La serata propone due eventi di eccezione: la proiezione del film “L’esperimento Pitești”, alla presenza della regista Victoria Baltag, riferisce l’Ambasciata di Romania in Italia in un post su Facebook. La straziante pellicola racconta uno dei più selvaggi esperimenti di rieducazione attraverso la tortura del regime comunista.
Il secondo evento della serata è la conferenza “35 anni dal crollo del regime comunista in Romania: dittatura e resistenza a casa e all’estero”, con interventi della prof.ssa associata Anca Stângaciu dell’Università Babeș-Bolyai di Cluj-Napoca, autrice del volume „La Securitate e l’esilio degli intellettuali romeni in Italia”, e del prof. Francesco Guida dell’Università Roma Tre, esperto di storia dell’Europa Centrale e dell’Est, precisa l’Ambasciata di Romania in Italia.
Curata da Vasile Sarcă e organizzata dall’’Istituto, in collaborazione con l’Unione degli Artisti Visivi della Romania e il Gruppo Artistico Internazionale “Volarism”, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 20 dicembre.
Si tratta di 20 dipinti, eseguiti nella tecnica dell’acquerello su carta artigianale o su seta, opere di varie dimensioni, lavori originali nella maggior parte realizzati per questa mostra personale. Il messaggio promosso dalla mostra sintetizza la creatività dell’autore in chiave avanguardistica, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.
L’iniziativa, che racconta il primo cammino a lunga distanza creato in Romania, per promuovere la diversità e i suoi valori culturali, etnici, storici e naturali, è dedicata alla Festa Nazionale del Paese, celebrata il 1 dicembre.
“Questo progetto particolare ci è sembrato suggestivo per la celebrazione della Festa Nazionale proprio perchè è un cammino che unisce, un cammino che, metaforicamente, abbraccia la Romania da nord a sud, sulla via delle legioni romane, quindi c’è anche questa componente che lega Roma alla Romania”, spiega a Radio Romania Internazionale la vicedirettrice dell’Accademia di Romania in Roma, Oana Boşca Mălin. Saranno presentati anche dei brevi filmati e il documentario “I viaggiatori: Terra Banatica” realizzato da Mircea Gherase per l’Associazione Tășuleasa.
Dedicata al trekking, al ciclismo e all’equitazione, Via Transilvanica, progetto creato dall’Associazione Tășuleasa Social, va da Putna (nord) a Drobeta-Turnu Severin (sud-ovest) e racconta, lungo 1.400 km, 2.000 anni di storia, attraversando 400 comunità locali e 7 regioni storiche.
La mostra “Via Transilvanica – il cammino che unisce” , che rimarrà aperta fino al 18 gennaio 2025, gode del patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia e del riconoscimento della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
All’inaugurazione che avrà luogo il 10 dicembre, alle ore 18.00, presso la Galleria d’arte dell’Accademia di Romania in Roma (Viale delle Belle Arti, 110), il pubblico avrà modo di conoscere gli artefici di Via Transilvanica: il presidente dell’Associazione Tășuleasa Social, Alin Uhlmann Uşeriu, la direttrice esecutiva Ana Szekely, e il celebre ultramaratoneta Tiberiu Uşeriu, ambasciatore della Via Transilvanica, aggiunge Oana Boşca Mălin.
Anche la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea porterà il suo messaggio. Nel 2023, il progetto Via Transilvanica ha vinto il Premio del pubblico agli European Heritage Awards / Europa Nostra Awards.
Il 6 dicembre 1879, il primo inviato e ministro plenipotenziario dell’Italia, Giuseppe Tornielli, arrivava a Bucarest e presentava le credenziali al sovrano di Romania, Re Carlo I. Due mesi più tardi, il 15 febbraio 1880, il primo inviato e ministro plenipotenziario del giovane stato nazionale romeno, Nicolae Kretzulescu, presentava le sue credenziali a Re Umberto I. Una variante simile della mostra è stata aperta a ottobre anche alla Camera dei Deputati a Roma.
E’ organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Bucarest e dal Ministero degli Affari Esteri, in partenariato con la Banca Nazionale di Romania, che ha svolto un ruolo essenziale nella costruzione dell’Accademia di Romania in Roma, ha ricordato il governatore Mugur Isărescu. “Un secolo addietro, la Banca Nazionale di Romania ha finanziato la costruzione dell’Accademia di Romania in Roma. L’edificio è stato eretto secondo il progetto dell’architetto Petre Antonescu. Fu costruito sul terreno donato dal Comune di Roma nel 1921”, ha detto il governatore della Banca Nazionale. Sottolineando che i reperti esposti hanno rilevanza sia per i legami tra i due paesi che per il pubblico, Mugur Isărescu ha ricordato che all’inizio delle relazioni diplomatiche bilaterali, la lira italiana e il leu romeno avevano lo stesso valore.
Presente all’inaugurazione, il ministro degli Esteri, Luminiţa Odobescu, ha parlato della relazione privilegiata tra i due paesi. “Quest’anno, celebriamo anche i 60 anni dell’elevazione delle relazioni diplomatiche tra i nostri stati a livello di ambasciata, nel 1964. Inoltre, 35 anni addietro, la Romania è tornata nella famiglia delle nazioni democratiche”, ha detto il ministro, ricordando che “subito dopo la Rivoluzione, i nostri legami con l’Italia hanno cominciato a conoscere uno sviluppo senza precedenti sotto tutti i profili: politico, economico, culturale, diplomatico e, molto importante, nei contatti tra le persone”. “Siamo, inoltre, difensori pragmatici, ma imperniati su valori, di una visione e traiettoria nazionale. Sia gli interessi della Romania che gli interessi dell’Italia sono legati ad un’Europa forte e alla sicurezza garantita dalla NATO”, ha detto ancora Luminiţa Odobescu.
Attualmente, le relazioni tra i due paesi sono più forti che mai, ha aggiunto il ministro, ricordando il terzo vertice intergovernativo Romania-Italia, svoltosi a febbraio a Roma e la visita effettuata sempre quest’anno a Bucarest dal presidente Sergio Mattarella. Luminiţa Odobescu ha fatto riferimento anche alla numerosa comunità romena in Italia, così come agli italiani che hanno scelto di vivere nel nostro paese. Il capo della diplomazia ha sottolineato che i 145 anni dimostrano, una volta in più, che i valori condivisi da Romania e Italia, inclusi anche nei due documenti di riferimento presentati in mostra – le Dichiarazioni congiunte sul Partenariato Strategico del 1997 e sul Partenariato Strategico Consolidato del 2008 – rivestono attualmente un significato ancora più forte nell’attuale contesto geopolitico.
“Con quale altro paese condividiamo una simile straordinaria fratellanza, se non con i nostri amici italiani e latini?”, ha detto, a sua volta, il consigliere presidenziale Sandra Pralong, presentando il messaggio del capo dello stato. Lungo il tempo, la Romania ha inviato in Italia alcuni dei più grandi statisti. Nicolae Kretzulescu, Petre Carp, Dimitrie Ghica sono alcuni dei diplomatici che hanno contribuito a questi forti legami. “Sono diventati ministri degli Esteri o premier di questo paese, quindi si capisce l’enorme importanza concessa dalla Romania a questa fantastica relazione negli ultimi 145 anni”, ha puntualizzato Sandra Pralong.
“Una mostra per celebrare 145 anni di relazioni diplomatiche tra due paesi – la Romania e l’Italia, che hanno degli straordinari legami linguistici e culturali, che affondano le radici nella storia. Ma celebrare non è sufficiente. Oggi dobbiamo guardare alle sfide del presente e soprattutto impegnarci insieme a lavorare per il futuro, per rafforzare la nostra sicurezza, la stabilità, la prosperità e far fronte insieme alle sfide di un mondo sempre più complesso e sempre più interconnesso”, ha detto a Radio Romania Internazionale l’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Alfredo Durante Mangoni.
La mostra è stata elaborata dall’Archivio Diplomatico del MAE, in partenariato con l’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con la Banca Nazionale di Romania, l’Ambasciata di Romania in Italia e l’Ambasciata d’Italia a Bucarest. Il capo dell’Archivio Diplomatico del MAE romeno, Doru Liciu, ha presentato al pubblico i punti di riferimento della storia delle relazioni diplomatiche tra la Romania e l’Italia, riflettuti nel concetto e nei pannelli espositivi.
“Abbiamo tentato di segnare i momenti più importanti delle nostre relazioni – l’Unione dei Principati, il riconoscimento dell’indipendenza e l’allacciamento delle relazioni diplomatiche, la cooperazione e la collaborazione durante la prima Guerra Mondiale, quando l’Italia e la Romania hanno seguito lo stesso percorso, pur formalmente alleate delle Potenze Centrali. Per raggiungere gli ideali nazionali di unificazione, hanno scelto di andare assieme all’Intesa. L’Italia è entrata in guerra nel 1915, mentre la Romania nel 1916”, spiega Doru Liciu a Radio Romania Internazionale.
Un’attenzione particolare è stata concessa alle relazioni culturali, che si sono fortemente sviluppate nel periodo compreso tra le due guerre, grazie all’apertura dell’Accademia di Romania in Roma negli anni ’20 e dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia negli anni ’30, aggiunge Doru Liciu. “La fondazione di queste istituzioni è legata ai nomi di due grandi storici romeni – Vasile Pârvan e Nicolae Iorga. La Banca Nazionale di Romania ha svolto un ruolo particolare nella costruzione dell’Accademia di Romania, un edificio impressionante e bellissimo”, aggiunge il diplomatico.
L’evento è organizzato dall’Opera Nazionale di Bucarest, in collaborazione con l’Ambasciata di Romania in Italia e l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, con il finanziamento del Dipartimento per i Romeni all’Estero del Governo di Romania.
Il programma comprenderà capolavori celebri della musica classica, con particolare riguardo alle opere di compositori romeni e italiani, tra cui George Enescu, Giacomo Puccini, Francesco Cilea, Gioachino Rossini, Tiberiu Brediceanu, Giuseppe Verdi, Vincenzo Bellini e Ioan Ivanovici, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.
Una serata di gala in cui gli organizzatori si ripropongono non solo di offrire al pubblico una raffinata esperienza musicale, ma anche di rafforzare il profondo legame tra passato storico e presente culturale attuale, ricordando che ognuno di noi fa parte di una comunità dalle tradizioni secolari e con una storia movimentata alle spalle, ma con un presente e un futuro proiettati nella grande famiglia europea, sottolinea l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.
Il dibattito, ospitato a partire dalle ore 17.30 dal Museo Nazionale Etrusco (Piazzale di Villa Giulia, 9) e organizzato in collaborazione con Bordeaux Edizioni, avrà come punto di partenza il lungo racconto memoriale “Ritorno a Bucarest. Una storia” del prof. Victor Ieronim Stoichiță. Il volum è uscito presso Bordeaux Edizioni, con la traduzione dal francese di Benedetta Sforza.
Questo eccezionale incontro, che parla ugualmente di identità, memoria e nostalgia, nasce dal felice connubio tra i “Mercoledì letterari” organizzati dall’Accademia di Romania, con il patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia, e le serate che il Museo Nazionale Etrusco dedica al dialogo culturale.
Radio Romania Internazionale ha anticipato la serata in un collegamento con la vicedirettrice dell’Accademia di Romania in Roma, Oana Boșca-Mălin.
“Le luci di Caravaggio. L’inizio della modernità nella pittura europea, capolavori della collezione Roberto Longhi”: una mostra di eccezione inaugurata il 16 novembre al Museo Nazionale d’Arte di Timişoara, che celebra l’opera e l’eredità del celebre storico dell’arte novecentesco. Curata da Cristina Acidini, Maria Cristina Bandera e Andreea Foanene, frutto della collaborazione del Museo con la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze e Civita Mostre e Musei di Roma, la mostra è finanziata dal Consiglio Provinciale Timiș, e si svolge sotto l’Alto Patrocinio dei Ministeri della Cultura di Romania e Italia.
La mostra porta una prima assoluta nel paesaggio culturale romeno: il “Ragazzo morso da un ramarro”, il primo lavoro firmato da Michelangelo Merisi da Caravaggio, risalente al 1597, ma anche opere di pittori che si sono ispirati al suo stile.
“La mostra “Le luci di Caravaggio. L’inizio della modernità nella pittura europea, capolavori della collezione Roberto Longhi” è un evento culturale di importanza eccezionale, che porta in primo piano l’essenza della tradizione della pittura europea classica, in un momento storico dominato da riconfigurazioni globali profonde”, ha dichiarato il direttore del Museo, Filip Petcu. Una mostra che riunisce capolavori che riflettono un complesso dialogo tra il patrimonio artistico delle collezioni Ormos Zsigmond, il fondatore del Museo Nazionale d’Arte di Timişoara, Roberto Longhi e il tenebrismo, ha aggiunto Filip Petcu.
La mostra è stata presentata a Radio Romania Internazionale dalla curatrice Cristina Acidini, presidente della Fondazione Longhi, in un’intervista rilasciata a Eugen Cojocariu.
Presente all’inaugurazione della mostra, il presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, Federico Mollicone, ha parlato dell’importanza della mostra dedicata a Caravaggio e ai suoi discepoli a Timişoara.
La rassegna è stata accompagnata dall’inaugurazione dell’arazzo “Il Risveglio/ Trezirea” della collezione pontificia, creazione emblematica del celebre artista Camilian Demetrescu, esponente di spicco dell’esilio romeno in Italia. L’opera, che rappresenta San Giorgio che uccide il drago con gli occhi del popolo romeno, è stata portata a Timişoara nel centenario della nascita dell’artista e nel 35/o anniversario della Rivoluzione del dicembre 1989, come omaggio alla prima città libera dal comunismo in Romania, e rimarrà per un tempo al Museo Nazionale d’Arte. Il lavoro è stato donato dalla famiglia Demetrescu allo Stato romeno.
“Con grande onore, abbiamo condotto questa azione di diplomazia culturale fra tre Stati: lo Stato italiano, lo Stato romeno e lo Stato vaticano”, ha detto Federico Mollicone a Radio Romania Internazionale.
L’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest hanno contribuito all’iniziativa, appoggiando direttamente sia alcuni dei costi che gli sforzi compiuti dal Museo Nazionale d’Arte di Timișoara per ottenere il supporto finanziario degli imprenditori italiani attivi nella provincia di Timiș.
“Mi auguro che il pubblico romeno voglia apprezzare questi straordinari capolavori, e che questa mostra rafforzi la diplomazia culturale tra l’Italia e la Romania”, ha detto l’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Alfredo Durante Mangoni, nell’intervista rilasciata a Eugen Cojocariu all’inaugurazione de “Le luci di Caravaggio”. Il diplomatico ha ricordato anche il 145/o anniversario delle relazioni Romania – Italia.
Gli investimenti nell’arte e nella cultura si vedono più tardi, ma hanno rilevanza, ha sottolineato, da parte sua, il presidente del Consiglio Provinciale Timiş, Alfred Simonis, il principale finanziatore della mostra. “Vogliamo portare anche Monet e Picasso, e altri eventi di simile portata”, ha detto Alfred Simonis. La mostra “Le luci di Caravaggio”, rimarrà aperta fino al 28 febbraio 2025.
Curata da Mohamed Benhadj, la mostra, che rimarrà aperta fino al 20 novembre, ha come protagonisti Annette Lemieux, Petru Lucaci, Vladimir Păun Vrapciu, Mice Jankulovski, Liusic Vrapciu e George Stanciu, precisa l’Istituto in un comunicato.
Una mostra collettiva che intende valorizzare una fattiva collaborazione internazionale tra artisti romeni e stranieri, che hanno trovato un trait d’union nell’esplorazione del tema artistico del ritratto e della sua percezione attuale.
Organizzato dall’Associazione Culturale “Pentamerone, Agorà per trovarsi” in collaborazione con l’Accademia di Romania come rappresentanza dell’Istituto Culturale Romeno, con il contributo della Fondazione Spandugino, l’incontro invita il pubblico, dalle ore 9:30 alle 18.00 (Piazza José de S. Martín, 1, Roma) a scoprire se la fiaba è ancora “utile” e ad esplorare le sue molteplici dimensioni.
L’Accademia di Romania precisa che il convegno si articolerà in tre parti distinte: una prima sessione, di introduzione generale al fiabesco e alle tradizioni narrative, con relazioni dei professori Michele Rak, Ioana Fruntelată e Carolina Stromboli, in un dibattito moderato da Maria Giovanna Martini.
Seguirà una tavola rotonda dal titolo “L’utilità dell’inutile: le fiabe come testi classici della saggezza popolare”, dedicata alla figura del professor Nuccio Ordine, con i professori Giulio Ferroni, Smaranda Elian e Antonio Orselli, e moderata dalla vicedirettrice dell’Accademia di Romania, Oana Boșca-Mălin.
A chiudere la giornata sarà un confronto interculturale, volto a cogliere somiglianze e varianze degli elementi arcaici e moderni nelle narrazioni fiabesche di diverse culture. Interverranno i professori Alessandro Martire, Carlo Pelliccia, Elisa Zanchetta, Margherita Cannavacciuolo e Antonio Addati, con Antonio Orselli moderatore.
Si tratta di opere d’arte digitali create con l’ausilio di software di modellazione e rendering 3D, stampa laser su comatex e collage di immagini generati dall’autore con l’aiuto del programma A.I., precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia. Organizzata in collaborazione con l’Unione degli Artisti Visivi della Romania, la mostra è curata da Horaţiu Cristea.
Nato nel 1969, Adrian Grecu (n. 1969) è uno dei pionieri dell’arte digitale in Romania. Esplora i limiti dell’ambiente visivo, attraverso le opportunità offerte dalla tecnologia per l’ampliamento del quadro concettuale, realizzando lavori collocabili alla confluenza tra arte/creatività e le nuove tecnologie. Pertanto, la sua produzione artistica include Realtà Aumentata (A.R.) e Realtà Virtuale (V.R.) in installazioni scultoree complesse e innovative esposte in una serie di mostre che hanno riscosso un notevole apprezzamento di pubblico e critica.
Ultimamente ha creato immagini e animazioni adoperando l’Intelligenza Artificiale. Al Gala 2023 dell’Unione degli Artisti Visivi della Romania, gli è stato assegnato il Multimedia Award. Vanta numerose mostre personali e presenze in mostre collettive in Romania e all’estero, precisa ancora l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.
Accanto all’ambasciatore d’Italia, Alfredo Durante Mangoni e all’addetto per la Difesa, colonnello Vincenzo Ingrosso, erano presenti Eduard Bachide, segretario di stato al Ministero della Difesa romeno, autorità civili e militari romene e italiane, esponenti della comunità italiana di Romania, che hanno deposto corone ai monumenti che onorano la memoria dei 1.750 caduti, ricordati anche con un servizio religioso.
“Il 4 novembre è per gli italiani da oltre un secolo un momento di riflessione e di aggregazione, in cui la nazione tributa doverosamente ai propri caduti in guerra l’omaggio della memoria. E’ questa la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, ha detto nel suo discorso l’ambasciatore d’Italia, Alfredo Durante Mangoni.
Da parte sua, il segretario di stato al Ministero della Difesa romeno, Eduard Bachide, ha ricordato che si tratta di un momento importante per la storia dei nostri popoli. “I romeni e gli italiani, uniti da un’amicizia storica di lunga data, hanno avuto una visione comune sullo stato nazionale e, nella Prima Guerra Mondiale, hanno combattuto nella stessa alleanza, al fianco delle grandi potenze occidentali”, ha dichiarato Eduard Bachide rendendo il suo omaggio ai caduti dei due paesi.
“Attualmente Bucarest e Roma si ritrovano nelle stesse strutture di sicurezza, parte dell’Alleanza Nord-Atlantica e dell’Unione Europea, condividendo gli stessi forti valori”, ha detto inoltre il segretario di stato.
Steinar Lone è stato premiato per il volume “Solenoide” di Mircea Cărtărescu, tradotto anche in italiano sempre dal prof. Bruno Mazzoni. Entrambi i volumi sono stati pubblicati con il sostegno dell’ICR, attraverso al programma Translation and Publication Support 2023.
I premi, consegnati da Sorin Gherguț, rappresentante del Centro Nazionale del Libro dell’ICR, riconoscono l’impatto della letteratura romena nel mondo, grazie all’impegno esemplare dei traduttori, eccellenti ambasciatori dei libri romeni fuori confine, precisa l’ICR. Al prof. Mazzoni, il premio è stato conferito “per la maestria con la quale ha tradotto in lingua italiana le sottigliezze e la grazia dell’universo poetico di Ana Blandiana, un operato che porta ancora più avanti un lavoro di traduttore e una carriera generosamente dedicata alla lingua e alla letteratura romena”, precisa la giuria nella motivazione.
Per una “congiuntura quasi astrale”, come la definisce il prof. Bruno Mazzoni in un’intervista a Radio Romania Internazionale, l’assegnazione di questo riconoscimento è avvenuta a due giorni dalla cerimonia svoltasi a Oviedo, nel corso della quale Re Filippo VI di Spagna ha conferito alla poetessa Ana Blandiana il celebre Premio “Principessa delle Asturie” 2024.
“Il fatto che io sia stato sulla scena del Teatro Nazionale di Iași insieme con il mio caro amico Steinar Lone, ottimo traduttore in lingua norvegese, è stato un onore enorme”, ha detto a Radio Romania Internazionale il prof. Bruno Mazzoni, ringraziando l’Istituto Culturale Romeno, il Centro Nazionale del Libro, gli anfitrioni e gli organizzatori del FILIT. Nella stessa intervista, il noto romenista ha parlato anche della saga epica “Theodoros” di Mircea Cărtărescu, uscita recentemente presso Il Saggiatore, sempre con la sua traduzione, che verrà presentata a novembre a Milano e Bologna, come anche di altri progetti in cantiere, tra cui un volume di Max Blecher.
Già preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Pisa, Doctor Honoris Causa dell’Università di Bucarest e dell’Università dell’Ovest di Timișoara, Bruno Mazzoni è stato premiato nel 2005 dal presidente della Repubblica Italiana per la sua attività di traduttore, ricorda ancora l’ICR. Ha tradotto in lingua italiana volumi di Mircea Cărtărescu, Ana Blandiana, Max Blecher, Herta Müller e Cătălin Pavel e ha pubblicato studi su Tudor Arghezi, Ion Barbu o Nichita Stănescu.
Il volume “Variazioni su un tema dato” è stato presentato dalla poetessa Ana Blandiana nell’ambito di un ampio tour nel Bel Paese a settembre 2023, che ha fatto tappa anche alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, in un evento organizzato dall’Accademia di Romania e dall’Ambasciata di Romania in Italia.
Dal 29 ottobre al 3 novembre, l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia invita il pubblico nella sua Piccola Galleria a scoprire lavori di grafica, scultura e fashion design realizzati da 15 studenti dell’Università Nazionale di Belle Arti di Bucarest e dai loro professori, nonché un libro bibliofilo che ripercorre il viaggio di Marco Polo, corredato da illustrazioni e testi introduttivi tratti da “Il Milione”, con i commenti in romeno e italiano curati dai docenti universitari Smaranda Bratu Elian, Nicoleta Silvia Ioana e Cornel Florin Moraru, precisa l’Istituto in un comunicato.
Si tratta di un approccio interdisciplinare, che presenta aspetti legati alla ricezione della figura di Marco Polo in Romania. Partendo dal testo del libro “Il Milione”, i giovani artisti affrontano il tema del viaggio come punto di incontro tra popoli diversi e ponte tra culture d’Oriente e d’Occidente.
La mostra è organizzata dall’Università Nazionale di Belle Arti di Bucarest, su iniziativa del Comitato Dante Alighieri di Bucarest, in partenariato con varie istituzioni di cultura romene ed italiane, e curata dalla prof.ssa Nicoleta Silvia Ioana, con il contributo della prof.ssa Smaranda Bratu Elian.
Le opere di grafica sono realizzate da Matei Rădulescu, Ştefan Roban, Ioana Dimosthenos, Ana Vîrdol, Serena Diaconescu, Cosmin Grigoraş, Silvia–Alexandra Neagu, Lia Hawa Hristescu, Maria–Elena Ionescu, Alexia Bianca Alecu, Sebastian Andrei Lăutaru, coordinati dalla prof.ssa Carmen Apetrei e dal prof. Ovidiu Croitoru. Le sculture sono di Ruxandra Vulpe, con il coordinamento della prof.ssa Elena Dumitrescu, mentre le creazioni di fashion design sono firmate da Maryam Dimofte, Damian Hanganu e Harun Mazlam, coordinati dal prof. Răzvan Vasilescu.
La mostra “Marco Polo: il viaggio come incontro” sarà inaugurata mercoledì 30 ottobre, alle ore 17:30, nella Piccola Galleria dell’Istituto di Cultura e Ricerca Umanistica (Cannaregio 2211, Venezia). Successivamente, arriverà a Genova, dove sarà esposta presso Castello D’Albertis – Museo delle Culture del Mondo dal 25 al 30 novembre e all’Accademia di Romania in Roma, dal 20 al 31 gennaio 2025.
La prof.ssa Nicoleta Silvia Ioana, curatrice della mostra e presidente del Comitato di Bucarest della Società Dante Alighieri, ha offerto maggiori dettagli a Radio Romania Internazionale.
Mercoledì letterari ubblicato quest’anno presso Terra D’ulivi Edizioni nella traduzione dell’autrice, rivista da Alexandru Laszlo e Cinzia Demi, il libro è un omaggio alla scrittrice e studiosa Iulia Haşdeu nel 155° anniversario della sua nascita. L’iniziativa rientra nel progetto “Autunno romeno-italiano”, avviato dall’Associazione “Universul Prieteniei”/ “L’Universo dell’Amicizia” di Iași.
“Alla ricerca del suo spirito” svela una personalità di spicco della cultura romena dell’Ottocento – Iulia Haşdeu, figlia del grande filologo Bogdan Petriceicu Haşdeu, considerata un genio nell’epoca e dopo la sua prematura scomparsa, spiega a Radio Romania Internazionale la vicedirettrice dell’Accademia di Romania in Roma, Oana Boşca-Mălin. Parlando delle eccezionali doti intellettuali di Iulia Haşdeu, la nostra ospite ricorda che, dopo averla persa, il padre ha tentato anche con mezzi esoterici a mantenere o a riprendere il contatto con lei. Ne sta testimonianza anche la costruzione di un insolito palazzo a Câmpina, che Bogdan Petriceicu Haşdeu ha dedicato alla memoria della figlia.
Alla presentazione del volume, ospitata dalla Sala Conferenze dell’Accademia di Romania in Roma (Piazza José de S. Martín, 1) il 30 ottobre, dalle ore 18.30, e curata dalla scrittrice e giornalista Maria Antonietta Coccanari, parteciperanno l’autrice Adriana Ungureanu e la presidente fondatrice dell’Associazione “Universul Prieteniei” di Iași, Rodica Rodean.
L’evento, che si terrà nel Cortile degli Spiriti Magni, fa seguito alla tavola rotonda “Dimitrie Cantemir, principe ed erudito romeno dell’Età dei Lumi”, organizzata lo scorso anno sempre dallo stesso Centro Culturale Italo-Romeno e dalla Biblioteca – Pinacoteca Ambrosiana di Milano, in collaborazione con l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, le Parrocchie Ortodosse romene di Milano e Arcore, nel 350° anniversario della nascita di Dimitrie Cantemir.
Da quasi cinque decenni, nel Cortile degli Spiriti Magni dell’Ambrosiana, accanto ai monumenti raffiguranti importanti personalità della cultura europea – Platone, San Tommaso d’Aquino, Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, Goethe o Shakespeare, è collocata una statua del grande studioso romeno, realizzata negli anni ’70 dall’artista Ion Irimescu. Alta 2,40 metri, la statua di bronzo raffigura Dimitrie Cantemir in abiti settecenteschi di corte, tenendo nella mano sinistra la sua “Descriptio Moldaviae”, la prima opera completa e dettagliata che presenta la geografia, l’organizzazione politica e amministrativa, la religione, la lingua, l’etnografia e il folklore della Moldavia, ricorda il Centro Culturale Italo-Romeno di Milano.
Ospite a Radio Romania Internazionale, la sua reponsabile, prof.ssa Violeta Popescu, ha sottolineato il significato di questa manifestazione. Il programma prevede una cerimonia religiosa, la deposizione di una corona di fiori, e l’Inno Nazionale della Romania intonato da un gruppo di bambini, nonchè discorsi che evocano la personalità del grande studioso.
“Ci tenevamo molto a coinvolgere i bambini romeni nati o cresciuti in Italia e a raccontare loro di questa grande personalità romena che occupa un posto d’onore nella prestiogosa Biblioteca Ambrosiana”, puntualizza la responsabile del Centro Culturale Italo-Romeno di Milano.