Category: Attualità

  • Discussioni sul programma di rottamazione

    Discussioni sul programma di rottamazione

    I programmi di rottamazione chiamati Rabla sono stati attuati dal Ministero dell’Ambiente per rinnovare il parco auto in Romania, tramite la graduale eliminazione delle auto vecchie e inquinanti con quelle nuove. In particolare, Rabla Plus ha avuto l’ambizione e, in parte, è riuscita ad accelerare la dinamica degli acquisti di auto ibride ed elettriche, rispettose dell’ambiente. I romeni sono stati tentati di acquistare tali veicoli grazie ai generosi ecobonus, arrivati fino a 10.000 euro nel caso delle auto elettriche.

    Lo scorso anno, però, la diminuzione dell’ecobonus per i veicoli elettrici da 10.000 a 5.000 euro ha causato un calo del mercato di circa il 32%. Partendo da questa realtà, i rappresentanti dell’Associazione dei produttori di automobili in Romania stanno discutendo con le autorità gli scenari volti a rivitalizzare il programma Rabla.

    “Sin dallo scorso anno, abbiamo avviato il dialogo con l’Agenzia del Fondo per l’Ambiente e con il Ministero dell’Ambiente per elaborare il nuovo programma. Vogliamo un programma quinquennale, perché vogliamo prevedibilità fiscale, legislativa regolamentata. Questa è la prima base per lo sviluppo di un business fondato su sani principi. Per quanto riguarda il programma Rabla, vogliamo che sia un programma unico, che non ci siano più i programmi Rabla Clasic e Rabla Plus e che inizi il prima possibile”, ha detto il segretario generale dell’Associazione, Adrian Sandu.

    Secondo i rappresentanti dell’Associazione dei costruttori di automobili, se il finanziamento dell’ecobonus avverrà con le somme ottenute dai certificati verdi, è possibile che il suo valore sia più importante che se provenisse dal bilancio dello stato, soggetto quest’anno alle costrizioni. All’inizio del mese, l’Associazione dei produttori e importatori di automobili di Romania (APIA) ha annunciato di sostenere l’attuazione di un nuovo programma “Rabla” con sussidi efficienti di 8.500 euro per le auto elettriche, in grado di garantire prevedibilità almeno fino al 2030.

    L’associazione milita per misure legislative complementari per lo sviluppo delle infrastrutture delle stazioni di ricarica e per l’adozione di passi concreti e pianificati nella direzione della mobilità sostenibile in Romania. Secondo APIA, l’evoluzione del mercato nel 2025 dipenderà sia da fattori economici e dalla domanda dei consumatori, che dalle decisioni politiche che possono accelerare o rallentare la transizione verso l’elettromobilità.

    L’APIA prevede che, nel 2025, il mercato generale dei veicoli nuovi immatricolati non crescerà più come negli ultimi tre anni, con un leggero calo stimato dello 0,4%, con un numero di 179.000 unità vendute. Allo stesso tempo, i veicoli “elettrificati” registreranno un aumento del 34,6% rispetto al 2024, con un ritmo molto più intenso rispetto agli anni precedenti, trend che sarà direttamente influenzato dalle future condizioni di sussidio. La Romania è al quinto posto nella lista dei maggiori produttori di automobili in Europa e l’industria automobilistica nazionale ha generato un fatturato di 35 miliardi di euro nel 2023, in crescita rispetto ai rapporti precedenti.

  • Decisioni sulla sicurezza nel Parlamento di Bucarest

    Decisioni sulla sicurezza nel Parlamento di Bucarest

    I deputati hanno adottato senza emendamenti, come prima camera, un disegno di legge che consente l’abbattimento dei droni che entrano illegalmente nello spazio aereo romeno. Più specificamente, i droni che entrano illegalmente nello spazio aereo nazionale saranno distrutti o neutralizzati se le forze militari romene o della NATO non potranno controllarli. Sempre la Camera dei Deputati ha adottato anche il ddl che regolamenta lo svolgimento delle missioni militari in Romania in tempo di pace.

    Una delle misure prevede che, per un periodo di tempo limitato, l’autorità di alcune strutture dell’Esercito romeno venga trasferita a un comandante delle forze militari alleate che partecipano a queste missioni. I ddl sono stati criticati dall’opposizione populista-sovranista rappresentata da S.O.S. Romania, POT (Partito della Gente Giovane) e AUR (Alleanza per l’Unione dei Romeni).

    “La NATO non è uno strumento di cessione della sovranità. Non sappiamo chi sarà al governo domani. Volete che ci esponiamo al rischio che, a un certo punto, qualcuno, chiunque, venga e utilizzi questo strumento per esercitare misure repressive contro la popolazione civile della Romania?”, ha detto la deputata AUR, Ramona Bruynseels.

    Il socialdemocratico Daniel Suciu ha risposto: “Cosa volete, onorevoli colleghi all’opposizione, che parlate di trasferimento di sovranità e non è vero, non si tratta di questo… cosa volete? Che i droni colpiscano le nostre scuole? Che i droni caddano nelle nostre città e poi alzare le spalle dicendo che il Parlamento non ha fatto il suo lavoro?”

    Insieme ai deputati del PSD, a favore dei ddl hanno votato i colleghi della maggioranza – PNL e UDMR, così come l’USR (all’opposizione). Dopo l’adozione dei due documenti riguardanti il controllo dell’uso dello spazio aereo nazionale e lo svolgimento in tempo di pace delle missioni militari sul territorio della Romania, il Ministero della Difesa ha apportato una serie di precisazioni. Ciò, nel contesto in cui, secondo il Ministero, l’adozione dei progetti ha generato “un’ampia campagna di disinformazione e false informazioni distribuite massicciamente da utenti di Romania su diverse piattaforme digitali”. Il Ministero della Difesa indica che sono stati percorsi tutti gli iter procedurali imposti nel caso di questi ddl, compresi i dibattiti pubblici.

     

  • Giornata Nazionale Constantin Brâncuși

    Giornata Nazionale Constantin Brâncuși

    Nel 2015, il Parlamento ha adottato una legge che istituisce come festività nazionale la Giornata Constantin Brâncuși del 19 febbraio. Uno dei più grandi scultori del XX secolo, è celebrato attraverso una rosa di eventi culturali nella Capitale e in diverse città del paese.

    Gli eventi hanno avuto inizio martedì presso l’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, con la proiezione del documentario “Brâncuși, le metamorfosi della scultura”, per il quale sono stati utilizzati archivi video rari provenienti dall’atelier del grande scultore romeno. Nel successivo periodo, l’Istituto Culturale Romeno ha in programma eventi tematici anche all’estero: mostre, proiezioni di film o conferenze a Pechino, Istanbul, Madrid, Tel Aviv, Londra, Parigi, Vienna, Lisbona o Stoccolma.

    Personalità emblematica della cultura romena, Brâncuși ha dato un contributo essenziale al rinnovamento della visione plastica nella scultura contemporanea universale. Figlio di un falegname povero, nacque il 19 febbraio 1876 a Hobița, in provincia di Gorj. Fin da giovane, lasciò più volte casa e lavorò in diversi laboratori di verniciatura, negozi e taverne. Lavorò come apprendista a Craiova, dove scoprì la sua abilità nell’artigianato costruendo un violino con i materiali trovati nella bottega. Successivamente si iscrisse alla Scuola di Arti e Mestieri della stessa città.

    Dopo aver frequentato la Scuola d’Arte di Craiova (1894-1898), si trasferì a Bucarest per laurearsi presso la Scuola di Belle Arti (Università Nazionale d’Arte – 1902). Da studente, realizzò numerose opere, molte delle quali vinsero medaglie. Nel 1904, Brâncuși decise di partire a piedi per Parigi, fermandosi a Budapest e Vienna. Nel 1905, si iscrisse alla Scuola Nazionale di Belle Arti di Parigi e un anno dopo le sue opere furono esposte al Salon d’Automne nella capitale francese.

    Nel 1907, tre opere dello scultore furono presentate al salone della Società Nazionale delle Arti Francesi. All’inaugurazione era presente anche il celebre scultore francese Auguste Rodin, che invitò Brâncuși a diventare suo apprendista, offerta che il romeno rifiutò, dicendo che “all’ombra dei grandi alberi non cresce nulla”. Negli anni successivi, realizzò sculture divenute famose, tra cui “Il bacio”, “Maiastra”, “Mademoiselle Pogany” e “Figliol prodigo”.

    Nel 2024, l’UNESCO ha inserito nella lista del patrimonio universale il complesso scultoreo “Via degli Eroi” di Târgu Jiu, un omaggio agli eroi caduti durante la prima guerra mondiale, celebre per “Il tavolo del silenzio”, “La porta del bacio” e “La colonna senza fine”, concepite e realizzate dal grande scultore romeno tra il 1937 e il 1938. Constantin Brâncuși si spense il 16 marzo 1957 e fu sepolto nel cimitero di Montparnasse a Parigi.

  • Gli europei serrano i ranghi

    Gli europei serrano i ranghi

    Tra pochi giorni saranno passati tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca. Tre anni in cui è difficile, se non impossibile, individuare incontri al vertice sul tema del conflitto e degli aiuti occidentali a Kiev in cui gli europei non si siano seduti allo stesso tavolo con gli americani. Lo hanno fatto lunedì a Parigi i leader dei principali Stati dell’Unione e i capi delle istituzioni dell’UE in occasione di un vertice informale di emergenza. Sono stati costretti a riunirsi dal modo in cui Washington, sempre più imprevedibile sotto la nuova amministrazione Trump, tratta i suoi tradizionali alleati oltre Atlantico. Il generale Keith Kellogg, inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per l’Ucraina e la Russia, aveva dichiarato alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco che i leader europei sarebbero stati consultati, ma non avrebbero partecipato ai negoziati per porre fine alla guerra.

    La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa hanno dichiarato lunedì che l’Ucraina merita una pace che rispetti la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale e sia sostenuta da forti garanzie di sicurezza. Una pace tramite la forza, come l’hanno definita i due. Loro hanno promesso che l’Europa offre tutto il suo aiuto militare all’Ucraina e considera pericoloso concludere un cessate il fuoco senza un accordo di pace. Questa è la lezione appresa dagli accordi di Minsk, che hanno cercato di porre fine al conflitto dopo l’occupazione russa della penisola ucraina di Crimea e di Sebastopoli nel 2014. Secondo il primo ministro britannico Keir Starmer, è giusto che le nazioni europee, compreso il Regno Unito, dimostrino il desiderio di fare di più per l’autodifesa collettiva. L’Europa è pronta a investire di più nella nostra sicurezza, ha assicurato il Segretario generale della NATO, Mark Rutte.

    Il vertice si è concluso con un appello all’unità per la sicurezza transatlantica e alla responsabilità per l’Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato lunedì sera di aver discusso con il presidente francese Emmanuel Macron delle garanzie di sicurezza e del raggiungimento di una pace duratura in Ucraina. “Condividiamo una visione comune: le garanzie di sicurezza devono essere solide e praticabili”, ha scritto Zelensky sulla piattaforma X. A suo avviso, qualsiasi altra decisione in assenza di tali garanzie, come una fragile tregua, sarebbe solo un’altra truffa russa e una preparazione per una nuova guerra russa contro l’Ucraina o altri Paesi europei.

    A Bucarest, il consigliere presidenziale Cristian Diaconescu ha categoricamente smentito le informazioni apparse nello spazio pubblico secondo le quali la Romania avrebbe ricevuto un invito all’incontro di Parigi e non avrebbe agito. Egli ha annunciato che la parte romena sta lavorando per aprire una serie di canali di comunicazione e che presto ci saranno sviluppi dal punto di vista del posizionamento della Romania, della creazione di un certo tipo di solidarietà europea e transatlantica, perché entrambe sono nell’interesse della sicurezza del Paese.

  • Inverno autentico in Romania

    Inverno autentico in Romania

    Le condizioni meteorologiche di metà febbraio portano un primo episodio di autentico inverno in diverse zone della Romania. L’Amministrazione Nazionale di Meteorologia ha emesso un’allerta a codice giallo per nevicate, valido fino a martedì mattina, in sei province della metà meridionale e nella Capitale. Nevicherà moderatamente e lo strato di neve arriverà generalmente a 10 – 20 cm.

    Le intensificazioni del vento raggiungeranno temporaneamente i 45 km/h. Contemporaneamente, fino a mercoledì è in vigore un altro codice giallo per gelo, che interessa 18 province nella metà settentrionale. In queste regioni, così come nelle zone montuose, farà particolarmente freddo, con gelo di notte e di mattina, e temperature minime generalmente comprese tra -16 e -10 gradi.

    A Bucarest, il tempo rimarrà particolarmente freddo, con temperature massime negative e nevicate che porteranno uno strato consistente. Il Comune della Capitale ha annunciato di essere pronto a operare con oltre 300 attrezzature. In diverse province, il traffico si svolge in condizioni invernali, ma non ci sono strade nazionali o autostrade bloccate a causa delle condizioni meteorologiche. La polizia stradale raccomanda ai conducenti di guidare con molta prudenza e di rispettare tutte le regole del codice. Inoltre, si consiglia agli automobilisti di non mettersi in viaggio se la propria auto non è equipaggiata per l’inverno.

    “Dobbiamo adottare un comportamento preventivo quando guidiamo e mostrare più tolleranza nel traffico. Raccomandiamo ai conducenti di controllare le condizioni e il tipo di pneumatici, di guidare a una velocità costante, adatta alle condizioni meteorologiche della strada, e di mantenere una distanza maggiore nel traffico, per poter fermare in sicurezza”, ha dichiarato il vicedirettore della Polizia Stradale, Bogdan Oproiu.

    Anche nei due aeroporti di Bucarest il traffico aereo si svolge in condizioni invernali, ma entro parametri normali, secondo i piani di volo. L’attrezzatura viene costantemente utilizzata per mantenere le condizioni operative ottimali, ma alcuni voli potrebbero subire ritardi a causa della necessità di rimuovere il ghiaccio dall’aereo, operazione che viene eseguita dopo l’imbarco dei passeggeri, spiega la Compagnia Nazionale Aeroporti di Bucarest.

    Il traffico ferroviario è aperto su tutte le linee nel paese e la circolazione dei treni è adattata alle condizioni meteorologiche difficili, informano le Ferrovie Romene (CFR). Secondo la fonte citata, prima di partire, i passeggeri sono invitati a chiedere informazioni sulle condizioni del traffico ai rappresentanti degli operatori del trasporto ferroviario.

    I meteorologi avvertono che fino alla fine della settimana il tempo sarà freddo in tutto il paese. Ci saranno notti e mattine gelide, dapprima nel nord e nelle depressioni, poi localmente anche nelle altre regioni, mentre in giornata le temperature saranno prevalentemente negative.

  • Droni russi precipitati in Romania

    Droni russi precipitati in Romania

    A Bucarest, il Ministero degli Affari Esteri condanna fermamente il recente attacco irresponsabile delle forze russe, dopo che due droni carichi di esplosivo hanno violato lo spazio aereo romeno e sono caduti sul territorio della Romania in prossimità del confine con l’Ucraina. L’incaricato d’affari di Mosca a Bucarest è stato convocato d’urgenza presso la sede del Ministero degli Affari Esteri e gli è stata comunicata la ferma condanna delle ripetute violazioni dello spazio aereo della Romania da parte di veicoli senza pilota delle forze militari russe, che rappresentano una flagrante violazione del diritto internazionale da parte di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

    Allo stesso tempo, il Ministero degli Esteri ha sottolineato che questi attacchi illegali e irresponsabili devono cessare e che la Romania si riserva il diritto di adottare le misure di risposta necessarie. Queste azioni sono parte inseparabile dell’aggressione illegale e non provocata della Russia contro l’Ucraina, che da quasi tre anni genera rischi per la sicurezza dell’intera regione del Mar Nero e del fianco orientale dell’Alleanza Nord Atlantica, indica il MAE.

    Quattro aerei da combattimento sono decollati dalla Base aerea “Mihail Kogălniceanu” dopo che i radar hanno rilevato, nella notte tra mercoledì e giovedì, diversi obiettivi nello spazio aereo ucraino, vicino al confine con la Romania, con una possibile zona di impatto segnalata sul territorio nazionale nei pressi della città di Galaţi (a est). In Romania, un team di specialisti del Ministero della Difesa, del Servizio Romeno di Informazioni e del Ministero degli Interni ha condotto giovedì delle indagini nei pressi del confine tra la Romania e l’Ucraina, dove sono stati rinvenuti frammenti derivanti dall’impatto dei droni russi.

    In seguito alle indagini effettuate sul posto, è stato accertato che entrambi i droni avevano a bordo cariche esplosive, distrutte nell’impatto con il suolo. Le due location si trovano fuori dalle zone abitate e non sono stati danneggiati elementi di infrastruttura sul territorio nazionale, precisa il Ministero della Difesa.

    Anche le autorità della confinante Repubblica di Moldova, a maggioranza romenofona, hanno riferito che due droni russi hanno violato lo spazio aereo del paese e sono esplosi al suolo nella notte tra mercoledì e giovedì, durante un massiccio attacco russo al porto di Reni in Ucraina. I due droni sono caduti fuori dalle zone abitate. I territori sono stati isolati e in questo momento non vi è alcun pericolo per i cittadini, ha spiegato la presidente Maia Sandu su Facebook. Nel suo post, ha sottolineato che droni e bombe russe cadono ed esplodono nella Repubblica di Moldova e che non ci sono le capacità di difesa necessarie.

    La NATO è al fianco della Repubblica di Moldova di fronte alle azioni destabilizzanti e agli atti terroristici del Cremlino, ha assicurato il segretario generale Mark Rutte dopo la riunione dei ministri della Difesa degli stati membri, svoltasi giovedì a Bruxelles. Le azioni a cui ricorre Mosca nella Repubblica di Moldova, ma anche in altri stati, sono in realtà “azioni di diversione e terrorismo”, finanziate dallo stato russo, ha aggiunto Mark Rutte. La riunione ha avuto luogo poco dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato di aver iniziato a discutere con il suo omologo russo, Vladimir Putin, sulla pace in Ucraina.

  • Rapporto sulla criminalità organizzata

    Rapporto sulla criminalità organizzata

    Insieme ad altri stati europei, la Romania è stata presa di mira nel 2024 da azioni di “sabotaggio” e attacchi ibridi specifici della Russia, con l’obiettivo di testare la preparazione alla difesa dei paesi della NATO e individuare debolezze nelle infrastrutture, afferma la Direzione per l’Investigazione dei Reati di Criminalità Organizzata e Terrorismo (DIICOT) nel suo rapporto per lo scorso anno. Secondo il documento, “a partire dal 2022, si sono verificati almeno 50 incidenti in 13 paesi in Europa, che potrebbero essere operazioni ibride russe”. Si tratta di casi di spionaggio, diversione, vandalismo, attacchi informatici, campagne di disinformazione e tre attacchi a infrastrutture sottomarine nel Mar Baltico.”

    Il rapporto evidenzia inoltre che lo scorso anno la Romania non si è confrontata con una minaccia terroristica concreta e non si sono verificati attacchi terroristici, il rischio restando, quindi, basso. Inoltre, secondo la DIICOT, i sostenitori di Romania di alcune organizzazioni terroristiche hanno continuato a svolgere solo alcune attività di supporto, prive, però, di consistenza e portata. D’altro canto, i dati della Direzione mostrano che il consumo di stupefacenti è costantemente aumentato, con la cannabis come droga più ricercata che, d’altronde, è anche quella più sequestrata dalle autorità.

    Per quanto riguarda le droghe ad alto rischio, la Romania è principalmente un paese di transito e i porti del Mar Nero possono rappresentare un’alternativa per l’introduzione di queste sostanze nell’Unione Europea. L’anno scorso, i procuratori della DIICOT hanno dovuto risolvere 33.000 casi di traffico di droga, quasi un quarto in più rispetto al 2023. Nel 2024, gli investigatori hanno sequestrato oltre una tonnellata di stupefacenti leggeri e ad alto rischio, oltre 7 tonnellate di sostanze dopanti proibite e circa 16 tonnellate di polpa di frutta contenente cocaina. Sono state sequestrate anche oltre 12.000 piante o raccolti di cannabis, quattro volte di più rispetto all’anno precedente.

    Il rapporto evidenzia inoltre che i sistemi di distribuzione tramite pacchi sono stati tra i metodi maggiormente utilizzati per introdurre piccole e medie quantità di droga nel paese. Un altro aspetto evidenziato dal rapporto della DIICOT è che, ultimamente, il numero di minorenni coinvolti nel traffico di droga è aumentato notevolmente e i trafficanti stanno utilizzando nuovi metodi per portare e vendere sostanze proibite in Romania, tra cui piattaforme online specializzate con pagamento in criptovalute. I dati dell’Agenzia Nazionale Antidroga indicano un aumento costante del consumo di droga in Romania. Il mercato interno è dominato dai consumatori di Bucarest, il cui numero è relativamente stabile, ed è alimentato da gruppi criminali della zona legati alla comunità turca nel segmento delle importazioni e ai clan rom nel segmento della distribuzione stradale – precisa inoltre l’Agenzia.

  • Dichiarazione congiunta sull’intelligenza artificiale

    Dichiarazione congiunta sull’intelligenza artificiale

    58 paesi di tutti i continenti hanno firmato martedì a Parigi una dichiarazione congiunta per “un’intelligenza artificiale aperta, inclusiva ed etica”, al termine di un incontro co-presieduto da Francia e India. “Sottolineiamo la necessità di una riflessione globale, in particolare sulle questioni di sicurezza, sviluppo sostenibile, innovazione, rispetto del diritto internazionale, compreso quello umanitario e la protezione dei diritti umani, uguaglianza tra donne e uomini, diversità linguistica, protezione dei consumatori e diritti di proprietà intellettuale”, si legge nella dichiarazione a cui hanno aderito i paesi dell’Unione Europea, Canada, India, Cina e l’Unione Africana.

    Il padrone di casa dell’incontro, il presidente francese Emmanuel Macron, citato dalla corrispondente di Radio Romania a Parigi, afferma che “vogliamo un quadro che eviti l’uso dell’intelligenza artificiale per il controllo di massa. Quindi stiamo gettando qui non solo le basi dell’innovazione e del progresso, ma anche quelle della fiducia, che consentiranno all’intelligenza artificiale di progredire e resistere”.

    La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il lancio del partenariato pubblico-privato “Champions Initiative”, il più grande al mondo, per investimenti record nel settore a livello comunitario, pari a 200 miliardi di euro. Ursula von der Leyen sostiene che l’Europa diventerà il continente leader in materia di intelligenza artificiale che rispetta i diritti umani e i valori democratici.

    Presente all’incontro, il ministro dell’Economia e della Digitalizzazione romeno, Bogdan Gruia Ivan, ha dichiarato a Radio Romania che Bucarest è pronta a svolgere il suo ruolo nello sviluppo di questa tecnologia del futuro. “L’Europa ha finalmente capito quanto sia importante essere al tavolo di coloro che definiscono il futuro del mondo. Ecco perché anche la Romania è qui. Due mesi fa, abbiamo firmato un accordo di finanziamento del valore di 64 milioni di euro per il polo romeno dell’intelligenza artificiale, che collega le università tecniche di Romania e che ci porta automaticamente in questo progetto della Commissione Europea come hub regionale di ricerca”, ha dichiarato il ministro Bogdan Gruia Ivan.

    I media internazionali notano che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna non sono tra i firmatari della dichiarazione congiunta, a causa di divergenze di opinione sulla regolamentazione delle nuove tecnologie. A differenza di un’Europa che vuole muoversi più velocemente, definendo allo stesso tempo un quadro per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, gli americani vogliono fare “ogni sforzo possibile per incoraggiare politiche pro-crescita” in questo settore. Secondo il nuovo vicepresidente americano, il repubblicano J.D. Vance, una regolamentazione eccessiva potrebbe uccidere un’industria in forte espansione. La posizione di Washington e Londra, affermano i commentatori, ha evidenziato il confronto di due visioni del mondo.

  • Promulgata Finanziaria 2025

    Promulgata Finanziaria 2025

    I due ddl sono stati approvati velocemente la scorsa settimana dalla plenaria del Parlamento. Dall’opposizione, i parlamentari di AUR, USR, SOS Romania e POT hanno presentato migliaia di emendamenti, bocciati, però, dalla maggioranza PSD-PNL-UDMR. Le opposizioni hanno accusato che, a causa della rapidità, molti emendamenti sono stati respinti senza essere stati attentamente verificati.

    D’altro canto, i bilanci dei ministeri sono stati adottati nella forma arrivata dalle commissioni e uno dei pochi emendamenti ammessi riguarda fondi aggiuntivi per il Ministero della Salute. Contemporaneamente, attraverso un altro emendamento, è stato eliminato lo stanziamento dell’importo di 700.000 lei (circa 140.000 euro), inizialmente previsto nel bilancio della Corte Costituzionale, per il rimborso dei medicinali per i dipendenti dell’istituzione e per gli ex giudici andati in pensione.

    La bozza della Finanziaria per il 2025 è stata approvata dal Governo il 1° febbraio e si basa su una crescita economica del 2,5% e un deficit di bilancio pari al 7% del PIL. Il bilancio 2025 consentirà di proseguire il processo di sviluppo del paese, ha detto il primo ministro Marcel Ciolacu. Sono aumentati gli importi destinati al Ministero della Salute, alle autostrade e alle ferrovie, ma anche all’istruzione, ha sottolineato il premier, respingendo l’idea di un bilancio di austerità.

    Da parte sua, il ministro delle Finanze, Tanczos Barna, ha dichiarato che il bilancio dello stato per il 2025 è “moderato” e si basa su un prudente aumento delle entrate, “senza esagerazioni”. Il ministro ha precisato che ci sono “sufficienti soldi per stipendi, pensioni e aiuti sociali”. Il bilancio è stato criticato non solo dall’opposizione, ma anche dai patronati e dai sindacati, mentre gli esperti del Consiglio Fiscale hanno detto che le entrate sono state sopravvalutate.

    Il bilancio 2025 arriva dopo che, alla fine della scorsa settimana, una delegazione del FMI ha concluso i colloqui svolti a Bucarest con i rappresentanti delle principali istituzioni responsabili delle politiche monetarie e fiscali in Romania. Non si è trattato di una missione di valutazione, ma solo informativa, e il primo ministro Marcel Ciolacu ha trasmesso agli esperti l’impegno a rispettare il deficit di bilancio concordato con la CE e ad attuare le riforme assunte attraverso il PNRR.

    Il FMI ha pubblicato le sue ultime previsioni sull’evoluzione dell’economia romena lo scorso autunno, stimando per il 2025 un deficit del 7%, pari a quello fissato dal Governo. Le stime del FMI sono, però, più ottimistiche, sia per quanto riguarda la crescita economica, pari al 3,3%, rispetto al 2,5% previsto dalle autorità di Bucarest, sia per l’inflazione, calcolata al 3,6%, al di sotto dell’obiettivo del 4,4 stabilito dal Governo.

  • Irregolarità relative alla mostra di Assen

    Irregolarità relative alla mostra di Assen

    La polizia olandese sta cercando di rintracciare i reperti del tesoro romeno rubati il 25 gennaio dal Drents Museum di Assen. I tre sospettati fermati in questo caso sensibile si rifiutano di dire cosa abbiano fatto con gli oggetti rubati, un elmo e tre braccialetti d’oro, mentre un quarto sospettato, identificato dalle autorità, non è stato ancora catturato. Un detective d’arte olandese ritiene che ci sia il 50% di rischio che i ladri abbiano già fuso i reperti d’oro, alimentando l’ansia e i timori della parte romena su come andrà a finire questo caso. Il fatto che la polizia abbia arrestato rapidamente i sospettati fa sperare al detective che i ladri non abbiano avuto il tempo di farlo, ma la loro persistenza nel non dire alla polizia dove si trovano i reperti lo preoccupa, scrive la stampa olandese.

    A Bucarest, l’Organo di controllo del primo ministro ha verificato il modo in cui sono stati dati in prestito gli oggetti dal Museo Nazionale di Storia della Romania al Drents Museum, nonchè la maniera in cui si è svolta la mostra. Il rapporto ha evidenziato, da un lato, carenze o lacune legislative in materia di tutela del patrimonio culturale e, dall’altro, scostamenti dal rispetto del quadro giuridico che regola l’esportazione temporanea di beni culturali mobili classificati. Dai controlli è emerso che le misure e le condizioni di sicurezza e protezione antieffrazione proposte dalle entità straniere a cui i beni sono stati prestati non sono state sottoposte ad analisi specializzate.

    La situazione è stata causata, da un lato, dalla mancanza di norme stabilite in materia e dalla mancata definizione di attribuzioni specifiche all’interno delle strutture organizzative e degli enti coinvolti nell’approvazione dell’esportazione temporanea. L’analisi delle misure di sicurezza accettate dal Museo Nazionale di Storia per l’organizzazione della mostra temporanea al Drents Museum nei Paesi Bassi, rispetto a quelle stabilite per le mostre di Madrid e Roma, ha evidenziato che sono state meno rigorose, almeno in termini di garanzia della sicurezza con personale specializzato 24 ore su 24.

    D’altro canto, gli iter relativi all’organizzazione di una mostra nei Paesi Bassi non hanno fatto l’oggetto dell’analisi e dell’approvazione formale del consiglio di amministrazione del museo. Tale comportamento rappresenta una deviazione dalle norme che regolano l’organizzazione e il funzionamento del Museo Nazionale di Storia della Romania. Non in ultimo, per alcuni di questi beni, l’ultima rivalutazione a fini assicurativi è stata effettuata più di 14 anni fa, sebbene, secondo la norma, tale operazione dovesse essere effettuata ogni 10 anni. L’esito dei controlli è stato comunicato alla Procura presso l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia. In questo contesto, il ministro della Cultura, Natalia Intotero, ha annunciato che proporrà l’inasprimento del quadro legislativo che regola le condizioni per organizzare mostre all’estero.

  • Centri ambulatoriali per infezioni virali respiratorie

    Centri ambulatoriali per infezioni virali respiratorie

    In Romania vige lo stato di allerta epidemiologica a causa dell’elevato numero di infezioni respiratorie. Nelle ultime settimane, i casi di influenza, infezioni virali e polmonite sono aumentati, superando la media delle stagioni precedenti. Gli ospedali hanno imposto restrizioni alle visite e le autorità sanitarie ricordano alla popolazione di rispettare le norme igieniche, di evitare luoghi affollati e l’ingresso nelle collettività di persone con sintomi influenzali. Il Ministero della Salute raccomanda il triage di osservazione quotidiano negli istituti scolastici e l’isolamento domiciliare dei bambini sintomatici.

    Il ministro della Salute, Alexandru Rafila, ha affermato che l’influenza ha un’evoluzione stagionale, rispettivamente nell’emisfero settentrionale e meridionale. “Sicuramente è uno sforzo maggiore, i tempi di attesa sono più lunghi, ma questo accade ovunque, non possiamo fare a meno di riscontrare problemi anche in Romania. Stiamo facendo tutto il possibile, noi e le autorità sanitarie pubbliche locali, per gestire questa situazione in modo favorevole”, ha detto Alexandru Rafila.

    Poiché in Romania il numero di malattie aumenta di settimana in settimana e i reparti di pronto soccorso degli ospedali sono sovraccarichi, sono stati aperti in tutto il paese più di 300 centri per la valutazione medica ambulatoriale in caso di virus respiratori e influenza. L’elenco delle strutture a cui possono rivolgersi i romeni con tali problemi è stato pubblicato dal Ministero della Salute. La misura è stata adottata per ridurre la pressione sui reparti di pronto soccorso degli ospedali, visto che le infezioni virali sono raddoppiate la scorsa settimana, quando sono stati registrati oltre 170.000 casi e 15 persone sono morte a causa dell’influenza, portando a 35 il numero dei decessi per questa malattia dall’inizio della stagione.

    Il ministro della Salute, Alexandru Rafila, ha affermato che ogni anno, quando arriva la stagione dell’influenza, la situazione si complica, sia per gli adulti che per i bambini, ma questo è il periodo più intenso degli ultimi anni in termini di numero di contagi. Il ministro ha precisato che i pazienti che presentano sintomi devono innanzitutto contattare il proprio medico di famiglia e solo in seguito, se le condizioni peggiorano o compaiono sintomi preoccupanti, si raccomanda di presentarsi presso i centri permanenti o nelle strutture ambulatoriali organizzate dagli ospedali in Romania.

    Il ministro della Salute ha inoltre dichiarato di non sostenere la chiusura delle scuole, sottolineando che gli studenti con infezioni respiratorie non vanno mandati nelle comunità. Alexandru Rafila ha sottolineato che, dal suo punto di vista, la soluzione migliore è quella di proseguire le attività didattiche.

  • Rapporto francese sulle interferenze digitali

    Rapporto francese sulle interferenze digitali

    La crisi politica a Bucarest, senza precedenti nei 35 anni di democrazia romena postcomunista, è diventata un caso di studio per gli esperti stranieri. La manipolazione dell’informazione sulle reti sociali, utilizzata nel primo turno delle elezioni presidenziali in Romania, può ripetersi in qualsiasi altro paese, ammonisce il rapporto di un’istituzione governativa francese – VIGINUM, citato dalla corrispondente di Radio Romania a Parigi. Le ricerche di questo ufficio, incaricato della protezione dalle interferenze digitali straniere, indicano l’esistenza di manovre molto sofisticate che avrebbero perturbato il regolare svolgimento delle elezioni romene.

    Si tratterebbe di mobilitare migliaia di account, con l’obiettivo di aumentare artificialmente la frequenza di parole chiave associate al candidato indipendente Călin Georgescu, accusato dai suoi oppositori politici di legami o almeno affinità con la Russia putinista. L’algoritmo di raccomandazione della rete cinese TikTok è stato manipolato in modo che i rispettivi post apparissero nei feed di notizie degli utenti, il che ha portato, in sole due settimane, alla crescita esponenziale della popolarità di Georgescu.

    Oltre 100 influencer di TikTok senza particolari interessamenti politici e con oltre otto milioni di iscritti attivi sarebbero stati reclutati per partecipare, senza rendersene conto, a una campagna volta a dare visibilità al candidato nazionalista. Il rapporto aggiunge che i fenomeni osservati non si sono limitati a TikTok, ma sono state individuate altre modalità operative sulle piattaforme del gruppo Meta – Facebook e Instagram.

    Dopo la Georgia e la confinante Repubblica di Moldova (ex sovietica, a maggioranza romenofona), la Romania è stata il terzo paese europeo colpito, alla fine del 2024, dalla manipolazione su larga scala del processo elettorale, afferma VIGINUM, precisando che, in questa fase, il committente della campagna pro-Georgescu resta sconosciuto. Anche a Bucarest permangono innumerevoli incognite. Organizzato il 24 novembre 2024, il primo turno delle presidenziali è stato inizialmente convalidato dalla Corte Costituzionale.

    Successivamente, sulla base dei documenti forniti dal Consiglio Supremo di Difesa del Paese, la stessa Corte ha invocato le ingerenze di un attore statale e ha deciso di annullare l’intero processo elettorale. Il ballottaggio, previsto per l’8 dicembre, avrebbe visto come sfidanti Călin Georgescu e la leader dell’USR (all’opposizione), la filoeuropea Elena Lasconi. All’estero, dove il 6 dicembre erano stati aperti i seggi elettorali per la tornata decisiva, decine di migliaia di romeni avevano già votato prima che la Corte Costituzionale decidesse di annullare le elezioni.

    Tuttavia, la Commissione di Venezia afferma che una tale decisione non dovrebbe basarsi esclusivamente su informazioni classificate, che non garantiscono la necessaria trasparenza, ma indicare con precisione le violazioni e le prove. I membri della Commissione, esperti indipendenti di diritto costituzionale, sostengono inoltre che è particolarmente difficile dimostrare violazioni della legge attraverso campagne online e social media.

  • Simona Halep annuncia il ritiro dal tennis

    Simona Halep annuncia il ritiro dal tennis

    È difficile vedere una così grande campionessa abbandonare lo sport, hanno scritto gli americani di Tennis Letter, piattaforma specializzata nelle informazioni su questo sport, dopo l’annuncio sul ritiro di Simona Help. L’atleta originaria di Costanza ha ispirato molte persone nel corso del tempo, sottolinea Tennis Letter.

    “Non so se sia tristezza o gioia, credo che sto provando entrambi i sentimenti. Ma prendo questa decisione con l’anima serena. Sono sempre stata realista con me stessa. Ormai il mio corpo non regge così tanto per arrivare dove probabilmente sono arrivata. È molto difficile arrivarci perché so cosa significa arrivarci.” Sono queste le parole di Simona, pronunciate dopo essere stata sconfitta dall’italiana Lucia Bronzetti martedì a Cluj, nel primo turno del torneo Transylvania Open.

    E in seguito, in una conferenza stampa, ha dichiarato: “Sono in pace, so di non aver fatto nulla di sbagliato nei confronti del tennis. In questo momento, voglio solo riposarmi, sono una tennista professionista, esaurita professionalmente e voglio riposarmi. Non voglio più fare progetti, voglio lasciare che la vita vada da sola e vedrò strada facendo.”

    Simona Halep è, come dimostrano le cifre, la più grande tennista della storia romena. È stata il numero uno mondiale per 64 settimane, tra il 2017 e il 2019, gli anni migliori della sua carriera. Vanta due titoli del Grande Slam – Roland Garros 2018 e Wimbledon 2019 – oltre ad altre tre finali disputate nelle più importanti competizioni tennistiche: due al Roland Garros (2014, 2017) e una agli Australian Open (2018). Ha giocato anche la WTA Finals.

    Dal 2013, anno delle sue prime apparizioni nelle arene più importanti, ha vinto complessivamente 24 titoli. Ha guadagnato oltre 40 milioni di dollari dal tennis, classificandosi al terzo posto di tutti i tempi, dopo le sorelle Williams. Ha sconfitto nettamente la più giovane, Serena, nell’ultimo atto giocato sul famoso prato londinese di Wimbledon. La storia dello sport bianco ha registrato memorabili incontri di Simona con avversarie dello stesso calibro, come Maria Sharapova, Angelique Kerber e Caroline Wozniacki.

    La partita più difficile e lunga della sua carriera, tuttavia, non si è giocata sulla terra battuta o sull’erba, bensì al tribunale. Il famoso Tribunale arbitrale dello sport di Losanna è stato chiamato a stabilire se la romena avesse fatto ricorso intenzionalmente al doping. Nel 2022, Halep è risultata positiva a una sostanza proibita ed è stata successivamente sospesa per quattro anni. Un’eternità nel tennis e in molti altri sport, soprattutto perché, all’epoca, la romena aveva compiuto 31 anni.

    A marzo 2024, il TAS ha stabilito che Halep non aveva violato intenzionalmente le norme antidoping e la dolorosa partita per il suo onore è stata vinta. E’ tornata a gareggiare, ma non al livello che desiderava, a causa di problemi fisici. Gli organizzatori dei tornei di Roland Garros e Wimbledon hanno reagito immediatamente all’annuncio sul ritiro della Halep dalla carriera professionistica, elogiandone le prestazioni e augurandole tutto il meglio per la sua nuova vita, quella dopo il tennis.

  • Centenario del Patriarcato Romeno

    Centenario del Patriarcato Romeno

    La Chiesa Ortodossa Romena celebra il 4 febbraio il centenario della sua costituzione in patriarcato. L’idea che sia elevata al rango di patriarcato era apparsa diversi decenni prima, dopo che la Chiesa Ortodossa Romena era diventata autocefala nel 1885, ma si concretizzò solo dopo la Grande Unione del 1918, quando contava 14 milioni di fedeli e aveva cinque metropolie e 18 eparchie nella sua struttura.

    Alla fine della Prima Guerra Mondiale, passarono sotto l’autorità di Bucarest le province a maggioranza romena occupate dai confinanti imperi multinazionali, zarista e austro-ungarico: Bessarabia (est), Bucovina (nord-est), Transilvania (centro), Banato, Crişana e Maramures (ovest). Oltre alla comunanza etnica, culturale e linguistica, erano legate alla Madrepatria anche attraverso la fede prevalentemente ortodossa.

    L’atto istitutivo del Patriarcato Ortodosso Romeno, letto durante la riunione del Sinodo del 4 febbraio 1925 e approvato all’unanimità dai suoi membri, fu successivamente adottato dal Parlamento. Nello stesso mese vennero promulgati la legge e lo statuto organizzativo della Chiesa Ortodossa Romena, in base ai quali il primate metropolita Miron Cristea diventò patriarca. Inviò lettere per portare alla conoscenza del Patriarcato Ecumenico e delle altre Chiese ortodosse sorelle. Il 30 luglio 1925, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Basilio III, emanò l’atto di riconoscimento del Patriarcato Romeno e il 1° novembre dello stesso anno ebbe luogo l’intronizzazione di Miron Cristea come patriarca.

    Nel centenario della sua fondazione, il Patriarcato Romeno proclama 16 nuovi santi. Si tratta di confessori e teologi che si sono distinti in modo particolare per la loro professione di fede durante il regime comunista ateo, insediato dall’esercito sovietico occupante, e nelle cui prigioni sono stati incarcerati. Tre dei 16 sono originari della Bessarabia, territorio romeno orientale annesso nel 1940 dall’Unione Sovietica stalinista e sul quale fu fondata l’attuale Repubblica di Moldova.

    D’altronde, il Patriarcato di Bucarest ha riattivato la sua Metropolia di Bessarabia nel 1992, appena un anno dopo lo smembramento dell’URSS, e numerosi cittadini della confinante repubblica appartengono alla Chiesa Ortodossa Romena. Il Sinodo sostiene anche l’istituzione della Chiesa Ortodossa Romena nella confinante Ucraina, dove vivono oltre 400.000 connazionali, la maggior parte in prossimità del confine, nel nord della Bucovina, nel nord e nel sud della Bessarabia e nella Contrada di Herţa. Inoltre, i milioni di fedeli ortodossi romeni che vivono nell’Europa occidentale e nel Nord America sono spiritualmente assistiti nelle loro parrocchie da preti provenienti dal paese.

    Al più recente censimento svoltosi in Romania nel 2021, l’appartenenza confessionale è stata dichiarata da quasi 16,4 milioni di persone sul totale della popolazione residente. L’85,3% si è dichiarato di confessione ortodossa, il 4,5% cattolici di rito latino, il 3% riformati e il 2,5% pentecostali, mentre lo 0,7% di confessione greco-cattolica. Lo 0,9% degli intervistati si è dichiarato senza religione oppure ateo o agnostico.

  • Finanziaria 2025, al Parlamento

    Finanziaria 2025, al Parlamento

    Il Governo di Bucarest ha approvato la bozza della finanziaria della Romania per quest’anno, elaborata in base a una crescita economica del 2,5%, un’inflazione media del 4,4% e un deficit del 7% del PIL. Dopo l’adozione, il ministro delle Finanze, Tánczos Barna, dichiarava che è un deficit equilibrato, basato su previsioni prudenti, che mette l’accento sugli investimenti con stanziamenti record di 150 miliardi di lei (pari a circa 30 miliardi di euro). Il ministro assicurava inoltre che ci sono fondi sufficienti per stipendi, pensioni e assegni sociali, però al livello del 2024, quando l’Esecutivo aveva già congelato a inizio gennaio, tramite decreto governativo, qualsiasi indicizzazione o aumento salariale per molte categorie di pubblici dipendenti e le pensioni non sono state più indicizzate al tasso inflazionistico.

    Allo stesso tempo, è stata annunciata la riorganizzazione delle istituzioni pubbliche centrali e delle compagnie statali, che dovranno ridurre le spese, ma offrire servizi di qualità. È essenziale mantenere un equilibrio del bilancio anche nei prossimi sette anni, fino al ritorno al deficit del 3%, per poter gestire le vulnerabilità strutturali dell’economia nazionale, ha inoltre affermato il ministro Tánczos Barna. I trasporti ricevono fondi aggiuntivi per il proseguimento dei progetti infrastrutturali avviati, ma anche i ministeri dell’Energia, del Lavoro, dell’Istruzione, della Sanità e dai Fondi Europei. Alla Difesa verrà assegnato il 2,5% del Prodotto Interno Lordo per l’ammodernamento delle attrezzature militari. Anche i budget dei servizi d’informazione aumenteranno, la maggiore crescita essendo quella per il Servizio di Telecomunicazioni Speciali, per l’ammodernamento dell’infrastruttura informatica e per la preparazione delle elezioni presidenziali e amministrative parziali.

    Tra le istituzioni che riceveranno meno soldi ci sono, invece, il Parlamento, l’Amministrazione Presidenziale, ma anche i Ministeri dell’Agricoltura, dello Sviluppo e della Cultura. Per quanto riguarda il debito pubblico, il ministro delle Finanze, Tánczos Barna, ha spiegato che è in declino, ma gli effetti dei prestiti precedenti si vedranno a lungo nelle spese per interessi. Secondo lui la Romania dovrebbe produrre di più e prendere in prestito di meno. Tuttavia, alla luce, da un lato, delle proteste di molte categorie di romeni insoddisfatti della limitazione dei loro redditi, e, dall’altro, dell’esigenza imperativa della Commissione Europea di ridurre il deficit, la bozza della finanziaria per il 2025 è arrivata adesso al Parlamento, per essere discussa con una procedura d’urgenza questa settimana, proprio all’inizio della sessione parlamentare. I dibattiti e il voto si annunciano tranquilli, vista la mobilitazione dei parlamentari dei partiti che formano la coalizione governativa, comunque maggioritari.