Category: Incontro con la Romania

  • Ecoperformance a Bucarest

    Ecoperformance a Bucarest

    La consapevolezza sulle sfide climatiche fa sì che da diversi anni sia il mondo degli artisti, sia quello dei danzatori, si ponga il problema di un rapporto più mite con la natura, con tutto quello che ci circonda. E siccome l’espressione libera e organica della danza contemporanea è molto adatta per esprimere le preoccupazioni, ma anche l’allegria della vita, così com’è non è da meravigliarsi che anche in Romania esiste già un collettivo di eco-performance, spettacolo che si abbina alla natura, oppure nasce dal rapporto con la natura, proteggendola, anzi stimolandola.



    Secondo una delle promotrici di questo movimento a scala internazionale, la coreografa brasiliana Maura Baiocchi, l’eco-performance si propone anche di rispondere alle sfide eco-politiche del nostro secolo, incoraggia l’interdisciplinarietà e punta sul rapporto tra corpo e movimento, natura (ecologia) e tradizione ancestrale. Quest’autunno, Maura Baiocchi, è venuta a Bucarest per condividere con le persone interessate i segreti di una migliore relazione con la natura attraverso la danza.



    Maura Baiocchi è direttrice e fondatrice della compagnia Taanteatro del Brasile e creatrice della formula di lavoro del teatro coreografico delle tensioni”, direttrice-fondatrice del Festival del cinema Ecoperformance, autrice di più di 80 coreografie, pièce teatrali, spettacoli e co-autrice di numerosi volumi, tra cui anche il primo libro sulla danza Butoh, scritta in portoghese. Maura Baiocchi ci ha raccontato da dove arriva il concetto di ecoperformance: Ecoperformance. Se analizziamo la parola stessa, notiamo che è formata da eco e performance. Tutti sappiamo cosa vuol dire performance”, spettacolo. Mentre eco” deriva dal greco, dalla parola oekos” e vuol dire a casa – casa”. Possiamo capirlo in tal modo come una pratica, come un concetto tramite cui cerchiamo di accedere o di performare a casa”. Questo a casa può essere a casa nel tuo corpo, perché puoi guardare il proprio corpo come una specie di casa. Perciò abbiamo una casa in cui abitiamo, e poi abbiamo l’ambiente, infatti tutta una specie di ambienti che rappresentano una casa per noi. Un pezzo di terra può essere casa. Una casa può rappresentare il concetto di a casa. Il teatro può rappresentare una casa. E così via, il luogo in cui ti trovi, il luogo in cui svolgi la tua attività può essere a casa. Mi ha sempre interessato questo. Ho cominciato come danzatrice e come artista e sono stata sempre interessata, molti anni fa, per oltre 40 anni, a quest’idea che il nostro corpo vuole sempre abitare e essere abitato dall’ambiente in cui ci troviamo.”



    Maura ha spiegato dettagliatamente che tutto quello che ci circonda, le persone intorno a noi, suoni, immagini diventano parte del nostro corpo.



    Alcune giovani artiste applicano nelle loro performance approcci tipici all’ecoperformance. Alina Tofan è una di loro e ci ha raccontato: Dal 2020 io e Georgiana Vlahbei formiamo insieme Plastic Art Performance Collective, l’unico gruppo di Romania che usa il metodo di lavoro dell’ecoperformance. Perciò la presenza di Maura Baiocchi è diventata una necessità per posizionare ancora meglio la nostra pratica di lavoro. Nella settimana in cui Maura è stata qui hanno avuto luogo diversi eventi, presso l’Università Nazionale di Musica, l’Università Nazionale d’Arte di Bucarest e a Cărtureşti, dove si sono svolte la conferenza, la presentazione di una sua eco-performance e la prima di un film che abbiamo realizzato: Ecomovement”, un eco-video-performance. C collaboriamo con lei già dal 2021, quando abbiamo inviato per la prima volta all’Ecoperformance Film Festival, del Brasile, un video che è stata selezionato, abbiamo partecipato anche quest’anno con un’opera, siamo stati presenti a conferenze ed eventi e stiamo in permanente contatto perché ci siamo resi conto che le nostre prospettive sono molto simili, e Maura e Wolfgang, i creatori di Taanteatro ci tengono molto che coloro che utilizzano il loro metodo di lavoro siano veramente in accordo con i loro valori e la loro poetica di lavoro. Perciò l’incontro ha rallegrato molto sia noi che loro, e per l’anno prossimo stiamo preparando insieme un’edizione del festival anche in Romania.”



    Il Festival del Cinema Ecoperformance del Brasile è arrivato quest’anno alla terza edizione e ha raddoppiato ogni anno il numero dei suoi partecipanti. Maura Baiocchi ci ha detto che questo concetto di ecoperformance è uno secondo il quale ci possiamo guidare nella vita quotidiana, al di là della danza e dello spettacolo: Parlavamo dell’abitazione dello spazio, ma anche del contrario: lasciarsi abitare dallo spazio. Questa conversazione tra ambiente e corpo è stata sempre molto importante per me. Credo sia molto importante per noi tutti, non solo per gli artisti. E’ l’ultimo momento per diventare più consapevoli di questo, nella vita quotidiana. Per me è la cosa più importante per avere un futuro o un presente.”



    E siccome in Romania è stata tra giovani artisti e non solo per pochi giorni, abbiamo chiesto a Maura se le tecniche dell’ecoperformance hanno qualche chance di essere utilizzate anche nel nostro Paese: Credo che sia un processo complesso. E certamente per vedere questo avrei bisogno di passare un po’ più tempo in Romania. Cinque giorni non bastano per capire la società. Tra artisti tutto è fantastico ed è molto importante perché gli artisti hanno una voce che si fa sentire, perciò trasmettiamo questo messaggio!”



    Con l’aumento del livello di consapevolezza sulla relazione di continua interdipendenza con tutto quello che ci circonda, aumentano anche le chance che tutti siamo più attenti a quello scegliamo di fare, affinché riuscire forse a collabora più efficacemente con la natura.

  • Biblioteche con cuore

    Biblioteche con cuore

    Ha scritto libri, (pubblicati: “Al limite, “L’ospedale dei cuori”, “Noi due”, “La tua ombra” e “La vita come una cipolla”), che sono stati tradotti in francese, italiano e inglese. Ha una casa editrice e, assieme alle sue amiche, Oana Călin e Dana Măilă, ha creato una ONG che punta sulla dotazione delle biblioteche del Paese. Diana Farca, fondatrice di Eleprint — casa editrice e associazione di beneficienza ci ha raccontato la storia di questo progetto: La necessità è arrivata in adolescenza, quando ho attraversato un periodo molto cupo e allora effettivamente non avevo soldi per i libri. Mi piaceva molto leggere, ho preso in prestito libri da colleghi e dalla biblioteca pubblica. Successivamente, quando ho cominciato a scrivere libri e ho pubblicato il primo volume nel 2015, ho iniziato ad avere presentazioni in Romania e nella Repubblica di Moldova e a sentire il bisogno di libri. Perché si parla molto del fatto che i romeni non leggono. Ma l’idea è che i romeni leggono. Ci sono due realtà, due Romanie: c’è chi compra libri e non trova il tempo di leggerli e c’è chi forse non si permette di comprare quei libri, ma legge ancora, soprattutto in campagna. A me e alle mie colleghe, nel momento in cui siamo andate a vari eventi, è venuta l’idea di raccogliere libri dai miei lettori. Non ho pensato che quest’idea sarebbe diventata qualcosa di più ampio, perché ho raccolto finora libri per 7 biblioteche pubbliche, con oltre 22 mila volumi donati dai lettori. Abbiamo pensato di estendere l’idea a livello nazionale e di farlo in un modo organizzato. Cioè creare una ONG, cosa alla quale non avevamo pensato inizialmente, quando abbiamo avviato questa iniziativa.



    Abbiamo saputo che è Oana Călin quella che si occupa della piattaforma di libri, mentre Dana Meilă è stata compagna di Diana al liceo e al momento vive a Firenze, dove c’è una comunità molto numerosa di romeni, alla quale auspicano che arrivino dei libri. Diana Farca ha aggiunto: Perché volevo sottolineare che esistono due Romanie? C’è questa idea generalizzata che i romeni non leggono e c’è la realtà dei villaggi. Noi abbiamo iscritto delle biblioteche sulla piattaforma intitolata forbooks.com sulla quale diamo la possibilità a ognuno di iscrivere una biblioteca, di qualsiasi località del Paese. Nel momento in cui si fa quest’iscrizione gratuita sulla piattaforma, noi preleviamo i dati e poi ci occupiamo di tutta la parte logistica. Cioè, vediamo quanti membri attivi ci sono, qual è la quantità necessaria di libri, che bisogni reali esistono, da scaffali a riviste, a tutto quello che è necessario e prendiamo dati demografici da loro. Nel momento in cui abbiamo creato le prime 28 biblioteche, che si sono iscritte sulla piattaforma, abbiamo scoperto, ed è stata una piacevole sorpresa, che oltre la metà degli adolescenti del villaggio erano membri attivi. Che cosa significa essere membri attivi secondo i bibliotecari: vuol dire che uno prende in prestito almeno un libro al mese. Il che significa che nei villaggi, dove ci sono meno modi di divertirsi che nelle grandi città, i bambini leggono ancora, oppure almeno prendono ancora libri in prestito.



    Basandosi sulla raccolta di libri, questa ONG punta sulla trasparenza, come ci ha detto Diana Farca: “La cosa che apprezziamo di più è la trasparenza. Sulla piattaforma abbiamo una mappa con tutte le biblioteche iscritte e man mano che raccogliamo libri o denaro, quella cartina viene popolata con un certo numero di volumi iscritti, in pratica i soldi ricevuti vengono convertiti in libri. Abbiamo puntato molto sulla trasparenza, perché è la nostra missione come ONG utilizzare tutte le somme di denaro e tutti i libri che riceviamo esclusivamente per re-direzionarli alle biblioteche.



    Studiando la piattaforma, abbiamo notato che esiste anche un progetto aspirante al Guinness dei Primati, dopo che un altro, che si proponeva la maggiore lettura pubblica del mondo”, è stato rallentato dalla pandemia, il record essendo nel frattempo registrato in India. Diana Farca torna con particolari: Abbiamo iscritto un secondo record per il maggior lancio di piattaforma di beneficienza del mondo. E adesso stiamo aspettando la conferma dal Guinness dei Primati, per avere il via libera a organizzare il lancio propriamente detto. Ci auguriamo di tutto il cuore di unire la società civile, dalle ONG, alle società commerciali, franchising romeni, stranieri, persone fisiche, che forse hanno delle possibilità materiali limitate, ma amano molto la lettura, in questa iniziativa di dotare tutte le biblioteche pubbliche della Romania e della Repubblica di Moldova, perché il bisogno esiste, è reale, e nei villaggi romeni e moldavi si legge!”



    In attesa della conferma del record mondiale, auguriamo molto successo a Diana, e ai lettori sempre più letture piacevoli!

  • Al di là della parola

    Al di là della parola

    Questo novembre compie 104 anni. È il primo gruppo delle persone con handicap d’udito in Romania ed è stato creato il 9 novembre 1919 — l’Associazione Amichevole dei Sordo-muti di Romania, sotto il patrocinio della Regina Maria tramite l’associazione volontaria di un gruppo di sordi. Il primo presidente è stato Alexandru Clarnet e dal comitato direttivo ha fatto parte anche il principe Henry Ghica, il figlio sordo del principe Constantin Ghica. Si tratta di un’organizzazione senza scopo di lucro, che si propone di contribuire all’integrazione nella società delle persone con deficit d’udito. In tal senso, quest’autunno si è svolto il progetto “La Settimana della Comunità e della Cultura dei Sordi”, di cui ci ha parlato Bogdan Anicescu, il direttore culturale dell’Associazione Nazionale dei Sordi di Romania: “La Settimana della Comunità e della Cultura dei Sordi è un’iniziativa bilaterale, implementata dall’Associazione Nazionale dei Sordi di Romania, in partenariato con la norvegese International Organisation for Democracy and Human Rights. Tramite questo progetto ci siamo prefissi di promuovere una dimensione culturale nei confronti del deficit di udito, portare in primo piano la persona sorda come membro di una comunità, come membro di una minoranza culturale e linguistica, che ha alla base un’altra lingua rispetto alla lingua romena, ovvero la lingua dei segni romeni. In pratica, beneficiando di sussidi norvegesi e vincendo questo progetto nell’ambito del bando Timişoara Capitale Europea della Cultura, abbiamo voluto trasformare Timişoara non solo nella Capitale Europea della Cultura, bensì nella Capitale della Cultura dei Sordi, nel periodo 11-24 settembre 2023, quando nella città sul Bega abbiamo organizzato una serie di eventi dedicati alla cultura dei sordi.”



    Sono stati organizzati: il concorso di bellezza e talenti Miss e Mister Silenzio, un festival di danze e pantomima, un seminario congiunto con i partner dalla Norvegia, sulla questione dell’integrazione culturale delle persone sorde e la prima del cortometraggio prodotto nell’ambito di questo progetto, “Amore senza parole”, una Marcia del Silenzio, in cui centinaia di persone sorde si sono incontrate nel Parco Botanico di Timişoara e hanno camminato su un percorso che attraversava il centro, nonché il workshop di lingua dei segni, in cui le persone senza deficit di udito hanno avuto l’occasione di imparare alcune delle basi della comunicazione in questa lingua.



    Il regista del film “Amore senza parole” ci ha detto come si sono svolte le riprese, con personaggi sordi. Octavian Iacob: “Abbiamo avuto un interprete, che doveva stare davanti a loro. Spesso davanti a loro non significava che questo interprete stava dietro la telecamera, ma spesso lateralmente, oppure addirittura al centro, cosicché avevamo bisogno di aggiustare l’immagine, per cogliere quello che dovevamo riprendere. È stata una sfida che abbiamo accettato, che ci è piaciuta e queste persone sono state molto aperte, trasparenti, desiderose di interpretare i ruoli, di affermarsi e allora hanno concesso un’attenzione eccezionale ai quattro giorni in cui abbiamo girato. È stato proprio eccezionale e davvero un’esperienza nuova che non si incontra su ogni set e, perché non dirlo, neanche nella vita di tutti i giorni.”



    Sempre Octavian Iacob ci ha raccontato come si è svolto il casting: “Siamo stati a Timişoara, dove abbiamo avuto un giorno prestabilito per il casting, se ne sono presentate più persone con deficit d’udito, e noi abbiamo dovuto scegliere secondo diversi criteri: sia dal punto di vista descrittivo, che siano adatte ai personaggi descritti, siamo stati attenti a un talento che queste persone avrebbero potuto avere, in merito al gioco con la telecamera, di imparare e di rendere un testo, tramite segni, abbiamo dovuto vedere come sono questi segni, perché anche la tecnica delle riprese è stata diversa.”



    Trattandosi di un cortometraggio Octavian Iacob ha utilizzato anche attori professionisti, Paul Diaconescu e Cristina Velciu, che hanno diretto l’attenzione del pubblico verso la storia iniziale, verso ciò che volevano esprimere. Quanto agli attori con deficit di udito del film, Octavian Iacob ci ha detto: “Non solo non sono attori, non hanno avuto tempo neanche di fare una prova, hanno riletto la sceneggiatura per circa due settimane, tutto si è discusso online, su zoom, con interprete, il che è molto difficile, ma sono rimasto sorpreso che quando abbiamo avuto il primo giorno di riprese e abbiamo cominciato con scene molto più leggere, di modo che si potessero adattare, sono rimasto sorpreso dal fatto che conoscevano molto bene il testo. L’interprete aveva il testo davanti e mi confermava che il testo veniva comunicato quasi parola per parola, e dico quasi perché nel lingua dei segni, non si può comunicare come parliamo noi.”



    Bogdan Anicescu, il direttore culturale dell’ANSR, ha completato: “Amore senza parole è anche quello che sentiamo noi perché siamo riusciti, ecco, a implementare anche quest’attività nell’ambito del nostro progetto comune: “La Settimana della Comunità e della Cultura dei Sordi”. Abbiamo avuto una simile idea da più tempo e abbiamo voluto, nell’ambito di un progetto del genere, fare di Timişoara un luogo speciale in cui si svolgesse l’azione della prima produzione cinematografica di questo livello del Paese, in cui la persona con deficit di udito e la lingua dei segni svolgessero un ruolo centrale. È il risultato di un lavoro fatto da una piccola squadra, ma con grandi ambizioni e con un’anima ancora più grande e siamo contenti di essere riusciti a collaborare molto bene con il regista Octavian Iacob, con la produttrice Mirela Muşat e la loro intera squadra, nella realizzazione di questo progetto. Tutto si è svolto molto rapidamente, ma il risultato finale è molto bello, soprattutto perché abbiamo beneficiato di un feedback positivo da parte del pubblico con deficit di udito, ma anche da parte di quello che sente, il che è una cosa molto importante, perché ecco che anche il film vuole trasmettere questo messaggio che l’amore supera le barriere di comunicazioni e la lingua dei segni riesce a unire.”



    Un progetto che vuole essere solo un inizio per un sostegno più ampio del movimento culturale dei sordi romeni, al di là dei confini dell’Associazione o della minoranza in sé.

  • Il cambiamento è al femminile

    Il cambiamento è al femminile

    La European Union for Women (EUW) è rappresentata nell’ambito Nazioni Unite a New York, Vienna e Ginevra, nel Consiglio dEuropa e nellUNESCO ed è unorganizzazione che formalizza i contatti tra le donne EUW e gli eurodeputati, protegge lo scambio di informazioni su questioni e politiche comuni e garantisce sostegno reciproco nelle problematiche in cui è necessario. La European Union for Women partecipa ai processi di consultazione della Commissione Europea. La risoluzione comune viene trasmessa al Parlamento Europeo e ai parlamenti nazionali, nonché alle organizzazioni dei partiti europei e nazionali.



    La Romania è stata accreditata come parte di questa associazione a livello europeo a partire dall’ottobre 2022, a 70 anni dalla costituzione della European Union for Women. E poiché ogni due anni si svolge un Congresso internazionale dellEWA per discutere le questioni politiche attuali, le rappresentanti delle donne dellEUW si sono riunite questautunno a Bucarest per la conferenza Women Creating Change” (“Donne che creano cambiamento”), organizzata sabato 30 settembre a Bucarest. Aphrodite Bletas, presidente della European Union for Women International e rappresentante della Grecia, ci ha detto: “Nella nostra organizzazione lavoriamo attraverso commissioni tematiche, come le politiche internazionali, le politiche sanitarie e sociali, listruzione. Una delle nostre commissioni è intitolata “L’Europa prende vita”, è una commissione che potremmo chiamare di diplomazia culturale. Ogni anno organizziamo un evento in uno dei Paesi membri, ogni vola in uno diverso, in modo che le nostre rappresentanti possano raggiungere quel Paese e conoscerlo un po’ di più, dal punto di vista politico, sociale e finanziario. Lo scopo della nostra organizzazione non è quello di incitare allattivismo o al femminismo, ma di fornire alle donne gli strumenti necessari affinché possano svolgere un ruolo di primo piano nella società di oggi, nel campo da loro scelto, che sia in politica, negli affari, nellistruzione o nella famiglia.”



    Victor Nistor, vicedirettore della Direzione per la Lotta alla Criminalità Organizzata della Polizia Romena, ha lanciato un messaggio per prevenire la diffusione del consumo di droga tra i giovani: “Il nostro messaggio è stato legato al fatto che leducazione, e soprattutto leducazione sulluso della droga, inizia a casa e in famiglia, e poi tra gli amici e tra le autorità. Per quanto riguarda ciò che si dovrebbe fare, dovremmo prima di tutto prendere coscienza e, dopo aver preso coscienza, provare a trarre qualche insegnamento da quanto abbiamo vissuto finora e accettare il fatto che viviamo in un mondo globale, dove non esistono più confini, non ci sono più barriere e allo stesso tempo il fatto che esiste droga sul mercato.”



    Alla domanda se le donne possono portare il cambiamento, Victor Nistor ha aggiunto: “Sì, le donne rappresentano sempre un cambiamento, perché sono anche la parte bella e quella, diciamo, piena di creatività della polizia i poliziotti. Contiamo su di loro ogni volta e ogni volta sono allaltezza delle nostre aspettative.”



    Oana Maria Rotariu è una delle sopravvissute alla tragedia del Colectiv, oggi Esploratrice del potenziale umano, Body Positivity Coach e ci ha presentato il messaggio che avrebbe trasmesso al convegno: “Limportante è che non siamo soli. Viviamo in un mondo in cui siamo circondati da persone e purtroppo ci sentiamo soli. E quello che voglio trasmettervi è che non importa quanto sia dura la vita, troveremo sempre persone che saranno al nostro fianco e che ci sosterranno, indipendentemente dalle circostanze. Nella Conferenza presenterò cosa significa disabilità in Romania, cosa significa adattamento in una società che si vanta dellunicità e dellaccettazione delle persone di qualsiasi genere, di qualsiasi tipo, con qualsiasi problema, ma non è questa la verità. La propaganda che facciamo è diversa da ciò che affrontiamo. E una persona con disabilità, soprattutto una donna disabile, deve fronteggiare molte più barriere nella vita quotidiana rispetto a chiunque altro.” Sempre lei ci ha assicurato che la vulnerabilità non significa debolezza e che le donne disabili sono “la voce che può apportare un cambiamento in questo mondo”.



    Sat Dharam Kaur, dottore in medicina naturopatica, facilitatore di programmi di successo in tutto il mondo, ci ha parlato della cura per le donne, della cura che dovrebbero sentire fin dai primi mesi di gravidanza, della protezione in generale e del recupero dai traumi: “Il mio lavoro in passato è stato quello di sostenere le donne nel recupero dal cancro al seno e anche di creare programmi per le persone che si stanno riprendendo dalle dipendenze e di strutturare il programma intitolato Compassionate Inquiry” (Indagine piena di compassione), un programma sviluppato dal dottor Gabor Mate e da me, per insegnare alle persone come sostenere quelli di noi che hanno vissuto un trauma in modo che possano riprendersi e sentirsi completi.” Secondo lei, il trauma deriva dal sentimento di mancanza di connessione, oggi sempre più presente e dovuto alla distruzione della famiglia tradizionale.



    La squadra che rappresenta la Romania nelle varie commissioni della European Union for Women, come la Commissione per la Salute, la Cultura, lIstruzione, le Relazioni Internazionali, mira a sviluppare vari progetti sociali con il sostegno dellEUW International e delle Nazioni Unite. I principi generali dellEUW RO si basano sul “Liberalismo sociale”, i cui assi principali sono la libertà individuale e lassistenza sociale. Questi mirano a diffondere la pace, la giustizia e la prosperità, nonché a preservare la dignità e la libertà umana, il patrimonio e la tradizione culturale europea, promuovendo al contempo il progresso sociale ed economico e i diritti umani.

  • Diamo una chance al futuro!

    Diamo una chance al futuro!

    “Solve for Tomorrow” è una competizione che ha catturato la nostra attenzione, perché tratta di coinvolgimento, determinazione, educazione, responsabilità e del futuro che i giovani tra i 16 e i 18 anni, provenienti da vari licei della Romania, stanno iniziando a costruire oggi, man mano, da un’idea all’altra. Essendo un concorso giunto alla terza edizione, abbiamo parlato con rappresentanti delle squadre vincitrici dei premi dello scorso anno. Cosmina Ene e Sânziana Grecu, della squadra SurvEco, piazzatesi al 3° posto nella precedente edizione di Solve for Tomorrow (del Collegio Nazionale Tudor Vianu di Bucarest), ci hanno raccontato: (Cosmina) “Facciamo parte della squadra SurvEco che si è classificata terza alla seconda edizione del concorso “Solve for Tomorrow”. Il nostro progetto è consistito in un drone autonomo che utilizza lintelligenza artificiale, che sorvola Bucarest e i suoi dintorni, per rintracciare rifiuti illegali che vengono bruciati, perché linquinamento atmosferico a Bucarest è causato principalmente da queste discariche illegali.” (Sânziana) “Per noi il concorso ha rappresentato un processo di crescita personale e ci ha aperto molte strade, per il fatto che abbiamo conosciuto persone, con le quali abbiamo collaborato e alle quali normalmente non avremmo avuto accesso”. (Cosmina) “Raccomandiamo a tutti gli studenti che vogliono fare un’esperienza straordinaria e superare se stessi, di partecipare alledizione di questanno del concorso.”



    La competizione nazionale “Solve for Tomorrow”, organizzata da Samsung Electronics Romania in collaborazione con Junior Achievement Romania, ha designato i suoi vincitori in base ai punteggi assegnati da una giuria multidisciplinare. La squadra di Spacemind Kingdom, che si è classificata seconda, è composta da tre ragazze coordinate dalla professoressa Aurelia Dascălu, del Liceo Tecnologico Jacques M. Elias, di Sascut. Andreea ci ha raccontato: “Nella precedente edizione del concorso “Solve for Tomorrow”, abbiamo vinto il secondo premio con unapplicazione educativa, dedicata alle ragazze adolescenti. Abbiamo creato un gioco attraverso il quale loro possono sviluppare le proprie competenze e conoscenze nel campo STEM. Oltre a questo gioco, abbiamo avuto anche una sezione che permetteva alle ragazze di parlare con personalità di spicco in questi campi, attraverso lintelligenza artificiale. Siamo partite dall’idea di incoraggiare le adolescenti a lavorare in questo settore, nonostante gli stereotipi che si sono creati. Il concorso ci ha aiutato a conoscere il concetto di “design thinking” con laiuto del quale siamo riuscite a sviluppare ulteriormente lidea da cui siamo partite, abbiamo scoperto noi stesse, abbiamo sviluppato nuove competenze, ma soprattutto abbiamo aperto nuovi orizzonti verso la tecnologia e verso ciò che vogliamo davvero diventare.”



    Il primo premio è stato assegnato alla squadra “Green Team” del Collegio Nazionale Eudoxiu Hurmuzachi di Rădăuți. Il team ha sviluppato il prototipo di un sistema idroponico che consente di coltivare piante in un substrato ricco di sostanze nutritive, con laggiunta di olio vegetale, che rallenta il tasso di evaporazione dellacqua. Cosmin, il leader della squadra, ci ha detto: “Il nostro obiettivo è di praticare in futuro lagricoltura con sistemi idroponici a livello industriale. Stiamo ancora studiando il campo, prototipo dopo prototipo, ma questa strada sembra promettente. Non saremmo arrivati ​​a questo punto se non avessimo partecipato al concorso “Solve for Tomorrow”. Durante il concorso abbiamo incontrato imprenditori di diversi settori, che ci hanno dato consigli e ci hanno guidati, e abbiamo partecipato a sessioni di design thinking. Consigliamo a tutti i giovani che hanno unidea di partecipare.”



    Sabina Ştirb, responsabile delle comunicazioni presso la Samsung Romania, ha dichiarato: “Solve for Tomorrow è un progetto molto caro a Samsung Electronics Romania. Oggi inizia la terza edizione. Finora ha raccolto oltre 600 progetti provenienti da tutto il Paese. Esiste anche un progetto globale Solve for Tomorrow, che ha una storia di 13 anni e in cui, finora, sono stati coinvolti più di 1,8 milioni di studenti a livello globale. Ma sicuramente, al di là di questi numeri, oggi celebriamo gli studenti e gli insegnanti, i mentori, che lavorano a progetti che hanno come punto di partenza le idee iscritte in questo concorso.”



    Loredana Poenaru, direttrice educativa presso Junior Achievement Romania: “È un progetto che li sfida a mettere insieme tecnologia, istruzione e creatività, al fine di sviluppare soluzioni ai problemi della comunità, che si tratti di problemi ambientali, di miglioramenti nell’istruzione, nello sviluppo sostenibile. Tutti questi sono ambiti in cui i ragazzi possono pensare a sviluppare le loro idee. Siamo alla terza edizione. Finora sono state oltre 600 le idee iscritte nelle precedenti edizioni. Ad ogni edizione, la seconda fase prevede la selezione di 25 tra le migliori idee, che passano attraverso un processo di sviluppo, basato sul metodo del “design thinking”. Successivamente i giovani sviluppano le loro idee fino alla fase di prototipo e poi pensano alla possibilità di metterle in pratica. Oltre al “design thinking”, entrano in contatto con gli imprenditori, imparano a dare questa direzione imprenditoriale alle loro idee, seguono sessioni di mentoring e, in questo modo, le cose raggiungono uno stadio fattibile. Al termine del concorso, i ragazzi si affezionano ai progetti a cui lavorano per tanti mesi, tanto da volerli portare alla fase di implementazione.”

  • L’Opera Labirinto torna al Teatro Nazionale dell’Opera di Bucarest

    L’Opera Labirinto torna al Teatro Nazionale dell’Opera di Bucarest

    Negli ultimi anni, l’Opera Nazionale di Bucarest ha abituato il pubblico con un’offerta sempre più variegata di eventi operistici o collaterali, volti ad attirare un pubblico sempre più numeroso. Una di queste iniziative è l’Opera Labirinto di cui abbiamo parlato con Alexandru Nagy, regista artistico presso la ONB. Prima dell’evento, Alexandru Nagy ci ha raccontato che cosa c’è in programma: “La nuova stagione dell’Opera Nazionale di Bucarest si apre con l’ormai famoso evento all’aperto, diventato una tradizione, “La Promenade dell’Opera”, giunto alla 13/a edizione. Quest’anno proponiamo un programma in due parti: una parte di attività diurne, che si svolgeranno sulla pelouse davanti all’edificio dell’Opera, e il Galà. Quest’anno proponiamo uno spettacolo itinerante, “L’Opera Labirinto”, con la mia regia, accanto ai giovani artisti dello Studio Sperimentale nelle Arti dello Spettacolo Musicale “Ludovic Spiess”. “L’Opera Labirinto” avrà luogo ogni ora, ci saranno tour di arte viva, ballerini, solisti e attori.”



    Alexandru Nagy ci ha detto anche com’è accolta “L’Opera Labirinto”: “Questo programma è già apprezzato dal pubblico. Lo abbiamo proposto anche a giugno, quindi questa è la seconda edizione dell’“Opera Labirinto”. Lo abbiamo fatto in occasione del “Rendez-vous au Jardin”, un progetto internazionale francofono. Adesso lo riproponiamo con un’altra equipe e con un repertorio molto più ampio. Ci sono più di 15 giovani artisti che si esibiranno di ora in ora, per offrire al pubblico un ambiente di rilassamento musicale. È come una specie di terapia con la musica classica. Si tratta di arie famose, duetti ed ensemble operistici amati dal pubblico, ma anche di momenti di balletto. Dopo c’è il Gran Galà dell’Opera Nazionale di Bucarest al quale partecipano più di 300 artisti, il coro dell’opera, l’orchestra, il balletto e i solisti dell’Opera Nazionale, con un programma che include più di 25 brani famosissimi e che speriamo che il pubblico apprezzi. Sarà uno spettacolo di tre ore, con video-mapping, luci e suono, il più alto livello del suono nella musica classica.”



    Un’esperienza musicale e non solo, che attira un pubblico sempre più numeroso. Alexandru Nagy lancia anche un invito ad apprezzare gli spettacoli sempre più vicini alla natura: “Aspettiamo ogni volta una partecipazione di migliaia di persone. Da un anno all’altro il pubblico è diventato sempre più numeroso. Mettiamo più sedie ogni anno. Però, lanciamo sempre un invito speciale ai nostri spettatori che lo desiderano: di portarsi una coperta da viaggio, una sedia a sdraio, oppure una sedia da pesca, un pouf, un cuscinetto per sdraiarsi e approfittare di quest’occasione di riconnessione con la natura, in un’atmosfera speciale, sonora e visiva, che gli artisti dell’ONB offrono al pubblico ogni anno.”



    La popolarità di questo tipo di spettacolo sembra aumentare sempre di più. Alexandru Nagy: “Negli ultimi anni, l’opera è diventata un genere sempre più amato. La sua popolarità è in aumento, cresce anche l’interesse del pubblico giovane per gli spettacoli operistici, perché è la più complessa forma di arte dello spettacolo tra quelle esistenti. E pare che il pubblico apprezzi sempre di più la popolarità di questo genere. Per il pubblico giovane è anche una sfida parteciparvi e trovarsi di fronte a oltre 300 artisti che collaborano alla realizzazione dello spettacolo operistico. Questa emulazione che accade sul palcoscenico, pare di ispirare ogni anno centinaia di persone. Dopo una prima partecipazione, rimangono contagiate da questa passione per la musica classica che conquista grazie alle frequenze. Si tratta delle armoniche superiori che danno una frequenza molto piacevole e che rimane impressa a vita nella memoria affettiva dello spettatore.”



    L’Opera Nazionale di Bucarest è sempre più tentante, come ci ha detto Alexandru Nagy, regista artistico presso la ONB: “L’Opera Nazionale propone anche uno spazio per dibattiti, dove si pongono problemi filosofici. Queste conferenze della ONB sono un’occasione. Come una specie di podcast dal vivo molto più ampio. Nella nostra grande sala, con una capienza di oltre 950 posti, offriamo al pubblico l’opportunità di incontrarsi dal vivo con l’invitato preferito. Personalità di spicco della cultura romena vengono in questo spazio di dibattito, per trovarsi di fronte al loro pubblico, per conoscere persone che altrimenti sarebbe molto complicato incontrare. Certo che possiamo vederle su Youtube, in televisione, però l’opera vuole essere uno spazio pubblico. E non accade solo questo all’Opera Nazionale di Bucarest. Ci sono anche progetti come “L’Opera Verde”, tramite cui proponiamo di creare produzioni sostenibili, di investire di meno in oggetti metallici, arredamenti e oggetti privi di vita, e invece di investire di più nelle persone. “L’Opera Verde” si propone di riutilizzare e riciclare le risorse.”

  • Patrimonio, Gusto, Timişoara

    Patrimonio, Gusto, Timişoara

    Pochi sanno che esiste una Giornata della Gastronomia Durevole” dichiarata dalle Nazioni Unite e celebrata il 18 giugno. A Timişoara, Capitale Europea della Cultura 2023, si svolge già dal 2018, nel contesto dei preparativi fatti dalla città per l’assegnazione di questo titolo, il programma LA PAS, avviato dall’Associazione CRIES — Centro di Risorse per le Iniziative Etiche e Solidali, che mira a valorizzare il patrimonio gastronomico tramite l’osservazione di alcuni principi specifici del movimento slow-food.



    Abbiamo parlato di questo programma con Mihaela Veţan, presidente dell’Associazione CRIES: “Il Gusto come patrimonio” fa parte del progetto “La pas, slowing down”, inserito nel programma Capitale Europea della cultura 2023 ed è l’elemento tramite il quale vogliamo attirare l’attenzione sul fatto che il cibo fa parte del nostro patrimonio culturale immateriale. Abbiamo esplorato il tema nelle precedenti edizioni in vari tipi di attività, nel 2018 abbiamo avuto un concorso di ricette tradizionali, poi abbiamo realizzato alcuni materiali video con vlogger, relativi alle ricette tradizionali del Banato, l’anno scorso abbiamo avuto un’edizione dedicata al contesto speciale che è la guerra in Ucraina: il borş (una specie di zuppa acida) è stato inserito nel Patrimonio dell’UNESCO come parte del patrimonio immateriale, cucinato secondo una ricetta ucraina, e abbiamo avuto a Timişoara una serie di attività dedicate all’argomento. Quest’anno, nell’ambito della componente “Il gusto come patrimonio”, attiriamo l’attenzione su un elemento molto importante che è l’impatto del cibo sull’ambiente.



    Mihaela Veţan, presidente dell’Associazione CRIES, ha dettagliato: “Abbiamo pensato a una serie di 5 workshop gastronomici in cui ci sono stati cuochi, vlogger culinari, ma anche persone appassionate di cucina, soprattutto con ingredienti stagionali e provenienti da fonti locali. Così abbiamo cominciato a febbraio avendo come ingredienti principali gli ortaggi da radice, abbiamo presentato un workshop vegano, le verdure sono state molto ricercate nei vari piatti e abbiamo organizzato questi workshop d’estate e durante l’autunno. Poi, a fine anno, avremo un’immagine su una varietà di ricette, che possiamo realizzare a casa, con ingredienti di stagione.



    Il programma mira a valorizzare il patrimonio gastronomico rispettando alcuni principi specifici del movimento slow-food (buono-pulito-etico), lo sviluppo delle competenze di consumo responsabile tra i giovani, la promozione di pratiche sostenibili per l’organizzazione di eventi culturali, l’incoraggiamento di politiche pubbliche atte a favorire modelli di sviluppo sostenibile e una cultura della sostenibilità tra le persone. Mihaela Veţan ha precisato: “Praticamente sono tre elementi importanti che vogliamo mettere in risalto quest’anno: la stagionalità, l’importanza di essere consapevoli che le verdure sono disponibili in un determinato periodo dell’anno e che dovrebbero essere consumate allora e non necessariamente fuori stagione, la preoccupazione per gli ingredienti e i produttori e il fatto che tramite i nostri workshop ci auguriamo di ispirare e di incoraggiare le persone a cucinare di più a casa, perché sappiamo che è un’abitudine sempre di più in declino. Ultimamente cuciniamo di meno e ci stiamo orientando sempre di più verso prodotti semi-preparati o verso il fast-food.



    Abbiamo chiesto a Mihaela Veţan che gusti si associano a Timişoara: “Parliamo piuttosto del carattere regionale della zona del Banato, che è un’area di confluenza. E quando abbiamo toccato questo elemento del carattere tradizionale o specifico, siamo stati più consapevoli che una specificità della nostra zona è un accostamento inaspettato, tra dolce e salato, tra dolce e acido. Per esempio, nel Banato si mangia, per tradizione, la carne alla griglia assieme alla composta di ciliegie o di prugne. Si tratta di un miscuglio tra la cucina serba, quella tedesca, elementi della cucina ungherese, quindi è molto difficile dire che cosa sia tipico della zona. Ma penso che l’abbinamento di gusti e l’alternanza inattesa siano elementi sorprendenti nel Banato.”



    E siccome quest’anno Timişoara ha festeggiato in continuazione, Mihaela Veţan ci ha lanciato un invito: “II progetto “La Pas” include un ampio programma educativo, che contiene moltissime attività nelle scuole. Quest’anno ne saranno coinvolti oltre 650 alunni, insieme alle loro famiglie, e certamente stiamo preparando in ottobre la terza edizione del Festival La Pas, un festival di gastronomia artigianale.



    Tutti gli appassionati di prodotti e arte gastronomica locale sono attesi a partecipare a un programma ricco de eventi che portano in primo piano il significato del patrimonio gastronomico, in rapporto alle comunità locali e allo sviluppo durevole.

  • Pronti per il futuro?

    Pronti per il futuro?

    Il Politecnico di Bucarest ha ospitato SpaceFest, un evento dedicato all’esplorazione dello spazio cosmico. È stata un’esperienza unica per qualche migliaio di giovani partecipanti. Dumitru Prunariu, l’unico astronauta romeno che ha volato nello spazio, la statunitense Nicole Stott, la decima donna a volare nello spazio e Sara Sabry dall’Egitto, la prima donna africana, araba ed egiziana ad arrivare nello spazio, hanno raccontato ai partecipanti storie incitanti.



    Google Maps e il Tempo probabile sono sempre risultati della ricerca sullo spazio, come anche altri contributi alle attività terrestri, gli approcci tradizionali non essendo più utilizzati ormai, data la loro inefficacia. E questi sono campi in cui i romeni svolgono un ruolo importante, anche se non c’è stata più alcuna nostra presenza ufficiale nello spazio dopo quella di Dumitru Prunariu. Presente all’evento, Prunariu ha dichiarato a Radio Romania Internazionale: “Qui, al Politecnico di Bucarest, in una sala con 1200 persone, abbiamo avuto un incontro molto interessante con giovani, ragazzi e studenti, che non solo hanno ascoltato attentamente quello che hanno raccontato i tre astronauti presenti, ma hanno anche fatto delle domande molto interessanti. Noi astronauti ci incontriamo spesso nell’ambito dell’Associazione degli Esploratori dello Spazio Cosmico, che è l’associazione professionale degli astronauti e dei cosmonauti. È vero che l’astronauta egiziana non è ancora membro di quest’associazione, lei ha effettuato un volo balistico, breve, ha passato dieci minuti nell’imponderabilità, mentre noialtri, come Nicole Stott, abbiamo viaggiato più lontano e abbiamo volato di più, abbiamo maggiore esperienza. Ma ogni volo cosmico, per quanto fosse breve, apre nuove prospettive e chiunque ha delle cose inedite da raccontare, dalla propria esperienza che forse gli altri colleghi non conoscono, dall’esperienza personale, da quello che ha sentito, dall’interazione con le persone, le impressioni dopo il volo cosmico. Al momento, oltre alle intese governative tra certi stati, compagnie, organizzazioni che formano astronauti, e queste sono solo tre al mondo, ci sono gli americani, i russi e i cinesi, adesso esistono anche intese private. Esistono compagnie di broker di astronauti, che hanno cominciato a mandare, è vero, per milioni di dollari, persone nello spazio cosmico e il turismo spaziale si sta sviluppando sempre di più. Quindi potremmo avere la sorpresa che un secondo romeno faccia parte di questa categoria.”



    Sempre da Dumitru Prunariu abbiamo saputo che si sono piani che potremmo chiamare interstellari: “La Luna è un avamposto per il volo verso Marte. Il programma Artemis, già avviato dagli americani, che hanno mandato una nave test intorno al mondo, e l’anno prossimo manderanno un primo equipaggio umano intorno alla luna per testare gli equipaggiamenti, la nave, l’ambiente in cui le persone dovranno svolgere la loro attività, rappresenta solo un inizio. Nel 2025 è previsto il primo sbarco sulla Luna nell’ambito del nuovo programma Artemis. E quello sarà solo un inizio. Perché stavolta non andiamo sulla Luna per tornare sulla Terra, ma per restarci. È un messaggio molto importante, che le persone ci resteranno. Ovviamente, gli equipaggi si succederanno presso alcune basi permanenti che saranno costruite nella zona del Polo Sud della Luna. In un futuro prevedibile, ci sarà una stazione orbitale circumlunare, che fungerà da Hub per gli astronauti che arrivano sulla Terra e scendono sulla Luna e ritornano poi sulla Terra. Ci sarà inoltre una base di ricerca scientifica per l’ambiente lunare e tutto ciò preparerà in futuro i voli pilotati verso Marte.”



    Nicole Stott, la decima donna ad arrivare nello spazio cosmico, ci ha detto che sebbene sia rimasta poco più di cento giorni nello spazio, vorrebbe tornare almeno per un altro giorno per rivivere la gioia, la curiosità e l’incanto, emozioni sperimentate continuamente: “Centoquattro giorni nello spazio non sono bastati! Voglio dire, mi è sembrato che il tempo volasse, non ci potevo credere quando è arrivato il momento di tornare a casa, e vorrei poter tornare indietro e trascorrere almeno un altro giorno nello spazio! Sarebbe bello! Ero la decima donna ad andare nello spazio, non ci avevo nemmeno pensato in quel momento, anche se sapevo a che numero si era arrivati. Penso che al razzo non importi davvero se sei maschio o femmina, quindi dobbiamo tutti fare del nostro meglio. E abbiamo dimostrato che le donne sono brave quanto gli uomini, se non addirittura migliori, in queste missioni. Quindi penso che dobbiamo solo incoraggiare sempre più giovani donne a seguire una carriera del genere. Anche se le cose non andavano bene (n.r. nello spazio), ad esempio suonava un allarme o qualcosa del genere, credo che fosse più agitazione che paura, perché siamo così ben allenati che sappiamo come agire in tutte le situazioni. Ripeterei sicuramente il volo spaziale e, in un certo senso, spero che sia esattamente comè stato, con lequipaggio con cui sono stata e con tutte le esperienze che ho avuto. Ma sarebbe una gioia anche poter volare di nuovo e sperimentare qualcosa di diverso in una missione”.



    Sara Sabry dallEgitto, è la prima donna africana, araba ed egiziana a raggiungere lo spazio. Ha partecipato a SpaceFest e ha condiviso con noi la gioia di aver fatto un cambiamento: “È un incredibile onore rappresentare il mio Paese, essere nello spazio per la prima volta ed essere la prima donna araba a farlo. Questo dimostra quanto cambiano le cose. Finalmente siamo rappresentate. Sono cresciuta circondata da persone che non hanno avuto la possibilità di fare una cosa del genere, nel mondo da cui provengo. Quindi sono stata la prima, il che mi onora e mi riempie di gratitudine. Sono felice di vedere che persone come me possono fare qualcosa del genere! Che le donne di questa parte del mondo possono farlo. Vedere la Terra dallo spazio cambia la tua prospettiva sul mondo intero. Perché non ci siamo evoluti biologicamente per guardare la Terra dallo spazio o dallesterno, quindi quando succede capovolge il tuo mondo e quando torni devi ricomporlo, vedere cosa pensavi prima della Terra, della vita, dellUniverso, delle tue relazioni con tutto ciò che esiste. E quando torni devi capire tutto questo, fare tutto il possibile con la nuova responsabilità acquisita in seguito a questa nuova prospettiva. Ero così entusiasta, non avevo per niente paura, ero piena di adrenalina e tranquilla! Perché devi essere in pace con qualunque cosa accada! Qualunque sia lesito! Devi avere completa fiducia nel veicolo, in te stesso, nellequipaggio, essere certo che andrà tutto bene, che qualunque cosa accada saprai come reagire, cosa dovrai fare e che anche se non torni più, hai già accettato anche questo. Ed è qualcosa che ti cambia! Quando è successo, non riuscivo nemmeno a credere che stesse accadendo, perché sogni così tanto che accada! E quando succede, è come se tutto riprende a vivere dentro di te!”

  • Invito a giocare

    Invito a giocare

    Sicuramente tutti abbiamo avuto momenti nella vita in cui non avevamo voglia di parlare con nessuno, o per tristezza, o per una delusione. Ci sono però anche casi molto gravi, di bambini che non possono esprimersi verbalmente — scioccati, abusati, fisicamente o sessualmente, autistici o con diverse altre disabilità. Per loro e non solo è stata creata una bambola delle dimensioni di un bambino grande, che loro possono comporre e scomporre a piacimento. Si tratta di un’invenzione della dottoressa Dana Jianu, chirurga plastica, insignita di medaglie d’oro, nel 2006 e 2007, alle famose mostre di invenzioni e innovazioni di Bruxelles e Ginevra. L’invenzione ha destato anche l’interesse dell’UNICEF e dell’ONU, che la ritengono un aiuto per i bambini meno fortunati del mondo.



    Dana Jianu ha raccontato a Radio Romania: “E’ un’invenzione nata sempre dal mio amore per la chirurgia plastica e ho pensato che non solo i chirurgi, non solo quelli che frequentano la facoltà di medicina possano trasformare un’entità. Lo potrebbe fare chiunque, bambini e adulti, potrebbe essere un’attività di famiglia o forse a scopo terapeutico, e allora, sin dall’inizio, l’ho creata, persino questo corpo l’ho ritagliato nella spugna e l’ho rivestito di una “pelle”. Questa pelle permette molti riattaccamenti, un numero infinito, e ho dato la possibilità a un bambino o a un giocatore, a prescindere dalla sua età, di avere un compagno, perché una volta trasformata la bambola nel compagno desiderato, ci si affeziona. E praticamente permette giochi della fantasia e giochi di situazioni all’infinito. Infatti, la persona diventa un creatore, un chirurgo plastico, ma non solo, ancora di più, un creatore di un compagno di gioco, di un amico.”



    Dana Jianu ci ha confessato di aver immaginato la professione di chirurgo plastico come un gioco. In tal modo, utilizzando la bambola proposta, il giocatore-creatore può trasformare un corpo rappresentato schematicamente, un corpo di peluche, in un giovane uomo o in una giovane donna aggiungendo o la muscolatura (bicipiti, pettorali, addominali ecc.) oppure tratti femminili (seni di varie forme e misure, cosce, natiche, vita sottile); ma a questa bambola, che può essere maschile o femminile, le possiamo anche creare liberamente espressioni, attaccandole, con un sistema ingegnoso occhi, naso, labbra, orecchie, sopraccigli, capelli di vari colori e forme, dandole espressioni sempre nuove (di allegria, tristezza, sorridente, arrabbiata, giocosa, imbarazzata ecc.) a seconda dell’immaginazione e dello stato d’animo di chi ci gioca.



    Particolari dal medico Dana Jianu: “Può essere ragazzo o ragazza, perciò si chiama Dan. A. Joy oppure Dana Joy, a seconda di quello che le aggiungiamo e di come vogliamo costruire il suo corpo. E’ una bambola di cui possiamo cambiare sia i tratti del corpo, aggiungendole muscoli e allora diventa ragazzo, o aggiungendole forme femminili e allora diventa ragazza. E tutti i tratti, sia di ragazzo, che di ragazza, si possono cambiare secondo la volontà del giocatore.”



    Dana Jianu detiene due brevetti: per l’invenzione di questa bambola i cui tratti si possono cambiare DAN.A.JOY e di una pinza chirurgica per la sutura rapida delle ferite. Di successo nazionale e internazionale gode però la bambola, che sviluppa la creatività ed è un mezzo nuovo di comunicazione e di espressione non verbale.



    Cresciuta in un villaggio da favola, a Vama, in provincia di Suceava, la chirurga plastica Dana Jianu racconta ancora oggi con grande gioia della vita nel villaggio in montagna, dove le responsabilità quotidiane diventavano un’occasione di gioco per i bambini. E sempre nel villaggio, ha appreso il desiderio di aiutare, come pure la domestichezza nella cura, prima degli animali allevati, sotto la guida di sua nonna, ma anche l’abilità a preparare piatti, come il pollo o i funghi porcini con la besciamella, passando per tutte le fasi della preparazione, compresa la raccolta dei funghi porcini, oppure la macellazione del pollo, sotto la guida del nonno. Come ha deciso di diventare medico?



    Dana Jianu: “Tutto parte dal desiderio di prendersi cura dell’essere che ne ha bisogno. E siccome ero molto affezionata a mia nona, quando mi prendevo cura degli animali del cortile, mi sono resa conto che mi piace contribuire alla loro salute. Questa è stata la prima idea, che si è aggiunta alla cultura della mia famiglia, mio padre essendo medico. Sono stata molto vicina all’infermeria del villaggio, dove all’epoca si faceva di tutto: ostetricia-ginecologia, piccola chirurgia, tutti i pazienti venivano curati, chi soffriva di pressione arteriosa alta, di malattie cardiologiche, di diabete. E mi sono resa conto che mi piace molto la medicina e curare gli esseri che ne hanno bisogno.”



    Per la chirurga plastica Dana Jianu, la salute è la cosa più importante. Perciò sebbene si annoveri, in Romania, tra i pionieri della chirurgia estetica, gettando le basi del primo studio privato di chirurgia estetica e operando migliaia di persone, Dana Jianu consiglia di ricorrere alla chirurgia estetica o riparatoria solo quando è necessario, di modo che non rimaniamo con il peso dei propri complessi fisici, ma allo stesso tempo afferma che il ricorso alla chirurgia estetica deve rispondere a una necessità, non a un capriccio!

  • La Global Wellness Day

    La Global Wellness Day

    La Global Wellness Day, oppure la Giornata Internazionale del Benessere Star Bene, si sta avvicinando rapidamente. E noi abbiamo accettato nuovamente l’invito a scoprire cosa c’è di nuovo sul mercato SPA del nostro Paese. Come ogni anno, siamo invitati a guardare la vita in un modo diverso, all’insegna dello slogan Un giorno può cambiare la tua intera vita!”. Ioana Marian, fondatrice della piattaforma desprespa.ro, ci ha fatto un invito: La Global Wellness Day è la giornata internazionale del benessere, è il momento in cui puoi scoprire, sentire personalmente cosa vuol dire lo SPA e il wellness. Puoi partecipare gratuitamente a tutta una serie di attività wellness, di respirazione corretta, di esercizi di stretching, meditazione, fino a mini terapie SPA, tutte offerte gratuitamente. L’evento si svolge nel secondo sabato di giugno, e quest’anno avrà luogo il 10 giugno.”



    Alin Simion è il fondatore di un centro SPA della capitale e ci ha parlato del concetto che è stato alla base della creazione del centro, partendo dal desiderio di sviluppo personale e dall’amore per sua moglie, che aveva questo sogno. Un centro in cui una volta entrato, si sperimentano esperienze al di là del sensoriale: Un elemento molto importante è stata la cura nei confronti del cliente, della persona. Questa cosa ci ha spinto verso il nostro sviluppo personale, ho lavorato molto su me stesso per poter essere una persona più equilibrata, dopo di che è seguita la parte professionale e la comprensione dei bisogni dei clienti. Ho aperto il centro nel 2011, ho incontrato mia moglie nel Tempio di Dalai Lama, nel Tibet, e man mano abbiamo sviluppato il progetto, oggi siamo arrivati alla terza sede, una location stupenda, di cui siamo molto orgogliosi. E’ molto vicina a tutto quello che abbiamo voluto sin dall’inizio: poter offrire alle persone un ambiente SPA bello, elegante, con molta natura e con servizi impeccabili.”



    Accennando tramite la denominazione del centro a quell’energia femminile che esiste in ognuno di noi a prescindere dal genere, il centro crea un’atmosfera speciale. Alin Simion: La sensazione è di intimità, uno spazio in cui l’uomo scopre quella cosa chiamata casa”. Vuol dire rilassamento, intimità, facilitazione delle capacità intellettuali o di conoscenza di sé stessi. Offriamo servizi classici di bellezza, oltre 90 tipi di massaggio, rituali SPA oppure rituali firmati, su cui abbiamo puntato molto, perché abbiamo voluto che ognuno dei nostri terapeuti offrisse una terapia firmata e si presentasse con tutto quello che ha imparato lungo la sua carriera professionale. Abbiamo la parte di sviluppo personale e di conoscenza di sé stessi tramite servizi di terapia attraverso l’arte e sviluppo personale – coaching, yoga e meditazione. Inoltre, organizziamo molti corsi ed eventi. Cerchiamo di offrire a ognuno di coloro che ci visitano una soluzione personalizzata.”



    Ioana Marian, fondatrice della piattaforma desprespa.ro, ha elogiato lo sviluppo del mercato SPA in Romania negli ultimi anni, un’evoluzione partendo da zero”, per arrivare alla diversificazione di oggi, ammettendo però che c’è ancora molto da fare in questo settore: Ci sono ancora molte regioni in cui non ci sono centri. Al momento, secondo le mie stime, ci sarebbero 30-35 centri che si possono intitolare SPA, quindi che non siano semplici saloni. L’esperienza SPA presuppone il rilassamento di tutti e cinque i sensi, non solo di quello tattile. E, d’altra parte, ci sono alberghi o agriturismi che dicono di avere un centro Spa, e quando uno entra, infatti, c’è solo una piscina, una sauna ed eventualmente una camera per massaggi. Quello non è centro SPA. Il cliente vuole che quando ci entra stressato si possa rilassare completamente. Vuole sapere che dopo un’ora passata là, esce molto molto diverso, non solo più rilassato, ma anche con molta più energia dopo quella cura.”



    Ioana Marian ci ha spiegato quali sono gli elementi che contribuiscono al cambiamento” vissuto in un centro SPA, da un uomo stressato a uno rilassato e pieno di vita: Questo succede allo SPA grazie all’atmosfera: tramite l’allestimento dello SPA, che include elementi naturali, piante, pietre, elementi vivi, che portano la loro energia e contribuiscono al tuo stato di benessere. Anche i colori rilassano, il verde, il marone color corteccia, l’odore dato dagli oli essenziali che uno sente. E come quando si fa una passeggiata nel bosco. Sente il sussurrare dell’acqua, inala quegli oli essenziali e dopo una semplice passeggiata nel bosco, uno si sente già una persona diversa. Qui, oltre all’acqua, alle piante e alla musica che fa da sottofondo, c’è anche una terapia fatta da un professionista. Perché nei centri Spa si lavora con terapeuti laureati in Sport, o in kineto-terapia, oppure in medicina specialità kineto-terapia, il che è molto di più rispetto a un semplice corso per massaggiatori di qualche mese.”



    Abbiamo saputo anche che questo mese si è svolto un Galà di premiazione dei centri SPA in Romania, un evento unico, volto a incoraggiare la performance. Perciò, a giugno, vi invitiamo a dire di sì, ovunque vi trovaste, a una giornata speciale: la Global Wellness Day!

  • Il francobollo scrive pagine di storia

    Il francobollo scrive pagine di storia

    Pochi sanno che in Romania esiste un Museo Nazionale Filatelico, fondato nel 2004. Attualmente, anche se ha mantenuto la denominazione, il Museo Nazionale Filatelico è una sezione del Museo Nazionale di Storia della Romania. Com’è apparsa la necessità di gettare le basi di questo museo, ce lo racconta Alexandru Cristian Voicu, curatore presso il Museo Nazionale di Storia della Romania: “La necessità è derivata dal fatto che, dopo che la Romania è diventata membro dell’Unione Postale Universale, nel 1874, la Posta Romena ha raccolto lungo il tempo sempre più oggetti filatelici, non solo quelli emessi in Romania, ma anche quelli ottenuti tramite scambi filatelici. Sono stati raccolti soprattutto francobolli di Paesi stranieri, Paesi membri dell’UPU, perciò dopo il 1990 si è avvertito questo bisogno di creare un’istituzione specializzata in questa scienza ausiliaria della storia, che è la filatelia. La collezione filatelica della Romania è una delle più ricche al mondo ed è stimata a circa 17 milioni di oggetti. Contiene principalmente francobolli romeni, a cominciare dalla famosa “Testa di uro” fino ad oggi, francobolli provenienti da molti Paesi stranieri, da tutti i continenti, comprese le isole del Pacifico. Contiene una parte molto importante di effetti postali, di modelli di francobolli, soprattutto del periodo interbellico, bolli postali illustrati, semi-illustrati, francobolli colorati. Ci sono anche stampi, perché i primi francobolli romeni, “La testa di uro”, oppure “I Principati Uniti”, o “Cuza”, Carlo con le basette, Carlo con la barba, sono stati realizzati con stampi metallici o con pietre litografiche, cosicché abbiamo anche questi oggetti molto importanti per la storia filatelica romena e per la storia della posta in generale”.



    Abbiamo chiesto ad Alexandru Cristian Voicu che valore può ancora avere oggi un francobollo, quando la posta è per lo più elettronica: “I vecchi francobolli, i bolli postali classici hanno un valore monetario abbastanza importante, perché raccontano un passato, raccontano la storia di un Paese, così comera, riflettono la storia. Non dimentichiamo che prima di tutto, il francobollo, insieme alla moneta, mostra lindipendenza di uno stato e, in secondo luogo, questi due oggetti contengono anche un elemento di propaganda molto importante. Se si guarda alle emissioni filateliche di diversi Paesi e soprattutto di Paesi in cui si sono succeduti vari regimi politici di diversa fattura, tra cui la Romania, possiamo vedere in questi francobolli il passaggio da un regime allaltro. E’ un modo in cui i soggetti trattati, gli argomenti proposti per essere rappresentati sui francobolli cambiano nettamente. Ad esempio il passaggio dalla monarchia al regime comunista si riflette molto bene nei francobolli, perché improvvisamente sui francobolli cominciano a comparire elementi come proletari, contadini, cosa che non era mai accaduta prima.”



    Un argomento di studio per gli appassionati e non solo! Lo studio delle emissioni di francobolli può ampliare le nostre conoscenze in molti settori, inaspettatamente. Troviamo “Sportivi doro della Romania”, “Divise della regalità romena”, “Le Regine della Romania”, “I motori, una passione reale”, modelli di ie (la camicia tradizionale romena) provenienti da diverse zone del Paese, solo per fare alcuni esempi autoctoni. Alexandru Cristian Voicu ci ha detto che non ha ancora una collezione di francobolli preferita, ma che è impressionato dai modelli nella collezione del museo: “Mi passo tra le mani modellini di francobolli, mi sento in qualche modo onorato di poterli vedere, soprattutto perché quelli del periodo tra le due guerre sono stati realizzati da artisti affermati, con una maestria senza pari. Questo, a proposito anche del valore del francobollo in futuro, perché un francobollo moderno non varrà mai tanto quanto un francobollo classico, a prescindere dal tempo che passa. Mi piacciono tutti i modelli che ho e ogni francobollo è interessante e importante perché può indicare qualcosa su quel Paese, su quella società, sul momento, sulla mentalità. E penso che, nel contesto storico, questi oggetti siano molto importanti.”



    Da 18 anni Romfilatelia è listituzione preposta allemissione di francobolli e effetti postali romeni. Unistituzione che ha costantemente cercato di utilizzare il patrimonio storico e di trasformarlo, promuovendo il francobollo romeno come un vero ambasciatore del nostro Paese.

  • “Il babic di Buzău”, dalla salsiccia proibita ai turchi al prodotto IGP

    “Il babic di Buzău”, dalla salsiccia proibita ai turchi al prodotto IGP

    Alcune salsicce prodotte in Romania contengono nella loro denominazione anche il luogo d’origine. Ci sono le salsicce del Banato e quelle sassoni, prodotte nell’est della Transilvania, preparate secondo varie ricette, ma che hanno una componente comune, la paprica, e un forte colore rossastro determinato dal processo di affumicatura cui sono sottoposti per essere conservate a lungo. Le più popolari sono le salsicce sottili semi-affumicati, chiamate cabanos, con una variante speziata tipica dell’Oltenia, che sono le salsicce olteneşti.



    Nella zona di Buzău ci sono due tipi di salsicce il cui nome contiene anche l’indicazione dell’origine: le salsicce di Pleşcoi e il babic di Buzău. Le salsicce di Pleşcoi sono entrate, nel 2019, sulla lista dei prodotti a identificazione geografica protetta nell’Unione Europea. Sono prodotte in provincia di Buzău in diverse località tra cui anche quella che dà il nome al prodotto. Ci sono due tipi di salsicce di Pleşcoi, secche e affumicate. In entrambi i casi, la materia prima utilizzata è la carne di pecora (due terzi) e di manzo (un terzo). Nella ricetta tradizionale è permesso sostituire la carne di pecora con quella di capra, al massimo al 10%. Le spezie utilizzate sono il peperoncino rosso, il timo, la paprica piccante e dolce, l’aglio e il sale. Le salsicce di Pleşcoi sono preparate alla griglia o al tegame, come antipasto caldo, oppure insieme ad altri preparati alla griglia, con o senza contorno e con insalata di sottaceti, pomodori verdi o cetriolini.



    I rifugiati di nazionalità bulgara e serba che, alla fine del 18/o secolo, si sono stabiliti nella zona di Buzău a causa delle guerre russo-turche, hanno preso la ricetta locale di salsicce di Pleşcoi, modificandola e mettendo carne di maiale al posto di quella di pecora, probabilmente per far dispetto agli ottomani. Hanno aggiunto anche peperoncino rosso essiccato e tritato ed è risultato il cosiddetto babic di Buzău oppure babic serbo di Buzău. George Buzoi, originario della provincia di Buzau come indica anche il suo nome, ha raccontato a Radio Romania come è apparso il babic: “Per necessità. Perché? D’inverno c’erano un maiale o due, un vitello o due e l’uomo pensava che sarebbe venuta l’estate. Non poteva prendere con sé il salame rustico quando andava a lavorare i campi, perché sarebbe andato a male. Il babic si conservava molto bene. E’ un prodotto crudo-secco, come lo chiamiamo noi, i più anziani. Il grasso ne usciva fuori, ma il gusto non si alterava. Potete immaginare quanta proteina contiene un prodotto che non è stato trattato termicamente. Gli ortolani non avevano tanti soldi, andavano in giro con le carrozze piene di merci e questo babic era di prima necessità: dovevano avere qualcosa da mangiare, qualcosa che contenesse proteine, perché di melanzane cotte ce ne avevano parecchie.”



    Sempre George Buzoi ci ha detto anche cosa si mette nel babic: “La carne, per forza di maiale, di vitello non necessariamente, la base è quella di maiale e pasta di peperoni, che è il maggior segreto! La pasta di peperoni è un ingrediente molto caro se lo devi comprare. Devi preoccuparti durante l’estate e tenere una scorta di peperoni appositamente per questa pasta. Anche noi prepariamo in casa la pasta di peperoni. È squisita sia come colore, che come gusto, da tutti i punti di vista! La paprica piccante e il sale in una certa quantità sono altri due ingredienti necessari. È molto importante anche l’affumicatura, ma se chiedete la ricetta a un serbo probabilmente ve la dà!”



    Ve la dà perché comunque non la preparate. Perché è una tradizione tramandata di padre in figlio, come ci dimostrano Marcel e Valentin Popa, padre e figlio, produttori di babic della zona: “Bisogna rispettare la ricetta, la quantità di carne e di spezie, per fare il prodotto, quindi noi usiamo solo peperone naturale, non usiamo spezie, timo. Facciamo scorte di prodotti per un anno, perché possono esserci anni in cui non crescono bene i peperoni o il timo.”



    Costel Matei produce anche lui alcune decine di salsicce babic alla volta e ha descritto a Radio Romania il modo in cui le prepara: “Mettiamo al 60% carne di maiale, e al 40% carne di manzo. Adesso tutti usano la carne di maiale. E paprica. Si tiene a essiccare, dopo si mette a tritare con il peperoncino. Per la versione dolce, con i peperoni, la pasta si mette a bollire due volte. Si mette a bollire fino a quando scade, poi si spegne il fuoco e la si mette di nuovo a bollire, fino a quando di una borsa piena di peperoni rimangono due barattolini da 200 grammi di pasta. Io mi rendo conto se va bene se guardo la consistenza. È un alimento di base, non va a male ed è molto buono. Paprica, sale, pasta di peperoni, tutto qui. Il segreto è l’impasto, si mescola e si impasta con i pugni. Ogni giorno si impasta due volte al giorno, per 3-4 giorni, fino a quando l’odore diventa di carne stagionata. Quello è tutto il fascino dell’impastare. Si mette l’impasto nel budello, si mette a essiccare fino a quando il budello si attacca alla carne, quindi per 5-6 giorni, dipende se c’è umidità o gelo, e poi si mette ad affumicare.”



    Nella zona di Buzău si prepara anche la minestra di babic, con tante verdure e, ovviamente, con fette di salsiccia, tagliate molto sottilmente. Fino all’inserimento del babic nel registro dei prodotti IGP a livello dell’Unione Europea, i produttori locali devono collaborare efficacemente, di modo che anche i produttori industriali rispettino la ricetta conservata dai produttori artigianali.

  • Cancro coreografato

    Cancro coreografato

    Oggi parliamo di un argomento delicato, il cancro, in particolare del cancro al seno e di un approccio atipico a questa malattia, lo spettacolo di danza contemporanea “Cancro, Coreografato”. Lo spettacolo nasce dallincontro tra Cătălina Florescu, drammaturga e docente presso la Pace University di New York, e il coreografo Cosmin Manolescu. Mettendo in primo piano un personaggio maschile affetto da cancro al seno, lo spettacolo vuole attirare lattenzione sulle persone che, indipendentemente dal sesso, soffrono di questa malattia, ma anche sul modo in cui la società risponde o meno ai loro bisogni medici, sociali e affettivi. Concepito nellambito di una residenza coreografica tenutasi nel 2022 presso la sede AREAL di Bucarest, lo spettacolo è pensato come un “viaggio emozionale catartico e partecipativo”. La coreografia e linterpretazione appartengono a Cristina Lilienfeld e Cosmin Manolescu, membri fondatori di AREAL | spazio per lo sviluppo coreografico (arealcolectiv.ro). Ma il team di progetto è molto più grande.



    Cosmin Manolescu ha detto che per lui lidea stessa di ballare è una celebrazione della vita e della morte: “Cancro, Coreografato parla di un argomento piuttosto difficile, molto emozionante per chi ha avuto il cancro o per chi lavora con il cancro e, da questo punto di vista, sono felice di avere accanto a me queste belle persone, che hanno detto di “sì” quando ho proposto loro di aderire al progetto. Il cancro non è una malattia che colpisce solo le donne, ma anche gli uomini, e per questo, alla prima dello spettacolo a New York, avremo con noi sul palco un sopravvissuto al cancro al seno, Michael Singer, che è una persona molto speciale e che salirà sul palco per parlare con noi, in America. Indirettamente ho vissuto una forte esperienza con il cancro, e in qualche modo penso che questa esperienza abbia aiutato la forma in cui lo spettacolo arriva agli spettatori”.



    “Cosa ti resta di questa vita?” è la domanda che si pongono a turno i protagonisti, e che fa riflettere noi spettatori. Cristina Lillienfeld ha parlato dellallontanamento dal testo originale, senza abbandonare lorizzonte da esso aperto: “Fin dallinizio cera questa idea di accettare la morte, la sofferenza e di celebrarla. E quello che abbiamo fatto noi è stato di rendere queste cose molto più esplicite, attraverso gesti performativi. Perché è importante che le persone se ne vadano con speranza e con quest’idea che ogni momento deve essere vissuto il più intensamente possibile, ma ho sentito che il seme è sempre stato lì e penso che sia per questo che Cătălina era così flessibile, perché a volte i drammaturghi sono molto attaccati al formato che propongono, ma lei è stata davvero estremamente aperta a qualsiasi modifica che ho proposto. Perché, infatti, eravamo sulla stessa lunghezza donda.”



    Alla fine del settembre 2022, la compositrice Sabina Ulubeanu è stata cooptata nel team, come ci ha raccontato lei stessa: “Sono subito entrata in risonanza con lintera idea del testo e con tutto ciò che stavano facendo. Ho partecipato alle prove, ai loro workshop. Mi sono avvicinata, in qualche modo, a questo loro mondo, partendo dalla lettura del testo di Catalina ed è stato molto interessante per me, perché nel momento in cui scrivevo queste opere, pur avendo molto materiale, video, avevo le discussioni, avevo il testo, avevo assolutamente tutto, ho fatto finta di dimenticarli e mi sono lasciata guidare dal mio intuito e, in pratica, ho avuto accesso a quello strato che risuonava in me durante le prove e durante le discussioni.”



    Cinty Ionescu è la responsabile del video design dello spettacolo: “Penso che neanche in questo caso ho cercato di seguire un filo epico nel film che ho realizzato per lo spettacolo. A causa dellargomento, che è abbastanza difficile per tutti e personale per molti di noi, è stato molto difficile per me mettermi al lavoro. E tutti questi incontri, discussioni, momenti di movimento che ho avuto con Cristina e Cosmin sono stati molto utili e siamo arrivati ​​a questo punto”.



    La cornice creata ti fa trattenere il respiro, ma è contrappuntata da elementi che simboleggiano la vita, quella che vince sempre. Questa è lopinione unanime del team dello spettacolo di danza contemporanea, “Cancro, Coreografato”, un team di cui fa parte anche Alina Comănescu, che propone un messaggio chiaro anche nello spettacolo: la prevenzione può aiutare a uscire delle statistiche. Alina Comanescu: “Quello che si vede sul palco è un appello alla prevenzione. Sfortunatamente, dal punto di vista statistico, una su tre persone può ammalarsi di cancro. Questa statistica è un po dura. Tuttavia, il 40% di questi casi è prevenibile, se abbiamo uno stile di vita sano ed equilibrato. E penso che questa sia la cosa più importante: cerchiamo di non stigmatizzare, ma di inviare il messaggio che se stai bene con te stesso, impari a stare bene con te stesso, penso che sia molto importante affinché non sii tu quelluno su tre.”



    Alexandros Raptis, luci e live DJ, ha aggiunto: “È un tema molto difficile e molto più comune o conosciuto a tantissime persone, purtroppo. È molto difficile quando lavori non cadere in una forma di teatralità super opprimente, perché vieni a uno spettacolo intitolato “Cancro, Coreografato” e ti aspetti che succeda qualcosa. La cosa che mi è piaciuta di più, se posso dire così, è lalternanza degli stati d’animo. Quanto allo spettacolo, a volte sembra uno spettacolo teatrale, a volte sembra una performance e altre volte sembra che stiamo facendo una festa”.



    La prima nazionale dello spettacolo ha avuto luogo il 6 e 7 aprile 2023 allARCUB, mentre la prima internazionale è prevista per il 26 aprile 2023 al Jersey Theatre City Center e il 28 aprile 2023 allICR di New York, mentre in Romania tornerà a giugno.

  • YouTube Romania, decimo anniversario

    YouTube Romania, decimo anniversario

    Oggi siamo abituati ad entrare su YouTube per ascoltare musica, un podcast, o per trovare una ricetta culinaria. Pochi sanno però che YouTube Romania ha solo 10 anni, perciò abbiamo pensato di raccontare le vicende di questo bambino prodigio insieme a Elisabeta Moraru, Country Manager Google Romania e a Dan Oros, capo dipartimento Marketing presso Google Romania. Nella primavera del 2013, Google lanciava la versione per la Romania del canale YouTube, portando contenuti adattati agli utenti romeni e ciò ha permesso ai creatori di contenuto locali di essere scoperti più facilmente e alle compagnie locali di utilizzare la piattaforma come strumento di promozione.



    Elisabeta Moraru ci ha raccontato come si è differenziata, 10 anni fa, la nozione di vlogger da quella di blogger, che era già conosciuta: la differenza è data dal canale tramite cui si esprime, per il vlogger il mezzo di espressione essendo un video trasmesso online: Sono stati 10 anni straordinari. Abbiamo guardato indietro e abbiamo valutato quanto siano stati agitati questi dieci anni in cui il Principe Azzurro YouTube è cresciuto quanto gli altri in tre volte lo stesso periodo. Abbiamo anche dimenticato alcuni momenti, ma ci sono altri che non è possibile scordare, perché si tratta di lanci di progetti di cui siamo molto orgogliosi. Ad aprile 2013 abbiamo lanciato ufficialmente la versione YouTube Romania. Erano i primi video virali romeni su youtube e noi abbiamo solo fatto aumentare in modo esponenziale quest’ecosistema.”



    Noi lo facciamo per voi, condividetelo anche voi” erano le parole dell’inno dei vlogger romeni del 2015. Elisabeta Moraru, Country Manager Google Romania, ha continuato la storia: Le cose sono cambiate in questi 10 anni. Sempre più gente veniva a sapere dei vlogger e cominciava a seguirli su youtube e c’era tutta una serie di categorie che cominciavano ad essere molto seguite nel settore bellezza, ad esempio. E abbiamo avuto un evento in cui abbiamo scoperto certi segreti del mondo della bellezza. Una nostra collega di allora, Laura Mușoroaia, era uno dei vlogger e aveva all’epoca circa 15.000 abbonati. Oggi ne ha 10 volte di più, accanto a Special Coco. Abbiamo avuto un momento molto bello Google House.”



    Da questi tentativi che sembravano solo promettenti, si è arrivati a un’effusione che allora sarebbe stata difficile da immaginare. Dan Oros, capo del dipartimento di Marketing presso Google Romania, ci ha parlato della situazione attuale: “E ora passiamo al 2023, vediamo alcuni dati. Iniziamo con i più importanti o con la cifra più importante – 12 milioni. Oltre 12 milioni di adulti accedono ogni mese in Romania a youtube. Seguono spesso youtube, trovano qui informazioni utili, musica, divertimento, istruzione e siamo molto contenti di vedere che questa cifra aumenta da un anno all’altro. È interessante anche il mezzo che usano gli adulti in Romania per collegarsi a youtube. In passato, ovviamente al primo posto si piazzava il desktop. Adesso l’ordine è cambiato. Al primo posto si piazzano il telefono, la TV e poi il desktop e il portatile. 5,5 milioni di romeni guardano youtube su schermi TV.”



    E siccome stiamo parlando dell’era digitale, le cose non si fermano qui. Dan Oros: Questo numero è in crescita. È in crescita il watch-time sullo schermo TV perché notiamo che la gente che guarda sullo schermo TV segue sempre di più filmati più lunghi, di tipo podcast, documentari e così via. Cosa ci dicono coloro che seguono youtube? Oltre alle informazioni quantitative, vogliamo offrirvi anche alcune informazioni qualitative e abbiamo fatto uno studio l’anno scorso, insieme a IPSOS per vedere cosa guardano i romeni su youtube. Il 91% dei romeni che entrano su youtube ci dicono di aver imparato qualcosa di nuovo guardando su youtube. E credo che tutti possiamo fare un esempio di qualcosa che abbiamo imparato guardando youtube. L’85% dei romeni che entrano su youtube sono del parere che visionare il contenuto e utilizzare questa piattaforma li aiuti a decidersi in merito a un acquisto che vogliono fare. Forse hanno visto un telefono nuovo, una macchina interessante, un computer più adatto per il gaming, che desiderano comprare. Praticamente, visionare il video li ha aiutati a prendere una decisione legata all’acquisto del rispettivo prodotto. Otto su dieci romeni trovano su youtube dei contenuti unici – così dicono – che non possono trovare altrove. E non in ultimo, il 74% afferma che la pubblicità su youtube ha aiutato loro a scoprire brand e prodotti nuovi. Notiamo che i brand sono sempre più creativi, più originali negli spot pubblicitari con cui si rivolgono agli utenti del canale youtube. E siamo molto contenti per questo.”



    Dan Oros: Ci sono oltre 8000 canali in Romania che hanno superato la soglia di 10.000 abbonati. Oltre 1600 canali in Romania hanno superato la soglia di 100.000 abbonati e, non in ultimo, oltre 150 canali in Romania hanno superato 1.000.000 di abbonati e hanno ricevuto il pulsante d’oro.”



    Il primo creatore di contenuto su YouTube Romania che ha sfiorato la soglia di 1 milione di abbonati, Mihai Alexandru Hash (Mikey Hash), ha toccato questo record nel 2016. Alla fine del 2022, invece, c’erano oltre 150 canali in Romania con più di 1 milione di abbonati, il 20% in più rispetto alla fine del 2021. Il primo pulsante di diamante” in Romania, offerto ai canali che superano la soglia di 10 milioni di abbonati è stato ottenuto nel 2020 da LooLoo Kids, che è anche il primo canale YouTube dell’Europa Centrale e Sud-Orientale ad arrivare a questo livello.

  • Tire2Tire

    Tire2Tire

    Tutti conosciamo i piccoli robot che puliscono gli spazi, oppure almeno abbiamo visto una pubblicità che ce li presenta. Come sarebbe se ci fossero dei piccoli robot che, quando facciamo rifornimento di benzina, misurassero l’usura degli pneumatici? Se lo sono chiesti anche alcuni studenti, che hanno addirittura creato un piccolo robot che ha questa funzione. Ionuţ Oţelea, membro della squadra che si è occupata del progetto presso la Facoltà di automatica e computer del Politecnico di Bucarest ci ha raccontato la storia di quest’idea: “E’ un progetto che mira a realizzare un piccolo robot autonomo. Viene collocato nei distributori di carburanti e, nel momento in cui andiamo con la macchina a fare rifornimento, questo robot girerà sotto la macchina, si fermerà ad ogni singolo pneumatico e lo scansionerà. Il suo scopo è di stabilire il grado di usura degli pneumatici che usiamo e mi riferisco alla profondità delle loro scanalature. Ovviamente, misurandola ci possiamo rendere conto se i nostri pneumatici si possano ancora utilizzare oppure no.”



    Com’è nata l’idea, lo racconta sempre Ionuţ Oţelea: “Quest’idea è apparsa, in primo luogo, per una necessità, che ci è stata segnalata da una delle compagnie di trasporto con cui abbiamo collaborato. Dopo i costi dei carburanti, che ovviamente rappresentano la più consistente perdita finanziaria per un trasportatore, il secondo costo alto sostenuto da una compagnia del genere è quello degli pneumatici, che sono molto cari, soprattutto nel caso dei camion. Devono essere sostituiti subito quando diventano inutilizzabili. Per garantire questa sostituzione regolata e per avere la certezza della sicurezza sulle strade, i camionisti devono andare ogni tre mesi in un’officina per far verificare lo stato degli pneumatici e controllare il loro grado di usura. Ovviamente, andando all’officina ogni tre mesi, si perdono soldi, tempo e le compagnie di trasporto sono sempre alla ricerca di nuovi metodi per ottimizzare il loro profitto.”



    Quindi, presso qualsiasi stazione Tire2Tire, il piccolo robot autonomo ha la missione di controllare visualmente ogni pneumatico del camion, mentre è fermo per fare rifornimento. Successivamente, esamina le immagini scattate automaticamente, per offrire quasi subito dati sul grado di usura degli pneumatici. Ionuţ Oţelea ha aggiunto: “Qui siamo intervenuti noi con questa soluzione che rende la verifica automatica e offre ai manager delle compagnie di trasporto informazioni e dettagli sullo stato degli pneumatici dei camion che passano dai vari distributori di carburanti. In linea di massima, il nostro piccolo robot usa una telecamera e un laser per fare un processo di triangolazione. Il robot stabilisce la distanza tra lui e lo pneumatico, e queste distanze che veniamo a conoscere in questo modo, le possiamo elaborare in modo da determinare esattamente lo spessore all’interno delle scanalature.”



    Tire2Tire è sempre sorprendente. Ionuţ Oţelea: “Unaltra cosa che il robot riesce a fare ed è sorprendente per chi guarda, è che riesce a leggere l’ambiente circostante, a cartografare, a realizzare una mappa della zona e a trovare tutti gli pneumatici intorno a lui. Se volete, è simile all’aspirapolvere automatico che si usa per pulire la casa. Anche il nostro piccolo robot riesce a fare qualcosa del genere, solo che lo fa muovendosi sotto le macchine e sotto i camion.”



    Abbiamo saputo dal nostro interlocutore che esistono già distributori di benzina i cui manager sono interessati ad acquistare un piccolo robot del genere e che il progetto è stato realizzato in collaborazione con una compagnia di trasporti, che è, direttamente interessata, ovviamente. Dal progetto-pilota fino all’utilizzo del robot ad ampia scala, ci sono ancora alcuni passi da compiere. Ionuţ Oţelea: “Adesso stiamo cercando una nuova serie di finanziamenti per poterlo portare al prossimo livello, per collocarlo in ambienti ostili, dove piove, dove c’è polvere. Stiamo cercando finanziamento e abbiamo collaborato con una compagnia di trasporti e ne è interessato anche un distributore di carburanti, che vorrebbe utilizzare questo robot anche per le autovetture normali. Il loro desiderio è piuttosto di offrire un bonus ai clienti, ad esempio, per un pieno di carburante, questo robot potrebbe scansionare anche gli pneumatici, come un regalo a chi viene a fare rifornimento. Come ho già detto, stiamo cercano altri finanziamenti per sviluppare il prodotto e portarlo a un livello superiore che lo renda veramente vendibile, come qualcosa che si possa comprare al negozio e collocare presso qualsiasi distributore di benzina in qualsiasi momento.”



    Ecco, quindi, una squadra degna di lode, formata da professori e studenti della Facoltà di automatica e computer del Politecnico di Bucarest: i professori Iuliu Vasilescu e Daniel Rosner e gli studenti Teodora Moraru e Cristian Pătru, che accanto al nostro interlocutore, Ionuţ Oţelea, hanno realizzato questo prodotto!