Author: Adina Vasile

  • 2 giugno: Auguri, Italia!

    2 giugno: Auguri, Italia!

    Sono tanti gli eventi celebrativi organizzati, anche questanno, in Romania, in occasione della Festa della Repubblica Italiana.



    In una dichiarazione rilasciata alla nostra collega Iuliana Anghel, riportata da Radio Romania Attualità, Sua Eccellenza lAmbasciatore dItalia a Bucarest, Diego Brasioli, ha sottolineato che i rapporti tra Romania e Italia si fanno sempre più intensi, sia dal punto di vista politico, che sociale. Lambasciatore ha ricordato che in Italia vivono oltre un milione di romeni molto ben integrati nella società. Diego Brasioli ha, inoltre, precisato che, lanno scorso, linterscambio commerciale tra Romania e Italia ha superato i 13,5 miliardi di euro, in crescita di quasi il 10% rispetto allanno precedente, e che sono state registrate oltre 2.200 nuove imprese italiane in Romania. Lambasciatore ha sottolineato anche le eccellenti relazioni tra Radio Romania e Radio RAI, che si sono intensificate attraverso una serie di progetti congiunti.



    Il 2 giungo, l’ambasciatore Diego Brasioli ha offerto, nella splendida cornice dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest, un ricevimento per la Festa della Repubblica, al quale il presidente romeno Klaus Iohannis è stato ospite d’onore. Stando all’agenzia stampa Rador, l’ambasciatore ha voluto sottolineare in questa occasione che la Romania riunisce sin dal 2011 i requisiti necessari per l’adesione all’Area Schengen e che il Governo di Roma sostiene gli sforzi della Romania in questo senso.



    Dal canto suo, nel discorso tenuto all’Ambasciata d’Italia, il presidente Klaus Iohannis ha anunciato l’ormai prossima visita del presidente Sergio Mattarella in Romania. “Ho la ferma convinzione che la visita in Romania del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, rappresenterà una continuazione e un approfondimento del dialogo tra i due Paesi”, ha precisato Iohannis, citato dall’agenzia stampa Rador. Il presidente romeno ha affermato che “i legami storici solidi e la lunga tradizione di amicizia e cooperazione tra Romania e Italia hanno acquisito un nuovo e importante significato grazie al partenariato strategico tra i due Paesi, che ha contribuito alla continua evoluzione della collaborazione su piano economico e politico”. Il capo dello stato romeno ha ricordato che l’Italia si trova al primo posto tra gli investitori stranieri in Romania. “Il nostro obiettivo comune è che le aziende italiane svolgano un ruolo ancor più importante nell’evoluzione dell’economia romena, tramite la portata e il risultato dei progetti sviluppati. C’è un forte interesse delle aziende italiane ad investire in Romania e la nostra missione è di offrire loro le opportunità affinchè questo interesse continui”, ha affermato il presidente romenio. Inoltre, Klaus Iohannis ha aggiunto che la relazione romeno-italiana è una privilegiata anche su piano europeo, in quanto “la Romania e l’Italia sostengono insieme una serie di iniziative destinate alla realizzazione di una maggiore integrazione europea”.



    Un progetto culturale molto importante realizzato dall’Ambasciata d’Italia a Bucarest, quest’anno, in occasione della Festa del 2 giugno, è la mostra fotografica “Ciao Bucarest. Influenze urbane italiane a Bucarest”, inaugurata il 1 giugno al Museo Nazionale d’Arte della Romania e aperta al pubblico fino al 15 agosto. Il progetto è destinato a far meglio conoscere le influenze italiane nell’architettura e nel paesaggio di Bucarest, dal Settecento ad oggi, e gode anche di un sito web – ciao.bucarest.ro – che porta alla scoperta dei monumenti, dell’urbanistica e della toponomastica italiana.



    In occasione del 70esimo della Repubblica Italiana, l’Ambasciata d’Italia a Bucarest, assieme all’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest e all’Ufficio di Bucarest dell’Ice — l’Agenzia per la Promozione all’Estero e l’Internazionalizzazione delle Imprese italiane, hanno preparato, inoltre, una serie di eventi speciali nell’ambito del Festival Italiano, giunto nel 2016 all’ottava edizione. Il festival, in programma dal 12 maggio al 24 giugno, riporta alla ribalta le eccellenze del Made in Italy, tra l’altro, nell’enogastronomia, nella moda e nell’arredamento.




    Nel 2016, il Festival Italiano coincide non solo con il 70esimo della Repubblica Italiana, ma anche con il 90esimo dell’Ice, che in Romania svolge attività di assistenza, promozione, informazione e formazione da oltre 47 anni. Va ricordato che l’Italia si conferma anche nel 2016 partner decisivo della Romania, restando il secondo partner commerciale e il primo Paese straniero per numero di imprese registrate sul territorio romeno, più di 40.000, di cui oltre la metà attive.



  • Grand Prix Nova 2016

    Grand Prix Nova 2016

    Al via, dal 31 maggio, la quarta edizione del Festival e Concorso Internazionale di Teatro radiofonico “Grand Prix Nova”, organizzato da Radio Romania sotto lAlto Patrocinio di Sua Altezza Reale, la Principessa ereditaria Margareta. Il festival porta allattenzione del pubblico una forma unica dellarte, che è proprio il teatro radiofonico, ed è lunico festival di produzioni sonore che ha come tema lInnovazione. Questanno, Grand Prix Nova porta a Bucarest un numero record di creatori di produzioni radiofoniche dellintero mondo – oltre 40 – gli spettacoli presenti a Bucarest offrendo una panoramica unica degli stili e dei punti di riferimento culturale a livello mondiale.Più che un concorso, il Festival Grand Prix Nova ambisce a diventare un generatore di incontri culturali importanti nello spazio bucarestino. Ledizione 2016 propone una serie di eventi dedicati agli specialisti e al grande pubblico, tra cui il Centenario del Dadaismo, che sarà celebrato da Radio Romania con un workshop, e lanteprima nazionale dello spettacolo polacco “Il Mastro Manolo”, progetto basato su una produzione radiofonica di grande successo internazionale, presentata, tra laltro, al Prix Italia, nel 2014.



    La giuria del Festival Grand Prix Nova 2016 è formata da 4 personalità internazionali e nomi di spicco della produzione radiofonica romena. Presidente della giuria è questanno Katharina Rathouska, direttore del Dipartimento Radiodramma e Letteratura della Radiodiffusione Ceca, promotore e produttore della serie di teatro breve multipremiata a livello internazionale “Minute Plays”, membro del board Radio Drama Group dellEBU. Nella giuria anche Stefano Gianotti, artista radiofonico, compositore e performer, vincitore del del Premio Karl Sczuka, Vijay Sadhu, personalità di spicco della Radio indiana, direttore di programmi dellABU (Asia-Pacific Broadcasting Union), Dmitri Plax, scrittore, produttore e regista nel Dipartimento Radio Drama della Radio Svezia e Oana Cristea Grigorescu, critico teatrale e giornalista culturale a Radio Romania Cluj. La sezione concorso del festival include 4 giorni di audizioni. Il Teatro Nazionale Radiofonico onora i suoi attori, offrendo annualmente nellambito della cerimonia di premiazione del Festival “Grand Prix Nova” riconoscimenti per le performance dellanno precedente. Nel 2016, il Premio allEsordio spetta a Florentina Tanase, il Premio al miglior ruolo femminile ad Oana Maria Margineanu e il Premio al miglior ruolo maschile allattore Marius Manole. La cerimonia di premiazione si terrà al Palazzo Elisabetta, il 4 giugno.



    Al Festival Grand Prix Nova 2016, il Teatro Radiofonico lancia in anteprima nazioanle un progetto unico nel paesaggio culturale romeno, invitando alla riscoperta della personalità del grande cineasta Federico Fellini e della sua collaborazione con vari programmi radiofonici come sceneggiatore. Il 5 giugno, nella Sala Concerti della Radio Pubblica romena si terrà lo spettacolo “La sorpresa”, tratto da un testo firmato da Fellini e Nicola Manzari. Una dimostrazione dal vivo del modo in cui viene registrato uno spettacolo di teatro radiofonico e, al contempo, un modo diverso di avvicinarsi alluniverso felliniano. Sempre il 5 giugno, nella stessa sala da concerto, il Festival “Grand Prix Nova” diventa trampolino di lancio per produzioni radiofoniche dispirazione felliniana. Il Teatro Nazionale Radiofonico presenta per la prima volta in Romania cinque spettacoli basati su sceneggiature radiofoniche firmate da Federico Fellini. Il progetto “Federico Fellini e il Teatro Nazionale Radiofonico” è frutto di unampia collaborazione con lUniversità Nazionale dArte Teatrale e Cinematografica “I. L. Caragiale” di Bucarest. Negli spettacoli radiofonici basati sulle sceneggiature di Fellini esordiranno un numero record di attori, selezionati in seguito ad un casting realizzato con gli studenti dellUniversità.





  • Festa dei Romeni nel Mondo: il CCIR di Milano alla “Giornata Interculturale” 2016

    Festa dei Romeni nel Mondo: il CCIR di Milano alla “Giornata Interculturale” 2016

    Il 29 maggio è stata celebrata, sia in Romania, che nei Paesi in cui vivono importanti comunità di romeni, la Festa dei Romeni nel Mondo, istituita, nel 2015, dal Parlamento romeno. In occasione di questa festa, il Centro Culturale Italo-Romeno e la Casa Editrice Rediviva di Milano hanno partecipato alla quarta edizione della “Giornata Interculturale”, ospitata dallUniversità degli Studi Bicocca di Milano. La quarta “Giornata Interculturale”, cui ha aderito, tra gli altri, lo scrittore Alessandro Baricco, ha avuto come tema “Tra le due sponde — Building Bridges — L‘educazione interculturale all’epoca dei nuovi fondamentalismi”.



    Stando al sito www.culturaromena.it, il Centro Culturale Italo-Romeno ha portato una testimonianza su cosa significa operare in senso multiculturale, presentando i vari progetti culturali avviati nel corso degli anni nel territorio lombardo. Tra questi progetti anche quelli della Rediviva Edizioni, che ha recato un importante contributo alla conoscenza della letteratura romena contemporanea in Italia, grazie alla traduzione di opere di autori romeni in lingua italiana. Nella sezione conferenze della quarta “Giornata Interculturale” allUniversità degli Studi Bicocca di Milano, la rappresentante del Centro Culturale Italo-Romeno e della Casa Editrice Rediviva, Violeta Popescu, ha presentato la relazione “Editoria bilingue e trilingue come ponte di intercultura: il progetto “Rediviva”. Dal canto suo, Mariana Paliev, insegnate del corso di Lingua, Cultura e civiltà romena in Italia ha proposto largomento “Intercultura, strumenti e curriculum, didattica e ricerca”, materiale che verrà pubblicato sul sito dellUniversità degli Studi Bicocca di Milano.



    “È stato un onore per noi — il Centro Culturale Italo-Romeno — essere selezionati per partecipare a questo evento e celebrare la Festa dei Romeni nel Mondo in segno di considerazione che lo stato romeno ha per i romeni allestero”, ha dichiarato Violeta Popescu. “Niente più adeguato di questo spazio universitario, di questa giornata che ha riunito importanti personalità della cultura italiana, per portare un omaggio alla cultura e ai valori romeni”, ha aggiunto Violeta Popescu.



    “La diplomazia culturale è stata una priorità del mio mandato come console generale della Romania a Milano”, ha dichiarato per Radio Romania, George Bologan, console generale della Romania a Milano e futuro ambasciatore della Romania in Italia. “Simili iniziative sono benvenute, in quanto gettano le basi di una relazione interculturale partendo dalla comprensione dell’altro che è, in essenza, la comprensione di noi stessi, della realtà complessa in cui viviamo. L’evento di oggi riporta all’attenzione dell’opinione pubblica il fatto che è fondamentale favorire il dialogo positivo se desideriamo avere una società positiva. La presenza romena a questo evento è diventata una tradizione grazie alla collaborazione attiva tra il Centro Culturale Italo-Romeno di Milano, l’Università Biccoca e il Consolato Generale della Romania”, ha precisato George Bologan.



    La partecipazione del CCIR ha goduto del patrocinio del Consolato Generale di Romania a Milano e la collaborazione dellIstituto Culturale Romeno e di Ricerca Umanistica di Venezia. Ricordiamo che il Centro Culturale Italo-Romeno di Milano è stato fondato nel 2008 su iniziativa di un gruppo di intellettuali romeni e italiani per promuovere la Romania in Italia, gli scambi culturali italo-romeni e il potenziale culturale e artistico dellélite culturale e artistica romena in Italia. Sono oltre 250 gli eventi (tra presentazioni libri, conferenze, mostre, convegni ecc.) organizzati dal CIIR dal 2008 fino ad oggi.




  • Italian Wine and Food Day a Bucarest

    Italian Wine and Food Day a Bucarest

    Il 25 maggio si è svolta la terza edizione dellevento “Italian Wine and Food Day”, organizzato dallUfficio di Bucarest dellICE – Agenzia per la Promozione allestero e lInternazionalizzazione delle Imprese italiane – e la Camera di Commercio Italiana per la Romania, con il patrocinio dellAmbasciata Italiana. L”Italian Wine and Food Day” fa parte del programma dellottava edizione del Festival Italiano ed è stato volto al rafforzamento dei rapporti commerciali tra lItalia e la Romania. Va ricordato che, secondo i dati dellIstituto romeno di Statistica, nei primi 2 mesi del 2016 lItalia ha mantenuto la seconda posizione dopo la Germania sia nella graduatoria dei Paesi fornitori, che in quella dei mercati di destinazione dellexport romeno, con una quota sullinterscambio totale della Romania pari all11,2%.



    Presente allItalian Wine and Food Day, il segretario Generale della Camera di Commercio Italiana per la Romania, il dottor Adrian Dimache, ha premiato con il marchio “Ospitalità Italiana”, che certifica le eccellenze ristorative italiane allestero, 15 ristoranti in Romania, ed ha presentato le conclusioni del “Report di rilevazione dei casi di Italian Sounding in Romania”. Il dottor Luca Gentile, il direttore dellUfficio di Bucarest dellICE, ha parlato a RRI delledizione 2016 dellItalian Wine and Food Day. Riportiamo di seguito il servizio giornalistico.



  • Festival Italiano in Romania

    Festival Italiano in Romania

    Tra il 12 maggio e il 24 giugno, con la parola dordine “Portiamo lItalia vicino a te!”, si svolge, in Romania, lottava edizione del Festival Italiano, che invita i romeni a scoprire il meglio del Made in Italy in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno. Gli eventi sono organizzati dallAmbasciata dItalia a Bucarest insieme allICE – Agenzia Italiana per la promozione allestero e linternazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione con lIstituto Italiano di Cultura di Bucarest. Maggiori particolari sugli appuntamenti delledizione 2016 del Festival Italiano ci ha offerto il direttore dellICE Bucarest, Luca Gentile.


  • La Romania al Salone Internazionale del Libro di Torino

    La Romania al Salone Internazionale del Libro di Torino

    Dal 12-16 maggio, Torino ospiterà la XXIXesima edizione del Salone Internazionale del Libro. Per lottavo anno consecutivo, lIstituto Culturale Romeno di Bucarest, tramite il Centro Nazionale del Libro e lIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, organizza la partecipazione della Romania al Salone Internazionale del Libro di Torino con uno stand nazionale e la serie di manifestazioni “La Romania incontra le culture del mondo”.



    Nel 2016 ricorrono 140 anni dalla nascita dello scultore romeno Constantin Brâncusi e 120 anni dalla nascita del poeta Tristan Tzara, due anniversari che lIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia celebrerà con una grafica speciale dedicata alle due grandi personalità romene, nella Sala Romania, con una superficie di 120 mq. Stando al comunicato stampa dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, lorganizzazione annua della presenza della Romania al Salone Internazionale del Libro di Torino rientra nella strategia dellIstituto di promozione della letteratura romena in Italia.



    In occasione del Salone del Libro, sarà, inoltre, presentata il 14 maggio, a Torino, la mostra etnografica romena “Femminilità e Decorazione”, che ha già fatto tappa, nei mesi scorsi, in altre città italiane. La mostra è organizzata, assieme allIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e allIstituto di Cultura Romeno di Bucarest, dal Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti” di Bucarest nellambito delle celebrazioni per il suo 80esimo. Maggiori particolari da Mihai Stan, responsabile progetti dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, nellintervista riportata di seguito.





  • Il documentario “Chiese in legno della Romania” in giro per il mondo

    Il documentario “Chiese in legno della Romania” in giro per il mondo

    Testimonianza di un tempo in cui le costruzioni in legno si facevano con la tecnica tradizionale, dellincastro senza chiodi, le chiese in legno della Romania, questa volta quelle meno conosciute al grande pubblico, sono protagoniste di un documentario di eccezione, con la regia del romeno Kiki Vasilescu e la cui produzione è firmata da Cristina Iordache. Chiamato appunto “Chiese in legno della Romania”, il documentario presenta la storia dei luoghi di culto risalenti ai secoli XVIII-XIXesimo e delle tecniche costruttive degli edifici in legno quasi dimenticate oggi, ma anche le comunità in cui essi continuano a svolgere la loro funzione.



    Il progetto è una produzione “East Movies” ed è stato co-finanziato dallAmministrazione del Fondo Nazionale Culturale della Romania e sostenuto dal Museo del Contadino Romeno, dalla Fondazione Pro-Patrimonio e dallOrdine degli Architetti della Romania. Lambizione dei produttori è di mettere sulla mappa turistica del Paese questi edifici unici dal punto di vista architettonico e storico. Il documentario fa man mano il giro del mondo, grazie alla sua presentazione in diversi Paesi. Per primo, ha fatto tappa, lo scorso 8 aprile, a Roma, alla Biblioteca Vaccheria Nardi.



    Ciò che rende inedito questo documentario è luso delle riprese aeree con droni, da oltre 500 metri di altezza, che cercano di cogliere le differenze di stile architettonico e di tipo di legno usato negli edifici di culto di varie regioni storiche romene. Il regista Kiki Vasilescu ha raccontato a RRI che è stata una vera sfida riprendere queste chiese, perchè si trattava di oggetti statici che andavano resi dinamici con gli angoli giusti di ripresa aerea. Il documentario ambisce a illustrare qualcosa di tipicamente romeno in uno stile moderno, come ha raccontato a RRI il regista Kiki Vasilescu.



    “Pensando a tutti i documentari realizzati finora su temi simili e constatando che erano troppo statici, abbiamo cercato di trovare una tecnica di ripresa che fosse attraente soprattutto per la giovane generazione, e abbiamo ricorso a movimenti spettacolari della telecamera con laiuto dei droni, puntando sul collocamento di questi monumenti architettonici nel loro contesto naturale e rurale. Con le riprese dallalto abbiamo cercato di far vedere il territorio, le vicinanze, di illustrare attraverso le immagini ciò che raccontano gli specialisti. Ad esempio, che le case contadine sono ispirate allarchitettura delle chiese. Il documentario punta più sullimmagine e sulla musica che sui discorsi degli specialisti”, ha precisato Kiki Vasilescu.



    Abbiamo chiesto al regista Kiki Vasilescu quali chiese lhanno colpito di più tra quelle presentate nel suo documentario. “Sono state due: la Chiesa di Deleni, piccolissima, in provincia di Mures, di 18-20 metri quadri allinterno, che sorge in una zona coperta di foreste, in cima ad una montagna, dove ci si sente molto vicini al cielo, perchè si crea un legame speciale tra luomo e la divinità. Laltra è la Chiesa di Leleasca, in provincia di Olt, impressionante per le sue dimensioni. È una cattedrale in legno, risalente al 17esimo secolo, e che ti dà limpressione di comunicazione con il passato e di vivissima religiosità. Abbiamo ripreso soprattutto sulla Valle dellOlt e sulla Valle del Mures, nel sud e nel centro della Romania, perchè abbiamo voluto dedicare il documentario a chiese in legno meno conosciute della Romania, non a a quelle già note, patrimonio dellUnesco, che sorgono in Maramures. Il Museo del Contadino romeno e lOrdine degli Architetti della Romania, che attraverso la Fondazione ProPatrimonio restaurano chiese di gran valore architettonico, ci hanno raccomandato 12 chiese importanti per la storia dellarchitettura e per la storia della Romania. Una di esse è quella in cui scoppiò, nel 1784, la rivolta capeggiata da Horia, Closca e Crisan, di Curechiu, in provincia di Hunedoara, con un campanile impressionante”, ha detto il regista.



    Le immagini delle chiese e dei paesaggi in cui sorgono si alternano alle testimonianze delle persone che hanno un legame diretto con queste costruzioni, tra i sacerdoti che celebrano le funzioni religiose, architetti, ma anche abitanti del posto. Le chiese in legno protagoniste del documentario sono realizzate totalmente ad incastro senza lutilizzo di chiodi. In Oltenia, le chiese si trovano ai margini della comunità, anzichè al centro, e intorno sorgono altre costruzioni in legno in cui si svolgono cerimonie religiose dedicate a vari santi, una peculiarità di questa zona. Le chiese dei Carpazi Occidentali sono, invece, contraddistinte dal fatto che fuori, davanti allingresso, si trovano seggiole in legno, il luogo dove si radunavano i vecchi e i giovani per il giudizio. Le chiese di ciascuna zona hanno una loro storia, al di là della tecnica di costruzione. Le chiese dellOlt, ad esempio, non sono state spostate, mentre quelle della Transilvania sono state smontate per essere riassemblate altrove, seguendo le comunità che si erano riunite intorno ad esse. Il documentario mira ad offrire una testimonianza sullesistenza di queste chiese, di cui alcune rischiano di scomparire. Cinque delle chiese proposte al regista dagli specialisti del Museo Nazionale del Contadino Romeno non sono state più trovate perchè scomparse nel frattempo.



    Unaltra sfida è stata per i realizzatori la colonna sonora, per cui è stato scelto il fusion, che abbina il jazz alle musiche tradizionali religiose romene, rendendo più dinamica latmosfera. Essa è firmata dallamericano Brian Katona e dallitaliano Pasquale Mollo. “Mi sono documentato sugli strumenti musicali romeni adoperati nelle messe religiose, ho studiato le gamme tipiche dellEuropa Orientale che si sarebbero addette allo stile di questo filmato e ho composto alcuni temi per le varie aree dinteresse del documentario: il legno, la natura e lunicità”, ha dichiarato il compositore americano Brian Katona.



    Kiki Vasilescu ci ha parlato anche della collaborazione con il compositore Pasquale Mollo. “Nel momento in cui abbiamo avviato il progetto, lavoravamo già col compositore americano Brian Katona, ma abbiamo cercato di trovare qualcuno che offrisse uno spirito più latino, più vicino al nostro modo di sentire, e abbiamo organizzato un piccolo concorso sui siti specializzati di Hollywood. E Pasquale Mollo ci ha offerto interpretazioni del folclore romeno e della musica religiosa romena molto interessanti, moderne, rendendo il documentario molto dinamico anche dal punto di vista della musica. Un altro elemento di novità sono le animazioni realizzate da unartista britannica, con laiuto delle quali siamo riusciti a presentare dettagli architettonici che altrimenti sarebbero stati difficili da mettere in risalto”, ha precisato il regista Kiki Vasilescu.



    Il documentario “Chiese in legno della Romania” è stato selezionato per partecipare, tra il 28 aprile e il 5 maggio, al South East European Film Festival di Los Angeles, dove si contende i titoli di “Miglior documentario” e “Migliore immagine di un documentario”, la partecipazione al festival essendo sostenuta dallIstituto di Cultura romeno di New York. Della sua presentazione a Roma e delle prossime tappe ci ha parlato sempre il regista Kiki Vasilescu.



    “Il documentario è stato presentato per la prima volta allestero, l8 aprile, a Roma, dove è stato accolto con molto entusiasmo dal pubblico italiano, impressionato dagli aspetti antropologici illustrati. E siamo stati invitati a ripresentarlo in Italia a settembre-ottobre. Le prossime soste saranno nel successivo periodo, Los Angeles, al Festival del Cinema del Sud-Est Europa, poi Grecia, verso la fine dellestate, e ulteriormente Bielorussia, Polonia, Francia, Spagna e Gran Bretagna. Sarà un periplo europeo abbastanza denso”, ha concluso il regista.




  • Alla scoperta della Dobrugia in bici

    Alla scoperta della Dobrugia in bici

    Vi invitiamo in Dobrugia, regione tra il Danubio e il Mar Nero, che offre turismo a 360 gradi, essendo una Romania in miniatura. Vi proponiamo una scoperta del passato e del presente della Dobrugia in bici, mezzo ideale per andare alla ricerca di borghi e prodotti tipici e di paesaggi mozzafiato, come i campi pieni di papaveri che si possono vedere da metà maggio a inizio giugno. La Dobrugia è contraddistinta dal resto delle regioni romene dalla diversità delle forme di rilievo, tra monti, gole, mare e delta. Qui si trova lunica porzione del territorio romeno bagnata dal Mar Nero, nonchè la terra più giovane – il Delta del Danubio -, e i monti più vecchi in Romania – I Monti Măcin, resto della Catena Ercinica.



    Il più lungo percorso su due ruote in Dobrugia si snoda nel nord della regione, in provincia di Tulcea. Ha 250 km e inizia nel capoluogo di provincia, Tulcea, passando attraverso il cosiddetto triangolo dei monasteri Cocos-Saon-Celic Dere, poi per il Comune Niculitel, dove si può visitare un monumento paleocristiano, continua verso Isaccea, dove sorge la Moschea Azizie e dove si trova la tomba di Isaac Baba, ritenuto dalla comunità musulmana locale il fondatore della città, nonchè lantica citadella Noviodunum, una delle roccaforti poste dai Romani sulle rive del Danubio per la difesa dei confini dellimpero, e continua verso la Fortezza romano-bizantina Dinogetia, nel paesino Garvăn. Dinogetia, menzionata per la prima volta da Tolomeo nella sua “Geografia”, inzialmente insediamento dacico e poi romano, fu eretta durante il regno di Diocleziano (285-305 d.Hr.).



    Segue la città di Macin, dove una prima sosta può essere il Monastero Izvorul Tamaduirii (La Fonte della Guarigione), poi la Fortezza Arrubium. Le rovine del castro militare romano Arrubium sorgono su un promontorio sulle sponde del Danubio. Arrubium fu menzionata per la prima volta nei documenti intorno al 100 dopo Cristo, quando limperatore Traiano preparava lintera Dobrugia come campo di attacco contro i Daci. Una serie di scritte, monete doro e argento e altri reperti, insieme a fonti scritte, parlano della fortificazione militare e della florida vita economica di Arrubium.



    Sempre a Macin scoprirete la Cantina della Dobrugia e la Cantina di Terente, dove potete assaggiare i vini del fornitore ufficiale della Real Casa di Romania. Qui potete scegliere tra 4 tipi di degustazione, che costano tra 5 e 30 euro e anche di meno se si va in un gruppo organizzato. Nel prezzo sono inclusi anche assaggi dei piatti tradizionali della Dobrugia. Nei dintorni si possono fare voli col deltaplano, si possono fare viaggi in gommone sul Vecchio Danubio oppure percorsi nei Monti Macin.



    La prossima tappa è lantica fortezza Troesmis, nel comune Turcoaia, una delle principali citadelle dei Geti, sita sul braccio Macin del Danubio. Fu importante punto strategico lungo il tempo, essendo menzionata per la prima volta nelle Lettere dal Ponto di Ovidio. Unaltra antica citadella da non perdere, Ibida, fu una delle più importanti della Scizia Minore. I romani vi fecero costruire un castro impressionante, su circa 3 ettari. Le rovine della fortificazione che faceva parte dellampio complesso difensivo della città di Ibida sono visibili ancoroggi.



    Un altro punto di partenza per un un giro cicloturistico per la Dobrugia è la città di Costanza, città ricca di storie e leggende, anticamente chiamata Tomi e apparsa nel settimo-quinto secolo avanti Cristo. Tomi fu la seconda patria del poeta romano Ovidio, il quale, esule, vi passò gli ultimi 8 anni della sua vita. La sua statua sorge a tuttoggi a Costanza. Durante lepoca romano-bizantina Tomi diventò unimportante centro religioso cristiano. Vi si diffuse il cristianesimo di origine apostolica grazie allapostolo Andrea. Fu in questo periodo che venne chiamata Costanzia, nome dato da Costantino il Grande, in onore di sua sorella Costanzia. Nel decimo e tredicesimo secolo fu un florido porto, soprattutto sotto linflusso dei genovesi, che vi costruirono un faro. Costanza conobbe un periodo di forte sviluppo verso la fine del 19esimo secolo, quando il Servizio Marittimo Romeno aprì linee marittime verso Costantinopoli, Pireo e persino Rotterdam. Florido porto fluviale e marittimo anche ai nostri giorni, Costanza è capoluogo dellomonima provincia, ricca di siti archeologici, come quello di Histria, risalente a 7000 anni fa. Da Costanza si può raggiungere Harsova, lungo un percorso circlistico asfaltato di 147 km, alla scoperta, tra laltro, della Grotta di San Giovanni Cassian, ritenuto il più grande eremita cristiano. A Harsova ci sono il Museo di Storia Locale e la Citadella romana Carsium. Sempre verso Harsova si può andare tramite Medgidia e Cernavoda e poi lungo il Danubio, passando per Topalu e Capidava. Topalu vanta lunico museo darte della Romania sito in una zona rurale e una scogliera corallina neogiurassica, mentre a Capidava cè unaltra antica fortezza.



    Un altro percorso che parte da Costanza va verso lisola di Pacuiul lui Soare e fa tappa nel vigneto Murfatlar, che ha una famosa cantina e un museo della viticoltura. Poi, verso sud, una tappa dobbligo è Adamclisi, con il monumento Tropaeum Traiani, certificato di nascita del popolo romeno, eretto dai romani in seguito alla conquista di questi territori, quando è iniziata la simbiosi tra i romani e le tribù daciche. Il viaggio continua con la grotta e il monastero Il Santo Apostolo Andrea, il monastero Dervent e la fortezza sullisola di Pacuiul lui Soare, nel paesino Ostrov, visibile quando il Danubio è basso e visitabile nelle barche dei pescatori.



    Lungo questi percorsi potete trovare vitto e alloggio in agriturismi, alberghi oppure persino nelle case degli abitanti, non solo romeni, ma anche etnici turchi, tartari, aromeni, greci, russi di antico rito ortodosso, italiani, bulgari oppure albanesi, perchè la Dobrugia è una regione multietnica e multiculturale.




  • La Fiera Europea dei Castelli 2016

    La Fiera Europea dei Castelli 2016

    A metà maggio, il Castello dei Corvino, noto anche come il castello degli Hunyadi, che sorge imponente nel centro-sud della Romania, in provincia di Hunedoara, nella regione storica Transilvania, ospiterà un evento unico nel nostro Paese: la Fiera Europea dei Castelli. Levento si terrà il 14 e il 15 maggio e sarà organizzato dal Comune di Hunedoara assieme al Museo Il Castello dei Corvino. Stando agli organizzatori, ledizione 2016 della Fiera Europea dei Castelli godrà della presenza di ben 29 simili edifici da 5 Paesi europei. Tra i partecipanti dalla Romania: la Fortezza Făgăras, la Fortezza Poenari, il Castello Bran, il Castello Banffy di Bontida, la Fortezza Alba Carolina di Alba Iulia, la Fortezza di Oradea e il Castello Peles, di Sinaia. Alla fiera gli espositori presenteranno la loro offerta turistica e le principali attrattive turisiche e storiche delle zone promosse. I turisti avranno anche loccasione di fare unimmersione nellatmosfera dei tempi passati grazie alle rievocazioni storiche, ai tornei medievali e alle lezioni di spada organizzati nellambito della fiera.



    Il Castello dei Corvino, che farà per la seconda volta da palcoscenico alla iera Europea dei Castelli, è uno dei più importanti monumenti di architettura gotica in Romania. Nel XVesimo secolo, quando iniziò la sua costruzione sul sito di un antico castrum romano, la Transilvania si trovava sotto la sovranità del Regno dUngheria. I lavori di ampia portata volti a trasformare lantico castrum romano in un castello fortificato iniziarono su ordine del principe Iancu de Hunedoara, governatore dUngheria. Le torri di difesa, le guglie gotiche, i fossati, le mura merlate, i ponti levatoi del castello erano una novità nellarchitettura militare della Transilvania del XVesimo secolo. Lartefice della trasformazione, in un periodo successivo, del castello fortificato in una sontuosa residenza signorile, fu Mattia Corvino, re dUngheria e figlio del principe Iancu de Hunedoara. Mattia Corvino fu alleato e poi nemico del principe della Valacchia, Vlad lImpalatore, meglio noto come Dracula, il cui nome è legato al castello di Bran. Il Castello dei Corvino è importantissimo anche dal punto di vista architettonico, perchè è un mix di elementi di architettura civile e militare di stampo occidentale, del tardo gotico e del primo Rinascimento. Venne adoperato come residenza signorile fortificata dai Corvino e, poi, da importanti famiglie transilvane fino al 1724, quando fu occupato dagli Asburgo e trasformato in deposito di ferro. Ulteriormente andò man mano degradandosi, fu abbandonato e rimase inutilizzato fino al restauro. Oggi ospita collezioni di arte e tecnica militare, archeologia, arte decorativa ed etnografia, essendo visitato annulamente da centinaia di mila di turisti.



    I visitatori della Fiera Europea dei Castelli al Castello dei Corvino di Hunedoara avranno lopportunità di scoprire il prossimo maggio anche altre due importanti costruzioni della Transilvania: la Fortezza di Oradea e la Fortezza Alba Carolina di Alba Iulia, tappe imperdibili per gli appassionati della storia delle fortificazioni militari. La Fortezza di Oradea, nellovest della Romania, risale alla fine del XIesimo secolo. Dopo un incendio durante uninvasione tartaro-mongola, nel XIIIesimo secolo fu avviata la sua ricostruzione. Allinterno della fortezza sorgevano un palazzo principesco, case, botteghe e mulini, ma anche unimponente cattedrale gotica elevata da Papa Bonifacio IX al rango della Basilica di San Marco e della Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi, il che portò al pellegrinaggio dei fedeli cattolici in questa zona. I cambiamenti politici resero necessaria la costruzione di nuove fortificazioni che rispondessero alle nuove esigenze militari. Il progetto fu affidato ad architetti militari italiani che progettarono una nuova fortezza di forma pentagonale, il cui sistema difensivo consisteva in bastioni e fossati con acqua.Con la fine delle guerre austro-turche, nella prima metà del XVIIIesimo secolo, e loccupazione da parte dellImpero Asburgico di alcune province romene, tra cui il Banato, furono costruite cinture di fortificazioni per assicurare il dominio austriaco sulla zona e difendere i nuovi confini dellImpero. Le fortezza di Oradea fece parte di questo sistema militare asburgico e fu ricostruita in stile Vauban, intitolato allarchitetto militare di re Luigi XIVesimo, considerato ai suoi tempi un genio dellarte fortificatoria. Le fortificazioni di tipo Vauban erano le più forti in Europa nel XVIIIesimo secolo.



    La Fortezza di Alba Iulia, in provincia di Alba,è unaltra costruzione rappresentativa per larchitettura militare europea dei secoli scorsi e per lo stile Vauban. Nota pure come Alba Carolina, venne eretta nel XVIIIesimo secolo sulle vestigia di un castrum romano e, ulteriormente, di una fortezza medievale.Fu commissionata allarchitetto italiano Giovanni Morando Visconti dallimperatore austriaco Carlo VI di Asburgo. La fortezza di Alba Iulia, con un perimetro delle mura di circa 12 chilometri, si stende su settanta ettari, racchiusi in sette bastioni posti a stella e solide mura di difesa. È unica nellarchitettura militare dellEuropa Orientale per la bellezza dei portoni monumentali in stile barocco, di cui se ne conservano ancora 4, portoni decorati con bassorilievi raffiguranti personaggi e scene mitologiche. Allinterno della fortezza si trovano edifici civili ed ecclesiastici rappresentativi della storia della Transilvania: come la Cattedrale romano-cattolica, un miscuglio di elementi romanici, gotici, rinascimentali e barocchi e la Cattedrale dellIncoronazione, dove fu incoronato il secondo re salito sul trono della Romania – Re Ferdinando. La fortezza di Alba Iulia occupa un posto importantissimo nella storia del popolo romeno. Allinterno delle sue mura venne proclamata, il 1 dicembre del 1918, lunione con la Romania della regione storica Transilvania, precedentemente sotto il dominio del Regno dUngheria.



    Se vi capita di andare a visitare Alba Carolina il sabato, avrete loccasione di sentire la cannonata che accompagna, a mezzogiorno, lissamento della bandiera della città di Alba Iulia sulle mura della Fortezza Alba Carolina. La cannonata è preceduta da una sfilata dei membri della Guardia, che indossano divise militari tipiche dellinizio del XVIIIesimo secolo.



  • Eventi turistici in Romania

    Eventi turistici in Romania

    Questa volta, vi invitiamo ad una carrellata tra gli più interessanti eventi turistici in Romania. Gli appassionati delle tradizioni e usanze romene e della natura sono invitati, questi mesi, ad un viaggio per la Valle dellHârtibaciu, zona nota pure come le Colline della Transilvania, la seconda più grande del Paese con aree protette, dopo la Riserva della Biosfera Il Delta del Danubio. Per amore per la natura e le tradizioni, lAssociazione romena “Mioritics” e World Wide Fund for Nature (WWF) Romania hanno inaugurato una rete di percorsi cicloturistici e percorsi per le gite che attraversano il sito “Natura 2000” – lAltopiano dellHârtibaciu-Târnava Mare. Si tratta di percorsi che contano 229 chilometri e che attraversano 26 paesini con chiese fortificate e la citadella medievale Sighişoara, collegano 4 monumenti Unesco, di Sighişoara, Viscri, Saschiz e Breite, e passano per aree naturali protette, dimportanza europea e nazionale. Grazie al fatto che il rilievo della zona è accessibile – la più alta cima del tragitto, la Collina Birom, avendo solo 701 metri – la maggior parte di questi tragitti possono essere percorsi anche da famiglie con bambini, senza un equipaggiamento complesso o un allenamento speciale. In partnenariato con lAssociazione Mioritics, uno dei tour operator locali, propone, nel periodo aprile-giugno, nella zona delle Colline della Transilvania, una serie di eventi cicloturistici, allinsegna del “Bike Brunch” – il brunch in bici.



    È proprio sulla Valle del fiume Hârtibaciu che è cominciata, nel 2008, la tradizione del brunch, parola che proviene dai termini inglesi breakfast e lunch e che indica un pasto che consiste in una commistione di prima colazione e pranzo, con la possibilità di servirsi da un buffet sul quale è lecito proporre qualunque tipo di cibo, dolce o salato che sia. Il brunch è un pretesto gastronomico per promuovere la conoscenza del territorio, i prodotti gastronomici locali e il concetto di cibo biologico e di “slow food”, in luoghi molto pittoreschi e affascinanti, come le chiese in rovina, i vecchi mulini e frutteti di paesini isolati e meno conosciuti. È nato, infatti, da una necessità di incontro e conoscenza reciproca delle persone coinvolte nei progetti locali di sviluppo rurale in Transilvania, in progetti turistici e di restauro del patrimonio architettonico. Il “Bike Brunch” propone di abbinare brunch e cicloturismo, il 3 e il 10 aprile, poi l8 e il 22 maggio, e finalmente il 19 giugno, alla scoperta di località transilvane come Ţopa, Mălâncrav e Criţ, mentre il 23 e il 24 aprile, propone un “Brunch culturale ed attivo” nella località Cloaşterf, in occasione dellanniversario di un anno dallinaugurazione dei percorsi cicloturistici, e il 28 e 29 maggio un secondo simile brunch, in coincidenza con lapertura del centro turistico Cincşor. Il bike-brunch del 3 aprile, su una distanza di 25 km, ha come punto di partenza la città di Sighisoara e come punto di arrivo Ţopa, dove i partecipanti sono attesi alla Fattoria Ecologica Ţopa, per un brunch che costa 25 lei (circa 5,6 euro)/a persona e che include anche il caffè, il tè, il succo e il dessert.



    Spostiamoci ora nel Comune Fundata, della provincia di Brasov, sempre in Transilvania, che ospiterà il 16 e il 17 aprile, la prima edizione di un festival di ecoturismo, volto alla promozione delle tradizioni ed attrattive turistiche, ma anche della biodiversità della zona Fundata-Moeciu de Sus, alle falde dei Monti Bucegi e Leaota. Il festival riporterà alla ribalta antichi mestieri e piatti tradizionali, le danze e i costumi tradizionali, tutto condito con ativittà culturali e sportive e offerte di pacchetti di vacanze ecoturistiche.



    “Con questo progetto desideriamo che gli abitanti e i turisti diventino consapevoli che lo sviluppo dei paesini di montagna attraverso diverse attività, soprattutto attraverso il turismo, non devono danneggiare il quadro naturale, culturale-tradizionale e la biodiversità della zona. La salvaguardia e la valorizzazione di ciò che esiste in questo momento rappresentano lo sviluppo sostenibile di questa zona. Quelli che hanno contribuito allesistenza di questi paesaggi sono gli artigiani e gli abitanti della zona – i Creatori del Paesaggio Agropastorale! Ciascuna attività artigianale è apparsa per una determinata necessità e si è sviluppata e adattata ai tempi, e lungo il tempo le arti artigianali sono diventate rappresentative per la comunità e la famiglia, essendo il denominatore comune di tutte le generazioni”, precisano gli organizzatori dellevento.



    Nellambito del festival di ecoturismo, organizzato dal Centro di Ecologia Montana e dal Comune di Fundata, verrano lanciate la Mappa Ecoturistica e la Guida Ecoturistica-la Porta dei Carpazi e saranno inaugurati 9 percorsi ecoturistici nella zona Fundata-Moeciu de Sus, occasione per interagire con gli abitanti e scoprire, ad esempio, larchitettura rurale autentica. I 9 percorsi corrono lungo 100 km, attraversando foreste, pascoli e i paesini Fundata, Şirnea e Moeciu de Sus, portando alla scoperta dei paesaggi e delle tradizioni della zona alle falde dei Monti Bucegi, Leaota e Piatra Craiului.



    E una notizia che riguarda questa volta una zona turistica del sud-est della Romania, più precisamente la Provincia di Tulcea, tre siti archeologici dimportanza nazionale di questa provincia saranno reinseriti nel circuito turistico a fine giugno. Lo ha reso noto lIstituto di Ricerche Ecomuseali “Gavrilă Simion”. Si tratta delle tre citadelle antiche Halmyris, Argamum ed Enisala. Sita sulla sponda destra del braccio Sfantu Gheorghe del Danubio, Halmyris, eretta allinzio del secondo secolo come fortificazione romana, fu unimportante punto di sosta della flotta danubiana Classis Flavia Moesica, come lo dimostra il nome dellinsediamento intorno al castro – vicus classicorum, paesino dei navigatori. Nel IV secolo fu una delle 15 città importanti della Scizia Minore, durante il regno di Costantino il Grande qui essendo eretta una basilica vescovile. Nel 2001, sotto laltare della basilica fu scoperta una cripta con le salme dei martiri Epitteto e Astione, i più antichi santi le cui reliquie furono rinvenute sul territorio della Romania.



    Monumento di architettura militare unico in Romania, la citadella Enisala fu costruita dai genovesi nella seconda metà del XIVesimo secolo, poi, per un breve periodo, fu sotto il dominio del principe Mircea il Vecchio, che la perse a favore dellImpero Ottomano.



    La prima città sul territorio della Romania, Argamum fu fondata dai greci dellAsia Minore in una zona con tracce di insediamenti umani risalenti allEtà del bronzo e alla prima parte dellEtà del Ferro. Tra i monumenti rappresentativi del sito archeologico ricordiamo la più antica tomba greca del Bacino del Mar Nero, risalente alla metà del VII secolo avanti Cristo e una serie di edifici pubblici e privati dellEpoca Romana, il Praetorium, 4 basiliche palocristiane, abitazioni e una parte della rete stradale.


  • Sguardo sul 2015 turistico (II)

    Sguardo sul 2015 turistico (II)

    Vi invitiamo alla seconda puntata della nostra carrellata tra i più importanti eventi turistico-culturali del 2015 in Romania. Lo scorso settembre, nel paesino Hosman, della Vallata montana Hartibaciu, in Transilvania, nel centro della Romania, è stata celebrata la quinta edizione della “Giornata del Vecchio Mulino”. Hosman è un paesino sassone tipico che vanta, come anche i paesini circostanti, uno degli ultimi paesaggi medievali autentici in Europa, dominato da una chiesa fortificata, la più importante testimonianza della presenza degli etnici sassoni in Transilvania, sin dal XIIesimo secolo, in seguito alla colonizzazione pacifica della regione. A Hosman le vecchie tradizioni sono ancora vive, gli abitanti continuano a macinare il grano e il mais al mulino o a cuocere il pane nel forno a legna. Lemblema del paesino è, oltre alla chiesa fortificata, il vecchio mulino risalente al 1932, ristrutturato, nel 2005, dallAssociazione “Hosman sostenibile”, e rimesso in uso, nel 2009.



    LAssociazione “Hosman sostenibile” è stata fondata da Joachim Cotaru, nato in Germania e stabilitosi in Romania nel 2002. Lassociazione ha sviluppato lungo gli anni numerosi progetti di salvaguardia del patrimonio architettonico di Hosman. Al vecchio mulino gli agricoltori di Hosman e dei villaggi circostanti possono macinare ora di nuovo il mais e il grano, mentre i turisti possono vedere dimostrazioni di molitura e nel forno a legna accanto possono vedere come si fanno il pane e tante prelibatezze locali. La Giornata del Vecchio Mulino di Hosman 2015, ha portato, il 26 settembre scorso, oltre al gustosissimo pane casereccio cotto nel forno, anche una fiera dellartigianato, con dimostrazioni dal vivo.



    A settembre 2015, il paesino vicino a Hosman, Cornatel, ha ospitato la prima edizione della “Giornata della mocanita”, dedicata al trenino a scartamento ridotto che viaggiava nel passato sulla Valle dellHartibaciu. Il trenino turistico, formato di un vagone passegeri e una locomotiva a vapore, ha circolato nei due giorni su una distanza di 7 km tra Cornatel e Hosman. Levento è stato organizzato dallAssociazione “Gli amici della Mocanita”, formata di un gruppo di giovani volontari tra 21 e 41 anni, tra studenti, architetti, informatici e storici, sostenuti dalle autorità locali e da entusiasti britannici, che dallestate del 2008 si incontrano per lavori di ristrutturazione e manutenzione dellantica ferrovia a scartamento ridotto, per la sua rimessa in funzione ai fini turistici.



    Sempre nel 2015, nel Delta del Danubio, è stato lanciato il primo percorso di pescaturismo, ideato da un profondo conoscitore dei segreti del delta romeno, il plurititolato campione olimpico di canoa Ivan Patzaichin, nato in uno dei paesini della zona, Mila 23. Grazie al percorso di pescaturismo i turisti vengono portati a bordo dellimbarcazione da pesca per vedere dal vivo lattività di pesca professionale, per assaporare lesperienza quotidiana di vita nel delta, per vedere le antiche tecniche di pesca sostenibile e scoprire laffascinante ambiente deltaico. Sito nella parte sud-orientale della Romania, il delta è il punto in cui il Danubio sfocia nel Mar Nero. Il Delta del Danubio vanta la più complessa biodiversità in Europa. Inserito nella lista dei siti patrimonio dellumanità dellUnesco, è una destinazione ideale per i turisti amanti della natura e dellavventura, ma anche del turismo enogastronomico e culturale, in quanto larea più multietnica della Romania.



    Il sogno di Ivan Patzaichin, latleta romeno che ha vinto il maggior numero di medaglie olimpiche della storia della canoa, è di rendere il Delta del Danubio il più importante centro ecoturistico del mondo. Motivo per cui Ivan Patzaichin promuove da molti anni la zona deltaica come destinazione ecoturistica. Nellambito del progetto di pescaturismo, per qualche ora, accompagnati dai proprietari degli agriturismi locali, i turisti possono vedere da una barca in legno comè un giorno della vita dei pescatori del delta. Con le catture di pesce si preparano piatti tipici nelle masserie degli abitanti oppure in posti specialmente allestiti, che portano alla ribalta vecchie ricette locali, tutti conditi con le storie dei pescatori. Dal paesino Mila 23, i pescatori portano gli ospiti alla scoperta dei canali del Delta del Danubio, in lotca, imbarcazione costruita dallultimo esperto nella costruzione di barche in legno del Delta del Danubio, Paul Vasiliu. I dettagli affascinanti del delta si possono notare meglio in unimbarcazione di minore velocità e a remi, che non fa molto rumore, perchè con essa ci si può avvicinare di più agli uccelli per osservarli. I



    Nel 2015, è continuato, dal 5 aprile al 31 ottobre, in Transilvania, terra delle chiese fortificate sassoni nella lista del Patrimonio dellUmanità Unesco il progetto “Scopri lanima della Transilvania”. Il progetto è stato ideato dalla Chiesa Evangelica in Romania. Sono 65 le chiese fortificate e medievali in cui sono invitati ogni anno i turisti, di cui 41 incluse nella tessera turistica Transilvania Card. Si tratta di uniniziativa di promozione turistica non solo delle chiese, ma anche delle zone in cui sorgono, cui è stato dedicato anche un sito in tedesco, inglese e romeno. Dal 2013, ogni anno, nelle chiese fortificate e nelle città e nei paesini in cui si trovano vengono organizzati nellambito del progetto della Chiesa Evangelica numerosi eventi atti a illustrare leredità sassone e le tradizioni locali, tra concerti di organo, festival delle citadelle sassoni, sagre campestri e mostre. Da 2 anni, viene organizzata anche una gara sportiva, un giro in bici per le chiese fortificate chiamato Bike&like. Nelle chiese fortificate protagoniste del progetto si organizzano inoltre settimane delle tradizioni o delle mostre.Da aggiungere che durante il giro in bici Bike&like alla scoperta dei tesori sassoni della Transilvania potete dilettarvi, ogni anno, con assaggi di prodotti tradizionali, concerti e, alla fine, con la cerimonia di premiazione ospitata dallo spettacolare giardino del Palazzo Brukenthal di Avrig. La tessera turistica – Transilvania Card è acquistabile in 8 località nel sud della Transilvania. Costa 11 euro, che vengono investiti nel restauro e nella manutenzione delle chiese fortificate sassoni. Offre accesso gratuito alle 41 chiese fortificate partecipanti al progetto e sconti pari al 5-25% su oltre 60 offerte turistiche di certi operatori, ad esempio, per le visite guidate, nei ristoranti o negli agriturismi. La tessera continuerà ad essere disponibile per i turisti anche nel 2016. La stagione delle visite con la Transilvania Card sarà aperta il prossimo 28 marzo, nel periodo della Pasqua cattolica, e durerà fino al 15 ottobre. La tessera si può acquistare on line sul sito www.transilvania-card.ro o direttamente nelle città turisitche più visitate, come Sibiu, Sighisoara o Brasov, ma anche a Bucarest, al Museo del Contadino Romeno.


  • Sguardo sul 2015 turistico (I)

    Sguardo sul 2015 turistico (I)

    È dal 1985 che una città dellUe diventa capitale della cultura per un anno, in cui ha la posibilità di illustrare e valorizzare il suo patrimonio culturale, tra teatro, arti visive, architettura, artigianato, cinema, televisione, lingua e letteratura. Le città europee hanno avuto tempo fino al 23 ottobre del 2015 per inoltrare la loro candidatura a Capitale Europea della Cultura 2021. Lo stesso mese, il Ministero romeno della Cultura ha annunciato che sono state accettate le candidature delle città romene di Alba Iulia, Arad, Bacău, Baia Mare, Braşov, Brăila, Bucarest, Cluj-Napoca, Craiova, Iaşi, Sfântu Gheorghe, Suceava, Timişoara e Târgu-Mureş. Nel periodo 7-13 dicembre, una giuria formata da 12 esperti europei nel settore della cultura, tra cui anche esperti romeni, ha studiato tutta la documentazione consegnata, per decidere le città da inserire sulla lista ristretta. Le rispettive città avranno a disposizione altri sei mesi per realizzare gli obiettivi prefissi. I nomi delle due città (una romena, laltra greca) scelte Capitali Europee della Cultura nel 2021, saranno fatti pubblici nel 2016, la selezione finale essendo prevista per agosto 2016 e la designazione della città vincitrice del titolo alla fine del 2016. Una delle città romene che aspirano al titolo di Capitale Europea della Cultura nel 2021 è Timisoara, capoluogo della provincia di Timis, nellovest della Romania, la città essendo promossa a fine gennaio 2015 a Bruxelles con un ampio evento, volto a illustrare il suo passato e presente, chiamato “Timisoara – 25 anni di libertà”. Alla mostra di Bruxelles sono state presentate foto, sculture e dipinti di artisti di Timisoara, ma anche prodotti tradizionali e gli elementi dellidentità della città, come la Rivoluzione anticomunista, dal cui scoppio, proprio a Timisoara, sono stati celebrati a dicembre 26 anni. LAssociazione “Timisoara – Capitale Europea della Cultura” ha sviluppato diversi progetti per promuovere la candidatura di Timisoara al titolo di Capitale Europea della Cultura, tra cui una campagna dinformazione della popolazione su ciò che significa il prestigioso titolo, sulle possibilità di sviluppo turistico della città partendo dalla ricchezza culturale, ma anche scambi di esperienze con altre capitali europee della cultura. Timisoara si prepara alla sfida al titolo di Capitale Europea della Cultura dimostrando, tra laltro, il suo apporto allEuropa. È una delle città romene contraddistinte dalla convivenza di più etnie, tra romeni, tedeschi, serbi, magiari, croati, slovacchi e bulgari. È ricca di musei e gallerie darte, centri culturali e fondazioni culturali e ospita annualmente oltre 10 festival nazionali e internazionali. Lo scorso gennaio, Simona Neumann, presidente dellAssociazione “Timisoara – Capitale Europea della Cultura”, raccontava a RRI che uno dei vantaggi di Timisoara nella competizione per il titolo è la sua europeità, conferita dalla sua multiculturalità e che un altro suo vantaggio è la posizione geografica, Timisoara essendo un importante polo euroregionale. Un altro punto di forza della città romena è la sua vita culturale molto ricca, grazie ai tre teatri pubblici in tre lingue diverse, allorchestra filarmonica molto attiva e innovatrice, che propone spettacoli non solo nella sala spettacoli, ma anche in spazi nonconvenzionali. Timisoara è anche la città sul canale navigabile Bega, intorno al quale è nato il concetto su cui è stata costruita la candidatura della città: “channels of cultures”, ossia “canali culturali”, che abbina lidea di diversità culturale a quella di connessione ai valori europei e di cooperazione internazionale. Il ruolo del canale Bega è quello di elemento coagulante, ma anche di mezzo di comunicazione transnazionale e transdanubiana, precisano gli ideatori del progetto di candidatura.



    “Black Sea Tales”, ossia “Storie sul Mar Nero”, è un interessantissimo progetto dedicato alla Dobrugia, regione storica nel sud-est della Romania, e alle civiltà succedutesi lungo i secoli nel bacino del Mar Nero, progetto partito ufficialmente a febbraio 2014 con il lancio del sito www.black-sea.travel e continuato con successo nel 2015. La Dobrugia, soprattutto i paesini della sua parte più bella, il Delta del Danubio, sono sinonimo di multiculturalità, racchiudendo una grande concentrazione di etnie, tra russi di antico rito ortodosso, ucraini, turchi, tartari, bulgari, tedeschi, greci, armeni, macedoni, aromeni, italiani, e tanti altri, che vantano tradizioni uniche. Appunto, di questa multiculturalità, delle leggende della Dobrugia e delle sue attrattive turistiche parla il sito www.black-sea.travel, creato nellambito dellambizioso progetto “Storie sul Mar Nero”, spiegava questanno a RRI il coordinatore del progetto, il giornalista romeno Cristian Cealera. ll sito ha continuato a raccontare questanno le storie della Dobrugia e delle civiltà nel bacino del Mar Nero, puntando su una piattaforma on line dinamica, che offrisse storie interessanti per tutti, riportando alla ribalta leggende, tradizioni, attrattive turistiche e la gastronomia locale. Sono ben 16 le lingue in cui le informazioni sono disponibili attualmente sul sito, tra cui litaliano, lolandese, il greco, il giapponese, il polacco e il tedesco. “Chi non conosce affatto la Dobrugia dovrebbe andare prima di tutto a visitare i ruderi delle antiche citadelle sul Mar Nero, Tomi, Callatis e Histria”, precisava, nellintervista a RRI, Cristian Cealera. “Se dovessi raccomandare alcune soste in luoghi rappresentativi per la storia della Dobrugia, consiglierei immancabilmente una visita a Jurilovca, che ospita una numerosa comunità di russi di antico rito ortodosso e vicino alla quale si trovano i ruderi della più antica colonia fondata dai greci, Orgame, ribattezzata dai Romani Argamum”, raccontava il giornalista.



    Anche nel 2015, il Presidio romeno che produce e promuove il formaggio stagionato in corteccia di pino “branza de bruduf” dei Monti Bucegi è stato presente, dal 18 al 21 settembre, a Bra, in Piemonte, al più importante evento internazionale dedicato alsettore lattiero-caseario, a cadenza biennale – Cheese. Il tema del 2015 è stato “Alle sorgenti del latte, per nutrire il pianeta” e al centro dellevento è stata, come sempre, la montagna nella filiera del latte, con le storie dei giovani che hanno scelto di vivere e lavorare tra le vette, le valli e gli alpeggi, presenti agli stand del Mercato dei Formaggi assieme ai Presidi Slow Food da tutto il mondo. Anche questanno, il branza de burduf stagionato in corteccia di abete è stato una delle principali attrattive della rassegna gastronomica di Bra, la specialità essendo riportata alla ribalta da Marian Popoiu, uno dei produttori del branza de burduf dei Monti Bucegi impegnati in prima linea a difesa di questa eccellenza casearia romena. Il giovane ha costruito un caseificio modello in quota – la Fattoria Bucegi – cui possono accedere tutti i produttori del Presidio “Branza de burduf”, e che si trova in una zona con unantica tradizione casearia: Bran-Moeciu-Fundata, nella provincia di Brasov, nel centro della Romania.




  • Il Museo della Civiltà Rurale della Bucovina

    Il Museo della Civiltà Rurale della Bucovina

    Vi invitiamo in Bucovina, a visitare il più giovane museo allaperto in Romania: il Museo della Civiltà Rurale della Bucovina. Sito nei pressi del capoluogo di provincia Suceava, il museo è concepito come un villaggio tradizionale della Bucovina, custodendo su una superficie di 6 ettari le sue costruzioni rurali tipiche: una chiesa, una scuola, masserie contadine, laboratori degli artigiani, un mulino e losteria del villaggio. Il Museo della Civiltà Rurale della Bucovina è, accanto ai monasteri ad affreschi esterni e alla città di Suceava, ex capitale della regione storica Moldavia, ricca di vestigia storiche e archeologiche, una sosta dobbligo nella regione, se un turista vuole capire la cultura locale e farsi unidea sulla storia della Bucovina.



    Oltre ad una panoramica dellarchitettura tradizionale in legno, il museo offre la possibilità di imparare a confezionare oggetti artigianali tipici, organizzando laboratori artigianali che durano uno-due giorni, dove i curiosi possono imparare larte delle uova dipinte, un vero e proprio marchio artigianale della Bucovina, a tessere tappetti, intagli in legno oppure oggetti in ceramica.



    “Il museo illustra il modello di abitare tradizionale delle zone rurali della Bucovina. Sono 22 le costruzioni attualmente visitabili nel nostro museo. Il museo rappresenta una riserva di architettura vernacolare ed è una forte attrattiva turistica. Abbiamo cercato di illustrare fedelmente i principi architettonici tipici della zona, attraverso le masserie tipiche e le costruzioni comunitarie, come losteria del villaggio, la chiesa in legno risalente al 1784 e portata dal paesino Vama, un monumento di architettura, donata dalla parrochia del villaggio, laboratori degli artigiani e installazioni contadine, di cui alcune si possono vedere ancora solo nel nostro museo, come il mulino di pietra portato dal Monastero Humor, risalente alla fine del 19esimo secolo, il maggiore nella zona. Il museo ospita più laboratori degli artigiani, tra cui uno tipico del famoso centro ceramistico Marginea. In questo laboratorio, destate, per 3 settimane, i bambini di Suceava imparano a modellare largilla e a dipingerla. La ceramica di Marginea è una ceramica nera, molto antica. I disegni si fanno con una pietra di fiume e rappresentano motivi floreali e geometrici. Gli interni delle case nel museo sono decorati con tessuti e arredi specifici della Bucovina e oggetti originali. Inedite le mostre di figurine di cera ospitate da tre delle case contadine del museo, che illustrano i riti del battesimo, del matrimonio e della sepoltura tipici della Bucovina. Nella chiesa portata da Vama vengono celebrati matrimoni e battesimi. Destate, il museo è visitabile da martedi fino a domenica, dalle 10 alle 18, mentre dinverno da lunedi a venerdi, dalle 8 alle 16. Per 3 settimane, durante lestate, circa 100 bimbi partecipano a 5 laboratori dove imparano a dipingere le uova pasquali, icone su vetro, a confezionare bambole tradizionali, scolpire il legno e modellare vasi di argilla. È il più importante programma educativo sviluppato dal museo ormai, giunto alla 18esima edizione. Grazie ad esso, i bimbi possono imparare il valore del patrimonio e un mestiere”, raconta Violeta Enea, museografa al Museo della Bucovina di Suceava.



    Il centro ceramistico di Marginea, nella provincia di Suceava, è uno dei più autorevoli in Romania, apprezzato per lalta qualità dei suoi manufatti. La ceramica di Marginea, nota come la “ceramica nera” risale allepoca neolitica. Conobbe un forte sviluppo tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo. La ceramica nera si ottiene a tuttoggi con la stessa tecnica antica, essendo una prova della continuità del nostro popolo su questo territorio. Il suo valore estetico risiede non soltanto nei disegni, ma soprattutto nella forma data agli oggetti dal ceramista, caratterizzata dalleleganza e dallequilibrio delle proporzioni.



    Bucovina resta un punto di riferimento per le usanze e tradizioni durante le feste invernali, perchè qui esse vengono conservate gelosamente da secoli. Qui potete scoprie le maschere popolari, create per essere indossate durante il Carnevale delle usanze e tradizioni popolari invernali. Alla vigilia del Capodanno, nei villaggi romeni cè lusanza che gruppi di giovani mascherati organizzino piccoli spettacoli di strada indossando costumi popollari e maschere che illustrano il mondo degli abitanti delle montagne e gli animali con cui vengono in contatto: lorso, il capro nero, il cervo, le pecore, il cavallo. Oppure maschere che si vogliono ironiche nei confronti del male, del brutto, dei vizi e dei difetti umani. La “danza dellorso”, ad esempio, è una tradizione romena specifica per il Capodanno, molto viva in Bucovina. Il significato di questa usanza è la purificazione e la fertilizzazione della terra nel nuovo anno. Il culto dellorso è ereditato dai geto-daci, che ritenevano questo animale sacro. Durante la danza dellorso, lanimale è impersonato da un giovane che indossa una pelliccia di orso e che imita questo animale, mentre viene accompagnato per le vie del villaggio da un corteo di personaggi, a suoni di tamburro. Questa usanza popolare racconta la morte e la rinascita miracolosa dellorso che riesce a sopravvivere al duro inverno, una metafora infatti per la successione delle stagioni. Violeta Enea racconta:



    “In tutte le comunità importanti della Bucovina si svolgono nel periodo delle feste invernali festival di usanze e tradizioni. Suceava ospita il 27 dicembre la Sfilata dei cortei di auguratori di Capodanno, che si possono vedere anche nei villaggi della Bucovina. Ciascuna zona ha un suo corteo tipico. Nella zona montana abbiamo, ad esempio, la danza della capra, dellorso e del cervo, in altre zone cè la danza degli Erodi, in costumi specifici, una specie di teatro popolare con cui si fanno fare gli auguri di Capodanno e si cerca di cacciare via gli spiriti maligni”, ha raccontato a RRI sempre Violeta Enea.


  • Palazzi e castelli della Transilvania

    Palazzi e castelli della Transilvania

    Vi invitiamo alla scoperta dei palazzi e castelli famosi della Transilvania, che meritano assolutamente una visita se vi capita di andare in questa regione.



    Sulla storia della Transilvania, nel cuore della Romania, lasciarono la loro impronta vecchie e forte famiglie nobiliari, tra cui spiccano le famiglie Brukenthal e Banffy. Residenza estiva del Barone Samuel von Brukenthal, governatore della Transilvania tra il 1777 e il 1787,il Palazzo Brukethal di Avrig, è uno dei più importanti monumenti del periodo barocco in Transilvania, stile che penetrò nella regione nel XVIIIesimo secolo, tramite la nuova amministrazione asburgica. Il barone fece costruire questo castello usando come fonte dispirazione i Castelli di Schönbrunn e Lassemburgo in Austria. Le residenze del barone, di cui unaltra famosa è il Palazzo Brukenthal di Sibiu, sempre in stile barocco, oggi imponente museo, erano centri famosi della cultura e della raffinatezza.



    Il “Piccolo Schonbrunn”, come veniva chiamato una volta il Palazzo Brukenthal di Avrig, fu una dichiarazione del potere finanziario e dello spirito cosmopolita del barone Samuel von Brukenthal. Il complesso architettonico di Avrig include un palazzo, due edifici attinenti, un parco e unaranciera. Il palazzo è a due piani, sorgendo su una collina di 12 metri sopra la Valle del fiume Olt, nel più alto punto della località Avrig. Tramite la sua posizione ricorda la Gloriette del parco del palazzo viennese Schönbrunn. Il parco è probabilmente lunico giardino-monumento della Transilvania ad aver conservato in gran parte la sua struttura iniziale ed è lunico parco barocco in Romania. Il barone lo pensò come un complesso di giardini in stile tardo barocco il giardino francese, il giardino inglese, il giardino olandese e il giardino di faggiani – con numerosi terreni per la coltivazione di frutta e verdura – che ospitava specie di piante e alberi esotici da tutto il mondo. Nellaranciera, serra famosa in Europa per le sue piante esotiche, venivano coltivati ananas, limoni, aranci di Siviglia, datteri e fichi, ma anche cocomeri, albicocchi e asparagi. Vi crescevano oltre mille aranci e limoni, per cui venne creato un sistema inedito di condutture dacqua che creavano un microclima favorevole, uninnovazione per quei tempi. Unattrattiva speciale dellaranciera era una specie rara di cactus – Cereus splendens – che fiorisce ununica volta allanno, per ununica notte, momento che veniva festeggiato al Palazzo Brukenthal come un grande evento sociale.



    La passione del barone per il giardinaggio e la paesaggistica è dimostrata dai numerosi lavori su questo tema che si ritovano nella sua biblioteca e dal fatto che fece venire da Vienna ad Avrig specialisti famosi. Il parco era attraversato da una rete di fiumicelli che alimentava fontane a zampillo. Attualmente il palazzo è in corso di restauro. Laranciera è stata già restaurata nel periodo 2011-2012 e adibita a ristorante, in cui vengono serviti prodotti tradizionali biologici forniti dai produttori locali. Include anche un albergo e due sale eventi. Del complesso sistema idrico del parco esistono ancora il Fiumicello del Mulino, di cui si diceva fosse miracoloso, la fontana barocca e una sorgente dacqua. Delle piante esistenti ai tempi del barone sono sopravvissuti fino ad oggi solo gli alberi dei tulipani, dei veri monumenti della natura, risalenti a 250 anni fa.



    Il Palazzo Brukenthal di Avrig è stato inserito dallAssociazione “Hosman sostenibile” nel cosiddetto “Percorso Brukenthal”. Samuel Von Brukenthal nacque in un paesino vicino a Hosman, Nocrich, dove sorge ancora la sua casa natia, ebbe la sua residenza di governatore a Sibiu, capoluogo dellomonima provincia, e la residenza estiva nel palazzo barocco ad Avrig. Nel triangolo formato da queste tre località – Nocrich – Sibiu – Avrig – lassociazione “Hosman sostenibile” ha realizzato un percorso turistico-culturale alla scoperta di un pezzo di storia della Transilvania con laiuto di una serie di cartelli turistici che descrivono i luoghi per cui si passa e informano sulle strutture ricettive. Il “Tragitto Brukenthal” propone diversi giri turistici, di cui uno inizia a Cârta, località dove si possono visitare i ruderi di unabbazia cistercense, continua su una strada forestale verso la cima di colle che offre una panoramica mozzafiato sulla Vallata del fiume Hârtibaciu e scende attraverso una foresta di quercia e faggio verso il paesino sassone Hosman.



    Un altro interessantissimo edificio in Transilvania è il Castello Banffy di Bonţida, in provincia di Cluj, che risale risale agli anni 1774 – 1785, dichiarato monumento storico nel 1990. Le terre del presente Castello Banffy sono entrate nel possesso della famiglia Banffy nel 1387, quando le sono state concesse dal re dellUngheria, Sigismondo di Lussemburgo. La famiglia Bánffy faceva parte della nobiltà ungherese, che governava la Transilvania.Banffy Denes (1638-1674), signore di Cluj e consigliere del principe di Transivania Apafi Mihaly fu quello che comminciò la costruzione del castello, sotto la supervisione dellarchitetto italiano Agostino Serena. La prima costruzione era una fortificazione con quatro bastioni con unalta torre allentrata e con un ampio giardino. Tra il 1740 e 1750, il castello fu rifatto in stile barocco austriaco dal suo erede. Furono creati nuovi palazzi e aggiunto un parco sempre in stille barocco con laghi, sentieri, statue e fontane. Il parco circostante si stende su 70 ettari e, nel XIX secolo, fu trasformato in giardino romantico inglese. Alla fine del XIX secolo il castello di Bonţida era soprannominato “Il Versailles della Transilvania”.



    Nel restauro del castello sono impegnati, oltre al Minstero romeno della Cultura, anche la Fondazione Transylvania Trust, nata con la missione di tutela e restauro del patrimonio costruito e patrocinata dal Principe Carlo dInghilterra, nonchè lIstituto Britannico di Conservazione degli Edifici Storici. Lultimo proprietario del castello fu il conte Miklos Banffy, uomo politico e letterario, evacuato insieme alla famiglia dalle truppe tedesche per essere utilizzato per scopi militari. Ulteriormente, ledificio è stato trasferito nella proprietà dello Stato romeno. Il regime comunista ha segnato il declino del castello dal suo antico splendore. Dal 1999 è in fase di restauro.



    Da qualche anno, il Castello Banffy di Bonţida ospita spesso eventi culturali, tra cui uno dei più importanti è “Electric Castle” – “Il Castello elettrico”, il primo festival in Romania che ha portato concerti di musica dance elettronica in un castello, che si svolge dal 2013, radunando decine di migliaia di spettatori, e i cui incassi sono usati per i lavori di restauro del castello. La prossima edizione si terra dal 14 al 17 luglio del 2016. Il castello ospita ogni anno anche eventi organizzati nellambito del prestigioso Festival Internazionale del Cinema “Transilvania”.




  • Sapori della Transilvania

    Sapori della Transilvania

    Questa volta, vi invitiamo in Transilvania, alla scoperta delle sue più interessanti offerte turistiche per tutte le stagioni, che arrivano dallassociazione “MyTransilvania” – “La mia Transilvania” – nata 8 anni fa con la missione di sviluppare il turismo nella regione attraverso la promozione del patrimonio culturale e delle zone rurali con una serie di eventi gastronomici. Lassociazione organizza ogni anno 5 grandi eventi: “Sapori e suoni della Transilvania”, “Picnic in Cindrel”, “Cena nella natura”, “Electric Camping/Picnic sotto il plenilunio” e “Transilvanian Brunch”, di cui è co-organizzatore. “My Transilvania è, infatti, unagenda di eventi alternativi nel sud della Transilvania, pubblici o realizzati su richiesta, che si svolgono prevalentemente nellarea Hârtibaciu -Târnave – Mărginimea Sibiului.



    Zona etnografica sassone, Hârtibaciu è formata di antichi villaggi che conservano ancora larchitettura tipica, mentre la Vallata delle Târnave racchiude il maggior numero di chiese fortificate sassoni della zona, vantando anche due siti nella lista del patrimonio mondiale dellUmanità dellUnesco: le chiese di Biertan e di Valea Viilor. Mărginimea Sibiului è, invece, nota come “patria del formaggio”, essendo ricca di paesini con una lunga tradizione pastorale e casearia. Sulla Valle del fiume Hârtibaciu, in luoghi molto pittoreschi e affascinanti, come le chiese in rovina, i vecchi mulini e frutteti di paesini isolati e meno conosciuti, è cominciata la tradizione dei “brunch alla transilvana”, che promuovono la conoscenza del territorio, i prodotti gastronomici locali e il concetto di cibo biologico e di “slow food”. Il brunch è nato da una necessità di incontro e conoscenza reciproca della gente coinvolta nei progetti locali di sviluppo rurale in Transilvania, in progetti turistici, di restauro del patrimonio architettonico.



    “Gli eventi si svolgono, ogni anno, tra aprile e ottobre. Sapori e suoni della Transilvania, con cui cerchiamo di legare il cibo alla musica, organizzando, ad esempio, concerti nelle chiese fortificate, seguiti da degustazioni di prodotti locali, è un evento che si svolge nelle Contrade dellOlt e del Făgăras. Picnic a Cindrel vi porta, invece, sulla Strada del formaggio a scoprire tramite assaggi i formaggi di Mărginimea Sibiului, di pecora, capra, bufala e mucca. Tra i più pregiati, il branza de burduf, questultimo prodotto tipico delle malghe di fine estate, stagionato in rami di pino, e il telemea, che a Sibiu si mangia solo stagionato, ambedue i formaggi fatti con latte ovino. Al Transilvanian Brunch, invece, cuciniamo insieme alle comunità locali secondo vecchie ricette. Cena in natura riporta alla ribalta le vecchie ricette locali che reinterpretiamo in chiave moderna assieme agli chef. Electric Camping/Picnic sotto il plenilunio vi porta alla scoperta della Vallata dellHârtibaciu, proponendo una cena allaperto con alloggio in tende, animata da proiezioni a tema, ad esempio sulla tutela ambientale, ricreando latmosfera da camping, alle falde della montagna o in un paesino sulla Vallata del fiume Hârtibaciu. A tutti questi eventi si aggiungono passeggiate nel carro trainato da cavalli per un tufo nella vita rurale oppure in dresina sulla ferrovia a scartamento ridotto”, ha raccontato a RRI Cristian Cismaru, presidente dellassociazione “My Transilvania”.



    Oltre ai 5 eventi già tradizionali, lAssociazione “My Transilvania propone per il successivo periodo una nuova serie di eventi dedicati alla cultura gastronomica locale. “Gli eventi che stiamo preparando sono delle novità, ma continuano lidea dalla quale siamo partiti 8 anni fa, quando è nata lAssociazione My Transilvania, ossia la scoperta della cultura gastronomica della zona rurale, dei prodotti locali, delle vecchie ricette da reinterpretare in chiave moderna. Si tratta di tre nuovi eventi programati per i mesi di novembre, dicembre e gennaio. Uno si chiama Cena nella fortezza e propone una cena in un luogo speciale – un monumento storico, una sala da ballo, un luogo insolito per la preparazione di una cena, che sarà accompagnata da uno spettacolo di cucina dal vivo secondo ricette tipiche della zona di Sibiu, preparate con prodotti di stagione. Il secondo evento è CulinART e abbinerà il cibo allarte locale, ad esempio al tipico baule sassone dipinto o alla camicia tradizionale romena. Lidea è di portare davanti ai turisti cibo e cultura insieme. Un terzo evento è Gusto locale dove saranno presentati i prodotti locali grezzi con cui si cucineranno 4-5 pietanze per mostrare che con questi prodotti si possono ideare menù molto moderni. Un quarto evento si chiama Cibo e Vino e ne sarà protagonista la Contrada delle Secase, con i suoi vini, i suoi cibi e le sue ricette”, racconta Cristian Cismaru.



    Sempre questautunno, lAssociazione “My Transilvania” ha organizzato a Sibiu la prima edizione del Festival “La Transilvania gastronomica”, volto a portare insieme il settore della ristorazione ai produttori locali allinsegna della scoperta del territorio e della cucina locale e che sarà continuato nel 2016. Il prossimo anno porterà unaltra novità, un evento al centro del quale sarà il patrimonio costruito e il patrimonio naturale della Transilvania.