Author: Adina Vasile

  • Festitalia – un po’ d’Italia a Bucarest

    Festitalia – un po’ d’Italia a Bucarest

    Torna a Bucarest l’appuntamento con Festitalia, un mix di festival e sagra, dedicato all’amore per l’Italia e alle eccellenze italiane, tra cultura, arte, musica e cibo, giunto nel 2014 alla seconda edizione. L’evento, che parte il 25 giugno, ospitato anche quest’anno dal Parco Herastrau, punta a ricreare l’atmosfera tipica delle feste tradizionali del Bel Paese. “Festitalia — Un po’ d’Italia a Bucarest” è organizzato dall’Ambasciata d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, in partenariato con Creart — il Centro di Creazione, Arte e Tradizione di Bucarest e l’Associazione “Green Revolution”, con il sostegno del Comune, dell’Ente di Gestione dei Parchi di Bucarest, della RO. AS. IT. — l’Associazione Italiani della Romania — e dell’Ambasciata della Grecia. Radio Romania è media partner.



    Ospiti dell’edizione 2014 sono il gruppo etnico-popolare Le Ninfe della Tammorra di Napoli, il gruppo jazz Il Magnetofono, il gruppo urban folk Sestomarelli di Milano, il duo Jalisse, l’artista veronese Laura Kibel, con il suo teatro dei piedi, i vincitori romeni dell’edizione 2014 del concorso internazionale DocMusiContest di Rieti, e sempre dalla Romania, il quartteto Passione, il fisarmonicista George Romanu e il suonatore del flauto di Pan, Nicolae Voiculet. Festitalia si concluderà il 1 luglio con una serata di musiche e danze greche, per segnare il passaggio di consegne alla presidenza dell’Ue tra Grecia e Italia. Il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, Ezio Peraro, ha raccontato in un’intervista a RRI i momenti più importanti del festival.


  • Turisti italiani in Romania

    Turisti italiani in Romania

    Nuovi turisti italiani sono giunti, quest’estate, nel nostro Paese, alla scoperta delle attrattive della Transilvania, regione storica nel centro del Paese, questa volta dall’Umbria. Tra le tappe del loro giro turistico: le città di Sibiu, Cluj e Alba Iulia, i paesini sassoni Viscri e Prejmer, con chiese fortificate, incluse nella lista del patrimonio dell’umanità dell’Unesco, città dal passato medievale, come Brasov, i due castelli più famosi della Romania, quello del paesino Bran, e il castello Peles, di Sinaia, ex residenza estiva della Casa Reale, ma anche la miniera di sale di Turda,e, non in ultimo, la capitale Bucarest. I nostri ospiti hanno raccontato a RRI loro impressioni.




  • La Contrada di Buzau, su edenineurope.eu

    La Contrada di Buzau, su edenineurope.eu

    La Contrada di Buzau, nota come la terra dei vulcanetti di fango, dell’ambra e dei “fuochi vivi”, ricade nella provincia di Buzau, nel sud-est della Romania, soprannominata, per la diversità delle sue forme di rilievo e per le sue numerose attrattive turistiche, ”una piccola Romania”. Dopo essersi aggiudicata nel 2012 il riconoscimento di “destinazione europea di eccellenza per il turismo rurale”, nell’ambito del concorso EDEN, la Contrada di Buzau viene promossa sul sito edenineurope.eu, fonte d’informazione per migliaia di operatori turistici in Europa. Con il concorso EDEN la Commissione Europea promuove le mete turistiche europee uniche rimaste relativamente inesplorate, premiando le iniziative che hanno contribuito alla promozione del turismo locale attraverso la valorizzazione delleredità rurale, culturale e naturale. La Contrada di Buzau rappresenta un geoparco che racchiude siti di grande importanza geologica e turistica, unici in Romania e in Europa, tra cui i vulcanetti di fango di Berca, i “fuochi vivi” e la montagna di sale di Lopatari e la miniera di ambra di Colti.



    I vulcanetti di fango di Berca sono una vera calamita per i turisti. In nessun’altra parte del mondo esiste una zona con tanti vulcanetti di fango attivi come nella provincia romena di Buzau. I coni di questi vulcanetti e la terra arida intorno, in cui le alluvioni hanno scavato crateri con fango ribollente, profondi anche due metri, attirano, ogni anno, oltre ai turisti, numerosi fotografi dilettanti e professionisti. I vulcanetti furono creati dai gas naturali che fuoriescono da una profondità di 3000 metri, attraversano il suolo argilloso e la falda freatica e spingono in superficie l’acqua mescolata con l’argilla. Detti anche salse, i vulcanetti si trovano nelle riserve geologiche di Paclele Mari e Paclele mici. Nelle giornate siccitose il fango si asciuga e crepa in decine di pezzi. Ne risulta un paesaggio dall’aspetto lunare. Spettacolare, soprattutto di notte, anche la Riserva naturale Il Fuoco Vivo di Lopatari, dove per le emissioni di metano dal sottosuolo emergono fiamme alte un metro e mezzo. Sempre a Lopatari sorge anche la cosiddetta Montagna di sale, che si stende su 2 km e che, durante l’estate, crea l’impressione di essere innevata.



    Continuando il viaggio da Berca, la prossima tappa sulla Valle del Buzau sono gli eremi rupestri sparsi su qualche decine di km, nei pressi dei comuni Colti, Cozieni, Braesti e Bozioru, quest’ultimo, secondo la leggenda, abitato nel passato da giganti. La provincia di Buzau è anche patria dell’ambra, proveniente da diverse specie di pini. A Colti si trova una riserva geologica di circa 2 ettari e mezzo di ambra, resina fossile a diversi colori, soprattutto giallo, ritenuta anche pietra semipreziosa. Il museo di Colti custodisce il più antico pezzo di ambra nel mondo, risalente a 60 milioni di anni fa. Fu allestito, nel 1981, in una casa contadina, e ospita l’unica collezione di ambra in Romania, tra le più belle nel mondo. Sono circa 300 i pezzi esposti, tra cui uno in cui si è conservata una formica e un altro di quasi 2 chili, il maggiore, di 3,45 chili, trovandosi al Museo Provinciale Buzau. L’ambra di Colti, dai tipici colori nero-verde, nero-giallo, giallo brillante, chiamata dallo scienziato tedesco Otto Helm, “romanite”, è una delle più antiche nel mondo. L’estrazione e lo sfruttamento dell’ambra nella miniera vicino al museo fu per molto tempo la principale attività economica nella zona. La provincia di Buzau è una terra fortemente segnata dalla spiritualità. Lo dimostrano il gran numero di eremi rupestri e di chiese e monasteri ortodossi. Se giungete a Colti, non lasciatevi perdere una sosta agli eremi rupestri e alla chiesa del villaggio Alunis, scavata in pietra da due pastori nel 1274.



    Un’altra sosta indimenticabile è il Comune Chiojdu, dove vi aspettano paesaggi da favola e piatti preparati secondo antiche ricette dei briganti come l’agnello alla brigantesca, l’anatra con verza e la grappa “mortale” di Chiojdu. Chi vuole scoprire la zona con mezzi tradizionali è invitato a passeggiate nella carrozza trainata da cavalli. Chiojdu è anche punto di partenza per una gita al Lago delle Acquile, noto pure come il “Lago senza fondo”, sito a 1.400 metri di altezza, nei Monti Siriu. Si racconta che, di primavera, qui vengano le acquile per bere dell’acqua e ridiventare giovani e per insegnare ai loro piccoli a volare. Se v’interessa la pesca, andate invece al Lago Siriu. Gli agriturismi sulle sponde di questo lago offrono, oltre alle gite alla cascata Pruncea, alta 7 metri, anche programmi di pesca.



    Alle falde del Penteleu, il più alto monte della provincia di Buzau, scoprirete numerose malghe e paesini con una lunga attività pastorale e di caseificazione domestica, tra cui Varlaam, del Comune Gura Teghii, con i suoi agriturismi famosi per l’offerta di terapia con siero di latte e di piatti tradizionali pastorali e briganteschi. Prelibatissimo e apprezzatissimo dagli ospiti il “bulz” di Varlaam, delle palline di polenta riempite di fomaggio pecorino, cotte sulla brace. Una vecchia tradizione degli abitanti dei paesini alle falde del Penteleu sono il bagno in siero di latte come cura antistress e le cure interne di detossificazione con siero di latte mescolato a frutti di bosco, a mele, a fragole e carote. La terapia è diventata nota nel 1859, grazie al proprietario terriero Enache Persescu che fece costruire a Varlaam un centro termale molto ricercato a quell’epoca dagli abbienti della capitale Bucarest. Il paesino Varlaam, ospita, ogni anno, a maggio la prima festa campestre della primavera, “Lo svezzamento degli agnelli”, una celebrazione delle usanze pastorali che segna il momento in cui gli agnelli vengono svezzati perchè le pecore possano essere munte e in cui pastori portano le greggi sui pascoli del Monte Penteleu.



    I vini e gli insaccati tipici della Provincia di Buzau sono portati alla ribalta ogni anno, ai Festival del vitigno Tamaioasa e al Festival delle Salsicce di Plescoi. Il comune di Pietroasele, la più antica stazione di ricerche vitivinicole della Romania, risalente al 1893, è famosa per il vitigno Tamaioasa Romaneasca, dal quale si ottiene il migliore vino profumato, il cui aroma è un misto di fiori di campo, tiglio, miele e mandorle. Il Festival delle Salsicce di Plescoi celebra gli insaccati tipici di carne di pecora, il primo marchio tradizionale registrato in Romania e riconosciuto nell’Ue. La salsiccia di Plescoi, intitolata al paesino in cui viene preparata per tradizione, è condita con peperoncino e aglio ed ha un gusto inconfondibile grazie all’erba lievemente salata pascolata dalle greggi nella zona. È gustosissima abbinata al formaggio e ai pomodori e si prepara di solito con faggioli, patate o cavolo al forno. Un altro insaccato tipico della provincia di Buzau è il babic, preparato con un mix di carne di manzo e maiale e condito con peperoncino, che assieme alle ciambelle di Buzau e alla grappa di Chiojdu rappresentano altrettanti brand gastronomici registrati presso l’Ufficio Marchi romeno.



  • Festival gastronomici estivi

    Festival gastronomici estivi

    Nell’ultimo weekend di maggio, il Comune Halmeu, della provincia di Satu Mare, nel nord del Paese, ospita il Festival delle Fragole, che oltre alla prelibatissima frutta, offre al pubblico anche musica folkloristica e danze tradizionali, e nell’ambito del quale vengono organizzati anche la gara di bellezza “Miss Fragola” e una Coppa di calcio dei produttori di fragole.



    Il mese di giugno ci porta, invece, il Festival dei virsli, salsicce di carne di pecora e capra, preparate tradizionalmente, secondo una ricetta secolare, nel sud della Transilvania, regione storica nel centro della Romania. Il festival è ospitato dal Castello medievale dei Corvino, fiore all’occhiello delle attrattive turistiche della provincia di Hunedoara, il quale sorge imponente sul sito di un antico castrum romano. Nel XVesimo secolo, quando iniziò la costruzione del castello dei Corvino, la Transilvania si trovava sotto l’amministrazione del Regno d’Ungheria. A quell’epoca, l’antico castrum romano fu trasformato in un castello fortificato, con torri di difesa, guglie gotiche, fossati, mura merlate e ponti levatoi, che erano una novità nell’architettura militare della Transilvania di quel secolo. L’artefice della trasformazione, in un periodo successivo, del castello fortificato in una sontuosa residenza signorile, fu Mattia Corvino, re d’Ungheria. Mattia Corvino fu alleato e poi nemico del principe della Valacchia, Vlad Tepes, meglio noto come Dracula, il cui nome è legato ad un altro castello famoso della Romania, quello di Bran.



    Il cacciocavallo casereccio di Brădulet, della provincia di Arges, nel sud del Paese, è invece protagonista, a luglio, di un festival ospitato da tre paesini del Comune Brădulet, che illustra l’identità gastronomica locale e che porta alla ribalta anche altre prelibatezze tipiche romene, come i formaggi “telemea” e “branza de burduf”. Sempre a luglio siete invitati ad un evento che vi farà sicuramente venire l’acquolina in bocca: la Sfilata delle Crepes, a Moneasa, nella provincia di Arad, nell’ovest, condita con tanta musica.



    Il comune Svinita, della provincia di Mehedinti, nel sud della Romania, vicino alle Gole del Danubio, ospita ad agosto, il Festival dei fichi. Svinita vanta una riserva botanica, con specie endemiche, esclusive di questa zona, come l’orchidea selvatica, e il fico selvatico, l’albero da frutto più diffuso in questa parte della Romania, tanto che è diventato il suo simbolo. Ogni anno, gli abitanti del comune raccolgono dai fruttetti, e non solo, circa 40 tonnellate di fichi. Il fico cresce nell’intera zona, nonostante il clima poco favorevole. Svinita gli ha dedicato un festival dove i produttori gareggiano a chi prepara la migliore grappa, il miglior vino e la migliore confettura di fichi. Uno dei momenti più divertenti è la dimostrazione di raccolta di fichi fatta dagli abitanti in costumi popolari.



    Sempre ad agosto, Ciocanesti, designato “villaggio culturale romeno del 2014”, in provincia di Suceava, nel nord-est del Paese, vi invita al Festival della Trota. Qui vi potete dilettare con gare di pesca sportiva e gastronomiche, una sfilata di costumi popolari, spettacoli folcloristici, degustazioni di vini e musica di fanfara. Il momento-clou del festival è la pesca in zattera sul fiume Bistrita, che rievoca una vecchia occupazione degli abitanti della zona. Protagonista assoluta del festival estivo è la trota affumicata in rami di pino, specialità della Bucovina, regione storica in cui ricade Ciocanesti.



    L’estate gastronomica finisce in bellezza con il Festival delle Sfoglie, di Oituz, in provincia di Bacau, nell’est, dove, per due giorni, potete assaggiare sfoglie preparate in casa, e con il Festival del Goulash, di Ocna Sugatag, della provincia di Maramures, nel nord, dove i migliori cuochi, dilettanti e professionisti, gareggiano a preparare il più delizioso goulash.

  • Cinque itinerari alla scoperta della Provincia di Sibiu

    Cinque itinerari alla scoperta della Provincia di Sibiu

    Terra d’arte e storia, di multiculturalità, chiese fortificate sassoni, miniere di sale, pastori e formaggi e di paesaggi mozzafiato, la Provincia di Sibiu, nel centro della Romania, è una destinazione turistica a 360 gradi. Il Consiglio Provinciale di Sibiu vi invita a scoprire la provincia e i suoi borghi attraverso 5 itinerari tematici, aiutandovi ad organizzare le vacanze all’insegna delle esperienze indimenticabili.



    Uno di questi itinerari è “La via dei formaggi”, di cui è protagonista Marginimea Sibiului, zona nel sud-ovest della provincia, nota come “patria del formaggio”, in quanto ricca di paesini con una lunga tradizione pastorale e casearia.



    “La nostra provincia è una delle più ricche di offerte di turismo culturale e non solo e abbiamo strutturato l’offerta di ciascuna delle sue microregioni intorno ad una tematica. Una di queste microregioni è Marginimea Sibiului per cui abbiamo scelto il tema dei formaggi, marchio gastronomico e turistico della zona. Con La via dei formaggi promuoviamo un universo di esperienze che il visitatore di Marginimea Sibiului può vivere, come degustazioni casearie nelle malghe, passeggiate in tram tra Sibiu e Rasinari e degustazioni di formaggi sulla viuzza che ospita la casa natia di Emil Cioran e visite ai musei etnografici con specifico pastorale oppure gite nei Monti Cindrel sulle tracce dei pastori. Il 50% della capacità ricettiva della nostra provincia si trova a Marginimea Sibiului, praticamente non c’è paesino senza agriturismi”, ha raccontato a RRI Simina Manea, direttrice esecutiva dell’Associazione Provinciale di Promozione Turistica Sibiu.



    Dal 21 al 25 maggio, ma anche dall’8 al 25 settembre, nella microregione Marginimea Sibiului, sulla Valle del Sad, che corre tra le montagne, potete vedere la cosiddetta sfilata delle pecorelle, perchè i periodi in cui le greggi salgono oppure scendono dalle montagne. Rasinari ospita, ad agosto, un festival del formaggio e della grappa. A giugno siete invitati alle Giornate Culturali della Provincia di Sibiu. Dal 31 maggio, ogni fine settimana, in ogni microregione si organizzano eventi culturali per festeggiare la diversità culturale di ogni regione.



    Simina Manea ci ha presentato le specialità casearie tipiche della Provincia di Sibiu.“Il più noto formaggio è il telemea di Marginimea Sibiului, che potete scoprire a vari festival gastronomici locali. Ma il formaggio più caratteristico è il branza de burduf che troverete sia ai mercatini locali, che nei menù dei ristoranti e degli agriturismi. Poi, nella provincia di Sibiu ricade anche la Terra del pane, com’è soprannominata la Contrada delle Secase, che vanta una lunga tradizione panettiera. Il pane tipico si fa grande come la ruota del carro, essendo preparato con patate o cipolla”, ha precisato Simina Manea.



    Un secondo itinerario tematico, “Le dogane dei Fagaras”, porta alla scoperta dei vecchi valichi di confine. “Lungo il tempo, la Contrada dell’Olt, nel sud-est della Provincia di Sibiu, nota pure come la Contrada del Fagaras, perchè fiancheggiata a sud dalla maestosa catena dei Monti Fagaras, era una terra di confine, tra le regioni storiche Transilvania e Valacchia. Con La via delle dogane cerchiamo di portare i turisti alla scoperta di un pezzo di storia della provincia, le vecchie strade di accesso tra le due regioni. È una zona attraente anche grazie alle montagne mozzafiato. Qui si possono ammirare lo spettacolare paesaggio lungo le sponde del fiume Olt, ma anche le più alte cime dei Carpazi e si attraversa una delle più belle strade alpine in Romania, il Transfagarasan”, racconta Simina Manea.



    Un terzo itinerario turistico è dedicato alla natura — “La via verde della Valle del fiume Hartibaciu” — valle che fa parte dell’area protetta “Natura 2000”, in quanto pulita e ricca di biodiversità. La microregione Hartibaciu è una zona etnografica sassone formata da antichi villaggi sassoni che conservano ancora l’architettura tipica. È una destinazione ideale per il cicloturismo, come, del resto, l’intera provincia.



    “La valle del Hartibaciu vanta un paesaggio culturale rimasto immutato sin dal periodo medievale. Si tratta delle chiese fortificate sassoni. In questa regione promuoviamo percorsi ecoturistici, ossia rispettosi della natura. Chi viene nella zona può viaggiare in dresina sul binario dell’ex ternino a scartamento ridotto Mocanita, può assaggiare prodotti tradizionali biologici e conoscere la cultura tradizionale al Museo Interetnico della Valle di Hartibaciu di Altâna, guidato da ottimi ciceroni locali. Il 31 maggio vi invitiamo ad un una concerto dell’Orchestra Filarmonica di stato di Sibiu nella chiesa fortificata di Brădeni, che ospita una mostra sulle chiese fortificata della Transilvania”, ha ricordato Simina Manea.



    Sulla Valle del fiume Hartibaciu, in luoghi molto pittoreschi e affascinanti, come le chiese in rovina, i vecchi mulini e frutteti di paesini isolati e meno conosciuti, è cominciata la tradizione dei brunch alla transilvana. I brunch promuovono la conoscenza del territorio e i prodotti gastronomici locali e il concetto di cibo biologico e di “slow food”. Il brunch è nato da una necessità di incontro e conoscenza reciproca della gente coinvolta nei progetti locali di sviluppo rurale in Transilvania, in progetti turistici, di restauro del patrimonio architettonico.



    “I brunch sono iniziati circa 5 anni fa come pretesto d’incontro delle persone interessate allo sviluppo rurale e al turismo. Attualmente sono un’offerta gastronomica e culturale molto interessante della zona. Attraverso i brunch si cerca di rinvigorire e promuovere antiche ricette oggi dimenticate o vengono reinventate ricette. Sono un’ottima occasione d’incontro con gli abitanti e la cultura locale”, ha raccontato a RRI Simina Manea.



    La regione storica romena della Transilvania fu colonizzata nel XIIesimo secolo dai sassoni, che costruirono le sue principali città medievali. Il quarto itinerario — “La via delle fortificazioni” — ci porta alla scoperta del nord della provincia di Sibiu, la Vallata delle Tarnave, caratterizzata dalla multiculturalità.



    “La Vallata delle Tarnave è la zona con la maggiore concentrazione di chiese fortificate sassoni e che vanta due siti inclusi nella lista del patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco: le chiese di Biertan e di Valea Viilor. Noi proponiamo la passeggiate su questa vallata in bici, che offre il ritmo giusto per scoprire le sue ricchezze naturalistiche. A giugno, nella nostra offerta speciale, oltre alla multiculturalità, proponiamo anche lezioni di equitazione in un paesino molto pittoresco, Prod”, ha raccontato la nostra ospite.



    Alle scoperta delle stazioni termali e delle miniere di sale della Provincia di Sibiu porta “la Strada del sale”, di cui è protagonista Ocna Sibiului. “Intorno alla stazione termale Ocna Sibiului, che è una calamita per i turisti d’estate, abbiamo elaborato un’offerta turistica basata sul relax sul suo complesso di laghi, che sono i più salati d’Europa. Il pacchetto turistico è completato da gite alla scoperta del patrimonio culturale della zona, ossia delle sue chiese in legno, e da visite guidate da ornitologi ai laghetti di Mandra, sui quali vivono un grandissimo numero di uccelli”, ha raccontato la direttrice esecutiva dell’Associazione Provinciale di Promozione Turistica Sibiu, Simina Manea.





  • Prejmer, destinazione a tre stelle nella Guida Verde Michelin

    Prejmer, destinazione a tre stelle nella Guida Verde Michelin

    Sono 17 le destinazioni turistiche romene che vantano tre “stelle Michelin” nella Guida Verde del prestigioso editore dedicata alla Romania, valutazione massima che le raccomanda come “località turistiche assolutamente da visitare”. Le Guide Verdi Michelin presentano le più importanti destinazioni turistiche del mondo, essendo guide ideali per chi vuole visitare un paese e conoscere la sua anima, storia e cultura. Le stelle sono concesse in base a criteri come la prima impressione del turista, la fama della località, il suo patrimonio culturale, il comfort offerto ai visitatori, la sua autenticità e il suo fascino. Tra le mete di vacanze tristellate il paesino sassone Prejmer con la sua chiesa fortificata, nella provincia di Brasov, della regione storica Transilvania, nel centro della Romania. Prejmer è famoso per il suo edificio-emblema, la chiesa fortificata sassone.



    Le chiese fortificate della Transilvania, nella lista del patrimonio culturale mondiale dell’Unesco, rappresentano la più importante testimonianza della civiltà sassone nel nostro Paese. I paesini in cui sorgono queste chiese furono insediati nei primi secoli del secondo millennio da coloni sassoni. I loro abitanti, dovendo far fronte a invasioni turche e tartare e guerre, rinforzarono il centro del paesino, dove sorgeva anche la chiesa, con mura di difesa e torri di avvistamento. La chiesa di Prejmer, eretta nel XIIesimo secolo in stile gotico, portato dai monaci cistercensi, è la maggiore e la meglio conservata chiesa fortificata medievale nell’Europa Orientale. Vanta un pregiatissimo altare gotico risalente al 15esimo secolo, uno dei più antichi in Romania e ospita ogni anno concerti di musica classica grazie alla sua ottima acustica.



    Prejmer era, per la sua posizione, la prima delle località per cui passavano i turchi durante le invasioni, perciò la chiesa, che sorge nel centro del paesino, fu rinforzata con sistemi di difesa, circondati da un fossato per impedire agli assalitori di avvicinarsi. La fortezza intorno alla chiesa, di forma circolare, aveva delle mura grosse 3-4 metri e alte 12, bastioni, portoni di ferro e ponti levatoi. Si dice che sia stata attaccata per ben 50 volte senza essere mai conquistata. Durante gli assedi, gli abitanti si rifugivano in 272 stanze collocate in modo simmetrico su 4 piani. Il numero della stanza coincideva con il numero della casa dellla rispettiva famiglia nel paesino e ciascuna stanza era ereditata di generazione in generazione. In tempi di pace, le stanze erano adoperate per depositare scorte. La fortezza di Prejmer ospita anche un museo etnografico sassone che custodisce oggetti di culto, arredi dipinti e ceramiche tipiche.



    “La chiesa di Prejmer, assieme a quella di Feldioara, fece parte di un serie di chiese sassoni fortificate molto importanti in Transilvania. Offriva rifugio all’intero villaggio in tempi di lunghi assedi. Merita assolutamente visitata, non solo perchè tristellata nella Guida Verde Michelin e inclusa nella lista del patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1999, ma anche in quanto una delle meglio conservate vecchie chiese in Romania. Grazie al suo organo di grandi dimensioni è inclusa in una tourneè estiva di concerti di organo per la provincia di Brasov. A Prejmer si svolgono ogni anno vari eventi che sono una forte attrattiva turistica, tra cui la Sagra delle crepes, che rievoca una vecchia usanza sassone e che da 7 anni attira un numero sempre maggiore di visitatori dal Paese e dall’estero. A Vama Buzaului, vicino a Prejmer, potete visitare una delle riserve di bisonti europei in Romania”, ha raccontato a RRI Adrian Văluşescu, direttore del Centro per la Conservazione e la Promozione della Cultura Tradizionale di Brasov.



    “Gli agriturismi della zona offrono, tra l’altro, lezioni di equitazione, degustazioni in allevamenti di trote e passeggiate con carrozze trainate da cavalli, oltre a menù con prelibatissime pietanze tradizionali romene e sassoni. Questo fine settimana, il vicino paesino Cristian ospita per la prima volta una festa primaverile alla tedesca, il Fruhlingsfest, organizzata da chi cura anche l’Oktoberfest nel capoluogo di provincia Brasov, dove potete ascoltare tanta musica. Un ottimo periodo dell’anno per visitare Prejmer è il mese di giugno, quando il paesino festeggia la sua Giornata, il 29, in coincidenza con la Festa di San Pietro e Paolo, santi patroni della chiesa fortificata. Sempre in estate, si celebrano le Giornate di Prejmer che offrono un’immersione nella musica folcloristica tipica della provincia di Brasov, grazie ai cantanti e gruppi che vi partecipano ogni anno”, ha raccontato ancora Adrian Văluşescu.



    In autunno, Prejmer festeggia anche la Giornata del Raccolto, un’ottima occasione per assaggiare i più prelibati prodotti locali. Ma l’evento-clou di Prejmer è da anni la Sagra delle crepes, che si svolge a febbraio e che accompagna il tradizionale carnevale chiamato dai sassoni “fasching”, tipico della città tedesca di Monaco. La principale attrattiva del carnevale di Prejmer è la Carovana delle Crepes, una sfilata di carri con degli uomini mascherati i quali, mentre percorrono le strade, preparano migliaia di deliziose crepes secondo ricette tradizionali per farle assaggiare alla gente. Con il fasching, la festa di carnevale, gli abitanti di Prejmer custodiscono la memoria di una vecchia usanza tedesca celebrata il Martedì Grasso e segnata nel calendario evangelico. La tradizione, andata persa con l’emigrazione della maggioranza degli etnici sassoni da Prejmer, è stata ravvivata grazie all’iniziativa di un gruppo locale di giovani. Alla sagra, gli etnici sassoni portano alla ribalta vecchie ricette sassoni per la preparazione delle crepes.



    Le altre destinazioni turistiche romene a tre stelle nella Guida Verde Michelin, assolutamente da visitare in Romania, sono la città di Sibiu (nel centro), capitale europea della cultura nel 2007, il monastero Horezu, della regione Oltenia (nel sud), la Chiesa Stavropoleos e il Museo Nazionale d’Arte, di Bucarest, la Galleria d’Arte Medievale Romena, la strada alpina Transfagarasan, i monasteri Sucevita, Voronet, Moldovita e Dragomirna, in Moldavia, la Galleria d’Arte romena moderna, Il Museo del Contadino romeno di Bucarest, la Bucovina e il Maramures, il Museo della Civiltà Popolare Tradizionale “Astra” di Dumbrava Sibiului e il Delta del Danubio.


  • Pasqua in Bucovina

    Pasqua in Bucovina

    Per i romeni, come per tutti i cristiani, la Pasqua è un giorno di grande gioia che si manifesta anche nello stare insieme, nel ritrovarsi in famiglia o con gli amici per il pranzo di Pasqua. Immancabili dal pranzo pasquale le uova dipinte, l’agnello, il panettone e la tipica torta pasquale di pasta frolla farcita con ricotta e uva sultanina o frutta candita, chiamata “pasca”. Secondo la tradizione ortodossa, in Romania, per la Pasqua, si preparano e consumano uova sode colorate o dipinte in casa con diversi colori oppure alle quali vengono appiccicate sagome di carta o foglioline di verdura di solito a forma di croce, prima di essere avvolte in buccia di cipolla per conferire al guscio un color marroncino e messe a bollire. Bellissime le uova fatte dagli artigiani romeni, fiore all’occhiello dell’arte popolare romena, per cui è famosa la Bucovina, regione nel nord-est del Paese, dove i disegni sulle uova – uccelli, animali e simboli e scene bibliche – si fanno con la cera calda mescolata a colori vegetali. La Bucovina vanta una “Strada delle uova dipinte”, che passa per le località Brodina de sus, dove le uova hanno dei caratteristici motivi su sfondo rosso, Paltinù, con uova dipinte contraddistinte dal mix di rosso e arancione, e Ciocanesti, con le uova dal caratteristico sfondo cromatico nero su cui prevalgono i motivi dipinti con rosso e giallo. A Ciocanesti, i colori tipici della Bucovina – marrone, ocra, verde scuro, rosso e nero – si ritrovano anche nell’archittetura delle case, decorate con motivi geometrici, floreali e zoomorfi ispirati ai costumi popolari.



    Quindi, se volete fare un’immersione nelle tradizioni pasquali tipiche romene, la Bucovina è la destinazione ideale. Qui potete partecipare, nella Settimana Santa, a concerti di canti religiosi e musica sacra, a dimostrazioni di pittura delle uova, a falò e spettacoli di musica folcloristica, a messe nelle chiese dei villaggi o nei monasteri dei dintorni, a pranzi pasquali tipici o al rito del cestino pasquale oppure fare visite al Muse delle Usanze Popolari e ai mercatini di Pasqua. Le tradizioni pasquali romene sono riportate alla ribalta, ogni anno, grazie al programma turistico “Pasqua in Bucovina”, finanziato con fondi europei e promosso dal Consiglio Provinciale Suceava. Le manifestazioni nell’ambito di questo programma turistico sono iniziate sin dallo scorso 1 marzo con il Festival delle Uova Dipinte di Ciocanesti, designato “villaggio culturale romeno del 2014”, che vanta, dal 2007, un Museo delle Uova Dipinte e si concluderanno una settimana dopo la Pasqua. Se sfogliamo il calendario degli eventi, scopriamo concerti di musica sacra suonata con strumenti tradizionali in legno, gare di abilità per gli artigiani che fanno uova dipinte, spettacoli di musica e danza popolare e gare di cestini pasquali. Nei villaggi romeni, c’è ancora l’usanza dei falò purificatori prima della Pasqua. La purificazione attraverso il fuoco è un gesto simbolico, che incarnava idealmente il passaggio dalla vita alla morte e da quest’ultima ad una nuova rinascita, seguendo il ciclo fisiologico della natura.



    “Prima della Pasqua, da noi, in Bucovina, c’è l’usanza della purificazione della natura. Ciascun abitante pulisce la casa o la masseria, facendo dei falò purificatori. Si tratta di una purificazione sia all’esterno, che all’interno della casa, mentre le persone comprano qualcosa di nuovo da indossare nel giorno di Pasqua. La purificazione spirituale si fa, invece, attraverso il digiuno. Nel Giovedi’ Santo, secondo l’usanza si dipingono le uova pasquali in casa. Gli artigiani popolari hanno cominciato invece, a dipingerle prima della Festa dell’Annunciazione. Nel giorno di Pasqua, dopo la messa, si va in chiesa con il cestino pasquale per la benedizione delle uova rosse, del panettone, della pasca e dell’arrosto di agnello. Dopo la benedizione si fa, per tradizione, una gara dei cestini pasquali. Famosa quella di Gura Humorului, davanti al Museo delle Usanze Popolari della Bucovina. Molto attesa a Pasqua la rituale battitura delle uova in famiglia e tra amici. Numerose anche le gare di battitura delle uova e i girotondi nei villaggi, con cui gli abitanti manifestano la loro gioia per la più importante festa cristiana”, ha raccontato a Radio Romania Internazionale Laura Ursu, del Centro Informazione e Promozione Turistica del Consiglio Provinciale Suceava.



    La Bucovina vanta le più famose chiese ortodosse romene, quelle affrescate all’esterno dei monasteri della provincia di Suceava, ciascuna contraddistinta da un colore specifico: Voronet, dall’azzurro, Humor dal rosso, Sucevita dal verde, Moldovita dal giallo dorato, e Arbore, dal mix di ocra e verde marino.



    “Bucovina è nota nel Paese e all’estero innanzittutto per i suoi monasteri e le sue chiese, nella lista del patrimonio culturale mondiale dell’Unesco. Poi, è nota per la sua multietnicità, ci vivono, accanto ai romeni, polacchi, russi di antico rito ortosso, aromeni. E ciascuna etnia ha le sue tradizioni e usanze. Le tradizioni pasquali sono ancora molto vive in Bucovina e l’offerta di vacanze pasquali è molto variegata, tra giornate in agriturismo, visite guidate ai monasteri e ai musei etnografici, nei laboratori artigianali, e passeggiate in carrozza. Un itinerario turistico che vi propongo, suggestivo per il turismo religioso e per l’artigianato locale, parte da Suceava, che vanta una chiesa patrimonio Unesco, passando per Gura Humorului, dove sorgono altre due famose chiese patrimonio dell’umanità, Gura Humorului e Sucevita, poi per Vama e Ciocanesti, che ospitano Musei delle Uova Dipinte. Poi, l’itinerario prosegue verso Sucevita e Marginea, quest’ultima famoso centro ceramistico e verso il monastero Putna. In Bucovina, a prescindere dal paesino visitato, scoprirete delle bellissime chiese. A Dragomirna, scoprirete una riserva naturale, la Foresta di Faggi di Dragomirna, nota per i faggi molto vecchi, risalenti a 100-130 anni fa. Falticeni è, invece, la città dei musei: c’è il Museo dell’Acqua, il Museo d’arte Ion Irimescu, la Galleria delle Personalita, la strada Ion Creanga, dove si trovano le case in cui vissero e scrissero diversi letterati romeni. Bucovina vanta inoltre tanti musei etnografici, sia in piccole località, che nelle grandi città, tra cui il Museo del Villaggio di Suceava, il Museo delle Usanze Popolari di Gura Humorului o il Museo dell’arte degli intarsi in legno di Campulung Moldovenesc”, ha raccontato Laura Ursu.


  • Il Museo della Civiltà Dacica e Romana di Deva su www.euromuse.net

    Il Museo della Civiltà Dacica e Romana di Deva su www.euromuse.net

    Da febbraio 2014, il Museo della Civiltà Dacica e Romana di Deva, capoluogo della Provincia di Hunedoara, nell’ovest della Romania, si trova a portata di click, dopo la sua inclusione sul portale www.euromuse.net. Il portale europeo offre informazioni multilingue sui musei e sulle mostre temporanee e permanenti in Europa, contribuendo alla promozione delle offerte di turismo culturale. Con un semplice click, sul portale euromuse.net, oltre alla presentazione del museo, potete trovare informazioni anche sulle sue mostre temporanee. Il Museo della Civiltà Dacica e Romana di Deva ha una sezione di storia, una d’arte, una di scienze naturali e un’altra di numismatica, ospitando collezioni di archeologia dell’epoca preistorica, dacica, romana, medievale, collezioni numismatiche, d’arte decorativa e di etnografia (tra costumi popolari, attrezzi, ceramica ed icone su vetro), collezioni di botanica e paleontologia e una biblioteca di circa 4 mila volumi.



    “Il museo di Deva è il secondo della Romania ad essere promosso su un portale europeo, accanto al Museo Nazionale d’Arte di Bucarest, grazie al patrimonio culturale d’eccezione che ospita. La nostra istituzione ha dimostrato che può offrire reperti e mostre estremamenti interessanti al pubblico europeo, interessato al turismo culturale. Anche se è solo da un mese che il nostro museo è stato inserito sul portale europeo, abbiamo già tre mostre cui i visitatori europei possono accedere on line. Si tratta, innanzittutto, della più pregiata mostra ospitata dal museo negli ultimi 25 anni — “Oggetti di tesoro nazionale dalle collezioni del Museo della Civiltà Dacica e Romana” — che porta alla ribalta centinaia di oggetti d’oro e argento del nostro patrimonio, rinvenuti sul territorio della Romania, tra cui le tavolette votive d’oro daciche di Germisara, collezioni di kosoni – le monete daciche d’oro rinvenute nell’area delle fortezze daciche dei Montie Orastie -, oggetti medievali e gioielli. Sempre sul portale potete vedere, dal patrimonio del nostro museo, uno dei più pregiati lapidari in possesso delle istituzioni museali romene, che ospita da pezzi del “muro dacico” del sito archeologico di Sarmizegetusa Regia fino a statue d’epoca romana provenienti dal sito Ulpia Traiana Sarmizegetusa, capitale della Dacia romana. Cui si aggiunge una mostra dedicata alla fortezza di Deva, punto di riferimento della provincia di Hunedoara. E sempre sul portale europeo, da maggio, troverete informazioni sul sito di Ulpia Traiana Sarmizegetusa. Un’attrattiva per i turisti è l’edificio del museo stesso, un palazzo risalente al 17esimo secolo, uno dei più pregiati e meglio conservati della Transilvania”, ha raccontato a RRI Liliana Tolas, la direttrice del Museo della Civiltà Dacica e Romana di Deva, capoluogo della provincia di Hunedoara.



    Ulpia Traiana Sarmizegetusa, il sito archeologico romano più gettonato dai turisti che giungono nella Provincia di Hunedoara, è stato inserito nell’itinerario turistico-culturale europeo “La strada degli imperatori romani”. L’itinerario collega luoghi ricchi di eredità storica, portando alla riscoperta delle fortificazioni collocate lungo la strada dove le legioni romane marciavano contro le tribù barbare oltre il fiume Danubio, sul quale limpero Romano aveva stabilito la sua frontiera, il Limes. Sul territorio della provincia di Hunedoara si trovano alcune tra le più importanti testimonianze in Romania del passaggio degli antichi Romani — i ruderi della colonia romana Ulpia Traiana Augusta Sarmisegetusa e del suo territorium. Nei primi anni dopo la conquista della Dacia da parte dei romani (nel 105-106 d.Cristo), per ordine dell’Imperatore Traiano, la Colonia Ulpia Traiana Sarmisegetusa fu fondata sul luogo di un accampamento militare romano, a soli 40 chilometri da Sarmizegetusa Regia, capitale della Dacia pre-romana. Se ne sono conservati ancora pezzi delle mura di cinta, torri e strade, un acquedotto costruito al tempo di Adriano, il foro, numerosi templi, tra cui quelli dedicati ad Esculapio e alla dea Nemesi, un tempio Capitolino, e l’anfiteatro.



    Gli scavi archeologici degli ultimi anni hanno portato alla scoperta di un Tempio di Giove e di un Capitolium, tempio dedicato alla Triade Capitolina, ossia agli dei Giove, Giunone e Minerva, la cui presenza indica che la città era una colonia romana. La civiltà dacica può essere scoperta, invece, a circa 50 km da Ulpia Traiana Sarmizegetusa, nei Monti Orastie, a 1200 metri di altezza, dove si tovava Sarmizegetusa Regia, le cui vestigia sono visibili ancor’oggi, accanto a quelle di altri 5 insediamenti dacici. È qui che il re dei Daci, Burebista, iniziò il processo di unificazione di tutte le tribù daciche. Sarmizegetusa Regia è famosa per le sue mura di cinta, erette secondo la tecnica del “murus Dacicus”, il muro dacico, che grazie alla sua grande flessibilità era molto resistente agli urti. Le sei cittadelle daciche fortificate dei Monti Orastie – Ulpia Traiana Sarmizegetusa, Costesti, Blidaru, Capalna, Băniţa e Luncani – inserite nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, offrono esempi di questo metodo costruttivo, raffigurato anche nella Colonna Traiana a Roma.




  • “Il giro del mondo in 80 minuti – l’Italia tesoro del mondo”

    “Il giro del mondo in 80 minuti – l’Italia tesoro del mondo”

    I bambini e gli studenti romeni sono stati invitati, l’8 aprile, ad un viaggio virtuale per l’Italia, nell’ambito dell’evento “Il giro del mondo in 80 minuti — l’Italia tesoro del mondo”. La manifestazione, che ha goduto dell’alto patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Romania e del sostegno dell’Associazione “Circolo Imprenditori Italiani in Romania”, si è svolta all’interno del programma sviluppato del Palazzo Nazionale dei Bambini di Bucarest, che presenta ogni anno una nazione. La rappresentazione ha visto impegnati i più importanti gruppi artistici di ballo e canto del Palazzo Nazionale dei Bambini. In occasione dell’evento culturale–educativo di Bucarest, il Circolo Imprenditori Itaiani in Romania ha ribadito il suo obiettivo di mantenere sempre saldo il rapporto di collaborazione tra la Romania e l’Italia. Maggiori particolari ha offerto a RRI il presidente dell’Associazione “Circolo Imprenditori Italiani in Romania”, Gaetano Vernarelli.



  • Turisti italiani alla scoperta della Romania

    Turisti italiani alla scoperta della Romania

    La capitale romena Bucarest e la Moldavia, con i suoi monasteri ad affreschi esterni e le sue bellezze paesaggistiche, continuano ad attrarre i turisti italiani, che raccontano le loro impressioni di viaggio a RRI.



  • Alla scoperta della capitale Bucarest

    Alla scoperta della capitale Bucarest

    Si racconta che la capitale romena Bucarest sia stata insediata dal pastore Bucur, dal quale trarrebbe anche il nome. Al di là della leggenda, Bucarest fu menzionata per la prima volta in un documento del 1459, firmato dal principe della Valacchia, Vlad Tepes, anno cui risale la fortificazione militare che rappresenta l’embrione dell’attuale città e che sarebbe diventata un forte centro politico e corte regia. Intorno a questa fortificazione si sviluppò ulteriormente la città commerciale, che, grazie allo sviluppo demografico, si estese, inglobando i villaggi circostanti. Nel 1659, Bucarest divenne capitale del principato di Valacchia e, con l’unificazione dei principati romeni, anche capitale del Paese, due secoli più tardi. Alla metà del XIXesimo secolo, conobbe un vero e proprio boom architettonico grazie a re Carlo I di Romania. Si sviluppò secondo modelli francesi, con la costruzione di grandi viali alberati ed edifici monumentali in stile neoclassico. Nel periodo interbellico, Bucarest conservò un’atmosfera orientale nonostante l’ostentazione di maniere occidentali da parte della borghesia e l’imitazione di uno stile di vita “parigino” dall’aristocrazia. Ciò e l’attiva vita culturale le valsero l’appellativo di “piccola Parigi dei Balcani”. Anche se durante il regime comunista, su ordine del dittatore Ceausescu, furono demoliti un grande numero di edifici, i quartieri ottocenteschi del centro ricordano ancora gli influssi francesi.



    Bucarest vanta 600 monumenti storici e archittetonici, oltre 40 musei e gallerie d’arte, e numerosi parchi. Alla scoperta di Bucarest vi porta, nell’ambito del Bucharest City Tour, per soli 25 lei, pari a quasi 6 euro, il bus turistico a due piani che circola ogni quarto d’ora dalle 10 alle 22. Nel cenro città, in Piazza della Rivoluzione sorge l’Auditorium Romeno, progettato dal architetto francese Albert Galleron e costruito alla fine del 19esimo secolo con fondi provenienti da donazioni pubbliche. Negli affreschi della sua Sala concerti, con una capienza di 600 posti, sono raffigurati 25 momenti importantissimi della storia della Romania. Attualmente, l’Auditorium Romeno ospita la Filarmonica “George Enescu”, essendo ritenuto un vero “tempio della musica”. La Piazza della Rivoluzione è il posto più rappresentativo per la storia recente della Romania, perchè qui, il 22 dicembre del 1989, la folla radunatasi in questa piazza determinò la fuga della coppia dittatoriale Nicolae ed Elena Ceausescu e il crollo del regime comunista in Romania. Di fronte all’Auditorium sorge l’ex Palazzo dei re di Romania, che ospita attualmente il Museo Nazionale d’Arte.



    Sempre nel centro, sul Viale della Vittoria, si trova uno dei più famosi luoghi di ritrovo a Bucarest, prima del periodo interbellico: il ristorante Capsa, con l’omonimo albergo. Nelle vicinanze, scoprirete il più antico parco di Bucarest — Cismigiu — parco prediletto dei bucarestini per le passeggiate domenicali. Sosta d’obbligo sul Viale della Vittoria, il Museo di Storia della Romania vi aspetta con tre mostre permanenti: “Lapidarium”, “Il tesoro storico” e “La colonna di Traiano”. Fino al 1 agosto, vi potete vedere l’esposizione “I tesori della Cina”, per la prima volta in Romania, che presenta artefatti di gran pregio provenienti da 11 musei ed istituzioni culturali cinesi. I più spettacolari reperti esposti sono i guerrieri di terracotta dell’imperatore cinese Qin, scoperti per caso, nel 1974, da un contadino.



    Ma l’edificio-calamita di Bucarest è il Palazzo del Parlamento, l’ex Casa del Popolo, che sorge in Piazza della Costituzione. Fu eretto nella cosiddetta Epoca d’Oro, su ordine del dittatore Ceausescu. Suggestivo per il culto alla personalità del dittatore, è entrato nel Libro dei Primati come il secondo edificio al mondo per dimensioni, dopo il Pentagono. Alto 85 metri, ha 12 piani. Una volta messo il piede dentro sarete sicuramente colpiti dal lusso delle sue decorazioni, tra sculture in marmo, 700 candelabri di cristallo e pesanti porte in legno scolpito. È visitabile ogni giorno, dalle 10 alle 16, per 15 lei, pari a quasi 4 euro. Non molto lontano dal Palazzo del Parlamento ci sono la Piazza dell’Unità e il centro storico con l’antica Corte Regia di Vlad Tepes.



    Un’altra sosta da non perdere a Bucarest è il Museo del Villaggio “Dimitrie Gusti”, un museo all’aperto che ospita, su circa 15 ettari, case contadine e masserie tipiche di tutte le regioni romene, e dove potete passare una giornata all’insegna della tradizione rurale e del verde. Il Museo del Villaggio è uno dei primi musei etnografici nel mondo. Aperto ogni giorni, dalle 9 alle 17, il museo è visitabile per 10 lei (circa 2,5 euro). Nel 2007, il Museo del Villaggio di Bucarest è stato registrato presso l’Ufficio Marchi Romeno, diventando l’unico museo marchio-Paese in Romania. A chi vuole fare un tufo nella civiltà rurale romena consigliamo una sosta anche al Museo Nazionale del Contadino Romeno, dove scoprirà collezioni di ceramiche popolari, di costumi tradizionali, oggetti in legno tipici delle masserie contadine e oggetti rappresentativi per la religiosità popolare romena.



    Una sosta inedita sarà l’esposizione dedicata al corpo umano ospitata dal Museo Antipa, in Piazza della Vittoria, che ha attirato finora decine di migliaia di visitatori e che resta aperta fino al 4 agosto prossimo. Oltre a questa mostra temporanea, il museo ospita anche una permanente, visitabile da martedi’ fino a domenica.



    Un altro emblema della capitale romena è l’Arco di Trionfo, fatto in granito e in stile classico, secondo il modello dell’omonimo arco di Parigi, inaugurato il 1 dicembre del 1936, per celebrare la partecipazione della Romania alla Prima Guerra Mondiale accanto agli Alleati e la Grande Unione.


  • Invito a Târgovişte

    Invito a Târgovişte

    Una delle destinazioni di turismo culturale presentate alla XXXIesima edizione della Fiera del Turismo della Romania, ospitata dal 13 al 16 marzo dalla capitale Bucarest, è stata la città di Târgovişte, capoluogo della provincia di Dambovita (sud della Romania). Târgovişte fu capitale della regione storica Valacchia, dalla fine del XIVesimo secolo al 1714. La sua principale attrattiva turistica è il complesso architettonico dell’antica Corte Regia, con edifici risalenti ai secoli XV — XVIII, ex residenza di 33 principi della Valacchia, di cui si conservarono fino ad oggi una parte delle mura e delle fondamenta del palazzo principesco, ma anche una torre, emblema della città di Târgovişte. Mihai Nastase, museografo presso il Complesso Nazionale Museale “La Corte Regia” Târgovişte, ha presentato per RRI le tappe di un tour turistico di un giorno alla scoperta della sua città.



    “Târgovişte è una città importante nella storia della Romania, che vanta molte attrattive, tra vestigia storiche e musei, tra cui il Museo degli Scrittori, della Stampa, d’Arte e di Storia. Nella nostra città scoprirete oltre 20 chiese ben conservate risalenti al 16esimo e al 17 esimo secolo. Nonostante le demolizioni del periodo comunista, Targoviste conserva molti edifici della fine del 19esimo secolo e l’inizio del 20esimo. La principale sosta per una visita di un giorno è, innanzittutto, l’ex Corte Regia della Valacchia. La Torre Chindia, fatta erigere da Vlad l’Impalatore, fu il nucleo della Corte Regia e il più alto edificio civile della città fino agli anni ’70 del secolo scorso, quando furono eretti i palazzi di 10 piani. Poi, vi consiglio una visita al Museo della Stampa e dei Vecchi libri, perchè va ricordato che gli inizi della tipografia sul territorio della Romania sono legati al monastero Dealu che si trova a nord di Târgovişte, il quale ospitò la prima macchina da stampa”, ha raccontato Mihai Nastase.



    Gli edifici meglio conservati del complesso architettonico della Corte Regia di sono la Târgovişte Grande Chiesa Principesca e la Torre Chindia. La Grande Chiesa Principesca fu fatta costruire dal principe Petru Cercel e custodisce la più ampia galleria di ritratti dei principi valacch, come Mattia Bessarabo, Neagoe Bessarabo, Constantin Brancovan, Petru Cercel e Michele il Bravo. La Torre Chindia, risalente al XVesimo secolo, alta oltre 27 metri, costruita in mattoni rossi, con una scala a chiocciola con 122 gradini in legno, è l’edificio-emblema di Târgovişte, da dove il turista può ammirare il panorama dell’intera città e dei dintorni. Nel passato, fu punto di avvistamento, torre dei vigili del fuoco, carcere e custodi’ anche i tesori della Corte Regia. Attualmente funziona come museo ospitando una mostra dedicata ai due regni di Vlad l’Impalatore, intitolata “Vlad l’Impalatore — Dracula, tra leggenda e verità storica”. Il nome della torre proverrebbe da un gioco e un tipo di serenata che i menestrelli medievali della Corte Regia cantavano alla base della torre al tramonto, chiamati “chindie” in linguaggio arcaico. Nei pressi della torre si trova il Parco Chindia, principale zona di relax della città, che ospita anche uno zoo e un lago ideale per le passeggiate in barca.



    Una sosta altrettanto interessante è, nei pressi della Corte Regia, il Museo d’Arte che custodisce collezioni di pittura religiosa, affreschi e icone, mobili d’epoca, ornamenti e tessuti orientali e opere di famosi pittori romeni, tra cui Nicolae Grigorescu, Nicolae Tonitza, Theodor Pallady e Lucian Grigorescu. Al Museo di Storia potete vedere invece reperti della cultura neolitica Gumelnita e dell’epoca del bronzo e del ferro, nonchè gioielli e attrezzi geto-dacici dell’epoca dei re daci Burebista e Decebalo, ma anche daco-romani e bizantini.



    Mihai Nastase ci ha indicato anche altre tappe d’obbligo nella sua città.“Un museo particolare, significativo per la storia recente della Romania, è quello allestito nell’ex unità militare dove furono giustiziati, nel 1989, i dittatori Elena e Nicolae Ceausescu. Târgovişte ospita anche un museo unico nel mondo, dedicato all’evoluzione dell’uomo e della tecnologia nel Paleolitico, inaugurato alla fine del 2013. Un’altra visita meritano i dintorni della città, dove si possono fare gite in bici. Nelle vicinanze si trova anche un’attrattiva naturalistica inedita – la Riserva di bisonti di Bucsani, la seconda in Romania, dopo quella di Vanatori Neamt, che ospita attualmente 40 esemplari che vivono su 162 ettari di foresta. Il momento ideale per visitarla è la mattina, quando i bisonti sono attratti verso le mangiatoie”, ha raccontato Mihai Nastase a RRI.

  • Viaggio 3D tra capolavori architettonici e siti archeologici

    Viaggio 3D tra capolavori architettonici e siti archeologici

    Diversi oggetti di patrimonio, ma anche luoghi ed edifici storici della Romania saranno ricostruiti in 3D nell’ambito del progetto europeo “3D Icons”, che si propone di fornire modelli tridimensionali di una serie di capolavori architettonici e archeologici del patrimonio culturale europeo a Europeana, la Biblioteca Digitale dell’Ue. Il progetto si concentra sui monumenti inseriti nella lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco e su altre opere europee di grande valore. Partner romeno nel progetto è il Museo di Storia della Romania di Bucarest, cui è spettato il compito di scegliere i monumenti ed oggetti di patrimonio dalla Romania che saranno ricostruiti in 3D.



    Il progetto è volto a rendere note e accessibili ed ad avvicinare il grande pubblico ai valori culturali dei Paesi partecipanti, ma anche ad attrarre turisti. I contenuti digitali saranno caricati, entro il 2015, su Europeana, che offre accesso rapido e gratuito alle più grandi collezioni e ai più grandi capolavori dEuropa in ununica biblioteca virtuale, attraverso un portale web disponibile in tutte le lingue dellUE. “Crediamo nell’accesso digitale al patrimonio europeo, al fine di promuovere lo scambio d’idee e di informazioni. Ciò aiuta noi tutti a capire meglio la nostra diversità culturale, contribuendo ad un’economia della conoscenza prospera”. È questa la visione della biblioteca digitale europea.



    “Europeana offre un viaggio nel tempo, attraverso le frontiere, alla scoperta delle nuove idee di ciò che è la nostra cultura. Ancor più importante, essa collegherà gli europei alla loro storia e, tramite strumenti e pagine interattivi, renderà possibile il crearsi di legami reciproci”, sottolineava Viviane Reding, commissaria UE per la società dellinformazione e i media, in occasione della sua inaugurazione.



    Al progetto “3D Icons” partecipano università tecniche, musei e centri di ricerca dell’Italia, Romania, Francia, Spagna, Grecia, Gran Bretagna, Irlanda, del Belgio e Cipro, che ricostruiscono in 3D oggetti di patrimonio, monumenti, siti archeologici o luoghi rilevanti per la propria storia e cultura, attraverso la fotogrammetria, che impiega vedute fotografiche da diversi angoli.



    Tra gli oggetti di patrimonio e i monumenti romeni presentati nell’ambito del progetto europeo, le statuette “Il pensatore di Hamangia” e la “Donna sedente”, il sito archeologico Sarmizegetusa Regia e diversi reperti rinvenuti nel sito, statue antiche scoperte sul posto delle antiche citadelle greche e romane sull’attuale territorio della Romania (come Callatis, Sucidava, Desa, Drobeta, Tomi e Romula), reperti neolitici, come le ceramiche di Cucuteni, cultura del tardo Neolitico, che prese il nome dal comune Cucuteni, nella provincia di Iasi, nel nord-est della Romania, e la Cattedrale Romano-cattolica “San Michele” di Alba Iulia (città nel centro della Romania).



    “Il progetto 3D mira alla presentazione tridimensionale di elementi rappresentativi del patrimonio architettonico e archeologico nazionale ed europeo, è il Museo Nazionale di Storia della Romania vi partecipa accanto ad altri 15 partner europei. Con questo progetto si mira a facilitare l’accesso dei visitatori attraverso internet a una serie di capolavori universali. Tra i monumenti e siti romeni che vengono ricostruiti in 3D e inseriti su Europeana si annoverano anche la Cattedrale romano-cattolica San Michele di Alba Iulia, rappresentativa per l’architettura religiosa della Transilvania, che sarà inserita nella lista dei monumenti patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, e il sito archeologico di Sarmizegetusa Regia, già in questa lista. Cui si aggiungono reperti archeologici esposti nel nostro museo, che vanno dal Neolitico fino all’epoca moderna. Finora sono stati ricostruiti in 3D, con l’aiuto della fotogrammetria, elementi architettonici della cattedrale di Alba Iulia e i reperti dalle collezioni del nostro museo. A febbraio del 2015 il progetto sarà già ultimato e tutti i contenuti digitalizzati saranno disponibili sul sito Europeana. Quest’autunno, a Jurilovca, nella provincia di Tulcea, nel sud-est della Romania, si terrà il primo workshop di fotogrammetria, organizzato dal nostro museo nell’ambito del progetto 3D Icons, in collaborazione con il partner italiano, l’ente di ricerca della Provincia di Trento, la Fondazione Bruno Kessler. I professioinsti romeni del patrimonio culturale e, non solo, avranno l’occasione di imparare le tecniche di fotogrammetria e modellazione 3D e ad adoperarle nei musei ed istituti di ricerca. Il sito di acquisizione dei dati sarà il sito archeologico di Argamum e il lavoro si svolgerà sotto il coordinamento di un team di specialisti provenienti dalla Romania e lItalia”, ha raccontato a RRI Corina Nicolae, museografa al Museo Nazionale di Storia della Romania.



    Le due statuette di argilla cotta, note come “Il Pensatore di Hamangia” e “Donna sedente”, che saranno ricostruite in 3D grazie al progetto “3D Icons”, risalgono a 5.500-6000 anni fa e sono ritenute capolavori dell’arte neolitica. Si suppone rappresentino un dio della vegetazione e una dea del raccolto e sono state rinvenute, nel 1956, in una necropoli di Cernavoda (nel sud-est della Romania). Appartengono alla cultura di Hamangia, cultura archeologica sviluppatasi sul territorio della Romania e della confinante Bulgaria tra il VI-V millennio avanti Cristo, intitolata all’antico insediamento Hamangia, l’odierno paesino Baia della provincia di Tulcea (sud-est).



    La più importante delle sei cittadelle daciche, le cui vestigia sono visibili ancor’oggi nei Monti Orastie, Sarmizegetusa Regia, capitale della Dacia pre-romana, sarà rappresentata anch’essa a 360 gradi nell’ambito del progetto “3D Icons”. Incluse nella lista dei siti patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1991, queste citadelle rivestono un significato speciale nella nostra storia. Fu questo il centro del Regno dacico, dove il re dei Daci, Burebista, iniziò il processo di unificazione di tutte le tribù daciche. Saranno riscostruiti in 3D anche i braccialetti d’oro spiraliformi dacici scoperti nel sito di Sarmizegetusa Regia.



    E, non in ultimo, sarà presente in versione 3D su Europeana, grazie al progetto “3D Icons”, la Cattedrale romano-cattolica di Alba Iulia, con i sarcofagi dei principi transilvani e dei vescovi romano-cattolici che custodisce e gli oggetti esposti nel suo museo. La cattedrale, ritenuta il più importante monumento di architettura romanica in Transilvania, si trova all’interno della fortezza Alba Carolina. È il più alto edificio di Alba Iulia (il suo campanile del lato sud raggiungendo 62 metri) e la più antica cattedrale del Paese, risalente a quasi 1000 anni fa.

  • Ciocănesti – Villaggio Culturale Romeno nel 2014

    Ciocănesti – Villaggio Culturale Romeno nel 2014

    È Ciocăneşti, paesino della regione storica Bucovina, nel nord-est della Romania, “Il Villaggio Culturale Romeno del 2014”, riconoscimento aggiudicato al recente concorso svolto nell’ambito dell’omonimo programma turistico-culturale lanciato quest’anno dall’Associazione “I villaggi più belli della Romania”. Il programma è destinato a promuovere la cultura e l’arte popolare e gastronomica romena, i prodotti tradizionali, il turismo rurale, l’agriturismo e l’ecoturismo, ma anche il patrimonio culturale vivo, ossia gli abitanti del mondo rurale romeno, essendo ispirato al modello della “capitale europea della cultura”.



    Ogni anno, prima della Quaresima, Ciocăneşti ospita il Festival Nazionale delle Uova Dipinte, che riunisce artigiani popolari da tutto il Paese. Gli abitanti di Ciocăneşti vantano una lunga tradizione di pittura delle uova pasquali, fiore all’occhiello dell’artigianato romeno, arte tramandata di generazione in generazione. Le uova dipinte, vero e proprio marchio artigianale della Bucovina, sono fatte soprattutto dalle donne in ambito domestico oppure nei laboratori degli artigiani. Sulle uova dipinte tipiche di Ciocăneşti si ritrovano i motivi popolari dei costumi tradizionali, che scopriamo anche sulle facciate delle case del villaggio, compresa la sede del Comune.



    Dichiarato “villaggio-museo” tramite una decisione del Consiglio locale, per la sua unicità nel Paese e nel mondo, Ciocăneşti si è aggiudicato il riconoscimento di “Villaggio culturale della Romania 2014” non solo grazie alla sua bellezza e unicità, ma anche al fatto che, ogni anno, ospita manifestazioni rilevanti per la promozione del patrimonio culturale nazionale, come il Festival Nazionale delle Uova Dipinte, il Festival nazionale della Trota e il Festival Nazionale delle tradizioni e usanze. Il più famoso, il Festival delle Uova Dipinte, si svolge ogni anno all’insegna della cultura, della tradizione e della fede, invitando il pubblico a scoprire con l’aiuto degli artigiani i segreti dell’arte della pittura su uova. Il Festival delle Uova dipinte di Ciocăneşti è anche l’unico che cerca di riportare alla ribalta gli antichi strumenti musicali popolari romeni. Nella seconda giornata del festival si svolge il concorso “Il richiamo degli antenati”, dedicato a strumenti come il corno dei pastori e la tromba – tipica della Bucovina – usati nel passato per il richiamo sugli alpeggi, per annunciare diversi eventi nella vita dei villaggi oppure le invasioni. Nell’ambito del Festival di Ciocănesti si svolge anche un concorso di uova dipinte rivolto agli artigiani popolari. Lo stile di Ciocăneşti di dipingere le uova — con motivi rossi, gialli e bianchi su sfondo nero – è uno dei più antichi nel Paese, questi essendo i colori più anticamente utilizzati. Tra i motivi tipici la linea serpeggiante – che rappresenta l’acqua –, il quadrato – simbolo della saggezza -, la croce che simboleggia i quattro punti cardinali e le 4 stagioni. Le uova con motivi geometrici sono specifiche di Ciocăneşti, che vanta anche una scuola di pittura su uova, dove insegnano i migliori artigiani, frequentata sia dai bambini del villaggio, che da altre zone del Paese. A Ciocaneşti esiste pure un Museo delle Uova Dipinte, aperto nel 2005, dopo la seconda edizione del festival, che ospita oltre 3000 uova dpinte dagli artigiani locali con diverse tecniche, alcune premiate a diverse edizioni del festival. Accanto alle uova vi sono esposti telati e tessuti, oggetti casalinghi in legno, costumi popolari locali, ceramiche e icone dipinte.



    “È stata una competizione intensa tra 5 comuni finalisti da tutto il Paese. Ciascun comune ha preparato un pacchetto culturale di almeno 10 eventi annuali con cui ha partecipato al concorso. I candidati sono stati Poiana Stampei e Ciocăneşti, della provincia di Suceava (nel nord-est), Cumpana, della provincia di Costanza (nel sud-est), Izvoarele, della provincia di Prahova (nel sud) e Bezdead, della provincia di Dambovita (sempre nel sud). Nella scelta di Ciocăneşti è contato moltissimo che questo paesino della Bucovina organizza da anni festival culturali diventati già tradizionali. Ciocănesti è, come sapete un villaggio-museo, ciascuna casa ha la facciata dipinta con coloritissimi motivi tradizionali, gli stessi che scopriamo sulle uova dipinte o sui costumi tradizionali locali. A Ciocănesti organizzeremo, quest’anno, per celebrare il riconoscimento ottenuto, vari eventi cui invitiamo i turisti, e dove avranno l’occasione di scoprire sia la cultura locale che il bellissimo paesaggio. Di recente, Ciocănesti ha ospitato una nuova edizione del Festival delle Uova Dipinte, sosta d’obbligo per qualsiasi artigiano popolare e festa speciale del mondo rurale romeno. Anche quest’anno c’è stata una maratona culturale cui hanno partecipato 5 province con delle stupende mostre di uova dipinte, gare di pittura su uova e spettacoli folcloristici. Quest’anno sono stati lanciati anche nuovi concorsi: Il più bello baule per dote e Il più bello cestino di Pasqua. Il progetto del Villaggio Culturale Romeno si svolge sotto l’alto patrocinio dell’Ambasciata della Francia in Romania, con il sostegno del Museo del Villaggio romeno “Dimitrie Gusti” di Bucarest e dell’Autorità Romena per il Turismo. L’8 marzo, al Museo del Villaggio Romeno, la nostra associazione organizzerà l’evento Martisor in viaggio, dedicato alla festa del martisor, il ciondolino portafortuna, simbolo dell’arrivo della primavera, che viene regalato per tradizione alle donne in Romania il 1 marzo. Ci sarà anche il paesino Ciocănesti, con i suoi artigiani che insegneranno ai visitatori a confezionare ciondolini portafortuna tradizionali romeni che saranno poi inviati nell’intero mondo, a tutte le ambasciate e alla Commissione Europea, per preannunciare l’arrivo della primavera. Sempre al Museo del Villaggio Romeno, da maggio, il Villaggio culturale romeno 2014 avrà uno stand di presentazione”, ha raccontato a Radio Romania Internazionale Nicolae Marghiol, il presidente-fondatore dell’Associazione “I villaggi più belli della Romania”.



    Una curiosità sul paesino Ciocănesti è che la maggioranza degli abitanti hanno il cognome Ciocan”, ossia martello”. La leggenda dice che si debba al fatto che, all’epoca del principe Stefano il Grande, che durante il suo regno perse solo 2-3 battaglie contro i turchi e tartari, vincendo più di 30, a Ciocănesti vivevano i più bravi mastri fabbri forgiatori di spade.

  • Alla scoperta dei Monti Retezat

    Alla scoperta dei Monti Retezat

    Siccome la primavera è sempre più vicina, proponiamo una sosta speciale agli amanti della natura e dei paesaggi mozzafiato, ma anche del turismo archeologico: i Monti Retezat, soprannominati “il gioiello dei Carpazi”. I Retezat detengono vari record: il maggior numero di laghi glaciali in Romania, circa 58, il maggior lago glaciale nel Paese, il Lago Bucura, che si stende su quasi 8,90 ettari, e il più profondo, il Lago Zănoaga, di 29 metri.



    Il Parco Nazionale Retezat fu il primo Parco Nazionale creato in Romania, nel 1935, ed è “riserva della biosfera”. Tra le più spettacolari attrattive dei Retezat sono le cascate. A 1050 metri, nel nord del Parco Nazionale Retezat, c’è la cascata Lolaia, visitabile per tutta la durata dell’anno, che può essere ammirata da un punto di belvedere allestito dall’Amministrazione del Parco. Un altro luogo spettacolare nei Retezat, sosta ideale per i turisti avventati e amanti degli sport estremi, sono le Gole del fiume Buta, site all’ingresso nel Parco Nazionale Retezat. Molto selvagge, sono il paradiso degli appassionati di gite, degli alpinisti e speleologi, grazie alla vasta rete di grotte, sorgenti, cascate e dighe naturali. Nei pressi delle gole, a 900 metri di altezza, chi vi giunge d’inverno e vuole sciare, troverà una pista da sci di difficoltà media, dotata con teleferica. Le Gole del fiume Buta sono un ottimo punto di partenza per chi vuole scoprire la montagna lungo percorsi segnati con appositi cartelli.



    Nei Monti Retezat scoprirete anche le rovine della fortezza Colţ, risalente al XVesimo secolo, dove si dice sia ambientato il romanzo di Jules Verne, “Il Castello dei Carpazi”. Il miglior modo per concludere l’avventura alla scoperta del paesaggio dei Retezat è un pranzo abbondante nei rifugi alpini o negli agriturismi della zona, dove potete pernottare per 100 lei a notte (pari a circa 23 euro), piccola colazione inclusa, oppure nelle aree campeggio.



    Alle falde dei Monti Retazat si trova il sito archeologico di Ulpia Traiana Sarmizegetusa, l’antica capitale della Dacia romana, inserita nell’itinerario turistico-culturale europeo “La strada degli imperatori romani”. Ulpia Traiana Sarmizegetusa fu fatta erigere dallimperatore Traiano sul posto del suo castrum militare, nel 106 d. C., dopo la conquista della Dacia, come capitale della nuova provincia romana. Sotto Traiano fu centro amministrativo, finanziario, religioso e sede del governatore della provincia con il nome di Colonia Ulpia Traiana Augusta Dacica Sarmizegetusa. Dell’ex città romana si conservano ancora pezzi delle mura di cinta, torri e strade, un acquedotto costruito al tempo di Adriano, il foro, numerosi templi, tra cui quelli dedicati ad Esculapio e alla dea Nemesi, un tempio Capitolino, e l’anfiteatro.



    Se volete fermarvi nella zona, potete pernottare nei circa 15 agriturismi del comune Sarmizegetusa, molto vicini al sito archeologico. Se siete curiosi di scoprire anche la civiltà dacica, a circa 50 km da Ulpia Traiana Sarmizegetusa, nei Monti Orastie, a 1200 metri di altezza, scoprirete la capitale della Dacia pre-romana, Sarmizegetusa Regia, le cui vestigia sono visibili ancor’oggi, accanto a quelle di altri 5 insediamenti dacici.



    A Ulpia Traiana Sarmizegetusa è collegata anche la storia della chiesa di Densus, che sorge alle falde dei Retezat, da dove potete ammirare le cime di questi monti della catena dei Carpazi Meridionali. In stile tardo romanico, con pregiati affreschi, la chiesa di Densus fu costruita con materiali provenienti dai ruderi della vecchia capitale della Dacia romana. Simbolo del primo cristianesimo, risalente al decimo secolo, è la più antica chiesa ortodossa in pietra nel mondo in cui vengono ancora celebrate messe.



    Il Parco Nazionale Retezat è tra i pochi luoghi in Europa in cui vivono bisonti. La Riserva di bisonti di Hateg, risalente al 1958 e ricadente in una foresta, dà attualmente rifugio a 10 esemplari. Un’altra sosta inedita è la riserva paleontologica “Il geoparco dei dinosauri – la Contrada del Hateg”, un vasto sito in cui furono scoperti resti di dinosauri nani del Cretacico superiore. I dinosauri nani della Contrada del Hateg sono unici al mondo.