Category: Raccontare Romania

  • Musei famosi di Sibiu

    Musei famosi di Sibiu

    Il primo museo aperto nell’Europa Centrale ed Orientale dalla cui fondazione riccorrono due secoli nel 2017 e un museo che sembra una Romania a scala ridotta sono motivi più che sufficienti per visitare la città di Sibiu.

    Il Museo Nazionale Brukenthal venne fatto costruire dal Barone Samuel von Brukenthal, nominato Governatore del Grande Principato della Transilvania dall’imperatrice Maria Teresa. L’unico esponente della comunità sassone della Transilvania al quale vennero attribuiti incarichi pubblici nello stato austriaco, Samuel von Brukenthal fece costruire a Sibiu un palazzo in stile tardo barocco, secondo il modello dei palazzi viennesi. Fondato come istituzione nel 1817, il Museo custodisce la collezione del barone, considerata una delle grandi eredità culturali lasciate dall’Europa per il futuro.

    E’ importante notare che venne creata da un uomo che superava la cultura locale, quella della Transilvania, provincia di cui fu governatore per 10 anni. Un uomo che sembra essersi integrato nella cultura europea sin dalla nascita, tramite gli studi fatti in Germania, girando in vari posti, soprattutto a Vienna e in Transilvania, alla quale si è dedicato. Un anno prima di morire, si fece un testamento unico all’epoca, tramite cui tutti i beni culturali da lui raccolti e una parte dei suoi possedimenti costituivano il Museo della Nazione Sassone. Così nel 1817 il palazzo venne aperto come museo pubblico, perché così chiedeva il barone, sotto la sorveglianza del Collegio Evangelico, l’attuale Collegio Nazionale Brukenthal. Fra due anni festeggeremo 200 anni di funzionamento ininterrotto come museo pubblico. Il nostro è, a quanto io ne sappia, il terzo museo pubblico fondato nel mondo dopo British Museum e il Louvre, spiega il manager del Museo, il prof. Sabin Adrian Luca.

    Il Museo Nazionale Brukenthal è attualmente un complesso museale ospitato in nove edifici, di cui cinque palazzi, ed ha nel suo patrimonio quasi un milione 700 mila oggetti. Stando al manager Sabin Adrian Luca, si tratta della maggiore collezione integrata in Romania. Un patrimonio che deve essere non solo curato, ma anche promosso.

    Abbiamo pensato di promuovere i nostri beni culturali a più livelli. Partecipiamo alle mostre nazionali della Romania in altri Paesi, ma che sono troppo poche. Abbiamo cominciato con un programma complesso di restauro, programmato per una durata di 40 anni. E soprattutto un programma di promozione dei beni culturali che abbiamo … Sono rimasto molto sorpreso quando sono venuto qui ed ho visto la collezione di pittura fiamminga e olandese. Poi a Bruxelles sono venuto a sapere che si tratta della maggiore collezione conosciuta di arte fiamminga e olandese che si trova in un Paese europeo, dopo quelle nel Belgio e in Olanda. Oppure la collezione di arte italiana – che è molto richiesta dal pubblico occidentale, aggiunge Sabin Adrian Luca.

    Il Museo Nazionale Brukenthal è il primo museo romeno insignito del Premio dell’UE al Patrimonio Culturale Europa Nostra 2010 e il primo museo romeno ammesso nel Club di Eccellenza The Best in Heritage dalla European Heritage Association nel 2011.

    Uno dei musei romeni di grandi dimensioni è il Complesso Nazionale Museale ASTRA, le cui basi furono gettate nella seconda metà del 19-esimo secolo. Attualmente include più dipartimenti e anche lo Studio ASTRA Film. Si potrebbe dire che il più invogliante sia il Museo della Civiltà Popolare Tradizionale ASTRA oppure il Museo all’aperto di Dumbrava Sibiului, sito in un vero e proprio paradiso: la riserva naturale Dumbrava Sibiului.

    E’ come una Romania a scala ridotta. Molti dei romeni che vivono all’estero scelgono di visitare questa piccola Romania e si sentono bene qui, anche perché il paesaggio rurale romeno è cambiato moltissimo negli ultimi decenni. L’invito è aperto sempre a tutti coloro che tornano o che sono solo di passaggio. Perché non sono solo i romeni a visitarci. Circa il 30% del pubblico è straniero e ne siamo molto contenti. Lo spazio è generoso per i musei con profilo etnografico in Romania e nel mondo. Il Complesso ASTRA si piazza, tramite il suo museo all’aperto, ai primi due-tre posti a livello mondiale, spiega il vicedirettore generale del complesso, Ovidiu Baron.

    Per chi ama la natura e le tradizioni, il Museo all’aperto ASTRA può essere un posto adatto dove passare le vacanze. Il museo è stato ideato sin dall’inizio non solo come deposito di monumenti e oggetti, ma come un museo vivo. Perciò vi sono state trasferite anche tre locande tradizionali in cui si possono assaggiare piatti tipici. Uno di essi offre anche possibilità di alloggio. Ci sono anche tre chiese che mantengono la loro funzione iniziale, di cui una svolge attività religiose permanenti. Negli ultimi anni abbiamo pensato anche ad altre categorie di costruzioni che siano trasferite con la loro funzione iniaziale, tra cui una scuola aperta già da due anni nel Museo all’aperto di Dumbrava Sibiului, frequentata da bambini, giovani e adulti per il programma educativo intitolato La scuola nel villaggio tradizionale. Tutta quest’estate, il programma offre una gamma molto svariata di attività: dalla lavorazione della ceramica alla produzione di tessuti utilizzando strumenti tradizionali, da workshop di creatività a lezioni di danze tradizionali, aggiunge Ovidiu Baron.

    Al museo all’aperto ASTRA si può arrivare anche in bicicletta. Nel 2014 è stata inaugurata una pista ciclabile che collega il centro di Sibiu alla località di Răşinari, che passa proprio davanti al Museo. (traduzione di Gabriela Petre)

  • Relax e terapie a Ocna Sibiului

    Relax e terapie a Ocna Sibiului

    Vi invitiamo nel centro del Paese, a Sibiu, per scoprire la stazione balneoclimatica di Ocna Sibiului, conosciuta per i 15 laghi salati con proprietà curative della zona. Conosceremo insieme un complesso balneoclimatico aperto fino a notte inoltrata, i vari trattamenti e cure offerte e una vecchia chiesa fortificata, in cui si possono ancora ammirare affreschi murali risalenti all’inizio del XVI-esimo secolo.

    La dottoressa Mariana Nicoleta Varodi è medico primario di recupero, medicina fisica e balneologia presso il complesso Ocna Sibiului, sito a 17 chilometri dalla città di Sibiu. Qui ci sono tre laghi – Horia, Cloşca e Crişan – conosciuti a livello nazionale ed internazionale e utilizzati a scopo terapeutico già dal 1846. Si piazzano al primo posto in Europa, accanto a quelli di Sovata ed Ocnele Mari per quanto riguarda il fenomeno dell’eliotermia – cioè il riscaldamento dell’acqua al sole fino a 22-24 gradi centigradi in superficie e a 40-45 gradi in profondità a oltre due metri, dice Mariana Nicoleta Varodi.

    Qui si trovano le più concentrate acque cloruro-sodiche e fanghi fortemente mineralizzati, un clima sedativo, protetto dalla foresta e dalle colline circostanti. Esistono fattori naturali favorevoli alla rigenerazione delle forze fisiche e psichiche. Il complesso dispone di una base di trattamento dove i pazienti romeni e stranieri – di Germania, Italia, Spagna e addirittura Egitto – possono beneficiare tutto l’anno di cure, trattamenti profilattici e di recupero, per un’ampia gamma di malattie dell’apparato locomotore, artrosi, spondilite anchilosante, malattie posttraumatiche di tipo postfratture, entorse e lussazioni. Curiamo anche tutta una serie di malattie neurologiche periferiche, tra cui paresi di nervi, malattie dermatologiche come la psoriasi o varie dermatite allergiche, malattie respiratorie: rinite, bronchite, sinusite, astma bronchica, e alcune malattie ginecologiche. Le acque salate concentrate sono utilizzate nelle procedure di idrokinetoterapia, riscaldate a temperature di 32-34 gradi nella piscina interiore. Utilizziamo anche il fango sapropelico ricco di vitamine, sostanze emollienti o biostimolanti. L’acqua della sorgente minerale Horia viene usata sotto forma di aerosol. Tutto ciò associato a procedure di elettroterapia, massaggio, sauna e jacuzzi, per i migliori risultati. I nostri pazienti tornano anno dopo anno per le cure e considerano le acque e il fango di Ocna Sibiului davvero miracolose, spiega la nostra ospite.

    Le cure si possono fare lungo l’anno all’interno della base, ma è raccomandato il periodo estivo per coloro che vogliono approfittare anche del sole, dei bagni nel lago e dei massaggi con fango freddo. La maggior parte dei turisti preferisce venirci d’estate per questi motivi, dice Mariana Nicoleta Varodi, raccontandoci anche le impressioni con cui vanno via gli ospiti del complesso balneoclimatico.

    Abbiamo chiesto loro al momento della partenza come si erano sentiti ed erano davvero molto contenti, ma la cosa più importante è che poi sono tornati nel nostro complesso, anche se l’offerta è assai svariata anche nel loro Paese e in altri posti della Romania. Sono tornati nella stazione di Ocna Sibiului proprio perché si sono sentiti bene, perché hanno considerato che le acque e i fanghi sono unici ed hanno ottimi effetti curativi sul loro organismo. D’estate, visto che la richiesta è molto maggiore, si raccomanda di prenotare in anticipo. Tenuto conto di quanto esposto, ritengo che Ocna Sibiului sia un luogo ideale per chi desidera abbinare l’utile al piacevole, la cura al rilassamento, a prescindere dall’età. Aspettiamo tutti a braccia aperte in qualsiasi periodo dell’anno, aggiunge la nostra ospite.

    Una volta arrivati a Ocna Sibiului, non dovete perdervi una visita alla chiesa fortificata. Il parocco Csiki-Makszem Lorand ci ha parlato della storia travagliata di questo edificio.

    La chiesa riformata di Ocna Sibiului è una chiesa fortificata a tre navate costruita in stile romano. Cominciò ad essere erretta nel 1240, ma i lavori furono interrotti durante l’attacco dei tartari in Transilvania, per cui fu ultimata solo nel 1280. Il muro della fortezza fu costruito più tardi, all’inizio degli anni 1300 per difendere la chiesa dalla seconda ondata dei tartari che attacarano la Transilvania. Il più antico e prezioso elemento di questa chiesa è il bassorilievo che si trova sopra l’ingresso principale meridionale, risalente all’inizio degli anni 1200. Nel 1910 furono rinvenuti alcuni affreschi. Il più importante è l’affresco sul muro settentrionale della navata centrale, realizzato dal pittore Vincentius di Sibiu, nel 1522, raffigurante gli ultimi due giorni della vita di Gesù. Inizialmente, la chiesa fu romano-cattolica, ma diventò riformata nel 1596, quando la comunità ungherese passò alla religione riformata. Per centinaia di anni, la chiesa fu utilizzata dai sassoni evangelici che tenevano le messe sempre in questa chiesa, spiega il parocco.

    Nella parte meridionale della chiesa fortificata si trova un piccolo museo, continua il parocco Csiki-Makszem Lorand.

    L’elemento più antico è il trono risalente al 1515. Sono esposti anche calici, oggetti di culto utilizzati nei secoli XVII-XVIII, piatti di ceramica realizzati nei secoli XVIII-XX. La chiesa può essere visitata in qualsiasi momento, abbiamo guide in più lingue e pieghevoli sulla chiesa in romeno, ungherese, inglese e tedesco. Ogni anno, la chiesa è visitata da gente di tutto ill Paese e di vari Paesi dell’Europa: Germania, Slovenia, Ungheria, Inghilterra, Francia. Secondo me, chi visita i dintorni di Sibiu deve per forza fermarsi anche a Ocna Sibiului, dove potrà non solo rilassarsi nella zona dei laghi salati, ma anche scoprire la storia di questa fortezza, conclude il parocco. (traduzione di Gabriela Petre)

  • Edifici emblematici di Costanza

    Edifici emblematici di Costanza

    Per la maggior parte dei turisti, Costanza significa in primo luogo un posto dove ci si rilassa. La spiaggia, il Mar Nero, il delfinario e il Casinò sono le principali attrattive. Ma la città con la sua storia ricca e la diversità etnica della zona si riflettono anche negli edifici emblematici. Ad esempio, il Museo d’Arte, fondato nel 1961, che custodisce un’importante collezione di opere di artisti romeni. L’edificio in cui si trova il museo è anch’esso un edificio di patrimonio. Fu costruito dall’architetto Ion Socolescu nel periodo 1891-1893 e inizialmente ospitava la Scuola romena di Costanza. Ora custodisce opere di pittura e scultura romena di più artisti, tra cui Nicolae Grigorescu, Theodor Aman, Jean Steriadi, Ion Andreescu, Cornel Medrea, Dimitrie Paciurea, Ion Ţuculescu, Ion Jalea, Vida Gheza, Theodor Pallady, Corneliu Baba e tanti altri.

    Di recente, il Museo d’Arte di Costanza è stato riaperto dopo un lungo periodo di restauro. Particolari sui lavori, sul modo in cui è stato riorganizzato il patrimonio del museo e sulle mostre permanenti e temporanee, dalla direttrice Doina Pauleanu. Abbiamo selezionato le più importanti e rappresentative opere di ciascun artista. Esistono sale dedicate quasi a ciascun grande artista romeno del periodo moderno. Quando abbiamo dovuto togliere un’opera dall’esposizione permanente, lo abbiamo sentito come un sacrificio. Allora abbiamo pensato di organizzare una mostra temporanea, che renda l’idea che in un grande museo, il rapporto tra ciò che viene esposto e ciò che resta nei depositi è a favore dei depositi in cui rimangono molte più opere rispetto a quelle che si possono esibire. Dunque siccome erano rimaste molte opere di Tonitza, Şirato, Dimitrescu, Pallady, Petraşcu e tanti altri, le abbiamo inserite in questa mostra temporanea intitolata il Museo nel deposito, spiega Doina Pauleanu.

    Risalente alla fine del XIX-esimo secolo, l’attuale sede del Museo d’Arte di Costanza fu costruita in un periodo di massima fioritura della Dobrugia. Dopo che per un lungo periodo era appartenuta all’impero ottomano, la provincia venne annessa alla Romania dopo la guerra di indipendenza del 1877 – 1878. Doina Pauleanu ci racconta della trasformazione della Dobrugia.

    La Dobrugia fu restituita alla Romania dopo la guerra di Indipendenza del 1878. All’inizio le persone che provenivano dal regno si sentivano esiliate, ma volevano lasciare le tracce del proprio passaggio da queste parti. Pochi sanno che il lungomare di Costanza è una costruzione artificiale dovuto all’ingegnere Scarlat Vârnav, il direttore della Scuola Nazionale di Ponti e Strade di Bucarest, e al coraggio di Anghel Saligny di avviare un progetto così difficile nel contesto in cui erano già cominciati i lavori di costruzione del porto. Questo è uno spazio straordinario, uno spazio plurietnico, delle confluenze, aggiunge la direttrice del Museo.

    Essendo una zona di interferenze religiose ed etniche, la tolleranza religiosa era fondamentale, e re Carlo I creò le condizioni per il suo mantenimento. Simbolicamente i due maggiori edifici di arte religiosa dopo l’unificazione della Dobrugia con la Romania furono la Cattedrale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e la Moschea Reale, costruita con i fondi dello stato romeno al posto di un’antica moschea. Fu proprio re Carlo I ad avere questa iniziativa per dimostrare che nella Romania allargata, la tolleranza religiosa era assai importante. Tutte le costruzioni avviate nella città e realizzate dopo l’unificazione e fino al 1914, sono dovute alla straordinaria apertura del re verso questa zona e al fatto che aveva compreso l’importanza geopolitica della Dobrugia, conclude Doina Pauleanu. (traduzione di Gabriela Petre)

  • Scopri il cuore della Transilvania!

    Scopri il cuore della Transilvania!

    I paesaggi rurali della Transilvania affascinano in ugual misura i turisti romeni e stranieri. La pace e la tranquillità dei piccoli villaggi, la gente semplice, laria fresca, gli antichi costumi, ma anche i piatti tradizionali hanno fatto sì che la nostra destinazione, anche se insufficientemente promossa, sia una famosa. Una volta arrivati in Transilvania, scoprirete anche unaltra cosa. Vicino quei villaggi, ma anche in mezzo ad essi, sorgono chiese imponenti, – citadelle fortificate, erette nel XII-esimo secolo. In questo spazio geografico relativamente piccolo sono stati individuati più di 200 monumenti del genere.



    A cominciare dal 5 aprile, quando è stata aperta la nuova stagione per visitare le citadelle fortificate, fino al 31 ottobre, sono attesi oltre 400.000 visitatori, secondo i dati comunicati dalla Chiesa Evangelica di Romania. Loro beneficeranno anche dei risultati di un progetto speciale intitolato “Scopri il cuore della Transilvania”, coordinato da padre Stefan Cosoroaba.



    “Il progetto è apparso perche era necessario. Dopo il 1990, quasi tutti i sassoni della Transilvania, membri della Chiesa Evangelice di Romania, sono emigrati. Con loro partirono anche i costruttori e coloro che si occupavano delle chiese fortificate. Perciò le oltre 150 chiese medioevali e fortificate della Transilvania meridionale rimasero quasi orfane. Questo insieme di monumenti è unico in Europa. Proprio per questo, la Chiesa Evangelica di Romania ha dovuto avviare un progetto per sostituire gli sforzi delle comunità che avevano gestito queste chiese per 800 anni. Purtroppo, le attuali comunità locali si impegnano troppo poco nella manutenzione degli attuali monumenti storici, a prescindere dal fatto che siano monumenti dellUNESCO o di categoria A o B. Il turismo culturale viene a sostituire in questo modo le comunità che non esistono più ed è lunica possibilità per potere mantenere in futuro questi monumenti storici”, spiega il prete.



    Le citadelle fortificate si possono visitare dal 5 aprile al 31 ottobre 2015. In questo periodo sono previsti quasi 200 eventi, e i visitatori possono entrare in circa 65 chiese fortificate e chiese medioevali. 41 sono inserite nel cosiddetto Transilvania Card 2015, un nuovo strumento turistico, la prima tessera di vacanza in Romania.



    “Transilvania Card è uno strumento tramite cui cerchiamo di promuovere le chiese fortificate non solo a livello individuale, ma anche collettivo, proprio tramite una tessera di vacanza che dà libero accesso alle più importanti chiese fortificate. Oltre allaccesso gratuito, la tessera offre anche sconti per i servizi turistici offerti dai nostri partner nella zona. Parliamo dunque di turismo integrato. Vogliamo promuovere non solo le chiese fortificate, ma lintera zona e la gente che vi abita. Abbiamo oltre 65-70 offerte di sconti nei ristoranti, negli agriturismi e per gli eventi. Esiste anche un sito dedicato a questo strumento turistico. Gli interessati possono trovare dati sulle chiese fortificate, sui servizi e sul progetto “Scopri il cuore della Transilvania!” in tedesco, romeno e inglese. La tessera può essere acquistata in 8 località del sud della Transilvania. Costa 50 lei oppure 11 euro e il ricavato viene investito tutto in restauri. La tessera si può ordinare anche via e-mail”, aggiunge linterlocutore.



    Negli ultimi anni il rapporto turisti romeni-turisti stranieri è cambiato. Cinque anni addietro, circa il 65 – il 70% dei visitatori delle chiese fortificate erano stranieri. Ora, i romeni cominciano a scoprire o a riscoprire i propri valori e siamo arrivati a percentuali uguali di turisti romeni e stranieri, come ci ha spiegato il prete Stefan Cosoroaba.



    “Per quanto riguarda il turismo internazionale, sono interessati alla zona soprattutto i turisti provenienti dallarea germanica dellEuropa, Austria, Svizzera e Germania. Tuttavia, negli ultimi anni, sono venuti molti turisti di Francia, Spagna, Polonia o Inghilterra, ma anche dal Giappone e dalla Cina. Non esistono delle rotte stabilite, ma solo dei punti di riferimento. La maggior parte dei turisti si ferma a Biertan, forse la più importante chiesa fortificata sito dellUNESCO tra le 150, ma anche a Prejmer, vicino Braşov, a Sighişoara per visitare la Chiesa sulla Colline o la Chiesa del Monastero, la Chiesa Nera di Braşov che è molto nota, oppure quella di Viscri”, aggiunge il prete.



    Se arrivate a Biertan, potete conoscere Codruţa Pleiaş, unabitante della zona che è molto orgogliosa del luogo in cui vive, conosce bene la storia della località e dice che Biertan vanta una ricchezza culturale notevole. “Una testimonianza in tal senso offre la chiesa fortificata, inserita dal 1993 nel patrimonio dellUNESCO. Limponente fortezza sorge in mezzo al villaggio ed è circondata da tre file di mura. Nel XVI-esimo secolo, fu nominato come vescovo evangelico, Lucas Unglerus di Biertan, il quale accettò lincarico solo a patto di restare a Biertan. Ciò presupponeva lo spostamento della sede vescoviel in questa località. E un luogo meraviglioso, circondato da colli e boschi. Per tre secoli, Biertan fu il centro spirituale dei luterani della Transilvania.”



    Padre Stefan Cosoroaba raccomanda daltra parte anche la chiesa fortificata di Cisnădioara. “E la più antica chiesa fortificata tra le 150 esistenti. Fu eretta nellXI-esimo secolo dai coloni valloni arrivati dallEuropa Occidentale. Fu per un lungo periodo luogo di pellegrinaggio. Di fronte alla chiesa sorgono i Monti Cibin e Făgăraş. E sita sul Colle di San Michele. Possiamo immaninarci ancora oggi come i pellegrini salivano nel buio, attraversando la foresta, per arrivare su, alla luce, dove potevano trovare la pace dellanima e il riposo del corpo. Anche per i turisti di oggi, la salita è difficile, ma una vola arrivati in cima, la ricompensa è un paesaggio stupendo, dal punto di vista geografico, ma anche storico”, conclude il nostro ospite. (traduzione di Gabriela Petre)

  • Lungo il Danubio con Google Street View

    Lungo il Danubio con Google Street View

    Sei Paesi, tre capitali, fortezze, gole e migliaia di paesaggi stupendi. E’ l’invito di Google, ad un viaggio lungo il Danubio da Bratislava a Cernavodă, lanciato dopo la pubblicazione su Google Maps delle immagini Street View del più importante fiume in Europa. Google ha navigato ed ha fotografato il Danubio nell’estate del 2014, scattando foto in Slovacchia, Croazia, Serbia, Ungheria, Bulgaria e Romania, che poi ha pubblicato su Street View. In questo modo si possono esplorare due terzi del corso del Danubio.



    “E’ stato un momento importante per noi. E’ il primo lancio di Street view, che include sei Paesi: si tratta di una crociera virtuale sul Danubio, partendo dal confine dell’Austria con la Slovacchia, attraversando Paesi come Croazia, Ungheria, Serbia, Romania e Bulgaria, per arrivare a Cernavodă. Ogni utente internet può vedere in questo momento la capitale dell’Ungheria, della Serbia o il ponte di Cernavodă. Possiamo star comodi nella poltrona o davanti al computer e vedere come sono quelle zone, farci una prima impressione; personalmente non penso che questo possa eliminare l’emozione della presenza fisica in quei luoghi, ma ci aiuta a renderci conto della zona, osservare dettagli, trovare una nuova prospettiva su ciò che significa una crociera sul Danubio, formarci un’opinione personale sulle zone che vale la pena di visitare e, perche no, trovare ispirazione per future gite e vacanze”, spiega il country manager Google, Dan Bulucea.



    E’ una performance speciale perché rende accessibile una crociera del genere. Infatti, Street View permette, in generale, di osservare un luogo o un altro di centinaia di Paesi del mondo, ha aggiunto il nostro interlocutore, dopo di che ci ha racontato come vengono realizzati i filmati. “Si tratta di riprese fatte con una camera speciale; su una piattaforma ci sono infatti 15 camere, che realizzano un’immagine panoramica, a 360 gradi e ci crea questa percezione che possiamo vedere tutto intorno, a prescindere dal posto in cui ci troviamo. Le immagini del Danubio sono state riprese l’anno scorso e stiamo tentando di aggiornarle costantemente. Per vari motivi, come ad esempio il maltempo, alcune registrazioni non sono adeguate e allora non si possono pubblicare. Però abbinando una mappa molto esatta, con informazioni sul traffico, ad esempio, Street view completa la nostra esperienza virtuale, nel senso che, tempo fa’ ci bastava una carta stampata, mentre ora abbiamo più pretese: vorremmo sapere dove ci troviamo, forse anche dove si trovano i nostri amici ed eventualmente trovare il posto ideale per incontrarsi e bere un caffé insieme”, aggiunge Dan Bulucea.



    Se ci siamo già abituati a scegliere il percorso da seguire in una città per arrivare il prima possibile alla destinazione, prendendo in considerazione il traffico e altri possibili fattori disturbanti come i lavori in corso, l’uso di Street view per l’itinerario sul Danubio non punta sicuramente sulla velocità di spostamento, bensì sulla bellezza dei paesaggi che possiamo ammirare. Esiste una selezione di posti spettacolari sul Danubio colti dalle camere Google, come la statua di Decebalo a Cazanele Mici, oppure il sole che sorge sotto il ponte di Cernavodă.



    “Io sono nato in quella zona di sud-ovest della Romania e ci sono dei posti veramente bellissimi. Certo quando ho preso le immagini, la prima cosa che ho fatto, è stata di andare lì e tentare di rivedere Orşova, Cazanele, posti che a me personalmente danno un’emozione particolare. Su questo itinerario ci sono tre capitali importanti: Bratislava, Budapest, Belgrado, che a mio avviso, vale la pena di vedere anche da una nave che galleggia sul fiume. Aggiugerei Porţile de Fier, i ponti di Giurgiu-Ruse e di Cernavodă, ma anche la chance di vedere il sorgere del sole da una nave in crociera sul Danubio ha il suo fascino”, spiega ancora il country manager di Google.



    E siccome quest’anno sono stati celebrati dieci anni dal lancio di Google Maps, Dan Bulucea ci ha parlato del rapporto molto stretto di Google con gli utenti di Romania. “Anni addietro ci si orientava grazie ad una carta stampata, che non apperna pubblicata era già superata. Ora, vogliamo che le mappe digitali siano quanto più complete e corrette, interattive, personalizzate, vogliamo sapere dove ci sono parchi, caffé o vari servizi di cui abbiamo bisogno. La mappa dovrebbe adeguarsi alle nostre necessità. Cosa che in un certo modo è stata realizzata. Nei suoi 10 anni di esistenza, Google Maps è arrivato ad essere utilizzato da oltre un miliardo di persone ogni mese in tutto il mondo. Ci sono oltre 200 Paesi, che hanno la carta su Google Maps. Al di là di questo, una cosa impressionante e particolare per la Romania è il fatto che gran parte delle mappe vengono aggiornate dagli utenti stessi. In Romania esiste una comunità molto attiva di utenti del genere”, ha concluso il nostro interlocutore. (traduzione di Gabriela Petre)

  • La Via di Brâncuşi

    La Via di Brâncuşi

    Lanciato un programma turistico che mette in risalto Constantin Brâncuşi, il più importante scultore romeno, ritenuto il pioniere della scultura moderna astratta. Brâncuşi nacque nel sud della Romania, in provincia di Gorj, dove andiamo oggi per mezzo di un programma tematico incluso nell’offerta delle agenzie di turismo romene e d’oltre confine. L’itinerario proposto è Parigi — Bucarest — Târgu Jiu: destinazione turistica unica e ritorno.



    Laura Dragu Popescu, rappresentante di un’agenzia di turismo di Târgu Jiu alla Fiera del Turismo della Romania, ci ha offerto particolari sul programma. E’ un programma in cui credo e che vogliamo promuovere, un prodotto romeno al 100%. Brâncuşi è molto amato e la provincia di Gorj è pittoresca, vanta una ricca storia e ha molto da offrire ai turisti romeni o stranieri. Il programma include sette notti, di cui la prima e l’ultima a Bucarest, un circuito in cui sono assicurati: alloggio, assistenza turistica, vitto e ingressi a vari obiettivi turistici della zona. Portiamo i turisti alla casa di Brâncuşi e promuoviamo un futuro brand del Paese. Le richieste non mancano e speriamo che il numero dei turisti che scelgono il Paese di Brâncuşi sia sempre più grande”, spiega Laura Dragu Popescu.



    Laura Dragu Popescu ci a detto che a Târgu Jiu, i turisti possono visitare il famoso complesso monumentale La Via degli Eroi”, che comincia con la Porta del Bacio”. E’ uno spazio di cui si dice che faccia da passaggio verso un altro mondo ed è anche una delle più importanti opere di Brâncuşi. Continuando il percorso, si arriva al Vicolo delle Sedie, che praticamente dirigono verso il Tavolo del Silenzio. Si tratta di opere scolpite in pietra e visitate molto spesso. Non in ultimo si può vedere la Colonna senza Fine, un vero e proprio testamento spirituale del grande artista e un monument dedicato agli eroi, come d’altronde l’intero complesso. Quali sono le reazioni dei visitatori? Sono felici, contenti. Se fatte una visita inaspettata a Târgu Jiu, sentirete parlare almeno tre lingue straniere. Si tratta di turisti con redditi medi, che vengono con lo zaino in spalla, in bici, in moto o con la macchina personale. La Colonna senza fine è ammirata da turisti di tutto il mondo”, aggiunge la nostra guida.



    Il programma include anche una visita al Museo del Villaggio di Curtişoara, un museo all’aperto con monumenti e oggetti tradizionali della provincia di Gorj, una visita alla casa memoriale Ecaterina Teodoroiu, al mausoleo dedicato all’eroina romena, ma anche ad alcuni monasteri, tra cui Hurezi, obiettivo dell’UNESCO. Vi farà molto piacere anche la visita nella località di Horezu, famosa per la sua ceramica. (traduzione di Gabriela Petre)

  • Usanze pasquali in Romania

    Usanze pasquali in Romania

    Il 12 aprile, i cristiani ortodossi, maggioritari in Romania, celebrano la Resurrezione di Cristo. Radio Romania Internazionale vi invita in Bucovina, una della regioni in cui le usanze pasquali e i costumi si conservano perfettamente e vengono tramandati da una generazione all’altra. Questa bella contrada del nord della Romania è nota per i monasteri patrimonio dell’Unesco.



    Spiccano quello di Voronet, chiamato anche la Sistina dell’Oriente, per il suo affresco raffigurante il Giudizio Universale, ma anche Patrauti, Humor, Arbore o Sucevita.



    A settembre 2013, nell’ambito delle celebrazioni dedicate al suo 85esimo anniversario, Radio Romania, su modello dei RadioPellegrinaggi di RadioRai, condotti dal ViceDirettore Sergio Valzania, ai quali anche Radio Romania partecipa, ha realizzato insieme al servizio pubblico italiano il progetto editoriale “La Via dei Faggi — a piedi, nella Bucovina dei monasteri”.



    Siamo andati a trovare, per via delle onde, padre Gabriel Herea, il parroco della Chiesa di Patrauti, in provincia di Suceava, costruita nel 1487 dal principe moldavo Stefano il Grande, che regnò dal 1457 al 1504.



  • Fiera Europea dei Castelli

    Fiera Europea dei Castelli

    Dal 1 al 3 maggio, il Comune della città di Hunedoara assieme al Museo Il Castello dei Corvino organizzano la prima edizione di un evento volto a promuovere la bellezza dei monumenti storici dell’Europa — la Fiera Europea dei Castelli.



    “A mio avviso, non è stata mai organizzata finora una Fiera Europea dei Castelli. L’idea ci è venuta l’anno scorso, ma abbiamo aspettato un anno per prepararci. A questa prima edizione parteciperanno 20 espositori, di cui 12 dalla Romania e 8 da altri Paesi, tra cui Spagna, Rep. Ceca, Ungheria, Macedonia, Bulgaria. I più importanti partecipanti romeni sono i Castelli Bran e Banffy, il Palazzo Brukenthal o la Fortezza di Suceava. Abbiamo notato che, così come alcune compagnie turistiche propongono dei city-break, di recente, un’agenzia romena organizza dei castle-break. Siamo orgogliosi del fatto che il Castello dei Corvino si annovera tra le destinazioni di questo tipo di turismo e quest’anno abbiamo deciso di partecipare a due fiere di turismo. A novembre andremo di nuovo a Londra, al World Travel Market, e dopo alla fiera di Barcellona”, spiega Constantin Tinca, il direttore del Museo del Castello dei Corvino.



    Anche se sembra un evento di nicchia, destinato ad un pubblico meno numeroso — quello appassionato di castelli e di storia –, non è affatto così. Al di là delle presentazioni con tematica storica, saranno organizzati anche eventi per tutta la famiglia. La visita al castello sito nel sud-ovest della Transilvania può essere abbinata ad una gita nelle montagne dei dintorni o per gli antichi villaggi. Constantin Tinca ci ha detto come si svolgerà la Fiera Europea dei Castell.:



    “Ciascun espositore promuoverà il proprio monumento. Dal 1 aprile cominciamo i preparativi tecnici e logistici per la prima edizione della fiera. Saranno allestiti 20 stand per gli espositori presenti. Si tratta di una fiera turistica, dedicata agli appassionati di monumenti storici della Romania e dell’Europa. Alla fine di questa prima edizione intendiamo trovare un modo per creare un’associazione e proporre ai turisti romeni e stranieri di fare un circuito dei castelli rappresentati alla fiera”, spiega Constantin Tinca.



    Il portale turistico European Best Destinations ha incluso il Castello dei Corvino all’undicesimo posto nel top dei castelli più belli d’Europa. Sorin Tincu, curatore del museo, è del parere che il Castello dei Corvino sia il più importante monumento laico di architettura gotica in Transilvania.



    “Il monumento fu costruito a tre tappe, a cominciare dal XV-esimo secolo fino al XVII-lea, ma se parliamo dell’insieme, dobbiamo notare anche la presenza di numerosi elementi rinascimentali. Oltre al castello propriamente detto, esiste anche una cosiddetta Corte degli Ussari, un complesso architettonico costruito nel XVII-esimo secolo, contemporaneamente al palazzo all’est del castello e al settore intitolato la Terrazza di artiglieria. E’ ben conservato e include molti elementi di architettura gotica del XV-esimo secolo”, dice Sorin Tincu.



    L’accesso al castello si fa attraverso un ponte di legno, sostenuto da quattro pilastri massicci di pietra. Ci sono molti posti nel castello che sono preferiti dai turisti, però al top si piazza certamente la fontana. Sorin Tincu ci ha parlato della sua leggenda.



    “Fu realizzata da tre prigionieri turchi ai quali il principe Giovanni Hunyadi aveva promesso la libertà a lavoro ultimato. Dopo 15 anni di sforzi, in cui hanno zappato solo nel calcare dolomitico, fino a 28 metri, hanno trovato l’acqua. Giovanni Hunyadi era morto nel frattempo, dopo la battaglia di Belgrado e si dice che sua moglie, non riconoscendo più l’intesa, ordinò alle guardie di giustiziarli. Uno dei turchi, chiese di scrivere qualcosa sull’orlo della fontana, come un ultimo desiderio. Scrisse: l’acqua ce l’hai, il cuore non ce l’hai”. Attualmente l’iscrizione è custodita nella cappella dove fu spostata dai restauratori del XIX-esimo secolo”, aggiunge Sorin Tincu.



    Nell’ambito della Fiera Europea dei Castelli in programma dal 1 al 3 maggio, si svolgerà anche il Festival Dracula. L’ingresso sarà gratuito, il principale obiettivo essendo la promozione della Romania e delle sue tradizioni. Si punterà anche sull’antitesi fra il mito di Dracula e la vera storia del principe romeno Vlad l’Impalatore, afferma Teodor Alexandru Valentin, l’organizzatore dell’evento:



    “Il Festival include attività culturali: una presentazione di libro e la proiezione di un documentario. Nel primo giorno, Dacre Stoker, il pronipote dello scrittore Bram Stoker, presenterà alcuni aspetti alla base del mito di Dracula e altri dettagli su un nuovo volume. Seguiranno spettacoli di teatro medioevale, di musica classica medioevale e altri momenti artistici. La sera è prevista la prima del documentario Storie su Vlad Voievod Draculea”. I film parlati in romeno avranno sottotitoli in inglese, mentre la pièce teatrale medioevale sarà interpretata in lingua inglese. Il 3 maggio invece sarà organizzata una competizione medioevale: tiro con l’arco, prove di circuito, di addestramento con la spada, ma anche un torneo medioevale. La nostra serata non punterà solo su ciò che significa Dracula e i vampiri, e ci auguriamo di attirare sempre più turisti stranieri per far vedere loro la vera storia del nostro Paese. Dracula Festival è destinato anche ai turisti stranieri essendo promosso a livello internazionale. E’ la prima edizione, ma ci auguriamo di avere continuità anche negli anni a venire”, spiega Teodor Alexandru Valentin.



    A cominciare dal 29 aprile, prima dell’inizio del festival, Dacre Stoker farà un giro per la Romania, accompagnato da giornalisti stranieri, intitolato Sulle tracce di Dracula”. Loro visiteranno i castelli e le fortezze medioevali della Transilvania. (traduzione di Gabriela Petre)

  • Anima a colori a Radio Romania

    Anima a colori a Radio Romania

    Il 29 marzo, la Sala Concerti Mihail Jora di Radio Romania ha ospitato la seconda edizione del concerto di beneficenza “Anima a colori”, i cui fondi saranno devoluti ai bambini autistici. Protagonisti sono stati il violinista Remus Azoitei e le pianiste Mara Dobrescu e Diana Ionescu.



    L’evento è stato organizzato dall’Associazione per Musica, Arte e Cultura, insieme all’Associazione Help Autism, in partenariato con il Centro InfoEuropa del Ministero degli Esteri di Bucarest e con Radio Romania.



    La prima edizione del concerto “Anima a colori” si era svolta il 3 aprile 2014, sempre a Radio Romania, con il soprano Rodica Vica, il tenore Stefan Pop, il violinista Vlad Maistorovici e il pianista Stefan Doniga.



    Gli organizzatori già pensano alla terza edizione, come ha spiegato a Radio Romania Internazionale il presidente dell’Associazione per Musica, Arte e Cultura, Mihai Stan.



  • Il Monastero di un solo albero

    Il Monastero di un solo albero

    A qualche chilometro dalle Terme di Govora, proprio nel centro della provincia di Vâlcea, si trova il Monastero Dintr-un Lemn, cioè fatto di un unico tronco d’albero. Secondo la leggenda, in tempi remoti, quando tutta la zona era piena di boschi, un eremita ha trovato un’icona della Madonna nascosta nel tronco di un albero, la più grande quercia della zona. La leggenda dice che l’eremita e i contadini hanno eretto insieme una chiesetta utilizzando solo il tronco della quercia, spostando poi l’icona nella chiesa. Il luogo di culto resistette dall’inizio del sedicesimo secolo fino alla metà del diciassettesimo. Ci racconta com’era suor Tecla, guida presso il Monastero.



    Venne costruita sul modello di una chiesa normale, ma senza torri perché non bastava il legno. L’icona miracolosa della Madonna fu custodita dentro la chiesetta per quasi un secolo fino al 1635, quando Preda Brâncoveanu fece costruire la chiesa di pietra. Allora l’icona fu spostata nella chiesa voivodale dove si trova ancora oggi. Nel 1800, dopo un incendio, fu necessario il primo restauro della chiesa di legno, ma i documenti dicono che si mantenne il modello originale. Allora vennero costruite anche le fondamenta di pietra e l’iconostasi, quest’ultima in legno di tiglio che si poteva lavorare e scolpire più facilmente”, spiega Suor Tecla.



    La chiesa di pietra fu costruita dal boiardo Preda Brâncoveanu, il nonno di Constantin Brâncoveanu, principe della Valacchia, il quale fece molti regali alla chiesa, oggetti di valore e terreni. Anche il suo succesore, Ştefan Cantacuzino, prestò particolare attenzione al monastero Dintr-un Lemn.



    Nel sedicesimo secolo il monastero includeva solo la zona attorno alla chiesetta di legno e rimase così per quasi un secolo, fino al 1635, era conosciuto anche come l’Eremo Dintr-un Lemn. Con la costruzione della chiesa voivodale, nel 1635, il complesso si estese e ricevette il nome di Monastero Dintr-un Lemn. Preda Brâncoveanu fece costruire anche una casa principesca, che nel 1715 sembra fosse in rovina. Su queste rovine, il principe Ştefan Cantacuzino costruì il palazzo principesco che esiste tuttora ed è stato più volte restaurato. Qui venivano a riposare e pregare i principi romeni di passaggio per il monastero. Con la costruzione del palazzo, la chiesa di pietra fu circondata da edifici di celle restaurate completamente nel 1900. All’epoca il monastero sembrava una fortezza. Ştefan Cantacuzino fece costruire il campanile nel 1715”, aggiunge la monaca.



    L’icona miracolosa è ancora custodita dentro il Monastero Dintr-un Lemn, come ci ha detto suor Tecla. Anche se l’icona fu rinvenuta all’inizio del sedicesimo secolo, gli esperti che l’hanno studiata dicono che sia più antica. Alcuni sono del parere che risalga al quarto secolo, essendo una copia dell’originale realizzato da Luca Evangelista. Altri pensano sia stata realizzata nei secoli XIII-XIV, a Costantinopoli, e c’è anche chi pensa sia stata portata dalla Macedonia nel XVI-esimo secolo. L’icona ha dimensioni impressionanti, 160 per 120 cm, ed è considerata unica nel Paese per dimensione e valore. E dipinta su legno di cipresso, ma l’autore è sconosciuto. Da una parte vi è raffigurata la Madonna e dall’altra il Giudizio Universale”, spiega ancora Suor Tecla. (traduzione di Gabriela Petre)

  • Relax e terapie alle Terme di Govora

    Relax e terapie alle Terme di Govora

    Vi invitiamo a meglio conoscere le Terme di Govora, la destinazione del vincitore del gran premio al nuovo concorso indetto da Radio Romania Internazionale. La vacanza di otto giorni in Romania include vitto, alloggio e trattamento a Govora. Cristina Petrescu, primario di balneologia presso le Terme di Govora, dice che l’offerta di trattamento nel centro in cui lavora si rivolge in primo luogo ai genitori con bambini afflitti da malattie respiratorie.



    “Menzionerei le bronchiti, le bronchioliti, le riniti, le otiti, l’asma bronchiale, malattie di cui soffrono ultimamente moltissimi bambini. Negli ultimi anni abbiamo notato il calo dell’età dei bambini per i quali i genitori si rivolgono a noi medici. Il malato più giovane che ho curato negli ultimi anni aveva cinque mesi. La nostra offerta non è limitata solo alle malattie respiratorie, ma riguarda anche quelle osteoarticolari, cardiologiche, circolatorie e digestive. Tra le malattie reumatiche, possiamo curare artrosi a livello delle articolazioni grandi, medie e piccole fino alle malattie acute. Per quelle gastrointestinali offriamo crenoterapia grazie alle tre sorgenti di acque minerali. Possono beneficiare di trattamento le persone con disturbi digestivi, del colon o con malattie renali”, spiega la nostra ospite.



    Cristina Petrescu lavora da quasi 30 anni presso le Terme di Govora. In tutto questo periodo ha curato persone di Nuova Zelanda, Australia, Asia, di quasi tutti i Paesi europei e del Nord America. Nelle terme di Govora arrivano soprattutto bambini dei Paesi nordici, dice Cristina Petrescu. “1.000 di loro li ho curati solo io. Hanno beneficiato di trattamento con aerosol nella nostra stazione e l’evoluzione è stata positiva. La distanza fra la Nuova Zelanda e le Terme di Govora è significativa, ci sono differenze di clima, di emisfera, di cultura. Alcuni malati sono venuti qua con la maschera dell’ossigeno e sono andati via dopo due anni senza aver più bisogno di farmaci. L’evoluzione dei bambini è stata sorprendente sia per i genitori che per i medici dei Paesi d’origine. Il più recente caso di cui vi posso raccontare e che ho seguito negli ultimi cinque anni è quello di un ragazzino degli USA, dipendente dall’ossigeno, per il quale il viaggio in aereo è stato difficilissimo. Dopo i primi due anni ha rinunciato alla bombola di ossigeno che si portava addosso nello zaino e quest’anno ha rinunciato persino alla terapia inalatoria, perché non ne ha più bisogno”, aggiunge Cristina Petrescu.



    La terapia non è invasiva, non è dolorosa e neanche stressante per i piccoli. Ai bimbi non viene applicata la terapia iniettabile e in più durante il trattamento possono anche giocare. Viene incoraggiato il movimento. Oltre alla terapia inalatoria, la raccomandazione di Cristina Petrescu, primario di balneologia presso le Terme di Govora, è di allenarsi molto.



    Aurelian Cebanu è specialista cardiologo presso la clinica CardioMetabolica delle Terme di Govora. La clinica si trova nell’Hotel Palace, un monumento storico eretto negli anni 1911-1914. Molti dei turisti che vengono da lui sono stati operati al cuore. Dopo un attento esame cardiologico, loro iniziano un programma di fisio-kinetoterapia. “Li aiutiamo a imparare che movimenti fare e quando farli. Si fa’ ginnastica respiratoria e abbiamo anche un programma coordinato da un nutrizionista. Insegnamo ai malati cosa mangiare, le quantità giuste e soprattutto quando mangiare. Vogliamo educarli e informarli in merito al loro fabbisogno giornaliero di calorie, insegnare loro a evitare i grassi e le pietanze ipercaloriche, gli eccessi di caffeina e di dolci. Poi li informiamo in merito ai fattori di rischio nel caso delle malattie cardiovascolari. Il microclima delle Terme di Govora vanta un rapporto di uno a uno per quanto riguarda i cationi e gli ioni, molto benefico per la salute dell’organismo. Offriamo anche cure inalatorie con anioni di iodio e bromo. Abbiamo curato malati di Israele, Ucraina e Russia. E’ molto più facile prevenire che trattare per cui vanno evitati gli abusi e si devono fare esecizi fisici almeno 30 minuti al giorno per avere una vita quanto più lunga e sana”, spiega il medico.



    Mihai Handolescu, il manager dell’Hotel Palace, delle Terme di Govora, ci ha parlato della storia del monumento storico. L’albergo fu eretto in mezzo al parco della stazione, allestito dall’architetto paesaggista francese Emile Pinard. “E’ un abbinamento molto riuscito fra tre stili architettonici: eclettico, art nouveau ed elementi di architettura neo-romena. Fu concepito come albergo di lusso e la sua costruzione durò quattro anni: dal 1911 al 1914. Era il primo albergo in Romania che disponeva di una base di cura e utilizzava con successo le acque minerali, con effetti speciali nel trattamento delle malattie respiratorie, reumatiche, digestive e renali. La sua storia fu una travagliata, dovette far fronte a due guerre. Durante la seconda guerra mondiale, la stazione fu scelta dal governo polacco, in esilio, per ospitare una parte delle autorità e custodire il tesoro del Paese. Durante il comunismo vennero fatti pochi investimenti, ma con l’adesione di Romania nell’UE furono concessi fondi non-rimborsabili. La riabilitazione dell’albergo recò il nome simbolico di Palace-Govora-SPA. Dall’apertura nel 2013 finora, ci hanno visitati circa 7.000 turisti di tutto il mondo. In futuro, ci auguriamo di attirare turisti del Medio Oriente. In collaborazione con le agenzie di turismo, cercheremo di essere presenti sui mercati degli Emirati Arabi”, dice Mihai Handolescu.



    A soli 22 chilometri dalle Terme di Govora, a 30 minuti in macchina, si trova il capoluogo provinciale di Vâlcea, la città di Râmnicu Vâlcea, dove potete visitare musei interessanti. Dalla stazione, potete fare gite per visitare monasteri dichiarati monumenti storici: il Monastero di Govora, eretto nel XV secolo, quello di Surpatele oppure il Monastero Dintr-un Lemn, cioè fatto da un legno. (traduzione di Gabriela Petre)

  • La storia delle Terme di Govora

    La storia delle Terme di Govora

    Le sorgenti terapeutiche delle Terme di Govora, site nel sud-ovest della Romania, sono ricordate nei documenti per la prima volta nel 1878. Qualche anno dopo, in cerca di greggio, l’ingegnere Ioan Claus e il sindaco di una località della zona, scoprono una specie di acqua minerale di color nero con odore di iodio. E’ la prima attestazione delle acque di Govora, ricche di cloro, sodio, iodio, bromo, zolfo, magnesio e calcio, con l’aiuto delle quali vengono curate oggi soprattutto le malattie reumatiche, ma non solo.



    La data della scoperta è il 30 settembre 1881. Da allora, la zona conobbe uno sviluppo spettacolare, la stazione essendo fondata infatti attorno alle sorgenti, in un posto dove prima c’erano solo foreste. Uno dei promotori della stazione fu Ion C. Brătianu, il primo ministro liberale nel periodo precedente la Prima Guerra Mondiale. Abbiamo appreso dei particolari sulla storia delle Terme di Govora da Ionela Niţu, consigliera presso gli Archivi Nazionali del distretto di Vâlcea.



    Dal punto di vista amministrativo, la località Le Terme di Govora fu menzionata molto tempo dopo, nel 1908. Brătianu si impegnò molto nello sviluppo della stazione, inviando nella zona il medico Zorileanu nel 1886, con un’ambulanza e dei militari. Il medico si rese conto dell’importanza terapeutica delle acque e raccomandò a Brătianu che lo stato investisse nello sviluppo della stazione”, spiega Ionela Niţu.



    Nel 1887, la stazione ricevette dallo stato un credito di un milione di lei e fu avviata la costruzione dei primi edifici intorno alle sorgenti, tra cui il primo stabilimento balneare che ci descrive Ionela Niţu. Era una costruzione in legno. Negli anni successivi furono eretti i primi tre alberghi statali e cominciò lo sviluppo della stazione, perché oltre agli edifici fatti costruire dallo stato apparvero anche quelli privati. Dei primi edifici, eretti alla fine del 19-esimo secolo, alcuni si conservano ancora come l’Albergo Statale n.1, l’Hotel Ştefănescu, eretto intorno all’anno 1900 nel centro della stazione, l’edificio delle poste in centro-città risalente allo stesso periodo, ma anche altre ville che, per fortuna, sono resistite al passare del tempo. Nel 1910, fu costituita in partenariato pubblico-privato la Società Govora-Călimăneşti. Al suo nome è legata la costruzione di un edificio emblematico, l’Hotel Palace, sito nel parco della stazione. I lavori, cominciati nel 1911, si conclusero nel 1914. Era un edificio unico per l’inizio del XX-esimo secolo e voleva essere un modello per gli alberghi europei dell’epoca. Pochi erano allora gli alberghi che, nello stesso edificio, disponevano di ristorante, base di trattamento e sale per passare il tempo libero. Allo stesso periodo risale anche la ricostruzione dello stabilimento delle terme che esiste ancora oggi nel parco della stazione”, aggiunge Ionela Niţu.



    Lo sviluppo delle Terme di Govora continuò anche nel periodo interbellico, quando vennero fatti investimenti anche nell’infrastruttura, nelle strade, nel sistema delle fognature e di alimentazione con acqua. Ionela Niţu ci ha parlato anche di altri simboli delle Terme di Govora. Tra gli edifici di particolare interesse — quello del Casinò o il Cinema costruzione avviata nel 1928 progettata dalla prima donna-architetto, Virginia Andreescu-Haret. Inaugurato nel 1936, l’Hotel Balneara, è sito nel centro della stazione ed è stato realizzato in stile cubista”, conclude la nostra guida.



    Durante la guerra, Govora ospitò un numero impressionante di rifugiati polacchi: a ottobre 1939, ce n’erano circa 700, e nel 1941, persino alcuni membri del governo polacco, che si trovavano in esilio in Romania, furono ospitati nelle Terme di Govora. (traduzione di Gabriela Petre)

  • Bucharest Greeters

    Bucharest Greeters

    Bucharest Greeters è un’organizzazione informale, con il cui aiuto le persone che hanno tempo e sono disponibili possono fare da guida o si possono iscrivere sul sito, come turisti. Come si vede Bucarest dall’alto? Che strade nascoste ha la capitale? Dove si può servire una limonata deliziosa o mangiare i migliori “mititei” (polpetta cilindrica di carne, aromatizzata con pepe nero, aglio, santoreggia e altre spezie della tradizione locale) oppure covrigi (simit), sono domande a cui trovate le risposte giuste se ricorrete ai Bucharest Greeters.



    Irina Botnari, cofondatrice di Bucharest Greeters, ci ha spiegato come le è venuta l’idea. L’idea ci è venuta dopo aver beneficiato di un servizio del genere all’estero. Abbiamo scoperto una rete di Greeters a Tel Aviv, visitando questa città meravigliosa, abbiamo pensato che avremmo voluto scoprirlo in maniera diversa. Cercando free-walking tours, ci siamo imbattuti in alcuni greeters. Siamo stati molto contenti perché potevamo scoprire la città in un altro modo, abbiamo incontrato una persona che invece di 2-3 ore, ha passato con noi un’intera giornata, facendoci vedere la città in una maniera in cui non l’avremmo mai scoperta da soli. Di ritorno a Bucarest ci siamo resi conto che anche la capitale romena aveva bisogno di una simile iniziativa, ci siamo informati in merito, abbiamo saputo che infatti si tratta di una rete internazionale, con oltre 100 programmi in tutto il mondo, abbiamo fatto le pratiche necessarie — io e il mio collega e cofondatore, Filip Bunea. Si tratta di un progetto di volontariato, cominciato da noi due assieme ad alcuni amici che hanno creato la grafica del sito e si occupano di vari aspetti organizzativi. Io mi sono occupata della comunicazione, Filip della parte tecnica e da gennaio ad aprile abbiamo messo su il progetto. Ad aprile è cominciato il divertimento, perché non sapevamo come sarebbe stato accolto il progetto a Bucarest, come sarebbero venuti i turisti e come avremmo potuto attirarli, ma è andato tutto benissimo”, spiega Irina Botnari.



    Più tour-operator offrono giri di Bucarest. Il vantaggio di Bucharest Greeters è quello di essere un servizio gratuito, ma anche di offrire un perfetto adeguamento degli obiettivi da visitare alle richieste dei turisti. Perciò sin da quando abbiamo cominciato, i turisti hanno utilizzato i servizi della nostra associazione. Nei primi due mesi abbiamo avuto meno turisti, ma dopo l’estate sono cominciate a venire sempre più persone. I turisti ci trovano su bucharestgreeters.ro, compilano una scheda in cui ci dicono cosa vorrebbero vedere, quali sono i loro interessi, in che giorni si recano a Bucarest e nel momento in cui riceviamo la scheda compilata facciamo l’abbinamento fra turisti e greeters, cioè per ciascun gruppo di turisti troviamo un greeter con gli stessi interessi e la stessa disponibilità. Quando poi il turista arriva a Bucarest incontra il nostro greeter, vanno a passeggiare insieme, si conoscono, si legano amicizie, perché in fin dei conti è questa l’idea: far vedere una Bucarest amichevole”, aggiunge Irina Botnari.



    Quanto all’età dei greeters, la nostra interlocutrice ci ha confessato che all’inizio si aspettava che la maggior parte degli interessati fossero studenti. Però la pratica ha dimostrato che molta gente desidera provare questo tipo di esperienza. I greeters sono generalmente giovani, ma la loro età va dai 18 ai 56 anni. Non esistono limiti di età per i greeters perché anche i turisti hanno età diverse, dai giovani agli anziani che fanno ad esempio il giro dell’Europa, abbiamo avuto persino turisti con bambini piccoli. Tutti coloro che sono interessati a promuovere la propria città, la vogliono far vedere anche agli stranieri e hanno un po’ di tempo libero, essendo disposti a investire due-tre ore al mese o anche meno, si iscrivono nel programma. Attualmente abbiamo oltre 100 greeters. Ogni greeter stabilisce insieme al turista il percorso della gita. D’estate abbiamo notato che i turisti sono stati affascinati dai nostri giardini estivi, dai parchi, o dai locali che offrivano un’amaca e una limonata, mentre d’inverno il giro include due-tre obiettivi dopo di che tutti preferiscono ritirarsi in qualche locale per un té caldo, un pranzo e quattro chiacchere”, dice ancora Irina.



    Se i turisti chiedono di conoscere Bucarest tramite le attrattive culturali e di divertimento, i greeters passano in rassegna gli eventi culturali in programma in quel periodo per avere le offerte più attraenti. D’estate abbiamo portato i turisti a mostre, concerti, mentre lo scorso autunno abbiamo raccomandato il Festival Enescu. I giovani sono interessati agli eventi dedicati a loro, perciò li abbiamo portati sulla strada del libro, al festival internazionale di teatro B-FIT in the street”, che si svolge d’estate, o al Festival di jazz”, conclude Irina Botnari.



    Ma i greeters non si fermano quà. Dopo il successo riscosso a Bucarest, hanno pensato di estendere il servizio. Perciò a dicembre 2014, il progetto è stato lanciato anche a Cluj, mentre quest’anno si prefiggono di avviarlo anche a Sibiu, Timişoara e Braşov e attirare sempre più turisti nel prossimo periodo. (traduzione di Gabriela Petre)

  • Sondaggio sui giovani romeni

    Sondaggio sui giovani romeni

    I giovani di Romania ritengono che i principali problemi del Paese sono la corruzione, la povertà e i posti di lavoro. Lo rileva un sondaggio condotto da CURS per la Fondazione Ebert Romania, il quale indica i principali interessamenti dei giovani in età tra i 15 e i 29 anni sull’ambiente socio-economico, educazionale e politico. Oltre la metà dei giovani ritiene che in Romania le cose vanno in una direzione sbagliata e, anche se moltissimi si sentono capaci di cambiare delle cose nella politica, essi si dichiarano “molto delusi” dalle principali istituzioni politiche e “estremamente delusi” dai giovani politici. Circa la metà dei giovani di Romania vivono insieme ai genitori, mentre l’età ottima per il matrimonio sembra più avanzata rispetto alle generazioni precedenti. I redditi dei giovani dipendenti sono notevolmente differenti e aumentano con l’età. Gli uomini guadagnano più delle donne e gli abitanti degli ambienti urbani più di quelli degli ambienti rurali. Infine, i giovani di Bucarest intascano i più alti stipendi, mentre quelli della regione della Moldova (est) i più bassi.



    “Oltre tre quarti degli intervistati considerano che va di moda avere un bell’aspetto, essere indipendente, fare sport, avere una carriera. Si tratta di caratteristiche individuali, soprattutto se paragonate ad altre cose quali la fedeltà, il matrimonio, la partecipazione ad azioni civiche. Questa tendenza è più forte nei giovani di Bucarest. Le ragazze vogliono più dei ragazzi andare all’università ed essere fedeli in una relazione. In riferimento al consumo materiale e culturale nelle proprie abitazioni, c’è una notevole differenza tra i giovani che vivono in ambienti rurali e coloro che vivono in quelli urbani. I giovani che vivono in città spendono in casa di circa 300 lei (70 euro) in più rispetto a chi sta in campagna. Il gap non si limita solo al consumo materiale, ma si estende anche a quello culturale. Mentre il 27% dei giovani che vivono in città ha più di un centinaio di libri in casa, in campagna solo il 19% possiede un numero simile. La percentuale dei giovani che non ha nessun libro in casa è doppio negli ambienti rurali rispetto a quelli urbani, rispettivamente l’8,6% rispetto al 4,4%”, spiega il sociologo Radu Umbreş.



    A differenza della popolazione adulta, i giovani passano più tempo navigando su internet che guardando la tv. La differenza appare molto più evidente nei giovani laureati, e l’internet è utilizzato come divertimento, per accedere alle reti sociali o guardare dei video. La ricerca delle informazioni è indicata al terzo posto nell’uso dell’internet. Il sondaggio indica che, alla luce della diversificazione del sistema di insegnamento dopo il 1989, i giovani sono meglio istruiti rispetto ai genitori. Circa la metà degli intervistati sono integrati in una forma di insegnamento: due su tre vanno a scuola, al liceo o a una scuola di mestieri, circa il 30% all’università e il 7% corsi di master o dottorato. Nella regione della Transilvania, i giovani preferiscono le scuole di mestieri, mentre a Bucarest seguono i corsi dopolaurea. Solo un giovane su tre si dichiara contento del sistema di insegnamento di Romania, e la contentezza è in crescita per gli intervistati più giovani e per quelli degli ambienti rurali.



    “Anche se i giovani hanno beneficiato dell’espansione dell’istruzione superiore rispetto alla generazione dei genitori, si nota una forte tendenza di conservazione della posizione educazionale. In altre parole, i genitori con alta educazione riescono a trasmettere ai figli questo vantaggio. Il 70% dei giovani laureati sono figli di genitori laureati, a loro volta. Dall’alto lato, l’82% dei giovani che hanno seguito al massimo una scuola di mestieri provengono da famiglie in cui il padre ha avuto lo stesso livello educativo più basso. Queste cifre indicano un notevole processo di immobilità sociale, in altre parole una forma di inequità sociale in cui i vantaggi e gli svantaggi educazionali vengono trasmessi da una generazione all’altra”, aggiunge Radu Umbreş.



    In riferimento al mercato occupazionale, un giovane su tre lavora a tempo pieno, uno su dieci occasionalmente, e oltre la metà non è assunta in nessuna forma di lavoro retribuito. I giovani di Romania ritengono che le connessioni personali sono essenziali per trovare un posto di lavoro, seguite dall’esperienza professionale e dall’istruzione. Per scegliere un posto di lavoro, il più importante criterio è il salario. La maggioranza dei giovani vuole lavorare nel settore privato, e oltre il 20%, soprattutto uomini in età superiore ai 25 anni, che vive a Bucarest, vuole mettere sù il proprio affare. Circa il 40% dei giovani intervistati dichiara che vorrebbe andare all’estero sia per lavorare che per studiare, soprattutto nell’Europa occidentale. Tra i laureati si nota un’intenzione più accentuata di partire per gli Stati Uniti.



    Anche se oltre l’80% dei giovani si dichiarano cristiano-ortodossi, un terzo non crede in Dio o negano altri enunci di base della fede cristiano-ortodossa. Invece, si dichiarano contrari all’aborto. “Abbiamo scoperto di avere un piccolo problema in Romania, legata alla situazione dell’aborto e alla legislazione in merito. Oltre il 50% dei giovani considera che l’attuale legislazione sull’aborto andrebbe modificata. Il 19% degli intervistati si pronuncia per il divieto totale degli aborti per legge, e il 37% sostiene che le interruzioni di gravidanza andrebbero vietate, tranne le situazioni di emergenza. Quello che sorprende è il fatto che l’aborto in Romania non è un problema che divide le donne e i maschi. Le donne si pronunciano contro l’aborto in ugual misura come gli uomini. Dappertutto nel mondo, quando viene discusso questo problema, l’aborto è visto come un problema di genere, un problema delle donne”, spiega il sociologo Daniel Sandu.



    Moltissimi giovani sono fiduciosi di avere una vita molto migliore rispetto a quella dei genitori. Probabilmente, questa fiducia è legata alle possibilità offerte dalla libertà di movimento nell’Unione Europea, spiegano gli autori dello studio.








  • Relax alle Terme di Felix

    Relax alle Terme di Felix

    La Romania vanta più del 30% delle sorgenti termali dell’Europa. Aura Brânzaş, direttrice di un’agenzia di viaggi di Băile Felix (le Terme di Felix, provincia di Bihor, nord-ovest della Romania), con un’esperienza di 30 anni nel turismo balneoclimatico, raccomanda le stazioni romene per trattamento e svago.



    “L’offerta di queste stazioni include oltre ai trattamenti classici, anche procedure moderne di wellness e SPA. Ultimamente, le risorse naturali sono state ben valorizzate tramite ampi investimenti nell’infrastruttura turistica. Sono attivi nelle stazioni anche gabinetti di trattamento con prodotti originali Ana Aslan. I geriatri dell’Istituto Nazionale di Gerontologie e Geriatria Ana Aslan vantano decine di anni di esperienza in questo settore e, tramite la ricerca sul fenomeno dell’invecchiamento, possono aiutare a ottenere uno stato fisico e psichico ottimo, tramite cure profilattiche per la terza età”, spiega Aura Brânzaş.



    L’Istituto Nazionale di Gerontologia e Geriatria Ana Aslan, nei pressi di Bucarest, è stato il primo istituto del genere nel mondo e reca il nome della famosa scienziata, i cui trattamenti rivoluzionari vengono applicati in molti centri balneari di recupero. Ci sono anziani belli, attivi, e la vitalità è una forma di bellezza, di intelligenza, diceva Ana Aslan. Proprio per questo molto ricercate sono le Terme di Felix, a 9 chilometri dalla città di Oradea. Le acque termali sono la principale attrattiva della stazione, ma ci sono anche piscine, centri di wellness e spa, centri di trattamento balneare in alberghi a due, tre e quattro stelle, come ci ha raccontato Aura Brânzaş.



    “Vi si curano malattie reumatiche degenerative, ma anche neurologiche e ci sono anche trattamenti speciali, raccomandati dopo vari incidenti. La stazione è aperta tutto l’anno e ci sono anche molti turisti stranieri. La durata minima dei trattamenti è di 12 giorni e i pacchetti includono vitto, alloggio e tre procedure di trattamento al giorno. Tutti i turisti vengono esaminati dai medici, che raccomandano anche i trattamenti. I prezzi per i soggiorni di 12 giorni, per una persona, spaziano da 520 euro fuori stagione a 660 euro durante la stagione negli alberghi a 3 stelle, mentre in quelli a 4 stelle, da 595 euro fuori stagione, a 750 euro in piena stagione”, aggiunge Aura Brânzaş.



    Negli ultimi anni, i centri balneoclimatici si sono sviluppati moltissimo in Romania, spiega anche Ioana Marian, fondatrice del portale desprespa.ro e delle riviste SPA e wellness Romania.



    “I nuovi alberghi sono stati dotati anche di centri SPA, il che ha permesso l’allargamento della gamma di servizi offerti dai complessi balneari che prima offrivano solo trattamenti profilattici. Una volta all’anno pubblichiamo la brochure SPA business, che include tutti i centri SPA in Romania. L’anno scorso sono venuti nel nostro Paese 26.000 turisti stranieri. Le offerte sono numerose, i terapeuti ben preparati e molti centri SPA romeni sono paragonabili a quelli all’estero dal punto di vista dei servizi e delle dotazioni, ma molto meno cari”, dice Ioana Marian. (traduzione di Gabriela Petre)