

    Maltempo, dopo Boris arriva Ashley

    L’Europa centrale non ha mai visto finora misurate precipitazioni di quantità simili a quelle registrate tra il 12 e il 16 settembre, quando la tempesta Boris ha colpito Polonia, Romania, Slovacchia, Austria, Repubblica Ceca, Italia e Germania, causando la morte di 24 persone e ingenti danni materiali. Migliaia di persone sono state costrette a lasciare le proprie case, tanti ponti sono crollati e le infrastrutture danneggiate. Gli effetti non sono ancora del tutto scomparsi, e in questi giorni il ciclone Ashley proveniente dal Mar Mediterraneo si sta già manifestando sull’Europa occidentale, dirigendosi verso la Romania, dove da domenica il tempo cambierà radicalmente.

    Alla sede del Governo si sono già svolte parecchie riunioni operative affinché le autorità locali siano preparate ad affrontare possibili fenomeni meteorologici estremi. Le temperature massime scenderanno bruscamente da 34 a 15 gradi, 22 al massimo domenica e lunedì, quando sono previste piogge abbondanti che potranno sfiorare i 90 litri/ mq in zone della metà meridionale del territorio, così come nei Carpazi Meridionali e nella Curvatura. Uno scambio di masse d’aria molto fredde, su uno sfondo preesistente di masse d’aria molto calde, significa fenomeni meteorologici estremi, che richiedono particolare attenzione nel successivo periodo, ha spiegato la direttrice dell’Amministrazione Nazionale di Meteorologia, Elena Mateescu.

    Cioè, ha aggiunto, “si tratta di manifestazioni di particolare instabilità atmosferica, inizialmente a ovest, nord-ovest, sicuramente un codice giallo, considerate le quantità di precipitazioni previste in questo momento, fino a 30-40 l/mq, dopodiché, a partire da domenica fino a lunedì – qui contiamo su un picco per questo episodio di tempo instabile particolarmente accentuato – avere zone a codice giallo sul territorio nazionale, possibilmente su tutto il territorio, e persino a codice arancione”.

    Non è escluso un codice rosso, qualora vi sia un’altissima probabilità di avere, nel giro di 24 ore, quantità che superino i 100 l/mq, per brevi periodi di tempo o per accumulo, ha inoltre precisato Elena Mateescu. Ulteriori forze saranno mobilitate nelle province considerate dalle autorità ad alto rischio. Sempre lì, i comuni devono garantire la permanenza, evacuare per tempo le persone vulnerabili ed essere in contatto permanente con i centri di coordinamento degli Ispettorati per le Situazioni di Emergenza.

  • Discorso del presidente romeno all’ONU

    Discorso del presidente romeno all’ONU

    Nel suo intervento, il presidente Klaus Iohannis si è pronunciato per il mantenimento del dialogo, come elemento essenziale della sicurezza regionale e globale. Ha inoltre sottolineato gli sforzi e il contributo della Romania alla soluzione degli attuali problemi globali, dalle crisi di sicurezza, come la guerra in Ucraina o il conflitto in Medio Oriente, alle grandi sfide per l’umanità, tra cui l’emergenza climatica, l’erosione dei diritti umani o le minacce informatiche. Di fronte ai leader riuniti a New York, Klaus Iohannis ha dichiarato che la Romania sosterrà sempre l’ordine mondiale internazionale, con al centro l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

    La sfida principale dell’organizzazione mondiale, dice Iohannis, è quella di trovare le soluzioni talmente necessarie per ripristinare e proteggere la pace. Altrimenti l’ordine mondiale e il diritto internazionale sono sprecati. La Romania sostiene pienamente l’iniziativa di pace del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. È l’unico approccio in grado di garantire una pace giusta e duratura, in pieno accordo con la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale, ha dichiarato il capo dello stato. Iohannis ha sottolineato che la sicurezza non è regionale, ma globale, e che la guerra condotta dalla Russia in Ucraina ha colpito nazioni e gente in tutto il mondo.

    “Questa guerra ha innescato la più grande crisi di sicurezza nella storia recente dell’Europa, violando il diritto internazionale e avendo implicazioni ben oltre l’Europa. In questo contesto, la Romania ha fornito un sostegno forte e multidimensionale all’Ucraina e al suo popolo, e ci siamo impegnati a mantenerlo finché sarà necessario”, ha aggiunto Klaus Iohannis. Il capo dello stato ha sottolineato il ruolo cruciale svolto dalla Romania nel facilitare le esportazioni di cereali dall’Ucraina attraverso i suoi porti sul Danubio e sul Mar Nero.

    “Se vogliamo trovare soluzioni, dobbiamo avere una visione più responsabile del mondo, comprenderne le sfide. Purtroppo, osserviamo in tutto il mondo che l’insicurezza, la violenza, i conflitti e persino la guerra stanno dominando il nostro mondo”, ha aggiunto Iohannis. Allo stesso tempo, si è pronunciato per una maggiore cooperazione e solidarietà, che rappresenteranno sempre la risposta ai problemi globali.

    D’altro canto, Klaus Iohannis ha parlato all’ONU anche del conflitto nella Striscia di Gaza, esortando per la fine delle ostilità ed esprimendo il sostegno alla soluzione dei due stati. “Sosteniamo tutti gli sforzi per la ripresa del processo politico basato sulla soluzione dei due stati, che coesistano in pace e sicurezza, all’interno di confini sicuri e riconosciuti”, ha sottolineato il presidente romeno. “Proteggere tutti i civili deve rimanere il nostro obiettivo comune”, ha detto ancora Klaus Iohannis davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

  • Eurobarometro sull’energia

    Eurobarometro sull’energia

    L’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina ha costretto l’Unione Europea nel suo complesso e la maggior parte degli stati membri a rinunciare gradualmente al gas russo per non alimentare la macchina da guerra di Mosca. Tutto ciò, unito all’aspirazione di rinunciare, entro un periodo di tempo ragionevole, ai combustibili fossili inquinanti, ha portato la questione energetica ai primi posti nell’agenda dell’Unione.

    Più di tre quarti degli europei affermano che l’Unione dovrebbe avere un ruolo di coordinamento più forte nel campo dell’energia e, secondo un Eurobarometro su questo tema pubblicato ieri, i cittadini europei sostengono la politica energetica comunitaria. Otto europei su dieci concordano sul fatto che gli obiettivi climatici dell’UE stimoleranno la creazione di nuovi posti di lavoro e attireranno investimenti nel settore dell’energia pulita, e tre quarti credono che le politiche europee ridurranno la dipendenza dalle importazioni di energia.

    L’Europa, sostiene la maggioranza degli intervistati, dovrebbe diversificare le fonti energetiche, anche attraverso investimenti nel rinnovabile, mentre oltre il 50% afferma che dovremmo risparmiare energia tutte le volte che è possibile. Il 40% degli intervistati ritiene che la politica energetica dell’UE dovrebbe garantire prezzi dell’energia più accessibili per i consumatori, mentre il 33% dichiara che l’UE dovrebbe investire in tecnologie energetiche innovative.

    Allo stesso tempo, il 30% afferma che le misure dovrebbero concentrarsi sulla riduzione del consumo energetico. Più di tre quarti degli intervistati affermano di aver cambiato radicalmente le proprie abitudini al fine di consumare meno energia.

    Quando è stato chiesto di scegliere da un elenco di opzioni per raggiungere la neutralità climatica, la maggior parte degli intervistati ha affermato che l’UE dovrebbe incoraggiare gli stati membri a concentrarsi su misure a sostegno delle famiglie in condizioni di povertà energetica, per ridurre il consumo di energia o misure che aiutino i cittadini a produrre o consumare energia da fonti rinnovabili.

    In pochi anni, l’UE ha ridisegnato quasi ogni parte della sua legislazione energetica in linea con il Green Deal europeo e in risposta all’aggressione illegale della Russia contro l’Ucraina e all’utilizzo delle sue risorse energetiche come arma. È stata stimolata la ristrutturazione degli edifici ed è stato riformato il funzionamento dei mercati dell’elettricità e del gas.

    Grazie a nuovi strumenti di finanziamento a livello dell’UE, sono stati compiuti progressi impressionanti per sostenere i cittadini e l’economia nel percorso verso la decarbonizzazione, con l’obiettivo della neutralità climatica dell’UE entro il 2050. Negli ultimi anni, i costi energetici record sostenuti da famiglie e imprese, generati dall’aumento della domanda a seguito della pandemia di COVID-19 e della guerra in Ucraina, hanno esercitato pressioni sui bilanci nazionali e hanno contribuito all’aumento dell’inflazione, indica l’Eurobarometro.

  • Manovra correttiva in Romania

    Manovra correttiva in Romania

    La prima manovra correttiva del 2024, adottata ieri dal Governo di Bucarest, porta il deficit di bilancio al 6,9% e rivede al ribasso la crescita economica, al 2,8% rispetto al 3,4% precedentemente stimato. La correzione è positiva, spiega il primo ministro Marcel Ciolacu, perché stanzia risorse aggiuntive per grandi progetti di investimento, e il deficit è sostenibile, tenendo conto che 8,5 lei su 10 spesi vanno ad autostrade, ospedali, scuole, reti di gas, acqua e altri obiettivi di interesse locale. Il bilancio per il 2024 è stato costruito fin dall’inizio attorno a investimenti essenziali nelle infrastrutture, a grandi progetti strategici e al miglioramento dei servizi pubblici per i romeni, afferma anche il ministro delle Finanze, Marcel Boloș.

    Ora il sostegno agli investimenti è uno dei quattro pilastri importanti di questa manovra correttiva, oltre ad appoggiare l’istruzione, la sanità e i programmi sociali per la popolazione. Il ministro ha menzionato che, per portare avanti i progetti di investimento con fondi europei, è stata stanziata la somma di 25,2 miliardi di lei, così distribuita: “2 miliardi di lei al Ministero dello Sviluppo Regionale, 3,2 miliardi di lei al Ministero degli Investimenti e dei Progetti Europei, 5 miliardi di lei al Ministero dei Trasporti, 4 miliardi di lei al Ministero dell’Agricoltura e 11 miliardi di lei al livello del Ministero delle Finanze”, ha spiegato Marcel Boloș, precisando che 10,4 miliardi di lei sono stati stanziati a incrementi salariali nel settore dell’istruzione e della sanità.

    Anche la Cassa Sanitaria Nazionale ha ricevuto altri 11,3 miliardi di lei, per il funzionamento di ospedali e studi medici individuali. Le autorità pubbliche locali hanno inoltre ricevuto denaro extra per coprire le spese di trasporto degli studenti, per pagare gli assistenti che si prendono cura dei disabili e per saldare i debiti con i fornitori di servizi. “Il Governo ha approvato la manovra correttiva per il bilancio dello stato, per quello della previdenza e per quello delle assicurazioni contro la disoccupazione, tenendo conto delle previsioni macroeconomiche elaborate dalla Commissione Nazionale di Prognosi, ha spiegato il ministro delle Finanze.

    Marcel Boloș ha precisato che l’aggiustamento del bilancio in materia di entrate ha tenuto presenti due importanti influenze: la prima, determinata da una migliore riscossione delle entrate al bilancio dello stato, con l’importo di 10,4 miliardi di lei e, la seconda componente, che risulta dall’approvazione dell’ordinanza sull’amnistia fiscale, dove le influenze valgono 7,9 miliardi di lei. Inoltre, la manovra correttiva avviene in conseguenza dell’aumento delle entrate di bilancio a seguito della digitalizzazione dell’Agenzia delle Entrate (ANAF) e dell’implementazione dei moduli antifrode (e-IVA, e-trasporto, indicatori di rischio fiscale).

  • Via libera del Governo a manovra correttiva

    Via libera del Governo a manovra correttiva

    L’Esecutivo di Bucarest ha approvato la prima manovra correttiva del 2024, che porterà ad un aumento del deficit di bilancio. Il primo ministro Marcel Ciolacu ritiene sostenibile l’aggiustamento, perché l’84% del deficit rappresenta spese per investimenti, e il denaro tornerà moltiplicato allo stato.

    La manovra correttiva è una positiva e si basa sull’aumento delle entrate e sulla crescita del deficit al 6,9%. Il primo ministro ha richiamato l’attenzione sul fatto che anche d’ora in poi saranno sostenuti gli investimenti e non i consumi. Marcel Ciolacu ha citato come esempio le autostrade, che restituiranno i soldi otto volte di più rispetto a quanto è stato speso per la loro costruzione.

    “E’ normale che lo Stato prima trasferisca i soldi al ministro dei Trasporti, Sorin Grindeanu, lui li dà alle aziende, che finiscono le nostre autostrade, che aspettiamo da 30 anni, e, con un ritardo di un mese, due, tornano come imposte allo stato. Per di più, nel successivo periodo, almeno ciò che riguarda le infrastrutture si moltiplicherà nell’economia fino a un multiplo di otto. Metti un euro e ti vengono restituiti 6 o 8 euro, in un settore dove abbiamo indirizzato moltissimo gli investimenti in questo momento”, ha spiegato Marcel Ciolacu.

    Il premier ha inoltre precisato che si continuerà a ridurre le spese pubbliche inutili. A suo avviso, il deficit di bilancio deve essere un deficit esclusivamente generato dagli investimenti.

    La manovra correttiva porta fondi aggiuntivi alla Sanità, ai Trasporti e all’Istruzione. Aumentano anche i budget della previdenza per il pagamento delle pensioni ricalcolate e incrementate dal 1° settembre, ma anche per le indennità di disoccupazione e i relativi contributi. Riceveranno fondi aggiuntivi anche i ministeri degli Interni, dei Progetti europei, dell’Agricoltura e dell’Energia.

    D’altro canto, altre strutture, tra cui il Segretariato Generale del Governo, il Ministero dell’Economia, il Senato e la Camera dei Deputati, il Servizio di Telecomunicazioni Speciali e il Ministero dello Sviluppo vedranno i budget diminuiti. La proposta della manovra correttiva si basa sull’aumento delle entrate e delle spese, che sono notevolmente cresciute.

    Secondo gli specialisti, tale fatto porterà ad un deficit del 2% superiore al 5% stimato dalle autorità all’inizio di quest’anno. Ciò nel contesto di una previsione di crescita economica rivista al ribasso, dal 3,4 al 2,8% del PIL. La Commissione Nazionale per Strategia e Previsioni (CNSP) anticipa una crescita del PIL del 3,5% per il 2025 e del 3,7% per il 2026. L’inflazione a fine anno è prevista al 4,5%, al di sopra dell’obiettivo della Banca Centrale del 4%, per scendere al 3,8% l’anno prossimo e al 2,9% nel 2026.

    Il deficit commerciale aumenterà, secondo la CNSP, a 32,7 miliardi di euro quest’anno rispetto a 28,9 miliardi di euro nel 2023, dopo un aumento delle esportazioni (1,8%) e delle importazioni (4,5%). Il tasso di cambio medio è proiettato per quest’anno a 4,98 lei/euro, e il salario medio mensile netto potrebbe aumentare del 14,8% nel 2024, fino a 5.066 lei (circa 1.020 euro).