Author: Adina Vasile

  • “Scopri l’anima della Transilvania”

    “Scopri l’anima della Transilvania”

    Questa volta, vi invitiamo nel centro della
    Romania, in Transilvania, terra delle chiese fortificate sassoni, risalenti al
    XIIesimo secolo, di cui 7 nella lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco. Alle
    chiese fortificate sassoni in Transilvania è stato dedicato, nel 2013, il
    progetto Scopri l’anima della Transilvania. La stagione 2015 dell’iniziativa,
    al via il 5 aprile scorso, si concluderà il 31 ottobre.




    Le chiese fortificate della Transilvania rappresentano la più
    importante testimonianza della civiltà sassone nel nostro Paese. Una delle tappe del giro per le chiese fortificate alla scoperta
    dell’anima della Transilvania è la chiesa del paesino sassone Prejmer, tristellata
    nella Guida Verde Michelin, nella lista del patrimonio dell’Umanità dell’Unesco
    dal 1999. Eretta nel XIIesimo secolo in stile gotico, portato dai monaci
    cistercensi, è la maggiore e la meglio conservata chiesa fortificata medievale
    nell’Europa Orientale. Vanta un pregiatissimo altare gotico risalente al
    15esimo secolo, uno dei più antichi in Romania, e ospita ogni anno concerti di
    musica classica grazie alla sua ottima acustica.




    Negli anni ’80, durante il regime comunista, circa 8000
    villaggi, tra cui quelli sassoni, caddero vittime alla politica di demolizione
    dal dittatore Nicolae Ceausescu. A circa un anno dal crollo del comunismo nel
    1989, cominciò l’esodo degli etnici sassoni, che tornarono in Germania. Dopo il 1990, quasi tutti gli etnici sassoni della Transilvania,
    membri della Chiesa Evangelica romena, avevano emigrato. Con loro sono andati
    via anche coloro che si occupavano della manutenzione delle chiese fortificate.
    Il progetto Scopri l’anima della Transilvania è stato ideato dalla Chiesa
    Evangelica in Romania proprio per sopperire alla mancanza delle comunità che
    per 800 anni si occuparono di queste chiese. Sono 65 le chiese fortificate e
    medievali in cui sono invitati ogni anno i turisti, di cui 41 incluse nella
    tessera turistica Transilvania Card. Si tratta di un’iniziativa di
    promozione turistica non solo delle chiese, ma anche delle zone in cui sorgono,
    cui è stato dedicato anche un sito in tedesco, inglese e romeno.




    Il progetto Scopri l’anima della
    Transilvania è nato da una necessità importante. La maggioranza dei sassoni
    della Transilvania, che furono i costruttori delle chiese fortificate, hanno
    emigrato dopo il 1990. Oltre 150 chiese fortificate e medievali sono rimaste
    per cosi’ dire senza padrone. La Chiesa Evangelica in Romania, da
    padrone giuridico delle chiese fortificate, cerca di promuovere il turismo culturale
    attraverso questo progetto per offrire un futuro ad una serie di chiese che non
    hanno più una funzione liturgica cosi’ forte, ha raccontato a RRI il padre
    Stefan Cosoroaba, manager del progetto.




    Dal 2013, ogni anno, nelle chiese
    fortificate e nelle città e nei paesini in cui si trovano vengono organizzati
    nell’ambito del progetto della Chiesa Evangelica numerosi eventi atti a
    illustrare l’eredità sassone e le tradizioni locali, come racconta sempre il
    padre Stefan Cosoroaba. Sono centinaia gli eventi organizzati dalle piccole
    comunità nell’ambito del progetto Scopri l’anima della Transilvania, tra
    concerti di organo, festival delle citadelle sassoni, sagre campestri e mostre.
    Sempre nell’ambito del progetto è stato ideato un percorso culturale tra Cisnadioara
    e Cincşor, nella Provincia di Brasov, che porta alla scoperta delle litografie della
    Sacra Bibbia del pittore Salvador Dali grazie ad una
    mostra itinerante per 6 chiese fortificate della Transilvania.La mostra itinerante, partita il 13 settembre, si concluderà il 31
    ottobre e viaggerà in tutto 70 km. Da 2 anni, organizziamo
    anche una gara sportiva, un giro in bici per le chiese fortificate chiamato Bike&like.
    Nelle chiese fortificate protagoniste del progetto organizziamo inoltre
    settimane delle tradizioni o delle mostre.




    Da aggiungere che durante il
    giro in bici Bike&like alla scoperta dei tesori sassoni della
    Transilvania potete dilettarvi, ogni anno, con assaggi di prodotti
    tradizionali, concerti e, alla fine, con la cerimonia di premiazione ospitata
    dallo spettacolare giardino del Palazzo Brukenthal di Avrig.




    La tessera turistica
    Transilvania Card ideata nell’ambito del progetto Scopri l’anima della
    Transilvania è acquistabile in 8 località nel sud della Transilvania. Costa
    11 euro, che vengono investiti nel restauro e nella manutenzione delle chiese
    fortificate sassoni.




    Il progetto Scopri
    l’anima della Transilvania ha portato anche la prima ed unica tessera
    turistica in Romania – la Transilvania Card – che offre accesso gratuito a 41
    chiese fortificate e sconti pari al 5-25% su oltre 60 offerte turistiche degli
    operatori con cui collaboriamo, ad esempio, per le visite guidate, nei
    ristoranti o negli agriturismi. La tessera continuerà ad essere disponibile per
    i turisti anche nel 2016. La stagione delle visite con la Transilvania Card
    sarà aperta il prossimo anno il 28 marzo, nel periodo della Pasqua cattolica, e
    durerà fino al 15 ottobre. La tessera si può acquistare on line sul sito www.transilvania-card.ro o
    direttamente nelle città turisitche più visitate, come Sibiu, Sighisoara o
    Brasov, ma anche a Bucarest, al Museo del Contadino Romeno. Nella stagione 2015
    del progetto Scopri l’anima della Transilvania ci si aspetta a 530 mila
    visitatori in tutto, di cui una parte hanno utilizzato la Transilvania Card.
    Ciò significa un aumento del 12,5% rispetto al 2014, racconta sempre il padre
    Stefan Cosoroaba.




    Sempre dal padre Stefan
    Cosoroaba abbiamo appreso quali sono le più visitate chiese fortificate e
    medievali della Transilvania. Ai primi dieci posti si collocano la Chiesa Nera
    di Brasov, con oltre 200 mila visitatori nel 2015, poi la Cattedrale Evangelica
    di Sibiu, la Chiesa fortificata di Prejmer e quella di Biertan, la Chiesa sulla
    Collina e la Chiesa del Monastero di Sighisoara, la Chiesa fortificata di Hărman, la Chiesa Evangelica Santa
    Margherita di Medias, la Chiesa fortificata di Cisnadioara e la Chiesa
    Evangelica di Bistrita.





    La
    Chiesa Nera è l’edificio-emblema della città di Brasov. Eretta tra il Trecento
    e il Quattrocento, è una delle maggiori cattedrali gotiche dell’Europa
    sud-orientale, che sorge nel centro storico, sul posto di un’antica basilica
    romanica del XIIIesimo secolo. Abbellita da splendide decorazioni in stile
    barocco e statue rinascimentali, la cattedrale possiede un grande organo con
    4000 canne. È celebre non solo per le sue dimensioni, ma anche perchè
    custodisce la maggiore campana nel Paese, fatta in bronzo, che pesa sei
    tonnellate. La sua costruzione iniziò nel 1383, quando Brasov conobbe un
    periodo di florido sviluppo economico e culturale. Il devastante incendio del
    1689 la distrusse quasi completamente, annerendo le sue pareti e facendola
    passare alla storia come la chiesa nera. Stando a Google Panoramio, la Chiesa
    Nera di Brasov risulta l’attrattiva più fotografata in Romania e la 295esima
    nel mondo.

  • Pescaturismo nel Delta del Danubio

    Pescaturismo nel Delta del Danubio

    Nel Delta del Danubio, è stato lanciato, questanno, il primo percorso di pescaturismo. Il progetto è stato ideato da un profondo conoscitore dei segreti del delta romeno, il plurititolato campione olimpico di canoa Ivan Patzaichin, nato quasi 66 anni fa in uno dei paesini della zona, Mila 23. Grazie al percorso di pescaturismo i turisti sono portati a bordo dellimbarcazione da pesca per vedere dal vivo lattività di pesca professionale. Possono vivere cosi lesperienza quotidiana di vita nel delta, vedere le antiche tecniche di pesca sostenibile e scoprire laffascinante ambiente deltaico. Nei paesini del Delta del Danubio nacquero tanti dei canoisti romeni diventati campioni olimpionici e mondiali.



    Sito nella parte sud-orientale della Romania, il delta è il punto in cui il Danubio sfocia nel Mar Nero, alla fine dei un percorso di oltre 2840 km. Una delle più estese zone umide del mondo, il Delta del Danubio vanta la più complessa biodiversità in Europa. Inserito nella lista dei siti patrimonio dellumanità dellUnesco e nella rete internazionale delle Riserve della Biosfera, il Delta del Danubio è una destinazione ideale per i turisti amanti della natura e dellavventura, ma anche del turismo enogastronomico e culturale, in quanto larea più multietnica della Romania, in cui convivono circa 14 minoranze nazionali, che creano un vero e proprio mosaico culturale.



    Lambizione di Ivan Patzaichin, latleta romeno che ha vinto il maggior numero di medaglie olimpiche della storia della canoa, è, come lui stesso ha spesso raccontato, di rendere il Delta del Danubio, la sua terra natia, il più importante centro ecoturistico del mondo. Ivan Patzaichin promuove da molti anni il Delta del Danubio come destinazione ecoturistica e uno dei progetti della sua associazione, “Ivan Patzaichin-Mila 23”, propone un inedito modo di scoprire questarea naturale unica: il giro per il delta in canotca, un mix tra canoa e lotca, limbarcazione da pesca in legno tipica. La canotca è stata ideata da Ivan Patzaichin e dal cofondatore dellassociazione “Ivan Patzaichin-Mila 23”, Teodor Frolu, nellambito del progetto di ecoturismo “Rowmania”, dallinglese “row”, ossia remare. “Rowmania” vuol dire remare nella natura e godersi la natura in canotca, pensata come una “bici delle acque”, su modello delle campagne di cicloturismo nelle città, per incoraggiare la scoperta delle attrattive turistiche con mezzi ecologici. Simile come aspetto alla tradizionale barca da pesca degli abitanti del delta, chiamata “lotca”, pesante e massiccia, la canotca si basa però sul sistema di costruzione della canoa, che la rende più leggera e maneggevole. La scoperta del delta in canoa punta su un viaggio turistico slow, al ritmo di barca a remi, quanto meno invadente e rispettoso dello spirito del delta, già troppo invaso dalle barche a motore, con un effetto negativo sulla natura.



    Il progetto Rowmania si propone anche di incoraggiare lo sviluppo delle attività artigianali, delle tradizioni e dellimprenditoria sociale attraverso il rinvigorimento del mestiere di costruttore di barche da pesca tipiche, quasi scomparso nel delta. Per salvaguardare questo mestiere, lAssociazione Ivan Patzaichin ha aperto un atelier-scuola di costruzione di simili imbarcazioni a Tulcea, rivolto soprattutto ai giovani.



    Nellambito del progetto di pescaturismo, per qualche ora, accompagnati dai proprietari degli agriturismi locali, i turisti possono vedere da una barca in legno comè un giorno della vita dei pesacatori del delta. Con le catture di pesce si preparano piatti tipici nelle masserie degli abitanti oppure in posti specialmente allestiti, che portano alla ribalta vecchie ricette locali, tutti conditi con le storie dei pescatori. Dal paesino Mila 23, i pescatori portano gli ospiti alla scoperta dei canali del Delta del Danubio, in lotca, imbarcazione costruita dallultimo esperto nella costruzione di barche in legno del Delta del Danubio, Paul Vasiliu. Gli ideatori del progetto raccontano che i dettagli affascinanti del delta si possono notare meglio in unimbarcazione di minore velocità e a remi, che non fa molto rumore, perchè con essa ci si può avvicinare di più agli uccelli per osservarli.

    Le passeggiate in lotca nel Delta del Danubio continuano fino ad un pergolato coperto di giunco sulla sponda di un canale. Là viene spaccata legna per il fuoco e si preparano varie prelibatezze, come la minestra tradizionale, il pesce fritto, la salmoia di pesce, la minestra con polpettine di pesce, la minestra di verza con pesce fritto e la tipica minestra di filetto di pesce chiamata nel delta “storceag”.




    “Per il paesino Mila 23 il pescaturismo è unopportunità”, stando al sindaco del Comune Crisan, in cui ricade il paesino Mila 23, Ilie Munteanu. “Speriamo di incoraggiare gli abitanti a fare turismo con il progetto di pescaturismo. Abbiamo avviato le pratiche per la creazione di un GAL per aiutare gli abitanti svilupparsi in questo settore”, ha detto Munteanu.

    Il progetto dellAssociazione Ivan Patzaichin – Mila 23, sostenuto finanziariamente da Danube Competence Center, dalla Germania, e che mira alla realizzazione di un percorso culinario pilota nella Riserva della Biosfera Delta del Danubio e al tempo stesso allarmonizzazione del quadro legislativo romeno per limplementazione del concetto di pescaturismo, si concluderà questo mese con lelaborazione di un set di regole di buon senso per i pescatori, ma anche dal punto di vista legislativo. Durante la stagione invernale, le autorità cercheranno di diffondere il progetto anche in altre zone del Delta del Danubio, a beneficio degli abitanti.




    “È molto importante essere consapevoli dellimportanza delle risorse naturali, sfruttarle in modo sostenibile e trasformarle in vantaggi, cosicchè la Romania possa essere identificata sul mercato turistico in un modo unico. Il pescaturismo rappresenta una risorsa e un prodotto turistico che può essere trasformato in un vantaggio. In gran parte, la legislazione sul pescaturismo è stata ultimata”, dichiarava la presidente dellAutorità Nazionale per il Turismo, Mirela Matichescu, allinaugurazione ufficiale del primo percorso di pescaturismo nel Delta del Danubio.




  • La “Giornata del Vecchio Mulino” a Hosman

    La “Giornata del Vecchio Mulino” a Hosman

    Lo scorso 26 settembre, nel paesino Hosman, della Vallata montana Hartibaciu, tra le città di Sibiu e Sighisoara, in Transilvania, nel centro della Romania, è stata celebrata la quinta edizione della “Giornata del Vecchio Mulino”. Hosman è un paesino sassone tipico che vanta, come anche i paesini circostanti, uno degli ultimi paesaggi medievali autentici in Europa, dominato da una chiesa fortificata. Limpronta degli etnici sassoni, che vissero in Transilvania sin dal XIIesimo secolo in seguito alla colonizzazione pacifica della regione, è ancoroggi visibile nelle usanze e nellarchitettura delle case e anche nella cucina locale. Con il sostegno della Fondazione “Mihai Eminescu Trust”, nata, nel 1987, in Gran Bretagna e impegnata nella rivitalizzazione dei paesini sassoni della Transilvania, lAssociazione “Hosman Sostenibile” ha avviato un progetto di salvaguardia del patrimonio costruito e di quello culturale, di rinvigorimento delle tradizioni e di miglioramento della qualità della vita rurale a Hosman.



    Hosman è un paesino in cui le tradizioni sono ancora vive, in cui gli abitanti continuano a macinare il grano e il mais al mulino o a cuocere il pane nel forno a legna. Lemblema del paesino e[, oltre alla chiesa fortificata, il vecchio mulino risalente al 1932. Questa macina in pietra andata in disuso, dopo essere stata adoperata dagli abitanti per 6 decenni, fu salvata, nel 2005, dallAssociazione “Hosman sostenibile”, grazie ad un progetto di restauro e rivitalizzazione finanziato dallIslanda, dal Liechtenstein e dalla Norvegia, attraverso il Meccanismo Finanziario dello Spazio Economico Europeo, inteso a ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche. Nel 2009, il vecchio mulino ristrutturato di Hosman fu ufficialmente riaperto.



    LAssociazione “Hosman sostenibile” è stata fondata da Joachim Cotaru, nato in Germania e stabilitosi in Romania nel 2002. Lassociazione ha sviluppato lungo gli anni non solo il progetto di restauro e rivitalizzazione del vecchio mulino di Hosman, anche numerosi progetti di salvaguardia del patrimonio architettonico di Hosman, attraverso il restauro delle facciate delle case tipiche e progetti di sviluppo del turismo nella zona. Nel vecchio mulino gli agricoltori di Hosman e dei villaggi circostanti possono macinare ora il mais e il grano e i turisti possono vedere dimostrazioni di molitura. Proprio accato al mulino cè un forno a legna dove si fanno il pane tipico locale, pane biologico certificato, pane con contenuto ridotto di glutine, e diverse specialità come il pane ai semi o il pane con patate, ma anche foccacce e dolci da forno.



    La Giornata del Vecchio Mulino di Hosman, ha portato, il 26 settembre, oltre al gustosissimo pane casereccio cotto nel forno, anche una fiera dellartigianato, con dimostrazioni, tra laltro, di infeltrimento della lana e intreccio di vimini e dimostrazioni di molitura e tanta musica. Tra le prelibatezze riportate alla ribalta anche un dolce tipico sassone – il henklich o kuchen – una schiacciata semplice o ripiena con frutta o uva sultanina che si fa sul forno a legna e la cui preparazione è una vera arte. La grosezza dei vari strati della schiacciata non deve superare quella di una scatoletta di fiammiferi. Tra gli ingredienti sono dobbligo le uova, il burro casereccio e la panna di bufala, un segreto del henclesh.



    “Noi siamo una piccola equipe che si occupa da 11 anni della rivitalizzazione del mulino e del paesino Hosman. In occasione della Giornata del Vecchio Mulino invitiamo, di solito, artigiani e produttori di Valea Hartibaciului a presentare i loro prodotti e a raccontare le storie dei prodotti. Nel programma della giornata si ritrovano dimostrazioni di preparazione e cottura del pane, presentazioni di confetture locali, ceramiche tipiche, tessuti tipici di lana e tante altre soprese. Riportiamo inoltre alla ribalta una ricetta specifica della zona, quella dellhenklich, che si prepara anche nel forno a legna del mulino di Hosman, molto popolare tra i turisti e tra i clienti. A questi eventi puntiamo soprattutto sui prodotti gastronomici tipici dei villaggi. Siamo felici di aver potuto rimettere in funzione il vecchio mulino del villaggio che ha oltre 100 anni. Un giorno alla settimana, i contadini di Hosman e anche dei paesini circostanti vengono a macinare il mais e il grano a questo antico mulino ristrutturato. Con le nostre dimostrazioni di molitura cerchiamo di far vedere anche agli abitanti delle città come si macinano i cereali e come funziona praticamente un mulino. Il vecchio mulino di Hosman garantisce lindipendenza del villaggio, non è un museo, ma un meccanismo che funziona e che è molto utile ed importante nella vita del villaggio. Siamo felici quando vediamo che la gente ricomincia a coltivare la terra con cereali, perchè a Hosman, nel passato, cera una grande superficie coltivata con cereali. Speriamo che con un piccolo esempio come questo antico mulino perfettamente funzionante, possiamo rivitalizzare la coltivazione della terra. Oltre alle attività legate al mulino, lassociazione Hosman sostenibile organizza durante lanno, attraverso il partenariato svizzero-romeno, implementato con laiuto della Fondazione per lo Sviluppo della Società Civile, anche una serie di workshop, volti a sostenere lo sviluppo su piccola scala sulla Vallate di Hartibaciu. Di recente, ho partecipato ad un simile workshop, in un paesino vicino, in un antico frutteto, dove ci siamo incontrati con gli abitanti per far vedere loro come possono essere salvati gli antichi alberi da frutta della zona, quindi come usare le proprie risorse per ottenere sviluppo”, ha detto a RRI Joachim Cotaru.



    Nellambito del progetto di rivitalizzazione dellantico mulino, lAssociazione “Hosman sostenibile” ha riportato alla ribalta non solo la vecchia arte del mugnaio, ma anche quella del maniscalco, ristrutturando anche lofficina accanto al mulino, dotata con attrezzi tradizionali, dove i contadini possono farsi ferrare i cavalli e dove si fanno anche dimostrazioni ai turisti. Le vecchie ricette tradizionali della zona si possono riscoprire grazie al negozietto del forno a legna, arredato come le vecchie botteghe dei secoli scorsi. Presso questo negozietto si trovano anche oggetti di artigianato locale, depliant turistici con le possibilità di vitto e alloggio nella zona.



    Il 26 e il 27 settembre, il paesino vicino a Hosman, Cornatel, ha ospitato la prima edizione della “Giornata della mocanita”, dedicata al trenino a scartamento ridotto che viaggiava nel passato sulla Valle dellHartibaciu. Il trenino turistico, formato di un vagone passegeri e una locomotiva a vapore, ha circolato nei due giorni su una distanza di 7 km tra Cornatel e Hosman. Levento è stato organizzato dallAssociazione “Gli amici della Mocanita”, formata di un gruppo di giovani volontari tra 21 e 41 anni, tra studenti, architetti, informatici e storici, sostenuti dalle autorità locali e da entusiasti britannici, che dallestate del 2008 si incontrano per lavori di ristrutturazione e manutenzione dellantica ferrovia a scartamento ridotto, per la sua rimessa in funzione ai fini turistici. La Vallata Hartibaciu è il punto centrale di un sito Natura 2000, in essa ricadendo una zona di protezione faunistica e unaltra dinteresse comunitario che si stendono in tutto su 2500 km quadri. Qui si possono avvistare specie rare di uccelli, come laquila macchiata.




  • Torna a “Cheese” il formaggio romeno “branza de burduf”

    Torna a “Cheese” il formaggio romeno “branza de burduf”

    Nuovo appuntamento dal 18 al 21 settembre, a Bra, in Piemonte, con il più importante evento internazionale dedicato al settore lattiero-caseario, a cadenza biennale – Cheese – con spazi di dibattito, degustazioni, educazione e un grande mercato con i migliori formaggi del mondo, soprattutto i più rari o sconosciuti. Limportante fiera del formaggio, organizzata dalla Fondazione Slow Food Internazionale e dalla Città di Bra in collaborazione con il Ministero italiano delle Politiche agricole, alimentari e forestali, è giunta alla decima edizione, essendo già un punto di riferimento per gli artigiani della filiera lattiero-casearia mondiale. Stando alla Slow Food, questa decima edizione di Cheese offre il consueto calendario di Laboratori del Gusto, una serie di 37 incontri, legati al lungo percorso del latte, con tutte le sue trasformazioni e metamorfosi. Ci si parlerà del ruolo fondamentale di pascoli e alpeggi, dello stato di salute della terra, di biodiversità, di benessere animale, dellimportanza del lavoro di chi partecipa a questa lunga filiera (pastori e malgari, casari, affinatori, cuochi e molti altri), della complessissima macchina del mercato e della distribuzione e, naturalmente, di eccellenze gastronomiche uniche, che si possono gustare nellambito della sezione Appuntamenti a tavola, occasione per conoscere chef di fama internazionale.



    Il tema del 2015 è “Alle sorgenti del latte, per nutrire il pianeta” e al centro dellevento è, come sempre, la montagna nella filiera del latte, con le storie dei giovani che hanno scelto di vivere e lavorare tra le vette, le valli e gli alpeggi, che si possono incontrare agli stand del Mercato dei Formaggi assieme ai Presidi Slow Food da tutto il mondo. Tra le principali attrattive della rassegna gastronomica di Bra si annovera anche il più pregiato dei formaggi romeni, il formaggio branza de burduf stagionato in corteccia di abete, specialità difesa e promossa dallomonimo presidio Slow Food. I Presidi rappresentano progetti a sostegno delle piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, che valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvano dallestinzione razze autoctone, varietà di ortaggi e frutta. In Romania esistono due Presidi, uno che produce il formaggio stagionato in corteccia di pino “branza de bruduf” dei Monti Bucegi e laltro che produce confetture tipiche dei villaggi sassoni della Transilvania. Ce, inoltre, un”Arca del Gusto”, secondo un modello Slow Food, che ha la missione di ritrovare, catalogare, descrivere e far conoscere i sapori quasi dimenticati, di ricercare i prodotti in via di estinzione da salvare.



    Marian Popoiu è uno dei produttori del branza de burduf dei Monti Bucegi impegnati in prima linea a difesa di questa eccellenza casearia romena. Il giovane ha costruito un caseificio modello in quota – la Fattoria Bucegi – cui possono accedere tutti i produttori del Presidio “Branza de burduf”, e che si trova in una zona con unantica tradizione casearia: Bran-Moeciu-Fundata, nella provincia di Brasov, nel centro della Romania. La fattoria, con il suo centro di produzione del “Branza de burduf in corteccia di pino”, è raggiungibile in auto dal paesino Moeciu de Sus,su una strada forestale. Il formaggio “branza de burduf in corteccia di pino” si ottiene dal latte crudo misto vaccino e ovino ed è prodotto solo destate in alpeggio. Viene stagionato per almeno due mesi mesi nella corteccia di pino o di abete, grazie alla quale acquista un sapore molto particolare. Marian Popoiu riporta a Cheese 2015 questa specialità prodotta presso il suo piccolo caseificio di montagna. La Fattoria Bucegi ha valorizzata questa tradizione e lantica ricetta, conservando la stessa tecnica e lo stesso tipo di vasi in legno, usateida molte generazioni, ma adeguati alle esigenze Ue e a quelle vigenti in Romania. È dal 2004 che Marian Popoiu partecipa non solo a Cheese, ma anche a diversi scambi di esperienza, grazie a Slow Food Internazionale, con i casari delle zone alpine in Italia, Francia e Bulgaria. La scelta del luogo per la costruzione della Fattoria Bucegi non è stata casuale.



    “Noi siamo nati come Presidio nel 2005, quando siamo stati scoperti dalla Slow Food, dopo che una delegazione della fondazione ha chiesto al Comune di Brasov informazioni sui produttori locali di formaggio. Lidea della Fattoria Bucegi è apparsa in seguito ad uno scambio di esperienza con Slow Food Italia. La fattoria è nata nel 2009, quando è venuta per una visita nella mia zona una delegazione Slow Food Italia diretta da un medico ASL Italia che ci ha raccomandato il posto in cui si trova la fattoria Bucegi come il migliore per la sua costruzione. Tra i criteri in base ai quali è stato scelto il luogo, laccesso per un periodo più lungo durante lanno, al fine di una più facile distribuzione dei prodotti, visto che dinverno è più difficile raggiungere la zona alpina. È da qualche anno che il Presidio Branza de Burduf stagionato in corteccia di pino partecipa a Cheese, evento che incoraggia i giovani casari a portare avanti la tradizione,e la nostra specialità, tipica dellarea Bran-Moeciu-Fundata, è stata molto apprezzata dai visitatori di ciascuna edizione della fiera. Il formaggio branza de burduf risale al 1730 ed era alimento di base e moneta di scambio tra i produttori dei Monti Bucegi e quelli delle pianure. Nella zona della fattoria Bucegi, oltre ad assaggiare il saporitissimo branza de burduf, si può degustare anche il cacio affumicato, si possono fare passeggiate nella natura oppure equitazione. A Cheese 2015 siamo presenti dal primo fino allultimo giorno tra i Presidi Internazionali”, a raccontato Marian Popoiu a RRI.



    Va ricordato che il formaggio “branza de burduf” si annovera tra i prodotti Slow Food segnalati nellArca del Gusto, catalogo on line dei prodotti tradizionali tutelati.




  • Il 31 agosto, Giornata della Lingua Romena

    Il 31 agosto, Giornata della Lingua Romena

    Il 31 agosto, in Romania, nella confinante Moldova e presso gli Istituti di Cultura Romeni allestero, sarà festeggiata la Giornata della Lingua Romena. Numerose le manifestazioni organizzate per loccasione, tra fiere del libro, recital di poesia, dibattiti ed eventi musicali, in programma dalla fine di agosto fino alla seconda settimana di settembre e iniziati in Moldova già dalla scorsa settimana.



    A Bucarest, la Giornata della Lingua Romena è stata anticipata, oggi, con una serie di eventi dedicati questanno al poeta Lucian Blaga, dalla cui nascita riccorrono 120 anni. In Moldova, lIstituto di Cultura Romeno continua la serie delle manifestazioni celebrative, organizzando, dal 31 agosto al 1 settembre, assieme allAccademia di Scienze della Moldova e alle università moldave, la terza edizione della Conferenza Internazionale “La lingua romena – lingua dellintegrazione europea”. Sempre in Moldova, si svolgerà il 3 e il 4 settembre, sotto legida dellAccademia Romena, la quarta edizione del Convegno Internazionale degli Eminescologi, che riunirà studiosi dellopera del poeta nazionale romeno Mihai Eminescu, da Romania, Italia, Spagna e Turchia.



    La Giornata della Lingua Romena sarà festeggiata di nuovo questanno anche allAccademia di Romania in Roma, che ha organizzato per il prossimo 9 settembre una lettura di poesie di diversi autori romeni. Ospite donore sarà litalianista, traduttore e poeta, Geo Vasile, che reciterà poesie sia in romeno, che italiano dal proprio volume, bilingue, pubblicato in Italia, “Cortocircuito. Versuri. Versi. Scurtcircuit”. Levento allAccademia di Romania continuerà con un omaggio al più antico testo del folclore poetico romeno, la ballata “Miorizza”, che sarà letta in romeno e italiano, e si concluderà con la lettura di un saggio originale in ambo le lingue chiamato “Eminescu, la prima rivoluzione del linguaggio poetico romeno”, tratto da unedizione bilingue, curata da Geo Vasile e pubblicata in Italia: “Luceafarul. Espero”. Geo Vasile è noto per aver tradotto in romeno opere di Italo Calvino, Umberto Eco, Giovanni Sartori, Tiziano Scarpa e altri, e in italiano opere degli autori romeni Mihai Eminescu, George Bacovia, Ion Vinea e Gellu Naum. È stato insignito nel 2013 dellOrdine Stella dItalia in grado di Cavaliere per i suoi libri e studi e per le sue conferenze dedicate alla promozione della lingua e letteratura italiana in Romania, e nel 2014 del Premio Internazionale Flaiano.



    In occasione delle manifestazioni in Spagna per la Giornata della Lingua Romena, il ministro con delega ai Romeni nel Mondo, Angel Tîlvăr, ha trasmesso un messaggio in cui afferma che la lingua romena è il nocciolo dellidentità del popolo romeno, la lingua di una cultura importante dEuropa, la lingua dei romeni che lavorano, studiano, sono impegnati nellattività di ricerca, fanno affari. La lingua romena, ha aggiunto il ministro, fa tutte queste persone riconoscersi e avvicinarsi, formare una comunità. La Giornata della Lingua Romena, si mostra nel messaggio, è una festa della Romania e, al tempo stesso, di tutti i romeni nel mondo, di quelli che si sentono romeni e di quelli innamorati della bellezza del popolo romeno.



    Ai sensi della legge sullistituzione della Giornata della Lingua Romena, adottata nel 2013, le autorità e le istituzioni pubbliche, comprese alle rappresentanze diplomatiche e gli istituti culturali romeni allestero, organizzano eventi culturali ed educativi per celebrare la Giornata, festeggiata per la prima volta il 31 agosto 2013.




  • RO.AS.IT. a Expo Milano 2015

    RO.AS.IT. a Expo Milano 2015

    LAssociazione degli Italiani di Romania – RO.AS.IT. – ha partecipato, il 26 e il 27 agosto, ad Expo Milano 2015. Lassociazione ha organizzato presso il padiglione della Romania una serie di eventi culturali dal tema “Il ruolo e lo specifico dellemigrazione italiana in Romania”, volti a promuovere la minoranza italiana del nostro Paese. Presentati in questa occasione la storia dellassociazione, i progetti e le attività specifiche per la salvaguardia e la promozione dellidentità della minoranza italiana in Romania. In programma anche proiezioni, recital di chitarra classica, momenti artistici e presentazioni legate al tema generale di Expo Milano. Lassociazione è stata rappresentata a Milano dalla presidente Ioana Grosaru, dal segretario generale Andi Grosaru, e dalla direttrice della rivista “Siamo di Nuovo Insieme”, Gabriela Tarabega. Il segretario generale Andi Grosaru ha parlato, in unintervista a RRI, degli eventi organizati dallassociazione presso il Padiglione della Romania.


  • Ufficio INCA-FILLEA a Bucarest

    Ufficio INCA-FILLEA a Bucarest

    I cittadini romeni che lavorano in Italia e i cittadini italiani residenti in Romania beneficiano di informazione, assistenza e rappresentanza gratuite grazie al primo ufficio di INCA – FILLEA Romania, inaugurato ufficialmente il 23 giugno, a Bucarest, dallIstituto Confederale Italiano di Assistenza INCA CGIL e dalla Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dellEdilizia, delle Industrie Affini ed Estrattive FILLEA CGIL. Si tratta di un progetto importantissimo nellattuale contesto migratorio in cui è diventata evidente la necessità di estendere la rete di assistenza verso i Paesi che generano importanti flussi migratori, come la Romania, hanno spiegato i rappresentanti di Inca Cgil a Radio Romania. Gli oltre un milione di romeni in Italia rappresentano la maggiore comunità straniera nella Penisola, e, di questi, solo negli ultimi 10 anni, 230.000 hanno beneficiato dei servizi gratuiti di assistenza forniti da Inca Cgil e il loro numero va aumentando da un anno allaltro. Della missione di INCA CGIL, patronato che nel 2015 ha celebrato 70anni di assistenza e tutela dei diritti di milioni di persone, parla a RRI la sua presidente Morena Piccinini, presente alla conferenza di inaugurazione dellufficio in Romania.




    Lufficio INCA-FILLEA Romania mira ad offrire assistenza sui temi della sicurezza sociale e previdenziale ai cittadini romeni che lavorano o hanno lavorato in Italia e ai cittadini italiani in Romania. Circa il 70% dei lavoratori stranieri nel settore edile in Italia provengono dalla Romania e circa 18.000 sono iscritti alla FILLEA CGIL. Dei servizi forniti e degli obiettivi futuri di Inca-Fillea Romania, associazione nata un anno fa, ha parlato a RRI la sua rappresentante, Emilia Spurcaciu.




  • Storie sul Mar Nero

    Storie sul Mar Nero


    “Black Sea Tales”, ossia “Storie sul Mar Nero”, si chiama un interessantissimo progetto dedicato alla Dobrugia, regione storica nel sud-est della Romania, e alle civiltà succedutesi lungo i secoli nel bacino del Mar Nero. La Dobrugia, soprattutto i paesini della sua parte più bella, il Delta del Danubio, sono sinonimo di multiculturalità, racchiudendo una grande concentrazione di etnie, tra russi di antico rito ortodosso, ucraini, turchi, tartari, bulgari, tedeschi, greci, armeni, macedoni, aromeni, italiani, e tanti altri, che vantano tradizioni uniche. Di questa multiculturalità, delle leggende della Dobrugia e delle sue attrattive turistiche parla il sito www.black-sea.travel, creato nellambito dellambizioso progetto “Storie sul Mar Nero”, coordinato dal giornalista romeno Cristian Cealera.



    “Black Sea Tales è nato alla fine del 2013 grazie allincontro tra me, il titolare di unagenzia viaggi di Costanza, Cristian Barhalescu, e Valentin Coman, il presidente del Gruppo per Giornalismo, Cultura e Comunicazione di Costanza. Per questo progetto abbiamo valorizzato i documentari sulla Dobrugia che avevo realizzato per una tv locale. Per questo sito ho scritto oltre 400 storie sulla Dobrugia. Black Sea Tales è partito ufficialmente a febbraio 2014 con il lancio del sito www.black-sea.travel. Adesso, a ben più di un anno, continuiamo a raccontarci sul sito le storie della Dobrugia e delle civiltà nel bacino del Mar Nero. Abbiamo puntato su una piattaforma on line dinamica, che offrisse storie interessanti per tutti, riportando alla ribalta leggende, tradizioni, attrattive turistiche e la gastronomia locale. La Dobrugia è una terra unica perchè comospolita, grazie al mix di minoranze nazionali che ci convivono da secoli. Ciascuna di queste etnie ha una sua identità, fatta di usanze, costumi popolari, storie, leggende e pietanze tipiche. Sono ben 16 le lingue in cui le informazioni sono disponibili attualmente sul sito, tra cui litaliano, lolandese, il greco, il giapponese, il polacco e il tedesco”, ha precisato per RRI il giornalista Cristian Cealera, manager del progetto Black Sea Tales.



    In seguito ai primi sbarchi dei navigatori e commercianti greci sulle coste del Ponto Eussino, nome con cui designavano i greci il Mar Nero, furono insediate le colonie di Histria, Tomi e Callatis. Il punto di partenza del viaggio virtuale alla scoperta delle civiltà nel bacino del Mar Nero cui ci invita il sito www.black-sea.travel è Costanza, città ricca di storie e leggende, anticamente chiamata Tomi e apparsa nel settimo-quinto secolo avanti Cristo. Tomi fu la seconda patria del poeta romano Ovidio, il quale, esule, vi passò gli ultimi 8 anni della sua vita. La sua statua sorge a tuttoggi a Costanza. Durante lepoca romano-bizantina Tomi diventò unimportante centro religioso cristiano. Vi si diffuse il cristianesimo di origine apostolica grazie allapostolo Andrea. Fu in questo periodo che venne chiamata Costanzia, nome dato da Costantino il Grande, in onore di sua sorella Costanzia. Nel decimo e tredicesimo secolo fu un florido porto, soprattutto sotto linflusso dei genovesi, che vi costruirono un faro. Costanza conobbe un periodo di forte sviluppo verso la fine del 19esimo secolo, quando il Servizio Marittimo Romeno aprì linee marittime verso Costantinopoli, Pireo e persino Rotterdam. Florido porto fluviale e marittimo anche ai nostri giorni, Costanza è capoluogo dellomonima provincia, una vera scoperta per gli appassionati di storia e turismo culturale. Lacittà di Costanza vanta il maggiore numero di vestigia antiche nel paese. È ricca di siti archeologici come quello di Histria, risalente a 7000 anni fa, e Tropaeum Traiani di Adamclisi, certificato di nascita del popolo romeno, eretto dai romani in seguito alla conquista di questi territori, quando è iniziata la simbiosi tra i romani e le tribù daciche. Ospita la famosa grotta di SanAndrea, che convertì al cristianesimo questa parte del mondo e che ci visse per anni.



    Unaltra importante città-porto sul Mar Nero è Mangalia, dallantico nome Callatis, fondata nel sesto secolo avanti Cristo, che nel quarto secolo avanti Cristo già viveva un periodo di prosperità economica. In quel periodo, secondo il modello della città-stato greca, a Callatis furono ampliati i confini urbani, estese il sistema difensivo murario e le strutture portuali, furono eretti templi, edifici pubblici e monumenti. Tramite il suo porto si svolgeva un intenso scambio di merci. Dalla Grecia venivano portati vini, olii e spezie, mentre da Callatis partivano navi cariche di grano, pesce secco e legno. Con il primo secolo avanti Cristo cominciò lavanzata dellImpero Romano e Callatis fu sottomessa a Roma, vivendo in seguito un nuovo periodo di prosperità. Fu abbandonata nei primi decenni del VII secolo dopo Cristo per i continui attacchi di popoli avaro-slavi che alla fine la distrussero. Sopra i resti dellantica Callatis sorge ai nostri giorni la città moderna di Mangalia, la seconda per grandezza sul litorale romeno del Mar Nero, dopo quella di Costanza. Il nome di “Mangalia” proviene da Pangalia, che nel greco bizantino significava “la più bella”. Le prime vestigia dellex citadella greca riemersero appena nel decimo secolo dopo Cristo e si conservano attualmente in un sito archeologico. Al “Museo di Archeologia” di Callatis potete vedere i reperti scoperti lungo il tempo.



    “Chi non conosce affatto la Dobrugia dovrebbe andare prima di tutto a visitare i ruderi delle antiche citadelle sul Mar Nero, Tomi, Callatis e Histria, e poi antiche citadelle meno note, ma altrettanto interessanti, come lantica citadella Ulmetum, sita a qualche decina di km da Costanza, oppure Ibida, nella provincia di Tulcea. Se dovessi raccomandare alcune soste in luoghi rappresentativi per la storia della Dobrugia, consiglierei immancabilmente una visita allantica citadella Histria e unaltra a Jurilovca, che ospita una numerosa comunità di russi di antico rito ortodosso e vicino alla quale si trovano i ruderi della più antica colonia fondata dai greci, Orgame, ribattezzata dai Romani Argamum.”, racconta il giornalista Cristian Cealera.



    Jurilovca, sita tra le città di Tulcea e Costanza, è un paesino deltaico tipico, che ospita attualmente la maggiore comunità di pescatori del Delta del Danubio, offrendo unimmersione nelle tradizioni e usanze dei russi di antico rito ortodosso, i suoi fondatori allinizio del 19esmo secolo. A 6 km da Jurilovca, sulle sponde del lago Razim, della fortezza greco-romana Argamum, risalente ai secoli VII-VI avanti Cristo, sono ancora visibili un portone, il muro di difesa, strade e basiliche paleocristiane. Il giornalista Cristian Cealera ci invita anche ad un breve tufo nella gastronomia.



    “Se dovessi fare una raccomandazione gastronomica, inviterei i turisti che giungono in Dobrugia ad assaggiare la foccaccia al porro preparata dagli etnci aromeni, oppure lo sciuberek della zona Cobadin o Techirghiol, una specie di calzone tipico tartaro, fritto nellolio, con ripieno di carne, formaggio o vedure, oppure le pietanze di pesce dei russi di antico rito ortodosso, a Ghindaresti. Sono tante le prelibatezze tipiche delle varie etnie della Dobrugia che vi stuzzicheranno il palato una volta messo il piede in questa regione unica in Romania”, ha detto a RRI il giornalista Cristian Cealera.




  • Attrattive turistiche inedite in Romania

    Attrattive turistiche inedite in Romania

    Vi invitiamo alla scoperta di alcune delle destinazione turistiche inedite in Romania. La prima sosta la facciamo nel Maramures, noto come la Contrada del legno, in cui si è conservata come in nessunaltra parte del Paese, lanima rurale della Romania. Tra i tanti motivi per andare in Maramures anche un posto unico in Romania e nel mondo – Sapanta – località resa famosa dal suo celebre “Cimitero Allegro”, apparso grazie allidea dellartista Ioan Stan Patras. Nel 1935, Patras costruì una croce in legno nel cimitero locale sulla quale scrisse un epitàffio. Da allora fino ad oggi le croci in legno di quercia del cimitero, intagliate a mano e dipinte a colori vivaci sul tipico sfondo azzurro, con vignette ed epitàffi spesso umoristici e ironici che caratterizzano i defunti e con scene di vita quotidiana, sono giunte a circa 800. È in questo cimitero che riposa anche il suo creatore, Ioan Patras, in una tomba decorata dalla croce che lui stesso realizzò. La tradizione delle croci colorate gli sopravvive grazie al suo apprendista Dumitru Pop, fedele agli insegnamenti del maestro.



    Dal sud andiamo nel nord-est, nei Carpazi Orientali, dove si trovano le Gole del Fiume Bicaz, che collegano le regioni storiche romene Transilvania e Moldavia. Vicino alle Gole del Bicaz si trova la stazione turistica il Lago Rosso, che ospita lomonimo lago naturale, a 98 metri daltezza. Questo lago trae il nome dallomonimo fiumicello che in esso si versa portando particelle di argilla rossa ricche di ossidi ed idrossidi di ferro. Si è formato nellestate del 1837, quando i nubifragi hanno provocato frane che hanno bloccato il ruscello che attraversava la zona e lacqua si è accumulata dietro questargine naturale. È un lago dal quale spuntano ceppi dalberi morti, dopo che la foresta che ricopriva la valle fu inondata.Secondo la leggenda, il Lago Rosso, chiamato anche “il Lago Assassino”, si formò con il sangue di un gruppo di giganti che avevano avuto la sventura di sedersi sotto il fianco della montagna quando questa franò, schiacciandoli e provocandone la morte.



    Nel sud del Paese, nella regione storica Oltenia, si trova la Provincia di Valcea, famosa, tra laltro, per due stazioni termali: le Terme Olanesti e le Terme Govora. Una sosta imperdibile alle Terme Olanesti è il Parco Naturale dei “sassi vivi” o “sassi crescenti” di Costesti, come sono stati soprannominate le formazioni geologiche formatesi nella zona. Sul posto di questo parco, più di sei milioni di anni fa, cera un delta dove un fiume aveva trasportato dal continente sedimenti di sabbia. I granelli di sabbia si accumularono e si attaccarono luno allaltro, dando nascita a delle forme sferiche, elissoidali, molto variegate, con dimensioni 2-3 cm e 5 metri, noti oggi come “i sassi crescenti”.



    Sempre nel sud, la Provincia di Buzau ospita siti di particolare importanza geologica e turistica, tesori unici in Romania e in Europa, tra cui i Vulcanetti di Fango di Berca. Detti anche salse, questi vulcanetti di fango sono delle piccole colline alte 5-6 metri, nei cui crateri si trovano pozze di fango ribollente per le emissioni di gas metano dal sottosuolo e che gettano fango invece di lava. Nelle giornate siccitose, quando il fango si asciuga e crepa in decine di pezzi, a Berca si può amirare un paesaggio dallaspetto lunare, di cui si possono scattare foto uniche. In nessunaltra parte del mondo esiste una zona con tanti vulcanetti di fango attivi come nella provincia romena di Buzau.



    Nel centro della Romania scopriamo unaltra attrattiva inedita: la Sfinge dei Monti Bucegi, nei Carpazi Meridionali, a 2216 metri di altezza. Si tratta di un megalìte dallaspetto antropomorfo, soprannominato cosi grazie alla sua somigilianza con la Sfinge di Giza e formatasi lungo il tempo in seguito allerosione eolica. Accanto alla Sfinge sorgono altre formazioni geologiche famose che si assomigliano a dei funghi di pietra, note come “Le Vecchie Donne”, dichiarate monumenti della natura.




  • Itinerari gastronomici in Romania

    Itinerari gastronomici in Romania

    Questa volta vi invitiamo su alcune strade del gusto e dei sapori in Romania, legate a prodotti e specialità della trasformazione alimentare e della preparazione culinaria. La prima sosta che vi proponiamo è nel comune di Berca, della provincia di Buzau, nell’est della Romania, che vanta il primo marchio tradizionale registrato in Romania – la salsiccia di Plescoi. Si tratta di un insaccato piccante, fatto con carne di pecora, condito con peperoncino e aglio, che reca il nome del paesino in cui viene preparato tradizionalmente. Il segreto della sua preparazione lo sanno solo gli abitanti di Plescoi e ogni anno a questo prodotto tipico viene dedicato un festival. Un altro insaccato tipico della provincia di Buzau è il babic, salume casereccio piccante fatto con un mix di carne suina e bovina. Si dice la ricetta sia stata portata in Romania dalla Serbia. Il babic viene servito nella provincia di Buzau come antipasto assieme alla grappa di prugne di Buzau oppure alla birra. Se giungete a maggio nella provincia di Buzau, questa volta nel paesino Vaarlam, avrete l’occasione di scoprire, invece, la prima festa campestre della primavera, “Lo svezzamento degli agnelli”, che illustra le usanze pastorali locali e segna il momento in cui gli agnelli vengono svezzati perchè le pecore possano essere munte e in cui pastori portano i greggi sui pascoli del Monte Penteleu. Questa festa campestre porta alla ribalta le pietanze pastorali tradizionali, tra cui regna il bulz, la tipica polenta con formaggio cotta sulla brace.



    Spostiamoci ora verso il sud-est della Romania, nella provincia di Vrancea, con una lunga e ricca tradizione di lavorazione del legno, soprattutto nelle zone montane. Il fiore all’occhiello della lavorazione artigianale del legno, è molto viva a Negrileşti e Nereju. Qui viene ancora preparato con metodi tradizionali il cacio affumicato con rami di pino con l’aiuto di stampi speciali chiamati “papuşare”. Si tratta di oggetti rotondi o rettangolari in legno, con motivi decorativi intagliati che richiamano alla memoria le statuette e le incisioni rupestri del Neolitico e dell’Età del Bronzo. Tra i motivi intagliati sugli stampi, le corna di montone, simbolo della fertilità, la fune intrecciata, che sta a simboleggiare la continuità, e il sole, simbolo della divinità. Fatti in legno di acero, che conferisce un sapore forte, gli stampi servono per imprimere al cacio vaccino una forma, creando l’impressione che sia stato scolpito, ma anche per la sua stagionatura, e possono essere usati, allo stesso tempo, come oggetti decorativi e ricordini.



    Dal sud-est della Romania andiamo verso il centro del Paese, a Bran-Fundata, un’altra zona con una lunga tradizione pastorale e casearia. In quest’area ricade un percorso della pastorizia transumante, il corridoio montano Rucar-Bran, che coincide con un’antica via della transumanza. Bran è noto come la patria del formaggio “branza de burduf”, tra i più ricercati della tradizione casearia romen, attestato come prodotto tradizionale a livello nazionale. Il sapore del tutto particolare del formaggio “branza de burduf” si deve alla sua stagionatura in corteccia di pino e ad una una ricetta risalente a due cento anni fa, tramandata di generazione in generazione. Nella zona di Bran potete vedere dal vivo le attività tradizionali nelle malghe e nelle masseri e potete assistere alla preparazione di questo formaggio e di altri prodotti tradizionali romeni.



    Se andate invece nei paesini sassoni di Valea Hartibaciului, sempre nel centro della Romania, scoprirete i dolci tipici della tradizione sassone tra cui l’henklich o kuchen, una schiacciata semplice o ripiena con frutta o uva sultanina che si fa sul forno a legna, il che le conferisce un gusto speciale. La preparazione di questo dolce richiede una grande abilità manuale, perchè la grosezza dei vari strati della schiacciata non deve superare quella di una scatoletta di fiammiferi. Indimenticale l’henklich preparato con uova provenienti dalla propria masseria il burro fatto in casa e la panna di bufala, un segreto di questo dolce. Il paesino dal passato medievale Agnita vanta un laboratorio dolciario artigianale dove l’henklich viene preparato in collaborazione con una vecchietta del posto, custode dei suoi segreti.



    Un vecchio insaccato tipico dell’ovest della Romania lo scopriamo nella provincia di Hunedoara. Si chiama “virsli” e viene preparato tradizionalmente nelle località Brad e Salasu. Queste salsicce sottili di circa 15-20 cm, fatte con carne di capra e pecora, sempre manulamente, sono il vanto degli abitanti della provincia, che custodiscono gelosamente la loro ricetta secolare. Sono contraddistinti dal sapore di peperoncino e aglio e anche di fumo, dovuto alla cottura nel forno riscaldato solo con legna di faggio. Si consumano di solito assieme al pane al testo e alla mostarda. Il capoluogo di provincia Deva ospita ogni anno un festival dedicato ai virsli.



    Se volete invece assaggiare i piatti tipici del Delta del Danubio, vi invitiamo al tradizionale “Festival della minestra alla pescatora”, dove tutte le etnie che convivono da secoli in Dobrugia presenteranno le loro pietanze tradizionali. Tra i prodotti portabandiera del Delta del Danubio, oltre alla minestra alla pescatora, vanno ricordati il pesce di acqua dolce affumicato, come il luccio e la carpa, gli involtini di pesce in foglie di vite, le uova di luccio e carpa, delle vere delizie del delta, il pesce con cipolla al forno, le acciughe con verza in salamoia e lo sformato salato alla Dobrugia.

  • Il Castello Cantacuzino

    Il Castello Cantacuzino

    Pochi turisti sanno che il famoso Castello Peles di Sinaia ha un rivale carico di storia sulla Valle del Prahova. Si tratta del Castello Cantacuzino, che sorge all’ingresso nella stazione turistica montana Busteni (nel sud della Romania). Di gran pregio architettonico e storico, il castello, sito alle falde del monte Zamora, fu costruito nel 1911 su commissione del principe Gheorghe Grigore Cantacuzino, discendente dell’omonima famiglia nobile, due volte sindaco di Bucarest e due volte primo ministro della Romania, uno dei più importanti proprietari terrieri all’epoca, soprannominato “il Nababbo”.



    Restituito dopo il crollo del comunismo agli eredi della famiglia Cantacuzino e restaurato, il castello ospita da quando è stato aperto al pubblico importanti eventi culturali, tra lanci di collezioni, conferenze e sontuosi ricevimenti. Dalla sua terrazza, d’estate, si può ammirare, mentre si prende un caffè, uno dei più bei panorami dei Monti Bucegi. Fu sempre Ghoerghe Grigore Cantacuzino a commissionare anche il Palazzo Cantacuzino in Calea Victoriei di Bucarest, che ospita attualmente il Museo Nazionale intitolato al sommo compositore romeno “George Enescu”.



    In stile neoromeno, il Castello Cantacuzino di Busteni sorge in mezzo ad un parco che porta verso una grotta artificiale, cascate e fontane zampillanti, fiancheggiato da un foresta di pini. Il Salone delle feste del castello custodisce una collezione araldica unica in Romania, che fa scoprire i blasoni delle famiglie di boiardi imparentate con i Cantacuzino, ma anche un fregio con i ritratti dei membri della famiglia Cantacuzino.



    Realizzato in pietra e terracotta, secondo i piani dell’architetto Grigore Cerchez, il castello si stende su 3148 metri quadri. Le porte in legno di quercia, con motivi vegetali scolpiti, le vetrate a colori, le finte travi dipinte del soffitto, le balaustre in legno, pietra e ferro battuto, i camini in pietra bianca, decorati con mosaici policromi, ricreano per il visitatore l’atmosfera di residenza signorile di una volta. Sopra il portone d’ingresso ritroviamo il blasone dei Cantacuzino con l’aquila bicipite, ma anche i blasoni delle province storiche romene. Una scala in marmo di Carrara con una balaustra in ferro battuto porta al primo piano.



    Dal castello si vede sulla cima Caraiman dei Monti Bucegi la Croce degli Eroi della Nazione, entrata nel Libro dei Primati. Il Castello dei Cantacuzino è visitabile durante la settimana dalle 10 alle 19 e nel finesettimana fino alle 16, per 20 lei, pari a circa 4,53 euro. I visitatori sono accompagnati da un cicerone che fa la presentazione del castello in inglese.



    Se andate a Busteni, potete inoltre visitare il Monastero Caraiman e l’Escapade Adventure Park sul monte Zamora, la Cascata Urlante e potete salire in funivia sui Monti Bucegi per visitare la Croce degli Eroi della Nazione. Collocata sulla Cima Caraiman, nei Carpazi Meridionali, la Croce è stata inaugurata il 14 settembre del 1928. Costruita in acciaio su un basamento di cemento, è alta 39,37 metri ed ha un’apertura di quasi 15 metri. Nel 2013 il Guinness dei Primati l’ha dichiarata ufficialmente la croce più alta nel mondo, installata a oltre 2291 metri. A Busteni, potete trovare vitto e alloggio in tanti agriturismi, ma anche nelle case degli abitanti. Della gastronomia locale vi raccomandiamo di assaggiare la famosa minestra di fagioli nel pane.

  • Pasqua in Romania

    Pasqua in Romania

    I romeni, in maggioranza ortodossi, celebrano, quest’anno, la più importante festa cristiana, la Pasqua, il 12 aprile. Le feste pasquali riportano, ogni anno, alla ribalta il prodotto portabandiera dell’artigianato romeno — l’uovo dipinto a mano — di solito con la cera d’ape calda mescolata a colori vegetali e tecniche molto elaborate. Tra i simboli ornamentali sulle uova dipinte troviamo uccelli, animali, piante, attrezzi contadini e scene bibliche che rendono le uova pasquali dei piccoli capolavori artigianali. Le uova pasquali vengono colorate in Romania nel Giovedì Santo. Il colore tradizionale è il rosso, simbolo del sangue versato dal Redentore per l’espiazione dei nostri peccati. Le uova colorate si donano come augurio di rinascita e fecondità e si consumano la mattina di Pasqua.



    Nella regione storica Bucovina, nel nord della Romania, la tradizione delle uova dipinte a mano è ancora vivissima. Questa regione propone ai suoi ospiti alcune bellissime tradizioni, tramandate gelosamente da molte generazioni. Durante il periodo pasquale la Bucovina vi aspetta sulla “Via delle uova dipinte”, un circuito turistico nato grazie al progetto “Pasqua in Bucovina” del Consiglio Provinciale Suceava. Il percorso porta alla scoperta delle produzioni artigiane di eccellenza della regione, in paesini come Ciocanesti, Vatra Moldovitei, Sucevita, Marginea, Putna e Brodina, ma anche dei mercatini di Pasqua, delle chiese e dei monasteri, dei musei e delle sagre gastronomiche locali. Bucovina è anche terra delle chiese ad affreschi esterni incluse nella lista dell’Unesco del patrimonio culturale mondiale, ciascuna contraddistinta da un colore specifico. Voronet spicca per gli affreschi dallo sfondo azzurro, Humor, per lo sfondo rosso, Sucevita per il verde, Moldovita per il giallo dorato, mentre Arbore per il suo mix di ocra e verde marino. Marrone, ocra, verde scuro, rosso e nero sono i colori tipici della Bucovina che ritroviamo anche nell’archittetura delle case, decorate con motivi geometrici, floreali e zoomorfi ispirati ai costumi popolari.



    Laura Ursu, del Centro per la Promozione Turistica del Consiglio Provinciale Suceava, ha raccontato a RRI cosa offre ai turisti nel 2015 il programma “Pasqua in Bucovina”. “In programma, anche quest’anno, delle bellissime manifestazioni culturali e turistiche: tra mostre di costumi popolari, uova dipinte, icone dipinte, tessuti tipici, mostre fotografiche, mercatini di pasqua dove si può scoprire il meglio dell’artigianato della Bucovina e i piatti tipici pasquali dei romeni, ma anche le prelibatezze locali. Tra i piatti tipici pasquali romeni lo sformato e l’arrosto di agnello, mentre i dolci pasquali tradizionali sono rappresentati dalla “pasca”, la torta di pasta frolla farcita con ricotta e uva sultanina o frutta candita, e il panettone. La pasca non si consuma prima di essere portata in chiesa per essere benedetta nella notte di Pasqua. Immancabili, come ogni anno, dal programma Pasqua in Bucovina, i concerti di musica religiosa, i festival delle uova dipinte e delle tradizioni e usanze tipiche pasquali. Un evento speciale nell’ambito di questo programma turistico è la messa di Pasqua, celebrata nella cappella nella miniera di sale di Cacica, ad una profondità di 30 metri, nella provincia di Suceava, sin dal 2009. La mattina di Pasqua è il momento della benedizione dei cestini pasquali e delle gare di battitura delle uova pasquali l’una sull’altra, vinte da chi rimane con l’uovo sodo intatto, una tradizione osservata anche in famiglia in Romania. La Via delle uova dipinte porta verso musei delle uova dipinte e gare e dimostrazioni di pittura sulle uova dal vivo”, ha detto Laura Ursu.



    Se sfogliamo il calendario del programma “Pasqua in Bucovina 2015”, scopriamo che nel giorno di Pasqua, il Monastero Sucevita ospita l’evento “Il più bel cestino pasquale”, mentre la Chiesa “Sant’Elia” di Sucevita e il Monastero Humor ospitano gare di battitura delle uova. Il 13 aprile, se vi capita di trovarvi in Bucovina, potete andare, invece, alla ”Festa dei cestini pasquali” di Gura Humorului, sulla spianata del Museo delle Usanze Popolari della Bucovina, oppure al “Ballo dei contadini” di Fundu Moldovei. Il 16 aprile, sempre nell’ambito del programma “Pasqua in Bucovina”, siete invitati a Izvoarele Sucevei ad una mostra gastronomica che porta alla ribalta ricette tradizionali della regione.



    Una tappa unica nel viaggio alla scoperta delle tradizoni pasquali è decisamente il Comune Ciocanesti. “Ciocanesti è unico sulla mappa dei centri di eccellenza dell’artigianato romeno. Quasi tutte le case di questo comune sono dipinte di motivi tradizionali, il che valse a Ciocanesti il soprannome di museo all’aperto. Le tradizioni sono vivissime in questa zona e le uova dipinte di Ciocanesti sono inconfondibili grazie allo sfondo nero. L’arte delle uova dipinte è tramandata qui di generazione in generazione”, ha raccontato a RRI Laura Ursu.


  • Il complesso di mulini di Rudăria, un viaggio tra macine e tradizione

    Il complesso di mulini di Rudăria, un viaggio tra macine e tradizione

    Testimonianza della tecnologia contadina nella regione storica del Banato, i mulini sulla valle del fiume Rudărica, nella Contrada dell’Almăj, del distretto di Caraş-Severin (sud-ovest della Romania), rappresentano il maggiore complesso di mulini ad acqua nel sud dell’Europa. In una gita sulla valle del fiume, oltre al rumore delle spettacolari cascate, scoprirete quello tipico dei mulini ad acqua. I 22 mulini che sorgono ancora lungo le gole del fiume Rudărica, dentro e fuori dal villaggio Eftimie Murgu, noto nel passato come “Rudăria”, si ritrovano nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. Nonostante il progresso tecnologico, la macina dei cereali al mulino è una tradizione ancora viva sulla valle del fiume Rudărica.



    “Quello di Rudăria è un complesso di mulini del tutto speciale in Romania e forse nel mondo. Nella provincia di Caraş-Severin erano tanti i simili complessi nel passato. Per tradizione, più contadini erano comproprietari di un mulino e ciascun paesino poteva avere anche 30 mulini con una simile gestione. Qualsiasi turista che giunge nella contea di Caraş-Severin sarà incantato dalla bellezza delle gole del fiume Rudărica, molto scoscese, ideali per il collocamento dei mulini, e delle foreste e montagne, di cui due soprannominate Adamo ed Eva in quanto si assomigliano ai volti umani. Nel 2002, grazie ad un progetto europeo cui ha partecipato anche il Museo Astra, sono stati ristrutturati i 22 mulini di Rudăria, dove si possono scoprire alcune tra le più interessanti modalità di portare l’acqua al mulino, attraverso, ad esempio, tunnel scavati nella montagna. A Rudăria si può vedere, tra l’altro, un mulino dove l’acqua scorre al contrario, contro la corrente del fiume. Il turista può avere la fortuna di giungere sul posto quando i contadini stanno macinando e vedere dal vivo l’intero processo di macinazione”, ha raccontato a RRI Florin Streza, museografo presso il Museo della Civiltà Popolare Tradizionale ”Astra” di Dumbrava Sibiului, che nel 2002 ha partecipato ad un progetto di restauro con fondi europei del complesso di mulini ad acqua di Rudăria.



    Nella zona di Rudăria, il turista è sempre accolto con la gustosissima polenta preparata con il mais macinato ai mulini del villaggio, accanto alle salsicce caserecce e alla grappa tipica del Banato montano. Molti dei mulini di Rudăria sono avvolti nella leggenda. Qui si dice si trovino il mulino che rende giovani, il mulino con poteri curativi oppure quello che scaccia il malocchio o dell’amore felice, in quanto luogo di ritrovo dei fidanzati. Ciascuno di questi mulini ha un suo nome. Il complesso riveste un ruolo speciale nel patrimonio etnologico locale, come racconta il museografo Florin Streza.



    “Andare a Rudăria vuole dire fare un’immersione in un universo del tutto particolare. La maggior parte dei 22 mulini funzionano ancora e la farina macinata li’ è alla base di moltissimi dei prodotti caserecci locali. Questi mulini sono anche luogo di ritrovo per i contadini, il mulino ha anche un’utilità sociale, ci si va per discutere vari problemi, per raccontare storie, ci si conosce e ci si fa amicizia. All’inizio, il mulino era proprietà di 16-20 famiglie che avevano contribuito alla sua costruzione. In base ad un’intesa verbale, ciacuna famiglia aveva il diritto ad un certo numero di ore per la macina dei cereali, che poteva essere ereditato e persino venduto. I mulini sono intitolati al costruttore, al luogo dove sono collocati o alla famiglia più importante che partecipò alla sua costruzione. Un giorno al mese è riservato alla manutenzione del mulino e ciascuna famiglia comproprietaria doveva inviare un suo membro ad occuparsene, rischiando altrimenti di perdere tale diritto. A Rudăria sorge un mulino sprannominato il Mulino ostinato perchè la sua ruota gira in senso antiorario e la leggenda dice che se uno ci passa la notte mentre la ruota del mulino gira a vuoto, al mattino ci si sveglia ringiovaniti, perchè il tempo è stato macinato all’indietro. Il mulino e il tempo concesso a ciascuna famiglia comproprietaria erano talmente importanti che facevano parte dell’eredità lasciata per testamento o della dote della sposa essendo menzionati in documenti autenticati per firma del sindaco o del notaio”.



    Gran parte dei mulini ad acqua di Rudăria risalgono alla metà del 19esimo secolo e sono azionati da un sistema orizzontale della ruota, funzionando in base ad un sistema idraulico con pale simile alla turbina Kaplan. Un canale di scolo raccoglie l’acqua del fiume portandola verso la ruotta metallica orizzontale, con piccole pale, fissata su una lungo braccio che solleva o abbassa il sistema idraulico esterno.



    Se giungete nella zona e siete appassionati di natura e paesaggi carsici, vi raccomandiamo anche una visita nel Parco Nazionale intitolato alle Gole di Nera, lunghe 20 chilometri, parco che ospita le cascate di Beuşniţa e la Grotta Comarnic, una delle più lunghe del Banato e della Romania. Tutti questi fenomeni carsici si devono alla presenza del tufo calcareo, roccia magmatica che permise la formazione di cascate spettacolari, piccoli pozzi d’acqua e mini-dighe in quest’area. La Grotta Comarnic vanta sale monumentali e formazioni stalagmitiche di grandi dimensioni dai nomi molto suggestivi: le mura cinesi, la sala di cristallo, il cocodrillo, il camello, i funghi. Il Parco della Gole di Nera, nei Monti di Anina, è circondato da moltissimi villaggi dove potete fare un tufo nella civiltà rurale genuina. Ci sono anche delle belle stazioni montane come Semenic e Poiana Mărului, e termali, come i Bagni di Ercole.

  • La Fortezza Fagaras

    La Fortezza Fagaras

    Le fortezze della provincia di Brasov, nel centro della Romania, che attirano migliaia di turisti ogni anno, offrono un’immersione nel mondo del Medio Evo romeno. La Fortezza Fagaras, che sorge nel centro dell’omonima città, è, stando ad una classifica del sito dedicato ai viaggi Hopper, riportata dalla pubblicazione Huffington Post, “il secondo più bello castello nel mondo”.



    “Una delle maggiori e meglio conservate strutture medievali in Romania e nell’Europa Orientale”, come viene descritta da Huffington Post, la fortezza fu eretta alla fine del XIVesimo secolo. Nel XVesimo secolo, era già una fortezza con torri e bastioni volta a difendere il sud-est della Transilvania dagli invasori. Ha 66 stanze che si stendono su 5 livelli. Michele il Bravo, principe della Valacchia tra il 1593 e il 1601 e il primo ad aver unito i tre principati storici romeni, divenne proprietario della Fortezza Fagaras che adoperò per mettere al sicuro la sua famiglia e i patrimoni. Michele il Bravo concesse un’attenzione speciale alla fortezza grazie alla sua posizione strategica. Fu il periodo di gloria dell’edificio. Il principe lo donò a sua moglie che ci abitò per un anno, la fortezza diventando il luogo più ricercato della Transilvania per i balli. Ogni anno ne ospitava 4, cui partecipavano oltre 1000 nobili transilvani. Oltre ai balli, la moglie di Michele il Bravo organizzava nella fortezza anche serate musicali cui erano invitate le mogli dei nobili locali. Dopo la morte del principe, la fortezza di Fagaras divenne fortezza militare e sua moglie vi fu prigioniera.



    Nel XVIIesimo secolo, la fortezza fu trasformata in una sontuosa residenza dei principi della Transilvania e centro politico-amministrativo della Contrada del Fagaras, una delle maggiori e più ricche della Transilvania, che contava oltre 50 paesini. Dopo l’ingresso dell’esercito austriaco in Transilvania, la Contrada del Fagaras divenne proprietà della Corona Asburgica e la fortezza cominciò ad essere adoperata a fini militari. Tra il 1918 e il 1948 ospitò guarnigioni dell’Esercito romeno e nel periodo comunista, la fortezza fu trasformata in un duro carcere per i detenuti politici. Attualmente ospita il Museo di Storia della Contrada del Fagaras.



    Da aprile del 2012, l’atmosfera dei tempi passati è ricreata dalle guardie in costumi medievali. Sul lago intorno alla fortezza i visitatori hanno a disposizione 5 imbarcazioni turistiche. Se nel 2014, la fortezza è stata visitata da 55 mila turisti, nel 2015 ci si aspetta che il loro numero raggiunga 100 mila. Una visita alla Fortezza del Fagaras costa 10 lei, pari a 2,25 euro.



    Altre soste impredibili nella provincia di Brasov sono l’omonimo capoluogo di provincia, il paesino Bran, dove sorge il famoso castello del conte vampiro Dracula, e la fortezza di Rasnov, che serviva a controllare una delle vie d’accesso in Transilvania, una delle meglio conservate della regione. Ma anche la Riserva di Orsi Bruni e la Valle dei Bisonti di Vama Buzaului, a 50 km da Brasov.

  • Iasi, candidata a “Capitale Europea della Cultura 2021”

    Iasi, candidata a “Capitale Europea della Cultura 2021”

    Capoluogo dellomonima provincia nel nord-est della Romania, Iasi è la terza più grande città del Paese. Fu capitale della provincia storica romena Moldavia per tre secoli, ma anche capitale della Romania dal 1916 al 1918. Collocata, come Roma, su sette colli, Iasi è una delle candidate romene al titolo di capitale europea della cultura per il 2021. La sua candidatura è promossa dalla Fondazione “Iasi – capitale europea della cultura 2021”. Sorin Nicoleanu, membro della fondazione, ha raccontato a RRI quali i progetti in cantiere e quali i pregi che raccomandano la città per il prestigioso titolo europeo. “La fondazione è stata creata dal Comune di Iasi per gestire la candidatura della città al titolo di Capitale Europea della Cultura nel 2021, anno in cui saranno una città della Romania e una della Grecia a condividere il titolo. I pregi di Iasi, che speriamo le portino il titolo nel 2021, sono la sua ricca storia e la sua ricca vita culturale. Iasi è anche una dinamica città universitaria, con oltre 60 mila studenti che ci studiano ogni anno. In vista della candidatura al titolo, la nostra fondazione ha fatto con il sostegno del Comune lavori di miglioramento dell’infrastruttura di trasporto locale. Perchè il titolo significa non solo una ricca vita culturale, ma anche la possibilità di accesso ai prodotti culturali. Un progetto importante è l’ammodernamento del Palazzo della Cultura. Allo stesso tempo, sono in programma eventi culturali sviluppati con fondi europei, com quello di promozione della cultura delle minoranze che culminerà con un festival delle minoranze a settembre”.



    Un momento speciale per visitare Iasi è quello in cui si svolge la Fiera della ceramica popolare “Cucuteni 5000”, ospitata dal Parco Copou, di solito, nell’ultimo weekend di giugno, quando i tigli sono in fiore creando un’atmosfera speciale. Considerata la prima grande civiltà dEuropa, quella di Cucuteni-Trypillya è emersa e si è sviluppata nelle regioni che oggi fanno parte di Romania, Ucraina e Moldova. Il nome è stato scelto dagli archeologi in base a quello dei villaggi Cucuteni in Romania, vicino a Iassi, e Trypillya in Ucraina, vicino a Kiev, dove, alla fine del XIX secolo sono state rinvenute per la prima volta ceramiche dipinte e statuette di terracotta. Meta anche di turismo religioso, Iassi vanta moltissime chiese e monasteri, tra cui la chiesa San Nicola, risalente al 1495, la Chiesa Armena, risalente al 1395, il Monastero Tre Gerarchi, un gioiello architettonico e la Cattedrale Metropolitana.



    Sorin Nicoleanu ci racconta quali sono i principali eventi che rendono Iasi una città della cultura. “Ad ottobre si svolgono le Giornate di Iasi, segnate dal pellegrinaggio a Santa Parascheva, santa patrona dei cristiani della Moldavia, cui partecipano 1-2 milioni di fedeli ogni anno. In occasione delle Giornate della Città, migliaia di persone vengono in pellegrinaggio a Iasi per rendere omaggio alle reliquie della santa che viene festeggiata quel mese. Iasi vanta oltre 100 chiese, che sono al centro delle offerte di turismo ecumenico nella zona. Nei mesi di maggio-giugno ospita una Festival Internazionale dell’Educazione, giunto nel 2015 alla terza edizione,c he offre 10 giorni di eventi culturali ad ingresso gratuito. In concomitanza si svolge il Festival Perform, di teatro sperimentale. Poi, c’è il Galà dell’Opera, organizzato dall’Opera Nazionale di Iasi, che premia i migliori spettacoli nel Paese, una specie di Oscar dell’opera romeno. Tutti questi festival godono sempre della partecipazione di ospiti stranieri dall’intero mondo. Poi, ospita il Festival Internazionale di Letteratura e Traduzione, considerato sin dalla prima edizione il più importante simile festival nell’Europa Orientale. Un evento speciale è la Fiera Internazionale di Ceramica Cucuteni 5000, nome della località dove fu rinvenuto il maggiore numero di reperti specifici di questa cultura neolitica, che riunisce artigiani da tutta Romania. Altri festival ospitati dalla nostra città sono il Festival Internazionale di Folclore Catalina, il Festival Internazionale di Teatro e Il Festival Rockfest organizzato dalla Casa di Cultura degli Studenti. Dal 27 al 29 marzo, a Iasi si svolge un evento dedicato all’arte tipica pasquale delle uova dipinte, giunto alla 15esima edizione, cui partecipano gli artigiani della Bucovina, zona portabandiera di quest’arte. L’evento è ospitato dal percorso pedonale Stefano il Grande, che parte dalla Chiesa Metropolitana e va fino al Pallazo della Cultura e che è palcoscenico, ogni finesettimana, si varie mostre-vendita di artigianato e non solo”.



    Il Palazzo della Cultura di Iasi, che ha 298 stanze, è un edificio emblematico della città moldava, eretto tra il 1906 e il 1925, in stile neogotico, sul posto dell’ex Corte Regia della Moldova. Fu inaugurato nel 1926 da Re Ferdinando di Hohenzollern, il secondo re della Romania moderna. È l’opera più importante dell’architetto romeno I. D. Berindey, formatosi a Parigi. Uno degli elementi che lo contraddistinguono è l’orologio a tre quadranti della torre. L’edificio fu dotato con facilità ultramoderne per l’epoca della sua costruzione, come illuminazione elettrica, riscaldamento, un sistema di ventilazione e termostati. È un edificio simbolo per la città, dal grande valore culturale grazie ai musei ospitati.




    “Il Palazzo della Cultura, monumento unico in Moldavia, è ancora in via di consolidamento con l’aiuto dei fondi europei. Entro il 2020 al più tardi il restauro sarà ultimato, quindi giusto in tempo per la candidatura della città al titolo. Inizialmente ha ospitato il Palazzo della Giustizia ed oggi ospita alcune tra le più importanti istituzioni culturali della città, il complesso Museale Nazionale “Moldova”, che include il Museo di Storia della Moldova, Il Museo di Etnografia della Moldova, il Museo d’Arte, il Museo della Scienza e della Tecnica, il Centro di Conservazione e Restauro del Patrimonio Culturale e la Biblioteca provinciale. Sarebbe il fiore all’occhiello di Iasi — capitale europea della cultura”, ha raccontato a RRI Sorin Nicoleanu.



    Un’altra prestigiosa istituzione culturale di Iasi e l’Opera, ma non è l’unica. “L’Opera Nazionale di Iassi è un’altra istituzione emblematica della città impegnata in un intenso programma di divulgazione e promozione degli spettacoli operistici all’aperto. Nell’ambito dell’edizione 2014 del Festival Internazionale dell’Educazione, l’Opera ha organizzato, ad esempio, il primo spettacolo di balletto all’aperto, una prima assoluta. Anche la stagione operistica è stata aperta da spettacoli all’aperto. Iasi ha anche una prestigiosa Filarmonica che organizza anch’essa concerti all’aperto, ma anche un teatro nazionale e tanti teatri sperimentali ed una tra le più importanti università d’arti dello spettacolo. Ci sono tante anche le compagnie teatrali private a Iasi”, ha raccontato Sorin Nicoleanu.



    Una sosta d’obbligo del turista che va a Iasi è il quartiere Copou, con i suoi ristorantini con menù tipici romeni o internazionali. Per un tufo nella gastronomia moldava vi racomandiamo anche le stradine dietro l’Università di Medicina, dove sorgono vecchie ville dei boiardi, alcune adibite a ristoranti. Qui potete assaggiare la minestra tipica moldava, lo spezzatino alla moldava e gli sformati tipici chiamati “poale-n brau”.



    Altre soste impredibili per gli amanti del turismo culturale a Iasi sono il Museo dell’Unità, che illustra la storia dell’unità di tutte le province storiche romene, il primo Museo della Letteratura in Romania, il primo Teatro Nazionale aperto nel Paese. A Iasi fu fondato il primo teatro ebraico nel mondo. Sempre a Iasi fu aperta la prima università moderna in Romania, “l’Università Alexandru Ioan Cuza”, attualmente una delle più prestigiose del Paese, che nel 2015 celebra i suoi 155 anni, occasione in cui è stata insignita dalla Casa Reale di Romania dell’onorificenza “Nihil Sine Deo”.



    Le altre città romene a contendersi il titolo di capitale europea della cutlura per il 2021 sono Alba Iulia, Arad, Brăila, Braşov, Cluj-Napoca, Craiova, Galaţi, Sfântu Gheorghe, Timişoara e la capitale Bucarest.