Tag: Romania

  • Patrimonio UNESCO in Romania

    Patrimonio UNESCO in Romania

    I più famosi sono i luoghi di culto della Moldavia, con chiese e monasteri risalenti al XV e al XVI secolo, nonché le chiese in legno di Maramureş. Nel centro-sud della Romania, nella provincia di Vâlcea, spicca il Monastero di Hurezi o Horezu, fondato dal principe Constantin Brâncoveanu, e capolavoro dello stile architettonico nato durante il suo regno. L’intero complesso monastico fu costruito tra il 1690 e il 1693 e copre un’area di oltre tre ettari, comprendendo la Chiesa principale, la cappella-ospedale e l’Eremo dei Santi Apostoli.

    Notevoli e di grande importanza sono anche i villaggi con chiese fortificate in Transilvania. Si tratta dei siti rurali di Câlnic (provincia di Alba), Prejmer e Viscri (provincia di Braşov), Dârjiu (situato a sud-ovest di Odorheiu Secuiesc), Saschiz (collocato sulla strada nazionale che collega Rupea a Sighişoara), Biertan (a metà strada tra Mediaş e Sighişoara), Valea Viilor (nell’ex sede sassone di Mediaş, a 14 km da questa città).

    Le fortezze daciche nei Monti Orăştie, vale a dire Sarmizegetusa Regia, Costeşti Cetăţuia, Costeşti Blidaru, Luncani-Piatra Roşie, Băniţa e Căpâlna, sono state inserite nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1999. Nella motivazione si sottolinea che le fortezze daciche rappresentano una fusione di tecniche e concetti di architettura militare provenienti dall’interno e dall’esterno del mondo classico per creare uno stile unico.

    Il centro storico di Sighișoara, antica città sul fiume Târnava Mare, è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO sempre nel 1999. È costituito dalla Cittadella, un insediamento fortificato situato sulla collina con pendii relativamente ripidi che domina la Valle di Târnava, e la Città Bassa, situata ai suoi piedi. Nel corso del tempo, il nucleo storico ha continuato a essere il baricentro dell’insediamento che si è sviluppato attorno alla Città Bassa. Abitato ancora oggi, il centro storico di Sighişoara è definito come il sito urbano medievale più rappresentativo della Transilvania, in quanto l’antica fortezza è un vero e proprio museo all’aperto, con strade strette e tortuose, con massicce case in mattoni, tutto circondato da una cinta muraria.

    Le ex miniere d’oro di Roşia Montană, inserite nel Patrimonio Mondiale nel 2021, rappresentano “il complesso minerario romano più importante, più esteso e più vario al mondo”, secondo l’UNESCO. Estese per oltre sette chilometri, queste miniere d’oro risalenti al II e III secolo sono state inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ma anche nella Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo, a causa di un progetto minerario.

    Come obiettivi naturali, ricordiamo la Riserva della Biosfera del Delta del Danubio, il primo sito naturale della Romania inserito nel 1991 nel Patrimonio dell’UNESCO, e le antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, proprietà transfrontaliere in 12 paesi. Quelle della Romania sono state iscritte nel 2017.

  • Inizio del nuovo mandato di Donald Trump

    Inizio del nuovo mandato di Donald Trump

    Nessuno al mondo è rimasto indifferente al ritorno del repubblicano Donald Trump al ruolo che tanto ama e che gli è mancato per quattro anni: presidente degli Stati Uniti e, implicitamente, l’uomo più forte del pianeta. Non fa eccezione la classe politica di Bucarest, che ha inviato messaggi di congratulazioni a Donald Trump, in occasione del suo ritorno alla Casa Bianca.

    Secondo il presidente in carica, Klaus Iohannis, la Romania, stretto partner strategico degli Stati Uniti, augura al leader americano molto successo in questo importante nuovo mandato. Abbiamo bisogno di un legame transatlantico forte e vibrante, a beneficio della nostra sicurezza e prosperità comune, ha scritto Iohannis sulla piattaforma X.

    Anche il numero due nello stato romeno, secondo l’architettura costituzionale, il presidente liberale del Senato, Ilie Bolojan, ha augurato al presidente Trump successo nel suo nuovo mandato e ha espresso la convinzione che l’amicizia tra i due paesi sarà rafforzata.

    “Il suo ritorno alla Casa Bianca è un momento storico, che avrà echi positivi anche per quanto riguarda la Romania, sia dal punto di vista della sicurezza che di importanti investimenti”, afferma a sua volta il premier socialdemocratico Marcel Ciolacu.

    Dall’opposizione, la leader dell’USR, Elena Lasconi, afferma che inizia un nuovo capitolo nella storia degli Stati Uniti e che l’America rappresenta per la Romania un punto di appoggio in termini di sicurezza nazionale.

    Oltre ai messaggi unanimemente festosi dei politici romeni, la stampa di Bucarest nota che l’unico leader di partito locale invitato alle cerimonie di Washington è stato George Simion, il presidente dell’AUR (l’opposizione nazionalista). Si è recato oltreoceano in veste di vicepresidente del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), una famiglia politica legata ai repubblicani americani da affinità ideologiche.

    I commentatori dicono la Romania non avrebbe motivo di preoccuparsi della nuova era Donald Trump, perché i due paesi sono alleati nella NATO e hanno un partenariato strategico bilaterale che possono sviluppare. Gli analisti ricordano inoltre che, durante il primo mandato di Trump, la Romania è stata tra i primi paesi alleati ad allinearsi alla richiesta del leader della Casa Bianca di aumentare la spesa per la difesa al 2,5% del PIL.

    Un vantaggio in più è che gli acquisti militari della Romania provengono prevalentemente dagli Stati Uniti. Inoltre, Bucarest ha firmato un accordo di prestito da 920 milioni di dollari per modernizzare le sue capacità militari, e una parte di questo denaro andrà alle fabbriche di armi di Romania, che diventerà l’unico produttore in Europa di munizioni per i carri armati Abrams.

  • Preparativi per il Festival George Enescu 2025

    Preparativi per il Festival George Enescu 2025

    Il Festival Internazionale George Enescu si terrà quest’anno dal 24 agosto al 21 settembre. “Ogni festival e la creazione del festival stesso sono stati volti a inserire ad un livello globale più importante e più visibile la musica e il genio di Enescu, e noi continuiamo a farlo. Quest’anno abbiamo molte composizioni di Enescu. Al festival saranno presentate anche delle novità tratte dalle composizioni di Enescu”, ha sottolineato il direttore artistico del festival, Cristian Măcelaru. Secondo il celebre direttore d’orchestra, gli organizzatori si propongono che gli eventi culturali e i concerti della 27a edizione arrivino il più possibile in tutta la Romania e a tutti i romeni.

    D’altra parte, si annuncia un’edizione di anniversari e commemorazioni: 50 anni dalla morte di Shostakovich, 150 anni dalla nascita di Maurice Ravel, 100 anni dalla nascita del direttore d’orchestra Marin Constantin, creatore del Coro Madrigal, 100 anni anni di attività dell’Orchestra Simfonica Nazionale della Danimarca, 45 anni dalla fondazione della Filarmonica da Camera di Bremen e 70 anni dalla creazione dell’Orchestra Filarmonica Transilvania a Cluj-Napoca.

    Il Festival Internazionale George Enescu rappresenta un punto di riferimento internazionale per l’eccellenza artistica, ha detto, a sua volta, il ministro della Cultura, Natalia Intotero. Lei considera che il Festival George Enescu sia molto più di un semplice evento artistico: è un simbolo del valore culturale romeno, un’occasione per celebrare l’eredità di un genio della musica classica, George Enescu. Il ministro della Cultura ha espresso soddisfazione per il sostegno alle attività educative rivolte a studenti, alunni e giovani artisti, attraverso programmi di tirocinio, sessioni di formazione e masterclass anche nell’edizione di quest’anno.

    Il sindaco della Capitale, Nicuşor Dan, ha dichiarato che è una grande gioia per Bucarest ospitare questo festival. “Uno dei nostri interessamenti è quello di stimolare eventi culturali, accademici e sportivi, affinché Bucarest diventi un marchio per questo tipo di eventi. Il Festival Enescu è necessario nel panorama culturale romeno perché impone uno standard e obbliga, in rapporto a questo standard, gli altri operatori culturali”, ha dichiarato il sindaco della Capitale.

    La 27a edizione del Festival Enescu si annuncia come una delle più impegnative dal punto di vista organizzativo. A Bucarest e nel paese arriveranno 80 ensemble sinfonici, cameristici, corali, strumentali, provenienti da 28 paesi, di cui 18 dalla Romania, 9 dalla Germania, 6 sono ensemble di progetti europei, seguiti da ensemble di Francia, Gran Bretagna, Italia, Svizzera, Spagna, Polonia, Austria, Danimarca, Estonia, Lituania o Lettonia. Nell’ambito del festival si terranno anche circa 50 concerti e recital nel Paese.

  • Reazioni dopo la liberazione dei tre ostaggi da Gaza

    Reazioni dopo la liberazione dei tre ostaggi da Gaza

    Tre donne israeliane, tenute finora in ostaggio, sono state rilasciate domenica dal movimento islamico palestinese Hamas, più di 15 mesi dopo il loro rapimento durante l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, che ha portato allo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza. A sua volta, Israele ha liberato 90 prigionieri palestinesi, adolescenti e donne. Si è trattato del primo scambio di prigionieri dopo l’accordo di cessate il fuoco.

    Il corrispondente di Radio Romania in Israele ricorda che Romi Gonen, Doron Steinbrecher ed Emily Damari, di età comprese tra 24 e 31 anni, sono state rilasciate dopo 471 giorni di prigionia, spiegando che, dopo un primo esame medico, le tre donne sono state trasferite in un ospedale nel centro del Paese, dove rimarranno per diversi giorni per accertamenti completi. A quanto pare, sono tornate nel Paese in buona salute.

    Doron Steinbrecher, assistente veterinaria, ha anche la cittadinanza romena. La ballerina Romi Gonen ha origini romene, come centinaia di migliaia di israeliani. Attraverso il suo Ministero degli Affari Esteri, la Romania ha accolto con grande soddisfazione la liberazione dei primi ostaggi israeliani, dopo 15 mesi di prigionia. La diplomazia di Bucarest ringrazia, in un comunicato, per l’eccellente e permanente cooperazione, anche al massimo livello, di tutte le istituzioni nazionali coinvolte.

    “La liberazione dei primi ostaggi dopo la firma dell’accordo è un momento di gioia e di sollievo per le famiglie. La piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco è necessaria per garantire il ritorno in sicurezza di coloro che sono ancora detenuti e per porre fine alle sofferenze delle loro famiglie e dei loro cari, nonché della popolazione civile di Gaza. Allo stesso tempo, l’attuazione dell’accordo apre la prospettiva di una pace duratura, in grado di garantire la sicurezza della regione, nonché la ricostruzione e l’assistenza umanitaria a Gaza”, sottolinea il MAE nel comunicato.

    La Romania accoglie con soddisfazione anche i notevoli sforzi compiuti dagli Stati Uniti, dall’Egitto e dal Qatar nella mediazione del cessate il fuoco tra Israele e Hamas. L’accordo prevede che, in una prima fase, siano rilasciati complessivamente 33 ostaggi e oltre mille prigionieri palestinesi. Aumenterebbe anche il volume degli aiuti umanitari destinati alla popolazione di Gaza, dove, dall’inizio dell’intervento militare israeliano, sono state uccise quasi 47.000 persone.

    In una seconda fase, Hamas dovrebbe rilasciare anche gli ultimi 65 ostaggi e lo Stato ebraico dovrebbe ritirare le sue truppe dall’enclave. L’ambasciatore di Romania in Israele, Radu Ioanid, citato dai media a Bucarest, invita a un moderato ottimismo, perché la situazione in Medio Oriente è molto fluida e “ciò che oggi è grigio, domani sarà rosa e il dopodomani sarà nero”.

  • Banca Mondiale, previsioni al ribasso per la Romania

    Banca Mondiale, previsioni al ribasso per la Romania

    L’economia romena crescerà del 2,1% quest’anno, rispetto al 3,8% stimato alla metà del 2024. Lo rileva il più recente rapporto sulle Prospettive economiche globali, pubblicato dalla Banca Mondiale, indicando un calo anche nelle previsioni per l’anno prossimo, dal 3,8 al 2,6%. Secondo la Banca Mondiale, la crescita nell’Europa centrale dovrebbe riprendersi al 2,8% nel 2025 e al 3% nel 2026, alla luce delle robusta domanda privata. Tuttavia, si prevede che l’aumento delle esportazioni dall’Europa Centrale rimanga modesto, indietro a quello, a sua volta in calo, dell’eurozona. Secondo le previsioni degli esperti dell’istituzione internazionale, il livello degli investimenti, soprattutto in Polonia e Romania, dovrebbe migliorare grazie alle riforme strutturali e ai fondi europei in ritardo.

    Secondo il rapporto, a questi paesi sono stati erogati rispettivamente il 19% e il 33% dei fondi nella Facilitazione di Ripresa e Resilienza, con circa il 13% degli obiettivi raggiunti e valutati positivamente. Nonostante l’afflusso di finanziamenti forniti dall’Unione Europea, le misure di consolidamento fiscale recentemente annunciate hanno contribuito da giugno a una significativa revisione al ribasso delle prospettive della Romania, secondo le stime della Banca Mondiale.

    All’inizio di febbraio, una missione del Fondo Monetario Internazionale si recherà a Bucarest per incontrare i rappresentanti del nuovo Governo romeno e della Banca Centrale. La visita mira ad analizzare i recenti sviluppi economici e finanziari e ad aggiornare le prospettive macroeconomiche. Alla fine dello scorso anno, l’agenzia di rating Fitch ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL della Romania per il 2025 e il 2026, rispettivamente all’1,4 e al 2,2%, data una ripresa meno pronunciata nell’eurozona. La Banca Mondiale prevede infatti che nell’eurozona il PIL crescerà solo dell’1% nel 2025, dopo aver stimato a giugno un aumento dell’1,4%.

    Il peggioramento delle prospettive si inserisce in un contesto di riduzione dei consumi, bassi investimenti aziendali e debole evoluzione industriale. La Banca Mondiale richiama l’attenzione sugli effetti che potrebbero avere i problemi della Germania, responsabile di quasi il 30% del PIL dell’eurozona. Inoltre, la Banca Mondiale ha ammonito che eventuali dazi aggiuntivi del 10% imposti dagli Stati Uniti potrebbero ridurre di 0,3 punti percentuali la già fragile crescita economica globale, se i partner commerciali degli USA imponessero i propri dazi. Potenziali tasse doganali aggiuntive ridurrebbero dello 0,9% la crescita economica degli Stati Uniti, stimata al 2,3% nel 2025. Gli investimenti diretti esteri nei paesi in via di sviluppo sono ora la metà di quelli del 2000, e le restrizioni commerciali globali sono cinque volte superiori rispetto alla media del 2010-2019, stima la Banca Mondiale.

  • Nuove regole per la campagna elettorale

    Nuove regole per la campagna elettorale

    Il Governo romeno ha stabilito, tramite ordinanza d’urgenza, che le elezioni presidenziali si terranno a maggio, con il primo turno il 4 e il round decisivo il 18. Le elezioni presidenziali avrebbero dovuto por fine alla maratona elettorale dello scorso anno, ma la Corte Costituzionale le ha annullate, poco prima del ballottaggio dell’8 dicembre, con la motivazione che l’intero processo elettorale fosse stato viziato e dirottato, con il coinvolgimento di un attore statale esterno, a favore del vincitore del primo turno, l’estremista filorusso Călin Georgescu.

    L’Esecutivo ha elaborato nuove regole, relative al voto all’estero, ma anche allo svolgimento della campagna elettorale. I romeni all’estero potranno votare nell’arco di tre giorni, come in precedenza, ma in fasce orarie modificate. Pertanto, venerdì e sabato, le votazioni oltre confine si svolgeranno dalle 7:00 alle 21:00 ora locale, ma domenica, quando si vota anche nel paese, le urne chiuderanno alle 21:00 ora romena.

    Questa misura è stata adottata su proposta dell’Autorità Elettorale Permanente, al fine di non lasciare più quella fascia di tempo in cui il voto può essere influenzato quando i seggi in Romania sono ormai chiusi, ma rimangono aperti all’estero, ad ovest della Romania, sui fusi orari afferenti. Se ci sono ancora persone che vogliono votare negli stati situati a ovest, lo potranno fare fino a mezzanotte, ora romena.

    L’ordinanza stabilisce diversi obblighi per la pubblicazione e la distribuzione online dei materiali della campagna elettorale. Devono contenere chiari elementi identificativi come pubblicità politica, tra cui chi li paga o se vengono utilizzate tecniche per raggiungere un pubblico target. L’inosservanza delle nuove norme è punibile con una multa fino a 50.000 lei, l’equivalente di 10.000 euro, e nel caso delle grandi piattaforme online, la multa può raggiungere il 5% del fatturato, se il materiale pubblicitario in questione è non rimosso entro cinque ore dalla notifica dell’Autorità Elettorale Permanente.

    Secondo l’Esecutivo, è in atto un meccanismo di controllo dei materiali che saranno pubblicati sui social network e le notifiche e le denunce riguardanti possibili violazioni delle norme dovranno essere inoltrate all’Ufficio Elettorale Centrale. Le nuove regole sono volte a prevenire quanto accaduto prima del primo turno, quando il candidato Georgescu, autodichiarato indipendente, è stato promosso in modo massiccio e sproporzionato rispetto agli altri su TikTok.

    Tuttavia, diverse importanti organizzazioni non governative hanno criticato queste nuove disposizioni, che secondo loro sono state introdotte senza un previo dibattito pubblico e potrebbero incidere su diritti fondamentali dei cittadini, rappresentando una minaccia per la libertà di espressione. Secondo le ong, l’atto normativo rischia di limitare le opinioni politiche e i dibattiti legittimi. La leader dell’USR, Elena Lasconi, che si era qualificata per il turno decisivo insieme a Georgescu, ha criticato il cambiamento del programma di voto oltre confine, poiché costituirebbe una discriminazione e una grave violazione del diritto di voto dei romeni all’estero.

  • Stagione delle infezioni virali respiratorie

    Stagione delle infezioni virali respiratorie

    Il numero di infezioni virali respiratorie rilevato nell’ultima settimana nella provincia di Arad, nella Romania occidentale, è triplicato rispetto alla precedente. Secondo la Direzione provinciale di pubblica sanità, sono state registrate 1.414 infezioni respiratorie, rispetto alle 548 della settimana precedente o alle 513 dell’ultima settimana del 2024.

    Questo aumento si è verificato anche perché i medici di famiglia non hanno lavorato durante le feste invernali, periodo in cui è stato registrato un numero minore di diagnosi, che sono state effettuate principalmente negli ospedali, spiegano i rappresentanti della Direzione di pubblica sanità di Arad. Il numero di polmoniti ha registrato un calo insignificante, da 160 a 159 nuovi casi negli ultimi sette giorni. Nel caso delle infezioni da virus influenzale, se nella prima settimana di gennaio si sono verificati quattro casi confermati, nella seconda settimana sono stati 23.

    Gli specialisti precisano che Arad non è un’eccezione, bensì un campione rappresentativo per l’intero paese. L’ospedale provinciale di emergenza di Satu Mare (nord-ovest) ha introdotto restrizioni di accesso, proprio a causa dell’aumento del numero di casi di influenza e infezioni respiratorie. Il reparto di malattie infettive dell’Ospedale provinciale di emergenza di Slatina (sud) è quasi pieno, ha precisato il direttore sanitario della struttura.

    La maggior parte dei casi si verifica a Bucarest. Solo presso l’Ospedale clinico per le malattie infettive “Victor Babeş” della Capitale vengono visitate ogni giorno tra 150 e 200 persone affette da varie forme di infezioni virali respiratorie. In breve, sempre più romeni si presentano agli studi dei medici di famiglia e ai reparti di pronto soccorso degli ospedali con sintomi acuti di raffreddore o influenza.

    La presidente della Commissione epidemiologica del Ministero della Salute, la professoressa universitaria Doina Azoicăi, ha dichiarato a Radio Romania che sono oltre 200 i virus respiratori che, durante la stagione fredda, possono causare infezioni. A seconda delle caratteristiche dell’individuo e del tipo di agente patogeno, le infezioni possono variare da semplici raffreddori a forme gravi di malattie respiratorie acute. La dott.ssa Azoicăi afferma che la pandemia di COVID-19, avvenuta 4-5 anni fa, avrebbe dovuto insegnare molte cose alla gente. Innanzitutto, evitare gli assembramenti e il contatto con persone che presentano già sintomi.

    La vaccinazione antinfluenzale resta comunque il metodo più semplice, sicuro ed efficace per proteggersi dalle malattie stagionali – ha inoltre precisato l’esperta, sottolineando che, con l’aumento della percentuale della popolazione vaccinata, diminuisce anche la diffusione del virus influenzale nella comunità. La stampa nota, però, che, dal punto di vista del calendario, l’inverno è già alla metà e i romeni che si sono vaccinati o che si dichiarano disposti a farlo sono una minoranza.

  • Finanziaria 2025 senza nuove tasse

    Finanziaria 2025 senza nuove tasse

    In ritardo a causa della formazione del governo, l’approvazione della Finanziaria per il corrente anno è la priorità numero uno. E non una Finanziaria qualsiasi, ma una costruita con cautela, senza spesa eccessiva che ha caratterizzato il precedente e che ha generato un deficit preoccupante, salito al 9% del PIL. Nel loro incontro dedicato al budget, il premier Marcel Ciolacu e il ministro delle Finanze, Tánczos Barna, hanno concluso che la Romania non può più permettersi di aumentare la spesa per beni e servizi.

    L’obiettivo del deficit del 7% di quest’anno, assunto nei colloqui con la Commissione Europea, non può essere raggiunto, d’altro canto, senza congelare i fondi salariali e pensionistici e senza esercitare un’ulteriore pressione sull’Agenzia delle entrate affinché migliori la riscossione dell’IVA. Tuttavia, nel caso delle pensioni basse e medie, il Governo cercherà delle soluzioni per un aumento, promette Marcel Ciolacu. Tánczos Barna si è pronunciato per un rigoroso controllo delle spese, affinché la Romania rispetti gli impegni presi con i partner europei, e ha insistito sul fatto che, per quanto riguarda le entrate, dovrebbero essere incluse solo quelle realizzabili.

    “Il piano fiscale di bilancio strutturale a medio termine assunto dalla Romania prevede il 7% quest’anno e una progressiva riduzione del deficit di bilancio fino al 3% nei prossimi sette anni. E questo impegno non va rispettato solo ora: quello che costruiamo oggi, quello che costruiamo per il 2025 deve avere un impatto anche per gli anni a venire, per non ridurre gli importi stanziati agli investimenti, bensì aumentarli costantemente. D’altra parte, non dobbiamo esagerare sul versante dei redditi irraggiungibili, e non dobbiamo finire nella situazione in cui la differenza sia coperta dai prestiti”, ha dichiarato Tánczos Barna.

    In mezzo agli scenari che circolano nei media secondo cui le autorità aumenteranno alcune tasse, il premier e il ministro delle Finanze hanno assicurato che l’Imposta sul Valore Aggiunto rimarrà invariata.

    “Non aumenteremo l’IVA. Perché non aumentiamo l’IVA? Rappresento un partito socialdemocratico. Innanzitutto, lo sforzo verrebbe trasferito ugualmente a tutti i romeni, indipendentemente dal reddito, il che comporterebbe una diminuzione del potere d’acquisto. Io non lo faccio e sono molto contento che anche il ministro dica la stessa cosa. In questo momento, i consumi diminuiranno e automaticamente, vedrete, raggiungeremo una diminuzione dell’inflazione”, ha detto Marcel Ciolacu.

    L’ordinanza adottata dal nuovo governo PSD – PNL – UDMR a fine anno prevede la riduzione della spesa pubblica, l’eliminazione di alcune agevolazioni fiscali nei settori dell’informatica, dell’edilizia e dell’industria agroalimentare, nonché la riorganizzazione e l’accorpamento delle agenzie del Segretariato Generale del Governo. Un approccio simile interesserà anche l’apparato operativo dell’Esecutivo stesso, poiché la Romania ha bisogno di una riforma strutturale, ha aggiunto Marcel Ciolacu.

  • Banca Centrale mantiene tasso di riferimento

    Banca Centrale mantiene tasso di riferimento

    La Banca Nazionale della Romania mantiene l’atteggiamento prudente e ha deciso di mantenere invariato il tasso di interesse di riferimento al 6,5% annuo, alla luce delle incertezze interne e internazionali. Dopo due ribassi successivi, il tasso di riferimento non è stato modificato da agosto, nell’ambito degli sforzi per ridurre l’inflazione. Secondo la Banca Centrale, nell’ultimo trimestre dell’anno scorso la crescita è stata maggiore di quanto previsto in precedenza. È stato inoltre deciso di mantenere i tassi di interesse ai quali le banche commerciali possono prendere in prestito dalla Banca Nazionale o che ricevono per gli importi tenuti nei suoi conti rispettivamente al 7,5% e al 5,5% annuo.

    Allo stesso tempo, gli attuali livelli dei tassi di riserva minima per le passività in lei e in valuta estera degli istituti di credito sono rimasti invariati. Gli specialisti avevano anticipato queste decisioni e ritengono che la Banca Nazionale continuerà ad agire con cautela per non far sfuggire l’inflazione al controllo, ma anche per non compromettere la crescita economica, già piuttosto bassa.

    L’analista finanziario Dragoş Cabat ha fornito maggiori dettagli. “La decisione è del tutto normale, considerando che si tratta di un periodo di grandi incertezze interne e internazionali. Al momento non abbiamo ancora una Finanziaria, non abbiamo ancora un piano per ridurre il deficit di bilancio. Il debito pubblico cresce continuamente, da un mese all’altro, proprio per coprire questo deficit di bilancio. Abbiamo anche un deficit commerciale. Non si sa se le tasse aumenteranno o meno, se e in quale forma la spesa pubblica diminuirà”, spiega l’analista. L’inflazione è aumentata negli ultimi mesi del 2024. La crescita economica è molto bassa, la guerra in Ucraina continua e nell’UE ci sono incertezze politiche in alcuni paesi importanti, aggiunge Dragoş Cabat.

    L’analista ritiene che le possibilità che la Banca Centrale abbassi il tasso di interesse della politica monetaria quest’anno siano piuttosto scarse. La Banca Nazionale attribuisce l’inflazione più alta del previsto principalmente all’aumento dei prezzi del carburante, soprattutto a seguito dell’apprezzamento del dollaro statunitense sui mercati internazionali, e in misura minore al rincaro dei prezzi dei generi alimentari, a seguito della grave siccità della scorsa estate. Secondo i più recenti dati, il tasso d’inflazione annuo diminuirà nel primo trimestre del 2025, ma registrerà valori più elevati di quanto precedentemente previsto.

    Gli esperti della Banca Centrale sottolineano che significative incertezze e rischi legati all’evoluzione dell’inflazione derivano dalla condotta della futura politica fiscale e di entrate, nel contesto dell’attuazione del pacchetto di misure fiscali e di bilancio recentemente approvato ai fini del consolidamento fiscale, ma anche dalla situazione del mercato del lavoro e dalla dinamica salariale nell’economia. Allo stesso tempo, notevoli incertezze continuano ad essere associate all’evoluzione dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, nonché alla futura traiettoria della quotazione del greggio, alla luce delle tensioni geopolitiche. La Romania ha chiuso il 2024 con un’inflazione del 5,1%.

  • Anno filatelico 2024 – personalità ed eventi

    Anno filatelico 2024 – personalità ed eventi

    La Romania ha dedicato a questa ricorrenza un’emissione filatelica composta da due francobolli, uno da 13 lei, con una litografia d’epoca raffigurante l’eroe e un foglietto da 33 lei, che riproduce il ritratto realizzato da Mişu Popp, mentre sul francobollo c’è un disegno che aggiunge a questo ritratto l’immagine della casa natia.

    A ottobre, sono state omaggiate altre due personalità. A 400 anni dalla nascita del Metropolita Dosoftei, sono stati emessi due francobolli. Quello dal valore di 13 lei presenta il ritratto d’epoca del metropolita che scrisse il “Salterio in versi” del 1673, e stampò i libri liturgici in romeno, molti dei quali tradotti dallo stesso metropolita. Poco dopo, è stata lanciata l’emissione filatelica “C. I. Parhon, 150° anniversario della nascita”, costituito da un unico francobollo, raffigurante l’immagine dello scienziato mentre lavora al microscopio. Il professor Constantin Ion Parhon è il fondatore della scuola romena di endocrinologia e uno dei pionieri dell’endocrinologia mondiale.

    Nel 2024, sono trascorsi anche 50 anni da quando il professore americano di origine romena George Emil Palade è stato insignito del Premio Nobel per la Medicina. Il celebre medico nacque e studiò in Romania, che lasciò nel 1941, quando aveva meno di 30 anni. Nel 1974, fu insignito del Nobel per una serie di importanti ricerche sull’organizzazione funzionale della cellula. Sia il francobollo del valore di 13 lei, sia il foglietto del valore di 33 lei riportano la fotografia dello scienziato romeno-americano e l’immagine della medaglia del Premio Nobel.

    L’emissione “Anniversari storici”, composta da tre francobolli, è stata dedicata ad eventi storici legati alla personalità del principe Michele il Bravo. Si tratta del 425° anniversario della sua entrata trionfale nella cittadella di Alba Iulia, evento che ha preceduto la prima Unione dei tre principati romeni, e del 150° dell’inaugurazione della statua di Michele il Bravo a Bucarest, alla presenza del principe Carlo I e della principessa Elisabetta.

    Sempre nel 2024, sono state lanciate delle emissioni filateliche particolari in occasione del 160° anniversario di importanti istituzioni romene: il Senato, la Corte dei Conti e l’Università di Bucarest. La loro fondazione porta la firma di Alexandru Ioan Cuza, sovrano dei Principati Romeni Uniti, che troviamo sui francobolli dedicati al Senato e all’Università. Lo storico Constantin Daicoviciu ritiene che la città romana di Napoca sia stata fondata nel 124, ai tempi dell’imperatore Adriano. 1900 anni dopo, la Romania ha dedicato a questa ricorrenza un’emissione filatelica composta da due francobolli.

     

  • Redditi e spese delle famiglie in Romania

    Redditi e spese delle famiglie in Romania

    Nel terzo trimestre del 2024, un nucleo familiare in Romania ha registrato un reddito mensile medio totale di 8.255 lei, l’equivalente di circa 1.650 euro, in aumento dello 0,5% per nucleo familiare rispetto al secondo trimestre dello stesso anno. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, il reddito medio mensile calcolato per una persona era di circa 3.300 lei, dello 0,7% in più. Rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente, il reddito medio mensile complessivo di una famiglia e quello di una singola persona sono aumentati di poco più del 13%. Degli 8.255 lei guadagnati da una famiglia nel terzo trimestre dello scorso anno, la maggior parte è stata spesa. In aumento del 9% rispetto all’anno precedente, la spesa media mensile complessiva ha rappresentato l’85% del reddito.

    Nell’ultimo anno è stata osservata una crescita del potere d’acquisto della popolazione, afferma l’analista finanziario Adrian Codirlaşu, spiegando anche perché l’inflazione è percepita come più alta di quanto mostrino le statistiche. ʺVediamo un aumento della spesa superiore all’inflazione. È vero, c’è anche una componente di volume: con l’aumento del reddito, è stata acquistata una quantità maggiore e sarebbe ideale poter separare la parte di volume da quella di aumento del prezzo. Ma è possibile che certi elementi che rientrano nelle spese non siano compresi nell’inflazione, ed è per questo che l’inflazione in realtà viene sentita molto più fortemente di quanto non sia in realtà. In linea di principio, i pesi sono rimasti relativamente simili a quanto accaduto nel periodo precedente”, ha spiegato l’analista.

    La fonte di reddito più importante per i romeni sono stati gli stipendi e gli altri diritti salariali, seguiti da pensioni, sussidi, indennità di disoccupazione o assistenza sociale. In una famiglia urbana, il reddito mensile totale medio è stato 1,3 volte superiore rispetto alle aree rurali e, calcolato per una singola persona, 1,5 volte superiore. Le principali destinazioni delle spese fatte nel terzo trimestre dello scorso anno sono state per il consumo di prodotti agroalimentari, bevande analcoliche e generi non alimentari, per il pagamento di bollette, imposte, contributi, tasse, ma anche per l’acquisto di abbigliamento e calzature. In Romania, la spesa media mensile delle famiglie più bassa è stata quella per l’istruzione. “L’85% delle entrate va in tasse e spese”, nota la stampa a Bucarest, concludendo che “i romeni hanno redditi più alti, ma spendono quasi tutto”.

  • Viaggi senza visti per i romeni negli USA

    Viaggi senza visti per i romeni negli USA

    Dal 31 marzo, i cittadini romeni potranno recarsi negli Stati Uniti attraverso una procedura semplificata, dopo che le autorità americane hanno concesso alla Romania lo status di paese partecipante al Programma Visa Waiver. L’abolizione dei visti per i cittadini romeni è stata ufficializzata venerdì presso la sede del Dipartimento della Sicurezza Interna a Washington.

    “È un momento importante e felice per tutti i romeni, e la decisione degli Stati Uniti dimostra quanto forte sia diventato lungo il tempo il legame tra la Romania e gli Stati Uniti”, ha dichiarato in questa occasione l’ambasciatore romeno a Washington, Andrei Muraru, spiegando anche cosa comporta questo iter.

    “Oltre agli evidenti vantaggi economici e di sicurezza, i romeni che vogliono viaggiare in America ora possono farlo in modo molto più semplice, più veloce e più economico. I romeni non devono più aspettare mesi per un appuntamento, non devono più superare un colloquio e non devono più pagare una tassa considerevole. Da oggi, la strada per l’America è più breve. La Romania diventa il primo paese della regione del Mar Nero ad entrare in questo programma selettivo, e ciò è nell’interesse della promozione della cooperazione bilaterale e regionale in materia di sicurezza”, ha dichiarato l’ambasciatore.

    Prima di intraprendere il viaggio negli Stati Uniti, i cittadini romeni dovranno registrarsi nel Sistema Elettronico per l’Autorizzazione al Viaggio (ESTA). Le persone che non otterranno l’approvazione tramite questo sistema non potranno imbarcarsi su nessuna compagnia aerea per gli USA. L’autorizzazione di viaggio sostitutiva del visto sarà valida per due anni, con un numero illimitato di ingressi o uscite dagli Stati Uniti.

    Secondo l’Ambasciata degli USA a Bucarest, l’autorizzazione può essere utilizzata per visite fino a 90 giorni e il costo è di 21 dollari americani. In un’intervista a Radio Romania, l’ambasciatore Andrei Muraru ha precisato che vengono sostituiti solo i visti di tipo B, cioè i visti per turismo e affari. Per qualsiasi altra destinazione di viaggio, sia per lavoro, studio o per motivi e trattamenti medici, ci sono altri visti per i quali il sistema rimane lo stesso, con richiesta.

    Allo stesso tempo, i romeni potranno continuare a richiedere il visto americano, con il vantaggio che ha una validità di 10 anni e la durata massima del viaggio è di sei mesi. “Si tratta di un successo che determinerà lo sviluppo ancora più dinamico delle nostre relazioni bilaterali, a tutti i livelli”, ha dichiarato a Bucarest il presidente Klaus Iohannis, congratulandosi con tutti coloro che hanno contribuito all’inclusione della Romania nel Programma Visa Waiver.

  • Ridurre il deficit di bilancio

    Ridurre il deficit di bilancio

    Secondo i dati del Ministero delle Finanze, la Romania chiude il 2024 con un deficit dell’8,6%. Gli esperti sottolineano che si tratta di una cifra enorme, tra le più alte nell’UE. La crescita economica non è solida, poiché si basa su grandi squilibri, sia interni che esterni, e il Governo deve cercare di tenere la spesa sotto stretto controllo, spiegano gli esperti. Il deficit deve diminuire quest’anno, il che rappresenta una vera sfida, precisa anche il ministro delle Finanze, Tánczos Barna, spiegando che l’obiettivo per il 2025 è la moderazione nella gestione del denaro pubblico, dato che il 2024 è stato un anno difficile per la Romania, sotto tutti i punti di vista.

    “È stato un anno elettorale con molte elezioni, è stato un anno in cui sono state ricalcolate le pensioni, sono aumentati gli stipendi in diversi settori e sono stati sostenuti gli investimenti con importi senza precedenti. E penso che questo sia l’elemento più importante del bilancio 2024, anche se l’anno si è concluso con un deficit dell’8,6%. L’anno 2025 significherà un deficit del 7% e, in effetti, è una sfida, nelle condizioni in cui vogliamo mantenere gli importi stanziati agli investimenti, pagare gli stipendi e le pensioni al livello di novembre 2024. Dobbiamo sostenere il sistema educativo, il sistema sanitario, tutte le istituzioni pubbliche, per rientrare in questo deficit, ma allo stesso tempo deve essere anche l’anno in cui iniziamo a creare quello stato snello, che non riscuote tasse per diventare obesi, assumere ancora più persone e fornire gli stessi servizi con un numero maggiore di dipendenti, a costi molto, molto alti”, ha detto Tánczos Barna.

    Il ministro ha ricordato che, nel 2024, la Romania ha concluso un impegno di 7 anni con la Commissione Europea e alla fine del periodo dovrà raggiungere un deficit del 3%, aggiungendo che, nell’elaborazione della Finanziaria per il 2025, le autorità non stanno prendendo in considerazione l’aumento dell’IVA o alcuna modifica alle imposte salariali. Tánczos Barna ha spiegato che la bozza della Finanziaria sarà presentata alla coalizione governativa entro il 27 gennaio, per essere adottata dal Parlamento nella prima settimana di febbraio.

    Il Governo presieduto dal socialdemocratico Marcel Ciolacu ha recentemente approvato un’ordinanza d’urgenza riguardante alcune misure fiscali e di bilancio nel campo della spesa pubblica, per stabilire le coordinate del bilancio generale per il 2025. Le misure hanno suscitato l’insoddisfazione nel settore privato, che lamenta l’imprevedibilità legislativa e la modifica delle leggi fiscali da un giorno all’altro.

    Da parte loro, i sindacati avvertono che nel prossimo periodo seguiranno proteste e hanno chiesto al Difensore Civico di contestare presso la Corte Costituzionale l’articolo che prevede il congelamento dell’indicizzazione delle pensioni. Entrata in vigore dal 1° gennaio, l’ordinanza prevede anche il congelamento degli stipendi, l’eliminazione di alcune agevolazioni fiscali e la limitazione di determinati benefici.

  • La Romania e le industrie strategiche

    La Romania e le industrie strategiche

    Visitando la Romania nell’ambito di un tour europeo, il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, Stéphane Séjourné, responsabile per la prosperità e la strategia industriale, ha promesso di sostenere importanti settori dell’industria locale, dalla produzione di batterie al settore dell’acciaio. Stéphane Séjourné ha annunciato che il mese prossimo la Commissione pubblicherà un piano strategico che semplificherà il quadro normativo nel campo della reindustrializzazione e includerà tutte le questioni del settore delle batterie, tra cui la decarbonizzazione e la competitività delle aziende. Ha visitato, insieme al ministro dell’Economia, Bogdan Ivan, l’azienda romena Prime Batteries Technology, che produce accumulatori agli ioni di litio all’avanguardia e sistemi di stoccaggio di energia personalizzati.

    Il commissario europeo ha incontrato le autorità di Bucarest e ha visitato anche l’Istituto Nazionale di Ricerca e Sviluppo Aerospaziale, il principale centro di ricerca nel campo delle scienze aerospaziali del Paese. Stéphane Séjourné ha apprezzato il fatto che la Romania è uno degli stati più industrializzati dell’Europa e ha affermato che sosterrà il proseguimento di questo processo. “Abbiamo bisogno della Romania in questi momenti di incertezza economica e di reindustrializzazione”, ha dichiarato il vicepresidente della CE.

    Da parte sua, il ministro Bogdan Ivan ha sottolineato l’importanza di questa visita, come un messaggio chiaro che l’Unione sostiene la Romania nel diventare un attore chiave nei nuovi settori industriali. “Quando parliamo dello sviluppo industriale dell’Europa e della riduzione della dipendenza da altri continenti, parliamo di sfruttare al meglio le risorse che abbiamo qui, e la Romania ha enormi risorse di materiali critici. D’altro canto, ha una posizione geostrategica estremamente importante”, ha dichiarato Bogdan Ivan, aggiungendo che si punterà su progetti complementari tra gli stati membri dell’Unione, evitando la concorrenza interna e allineando gli obiettivi nazionali alla visione europea.

    Si stima che il valore del mercato globale delle batterie raddoppierà nei prossimi anni, alla luce della crescente domanda di accumulatori agli ioni di litio, considerati le soluzioni di stoccaggio di energia più efficienti per l’industria automobilistica ed energetica. Attualmente l’Europa dipende in larga misura dalle importazioni di metalli rari e produce molte meno batterie del necessario richiesto dal mercato. Per ridurre questa dipendenza, l’Unione Europea punta a diventare il secondo più grande produttore di batterie al mondo, dopo la Cina. Per quanto riguarda l’industria dell’acciaio in Romania, il commissario europeo ha affermato che si tratta di un settore essenziale per batterie, automobili ed energia eolica, motivo per cui sarà un argomento prioritario nella sua prossima visita a Bucarest.

  • Elezioni presidenziali a maggio

    Elezioni presidenziali a maggio

    Nella prima riunione di quest’anno, i partiti politici che compongono la coalizione al governo in Romania – PSD, PNL, UDMR – e i rappresentanti delle minoranze nazionali hanno stabilito il calendario delle nuove elezioni presidenziali. La decisione arriva dopo che la Corte Costituzionale ha annullato le elezioni dello scorso anno, a causa delle ingerenze ibride esterne e del finanziamento non dichiarato della campagna elettorale di uno dei candidati. Si tratta dell’indipendente Călin Georgescu, sovranista estremista e ammiratore di Vladimir Putin, che ha sorpreso riuscendo a raccogliere il maggior numero di voti al primo turno delle elezioni annullate ulteriormente.

     

    La coalizione ha quindi concordato che il primo turno delle elezioni presidenziali si terrà il 4 maggio e il secondo il 18 maggio, decisione che verrà concretizzata giuridicamente la prossima settimana attraverso atti normativi adottati dal Governo: un progetto di ordinanza d’urgenza e il progetto di decreto governativo. Nella definizione delle date si è tenuto conto che le elezioni non sovrapponessero alle Festività di Pasqua e della Domenica delle Palme, si legge in un comunicato, che specifica inoltre che il primo turno si svolgerà contemporaneamente alle elezioni parziali in alcune province. Si tratta delle elezioni dei sindaci di 13 località, due città e un Consiglio provinciale.

     

    La coalizione di governo ha anche riconfermato che l’ex presidente del PNL, Crin Antonescu, rimane il suo candidato per la massima carica dello stato. Annunciato il 23 dicembre come unico rappresentante della coalizione alle presidenziali, Crin Antonescu si era autosospeso qualche giorno fa dall’accordo, invocando la mancanza di una data concreta per le elezioni, ma anche del sostegno delle forze politiche che lo avevano proposto.

     

    Mercoledì è stato anche il giorno in cui la Corte d’Appello di Bucarest ha pubblicato le motivazioni della decisione con cui, il 31 dicembre, è stata respinta la causa contro l’Ufficio Elettorale Centrale in merito all’annullamento delle presidenziali. Il diritto di voto e il diritto di essere eletti sono stati violati attraverso l’esercizio di un abuso di potere, hanno sostenuto Călin Georgescu e la Coalizione per la difesa dello stato di diritto nella loro causa. Non è stato rispettato né il diritto del popolo romeno di esercitare la sovranità nazionale attraverso i propri organi rappresentativi, costituiti attraverso elezioni libere e giuste – ha accusato inoltre Călin Georgescu – né il diritto dei cittadini della Romania di vivere in uno stato di diritto e democratico.

     

    Le decisioni della Corte Costituzionale di Romania sono definitive e vincolanti, pertanto non possono essere analizzate in tribunale – scrive nella sua motivazione la Corte d’Appello di Bucarest, specificando inoltre che, tramite l’annullamento di queste elezioni, non sono stati violati i diritti civili e fondamentali dei cittadini previsti dalla Costituzione.