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  • Lanciato programma di transizione agli aerei F-35

    Lanciato programma di transizione agli aerei F-35

    La decisione di Bucarest di acquistare caccia F-35 rappresenta un passo importante nella modernizzazione continua delle Forze Armate Romene e contribuirà in modo significativo alla sicurezza della Romania, ma anche alla difesa a lungo termine della NATO. Questo è il messaggio dell’ambasciatrice degli Stati Uniti a Bucarest, Kathleen Kavalec, presente all’evento nell’ambito del quale è stato lanciato il programma di transizione delle Forze Aeree Romene ai caccia di quinta generazione.

    I 32 aerei F-35 per i quali è stato firmato il contratto d’acquisto tra il Governo romeno e quello americano rappresentano l’apice di performance dell’aviazione in questo momento, afferma il ministro della Difesa, Angel Tîlvăr.

    ʺGli aerei F-35 hanno la tecnologia stealth, con sistemi avanzati di sensori e comunicazioni, sono caratterizzati da velocità e manovrabilità senza pari, che li rendono essenziali per le operazioni militari moderne. Le capacità tecnologiche uniche di questi velivoli consentono loro di agire come un moltiplicatore sia per le capacità di deterrenza e difesa aerea, comprese quelli con base a terra, che per i sistemi di supporto di forze con fuoco indiretto, che si possono appoggiare in tempo reale con i dati dallo spazio in cui opera”, ha dichiarato Angel Tîlvăr.

    Secondo il ministro, lo stanziamento sin dal 2017 del 2% del PIL alla Difesa, una percentuale che attualmente ha raggiunto il 2,5%, ha permesso all’Esercito Romeno di avviare il più ampio processo di modernizzazione. E il salto, ha precisato l’ambasciatrice americana a Bucarest, Kathleen Kavalec, è significativo: le Forze Aeree Romene sono passate dai velivoli MiG ai caccia F-16, per arrivare dal 2030 a disporre degli F-35 di ultima generazione.

    Il diplomatico americano ha ricordato che le attuali sfide alla sicurezza sono significative e che la Romania, in quanto alleato della NATO sul fianco orientale, è stata direttamente colpita dalla guerra di aggressione della Russia nella confinante Ucraina. Non poche volte, le Forze Aeree Romene e l’Alleanza hanno mobilitato aerei da combattimento, in seguito al rilevamento di violazioni dello spazio aereo nel sud-est della Romania, in prossimità al confine con l’Ucraina.

    Oltre all’impatto militare, l’acquisto degli aerei F-35 ha anche uno economico, puntualizza il primo ministro Marcel Ciolacu.

    ʺIntegrando questi aerei nelle Forze Armate Romene, la Romania ha stimolato lo sviluppo del settore della Difesa e sosterrà la creazione di posti di lavoro in settori chiave dell’industria della difesa e della tecnologia. Inoltre, l’integrazione degli F-35 nel Sistema di Difesa Nazionale offrirà nuove opportunità di formazione e sviluppo professionale per i nostri giovani specialisti in tecnologia”, ha dichiarato Marcel Ciolacu. Si tratta, quindi, di un fattore che contribuisce allo sviluppo di una forza lavoro competente e ben preparata, ha aggiunto il primo ministro.

  • Accordo politico per la nuova Commissione Europea

    Accordo politico per la nuova Commissione Europea

    I leader dei tre principali gruppi politici del Parlamento Europeo hanno dato il via libera ai membri della futura Commissione, approvando tutte e sette le nomine di commissari che erano rimaste in fase di valutazione. Tra il 4 e il 12 novembre, l’Eurocamera ha ascoltato i potenziali commissari europei della nuova squadra guidata da Ursula von der Leyen. Dopo le audizioni, però, per più di una settimana, i dissensi politici tra il Partito Popolare Europeo, Renew e i Socialisti e Democratici avevano bloccato le conferme dei sei vicepresidenti e del commissario ungherese per la Salute e il Benessere degli animali, Olivér Várhelyi.

    In attesa era rimasta anche Roxana Mînzatu, proposta dalla Romania, che ricoprirà l’incarico di vicepresidente esecutiva per le Persone, le Competenze e la Preparazione. Durante l’audizione, ha dovuto fornire spiegazioni non solo sui diritti dei dipendenti e sul programma Erasmus, ma anche sulla legalità dell’ampliamento della sua casa a Brașov, di cui ha scritto anche la stampa romena. In un post sui social network, il premier Marcel Ciolacu ha accolto con soddisfazione la conferma di Roxana Mînzatu come vicepresidente della Commissione Europea, con un “portafoglio rilevante”. E’ una grande professionista e farà onore alla Romania, afferma il primo ministro.

    È per la prima volta dal 1999 che nessun candidato di un paese per l’incarico di commissario europeo viene respinto, il che rappresenta un passo indietro per il potere del Parlamento Europeo, nota Politico. Parallelamente all’accordo sui membri della futura Commissione Europea, i leader delle principali formazioni rappresentate a Bruxelles hanno firmato anche un documento in cui si impegnano, dalla posizione di maggioranza parlamentare, a collaborare in questo mandato per sostenere l’Ucraina, per aumentare la sicurezza, ma anche la competitività dell’UE. Essi menzionano che intendono adottare un nuovo accordo industriale e dare uno slancio all’economia circolare, rispettosa dell’ambiente. Non in ultimo, si contempla una politica migratoria efficace.

    Il voto finale dell’Eurocamera sulla nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen sarà dato la prossima settimana a Strasburgo. Per l’approvazione sono necessari due terzi del numero degli eurodeputati. Secondo il calendario procedurale, se il voto sarà favorevole, i nuovi commissari assumeranno il mandato il 1° dicembre. La formula proposta da Ursula von der Leyen è leggermente modificata. Ci saranno un incarico di vicepresidente per il capo della diplomazia europea, Kaja Kallas, cinque di vicepresidente esecutivo, che coordineranno anche certe politiche, nonché 20 portafogli di commissari.

  • Scommessa sul gas naturale

    Scommessa sul gas naturale

    Martedì, la Borsa Valori di Bucarest ha lanciato la prima emissione di obbligazioni sul mercato locale, del valore di 500 milioni di euro, della compagnia Romgaz, il più grande produttore e principale fornitore di gas naturale della Romania, il cui azionista di maggioranza, con il 70%, è la Stato romeno, attraverso il Ministero dell’Energia.

    Romgaz partecipa, insieme a OMV Petrom, al progetto strategico nazionale Neptun Deep nel Mar Nero, che prevede investimenti complessivi di 4 miliardi di euro, di cui la compagnia romena dovrà garantire il 50%. La produzione totale è stimata in circa 100 miliardi di metri cubi di gas naturale. Recentemente, la Transocean Barents, l’enorme piattaforma di trivellazione commissionata per il progetto Neptun Deep, è arrivata sulla costa, a Costanza. Le trivellazioni inizieranno nel 2025, e il primo gas sarà sfruttato nel 2027.

    Intanto, con i soldi ricavati dall’emissione di obbligazioni, la Romgaz finanzierà Neptun Deep, ma anche gli altri obiettivi del programma di investimenti della società, che aspira inoltre ad entrare sul mercato della fornitura di energia elettrica. In ugual misura, l’azienda mira a realizzare la transizione verso un’entità economica a basse emissioni di carbonio. Le obbligazioni, quotate anche alla Borsa Valori di Lussemburgo dall’inizio di ottobre, rappresentano solo la prima tranche di un programma a medio termine di Romgaz che le consentirà di emettere obbligazioni per un valore complessivo fino a 1,5 miliardi di euro.

    L’interesse degli investitori internazionali per questi strumenti finanziari è già grande, dichiara il direttore generale della società, Răzvan Popescu. Va detto però che, oltre a importanti investitori stranieri, anche fondi pensione e altri enti attivi in ​​Romania hanno investito nell’emissione di obbligazioni di Romgaz in una percentuale pari a circa il 20%.

    L’emissione è stata sottoscritta in eccesso circa 12 volte, con ordini per circa 6 miliardi di euro, un successo sottolineato dal segretario di stato presso la Cancelleria del primo ministro, Mihai Precup. “Non conosco un’emissione di obbligazioni più grande emessa a livello dell’Europa dell’Est da parte di una società statale. Qui, negli ultimi due anni, dopo Hidroelectrica, anche Romgaz ci pone oggi di fronte a una giornata storica: la più grande quotazione di obbligazioni nella storia dell’Europa dell’Est da parte di una società statale”, ha detto Mihai Precup.

    Da parte sua, il presidente dell’Autorità di Vigilanza Finanziaria, Alexandru Petrescu, spiega che l’emissione di Romgaz contribuisce al raggiungimento degli obiettivi strategici dello Stato romeno nel campo dell’energia. ʺNon è solo un altro strumento a reddito fisso. Penso che sia un messaggio: stiamo compiendo, come Paese, un passo importante in termini di resilienza del settore energetico, con un impatto positivo non solo sulla Romania, ma sulla geografia dell’Europa centro-orientale”, ha precisato Alexandru Petrescu. Le obbligazioni hanno una maturità di 5 anni e un tasso di interesse fisso del 4,75% annuo.

  • Romania prima delle elezioni presidenziali

    Romania prima delle elezioni presidenziali

    Il mese prossimo, scadrà il secondo e ultimo mandato quinquennale al quale la Costituzione dava diritto al presidente Klaus Iohannis. Il cosiddetto decennio Iohannis è già oggetto di ricapitolazione, in editoriali di stampa o in docufilm, e il bilancio non è affatto brillante. Il coordinamento della politica estera del paese è una prerogativa presidenziale, ed è anche il settore in cui si sono accumulati i maggiori arretrati. Molti romeni si sentono ancora cittadini di seconda classe dell’Unione Europea, perché il loro paese è stato ammesso nell’Area Schengen solo con le frontiere aeree e marittime, non anche con quelle terrestri.

    Anche se il partenariato strategico tra Bucarest e Washington sembra, secondo le dichiarazioni delle autorità, aver raggiunto il suo apice, la Romania non è stata ancora inclusa nel programma Visa Waiver, che permette l’ingresso senza visto negli Stati Uniti. Il coerente sostegno fornito dalla Romania alla confinante Ucraina, invasa dalle truppe russe, ha creato notevoli disagi ad alcune categorie socio-professionali nel paese, dai farmers ai trasportatori, che sono scesi in piazza per esprimere la propria insoddisfazione.

    A livello interno, sono innumerevoli i rimproveri al presidente Iohannis, tra cui quello di aver completamente ignorato il suo ruolo di mediatore nella società, previsto dalla Costituzione. Dopo Iohannis, resta la sensazione che chiunque possa essere presidente, scriveva recentemente un editorialista.

    Nella gara per la sua successione si erano iscritti inizialmente 14 aspiranti: leader di partiti parlamentari, rappresentanti di formazioni politiche marginali o candidati indipendenti. Uno di loro, l’ex primo ministro Ludovic Orban, candidato di Forza della Destra, ha annunciato lunedì di ritirarsi e di sostenere il capo dell’USR, Elena Lasconi. Le squadre dei restanti 13 hanno acceso i motori al massimo negli ultimi giorni di campagna elettorale, che si concluderà alla vigilia del voto, il 23 novembre, alle ore 7:00.

    La votazione nel Paese si svolgerà domenica, tra le 7:00 e le 21:00. Se al momento della chiusura delle urne ci saranno elettori in fila o in seggio, il presidente del seggio elettorale può disporre la proroga delle votazioni fino alle 23:59, quando il sistema si chiuderà automaticamente. Gli elettori possono votare solo nella località in cui hanno il domicilio o la residenza e, a Bucarest, solo nel rione in cui sono iscritti nelle liste permanenti. L’indirizzo del seggio al quale appartiene l’elettore può essere trovato sul sito web dell’Autorità Elettorale Permanente.

    Gli elettori che si trovano in un’altra località possono esprimere la propria opzione elettorale in qualsiasi seggio, essendo iscritti nelle liste aggiuntive. I cittadini romeni con domicilio o residenza fuori confine possono votare sia per corrispondenza sia in qualsiasi seggio organizzato nel paese o all’estero. Il turno decisivo si terrà l’8 dicembre, una settimana dopo che, nel primo giorno del mese, quello della Festa Nazionale, i romeni avranno eletto anche il nuovo Parlamento.

  • Previsioni al ribasso da parte della Commissione Europea

    Previsioni al ribasso da parte della Commissione Europea

    Le stime sulla crescita economica della Romania sono state ricalcolate dalla Commissione Europea (CE), ben al di sotto del valore inizialmente stabilito. Nelle previsioni pubblicate nella primavera di quest’anno, si stimava che la crescita avrebbe raggiunto un avanzo del 3,3% quest’anno, seguito da uno del 3,1% nel 2025. In un recente documento, però, la CE precisa che il ritmo di crescita dell’economia romena rallenterà all’1,4% quest’anno, per poi accelerare leggermente al 2,5% nel 2025.

    Durante quest’anno, la produzione industriale, l’edilizia, l’informatica e i trasporti hanno subito un rallentamento a causa della diminuzione della domanda esterna da parte dei principali partner commerciali della Romania, della crescita rapida dei salari e dei prezzi elevati dell’energia. Allo stesso tempo, le vendite al dettaglio sono cresciute fortemente poiché i redditi disponibili sono aumentati rapidamente. Tuttavia, i consumi privati dinamici sono stati in gran parte controbilanciati dal contributo negativo delle esportazioni alla crescita del PIL, mentre la crescita degli investimenti privati ​​è stata moderata dall’incertezza sulle misure di consolidamento fiscale previste, precisa la CE.

    D’altro canto, secondo le nuove previsioni, il deficit di bilancio della Romania dovrebbe raggiungere l’8% del PIL nel 2024 e rimanere a un livello elevato del 7,9% del PIL nel 2025. In confronto, in primavera, Bruxelles stimava che avrebbe raggiunto il 6,9% del PIL nel 2024 e il 7% del PIL nel 2025. Secondo la CE il deficit che ha superato le attese riflette un aumento molto rapido della spesa pubblica, dovuto principalmente all’aumento dei salari del settore pubblico, alla spesa per beni e servizi e alle spese sociali, comprese le pensioni. Riflette anche una crescita dei redditi leggermente più lenta a causa di un’attività economica più debole del previsto.

    La buona notizia è che in Romania l’inflazione dovrebbe continuare a scendere, passando da una media del 10% nel 2023 a circa il 5,5% nel 2024. Tuttavia, le pressioni sui prezzi restano elevate, a causa della forte domanda interna, sullo sfondo dell’aumento dei salari e delle pensioni, avverte la CE. Nonostante il rallentamento economico, la domanda di manodopera rimane forte e il tasso di disoccupazione sarà del 5,5% nel 2024 e 2025 e del 5,4% nel 2026. Allo stesso tempo, si prevede che il debito pubblico aumenterà dal 48,9% del PIL nel 2023 a quasi il 60% entro il 2026.

    Le previsioni non includono alcun impatto delle potenziali misure di riduzione del deficit di bilancio del governo sulle entrate o sulle spese, misure incluse nel piano fiscale e strutturale a medio termine, che la Romania ha presentato alla CE in ottobre. Queste misure non sono sufficientemente specificate dal governo in questa fase, sottolinea il rapporto. Tuttavia, se progettati e implementati adeguatamente nel bilancio 2025, hanno il potenziale di ridurre significativamente il deficit pubblico rispetto a queste previsioni. Nel suo ultimo rapporto, anche il FMI ha rivisto al ribasso, all’1,9%, le stime relative all’avanzo dell’economia romena quest’anno, dal 2,8% previsto in aprile.

  • Salario minimo europeo anche in Romania

    Salario minimo europeo anche in Romania

    La legge sull’introduzione del salario minimo europeo in Romania è stata promulgata dal presidente Klaus Iohannis. Il primo ministro Marcel Ciolacu ha dichiarato che, in questo modo, si potrà compiere il passo finale verso l’aumento del salario minimo a 4.050 lei (circa 810 euro) a partire dal 1° gennaio 2025. Il premier ha assicurato che non ci sono degli ostacoli, né elettorali né di altro tipo.

    “L’atto legislativo è trasparente, tutti lo hanno visto e si sono pronunciati. Perciò, seguiremo la procedura necessaria per la sua approvazione in tempi rapidi e per apportare anche gli adeguamenti tecnici”, ha sottolineato il primo ministro. La decisione relativa all’incremento del salario minimo lordo è stata presa dal Consiglio Nazionale Tripartito, che riunisce il Governo, i patronati e i sindacati.

    La nuova legge è volta a trasporre nella legislazione nazionale le disposizioni di una Direttiva del Parlamento Europeo (2022/2041) relativa ai salari minimi adeguati nell’UE. L’obiettivo è quello di migliorare le condizioni di lavoro e di vita, anche attraverso salari minimi adeguati e un quadro efficiente di negoziati collettivi per sostenere l’evoluzione dei salari. Secondo la legge, lo stipendio base minimo lordo garantito, stabilito attraverso una decisione del Governo, può essere concesso a un dipendente per un periodo massimo di 24 mesi dalla data della firma del contratto individuale di lavoro.

    “Con l’adozione di questa legge, avremo una migliore protezione dei lavoratori in Romania. L’incremento dei salari è un passo avanti verso posti di lavoro meglio retribuiti, ma anche verso una maggiore stabilità economica e sociale. Applicando questa legge, miriamo a ridurre la povertà lavorativa e a proteggere il potere d’acquisto. È un impegno che abbiamo assunto quello di non lasciare indietro nessuno e di migliorare le condizioni di lavoro e di vita”, ha sottolineato in un post sui un social la ministra del Lavoro e della Solidarietà Sociale, Simona Bucura Oprescu.

    Un aumento a 4.050 lei significherebbe che la Romania raggiungerà circa il 47% del salario minimo europeo. Attualmente, il salario lordo minimo di base è fissato a 3.700 lei al mese (circa 740 euro), per un orario di lavoro completo di 168 ore, in media al mese, pari a 22,024 lei/ora (circa 4,4 euro). Secondo i dati ufficiali, in Romania, oltre 843.000 dipendenti beneficiano attualmente del salario minimo lordo garantito, cioè il 15,5% del numero totale dei dipendenti attivi.

    L’aumento del salario minimo lordo ha un impatto sull’ambiente privato, perché porta alla crescita delle spese. La maggior parte delle istituzioni statali non ha dipendenti con salario minimo, il che significa che non registreranno spese aggiuntive. Il Governo guadagna da questa misura, perché salari più alti significano tasse e contributi più elevati ai bilanci della salute e delle pensioni.

    Nell’UE esistono disaccordi storici tra gli stati membri sul salario minimo, a causa dei sistemi nazionali differenti di fissazione delle retribuzioni. Secondo l’Eurostat, la scorsa estate questi redditi variavano da 477 euro al mese in Bulgaria (il livello più basso), a 2.571 euro al mese in Lussemburgo.

  • Il premier romeno in visita di lavoro a Londra

    Il premier romeno in visita di lavoro a Londra

    Marcel Ciolacu ha effettuato martedì e mercoledì la prima visita negli ultimi 17 anni di un primo ministro romeno nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Opportunità di discutere con l’omologo Keir Starmer della cooperazione economica bilaterale, del campo dell’energia, delle questioni di sicurezza compreso il Mar Nero, nonché della buona collaborazione tra i servizi di informazioni dei due stati. Rilevata anche l’importanza della comunità romena in Gran Bretagna.

    ʺLa comunità romena è molto rispettata dalle autorità della Gran Bretagna ed è normale che abbiamo iniziato ad avere degli accordi anche per quanto riguarda l’importazione di prodotti tradizionali, così richiesti dalla comunità romena. Abbiamo discusso di energia – energia rinnovabile ed energia verde, perfino energia nucleare – ma anche del fatto che abbiamo bisogno di sicurezza nel Mar Nero. Abbiamo ottimi rapporti nel campo dell’intelligence, come ha affermato anche il signor primo ministro, rapporti che continueranno. In qualche modo, la Gran Bretagna si trova nel mezzo tra la NATO orientale e la NATO occidentale, quindi la Gran Bretagna ha un’importanza strategica all’interno della NATO”, ha affermato Marcel Ciolacu.

    L’agenda della visita del primo ministro romeno nella capitale britannica ha incluso anche un Forum economico nell’ambito del quale sono stati presentati i settori di interesse per gli investitori britannici nell’economia romena. Il forum è stato aperto dal sindaco di Londra, Alastair King, il quale ha sottolineato che la Romania è un mercato dinamico importante, dove sia gli inglesi che i romeni possono imparare e trarre vantaggi reciproci.

    Energia, progetti di sviluppo delle infrastrutture, difesa e industria alimentare sono stati i temi del Forum economico romeno-britannico. Dobbiamo essere molto più efficienti per quanto riguarda gli investimenti britannici in Romania, riducendo parallelamente il numero dei romeni che lasciano il paese, ha detto il primo ministro Ciolacu.

    ʺMi auguro che oggi riuscissimo insieme a convincere sempre più capi di grandi aziende britanniche che la Romania è un ottimo paese per gli investimenti. In questo modo, abbiamo un rapporto win-win: voi trovate nuove opportunità di sviluppo in Romania, mentre noi manteniamo la forza lavoro in patria e facciamo crescere l’economia locale”, ha sottolineato il premier.

    D’altronde, nel corso di un incontro con i rappresentanti della comunità romena di Londra, Marcel Ciolacu ha spiegato che lo Stato ha capito che deve proporre programmi a medio termine per coloro che vogliono rientrare nel Paese. Quest’anno, per la prima volta, sono tornati in Romania più romeni di quanti ne sono partiti, ha sottolineato il primo ministro.

  • Roxana Mânzatu, ascoltata dagli eurodeputati

    Roxana Mânzatu, ascoltata dagli eurodeputati

    “È stata un’udienza intensa, l’esame più complesso della mia vita: tre ore, una cinquantina di domande. Ma alla fine ho ricevuto abbracci, applausi. Ma dovremo aspettare il voto, per capire come è andata”, ha dichiarato Roxana Mînzatu ai media romeni, dopo l’audizione nelle Commissioni riunite per Occupazione-Affari sociali e Cultura-Istruzione del Parlamento Europeo.

    Nell’ultimo giorno della maratona di udienze a Bruxelles della possibile futura squadra di Ursula von der Leyen, è toccato a rispondere alle domande degli eurodeputati anche alla candidata della Romania alla carica di vicepresidente esecutivo incaricato a coordinare un portafoglio appena creato, quello delle politiche in campo sociale, dell’istruzione, delle competenze e della preparazione sociale sul mercato del lavoro, ma anche l’ambito più ampio della preparazione della società e dell’individuo ai momenti di crisi. Ciò nelle condizioni in cui nel termine “crisi” sono state incluse non solo le guerre o le catastrofi climatiche, ma anche la transizione verde, la digitalizzazione e le crisi sociali.

    Roxana Mînzatu afferma che l’Unione Europea possiede il modello sociale più equilibrato e performante del mondo, ma ha anche i suoi difetti, alcuni dei quali stanno diventando più profondi. Nel primo anno del suo mandato, Roxana Mînzatu vorrebbe organizzare un’ampia consultazione con tutti gli attori sociali degli stati membri, dai governi e sindacati, alle organizzazioni giovanili e ai cittadini, dalla quale dovrebbe emergere ciò che vuole la gente in termini di preparazione alle crisi, formazione professionale, istruzione o condizioni di lavoro.

    A seguito di questo dialogo, Roxana Mînzatu afferma di voler intraprendere azioni orientate su tre pilastri. Il primo sarebbe l’istruzione e la formazione professionale, con un accesso equo per tutti, ma anche con il continuo adattamento del sistema educativo e delle risorse alla realtà economica e sociale. Il secondo pilastro del programma proposto da Roxana Mînzatu mira a posti di lavoro di qualità, con salari adeguati e buone condizioni, e a questo punto vuole ridefinire il Patto europeo per i diritti sociali. Infine, il terzo pilastro è la giustizia sociale, con l’obiettivo generale di aiutare chi ne ha più bisogno.

    Le domande degli eurodeputati rivolte a Roxana Mînzatu non hanno riguardato solo le politiche e le idee che metterà in pratica dalla carica di vicepresidente della Commissione europea, ma anche alcune questioni abitative personali, che, in assenza di risposte convincenti, avrebbero potuto adombrare la sua candidatura alla futura Commissione Europea. Il prossimo passo, dopo l’audizione di Roxana Mînzatu e degli altri cinque proposti per gli incarichi di vicepresidente, sarà il parere favorevole, affinché, successivamente, a fine novembre, la plenaria dell’Eurocamera possa votare la nuova squadra della Commissione.

  • Preparativi per le elezioni all’estero

    Preparativi per le elezioni all’estero

    Dopo le amministrative e le europee, svoltesi contemporaneamente il 9 giugno, i romeni si preparano ad una maratona elettorale. Voteranno tre domeniche di seguito, il 24 novembre e l’8 dicembre per le presidenziali e il 1° dicembre, Giornata Nazionale della Romania, per le politiche. Leader di partiti parlamentari, rappresentanti di formazioni marginali o indipendenti, sono 14 gli aspiranti alla successione dell’attuale capo dello stato, Klaus Iohannis, il cui secondo e ultimo mandato presidenziale a cui la Costituzione gli dava diritto scade il mese prossimo. Al Parlamento, migliaia di candidati si contendono 330 seggi di deputati e 136 di senatori.

    Circa 200 buste con i voti per corrispondenza per le politiche e le presidenziali sono già arrivate e sono “in attesa” del momento in cui verranno conteggiati i voti espressi alle urne. Lo ha annunciato il presidente dell’Autorità Elettorale Permanente (AEP), Toni Greblă, precisando che 6.650 cittadini hanno ricevuto le buste per votare per corrispondenza e devono inviare la loro opzione entro e non oltre due giorni prima dell’inizio delle votazioni fisiche, per essere ricevute in tempo. Se segnalano di aver votato in modo errato per corrispondenza, i rispettivi cittadini possono votare alle urne, nel seggio elettorale più vicino nel loro paese di residenza.

    Il presidente dell’AEP ha tenuto, insieme alla ministra degli Affari Esteri, Luminiţa Odobescu, una conferenza stampa sul tema delle elezioni all’estero. Greblă ha ricordato che la Romania conta un numero record di 950 seggi elettorali organizzati per i milioni di connazionali che vivono oltre confine. Il capo della diplomazia di Bucarest ha precisato che ci sono 11 seggi elettorali con indirizzi diversi nei tre round elettorali, in Finlandia, Francia, Spagna, Gran Bretagna. Luminiţa Odobescu ha anche detto che in Spagna è cambiato l’indirizzo di alcuni seggi elettorali a causa delle recenti inondazioni catastrofiche. La Odobescu ha invitato i cittadini romeni all’estero a consultare gli elenchi dei seggi elettorali e a portare i documenti necessari per esprimere la propria opzione elettorale – carta d’identità o passaporto, validi nel giorno della votazione. Tutti i seggi all’estero saranno sotto videosorveglianza permanente, ha aggiunto il ministro.

    Questa settimana si conclude la distribuzione delle schede elettorali per il primo turno presidenziale e per le politiche, nonché del resto del materiale necessario: timbri di controllo, timbri con la parola “VOTATO”, timbri autoadesivi, verbali per i risultati del voto. Le votazioni all’estero per il primo turno delle presidenziali si svolgeranno in tre giorni: venerdì 22 novembre dalle 12:00 alle 21:00 locali, sabato 23 e domenica 24 novembre dalle 7:00 alle 21.00 locali.

  • Misure alle dogane

    Misure alle dogane

    La Romania ha quattro scanner funzionanti alle dogane, altri cinque diventeranno operativi il mese prossimo, mentre nel 2025 altri otto saranno installati negli uffici doganali di frontiera, secondo i dati forniti dall’Autorità doganale romena, su richiesta dei media di Bucarest. I primi scanner sono già stati installati alle frontiere esterne dell’Unione Europea: già a maggio 2024 tre alla frontiera con la Repubblica di Moldova, seguiti a ottobre da un altro al confine con l’Ucraina.

    A dicembre 2024 ne seguiranno uno a Costanza (la più grande città portuale romena sul Mar Nero), altri tre al confine ucraino e uno a quello serbo. L’anno prossimo, Costanza e i valichi di frontiera con la Repubblica di Moldova e l’Ucraina rimarranno una priorità per l’installazione di nuovi scanner. Dal 2026, il sistema si espanderà e includerà anche le dogane con l’Ungheria e la Bulgaria, che, come la Romania, sono stati membri dell’Unione Europea.

    L’Autorità doganale comunica che, da quando gli scanner sono stati messi in funzione, gli ispettori doganali hanno scoperto più di 53.000 euro, 123.000 lei moldavi e 3.100 sigarette dopo la scansione di due minibus provenienti dalla Repubblica di Moldova. Sia il denaro non dichiarato che le sigarette di contrabbando erano nascosti nel tetto dei minibus e sono stati rilevati con l’aiuto del sistema di scansione. Sempre nel tetto di un minibus sono state trovate anche quattro pistole e oltre 500 cartucce letali.

    “Con ogni nuovo scanner installato ai punti doganali, osserviamo sia miglioramenti sostanziali nell’efficienza dei controlli, sia cambiamenti nel comportamento di coloro che cercano di eludere la legge. Questi sviluppi ci mostrano chiaramente che le nostre misure sono non solo necessarie, ma anche efficaci”, afferma il ministro delle Finanze, Marcel Boloș, sotto il cui coordinamento si trova l’Autorità doganale.

    D’altro canto, nei primi nove mesi dell’anno, la Polizia romena ha scoperto tonnellate di stupefacenti: quasi 170 chilogrammi di droghe ad alto rischio e 800 chilogrammi a rischio, quattro tonnellate di cannabis verde, sette tonnellate di sostanze proibite, dopanti, sequestrate in una fabbrica clandestina e – uno dei sequestri più importanti del porto di Costanza – 16 tonnellate di polpa di frutta che conteneva cocaina. La polizia annuncia che sono stati smantellati 33 gruppi criminali, composti da quasi 240 persone.

    Sempre nei primi nove mesi dell’anno, la Polizia ha sequestrato oltre 21 milioni di sigarette e 6 tonnellate di tabacco di contrabbando. Nell’ambito delle azioni di contrasto al contrabbando di tabacco e prodotti di tabacco, sono state disposte misure preventive nei confronti di 119 persone, 29 delle quali sono state arrestate. In questi fascicoli, la Polizia ha emesso anche multe per quasi 7 milioni di lei (l’equivalente di circa 1,4 milioni di euro).

  • Riunione CPE a Budapest

    Riunione CPE a Budapest

    I leader europei si sono incontrati a Budapest per discutere delle sfide alla sicurezza che l’Europa deve affrontare, con particolare attenzione alla situazione in Ucraina, nonché alla migrazione e alla sicurezza economica. Al quinto vertice della Comunità Politica Europea (CPE) hanno evocato l’impatto significativo dell’aggressione russa contro l’Ucraina sull’intero continente, ma anche a livello globale. I funzionari hanno sottolineato la necessità di un’azione coordinata a livello europeo per continuare a sostenere l’Ucraina, che lotta per la difesa della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale. Durante i colloqui in formato ristretto nell’ambito del gruppo di lavoro sulla migrazione, il presidente romeno, Klaus Iohannis, presente all’incontro di Budapest, ha richiamato l’attenzione sul fatto che la migrazione rimane una sfida importante a livello europeo, che richiede una risposta comune ed esaustiva.

    Secondo un comunicato stampa dell’Amministrazione Presidenziale, lui ha sottolineato che, sullo sfondo del conflitto in Medio Oriente e del perdurare della guerra in Ucraina, gli sviluppi nel campo dell’immigrazione continuano a essere preoccupanti. Klaus Iohannis ha parlato dell’importanza di un’efficace attuazione a livello comunitario del Patto sulla migrazione, uno strumento che può rivelarsi utile anche nel rapporto con i partner extra-UE. Allo stesso tempo, egli ha sottolineato che la Romania sta già attuando alcune disposizioni del Patto, attraverso il progetto-pilota realizzato alla frontiera con la Serbia, che si è rivelato un esempio di buone pratiche in termini di rimpatri, procedure di asilo e prevenzione dell’immigrazione clandestina.

    Inoltre, il Capo dello Stato ha sottolineato l’importanza della cooperazione operativa regionale, che, secondo lui, si rivela uno strumento efficace per una gestione efficace del fenomeno. In questo contesto, Klaus Iohannis ha sottolineato che la Romania resta impegnata sia nell’attuazione di misure efficaci in termini di gestione della migrazione, sia nel garantire la sicurezza delle frontiere esterne dell’UE e nell’assumere pienamente il suo ruolo di Stato membro che applica l’acquis di Schengen. In talsenso, lui ha ribadito che per la Romania, il completamento del processo di adesione all’area di libera circolazione riflette il fermo impegno nel progetto europeo.

    D’altro canto, nell’incontro dedicato al sostegno alla Repubblica di Moldova, svoltosi a margine della riunione del CPE, Klaus Iohannis ha apprezzato, insieme agli altri leader europei, gli sforzi di riforma fatti ultimamente a Chișinău, concretizzatisi in progressi costanti, nonostante le sfide generate dalle minacce provenienti dalla Russia. Ha inoltre sottolineato la necessità di mantenere il ritmo rapido delle riforme, l’alto livello di vigilanza istituzionale, nonché l’applicazione delle lezioni apprese durante le recenti elezioni e in vista delle elezioni politiche del 2025. Anche gli altri leader europei hanno dichiarato il loro fermo sostegno alla Repubblica di Moldova, dopo le elezioni presidenziali e il referendum che hanno confermato il suo percorso europeo. Inoltre, al termine dell’incontro, si sono impegnati a continuare a sostenere Chișinău affinché raggiunga i suoi obiettivi di pace e democrazia.

  • Reazioni all’elezione di Donald Trump

    Reazioni all’elezione di Donald Trump

    Numerosi leader politici in tutto il mondo si sono congratulati con il repubblicano Donald Trump, che ha annunciato la sua vittoria alle elezioni presidenziali americane. Prima che lo spoglio fosse terminato, aveva più dei 270 elettori necessari. Diventa così il secondo presidente americano con due mandati non consecutivi. I

    Il presidente in carica Joe Biden e la candidata democratica Kamala Harris si sono congratulati con il presidente eletto Donald Trump per la sua vittoria. Joe Biden lo ha invitato alla Casa Bianca e ha espresso il suo impegno a garantire una transizione senza problemi, sottolineando l’importanza di lavorare per unificare il Paese. “Il risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti non è quello che volevamo, ma dobbiamo accettarlo”, ha detto Kamala Harris in un discorso tenuto alla Howard University di Washington.

    I leader europei hanno sottolineato gli stretti legami dell’Europa con gli Stati Uniti, congratulandosi con Donald Trump man mano che diventava chiaro che avrebbe vinto la presidenza degli Stati Uniti. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, si è congratulata calorosamente con Donald Trump per la sua vittoria alle elezioni, mentre il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha sottolineato l’alleanza duratura e il legame storico tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Il presidente francese Emmanuel Macron ha promesso di cooperare con il cancelliere tedesco Olaf Scholz per un’Europa più forte, alla luce del “nuovo contesto”.

    Allo stesso tempo, il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato di non vedere l’ora di lavorare con Donald Trump nei prossimi anni. Il segretario generale della NATO, l’ex primo ministro olandese Mark Rutte, ha affermato che la leadership di Donald Trump sarà “di nuovo essenziale per mantenere forte la nostra alleanza”.

    Nel suo messaggio al vincitore delle presidenziali americane, il leader di Pechino, Xi Jinping, si è pronunciato per una relazione “stabile, sana e sostenibile”. “Ci auguriamo che entrambe le parti sostengano i principi del mutuo rispetto, della coesistenza pacifica e della cooperazione reciprocamente vantaggiosa”, ha affermato Xi Jinping, auspicando che sia trovato “il modo giusto affinché la Cina e gli Stati Uniti possano andare d’accordo nella nuova era”. Il leader cinese ha sottolineato che un buon rapporto tra Pechino e Washington andrà a beneficio di entrambi i paesi e del mondo.

    Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha parlato al telefono con Donald Trump, congratulandosi con lui per la sua vittoria, che ha definito storica e convincente. Zelensky ha dichiarato di aver concordato di mantenere un dialogo stretto e di “sviluppare la cooperazione” tra l’Ucraina e gli Stati Uniti. Dalla Romania, il capo dello stato, Klaus Iohannis, ha detto che Bucarest è un alleato strategico forte e impegnato di Washington. A sua volta, il primo ministro Marcel Ciolacu ha sottolineato che la Romania è pronta a lavorare per consolidare il Partenariato Strategico con gli Stati Uniti.

  • Roxana Mînzatu, parere favorevole al Parlamento di Romania

    Roxana Mînzatu, parere favorevole al Parlamento di Romania

    La proposta del Governo romeno per la carica di commissario europeo nel futuro Esecutivo comunitario, la socialdemocratica Roxana Mînzatu, è stata approvata dalle commissioni specializzate del Parlamento di Bucarest. Iscritta al PSD nel 2000, quando aveva 20 anni, già deputata a Bucarest ed ex eurodeputata, ex ministro dei Fondi europei per breve tempo, Roxana Mînzatu è stata proposta per una delle cariche di vicepresidente nella futura Commissione Europea, dove guiderà il portafoglio Persone, competenze e preparazione. In questa veste, ha detto, sarà responsabile di circa il 20% del bilancio pluriennale dell’Unione Europea.

    Roxana Mînzatu ha spiegato che la posizione di vicepresidente esecutivo della Commissione comprende anche il coordinamento della preparazione alle situazioni di emergenza. “Per la prima volta, la Romania fa parte della leadership della Commissione Europea. Io rappresento non solo la Romania, in un certo senso, ma anche i paesi che hanno aderito dopo il 2004, dopo il 2007, l’Europa orientale, e penso che sia importante riconoscere che abbiamo questo ruolo a livello di Commissione. Un portafoglio molto importante, nel quale coordino direttamente fondi per oltre 240 miliardi di euro. Stiamo parlando del Fondo sociale europeo, del Fondo sociale per il clima, dell’Erasmus, oltre al denaro che già oggi entra nelle tasche dei romeni. Abbiamo discusso di istruzione e competenze, di come sosterremo gli europei che sono sempre più colpiti dalla povertà, ma sarò impegnata in tutte le politiche e decisioni che saranno prese dalla Commissione, che sono ovviamente rilevanti a livello europeo”, ha detto Roxana Mînzatu, che ha ottenuto dai parlamentari romeni 36 voti a favore e solo sei contrari.

    I liberali non hanno partecipato all’audizione, insoddisfatti del fatto che il loro partito non sia stato consultato dai partner socialdemocratici nella procedura di nomina da parte del Governo. A Bucarest, la stampa nota che il boicottaggio liberale sia solo un episodio della telenovela di amore e odio tra il PSD e il PNL, che governano insieme, ma sono anche rivali giurati nelle elezioni presidenziali e politiche che si terranno tra poche settimane.

    Come procedura, per Roxana Mînzatu segue un nuovo round di audizioni, questa volta nelle commissioni per l’occupazione e per la cultura e l’istruzione del Parlamento Europeo. Il corrispondente di Radio Romania a Bruxelles precisa che la sua audizione è in programma martedì 12 novembre. I commentatori scommettono già su un parere favorevole per la candidata romena anche dagli eurodeputati, poiché le commissioni specializzate riproducono, in generale, l’aritmetica della plenaria della nuova Eurocamera, dominata dalle tre principali famiglie politiche che forniscono anche i membri della Commissione: popolari, socialisti e liberali.

  • Partenariato strategico romeno-francese

    Partenariato strategico romeno-francese

    Sin dal 19° secolo, Parigi è stata la scelta numero uno per le élites romene che mandavano i figli a studiare nell’Occidente. Sempre in Francia si sono rifugiati anche molti rivoluzionari risorgimentali romeni, dopo che il movimento fu schiacciato dalla reazione interna, appoggiata dalle truppe d’invasione ottomane e zariste. Gli storici affermano che il fermo sostegno dell’imperatore francese Napoleone III fu decisivo per l’Unione dei Principati Romeni nel 1859. La Francia fu anche il luogo d’asilo preferito dei militanti anticomunisti che fuggivano dalla dittatura insediata nel paese dall’esercito sovietico occupante. Lo scultore Constantin Brâncuşi, il saggista Emil Cioran o il drammaturgo Eugène Ionesco sono celebrità mondiali, francesi e romene.

    I mass media e l’opinione pubblica francesi vibrarono con emozione per la Rivoluzione anticomunista romena del 1989, durante la quale sono morte oltre mille persone. Dopo il ripristino della democrazia a Bucarest, le relazioni bilaterali romeno-francesi sono diventate sempre più cordiali e più strette, culminando nel 2008 con la firma di un Partenariato Strategico. Nel frattempo, a settembre 2006, Bucarest aveva ospitato, per la prima volta in assoluto, un vertice della Francofonia.

    Il premier romeno, Marcel Ciolacu, ha discusso ieri sera a Parigi con l’omologo francese, Michel Barnier, del consolidamento del Partenariato Strategico bilaterale, con particolare riguardo alla componente economica e di difesa. I due primi ministri hanno stabilito che sono essenziali gli investimenti in settori chiave, come l’IT, l’aeronautica e l’energia. Il raddoppio del volume del commercio bilaterale nei 16 anni del Partenariato Strategico, la sua tendenza al rialzo e le relazioni economiche di tradizione, come Dacia Renault, rappresentano argomenti solidi per continuare la cooperazione in forma consolidata – ha dichiarato il premier Marcel Ciolacu, citato dalla corrispondente di Radio Romania a Parigi.

    Il primo ministro romeno ha espresso apprezzamenti per la solida cooperazione in materia di sicurezza, nonché il fatto che, tramite la decisione del presidente Emmanuel Macron, la Francia ha assunto il ruolo di nazione quadro del Battle Group della NATO in Romania, subito dopo l’invasione russa in Ucraina, elemento essenziale per consolidare la posizione dell’Alleanza sul Fianco orientale. È stata sottolineata anche la volontà della Francia di aumentare la propria presenza militare in Romania, che attualmente ammonta a 800 militari.

    Il primo ministro Ciolacu ha ringraziato il suo omologo Barnier anche per il costante sostegno della Francia riguardo alla completa integrazione della Romania nell’Area Schengen e all’adesione all’OCSE, una delle principali priorità del governo di Bucarest. Nel 2025, la Romania e la Francia celebreranno 145 anni di relazioni diplomatiche e sono in preparazione numerosi eventi che presenteranno la ricchezza delle due culture e le interazioni tra loro.

  • Repubblica di Moldova, avanti nel cammino europeo

    Repubblica di Moldova, avanti nel cammino europeo

    La presidente della Repubblica di Moldova, la filo-occidentale Maia Sandu, è stata rieletta per un mandato di quattro anni. Nella tornata decisiva delle presidenziali svoltasi domenica, ha ottenuto più del 55% dei voti. Il suo sfidante, l’ex procuratore generale accusato di problemi di integrità, Alexandr Stoianoglo, di etnia gagauza, sostenuto dai socialisti filorussi, ha raccolto meno del 45% dei voti, secondo la Commissione elettorale centrale di Chişinău. Entrambi i finalisti presidenziali della Repubblica di Moldova hanno anche la cittadinanza della confinante Romania.

    Dopo aver votato, Maia Sandu ha auspicato una grande affluenza alle urne degli elettori, per annientare coloro che ha definito “ladri (che) vogliono comprare” la repubblica. Da parte sua, il primo ministro Dorin Recean, che guida un governo formato dal partito presidenziale Azione e Solidarietà (PAS), ha dichiarato che il Ministero degli Interni e altre istituzioni pubbliche stanno lavorando per impedire un attacco alla democrazia nella Repubblica di Moldova.

    Il premier Recean ha accusato i tentativi di frode elettorale orchestrati dalla Russia e ha detto che “siamo in un momento di attacco da parte di gruppi criminali, che hanno comprato molti voti, e per questo è molto importante mobilitarci, votare, perché il nostro voto sconfiggerà la frode”. Recean ha inoltre dichiarato che i cittadini devono eleggere “il leader che ci porterà alla prosperità, all’Unione Europea”.

    Sempre domenica Stoianoglo, accusato di avere molte difficoltà ad esprimersi in romeno, sosteneva che la padronanza della lingua ufficiale della repubblica non è una condizione obbligatoria per un candidato alla presidenza. Alcuni commentatori spiegano che questa dichiarazione, offensiva nei confronti della maggioranza romenofona dei cittadini moldavi, ha ulteriormente ridotto ancora di più la quota elettorale del candidato di sinistra.

    I gagauzi sono una popolazione turca di confessione cristiano-ortodossa. Vennero colonizzati nel sud dell’odierna repubblica dal regime zarista, che li portò dalla Bulgaria orientale due secoli fa. I linguisti affermano che, dopo la seconda guerra mondiale, i gagauzi sono stati sottoposti dagli occupanti sovietici ad una russificazione forzata, unita all’isolamento dai romeni, tanto che oggi alcuni non solo non conoscono affatto la lingua romena, ma non parlano più nemmeno il proprio idioma turco.

    L’Europa ha accolto con soddisfazione la vittoria di Maia Sandu. Tra coloro che hanno inviato messaggi di congratulazioni – il capo della Commissione Europea, il cancelliere tedesco, i presidenti di Francia, Ucraina e Romania. La presidente rieletta ha promesso che, nel prossimo mandato, perseguirà un “miglioramento dell’atto di governo”, perché sa che ci sono cittadini “insoddisfatti della situazione” nella repubblica.

    L’analista romeno Armand Goșu, specializzato nello spazio ex-sovietico, ricorda che tra pochi mesi a Chişinău seguono le elezioni politiche, altrettanto importanti come le presidenziali, se non addirittura di più, perché la Repubblica di Moldova è una repubblica semipresidenziale, nella quale il capo dello stato ha poteri limitati.