Author: Adina Vasile

  • Premio speciale “Slow Food-Terra Madre” a Ramona Hanachiuc

    Premio speciale “Slow Food-Terra Madre” a Ramona Hanachiuc

    Si chiama “Magie del passato” il racconto vincitore, quest’anno, in Italia, del Premio Speciale Slow Food-Terra Madre del IX Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” ed è stato scritto dalla romena Romena Hanachiuc, che dal 1999 vive e lavora in Italia. È dal 2008 che questa sezione speciale del Concorso Lingua Madre premia le storie delle donne straniere in cui il cibo e i riti della preparazione e della condivisione sono protagonisti. Il racconto “Magie del passato” apre uno squarcio sull’infanzia e le radici di Ramona Hanachiuc. “La Romania, la casa dei miei, il piccolo paesino dei nonni materni significa sentirmi a casa. A casa è dove hai il cuore, e il mio è ancora tra i campi e le colline della campagna romena”, racconta l’autrice.



    Nata il 7 luglio del 1976 a Vaslui, capoluogo dell’omonima provincia della regione storica romena Moldavia, Ramona Hanachiuc, vive e lavora attualmente ad Alba, in Piemonte. Il 27 ottobre è stata ospite della conferenza Narrare il cibo, creare legami, nell’ambito del Salone Internazionale del Gusto e Terra Madre 2014 di Torino, accanto all’ideatrice del concorso “Lingua Madre”, la giornalista e scrittrice torinese Daniela Finocchi. In un’intervista a RRI, Ramona Hanachiuc e Daniela Finocchi parlano del concorso “Lingua Madre” e del racconto “Magie del passato”.


  • Presenze italiane al Festival etnico di Mediaş

    Presenze italiane al Festival etnico di Mediaş

    Dal 24 al 25 ottobre, la città di Mediaş, collocata in Transilvania, nel centro della Romania, ha ospitato la prima edizione del Festival Etnico, organizzato dal Comune, in partenariato con l’Autorità Nazionale Romena per il Turismo. Nell’ambito del festival si è svolta anche la conferenza internazionale “Patrimonio e diversità”, cui hanno partecipato ospiti dall’Italia, Olanda, Polonia, Ungheria, Moldova.



    Mediaş è una delle 7 più importanti citadelle fortificate sassoni che diedero il nome tedesco della Transilvania — “Siebenbürgen”- tra cui si annoverano anche Brasov Sibiu e Sighisoara. È come le altre, una città multiculturale, in cui convissero lungo i secoli romeni, sassoni, magiari e altre nazionalità e una delle più antiche nel nostro Paese, fondata sette secoli fa. Il suo nome proviene dal latino “per media”, ossia la via verso il centro del Paese. Come tutte le cittadelle fortificate sassoni della Transilvania, Mediaş era circondata da una cinta muraria rinforzata con torri di difesa intitolate alle corporazioni degli artigiani locali. Nel 1736, il sistema di fortificazioni della città era formato da 7 portoni e 19 torri–bastioni.



    Delle mura in gran parte distrutte nel XIXesimo secolo se ne conservano fino ad oggi, tra l’altro, la Torre dei Trombettieri, la Torre dei Carradori, dei Pietrai e dei Muratori, la Torre dei Fabbri e il Bastione dei bottai. Nota come torre-gemella della Torre di Pisa, perchè un pò pendente, la Torre dei Trombettieri fu eretta nel XVesimo secolo come torre di avvistamento. Si annovera tra le prime dieci torri pendenti nel mondo ed è una delle più alte in Romania, facendo parte della Chiesa fortificata di Santa Margherita, risalente a oltre 500 anni fa. Alla torre si accede su una scala a chiocciola in legno. In questa chiesa fu rinchiuso, nel 1476, in seguito ad un conflitto con il Re d’Ungheria, Mattia Corvino, il principe valacco Vlad l’Impalatore, la cui vita ispirò la leggenda del conte-vampiro Dracula.



    Tra gli edifici più belli di Mediaş, la Casa Schuller, uno dei più importanti in stile rinascimentale in Transilvania, ex residenza del sindaco della città, Johannes Schuller, nel 16esimo secolo, oppure la Casa Rosenauer, uno dei gioielli architettonici della città. Vi consigliamo una visita anche al Monastero Francescano che custodisce 348 monete romane e pezzi di ceramica popolare risalenti a vari periodi storici, accanto a sculture del periodo feudale.



    Mediaş e le sue vicinanze sono note anche per i loro vini, la vite essendo presente anche nello stemma della città. La zona era soprannominata nel passato “Weinland” – la Terra del Vino – il vino di Medias essendo ricordato persino dallo scrittore Bram Stoker nel suo romanzo “Dracula”, come vino offerto agli ospiti alle nozze del conte valacco. Vicino a Mediaş si trova Sighisoara, il cui centro storico è stato inserito nel 1999 nella lista del patrimonio culturale dell’umanità dell’Unesco, una delle poche citadelle fortificate medievali ancora abitate del sud-est Europa, tra l’altro, la meglio conservata in Romania. Alla conferenza internazionale “Patrimonio e diversità” di Mediaş è stato presente anche Tito Barbagiovanni, presidente del Consiglio comunale di Castell’Umberto (Messina), il quale ha raccontato a Radio Romania Internazionale le sue impressioni da turista in Romania.



  • Le eccellenze romene al Salone del Gusto 2014

    Le eccellenze romene al Salone del Gusto 2014

    Riapre i battenti, dal 23 al 27 ottobre, a Torino, il Salone del Gusto, evento dedicato al cibo “buono, pulito e giusto”, organizzato ogni due anni dalla Fondazione Slow Food International e giunto nel 2014 alla decima edizione. In concomitanza al Salone torna anche la manifestazione Terra Madre, che riunisce “comunità del cibo”, formate da piccoli produttori, tra agricoltori, allevatori e pescatori, una rete mondiale che festeggia anch’essa quest’anno il decimo della nascita. I temi dell’edizione 2014 sono l’Arca del Gusto e l’agricoltura familiare, il progetto più rappresentativo della fondazione Slow Food per la tutela della biodiversità alimentare, che si propone di ritrovare, catalogare, descrivere e far conoscere i sapori quasi dimenticati, di ricercare i prodotti appartenenti alla cultura, alla storia e alle tradizioni di tutto il pianeta, a rischio di scomparire. Il 2014 è stato, del resto, proclamato dall’Onu Anno Internazionale dell’Agricoltura familiare”. Sono 1200 gli espositori da 100 Paesi partecipanti all’edizione di quest’anno del Salone del Gusto, tra cui Comunità del cibo, Presidi Slow Food, Mercati della Terra, e 1000 i prodotti dell’Arca del Gusto.



    Al Mercato Internazionale del Salone del Gusto saranno anche questa volta presenti i presidi Slow Food romeni creati per tutelare e promuovere i piccoli produttori e che vi invitano ad un nuovo viaggio tra assaggi e sapori tipici della nostra terra. Tra i delegati dalla Romania, anche la Fondazione Adept Transilvania, impegnata ormai da dieci anni in importanti progetti di sviluppo rurale e conservazione della natura nella regione Tarnava Mare, in Transilvania, di cui promuove anche i prodotti gastronomici tipici. È, infatti, in questa regione che è nato, nel 2006, il primo Convivium Slow Food romeno, il Convivium Tarnava Mare, nonchè uno dei due Presidi Slow Food romeni – “Confetture dei villaggi sassoni”.



    “La storia di Slow Food Romania è iniziata nel 2006, in seguito alla raccolta di impressioni dai turisti giunti nella zona di Sighisoara-Tarnava Mare, che si sono detti piacevolmente colpiti dai piatti e prodotti tipici assaggiati durante le vacanze passate qui. È cosi’ che ci è venuta l’idea di promuovere questi prodotti e di cercare un partner internazionale che abbiamo trovato nella Fondazione Slow Food, perchè ci sono piaciuti i suoi principi, del cibo buono, pulito e giusto. Abbiamo ricevuto la visita del presidente stesso della Slow Food Internazionale, Carlo Petrini, che abbiamo invitato ad una degustazione di circa 100 confetture e marmellate delle produttrici locali e di tanti altri prodotti portabandiera locali. Al Salone del Gusto di Torino abbiamo partecipato per la prima volta proprio quell’anno con 4 produttori che hanno avuto l’occasione di capire che fanno veramente dei prodotti straordinari, che vale la pena di proporre ai consumatori”, ha raccontato a RRI Cristi Gherghiceanu, presidente della Fondazione Adept Transilvania.



    I villaggi sassoni della regione Sighisoara-Tarnava Mare, tra cui Viscri e Saschiz, vantano un’antica tradizione di produzione di confetture. Grazie al presidio Slow Food “Confetture dei Paesini sassoni”, nato nel 2006, queste delizie locali, che prima erano destinate al consumo familiare, sono adesso disponibili per qualsiasi consumatore sia ai mercati contadini che presso il laboratorio a norma aperto nel 2009 dalla Fondazione Adept Transilvania nel paesino Saschiz, dove le produttrici di confetture e marmellate dei Paesini sassoni possono lavorare insieme.



    “È stato pensato come un centro di eccellenza, un centro di produzione autorizzata, dove s’impara come produrre a norma e dove i prodotti locali possono essere ettichettati per poter essere messi in vendita nei mercati e negozi specializzati”, ha raccontato sempre Cristi Gherghiceanu. “Quest’anno torniamo a Torino – ha aggiunto Gherghiceanu – anche grazie alla nostra partecipazione al progetto EsedraSviluppo socio-economico e sostenibile nelle zone rurali – un partenariato con più Paesi europei, volto alla raccolta del maggiore numero di prodotti possibile per l’Arca del Gusto e destinato a sostenere i piccoli produttori affinchè possano sopravvivere, perchè la loro sopravvivenza significa la salvaguardia dei prodotti unici tipici del territorio. Sono 6 i delegati romeni all’edizione 2014, due esponenti di Adept Transilvania che parteciperanno a diversi incontri e 4 produttori, uno di Viscri, che parlerà degli influssi sassoni sulla cultura e gastronomica dei paesini della zona Sighsoara-Tarnava Mare, uno Bunesti che presenterà le prelibatezze locali, più precisamente le confetture e gli sciroppi, un farmer, e un cuoco di Salaj, che porterà alla ribalta le vecchie ricette della zona. Presenti al Salone del Gusto anche l’altro Presidio Slow Food romeno, quello del “Branza de bruduf”, che tutela il prelibatissimo formaggio stagionato in conteccia di pino, ma anche il Covivium Slow Food Turda”, ha detto alla nostra emittente il presidente di Adept Transilvania.



    Tra i prodotti portabandiera della zona Sighisoara-Tarnava Mare, la carne affumicata di capretto, prosciutto di mangalica, razza suina con la carne caratterizzata da un alto contenuto di grasso, ma con un basso livello in colesterolo, i formaggi, la cipolla rossa coltivata nei dintorni di Sighisoara, i tartufi e le confetture di rabarbaro, rosa canina, mirabelle, visciole, more, lamponi, fragole di bosco, mirtilli, mele e cannella, petali di rosa e noci verdi. Il paesino Mălâncrav, nei pressi di Viscri, vanta un grande frutteto con specie di meli molto antichi, dove viene prodotto un saporitissimo succo di mele biologico. Le confetture dei paesini sassoni di Sighisoara-Tarnava Mare saranno di nuovo presenti al Salone del Gusto, questi giorni, grazie a Gerda Gherghiceanu, produttrice sassone di Viscri, che ha reso famosa, sin dal 2006, all’evento Slow Food di Torino la tipica confettura di rabarbaro. Gerda sarà presente anche lunedi’, 27 ottobre, alla conferenza “Cibo senza territorio”, che si terrà nell’ambito del Salone del Gusto, dedicata alle esperienze della comunità le cui culture gastronomiche si sono create o consolidate lontano dai propri territori dorigine. Nel frattempo, abbiamo invitato Gerda Gherghiceanu a raccontarci il segreto delle sue dolci prelibatezze.



    “È il basso contenuto di zucchero e l’assenza dei conservanti, ma anche la cottura di un chilo di frutta alla volta per conservarne meglio il colore e sapore. Le confetture e marmellate vengono preparate con tutti i tipi di frutta locale, soprattutto di frutti bosco. Il fiore all’occhiello è la confettura di rabarbaro che ha riscosso un grande successo sin dalla prima edizione del Salone del Gusto cui ho partecipato, nel 2006. Se non giungete a Torino questi giorni, vi aspetto a casa mia, a Viscri, per assaggiare le nostre confetture tipiche, tutelate da Slow Food, per visitare la chiesa sassone fortificata del villaggio, patrimonio Unesco, per fare una passeggiata nella carrozza trainata da cavalli nei dintorni oppure visitare le malghe. Viscri è attraversato anche da un bellissimo percorso cicloturistico che passa per i paesini sassoni, un progetto sempre della Fondazione Adept Transilvania. Vi invito a Viscri anche al Museo di etnografia che illustra la storia del nostro paesino. Poi, ad assaggiare la tipica minestra sassone di patate con carne affumicata, la mia caponnata e i miei dolci con frutta di stagione, questa volta mele, e, chiaramente, la confettura di rabarbaro”, ci ha detto Gerda Gherghiceanu.



    Sempre il 27 ottobre, all’evento “Narrare il cibo, creare legami” nell’ambito del Salone del Gusto di Torino, la romena Ramona Hanachiuc, vincitrice, per il suo racconto Magie del passato, del Premio Speciale Slow Food-Terra Madre del IX Concorso letterario nazionale Lingua Madre 2014, vi dà appuntamento per un colloquio sul cibo come cultura, relazione e linguaggio d’amore.

  • Certificate le prime due destinazioni ecoturistiche in Romania

    Certificate le prime due destinazioni ecoturistiche in Romania

    La Romania vanta da quest’anno due destinazioni ecoturistiche certificate. Si tratta di Zarnesti, città della provincia di Brasov, nel centro della Romania, e della zona Mara-Coslau-Creasta Cocosului, della Contrada del Maramures, nel nord del Paese. Il diploma di destinazione ecoturistica è stato assegnato alle due destinazioni dall’Autorità Nazionale per il Turismo della Romania nell’ambito dell’88esima Assemblea Generale della Commissione Europea per il Turismo, ospitata dal 6 all’8 ottobre dalla città romena di Brasov. La Romania è, del resto, il primo paese dEuropa ad aver sviluppato un sistema di riconoscimento delle destinazioni di ecoturismo in base ai criteri elaborati dal Consiglio Globale per il Turismo Sostenibile e agli Standard Europei di Ecoturismo dopo il lancio, a novembre 2012, dei criteri per il loro riconoscimento. Tra le regole che vanno rispettate da una simile destinazione: almeno due terzi delle attività offerte agli ospiti devono avere un legame con la natura, più della metà delle strutture ricettive devono essere piccole, con pochi posti letto e costruite con materiali tradizionali, e nel menù si devono ritrovare prodotti locali, preferibilmente biologici.



    “Siamo un esempio per altri Paesi europei. L’ecoturismo è un segmento turistico che si sta sempre di più delineando e sviluppando e noi cerchiamo di creare un numero sempre maggiore di destinazioni ecoturistiche, di stimolarle e offrire un esempio di buone pratiche per chi opera in questo segmento di nicchia”, dichiarava, all’88esima Assemblea Generale della Commissione Europea per il Turismo, la vicepresidente dell’Agenzia Nazionale Romena per il Turismo, Mirela Matichescu.



    I criteri di certificazione delle destinazioni ecoturistiche sono stati elaborati da un gruppo di lavoro interministeriale formato, tra l’altro, da esponenti del Ministero dello Sviluppo Regionale e del Turismo, dellIstituto Nazionale per la Ricerca e lo Sviluppo del Turismo, dellAssociazione Romena di Ecoturismo, del WWF – Il Programma Danubio Carpazi Romania e dell’Associazione per il Turismo Rurale, Ecologico e Culturale. Come spiega il direttore esecutivo dellAssociazione per l’Ecoturismo della Romania, Bogdan Papuc, lecoturismo è un ottimo strumento per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali vicine o allinterno delle aree naturali protette.



    “Il concetto di destinazione ecoturistica è stato sviluppato dall’Autorità Nazionale per il Turismo in partenariato con altre istituzioni ed enti non governativi sin dal 2009, quando è stata elaborata la Strategia Nazionale per l’Ecoturismo. Nel 2013 è iniziata l’implementazione della prima fase della strategia, la valutazione e certificazione delle prime destinazioni ecoturistiche. Una destinazione ecoturistica è una destinazione dove si possono svolgere attività turistiche in mezzo alla natura, ma anche nelle comunità rurali nei pressi delle aree tutelate, riserve naturali o parchi nazionali, a beneficio di queste comunità. L’ecoturismo significa rispetto per l’ambiente e le comunità locali. Una destinazione ecoturistica deve avere una rete di piccole strutture ricettive come agriturismi o chalet. Noi cerchiamo attualmente, assieme all’Autorità Nazionale per il Turismo di creare le prime organizzazioni di gestione delle destinazioni ecoturistiche, atte a coordinare lo sviluppo e la promozione turistica per avere un approccio unitario e un’immagine di marketing unitaria. L’ecoturismo invita i turisti a godere la natura e le attrattive culturali locali, attraverso attività come il cicloturismo, le gite, il turismo equestre, il rafting, i viaggi in canoa o le degustazioni di prodotti locali. Si tratta di un’offerta ampia di attività turistiche, con al centro l’aria protetta e i benefici delle attività turistiche per la comunità locale”, ha precisato per RRI Bogdan Papuc.



    L’Associazione per l’Ecoturismo della Romania ha lanciato in partenariato con l’Autorità Nazionale per il Turismo un progetto, da implementare tra maggio 2014 e aprile 2016, di sostegno alle zone che hanno ottenuto la certificazione di destinazione ecoturistica oppure ambiscono a questo riconoscimento.



    “Il progetto La rete nazionale di destinazioni ecoturistiche — strumento di sviluppo sostenibile, finanziato dal fondo ONG Romania, è volto all’aumento delle performance a livello locale di 10 destinazioni a vocazione ecoturistica. Nell’ambito di questo progetto intendiamo organizzare una visita di informazione il più probabile in un Parco Nazionale dell’Austria, realizzare una piattaforma di promozione on line, ma anche depliant, nonchè partecipare a fiere del turismo. Tra le destinazioni sostenute da questo progetto affinchè possano svilupparsi come destinazioni ecoturistiche oppure ottenere l’apposita certificazione si annoverano le due già certificate e altre 8, tra cui una zona del Comune Crisan, neel Delta del Danubio, la Contrada delle Dorne-Calimani, il Parco Nazionale Vanatori-Neamt, i villaggi sassoni nel sud della Transilvania, la Contrada dell’Hateg con il Geoparco dei Dinosauri, Marginimea Sibiului o la stazione Le Terme Tusnad”, ha detto a RRI Bogdan Papuc.



    Le prime due zone certificate come destinazioni ecoturistiche in Romania vantano sia un ricco patrimonio naturale, che culturale. La città di Zarnesti, alle falde dei Monti Piatra Craiului, tra i più belli del Paese, è una destinazione d’eccellenza per il turista amante della natura. Tra le attività che si possono praticare il cicloturismo, lo sci di fondo, il mountainbike, le scalate, l’equitazione e il birdwatching o l’osservazione dei grandi carnivori. Vanta un aerodromo, un parco d’avventura, uno dei maggiori del Paese, ma anche una riserva di orsi bruni, la Riserva “Libearty”, unica nel Paese, che ospita attualmente, su 70 ettari di pascoli e boschi, 72 orsi salvati da una vita di sofferenza e sfruttamento. L’intera riserva può essere ammirata dai visitatori da un osservatorio, essendo visitabile anche in trenino speciale, dal quale i turisti possono vedere e fotografare gli orsi da vicino. Zarnesti è anche una desinazione di turismo culturale, grazie alla presenza di antiche chiese ed eremie di monumenti storici.



    L’area Mara-Cosau-Creasta Cocosului ricade, invece, nella Contrada del Maramures, nel nord della Romania, nota pure come il Maramures storico, contraddistinto dalla sua cultura del legno con radici secolari di cui testimoniano le più alte chiese in legno della Romania, risalenti al XVI-esimo e al XVII-esimo secolo, il cui stile architettonico è stato chiamato “gotico del Maramures”. Tra queste chiese quelle di Ieud e Barsana. Caratteristici della regione sono anche i portoni in legno intagliato delle masserie, biglietto da visita degli artigiani locali. L’artigianato popolare è incentrato sulla lavorazione del legno e della ceramica, sulla confezione a mano di costumi tradizionali, di coperte e tappetti in lana colorata con colori di origine vegetale. È infatti una delle poche zone in cui il costume tradizionale si è conservato quasi inalterato dalle influenze urbane. La destinazione ecoturistica Mara-Cosau-Creasta Cocosului include 7 aree naturali protette, tra cui due siti Natura 2000, villaggi tradizionali con un’architettura unica e tradizioni e usanze secolari, paesaggi stupendi e chiese in legno nella lista del patrimonio dell’umanità Unesco. La Riserva Creasta Cocosului, in cui si possono praticare l’alpinismo e le scalate, ospita una delle più spettacolari formazioni di andesiti, parte del cratere di un vulcano esploso 9 milioni di anni fa, ed è stata dichiarata monumento della natura.


  • City break a Sighisoara e Alba Iulia

    City break a Sighisoara e Alba Iulia

    Se fino a pochi anni fa si facevano solo le vacanze lunghe, ora le aspettative sono cambiate perchè i turisti sentono il bisogno di staccare più spesso e perchè le vacanze brevi o i city-break sono più economici. Numerose le destinazioni per un city break in Romania, dove potete scoprire una città in soli due-tre giorni. Una simile destinazione è Sighisoara, la più bella città dal passato medievale della Romania, sita nel sud della Transilvania, il cui centro storico si trova, dal 1999, nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. È uno dei pochi borghi fortificati medievali ancora abitati del sud-est Europa e il meglio conservato in Romania. Sighisoara fu colonizzata, nel XII-esimo secolo come, del resto, l’intera Transilvania, con popolazione tedesca, che costruì le principali città medievali di questa regione. È una città multiculturale, grazie alla convivenza lungo i secoli di romeni, sassoni, magiari e altre nazionalità. Il suo sistema di fortificazioni fu costruito dalle circa 15 corporazioni degli artigiani che vi esistevano nei secoli XVIesimo — XVIIesimo. Sighisoara era circondata da cinte murarie lunghe 930 metri, rinforzate con 14 torri, della cui manutenzione si occupavano le corporazioni degli artigiani e che erano simbolo della loro importanza e potere economico. Nove delle antiche torri si conservarono fino ad oggi: la Torre dei Fabbri, la Torre dei Calzolai, la Torre dei Macellai, dei Sarti, dei Pellai e dei Ramai. Sighisoara è una forte attrattiva per gli amanti del city-break soprattutto d’estate, quando ospita il festival di rievocazione storica “Sighisoara medievale”, che offre ai turisti musiche, canti e danze medievali, anche tornei cavallereschi e tantissimi momenti culturali nel centro storico. L’edizione 2014 ha portato in primo piano le storie dei cavalieri, essendo dedicata ai 7 secoli passati dal sacrificio di Giacomo de Molay, l’ultimo Gran Maestro dei Templari, per i suoi fratelli templari. Sighisoara ospita annualmente anche il Festival “Proetnica”, che riunisce tutte le etnie in Romania con programmi di arti visive, arti dello spettacolo, documentari e fiction sulla convivenza multietnica, il “Festival di musica accademica” cui sono invitati giovani musicisti da tutta Europa, e il Festival delle fanfare, dove potete ascoltare fanfare romene e dalle città con cui Sighisoara è gemellata.



    Un’altra destinazione interessante per un city-break è Alba Iulia, nel centro della Romania, con il suo fiore all’occhiello, la Fortezza Alba Carolina, rappresentativa per l’architettura militare europea dei secoli scorsi. L’attuale fortezza risale al 18esimo secolo e fu eretta sulle vestigia di un castrum romano e, ulteriormente, di una fortezza medievale. Fu progettata dall’architetto italiano Giovanni Morando Visconti su commissione dell’imperatore austriaco Carlo VI di Asburgo. Le truppe austriache che occuparono la regione romena Transilvania nel XVIIesimo secolo costruirono cinture di fortificazioni per difendere i nuovi confini dell’Impero e Alba Carolina fece parte di questo sistema militare asburgico. Con un perimetro delle mura di circa 12 chilometri, si stende su settanta ettari, racchiusi in sette bastioni posti a stella e solide mura di difesa, elementi tipici dello stile Vauban. La fortezza ospita edifici civili ed ecclesiastici rappresentativi della storia della Transilvania, come la Cattedrale romano-cattolica, che spicca per il miscuglio di elementi romanici, gotici, rinascimentali e barocchi o la Cattedrale dell’Incoronazione, dove fu incoronato il secondo re di Romania, Re Ferdinando, ma anche il Palazzo Apor, eretto nel sedicesimo secolo, rappresentativo per il Tardo Rinascimento e uno dei più importanti in Transilvania. Alba Carolina è inclusa nel “Tragitto delle tre fortificazioni”, un circuito che offre un viaggio di due millenni a ritroso nel tempo, tra le vestigia di tre fortificazioni di tre epoche diverse: il castrum romano, la fortezza medievale e la Fortezza Alba Carolina. Lungo il tragitto si possono vedere le rovine del castrum che ospitava nel passato la legione romana incaricata di difendere le miniere aurifere della zona e la vie di trasporto dell’oro verso Roma. All’interno della fortezza di Alba Iulia venne proclamata, il 1 dicembre del 1918, l’unione con la Romania della regione storica Transilvania, precedentemente sotto il dominio del Regno d’Ungheria. Sempre all’interno della fortezza c’è il Museo dell’Unione, dove potete vedere oggetti risalenti all’epoca preistorica, romana e medievale e illustranti la storia delle civiltà succedutesi lungo i secoli in questa parte della Romania, ma anche una sezione di etnografia transilvana.


  • Il Geoparco dei dinosauri nani

    Il Geoparco dei dinosauri nani

    Una delle maggiori attrattive ecoturistiche della Romania è il “Geoparco dei dinosauri” della Contrada di Hateg, in provincia di Hunedoara, noto anche come “il paradiso delle farfalle”. Si è valso questo soprannome in quanto ospita, tra l’altro, 157 specie di farfalle, pari al 75% del totale delle specie esistenti sul territorio del nostro Paese, un vero spettacolo di colori e forme. Il geoparco confina con altre due importanti aree naturali, il Parco Nazionale Retezat e il Parco Naturale Cioclovina Gradistea de Munte. 70 milioni di anni fa, la Contrada di Hateg era parte di un’isola con vegetazione tropicale dell’Oceano Tetide. I dinosauri che popolavano l’isola erano dinosauri nani a causa dell’ambiente con risorse limitate e dello spazio relativamente ristretto che più specie dovevano condividere, fenomeno noto come nanismo insulare.



    Il Geoparco dei dinosauri nani” della Contrada di Hateg è stato creato nel 2004 tramite decreto governativo su proposta del docente Dan Grigorescu, della Facoltà di Geologia dell’Università di Bucarest, che studia da oltre 30 anni le rocce fossilifere della zona. Il geoparco è un’area protetta, che dal 2005 fa parte della Rete Europea dei geoparchi, che conta 59 simili geositi, nonchè della Rete Globale dei Geoparchi sotto l’egida dell’Unesco. In questo sito geologico furono rinvenute uova e ossa di dinosauri nani dell’Era cretacea. È, infatti, l’unico posto nel mondo dove vissero i dinosauri nani, proprio perchè un’isola in quei tempi remoti. Nel geosito nella Contrada di Hateg è stato scoperta anche una specie di rettile alato unico al mondo, battezzato Hategopterix (ossia il gigante alato di Hateg), con un’apertura alare tra 11 e 13 metri.



    L’itinerario “La Vallata dei Dinosauri”, che attraversa il Parco dei Dinosauri della Contrada di Hateg, è stato scelto, nell’ambito di un concorso dell’Associazione Romena per l’Ecoturismo, tra i 7 più belli itinerari tematici in Romania. Lungo 2,5 km, l’itinerario può essere percorso in 2 ore e mezzo. Sulla Valle del fiume Sibişel, tra il villaggio Sânpetru e i villaggi Sibişel e Ohaba, si stende l’area in cui furono scoperti i fossili dei dinosauri nani. In questi geositi, le equipe di ricercatori hanno scoperto una grande quantità di fossili non solo di dinosauro, ma anche di altre specie, come il coccodrillo oppure la tartaruga. I turisti possono andare alla scoperta di questo percorso accompagnati da ciceroni, ma anche da soli, grazie ai punti d’informazione turistica e ai cartelli informativi sui monumenti storici della zona, come la chiesa medievale di Sanpetru, sulle specie e i fossili di dinosauri vissuti lì decine di milioni di anni fa e su altri elementi d’interesse geologico.



    Se visitate la Contrada di Hateg, un’altra tappa d’obbligo se amate la natura è il Parco Nazionale Retezat, fondato nel 1935, che dal 2004 fa parte della rete delle migliori aree selvagge protette dEuropa, la rete Pan Parks. È situato nella zona dei monti Retezat dei Carpazi Meridionali, famosi per i numerosi laghi glaciali, quasi 100. Qui troverete agriturismi e rifugi alpini in possesso della certificazione Pan Parks che li attesta come strutture con servizi ecoturistici di alta qualità, riconoscendo il loro particolare impegno per la sostenibilità e la salvaguardia ambientale.


  • Chiese uniche in Romania

    Chiese uniche in Romania

    Vi invitiamo alla scoperta di alcune delle destinazioni di turismo culturale e religioso uniche in Romania. La prima sosta la faremo in Transilvania, a 10 km da Hateg, nella provincia di Hunedoara, alla Chiesa di San Nicola di Densus. Questa chiesa monumento-storico sorge su un territorio corrispondente per gran parte a quello dell’antica Dacia, dove venne, quindi, scritta la storia del popolo romeno. Dall’aspetto molto particolare, la Chiesa San Nicola di Densus fu costruita con zolle di fiume, mattoni con scritte romane, capitelli e lastre funerarie romane provenienti da Ulpia Traiana Sarmizegetusa, capitale della Dacia Romana. Ha un nao quadrato, con campanile, e un pronao retto da 4 grossi pilastri coperti di lastre funerarie, il tetto in pietra e l’altare fiancheggiato da due leoni di pietra. La storia della Chiesa di San Nicola di Densus è circondata da controversie, data la presenza di vari elementi insoliti per una chiesa ortodossa, ad esempio, l’altare costruito verso il sud, anzichè verso l’est. Una delle ipotesi sulla storia di questa chiesa è che sarebbe stata un tempio romano cristianizzato.



    “La Chiesa di Densus è un monumento unico non solo in Romania, ma anche in Europa, che attira per la sua forma del tutto particolare e per l’aura di mistero che l’avvolge e soprattutto per la pregiata creazione iconografica al suo interno. Oltre un secolo fa, il grande storico romeno Nicolae Iorga, fermandosi nella Contrada di Hateg, restò colpito da questa chiesa che chiamò senza pari nell’intera Romania. È il più controverso monumento ecclesiastico romeno per la sua tecnica di costruzione e per le ipotesi sulla sua destinazione iniziale. La maggior parte degli storici, in base alle ricerche effettuate negli anni 1961-1963 e 1999-2000, affermano che si tratta di una chiesa medievale, eretta tra i secoli decimo-tredicesimo. Fu dipinta dal pittore Stefano, della regione storica Valacchia, formatosi nell’ambiente culturale di Curtea de Arges. Secondo un’altra ipotesi dice che negli anni 1765-1767, un ufficiale austriaco al servizio dell’imperatrice Maria Teresa, fece una prima ricerca su questo monumento che rivelò che si tratterebbe di un tempio pagano dedicato al dio Marte, fatto erigere dal governatore provvisorio della Dacia romana, Pompeius Longinus, tra le due guerre daco-romane, il quale, preso ostaggio dai Daci, si sarebbe suicidato per salvare l’onore di Roma. Dopo la sua morte e dopo che questo territorio divenne parte dell’Impero Romano, la famiglia del governatore avrebbe trasformato il tempio pagano in un mausoleo funebre dedicato ai dei pagani, che fu trasformato in basilica cristiana tra il quarto e il quinto secolo, danneggiata in seguito alla grande invasione avaro-slava e ridiventata chiesa cristiana dopo l’anno 1000. Secondo questa ipotesi, avremo di fronte il più antico edificio ecclesiastico nel nostro Paese ancora funzionante dal punto di vista liturgico. La Chiesa di Densus sembra sia stata costruita con lapidi romane portate probabilmente da Ulpia Traiana Sarmisegetusa sita a circa 10 km di distanza. Chi entrerà nella chiesa scoprirà sui 4 pilastri centrali lapidi recanti il nome del generale Longinus. Particolari anche gli affreschi, delle raffigurazioni naif della Santissima Trinità e dei santi vestiti di costumi popolari romeni tipici della Contrada di Hateg”, ha raccontato a RRI il professor Florin Dobrei, consigliere culturale presso il Vescovado di Deva e Hunedoara.



    Un’altra destinazione di turismo culturale e religioso unica in Romania è il complesso monastico “La Chiesa fatta di un unico tronco”, nel Comune Francesti, nella provincia di Valcea, nel sud della Romania. Anch’essa monumento storico, la “Chiesa fatta di un unico tronco” fu eretta nel XVIesimo secolo ai margini di una secolare foresta di quercia. La più antica testimonianza su questo luogo di culto appartiene al viaggiatore Paolo di Aleppo, il quale, nel XVIIesimo secolo, racconta che un monaco trovò nella cavità di una quercia secolare l’icona della Madonna e senti’ una voce che lo esortò a costruire in quel posto una chiesetta usando solo il legno di quell’unica quercia. Accanto alla chiesetta in legno di quercia originaria venne eretta nel XVIIesimo secolo anche una in pietra, commissionata dal principe romeno Mattia Bessarabo, che custodisce attualmente una delle più antiche icone della “Madonna col bambino” in Romania, dalle dimensioni impressionanti (è alta un metro e mezzo e larga un metro), che si dice sarebbe dipinta da discepoli dell’Apostolo Luca. Nel mondo c’è ne sono solo altre tre simili: una a Mosca, una ad Istanbul e un’altra a Gerusalemme. Sul retro di questa pregiata icona è stata scoperta un’altra, raffigurante il Giudizio Universale. L’icona della “Madonna col bambino” è attualmente esposta in una vetrina costruita apposta da una ditta italiana che ha progettato una simile per la Gioconda di Leonardo da Vinci e per altre opere d’arte di importanti musei del mondo. Oltre a questa icona, cui è legata la leggenda della chiesetta in legno di quercia, la vicina chiesa in pietra custodisce altre 39 antiche icone. Migliaia di pellegrini da tutti i canti del mondo vengono a pregare all’icona scoperta nella quercia secolare, che i monaci chiamano “la Madonna che ti mostra il cammino”. Dopo un importante restauro fatto dal Ministero dell’Aria e della Marina, negli anni 1938-1940, la chiesa divenne luogo di preghiera simbolico per gli aviatori e i marinai. Il monastero di suore che fa parte del complesso monastico “La Chiesa fatta di un unico tronco” offre vitto e alloggio ai turisti in stanze da 3-4 posti letto, questo luogo di culto essendo un ottimo punto di partenza anche per visite ad altri luoghi di culto della regione Oltenia, dichiarati monumenti-storici, come Horezu, chiesa inclusa nella lista del patrimonio dell’umanità dell’Unesco, oppure Bistrita, Arnota e Cozia.



    La prima chiesa cristiana apparsa sul territorio romeno fu la Chiesa di Sant’Andrea, apostolo che convertì al cristianesimo i romeni, adibita in una grotta della regione Dobrugia, nel sud-est della Romania. Attualmente, la chiesetta nella grotta fa parte di un complesso monastico vicino al fiume Danubio che include anche altre due chiese e più eremi. Si racconta che l’Apostolo Andrea, il primo discepolo di Cristo, giunto in Scizia Minore, sul cui territorio ricade l’odierna Dobrugia, per diffondere la parola del Redentore, si rifugiò in questa zona dalle persecuzioni dei romani e i sacerdoti del culto locale lo ricevettero a braccia aperte, ospitandolo in questa grotta in cui fu ulteriormente scavata la chiesa a lui dedicata. Dopo aver battezzato i primi cristiani della Dobrugia, parti’ da qui a diffondere la parola di Cristo nell’intera Dobrugia e nell’odierna Ucraina. Non si sa esattamente come fu scoperta questa grotta, in quanto la Dobrugia fu per quattro secoli, fino alla Guerra di Indipendenza del 1877, sotto dominio ottomano. Si racconta però che nel 1918 un importante avvocato di Costanza, capoluogo dell’omonima provincia della Dobrugia, mentre era in viaggio nella zona, scopri’ dopo un sogno ricorrente la Grotta di Sant’Andrea e cosi’ fu riportato alla luce il primo altare cristiano sul territorio romeno. L’avvocato vi fece costruire alcuni piccoli eremi e con la loro costruzione cominciarono ad arrivare anche i primi monaci che celebravano le messe nella grotta. Durante il periodo comunista, un periodo buio per la chiesa ortodossa, la chiesetta nella grotta fu distrutta e la grotta fu adoperata dai pastori come riparo per le pecore. Fu dopo il crollo del comunismo che due padri del monastero Sihastria della provincia di Neamt, nel nord del Paese, fecero costruire l’attuale complesso monastico, dove viene custodita una barra con reliquie di Sant’Andrea. Nelle vicinanze si trova la Sorgente di Sant’Andrea. Secondo la tradizione, quando il Santo Apostolo Andrea giunse in queste terre non trovò in nessun posto dell’acqua, e allora colpi’ con il suo bastone nella roccia nel posto dove c’è oggi la sorgente e l’acqua cominciò a sgorgare. Non lontano dalla grotta in cui fu scavata la Chiesa di Sant’Andrea si vedono ancora le tracce delle 9 sorgenti con l’acqua delle quali si dice siano stati battezzati i primi cristiani sul territorio romeno. Ai giorni nostri, la Grotta del Santo Apostolo Andrea è un’importante meta di pellegrinaggio e di turismo religioso in Dobrugia.

  • Un siciliano alla scoperta del Danubio in canoa

    Un siciliano alla scoperta del Danubio in canoa

    Giuseppe Rapisarda, siciliano di Belpasso, ha visitato finora ben 70 paesi di quasi tutti i continenti. Giuseppe, che si definisce “viaggiatore”, è partito lo scorso giugno per una nuova avventura: la traversata di tutto il Danubio in canoa, da Ingolstadt, in Germania, fino a Sfantu Gheorghe, in Romania, uno dei bracci del Delta del Danubio, dove il secondo fiume più lungo d’Europa sfocia nel Mar Nero. Un’impresa sportiva e turistica (2.500 km fatti in canoa), ma al tempo stesso una traversata di pace, per divulgare nelle 8 nazioni attraversate la conoscenza di Servas International, associazione pacifista internazionale di cui è membro da circa 20 anni. Giuseppe Rapisarda è partito nel suo viaggio lungo il Danubio con un messaggio di pace, ma anche con il proposito di avvicinare la cultura e la società italiana a quella romena. La traversata è stata, inoltre, per il nostro amico un’occasione per sostenere e divulgare la causa ecologista di “Salvate Rosia Montana”, sito minerario nell’ovest della Romania, che ospita reperti archeologici di gran pregio e il cui sffrutamento avrebbe un forte impatto ambientale. Giuseppe Rapisarda ha raccontato in un’intervista a RRI le sue impressioni su questo lungo viaggio che si è concluso lo scorso settembre.


  • Sibiu – una città delle prime

    Sibiu – una città delle prime

    Sibiu, città nel cuore della Romania, è una delle più gettonate destinazioni turistiche nel nostro Paese, ideale per un city-break. Ciò che pochi turisti sanno è che è anche la città romena con il maggior numero di prime. A Sibiu furono aperte la prima biblioteca e la prima scuola in Romania, ma anche il primo ospedale e la prima farmacia. Sempre a Sibiu fu aperto il primo museo in Romania e nel sud-est Europa e fu allestito il primo giardino zoologico. La città è inoltre la prima del Paese designata “capitale europea della cultura”, nel 2007.



    Sibiu venne fondata nel 1190 dai sassoni della Transilvania, coloni di origine tedesca, che la bettezzarono Hermannstadt. È museo all’aperto, con edifici risalenti a diversi periodi storico-artistici, come il gotico, il rinascimento, il barocco e il liberty. Il centro storico medievale ha conservato molto dell’aspetto iniziale con le tre piazze centrali — Piazza Grande, Piazza Piccola e Piazza Huet – collegate da antiche scalinate e passaggi coperti e circondate da cinte murarie.



    La storia delle prime registrate da Sibiu iniziò nel 1292, quando in questa città veniva costruito il primo ospedale romeno, l’odierno Asilo per Anziani. Poi, nel 1300, a Sibiu, veniva fondata la prima biblioteca in Romania. Attualmente, Sibiu vanta una delle più moderne e pregiate biblioteche in Romania, la Biblioteca Provinciale ASTRA, che custodisce la prima enciclopedia romena. Nel 1380, sempre a Sibiu, veniva aperta la prima scuola sul territorio romeno, l’attuale Collegio Nazionale Brukenthal, uno dei migliori licei con insegnamento in tedesco nel Paese. Sempre nel 14esimo secolo, a Sibiu apparvero i primi archivi. Il 1481 fu l’anno del primo codice di leggi urbane in Romania, Codex Altemberger, scritto dal sindaco di Sibiu Thomas Altemberger. Nel 1494, venne aperta la prima farmacia e nel 1529 venne stampato il primo libro in latino sul territorio romeno, la “Grammatica latina”.



    Il 16esimo secolo segnò altre due prime a Sibiu: il primo libro di testo stampato e il primo libro scientifico. Nel 1544 veniva aperto a Sibiu il primo albergo in Romania, l’odierno ”Imperatore dei Romani”. Nel 18esimo secolo venne, invece, edito il primo giornale in Romania ed aperta la prima libreria, mentre nel 1715 fu aperta la prima birreria e apparve il primo marchio di birra. Il 1817 segnò l’apertura del primo museo pubblico in Romania, il terzo in Europa, l’attuale “Museo Nazionale Brukenthal”, uno dei vincitori dei prestigiosi premi dell’Unione Europea per il Patrimonio Culturale “Europa Nostra” del 2010, che si affaccia sulla Piazza Grande, dominata dalla Cattedrale cattolica. È ospitato dall’omonimo palazzo eretto su commissione di una delle più importanti personalità della Transilvania: il Barone Samuel von Brukenthal, governatore di questa provincia storica romena nella seconda metà del XVIII-esimo secolo. In stile Tardo Barocco, secondo il modello dei palazzi viennesi, il Palazzo Brukenthal è, del resto, uno dei più importanti edifici barocchi in Romania. Esso ospita una Galleria d’Arte Europea, con una mostra d’arte gotica, d’arte medievale e di scultura della Transilvania, con saloni barocchi, una mostra di tappetti anatolici, una mostra di pittura tedesca ed austriaca, collezioni d’arte fiamminga ed olandese e una galleria d’arte romena. Il complesso museale Brukenthal vanta anche un Museo di storia, con mostre di armi e armature, di monete e medaglie, di storia del vetro in Transilvania o di storia delle corporazioni locali degli artigiani, un Museo di Storia Naturale, un Museo della Caccia e uno di Storia della Farmacia.



    Il 19esimo secolo portò a Sibiu il primo stabilimento per la produzione di energia elettrica, creato da Carl Wolff, e la prima stazione meteorologica, ma anche il primo ponte di ghisa in Romania e il secondo in Europa, il celebre Ponte delle Bugie. Ma l’anno più importante per la storia di Sibiu è stato il 2007, quando la città romena è stata “capitale europea della cultura” ed ha ospitato la prima Grande Assemblea Ecumenica in Romania. Lo scorso maggio, Sibiu è stata dichiarata la migliore destinazione turistica dell’anno in Romania.




  • Topoloveni – 100 anni di tradizione

    Topoloveni – 100 anni di tradizione

    Nel 2014, la fabbrica di Topoloveni dove viene prodotta l’omonima marmellata di prugne riconosciuta come “prodotto tradizionale romeno” dal 2004, compie 100 anni – un centenario di genuinità, una storia intessuta di tradizione, ma anche di innovazione. Oggi, la marmellata, con le sue qualità e il suo sapore, è sinonimo di eccellenza non solo in Romania, ma ormai anche all’estero, grazie ai tanti riconoscimenti ottenuti. Topoloveni, nella provincia di Arges, nel centro-sud della Romania, è una zona ricca di frutteti di prugne, con una lunga tradizione di preparazione con metodi tradizionali della marmellata. A Topoloveni è stata aperta la prima fabbrica di marmellate in Romania, nel 1914, gestita attualmente da una società commerciale che produce sin dal 2009 questo dolce-toccasana sotto il marchio Marmellata di prugne di Topoloveni”, l’unico prodotto in possesso della certificazione europea “Indicazione Geografica Protetta”. È tra i pochi prodotti riconosciuti nell’Ue come funzionali, ossia come prodotti che apportano non solo benefici alimentari, ma anche vantaggi supplementari. Sono tanti i suoi pregi: al 100% naturale, senza zuccheri aggiunti, è un dolce sano che contiene una quantità di antiossidanti di molto superiore a quella dei broccoli e dei mirtilli ed è ricco di fibre alimentari naturali. Si può consumare sin dai sei mesi di età e anche dalle persone che soffrono di diabete. Riduce il colesterolo ed è raccomandato dall’Istituto romeno di Ricerche Alimentari alle persone che stanno a dieta.



    L’attuale metodo di produzione, che rende questa marmellata unica, è ispirato a quello adoperato all’inizio del XXesimo secolo dal primo industriale romeno del settore alimentare, l’ingegner Maximilian Popovici. All’ingegnere dobbiamo l’introduzione nell’industria dei primi impianti di cottura per confetture e marmellate a doppie pareti ispirati ai metodi delle massaie, che permettono di salvaguardare la qualità della frutta. La proprietaria del marchio “Topoloveni” e’ l’ex reporter e realizzatrice di Radio Romania, Bibiana Stanciulov, direttrice generale della Fabbrica di Topoloveni e “cittadino d’onore della Provincia di Arges”, titolo conferito per il suo lavoro di promozione della Romania all’estero attraverso la tipica marmellata di prugne. Bibiana Stanciulov ha parlato a RRI della storia della fabbrica di Topoloveni e della marmellata di prugne.



    “100 anni fa, l’ingegner Maximilian Popovici ha notato che nella zona di Topoloveni le massaie locali non facevano cuocere le prugne direttamente sul fuoco, ma in vasi e forni di argilla ad una temperatura controllata grazie al fuoco a legna, finoaquando la marmellata raggiungeva la consistenza desiderata attraverso l’evaporazione dell’acqua. La marmellata di prugne di Topoloveni è un prodotto unico perchè grazie a questo metodo di cottura che noi assicuriamo attualmente con impianti moderni, ma rispettando lo stesso principio, la marmellata conserva le qualità nutrizionali delle prugne fresche con cui la prepariamo. Un chilo di marmellata si fa con 3,2-3,5 fino a 5 chili di prugne. Le migliori prugne sono quelle che crescono su certe colline di Topoloveni grazie alla completa esposizione al sole, che garantisce la loro maturazione uniforme. Le prugne con cui viene preparata la nostra marmellata provengono solo dalla Romania, dai frutteti della provincia di Arges, ma anche da un frutteto di prugne biologico della provincia di Olt, in cui sono nata. Ho voluto offrire ai consumatori una marmellata che riportasse alla memoria i sapori dell’infanzia, come omaggio a mia nonna. È stato un onore mettere il mio nome, Stanciulov, su questa marmellata 100 anni dalla nascita della ricetta. Siamo fornitori della Casa Reale della Romania e, ogni volta che andiamo ad un evento all’estero a presentare la nostra marmellata indossiamo con fierezza la camicia popolare romena per ricordare che questo dolce sano fa parte della tradizione gastronomica romena. È il frutto di un lavoro di 13 anni, da quando abbiamo acquistato la fabbrica di Topoloveni. La parola d’ordine per noi, oltre alla qualità, è la genuinità, perchè prepariamo la marmellata di prugne esattamente come veniva preparata nel 1914”.



    La marmellata di prugne di Topoloveni è l’unico prodotto romeno a beneficiare, per 3 anni, dal 2013 al 2016, di fondi europei per la promozione sui mercati non-Ue grazie al programma Ue “Eureka”, volto a sostenere la ricerca e lo sviluppo orientati al mercato, e le piccole e medie imprese, finanziando le loro attività e permettendo loro di competere a livello internazionale e diventare leader del loro settore. Nell’ambito di Eureka, il produttore di Topolveni ha partecipato, di recente, a Mosca, al World Food Moscow, uno dei più importanti eventi nel mondo dedicato all’industria alimentare. Bibiana Stanciulov racconta:



    “Siamo gli unici in Romania ad aver ottenuto fondi attraverso il programma europeo Eureka, cui abbiamo aderito nel 2013, grazie alla nostra certificazione europea di Indicazione Geografica Protetta”. Nell’ambito di Eureka, siamo andati, ad esempil, in Svizzera, a Zurigo e Losanna, dove abbiamo organizzato degustazioni per i giornalisti enogastronomici, i nutrizionisti e il pubblico, per far conoscere le qualità della nostra marmellata. Siamo andati anche a Mosca, dove, quest’anno, assieme all’ambasciatore romeno Vasile Soare abbiamo presentato la marmellata alle grandi catene di alta cucina, perchè il nostro è un prodotto d’eccellenza. Sempre nell’ambito di Eureka saremo presenti fino alla fine di quest’anno pure in Norvegia, Dubai e Nord America”, ha raccontato a RRI Bibiana Stanciulov.



    I 100 anni di tradizione della fabbrica di Topoloveni sono stati celebrati, a settembre, con una Giornata delle Porte Aperte e una serie di eventi nel Paese e all’estero, tra cui degustazioni, partecipazioni a diversi show culinari, premiazioni di bambini di talento e campagne per le persone sofferenti di diabete e i pensionati.



    La marmellata di prugne di Topoloveni è pluripremiata, dal 2010, con il Superior Taste Award dell’Istituto per il Gusto e la Qualità di Bruxelles, per le sue qualità organolettiche e nutrizionali, un riconoscimento internazionale unico basato sulla valutazione alla cieca di chef e sommelier riconosciuti da guide gastronomiche di reputazione mondiale, come la Michelin, leader di opinione ed esperti di gusto. Nel 2011, è stata designata dal Ministero dello Sviluppo Regionale e del Turismo “ambasciatore del gusto tradizionale romeno”.



  • Bucarest – 555 anni di storia documentaria

    Bucarest – 555 anni di storia documentaria

    Il 20 settembre, la capitale romena Bucarest celebra 555 anni dalla sua prima attestazione documentaria. Dal 18 al 21 settembre, il Comune della capitale invita il pubblico alle ormai tradizionali “Giornate di Bucarest”.



    La nascita della capitale romena è avvolta nella leggenda. Si dice sia stata fondata dal pastore Bucur, dal quale trae anche il nome. La città fu menzionata per la prima volta in un documento del 1459 firmato da Vlad l’Impalatore, principe della regione storica romena Valacchia. Bucarest è nata intorno ad una fortificazione militare sul cui posto è stata costruita ulteriormente l’Antica Corte Regia, il palazzo pricipesco di Vlad lImpalatore. Intorno a questa fortificazione si sviluppò la città commerciale che si estese, inglobando i villaggi circostanti. Nel 1659, Bucarest diventò capitale del Principato della Valacchia. Due secoli più tardi, con l’unificazione dei principati romeni, diventava capitale del Paese.



    Nel XIXesimo secolo Bucarest era la più importante città dell’Europa Sudorientale tra Budapest ed Istanbul, con una popolazione di oltre 60.000 abitanti in un’epoca in cui Atene oppure Belgrado ne avevano soltanto 20.000. Alla metà dello stesso secolo conobbe un vero e proprio boom architettonico grazie a re Carlo I di Romania e alla tendenza di ammodernamento. Lo sviluppo urbanistico avvenne secondo modelli francesi e fu caratterizzato da grandi viali alberati e da edifici monumentali in stile neoclassico. Nel periodo tra le due guerre mondiali la città conservò l’atmosfera orientale nonostante l’ostentazione di maniere occidentali da parte della borghesia e l’imitazione di uno stile di vita “parigino” da parte dell’aristocrazia. Tutto questo, unito ad una ricca vita culturale, valsero a Bucarest l’appellativo di “Piccola Parigi dei Balcani”. Sebbene durante il regime comunista, su ordine del dittatore Ceausescu, sia stato demolito un ingente numero di edifici, al fine di trasformarla nella città più rappresentativa della cosiddetta “epoca d’oro” della Romania, i quartieri ottocenteschi del centro conferiscono a tutt’oggi a Bucarest l’aspetto di capitale europea.



    In occasione del 555esimo anniversario della capitale romena, per 3 giorni, in tutto il centro città si svolgeranno eventi culturali. Il “punto caldo” sarà il Parco Cismigiu, il più antico parco di Bucarest, posto preferito dei bucarestini per le passeggiate domenicali, dove sarà ricreata, con diversi eventi culturali, l’atmosfera della Bucarest di una volta.



    “Il Comune di Bucarest, attraverso le sue istituzioni che si occupano di progetti culturali, tra cui CREART e ARCUB — il Centro di Progetti Culturali -, ma anche PROEDUS — il Centro di Progetti e Programmi Educativi e Sportivi per i Bambini e i Giovani, l’Amministrazione dei Monumenti e del Patrimonio e tante altre, organizzano le Giornate di Bucarest nei luoghi più importanti del centro città, come il Parco Cismigiu, il centro storico, la Piazza della Costituzione e la Piazza dell’Università. Il 20 settembre, quando ricorrono i 555 anni di attestazione documentaria di Bucarest, in Piazza della Costituzione si svolgerà il concerto grandioso “La rEvoluzione della Musica Leggera Romena”, che riunirà diverse generazioni di artisti romeni. Sabato e domenica, siete invitati alla Sfilata dei costumi d’epoca e ad atelier interattivi nel Parco Cismigiu. Il momento clou delle Giornate di Bucarest sarà la battaglia di fiori di sabato sera nel parco, che riporterà alla memoria un’usanza tipica del periodo interbellico nella capitale romena. Poi, la Fiera di Bucarest è l’appuntamento con l’artigianato tipico romeno e le creazioni dei giovani artisti figurativi, quindi, con la tradizione e, al contempo, con l’arte contemporanea, ma anche con i prodotti tipici, in uno spazio alternativo di relax assieme agli amici o alla famiglia creato sempre nel Parco Cismigiu. Il 20 e il 21 settembre sono giornate dedicate agli spettacoli all’aperto che riuniranno sul palcoscenico nel Parco Cismigiu le minoranze nazionali e gli artisti romeni più gettonati”, ha raccontato a RRI Mihaela Stoica, uno dei coordinatori del progetto “Le Giornate di Bucarest” da parte del Centro CREART – il Centro di Creazione, Arte e Tradizione Culturale del Comune di Bucarest.



    Dal Parco Cismigiu è facilmente raggiungibile la Piazza della Costituzione, in cui sorge il gigantesco Palazzo del Parlamento – ex Casa del Popolo – il secondo edificio al mondo per dimensioni, nel Libro dei Primati, dopo il Pentagono, simbolo di Bucarest. Alto 85 metri, ha 12 piani, e fu eretto negli anni ‘80, su iniziativa del dittatore Ceausescu. Il Palazzo del Parlamento sarà uno dei protagonisti delle “Giornate di Bucarest”, racconta sempre Mihaela Stoica.



    ”Il Palazzo del Parlamento diventerà il 20 settembre, dalle 23, un maxischermo per il grandioso spettacolo multimediale unico in Europa, iMapp Bucharest 555. Sulla facciata dell’edificio di circa 20 mila metri quadri, equipe di artisti da Romania, Francia, Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria, selezionate in seguito ad un concorso cui hanno partecipato artisti dall’intero mondo, faranno 5 proiezioni tridimensionali per animarla con forme, colori e suoni, avvalendosi di ciascun elemento archittetonico per reinterpretare la sua gigantesca superficie. Allo stesso tempo, la Piazza della Costituzione diventerà un club all’aperto, nell’ambito del DJ Open Air Party, dove 3 DJ famosi diletteranno il pubblico”, ha raccontato sempre Mihaela Stoica.



    Da Piazza della Costituzione si può facilmente raggiungere Piazza dell’Unione, sul cui lato sinistro si trova la zona con i più antichi edifici della capitale, tra cui l’Antica Corte Regia, e l’albergo più antico di Bucarest – la Locanda di Manuc – fatto erigere 200 anni fa da un negoziante armeno. Nella stessa zona, dal 20 al 21 settembre, nella Locanda Gabovreni sarà organizzata una Giornata delle Porte Aperte, occasione in cui sarà inaugurato, nell’ambito delle “Giornate di Bucarest”, la nuova sede del Centro Progetti Culturali del Comune. Piazza dell’Unversità ospiterà, dal canto suo, nell’ambito delle celebrazioni per i 555 anni, l’installazione d’arte contemporanea FEED ME.Ballo all’aperto a Bucarest” è un altro appuntamento proposto nell’ambito del 555esimo anniversario della nostra capitale, dal 19 al 21 settembre, dalle 17.00 alle 22.00, nel centro storico, con i ritmi latino e le lezioni di coreografia. Sempre in Piazza dell’Università si svolgerà un concerto di musica alternativa con ospiti quali The Speakers, The Amsterdams, les Elephants Bizarres e Alternosfera, mentre in Piazza George Enescu è programmato, sabato e domenica, il Festival di folk, “Folk you”.



    Sempre in occasione dei 555 anni di vita della nostra capitale, l’Associazione romena per la Cultura, l’Educazione e la Normalità — ARCEN — organizzerà, dal 18 al 21 settembre, un percorso culturale notturno, all’insegna delle “Storie della Bucarest di una volta”, ogni sera, dalle 19.00. Il percorso, volto a rievocare la vita della capitale e dei suoi abitanti in diverse epoche, avrà 6 soste: il Teatro Odeon, sul Viale della Vittoria, e le strade Constantin Mille, Ion Oteteleseanu, Ion Brezoianu, George Vraca, Ion Câmpineanu, Valter Mărăcineanu e Dem I. Dobrescu, il punto di arrivo essendo la Bibilioteca Centrale Universitaria “Carlo I”. Il percorso si propone di illustrare gli aspetti più svariati della capitale, di raccontare storie sul mondo della stampa bucarestina dell’ex strada Sărindar, storie sugli attori e sui teatri di Bucarest, sulle locande, i caffe’ letterari e i giardini estivi, sull’apertura dei primi cinema, sull’introduzione del telefono o la costruzione dei primi marciapiedi, ma anche di riportare alla memoria figure di spicco della storia della nostra capitale, tra cui Constantin Tănase, figura di spicco del teatro di rivista del periodo interbellico, il giornalista italiano Luigi Cazzavillan, che decise di vivere in Romania, dove, tra laltro, fondò anche “Universul”, il primo quotidiano romeno, o lo scrittore e storico delle religioni Mircea Eliade.


  • Alla scoperta dei tesori della Romania, giardino d’Europa

    Alla scoperta dei tesori della Romania, giardino d’Europa

    “Alla scoperta dei tesori della Romania, giardino dEuropa” ci invita l’Associazione “I più bei villaggi della Romania”, nell’ambito di una mostra itinerante in giro per 13 grandi città romene che quest’autunno farà tappa anche in alcune importanti capitali europee, tra cui Bruxelles, Parigi, Madrid e Roma. La mostra, un inventario turistico e culturale delle attrattive del Paese, ambisce a illustrare una Romania in miniatura, ideata come un giardino di 1000 metri quadri, che i visitatori sono invitati a scoprire, con l’aiuto di una mappa con diversi itinerari che portano a 41 tavoli in rappresentanza delle corrispondenti province romene. Gli itinerari portano alla ribalta 5 delle più importanti attrattive turistiche, culturali e religiose della Romania, le personalità più rappresentative, le sagre e i festival locali. Stando agli organizzatori, si tratta di una mostra a carattere ludico-educativo, che invita i curiosi a scoprire il Paese attraverso il gioco e il puzzle e la serie di eventi “La settimana della Romania”, che propone incontri con la musica folcloristica, l’arte popolare e la gastronomia tipica. Protagonisti assoluti i comuni membri dell’Associazione “I più bei villaggi della Romania”, come Cumpana, della Provincia di Costanza, Jurilovca, della Provincia di Tulcea, Izvoarele, della Provincia di Prahova o Cincu, della Provincia di Brasov.



    “È un progetto di promozione non solo dei più bei villaggi romeni, ma dell’intera Romania, che è un giardino dei tesori che dovrebbero conoscere tutti i romeni, ma anche gli europei. La Romania è uno dei più ricchi Paesi d’Europa per quanto riguarda il patrimonio culturale materiale e immateriale. Vanta un ricco e svariato patrimonio riconosciuto dall’Unesco, paesaggi e foreste incontaminate, un bellissimo Delta del Danubio, usanze e tradizioni, prodotti tradizionali. Questo patrimonio è la nostra dote e, allo stesso tempo, il nostro passato e futuro. Abbiamo creato questa Romania in miniatura, come un giardino, che ospita 41 tavoli corrispondenti alle 41 province romene. I visitatori sono invitati a ricomporre un puzzle con i luoghi più belli della Romania turistica. Promuoviamo le destinazioni turistiche, i prodotti tradizionali, le personalità romene, sui tavoli si ritrovano le cose più importanti che si devono sapere sul nostro Paese e che vogliamo che l’intera Europa conosca. Si tratta di prodotti portabandiera come, ad esempio, le ceramiche di Horezu”, ha raccontato a RRI il presidente dell’Associazione “I più bei villaggi della Romania”, Nicolae Marghiol.



    Come ci propongono gli organizzatori a scoprire le ricchezze della Romania? “I visitatori ricevono prima di entrare nel giardino una mappa dei tesori della Romania, una specie di questionario con circa 70 domande cui, mentre passeggiano per il labirinto di itinerari, devono rispondere. Sono domande di cultura generale, ma anche domande-trappola, che li aiutano a scoprire quale è il villaggio culturale romeno 2014 oppure dove nacque il sommo poeta romeno Mihai Eminescu, ad esempio, oppure le feste o i prodotti tradizionali. L’idea del progetto è di fare un inventario dei tesori nazionali e farli conoscere a tutti”, ha spiegato sempre Nicolae Marghiol.



    La mostra itinerante è stata lanciata nella capitale romena Bucarest a luglio. “Per un’intera settimana, a Bucarest abbiamo organizzato eventi e abbiamo discusso con i visitatori della cultura romena, dei libri romeni, delle invenzioni e delle personalità romene, e abbiamo orgnizzatio anche una Giornata dei valori della Romania con spettacoli assieme ai comuni che hanno rappresentato diverse province romene. È stata una giornata all’insegna delle musiche folcloristiche e delle degustazioni, ciascun comune portando davanti al pubblico i suoi prodotti tipici, i vecchi sapori della cucina contadina. Va ricordato che la nostra associazione s’impegna, attraverso una serie di progetti europei, a creare delle piccole cucine rurali per la preparazione di conserve e di sciroppi nie comuni memebri, come fanno i paesini dell’Italia e della Francia che vivono dei prodotti locali o dell’agricoltura biologica. Si tratta di un altro progetto educatvo molto ampio ed ambizioso. Da ottobre, il progetto “Alla scoperta dei tesori della Romania, giardino dEuropa” si fermerà per due giorni, nel finesettimana, in alcune importanti capitali europee, come Bruxelles, Parigi, Madrid e Roma, che sarà anche l’ultima tappa, a inizio dicembre”, ha raccontato a RRI Nicolae Marghiol.



    L’Associazione “I più bei villaggi della Romania” è nata nel 2010, a Brasov, città nel centro della Romania, e conta attualmente 50 comuni membri, altri 30 avendo inoltrato la loro candidatura alla membership. A quest’associazione si deve la prima e unica “Guida ai più bei villaggi romeni”, lanciata nel 2011, l’iniziativa “Il villaggio più bello della Romania”, titolo aggiudicato nel 2014 dal Comune Ciocanesti, della Provincia di Suceava, soprannominato comune-museo per le sue case che riportano sui frontoni i bellissimi motivi tradizionali dei costumi popolari e il Calendario delle Feste Rurali Romene.



  • Il Festival “Sighisoara medievale”

    Il Festival “Sighisoara medievale”

    Torna anche quest’anno ad animare con i suoi colori la bella città della Romania centrale, il festival di rievocazione storica “Sighisoara medievale”, giunto alla 23esima edizione e organizzato dal Comune in collaborazione con l’Associazione Turistica “Sighisoara” e l’Ordine dei Cavalieri del Lupo. Il festival, che attrae ogni anno centinaia di turisti, in programma, nel 2014, dal 25 al 27 luglio, coniugherà la storia medievale della città con l’intrattenimento e lo spettacolo. Tra le attrattive del festival, accanto a musiche, canti e danze medievali, anche tornei cavallereschi e tantissimi momenti culturali.


    Sighisoara si trova in Transilvania, regione storica romena colonizzata nel XIIesimo secolo con sassoni. È uno dei pochi borghi fortificati medioevali ancora abitati del sud-est Europa e il meglio conservato in Romania. Il suo centro storico si ritrova, dal 1999, nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Gli abitanti della città furono sin dall’inizio artigiani organizzati in corporazioni che costruirono anche il sistema di fortificazioni della città. In cima ad una collina, Sighisoara era circondata da cinte murarie lunghe 930 metri, rinforzate con 14 torri, simbolo dell’importanza, del potere economico e dell’orgoglio delle corporazioni cui erano intitolate. A tutt’oggi, a Sighisoara sorgono la Torre dei Fabbri, la Torre dei Calzolai, la Torre dei Macellai, dei Sarti, dei Pellai oppure dei Ramai.



    Sighisoara si distingue per la sua multiculturalità, nella città convivendo da secoli romeni, tedeschi e magiari. Questo carattere multiculturale portò alla nascita di molti gemellaggi tra Sighisoara e città della Germania e dell’Ungheria in cui emigrarono molti degli etnici sassoni e magiari. Con le città con cui è gemellata, tra cui la Città di Castello della provincia di Perugia, Zamosc (Polonia), Tabor (Repubblica Ceca), Dinkelsbuehl (Germania), Blois (Francia) e Kiskunfélegyháza (Ungheria), Sighisoara sviluppò lungo gli anni numerosi progetti turistico-culturali, tra cui proprio il Festival annuale “Sighisoara medievale”. Al festival partecipa da qualche anno, con il suo gruppo di sbandieratori e non solo, la città ceca di Tabor, la quale organizza anch’essa, da oltre 2 decenni un simile festival chiamato Tabor Meetings”, dove Sighisoara è, dal canto suo, ospite.




    Il festival “Sighisoara medievale” è stato creato per far rivivere agli abitanti e ai turisti l’atmosfera del passato medievale della città, tramite rievocazioni storiche in costumi d’epoca, spettacoli di teatro, danza e musica e sfilate in corteo di principesse e principi, cavalieri, sbandieratori, artigiani e negozianti, monaci, giullari, giocolieri e trovatori.



    Dal 2010, il festival si svolge secondo un nuovo concetto, come ha spiegato a RRI il direttore artistico Liviu Pancu, fondatore dell’Ordine dei Cavalieri del Lupo, accolto, proprio all’inizio di quest’anno, nella grande famiglia dei Cavalieri Templari.



    “I cavalieri dell’Ordine del Lupo, che si sono affiancati all’equipe che organizza il festival nel 2010, hanno introdotto il concetto di festival-spettacolo. Praticamente, Sighisoara diventa un immenso palcoscenico per uno spettacolo di strada in cui si esibiscono al contempo ordini cavallereschi, ensemble di musica medievale, attori e ballerini. Ogni edizione ha avuto un tema: nel 2010, Il ritorno dei cavalieri, nel 2011, Merlino, il mago medievale, nel 2012 Giovanna d’Arco — 600 anni di lotta e fede e nel 2013, Vlad, cavaliere della giustizia. L’edizione 2013 l’abbiamo, quindi, dedicata al principe romeno Vlad, passato alla storia come Vlad l’Impalatore, riportando alla ribalta nel nostro festival-spettacolo non il personaggio di leggenda, ma il personaggio storico. Abbiamo presentato il giovane Vlad entusiasmato dalle gesta eroiche di suo padre, membro dell’Ordine cavalleresco del Drago, e l’esperienza che visse da adolescente, come ostaggio presso la Porta Ottomana. Un approccio diverso a questo personaggio storico. L’edizione 2014 si svolgerà, invece, all’insegna di Giacomo de Molay – 700 anni di ordini cavallereschi, essendo dedicata ai 7 secoli passati dal sacrificio di Giacomo de Molay, l’ultimo Gran Maestro dei Templari, per i suoi fratelli templari. È un’edizione speciale che porterà in primo piano le storie dei cavalieri. Se non giungete a Sighisoara per l’edizione di quest’anno, potete seguire il Festival Sighsoara medievale anche online sul sito sighisoaramedievala.ro, che ha milioni di visitatori”, ha raccontato Liviu Pancu.



    Il festival “Sighisoara medievale” non è lunico ospitato, destate, dalla città transilvana. La multiculturalità di Sighisoara diventa ancor più visibile, ogni anno, ad agosto, quando la città ospita il Festival “Proetnica”, cui partecipano tutte le etnie in Romania con programmi di arti visive, arti dello spettacolo, documentari e fiction sulla convivenza multietnica. E sempre ad agosto è programmato il “Festival di musica accademica” cui sono invitati giovani musicisti da tutta Europa, mentre, all’inizio di settembre, siete attesi al Festival delle fanfare, dove potete ascoltare fanfare romene e dalle città con cui Sighisoara è gemellata.

  • Presidenza UE: concerto inaugurale a Bucarest

    Presidenza UE: concerto inaugurale a Bucarest

    Il 2 luglio, l’Auditorium Romeno di Bucarest ha ospitato un concerto dedicato al Semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea. Protagonisti il direttore d’orchestra Gian Luigi Zampieri e il violinista romeno Alexandru Tomescu, solista delle Orchestre di Radio Romania, insignito, in questa occasione, dell’Ordine della Stella d’Italia in grado di Cavaliere, conferita dal Presidente Giorgio Napolitano, per meriti speciali nella pomozione della cultura italiana. L’onorificenza gli è stata consegnata dall’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Diego Brasioli.



    Con una carriera segnata da successi su 4 continenti ed in oltre 30 Paesi, il 38enne artista spicca come il migliore giovane violinista della sua generazione. Vanta oltre 100 premi nazionali e internazionali, tra cui 26 premi internazionali a prestigiosi concorsi come “George Enescu” e “Niccolò Paganini”. Si è esibito su importanti palcoscenici come quelli di Carnegie Hall, Berliner Philharmoniker o Théâtre de Champs Èlysées. Come presidente della fondazione culturale “Remember Enescu”, Alexandru Tomescu è impegnato in numerosi progetti musicali, tra cui il Concorso Internazionale di Violino dedicato al sommo compositore romeno, ma anche in tanti progetti di beneficenza. Per il suo virtuosismo, lo stato romeno gli ha affidato, in seguito ad un concorso indetto dal Ministero della Cultura, il celebre violino Stradivari Elder-Voicu, risalente al 1702.



    Il concerto inaugurale della Presidenza italiana del Consiglio dell’Ue, che ha offerto al pubblico brandi di Paganini, Rossini e Respighi, si è svolto sotto la bacchetta del maestro Gian Luigi Zampieri, che vanta numerose collaborazioni con Radio Romania e che è tornato ad esibirsi dopo 10 anni all’Auditorium romeno di Bucarest, per la prima volta accanto ad Alexandru Tomescu, come ha raccontato a Radio Romania Internazionale.

  • Presidenza Ue: parte semestre italiano

    Presidenza Ue: parte semestre italiano

    Dal 1 luglio, l’Italia ha preso la guida della presidenza del Consiglio dell’Ue, un ruolo svolto altre 11 volte nella storia dell’Unione e per la prima volta dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. L’Italia eserciterà la presidenza di turno in un contesto particolarmente delicato, in cui le istituzioni europee attraversano una fase di transizione, dopo il recente rinnovo dell’Europarlamento, che conta molti membri appartenenti a partiti euroscettici, e con l’insediamento della nuova Commissione. L’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Sua Eccellenza Diego Brasioli, ha presentato in una conferenza stampa congiunta con il ministro romeno degli Esteri, Titus Corlatean, e con il capo della Rappresentanza dell’Ue in Romania, Angela Filote, nella splendida cornice dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest, le priorità del semestre di presidenza italiana.



    Dal canto suo, il ministro degli Esteri romeno, Titus Corlatean, ha sottolineato che la Romania sostierrà attivamente le priorità della presidenza di turno italiana. “Mi fa piacere segnare accanto a voi l’inaugurazione della presidenza italiana del Consiglio dell’Ue e la presentazione delle sue priorità. Nei prossimi 6 mesi, sotto la presidenza italiana, tutte le strade porteranno a Roma, e sono convinto che la presidenza italiana avrà non solo priorità importanti, ma sarà anche una presidenza dinamica e di successo. L’Italia vanta una lunga esperienza e una profonda conoscenza del processo della costruzione europea, essendo uno degli stati fondatori e, sin dall’inizio, un attore molto attivo in questa costruzione. La Romania sosterrà attivamente le priorità della Presidenza italiana e un mandato di successo. Lo abbiamo ribadito anche in occasione della visita a Bucarest di qualche settimana fa della mia collega Federica Mogherini. La Romania condivide pienamente gli obiettivi di un’Europa più forte, più integrata e più solidale, come illustrato anche dal programma di priorità della Presidenza italiana. È un momento in cui si assiste, da una parte, alla riconfigurazione dell’assetto istituzionale europeo, e, dall’altra, a misure di rilancio economico, di incentivazione della creazione di posti di lavoro, tra le priorità del semestre di presidenza italiano. Sosteniamo l’importante processo di rinnovo degli incarichi istituzionali come anche la promozione con risultati concreti dei grandi dossier europei. Condivido la preoccupazione dell’ambasciatore Brasioli sull’ascesa delle forze politiche eurofobiche ed estremistiche nel Parlamento Europeo, un segnale forte che comporterà un approccio più approfondito a livello politico ed istituzionale europeo e che avrà bisogno di una risposta intelligente e coordinata da parte degli attori politici sostenitori attivi del progetto europeo. Dobbiamo trovare modalità di prevenzione del processo di erosione del progetto europeo e sotenere i diritti e le libertà fondamentali, i valori dell’Ue, che rappresentano il motore del progetto europeo e la principale attrattiva per gli stati aspiranti allo status di membro Ue. Bucarest condivide la priorità più importante della Presidenza italiana — l’economia europea — sostenendo fermamente gli obiettivi su questo fronte. Siamo in ugual misura preoccupati per la disoccupazione giovanile, motivo per cui apprezziamo che è una delle priorità. La Romania è pronta a collaborare strettamente con la Presidenza italiana per un’agenda europea della crescita e una nuova dinamica economica, ma anche per il consolidamento dell’Unione Economica e Monetaria, in cui le riforme economiche e la convergenza sono argomenti di interesse comune. In secondo luogo, condividiamo la priorità della presidenza semestrale italiana di agire nel rispetto delle libertà fondamentali, compresa la libertà di circolazione dei cittadini, realizzazione importantissima dell’Ue ed espressione della cittadinanza europea. In questo contesto voglio menzionare l’interesse della Romania per il consolidamento dell’Area Schengen, inclusivamente attraverso la sua estensione, una cosa essenziale. Contiamo sul sostegno della Presidenza italiana per ottenere progressi sostanziosi nel processo di adesione all’area Schengen, alla luce dell’approccio già proposto, dell’adesione a due tappe, e lavoreremo strettamente insieme per questo obiettivo. Salutiamo anche il fatto che la Presidenza italiana abbia incluso tra le sue priorità l’allargamento dell’Ue, che è stato e continua ad essere una storia di successo, un valore aggiunto, che ha generato per i paesi membri performance economica e un’importante dimensione politica e di sicurezza. Come salutiamo anche la recente firma degli Accordi di Associazione con Moldova, Georgia e Ucraina, che saranno presto ratificati dal Parlamento di Bucarest”, ha precisato il ministro Titus Corlatean.



    Angela Filote, il capo della Rappresentanza dell’Ue in Romania, ha parlato invece delle sfide cui la Presidenza di turno italiana dovrà rispondere nei prossimi mesi. “Mi rendo conto che la presidenza italiana non sarà una facile, in quanto si lavora con un nuovo Parlamento, che forse sarà meno cooperante del precedente, visto l’esito delle europee dello scorso 25 maggio. Allo stesso tempo, dovrà conciliare due necessità quasi contradditorie — la gestione dei cambiamenti istituzionali e di opzione in molte delle politiche europee, e quella di una visione strategica. Perciò mi congratulo con l’Italia per il logo molto ispirato della Presidenza di turno — la rondine – che fa pensare proprio ad una bird’s eye view, ossia uno sguardo d’insieme, una visione strategica. Saluto la priorità della presidenza italiana di discutere una strategia per uscire dalla crisi e di ripensare la strategia 2020. Desideriamo non solo crescita economica, ma anche che il cittadino risenta i suoi benefici, perchè l’esito delle europee rappresenta un cartoncino giallo che alcuni dei cittadini europei hanno dato alle istituzioni e che è direttamente collegato alla crisi. È importante che il valore aggiunto portato dall’uscita dalla crisi sia distribuito ai cittadini per assicurare una crescita economica che non polarizzi l’Europa, bensi’ aumenti il sentimento di solidarietà, necessario per risolvere con successo tutte le priorità di questa presidenza. Faccio, in questa occasione, un appello agli Stati membri, pensando alle ripetute tragedie che avvengono a Lampedusa, con perdite di vite umane, per inserire sulla loro agenda la questione dell’immigrazione illegale, e cercare di trovare nuove soluzioni durante la presidenza italiana. Per quanto riguarda il ruolo dell’Europa nel mondo, i recenti eventi in Ucraina ci spingono a ripensare la politica Ue di soft power e capire in che misura può far fronte a sfide di tipo hard power. Ringrazio gli stati membri, e soprattutto la Romania, per il sostegno costante alla poltica di vicinato e di estensione, tirate in ballo quando si devono affrontare sfide come quelle in Ucraina”, ha dichiarato Angela Filote.