Category: Raccontare Romania

  • Piatti natalizi romeni

    Piatti natalizi romeni

    Secondo la tradizione, il 20 dicembre, quando i cristiani ortodossi venerano Sant’Ignazio di Antiochia, nelle masserie di campagna si svolge anche il sacrificio rituale del maiale che fornisce tutta la materia prima per i piatti tradizionali di Natale in Romania: aspic, leberwurst, cotenna, lardo, ciccioli, il sanguinaccio locale, salsicce e i famosi involtini chiamati sarmale, rivendicati dall’intero spazio balcanico, ogni Paese con la propria ricetta.

    Tutti i preparativi cominciano nel giorno stesso del sacrificio del maiale, con un piatto offerto a tutte le persone che hanno partecipato al rituale. Si tratta di pezzi di carne, fegato e milza rosolati in una padella con un po’ di strutto. Tutto condito di vino, santoreggia, sale, pepe e accompagnato da polenta e sottaceti.

    L’antipasto tipico natalizio include cotenna, ciccioli, lardo, leberwurst e altri preparati in budella. Per il sanguinaccio tradizionale romeno, il budello del maiale viene riempito di carne macinata, riso, cipolla finemente tritata, noce moscata, sale e pepe. Si fa bollire con una cipolla intera e paprika dolce.

    Come primo, regnano le sarmale, gli involtini di foglie di verza in salamoia, che racchiudono un misto di carne macinata, riso e cipolla. Il tutto viene cotto in salamoia e poi passato per almeno un’oretta al forno. Le sarmale sono sempre accompagnate dalla polenta.

    Come secondi, i preparati tipici sono le salsicce fatte ugualmente in casa e l’arrosto di maiale al forno. Come contorno, sono preferiti i sottaceti. I dolci sono svariatissimi, però il sovrano si riconferma il cozonac, il panettone tradizionale romeno. Auguroni e buon appetito!

  • Le Terme di Felix

    Le Terme di Felix

    La stazione balneo-climatica le Terme di Felix è sita nel nord-ovest della Romania, a 9 chilometri dalla città di Oradea, vicino al confine con l’Ungheria. E raccomandata sia per cure che per svago ed è una destinazione perfetta in ogni stagione, perché in questa zona d’estate le temperature sono sopportabili, temperate, mentre gli inverni sono più miti rispetto al resto del Paese. Inoltre, uno dei piaceri dinverno è nuotare in una piscina di acqua termale, allaperto, mentre nevica. E poiché le cure termali vantano unantica tradizione in Romania, il nostro Paese essendo tra i primi al mondo in cui è stata creata una società scientifica di balneologia e climatologia, le località termali stanno attirando un interesse crescente per i visitatori di tutte le età.



    Presente all’edizione autunnale della Fiera del turismo romeno di questanno, Andrei Suciu, rappresentante di una compagnia alberghiera con centri di cura alle Terme di Felix, ci ha detto: “Abbiamo delle offerte per il Capodanno e per il prossimo anno, per Pasqua, 1 maggio, Pentecoste. Speriamo che venga più gente possibile, per le acque termali in primo luogo. Abbiamo un grande resort, un parco acquatico per i giovani, una base medica per anziani e non solo, palestra e acque termali efficaci per la cura di diverse malattie. Le tariffe sono molto buone, abbiamo offerte di 4 notti più una gratuita. Un ottimo soggiorno sarebbe di sette giorni, ma ultimamente i turisti tendono a scegliere uno di cinque giorni. Le tariffe variano tra 2000 – 2500 lei (400 – 500 euro) per 5 giorni, piccola colazione e cena, più le cure.”



    La località è molto ricercata per la qualità delle acque termali, consigliate soprattutto per lapparato locomotore: articolazioni, recupero dopo distorsioni di ogni genere e disturbi reumatici. Tuttavia, negli ultimi tempi, il resort ha aumentato la sua offerta per i giovani visitatori, iniziando a offrire terapie benessere e SPA, ad esempio per rafforzare i muscoli della schiena, tenuto conto del fatto che, lavorando molto in ufficio, iniziamo ad avere sempre più problemi con la schiena e le articolazioni.



    Nella zona cè un bellissimo bosco in cui è allestita anche una pista da corsa professionale. LAqua Park nel resort dispone di 14 piscine, la maggior parte sono con acqua termale, un centro di trattamento molto bene attrezzato, benessere e SPA, con i più moderni dispositivi per le cure termali. E se scegliete le Terme di Felix per un soggiorno di qualche giorno, vale la pena visitare la città di Oradea, che vi aspetta con 89 monumenti in stile Art Nouveau, edifici in stile secessionista, barocco e un bastione stellare medioevale. Si possono inoltre visitare laltopiano di Padiş, la Grotta dellOrso e le chiese in legno nella zona di Beiuş.

  • La Sibiu rurale

    La Sibiu rurale

    La provincia di Sibiu è una destinazione perfetta per evadere nella natura. Le offerte per trascorrere le vacanze negli agriturismi romeni stanno diventando sempre più diversificate ogni anno. Troverete prezzi, menù, tradizioni, ma anche possibilità sempre più variate per trascorrere il tempo libero. Anche se non avete acquistato un biglietto presso unagenzia di viaggi, i padroni degli agriturismi di Sibiu vi offriranno una vacanza completa, in cui potrete conoscere le specificità della zona. Un progetto speciale dellAssociazione turistica provinciale di Sibiu è “Gli anni delle Gite”. Accedendo a questo programma, i turisti hanno potuto percorrere i sentieri montani in maniera organizzata ogni settimana. Ma soprattutto, sono stati spinti a esplorare, a diventare curiosi, a scoprire i dintorni anche con la gente del posto, a godersi le comunità locali, a interagire con loro e, naturalmente, ad assaggiare i piatti locali.



    Adela Dadu, dell’Associazione turistica provinciale di Sibiu: “Attraverso queste attività, cerchiamo di avvicinare ancora di più i gruppi di turisti alle comunità locali e alla natura, ma nel modo più responsabile possibile. Abbiamo anche pacchetti vacanza basati sullesperienza. Ad esempio, andiamo presso un agriturismo di Mărginimea Sibiului e partecipiamo attivamente alle attività che si svolgono in casa, scopriamo le tradizioni, i costumi della zona. Ci sono ancora altre località che offrono questo tipo di turismo, non solo a Mărginimea Sibiului, ma anche nella zona settentrionale della provincia, nella zona delle colline della Transilvania, ad esempio negli ex villaggi sassoni. Questi pacchetti significano più che vitto e alloggio. Oltre allalloggio e alla gastronomia, che ovviamente è varia e squisita, i turisti possono partecipare a diverse attività domestiche, possono fare una visita di degustazione in una stalla, ad esempio, con un pastore, possono fare un brunch con la popolazione locale o possono partecipare a piccoli atelier. Lanno scorso sono andata con i bambini e potevamo anche portarli nelle stalle a vedere come si mungono le mucche. Quindi c’è una grande apertura e siamo contenti che la gente possa godersela con i turisti”.



    Nella città di Sibiu si svolge in questo periodo un evento che vanta una tradizione di 15 anni, che ha raggiunto le classifiche internazionali: la Fiera di Natale. Tra l11 novembre 2022 e il 2 gennaio 2023, chi non ha tempo per entrare nelluniverso rurale, ma arriva in città, incontrerà gli artigiani in questa fiera. Gli organizzatori hanno sempre scelto di presentare prodotti di qualità, fatti a mano, quanto più belli e particolari possibile.



    Adela Dadu, dellAssociazione turistica provinciale di Sibiu, ci propone adesso di andare in una località situata nella zona di montagna, attraversata da stradine strette. Qui troviamo un mulino che risale a 100 anni fa’ e una chiesa ortodossa quasi altrettanto antica, in mattoni, con campanile in legno. Un luogo appartato con tradizioni vive: “È un luogo che attira già alcuni escursionisti e amanti della natura: Râul Sadului o il Paese delle Capanne. Râul Sadului è una località in Mărginimea Sibiului che conserva la sua autenticità. Abbiamo ancora quelle capanne di pastori, in montagna, fatte di legno e ricoperte di scandole. Anche se molte non vengono più utilizza0ei, sono belle e pittoresche. Lì, al pascolo, dove lerba è appena tagliata, dove la vegetazione è abbondante, perché non ci sono più tanti ovili, e dove soffia la brezza e porta un leggero odore di pino e abete, è lì che mi sento meglio. Può sembrare un clichè, una frase leggermente romanzata, ma essendo nata in questa zona, amo la montagna più di ogni altra cosa”.

  • L’itinerario Culturale “Transculturale Apuseni”   

    L’itinerario Culturale “Transculturale Apuseni”   

    La provincia di Alba ha quattro percorsi turistici certificati che hanno lo scopo di promuovere obiettivi culturali e storici. Creati dal Consiglio Provinciale di Alba, i percorsi sono promossi dal Ministero del Turismo romeno a livello nazionale. Secondo i requisiti del sistema di riconoscimento, questi percorsi devono essere progettati in modo tale che includano strutture ricettive e di ristorazione che soddisfino gli standard più rigorosi. Allo stesso tempo, devono offrire ai turisti la possibilità di svago.



    Siti in Transilvania, nellovest della Romania, i monti Apuseni non si distinguono necessariamente per la loro altezza – la vetta più alta non supera i 1.849 metri – ma per le molteplici possibilità di trascorrere il tempo libero, per le particolari attrattive naturali, ma anche per lunica comunità permanente in Romania che vive ad unaltitudine di oltre 1.300 metri in case di legno costruite 200 anni fa. Insieme a Daniel Lungu, del Centro Culturale “Augustin Bena” di Alba, ci incammineremo oggi per l’itinerario “Transculturale Apuseni”, alla scoperta del patrimonio culturale, ma anche delle attrattive della zona: “Per molti, larea dei Monti Apuseni può significare un paesaggio mozzafiato. Si trova nella parte nord-occidentale della provincia di Alba e segue il percorso di due strade provinciali. La zona dei Monti Apuseni, detta anche il Paese dei Moți, è soprannominata la Svizzera romena. Farò riferimento a una delle regioni, Rimetea, che conserva le tradizioni degli ungheresi della zona. Larchitettura specifica degli edifici è rispettata molto rigorosamente. Qui si possono vedere le case bianche, specifiche di questa etnia e, non in ultimo, si possono assaggiare i piatti tradizionali. Tra questi il ​​gulasch, molto apprezzato dai turisti che arrivano nella zona di Rimetea. Nei Monti Apuseni si conservano molte tradizioni romene: qui scoprirete il tulnic, che è considerato il cellulare degli abitanti di questa zona. Vi aspettiamo calorosamente in provincia di Alba, a percorrere gli itinerari turistico-culturali, scoprire posti nuovi e belli e, non in ultimo, conoscere persone che renderanno il vostro soggiorno molto piacevole. Vi aspettiamo anche ai nostri eventi culturali, perché ci sono molte cose da vedere, scoprirete il folklore, le tradizioni autentiche e la gastronomia locale.”



    Chi visita la provincia di Alba, scegliendo litinerario turistico-culturale “Transculturale Apuseni”, può scoprire un ricco patrimonio etnografico, dalle antiche abitazioni con i loro annessi, alle chiese, ai piccoli edifici religiosi eretti ai crocevia, detti troițe, ai monasteri, alle mostre etnografiche, alle manifestazioni tradizionali, ai costumi riccamente ornati, praticamente una radiografia del multiculturalismo di una Transilvania plurietnica.



    A tutti questi elementi etnografici si aggiunge la ricchezza naturalistica degli Apuseni, dove la bellezza e la rarità dei fenomeni carsici, alcuni unici in Europa, hanno portato alla creazione di unarea protetta di 76mila ettari: il Parco Naturale degli Apuseni. Oltre alla Grotta degli Orsi, che è meglio allestita la grotta di Romania, qui si trova il più antico blocco di ghiaccio fossile dEuropa, il ghiacciaio Scarișoara.



    Le possibilità di alloggio sono tante e sui Monti Apuseni troverete numerosi agriturismi classificati da tre a cinque margherite. I menu ecologici sono presenti ovunque, mentre tra i piatti tipici della zona sicuramente apprezzerete la torta preparata su una lastra di pietra oppure quella ai mirtilli.

  • Câmpulung Muscel

    Câmpulung Muscel

    La zona di Muscel è situata a circa 160 chilometri da Bucarest, in una zona ricca di storia, ma che offre anche paesaggi mozzafiato. Particolari da Bogdan Răcășanu, tour operator nella zona: “I primi principi Basarab (la famiglia che ebbe un ruolo decisivo nella fondazione della Valacchia) si fermarono proprio in questa zona, a Câmpulung Muscel e qui iniziò la vita organizzata della Valacchia. A Câmpulung Muscel abbiamo il maggior numero di luoghi di culto rapportati alla popolazione, perché ci sono 150 chiese e la popolazione è inferiore a 20.000 abitanti”.



    Uno degli obiettivi storici più importanti di Câmpulung Muscel è il Monastero di Negru Vodă, dove si trovava la prima corte principesca della Valacchia, fondata dal voivoda Radu Negru nel 1215, costruita da Basarab I e da suo figlio, Nicolae Alexandru, la cui tomba si trova allinterno della chiesa. Lì fu eretto il primo palazzo principesco della Valacchia, prima di quello di Curtea de Argeș. Il monastero venne completamente ricostruito, sulle stesse fondamenta, da Matei Basarab nel 1635. Sempre durante il suo regno fu costruita la Torre del Campanile, alta 35 metri, che aveva ruolo difensivo. Qui fu stampato il primo libro in romeno e nel 1669 il boiardo Radu Nasturel fondò la prima scuola principesca con insegnamento in romeno, dove potevano studiare anche i bambini dei poveri.



    Bogdan Răcășanu, tour operator nella zona, ha accennato anche ad altre attrattive: “Quando il turista arriva a Câmpulung, ci sono moltissime opportunità: il castro romano di Jidova risalente all’anno 203, i monasteri rupestri, si possono organizzare molte gite, con pausa pranzo, escursioni di un giorno. Invitiamo i turisti a visitarci per scoprire lospitalità di Muscel, l’abito e le tradizioni di Muscel, la musica di Muscel, il cibo e l’allegria della popolazione locale. Li aspettiamo a braccia aperte”.



    Infatti, i monasteri di Cetățuia Negru-Vodă, Nămăiești e Corbii de Piatră, situati a pochi chilometri da Câmpulung, fanno parte del cosiddetto triangolo sacro degli insediamenti rupestri di Muscel, essendo eretti sulle fondamenta di antichi insediamenti dacici. Quanto agli abiti tradizionali di Muscel, si possono ammirare anche al Museo Etnografico del Monastero di Nămăieşti, che custodisce 200 abiti popolari, alcuni risalenti a 200 anni fa, tutti esposti su manichini. Nel museo viene custodita pure la camicia tradizionale lavorata a mano dalle monache di questo monastero e che è stata premiata allEsposizione Mondiale di Parigi, nel 1889. La mostra è stata organizzata in occasione dellinaugurazione della Torre Eiffel. Al museo etnografico alcuni costumi sono raggruppati in due feste di matrimonio, nel rispetto della tradizione dell’abito popolare. Lo sposo, la sposa, le sorelle, i genitori, i nonni, i padrini, il parroco e il diacono, tutti vestiti per la festa sono riuniti nelle sale che mostrano le cerimonie nuziali.

  • A spasso per Timișoara

    A spasso per Timișoara

    Timișoara è una delle più grandi città della Romania occidentale, dove, nel 1771 fu stampato il primo giornale in lingua tedesca dellEuropa Centrale e Sud-Orientale. Qui c’è stata anche la prima biblioteca pubblica con sala di lettura dellImpero Asburgico e oggi la città ha tre teatri statali che mettono in scena spettacoli in tre lingue diverse.



    Tra il 1880 e il 1914, Timișoara era la città industriale, commerciale, finanziaria e culturale più importante della regione e oggi è una destinazione complessa, afferma Simion Giurcă, direttore esecutivo dellAssociazione per la Promozione di Timișoara: “La città si distingue da altre destinazioni perché ha un complesso di tre piazze nella zona centrale, collegate tra di loro e percorribili in brevissimo tempo. Questa non è solo una bellissima zona di Timișoara, ma anche la più ampia area pedonale della Romania: Piazza della Rivoluzione, Piazza della Libertà e Piazza dell’Unità. Seguendo questo percorso, si possono vedere gli antichi palazzi di Timișoara, alcuni dei quali sono stati ristrutturati e sono molto belli. Abbiamo una sinagoga neologa recentemente aperta ai visitatori dopo i lavori di ristrutturazione. Inoltre, ci sono molti edifici storici di cui Timișoara può essere orgogliosa, in stile Secessione, barocco o Art Nouveau. Sempre in questa zona ci sono molti ristoranti, terrazze, caffetterie, dove le persone possono fermarsi e ammirare i bei luoghi della città. Nella Piazza dell’Unità abbiamo il Duomo Cattolico, eretto nel 1736. Abbiamo la Cattedrale Serba, anchessa costruita nel 1750. Cè anche tutta una serie di edifici belli e ristrutturati che illustrano non solo la storia, levoluzione architettonica e artistica di Timișoara, ma anche il fatto che le minoranze sono sempre andate molto daccordo qui.”



    Nella Piazza della Libertà si trovano lex fortezza, il casinò militare, ledificio dellex comando e persino la vecchia sede della municipalità, continua Simion Giurcă, direttore esecutivo dellAssociazione per la Promozione di Timișoara: “Fa parte dellex amministrazione comunale, una zona in cui si svolgono molti eventi. La piazza è stata ristrutturata in modo tale da poter ospitare un pubblico numeroso. La Piazza della Rivoluzione ci ricorda il luogo in cui si sono svolti i più importanti momenti della rivoluzione del 1989. Qui si trova anche la cattedrale ortodossa, uno dei più begli edifici religiosi romeni la cui costruzione iniziò nel 1936, inaugurata nel dopoguerra, alla presenza del re Michele. Di fronte alla cattedrale si trova il Teatro dell’Opera. Inoltre, questo edificio ospita — e ne siamo molto orgogliosi – tre teatri statali, in tre lingue: il Teatro Nazionale, in romeno, il Teatro Statale Tedesco e il Teatro Statale Ungherese. Insieme allopera, formano il più importante complesso culturale di Timişoara.”



    Per passare il tempo libero, i turisti sono invitati a visitare i musei: il Memoriale della Rivoluzione, il Museo dArte, il Museo del Banato o il Museo del Villaggio del Banato sono alcune delle opzioni. “Allo stesso tempo si organizzano sempre mostre o eventi. Per chi vuole fare una passeggiata sul canale Bega, ci sono i vaporetti. Si tratta di barche prodotte a Galați, destinate al trasporto pubblico, ma con le quali si possono anche fare gite. Ci sono anche idro-biciclette per le famiglie con bambini, così anche i più piccoli possono scoprire la città sullacqua. Come novità, Timișoara auspica e probabilmente questanno riuscirà ad affermarsi come un partecipante più importante ai mercatini di Natale, e ospiterà due fiere: una nel centro della città, laltra, nellarea del Museo del Villaggio del Banato”, afferma Simion Giurca.



    Timișoara è stata designata Capitale Europea della Cultura 2023, il suo slogan essendo Shine your light – Light up your city!”

  • Attrattive turistiche a Craiova

    Attrattive turistiche a Craiova

    Sita nella regione storica dell’Oltenia, capoluogo della provincia di Dolj, Craiova è una destinazione ideale per gli appassionati di storia, architettura e arte, per chi vuole rilassarsi in piscina o per le famiglie in cerca di spazi giochi per bambini.



    Una volta, Craiova era una vera e propria capitale dell’aristocrazia del sud del Paese, afferma Mihai Neațu, vicepresidente del Consiglio Provinciale di Dolj: “Reca ancora oggi limpronta dei tempi in cui rinomati architetti, romeni o occidentali, insieme a abili muratori, falegnami, pittori, decoratori, hanno tracciato lo stile impressionante della cittadella. I nostri ospiti lo scopriranno meglio nel centro storico della città, recentemente ristrutturato. Non si può passare per Craiova senza visitare e ammirare, ad esempio, il sontuoso palazzo Jean Mihail, che ospita anche il Museo dArte di Craiova. Attraverso lopulenza dei dettagli architettonici che includono stuccature dorate, lampadari con ornamenti in cristallo di Murano, scale in marmo di Carrara o pareti rivestite in seta di Lione, si può vedere che, un tempo, questo palazzo apparteneva a uno dei boiardi più ricchi della Romania che era riuscito persino a garantire per i prestiti presi dallo stato romeno negli anni della grande crisi economica. Al momento, il palazzo è perfettamente restaurato.”



    Il Museo dArte qui ospitato custodisce un patrimonio inestimabile, composto da 9.000 opere, tra cui le più importanti sono sei opere originali dello scultore Constantin Brâncuși. Ma si possono scoprire pezzi rari anche nelle collezioni del Museo dellOltenia. Qui troverete due spade romane, un modello unico nellarea dellex Impero Romano, in perfetto stato di conservazione. Si può ancora vedere la spada di Iancu Jianu, il famoso ribelle che rubava dai ricchi per regalare ai poveri, oppure un libro contenente i quattro vangeli, scritto su pergamena, una delle tre copie esistenti ancora in tutto il mondo.



    Sempre nella zona centrale della cittadella di Craiova e sempre collegato alla sua storia secolare, si trova il più antico edificio civile della città, un monumento di architettura medievale: Casa Băniei. Mihai Neațu, vicepresidente del Consiglio Provinciale di Dolj: “Fu ricostruito dal principe Constantin Brâncoveanu, nel 1699. Chi visita la nostra città, trova qui dei reperti rappresentativi relativi alle occupazioni tradizionali, abiti popolari, ceramiche, tessuti, icone, oggetti di culto, tappeti tradizionali di pregio fatti di lana e cotone, di cui 120 sono stati selezionati per essere inseriti nel patrimonio dellUNESCO. Questi sono elementi di sostegno alla candidatura comune per le tecniche tradizionali di produzione dei tappeti tradizionali in lana in Romania e nella Repubblica di Moldova”.



    Se il cuore di Craiova è il centro storico, il suo polmone verde è senza dubbio il Parco Nicolae Romanescu, afferma Mihai Neațu: “Si tratta di un parco che si estende su una superficie di 100 ettari, allestito in stile romantico. E’ uno dei tanti posti della zona che reca l’impronta di alcune personalità di spicco dellepoca. È stato realizzato secondo i piani del paesaggista francese Édouard Redont, medaglia doro allEsposizione Universale di Parigi, del 1900. È un paradiso verde e unoasi di tranquillità in mezzo al trambusto urbano, accanto al Giardino Botanico Alexandru Buia, modernizzato e ultimamente arricchito di nuove specie.”



    Negli ultimi anni, Craiova si è distinta a livello internazionale anche per le fiere natalizie organizzate nel centro della città. Già fervono i preparativi per la nuova edizione che durerà fino all8 gennaio 2023.

  • La prima audioguida stradale in Romania, a Iași

    La prima audioguida stradale in Romania, a Iași

    Il Palazzo della Cultura, cattedrali, palazzi imponenti, musei, tante mostre e concerti. Lofferta culturale di questa grande città della Romania è, come sempre, molto ricca. Una breve passeggiata per lex capoluogo del principato della Moldavia è unoccasione per fare un viaggio indietro nel tempo. Tanto più che il mese scorso è stata lanciata la prima audioguida stradale in Romania. Levento fa parte del progetto “Fonogrammi della memoria”, realizzato dallAssociazione “Società degli studi storici della Romania”.



    Florea Ioncioaia, docente presso la Facoltà di Lettere dellUniversità di Iași, storico della cultura e vicepresidente della Società degli studi storici della Romania: “Prima di tutto, è un tentativo di avvicinare gli abitanti di Iași e i turisti, ovviamente, al passato che si può vedere e a quello che non si può più vedere a causa del passare del tempo o delle catastrofi subite dalla città. Se parliamo di centro città, parliamo di edifici interessanti da molti punti di vista. Inoltre, gli ascoltatori possono apprendere elementi sulla memoria urbana, sugli avvenimenti che vi sono accaduti, su eventi storici, personalità che sono passate per o hanno vissuto in quegli edifici”.



    Uno dei monumenti su cui ci soffermiamo oggi, e che è incluso nellaudioguida stradale, è il Monastero dei Santi Tre Gerarchi. Questa sosta ha alla base diversi motivi, afferma Florea Ioncioaia, storico della cultura e vicepresidente della Società degli studi storici della Romania: “Innanzitutto, è probabilmente il più importante monumento storico medievale conservato a Iași, e penso anche nella Romania dei principati. È spettacolare dal punto di vista architettonico, ma anche molto importante dal punto di vista culturale, intellettuale e ideologico. “Tre Gerarchi” è stato pensato come parte di un complesso culturale e politico, tramite il quale, alla metà del XVII secolo, il principe Vasile Lupu ebbe la fantasia, perché oggi la possiamo definire fantasia, di un progetto imperiale. Vasile Lupu non era un etnico romeno. Era balcanico, probabilmente albanese o aromeno. Parlava romeno piuttosto male, ma era un capofamiglia straordinario. Era mercante, non proveniva da una famiglia principesca, e tuttavia si vedeva come il successore degli Imperatori del Bisanzio. Il suo progetto era di trasformare Iași in un nuovo Bisanzio. Riuscì a fondare una scuola. Fu la prima scuola che possiamo definire come tale nello spazio romeno, eccezion fatta per la Transilvania – stiamo parlando dello spazio extra-carpatico romeno. Gettò le basi di una tipografia e cercò anche di portare personalità importanti a Iași e ospitò persino un sinodo. Fu il primo sinodo e penso, se non sbaglio, lunico sinodo pan-ortodosso che si sia svolto nello spazio romeno. Si svolse nel 1642. Inoltre, stava per proporre Dosoftei come patriarca di Gerusalemme. Gli mancò poco a portare a compimento il progetto”.



    Per ora la guida è in romeno, ma la versione inglese verrà aggiunta a breve. Per ascoltare la storia del luogo o del monumento basta che il turista scansioni un codice QR. Nella speranza che possiate provare il nuovo modo di conoscere Iași, lultimo invito arriva dalla nostra guida, Florea Ioncioaia: Iași è considerata oggi una città molto verde. In effetti, la città di Iași è molto di più. Parliamo di 600 anni di storia e non dobbiamo dimenticare che Iași è stata per cinque secoli il capoluogo del principato della Moldavia ed è stata una città piuttosto prospera. Ha sviluppato la sua prospettiva culturale e politica, con una propria aristocrazia, con una propria cultura, con una propria classe media. Nel 1940, metà della popolazione di Iași era cosmopolita, non era di etnia romena, era prevalentemente ebrea. Infatti, gran parte della zona centrale della città fa vedere ancora le tracce di questa straordinaria cultura”.

  • La via del vino nella zona della Moldavia

    La via del vino nella zona della Moldavia

    D’autunno, niente è più allettante che percorrere la via del vino. Vi invitiamo, quindi, nella zona della Moldavia, a scoprire esperienze autentiche per chi ama il vino e predilige destinazioni meno conosciute. Abbiamo chiesto ad Alexandra Gălbează, presidente dellAssociazione di Enoturismo, se è un buon momento per incamminarsi sulla via del vino: “E un momento perfetto! Perché soprattutto dopo la pandemia, dopo due anni di restrizioni, lenoturismo sta ricevendo sempre più attenzione e cè volontà sia da parte dei produttori di ricevere turisti che da parte nostra di provare un altro tipo di turismo, con delle esperienze uniche. Possiamo sperimentare non solo la visita in cantina e le degustazioni, ma anche goderci le peculiarità del luogo. In senso stretto, enoturismo vuol dire visite guidate in cantina e degustazioni di vini offerti dai produttori. E’ altamente consigliato proprio per creare unesperienza unica e per conoscere la storia del luogo, provare a visitare le attrattive turistiche della zona, per avere limmagine più autentica di ciò che la rispettiva zona può offrire.”



    Gli itinerari vinicoli della via del vino nella zona della Moldavia portano i viaggiatori a esplorare le regioni vinicole, dove hanno la possibilità di incontrare piccoli produttori di vino, cantine nazionali sotterranee e cantine iconiche. Alexandra Gălbează, presidente dellAssociazione di Enoturismo, ci offre particolari in merito: “Se ci riferiamo alla regione della Moldavia, il numero delle aziende vinicole non è così grande, ma cè un’ampia varietà. Parliamo anche di alcune varietà locali, che possiamo degustare solo qui: Grasa de Cotnari, Frâncuşa, e naturalmente possiamo anche visitare Iaşi, la capitale della Moldavia, che è unopzione per un city-break. Non dimentichiamo che molto vicino a Iaşi ci sono degustazioni di queste varietà locali, ma allo stesso tempo si svolgono insieme a numerosi workshop di fabbricazione di vasi in ceramica specifici della civiltà di Cucuteni.”

  • Ecobrunch nella Terra dell’Uro

    Ecobrunch nella Terra dell’Uro

    Vi proponiamo oggi di scoprire una leggendaria: la Terra dell’Uro. Sita nella parte settentrionale della provincia di Neamţ, la Terra dell’Uro è una destinazione eco turistica che si sovrappone al Parco Naturale Vânători Neamț, alla città di Târgu Neamț, alle località di Agapia, Bălătești, Crăcăoani e Vânători Neamț.



    Maria Mihăilescu, proprietaria di un agriturismo della zona, ci ha raccontato com’è iniziata la storia di Ecobranch”: “La storia è iniziata quando sono arrivata nella Terra dell’Uro, quando ho cominciato a occuparmi di agriturismo. Ero arrivata da Bucarest, due ragazze mi avevano raccontato della Terra dell’Uro e mi è sembrata una storia straordinaria. In autunno hanno proposto di fare un evento, che si è rivelato bellissimo. Tutti dicevano che è stato come una grande festa: nel cortile della famiglia, nel frutteto, con sorrisi e allegria. E abbiamo organizzato la festa anche l’anno dopo, ancora più bella e più grande. Sono venute più persone. E abbiamo deciso di farne una tradizione, affinché si sappia che d’autunno, nel meleto di Agapia, si tiene un ecobranch, che vuol dire cibo, tradizioni, artigiani, workshop, passeggiate nel bosco, nei luoghi meravigliosi che si trovano da queste parti.”



    Un evento che, nel tempo, è diventato una tradizione: “Questa è la terza edizione e speriamo che le persone vi partecipino e che vengano create molte tradizioni, affinché questi luoghi meravigliosi diventino conosciuti: La Terra dell’Uro vuol dire Creangă, Eminescu, Veronica, molta storia, Stafano il Grande, significa anche molti monasteri, Neamț, Agapia, Văratec, Secu, Sihăstrie e molte case memoriali. Vi accogliamo con gli stuzzichini di Ion Măcelaru. Si tratta di alcuni giovani che hanno avviato un affare e producono salumi tradizionali. Ogni agriturismo ha un piatto tipico. Noi abbiamo la zuppa di funghi porcini, abbiamo uno stufato di montone che è spettacolare! Zuppa di pesce, involtini, spezzatino di verdure moldavo e tanti altri piatti. In più, ci sono gli artigiani tradizionali, che sono speciali e tanti produttori locali che producono vari tipi di cibo in scatola, persone che si impegnano di tutto cuore. Vogliamo promuovere la Terra dell’Uro e diventare una leggenda”.



    E già che l’uro è un personaggio da fiaba da queste parti, vi informiamo che al Centro visite del Parco Naturale Vânători Neamţ potete annunciare la vostra intenzione di vedere gli uri in libertà 48 ore prima, di modo che i ranger vi guidino per la foresta. Una visita può durare da 2, 3 a 4 ore. La superficie del parco è di 110 ettari, potete trovare gli uri in mezzora, se si trovano nella zona delle mangiatoie, ma potreste anche cercarli per 2-3 ore. Sempre presso il Centro visite si trovano unaula di educazione ecologica, una mostra di vecchie fotografie e il Museo dell’Uro, in cui sono presenti vari reperti.



    Tra le attrattive della zona, menzioniamo anche le cime submontane rimboschite, i boschi di latifoglie, “i boschetti di rame”, “la foresta dargento” (così chiamata per la lucentezza delle foglie di quercia), una riserva naturale che si stende su 7 ettari, ma anche la Fortezza di Neamţ, testimone fin dallantichità della crescita e del declino della zona. Al riparo delle imponenti mura, salendo la passerella su pilastri, la Fortezza di Neamţ attende i suoi visitatori con diverse stanze popolate da statue che rappresentano soldati, contadini, in cucina, nel grande salone, persino nella prigione.

  • Il Museo Zambaccian di Bucarest

    Il Museo Zambaccian di Bucarest

    Il Museo Zambaccian di Bucarest è un museo piccolo, costruito attorno un’unica collezione. Se siete lontano o non avete tempo per venire a Bucarest, potere scoprire la casa e la collezione tramite un tour virtuale.



    Questa collezione, raccolta soprattutto nel periodo interbellico dall’importante collezionista Krikor Zambaccian, presenta uno dei migliori panorami dell’arte romena interbellica e non solo. Oltre a nomi importanti dell’arte romena, come Nicolae Grigorescu, Ștefan Luchian, Tonitza, Pallady o Petrașcu, Zambaccian era interessato anche all’arte francese. Sebbene la collezione d’arte francese è abbastanza piccola, ci sono opere di pittori famosi come Paul Cézanne, Camille Pissarro, Pierre Bonnard, Albert Marquet. Vi invitiamo a scoprire fino a dove è andato l’interesse del collezionista nell’arte francese, e in ugual misura ad ammirare grazie a questo tour anche l’interno molto interessante della sua casa, costruita appositamento per custodire la collezione che si poteva visitare anche quando Zambaccian era ancora in vita ed era intesa a diventare museo d’arte”, ci ha raccontato Georgiana Iacob, della sezione Educazione, Comunicazione e Progetti Culturali del Museo Nazionale d’Arte della Romania.



    L’edificio del Museo Zambaccian fu costruito alla fine degli anni ’40 e ingrandito man mano che la collezione aumentava e necessitava di un maggiore spazio espositivo. C’è anche uno pianoterra molto ampio, con una sala grande, in cui si trovano mobili spagnoli, italiani e un camino impressionante. Le porte non sono tradizionali, non sia aprono in una direzione o in un’altra, ma entrano nella parete appunto per non occupare lo spazio espositivo.



    L’ultima sala al pianterreno, dedicata a Luchian, ha un lucernario proprio per creare una luce diffusa, molto adatta per guardare le opere d’arte. Sempre al pianoterra si trova una delle belle stanze dell’edificio, lo studio-biblioteca del collezionista, in cui sono esposte opere di Theodor Pallady. Al piano di sopra ci sono più stanze di piccole dimensioni, le ex camere da letto della famiglia, ora trasformate in piccole sale espositive. I corridoi, dove la luce non è così forte, sono dedicati ai disegni. E sempre al primo piano è esposta, in due sale di piccole dimensioni, la collezione di arte francese”, ci ha detto Georgiana Iacob, della sezione Educazione, Comunicazione e Progetti Culturali del Museo Nazionale d’Arte della Romania.

  • Viaggio virtuale in paesaggi scomparsi

    Viaggio virtuale in paesaggi scomparsi

    Il Museo Nazionale di Storia della Romania presenta al pubblico una mostra interessante e moderna come approccio.Storie dal passato. Viaggio virtuale in paesaggi scomparsi articolate in realtà virtuale, realtà aumentata, scansioni digitali, siti archeologici e, non in ultimo, manufatti classicamente esposti in vetrine e stand. Radio Romania Internazionale ne ha parlato con uno degli organizzatori della mostra, la ricercatrice scientifica e archeologa Corina Borș. La mostra Storie dal passato. Viaggio virtuale in paesaggi scomparsi è realizzata dal Museo Nazionale di Storia della Romania nell’ambito del progetto europeo e-Paesaggi archeologici del Danubio, quindi paesaggi virtuali nella regione del Danubio. Il soggetto principale è rappresentato da due siti archeologici rappresentativi, sia per il significato delle scoperte al loro interno, ma anche per la presenza di eccezionali reperti da qui provenienti nelle collezioni del Museo, ovvero la necropoli a cremazione dell’età del bronzo da Cârna, in provincia di Dolj, nel sud della Romania, e la fortezza bizantina di Nufăru, in provincia di Tulcea, nel sud-est del Paese. Entrambe si trovano nell’area del Basso Danubio, una zona geografica dove si conservano ancora paesaggi archeologici molto particolari. La mostra rappresenta una prima per il Museo Nazionale di Storia della Romania, in quanto la nuova realtà virtuale e le nuove tecniche di realtà aumentata vengono utilizzate in un simile approccio museografico, spiega Corina Borș.

    Da parte sua, il vicedirettore del Museo, Cornel Ilie, ha fatto riferimento all’introduzione di nuove tecnologie di visualizzazione. La novità della mostra consiste proprio nell’uso di questi elementi di realtà virtuale e di altri elementi di presentazione moderni, frutto della collaborazione tra il team del Museo Nazionale di Storia della Romania e creatori di prodotti culturali, come Radu Oltean, un grafico di talento, gli architetti di Urbison e, ovviamente, un importante contributo spetta a Ionuț Dobre, che ha realizzato le riprese ad alta risoluzione che possono essere guardate nella mostra. Storie dal passato è una mostra unica in cui abbiamo cercato di combinare il formato tradizionale con le nuove tecnologie e per il Museo Nazionale di Storia della Romania è tanto più interessante e importante, in quanto si prepara a riprendere l’intero processo del restauro del Museo, della riapertura e della riorganizzazione della mostra permanente. Quindi, tali elementi classici e moderni si incontreranno spesso. In questa occasione abbiamo avuto l’opportunità di fare praticamente una prova per quello che seguirà. La mostra presenta una serie di reperti di grande valore provenienti dal patrimonio del Museo Nazionale di Storia della Romania, ma anche dall’Istituto di Ricerche Eco-Museali di Tulcea. Si tratta di oggetti scoperti nel tempo nel sito archeologico di Nufăru, che si possono vedere sia in formato originale, esposti in vetrine, ma anche in formato digitale, perché questi oggetti sono stati scansionati in 3D e possono essere studiati, ricercati da tutti i lati, per così dire, all’interno della mostra Storie dal passato, spiega il vicedirettore del Museo Nazionale di Storia della Romania.

  • La via del vino nella provincia di Vrancea

    La via del vino nella provincia di Vrancea

    Con un patrimonio viticolo di oltre 26 mila ettari, Vrancea vanta il 10% della superficie viticola della Romania. Per degustare i vini di Vrancea, si attraversa la pittoresca zona di curvatura dei Sotto Carpazi. Ad ogni passo ci sono vitigni e si producono alcuni dei migliori vini bianchi d’Europa. La via del vino in Vrancea porta i visitatori presso alcune piccole cantine staccate dai vecchi grandi centri di produzione, dove si possono degustare vini rinomati come Chardonnay oppure Aligote, Giallo di Odobeşti, ma anche vini specifici della zona.



    Alexandra Gălbează, presidente dell’Associazione enoturistica, ci accompagna a scoprire piccole cantine, che hanno diversificato la propria offerta per stimolare il turismo nella zona: Nella zona della Moldavia, nel sud, parliamo di altre cantine. Nella zona di Vrancea, ad esempio, c’è un investimento recente, un luogo in cui possiamo fermarci per due giorni e assaggiare i vini locali, Plăvaie, Şarba, ma anche divertirci a fare un giro in bicicletta nel vigneto, fare un bagno in piscina o giocare a tennis.”



    Abbiamo saputo dalla nostra interlocutrice che, se avvisiamo la cantina del nostro arrivo, ci sarà sempre un suo rappresentante che si occuperà di noi. Un tour completo include: visitare la cantina, conoscere la storia del luogo, i vini tipici prodotti e le spiegazioni necessarie legate a ogni vino proposto per la degustazione e una piccola guida per la degustazione. Vengono assaggiati vini bianchi, rose e rossi, in questo ordine. S’inizia con i vini bianchi secchi e si finisce con quelli dolci, se il pacchetto di degustazione include questo tipo. La degustazione è accompagnata da piatti locali, oppure se scegliamo un pacchetto semplice, vengono offerti su un piatto dei prodotti neutralizzatori, assaggini freddi, grissini, formaggi, che possono provenire da produttori della zona.



    In Vrancea, potete visitare la Cascata di Putna, un’area protetta d’interesse nazionale, inserita nel Parco Naturale Putna Vrancea. La Cascata di Putna è stata dichiarata Monumento della Natura nel 1973, quando furono realizzati anche i primi allestimenti necessari per le visite. Ha una lunghezza di circa 80 metri, mentre l’acqua si accumula in un lago che ha una profondità di circa 12 metri.



    Anche le Gole di Tișița fanno parte del Parco Naturale Putna Vrancea. La Valle del Tișița è una delle maggiori aree protette nel distretto di Vrancea. La riserva naturale, sita all’altezza di circa 850 metri, è lunga 9 chilometri e si trova da un lato e dall’altro del ruscello di Tișița. Il rilievo include zone di terreno accidentato, con pareti rocciose quasi verticali, ma anche zone a inclinazione ridotta. Tuttavia non è consigliabile percorrere la zona in periodi piovosi.

  • Elena Surdu Stănescu, mostra di scultura al Palazzo Suțu di Bucarest

    Elena Surdu Stănescu, mostra di scultura al Palazzo Suțu di Bucarest

    All’inizio dell’autunno, il Palazzo Suțu del Museo del Municipio di Bucarest (MMB) ospita una mostra speciale. Elena Surdu Stănescu – Atemporale è la prima di una serie dedicata alle scultrici dell’arte romena. Un coronamento dell’arte e della vita della scultrice che il 15 settembre 2022 ha compiuto 80 anni. Diplomatasi presso il Liceo artistico di Bucarest e laureata dell’Istituto d’arte, Elena Surdu Stănescu è una presenza permanente nel paesaggio artistico romeno da 50 anni. Radio Romania Internazionale ha parlato con Elena Olariu, vicedirettrice del MMB e curatrice della mostra.

    Questo autunno, il Museo del Municipio di Bucarest, attraverso la sezione arte, presenta al pubblico un vero regalo. Si tratta di tre importanti nomi della scultura romena che esporranno al Palazzo Suțu, proprio nel centro di Bucarest, accanto all’Università. È un edificio emblematico per la Capitale, con un’architettura straordinaria e in queste meravigliose stanze, il primo scultore che ha aperto questa rosa di eventi è Elena Surdu Stănescu. Una mostra che è iniziata il 9 settembre e durerà fino al 9 ottobre. Seguiranno Henriette Cihoschi, la seconda scultrice che presentiamo, e Doina Lie. Quindi un evento unico in Romania che, in una stagione, un museo presenti tre donne-scultore. Vogliamo richiamare l’attenzione sulla forza che le donne rappresentano, anche in una tecnica molto difficile, una tecnica complicata che, per secoli, è stata prerogativa degli uomini, spiega Elena Olariu, presentando anche la personalità della scultrice e cosa si può vedere nella mostra.

    Elena Surdu Stănescu è una personalità solare. In primo luogo, il volo, gli uccelli compaiono nel suo lavoro. Modella questa sua fantasia del volo con una tecnica più speciale. Ha uccelli in bronzo, ma anche in carta lavorata, uccelli in cartapesta. Abbiamo una vera e propria costruzione, un’installazione come viene chiamata ora, questo tipo di presentazione in scultura, quindi un’installazione in cui l’attenzione cade sul volo, su uccelli favolosi, uccelli bianchi e tre di loro siamo riusciti ad appendere, in modo che siano presentati in una perfetta postura di volo. Quindi è un’ambientazione speciale, ma abbiamo pensato che sia fantastico per il pubblico vedere un diverso tipo di presentazione di una mostra di scultura, non solo quella classica, di presentazione su piedistalli, e godersela davvero, per approfondire il più possibile questa meravigliosa tecnica che Michelangelo riteneva perfetta, la tecnica assoluta nell’arte, perché presenta la figura umana. Un altro tema molto interessante nella creazione di Elena Surdu Stănescu è la Luna, la stella misteriosa, una stella enigmatica che patrocina le nostre vite, ma infonde anche in noi quella poesia della notte. Quindi, l’artista è affascinata da questa splendida rappresentazione di una stella che domina le nostre vite. L’amore è un altro tema. Le coppie si avvicinano a loro in un modo nuovo. Ha alcune sculture parietali, quindi possono essere appese anche al muro. E in effetti li abbiamo montati in modo molto interessante, direttamente sui pannelli, e sembra che stiano fluttuando nel nulla, proprio per aumentare la spettacolarità della presentazione, conclude Elena Olariu, vicedirettrice del MMB e curatrice della mostra.

  • Vlogger, musica e promozione della Romania all’estero

    Vlogger, musica e promozione della Romania all’estero

    Lo scorso novembre, uno dei vlogger francesi più seguiti, Squeezie, ha riscosso un grande successo con un pezzo musicale che includeva alcune parole in romeno. Si tratta della canzone Time Time, che parodia la musica degli anni 2000, interpretata dal gruppo Trei degete, che comprende Squeezie e due amici. Il video è stato visualizzato su YouTube da oltre 9 milioni di persone entro cinque giorni dalla sua uscita e il singolo in CD venduto in quasi 40.000 copie nelle prime 48 ore. Il 25enne Squeezie, il cui vero nome Lucas Hauchard, è seguito da oltre 16 milioni di persone sul suo canale YouTube. È diventato famoso proponendo clip umoristici, video con reazioni a vari temi di attualità, ma anche video musicali composti con vari amici. Abbiamo parlato con il sociologo Bogdan Voicu dell’Istituto di ricerca sulla qualità della vita dell’Accademia Romena, dell’influenza che una canzone può avere sull’immagine della Romania.

    Abbiamo a che fare con una lingua poco conosciuta fuori dalla Romania, che suona stranamente, con alcune parole che sono state ben scelte, nello spirito di quelle di O-zone, perchè in effetti tutto è partito da lì, con una canzone che ha attirato il pubblico. Inoltre, all’epoca beneficiava di una polarizzazione nelle discoteche in Spagna e in Italia, dove è vero che non rendevano popolari gli O-zone, ma Haiducii, e dove c’era un’intera generazione di romeni andati a lavorare lì, che ballava a quel ritmo. Ciò ha reso possibile una bella propaganda per la lingua romena, spiega il sociologo.

    E ora l’occidentale può facilmente dire Sono felice di mangiare un’anguria snocciolata. E tutte le altre parole che quasi non hanno senso. È un testo quasi dadaista quello che vediamo ora con il vlogger francese, che in realtà imita quello che aveva fatto O-zone e mantiene lo stesso ritmo che vende ancora oggi. In realtà abbiamo la perfetta conferma che la melodia dietro la canzone di O-zone fosse potente, dando vita a un’altra nuova generazione di ascoltatori e facendoli ballare, aggiunge Bogdan Voicu.

    Gli abbiamo chiesto se è bene, male o indifferente essere promosso in questo modo. Per O-zone, è benissimo. Per la Romania è un fatto estremamente positivo e allo stesso tempo è uno schiaffo massiccio ai successivi governi della Romania, che non sono riusciti a utilizzare aspetti così piccoli per promuovere in quanto tali e che avrebbero portato ulteriormente a un interesse per questo paese. Voglio dire, potevamo semplicemente far promuovere un brano musicale del genere. Oppure 40 pezzi come quello promosso, molto più economico, in cui se uno entrava in classifica come quello di O-zone, che ora è ripreso e coperto da Trei Degete, sarebbe fantastico. Infatti, l’interesse per l’intera vicenda innescato lo scorso novembre è culminato con la rispettiva canzone inclusa nelle classifiche di diversi paesi europei, con la popolarità del vlogger che l’ha lanciata. E’ stata commentata, ricommentata, e sezionata su altri clip disponibili su YouTube, TikTok e altre simili reti. Il che significa che in realtà si tratta di una specie di moltiplicazione, che porta in primo piano la lingua romena. Il fatto che la lingua romena sia portata alla ribalta è implicitamente una propaganda per il nostro Paese, dice ancora Bogdan Voicu.

    Il sociologo ha vissuto per diversi anni nell’Occidente, quindi gli abbiamo chiesto se ci sono momenti in cui ti senti in imbarazzo quando dici di venire dalla Romania. Beh, dipende da dove ti trovi. Ricordo che negli anni ’90 ero negli Stati Uniti e quando mi è stato chiesto da dove venissi, ho detto Romania. E poi gli americani, di regola, gli studenti con cui ho interagito, quando dicevano Romania, dicevano Europa. L’Europa è diversa. Tutti lì. Voglio dire, che saresti venuto dalla Romania o dalla Francia, era uguale. Quindi da questo punto di vista, il fatto che il tuo interlocutore non sapeva differenziare che eri dalla Romania o dalla Francia, penso sia stato un favore. D’altra parte, ero in Francia anche in quegli anni e, mentre aspettavo ad una fermata di tram a Strasburgo, una signora mi ha chiesto dove andava non so che autobus. Le ho detto che non lo sapevo, perché non ero del posto e allora mi ha chiesto da dove venivo. Ho detto che venivo dalla Romania e lei mi disse: questa è l’ex Jugoslavia. Non andava bene! Ora non credo sia importante sapere della Romania e di cosa fece Stefano il Grande, dopotutto. Penso che sia più importante per il Paese che le cose vadano bene, attirare turisti, avere un’immagine positiva. E vuoi che sia propaganda positiva. Con tali canzoni raggiungiamo una propaganda positiva. Un giornalista tedesco mi ha detto una volta che un commissario europeo, di nazionalità romena, è bravissimo, mentre riteneva un altro un disastro. Ma queste sono cose naturali. Voglio dire, succede ovunque. Qualsiasi tipo di politico, attore, personalità di qualsiasi tipo in qualsiasi paese può avere un’immagine buona o cattiva e influenzare più o meno l’immagine del paese. Ci colpisce un po’ di più perché siamo più sconosciuti. Quando saremo ancora più conosciuti non avrà più importanza cosa fa l’uno o cosa fa l’altro, perché saremo conosciuti come nazione, conclude il sociologo Bogdan Voicu.