Category: In primo piano

  • Elezioni presidenziali a maggio

    Elezioni presidenziali a maggio

    Nella prima riunione di quest’anno, i partiti politici che compongono la coalizione al governo in Romania – PSD, PNL, UDMR – e i rappresentanti delle minoranze nazionali hanno stabilito il calendario delle nuove elezioni presidenziali. La decisione arriva dopo che la Corte Costituzionale ha annullato le elezioni dello scorso anno, a causa delle ingerenze ibride esterne e del finanziamento non dichiarato della campagna elettorale di uno dei candidati. Si tratta dell’indipendente Călin Georgescu, sovranista estremista e ammiratore di Vladimir Putin, che ha sorpreso riuscendo a raccogliere il maggior numero di voti al primo turno delle elezioni annullate ulteriormente.

     

    La coalizione ha quindi concordato che il primo turno delle elezioni presidenziali si terrà il 4 maggio e il secondo il 18 maggio, decisione che verrà concretizzata giuridicamente la prossima settimana attraverso atti normativi adottati dal Governo: un progetto di ordinanza d’urgenza e il progetto di decreto governativo. Nella definizione delle date si è tenuto conto che le elezioni non sovrapponessero alle Festività di Pasqua e della Domenica delle Palme, si legge in un comunicato, che specifica inoltre che il primo turno si svolgerà contemporaneamente alle elezioni parziali in alcune province. Si tratta delle elezioni dei sindaci di 13 località, due città e un Consiglio provinciale.

     

    La coalizione di governo ha anche riconfermato che l’ex presidente del PNL, Crin Antonescu, rimane il suo candidato per la massima carica dello stato. Annunciato il 23 dicembre come unico rappresentante della coalizione alle presidenziali, Crin Antonescu si era autosospeso qualche giorno fa dall’accordo, invocando la mancanza di una data concreta per le elezioni, ma anche del sostegno delle forze politiche che lo avevano proposto.

     

    Mercoledì è stato anche il giorno in cui la Corte d’Appello di Bucarest ha pubblicato le motivazioni della decisione con cui, il 31 dicembre, è stata respinta la causa contro l’Ufficio Elettorale Centrale in merito all’annullamento delle presidenziali. Il diritto di voto e il diritto di essere eletti sono stati violati attraverso l’esercizio di un abuso di potere, hanno sostenuto Călin Georgescu e la Coalizione per la difesa dello stato di diritto nella loro causa. Non è stato rispettato né il diritto del popolo romeno di esercitare la sovranità nazionale attraverso i propri organi rappresentativi, costituiti attraverso elezioni libere e giuste – ha accusato inoltre Călin Georgescu – né il diritto dei cittadini della Romania di vivere in uno stato di diritto e democratico.

     

    Le decisioni della Corte Costituzionale di Romania sono definitive e vincolanti, pertanto non possono essere analizzate in tribunale – scrive nella sua motivazione la Corte d’Appello di Bucarest, specificando inoltre che, tramite l’annullamento di queste elezioni, non sono stati violati i diritti civili e fondamentali dei cittadini previsti dalla Costituzione.

  • Riserve di gas naturale sufficienti

    Riserve di gas naturale sufficienti

    Non ci sono problemi per l’approvvigionamento con gas del blocco UE, dopo l’interruzione del transito del gas russo attraverso l’Ucraina, ha assicurato la Commissione Europea, data la diminuzione a circa il 70% delle scorte di gas nei depositi degli Stati membri. Si tratta di un livello inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando i magazzini erano pieni per oltre l’85%. Secondo Bruxelles, nell’ultimo mese, dai magazzini è stata consumata una maggiore quantità di gas, a causa di alcuni interventi di manutenzione che hanno reso indisponibili alcune fonti di energia. Anna Itkonen, portavoce della Commissione Europea nel settore dell’energia, ha dichiarato che le operazioni di manutenzione sulle piattaforme petrolifere in Norvegia e in alcune stazioni di liquefazione sono state tuttavia completate questa settimana. Lei ha aggiunto che c’è stata anche un’operazione di manutenzione presso alcuni magazzini in Germania.

    Per quanto riguarda la Romania, le autorità di Bucarest hanno dichiarato che le scorte di gas naturale hanno attualmente raggiunto circa i due terzi della loro capacità massima, un livello normale per questo periodo dell’anno e per il clima di quest’inverno. Il Paese dispone di riserve di gas naturale sufficienti per superare l’inverno, riferisce il ministro dell’Energia Sebastian Burduja. Egli ha fatto questa dichiarazione nel contesto della notizia diffusa dalla stampa che i giacimenti di gas dell’Unione Europea si svuoterebbero rapidamente. Sebastian Burduja ha affermato che nel Paese le scorte attuali superano il fabbisogno per la stagione fredda. E ha sottolineato che ci sono ancora 2.000 milioni di metri cubi di gas stoccati, e il consumo è, in media, di 20 milioni al giorno, il che significa che, a fine inverno, rimarranno 800 milioni di metri cubi.

    Il ministro ha inoltre sottolineato che la Romania è diventata, lo scorso anno, il più grande produttore di gas naturale dell’Unione Europea, e che a partire dal 2027 il progetto “Neptun Deep” raddoppierà la produzione nazionale. Si tratta del più grande progetto di gas naturale nella zona romena del Mar Nero e del primo progetto offshore in acque profonde in Romania. Con un volume totale di gas naturale stimato a 100 miliardi di metri cubi, “Neptun Deep” farà della Romania il maggiore produttore di gas naturale. I produttori di gas hanno affermato che esiste un enorme potenziale per ulteriori scoperte nelle acque territoriali della Romania, dove si trovano riserve di circa 200 miliardi di metri cubi, che possono aiutare a diversificare l’approvvigionamento nella regione. D’altra parte, entro la fine di gennaio, le autorità di Bucarest stabiliranno come funzionerà il mercato energetico dopo il 31 marzo, quando scadrà il sistema del tetto massimo e della compensazione dei prezzi. Sono diversi gli scenari in cantiere per il ritorno al libero mercato attraverso una transizione abbastanza lenta e senza shock.

  • Romania e Bulgaria, pienamente nell’area Schengen

    Romania e Bulgaria, pienamente nell’area Schengen

    Cerimonie simboliche hanno segnato, nella notte tra gli anni, la piena adesione di Romania e Bulgaria all’area Schengen, che hanno aderito allo spazio europeo di libera circolazione anche con le frontiere terrestri. A Giurgiu-Ruse hanno festeggiato l’avvenimento rappresentanti delle autorità di entrambi i Paesi, nonché cittadini che hanno attraversato per la prima volta il confine romeno-bulgaro senza essere controllati.

    “Un momento davvero storico, con conseguenze pratiche particolari per ogni cittadino romeno, per le imprese romene. L’integrazione della Romania nell’Unione Europea è completa e irrevocabile”, ha dichiarato il ministro degli Interni romeno, Cătălin Predoiu, presente all’evento insieme al suo omologo bulgaro, Atanas Ilkov.

    Un’altra breve cerimonia si è svolta presso uno dei valichi di frontiera tra l’Ungheria e la Romania, con un incontro tra il capo della polizia nazionale ungherese e l’ispettore capo della polizia di frontiera romena. Membri dell’Unione Europea dal 2007, i due Paesi hanno collaborato nel processo di adesione a Schengen.

    Con i criteri tecnici soddisfatti dal 2011, la Romania e la Bulgaria sono riuscite ad aderire parzialmente all’area di libera circolazione solo nel marzo dello scorso anno, con la revoca dei controlli negli aeroporti e nei porti marittimi. Pochi mesi dopo, a metà dicembre, i due Paesi hanno finalmente ricevuto l’approvazione da parte di tutti i partner europei per godere degli stessi privilegi ai valichi di frontiera terrestri. Ciò è stato possibile dopo che l’Austria ha rinunciato al suo veto. Vienna lamentava un afflusso di richiedenti asilo che sarebbe peggiorato in caso di allargamento terrestre di Schengen, ma verso la fine del 2024 ha considerato che le misure applicate negli ultimi mesi abbiano consentito “un’ampia riduzione dei passaggi”.

    Dal 1° gennaio i conducenti e i passeggeri non dovranno più presentare alcun documento di identità e le auto potranno transitare senza controllo. Liberi di quest’incombenza sono anche i trasportatori via terra, che fino ad oggi dovevano a volte fare la fila anche per 20 ore per transitare. Tuttavia, almeno nei primi sei mesi, verranno effettuati controlli a campione alle frontiere per scoraggiare attività criminali, con particolare attenzione ai veicoli di grandi dimensioni. Allo stesso tempo, verrà rafforzata la sorveglianza del confine bulgaro-turco, che è diventato il confine esterno dell’area Schengen.

    Per quanto riguarda il turismo, gli operatori contano su un aumento del numero di viaggiatori, compresi quelli che vanno in Grecia. Dopo la piena adesione a Schengen, si prevedono notevoli benefici economici che, secondo le stime, dovrebbero aumentare il prodotto interno lordo (PIL) di almeno l’1% in entrambi i Paesi. Creata nel 1985, l’area Schengen comprende ora 25 sui 27 Paesi membri dell’Unione Europea, nonché i Paesi confinanti associati Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein.

  • La Personalità del 2024 a Radio Romania Internazionale

    La Personalità del 2024 a Radio Romania Internazionale

    Cari amici, Radio Romania Internazionale ha continuato il tradizionale sondaggio d’opinione tra gli ascoltatori e gli utenti di Internet e dei social network per decidere quali delle personalità del presente hanno segnato di più, in senso positivo, l’andamento dell’umanità nel 2024. Abbiamo ricevuto meno proposte da voi rispetto agli altri anni, e queste sono state estremamente frammentate e polarizzate, probabilmente il riflesso di un presente pieno di crisi politiche, sociali, economiche e climatiche e con opinioni sempre più polarizzate a livello globale.

    “La Personalità del 2024 a RRI” è stato designato l’uomo d’affari Elon Musk. David Iurescia, argentino, ha così argomentato la proposta: «Il mio voto per la Personalità del 2024 va all’americano Elon Musk, per i suoi progressi nel mondo della tecnologia, come il chip Neuralink, che permette a una persona quadriplegica di usare un computer; e per tutti i progressi compiuti nella corsa allo spazio attraverso la sua compagnia Space X, che rendono sempre più vicini il ritorno sulla Luna e l’arrivo su Marte».
    Elon Musk è stato seguito, nelle preferenze degli ascoltatori e utenti di RRI, da Donald Trump, vincitore di un secondo mandato come presidente degli Usa, e dal presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.

    Sono stati nominati, tra gli altri, Papa Francesco, il segretario di Stato americano Antony Blinken, il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il nuovo segretario generale della NATO Mark Rutte, l’ex commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson, il presidente romeno in carica, Klaus Iohannis, e la presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu.

    Proposti anche i vincitori del Premio Nobel per la fisica e la pace, le vittime dei cambiamenti climatici, il fondatore della rete Telegram Pavel Durov, e Gisèle Pélicot, vittima degli orribili stupri di Mazan.

    Tra gli atleti sono stati proposti l’ex grande campione di tennis Rafael Nadal, il campione olimpico di nuoto, il romeno David Popovici o la ginnasta plurivincitrice Simone Biles. Una nomina speciale è stata fatta per le Olimpiadi estive di Parigi.

  • Misure fiscali e di bilancio a fine anno

    Misure fiscali e di bilancio a fine anno

    Nell’ultima riunione di quest’anno, il Governo di Bucarest ha adottato un’ordinanza d’urgenza in base alla quale verrà redatto il bilancio statale per il 2025. Fortemente contestato, il documento mira a una riduzione della spesa pubblica e degli sprechi di bilancio pari all’1% del PIL, ossia circa 19 miliardi di lei. Un altro obiettivo è aumentare le entrate di bilancio attraverso l’applicazione di riforme strutturali previste nel PNRR.

    Il primo ministro socialdemocratico Marcel Ciolacu ha ricordato che la Romania ha ottenuto dalla Commissione Europea una proroga tra quattro e sette anni per ridurre il deficit di bilancio, e che il primo passo sarà ridurlo al 7% nel 2025. Segue un anno difficile dal punto di vista economico, ha sottolineato Ciolacu, e in questo contesto sono necessarie misure per proteggere la Romania “da possibili grandi rischi finanziari”. Tra le misure previste figura il congelamento delle pensioni e degli stipendi nel settore pubblico, nonché degli assegni familiari.

    Il documento prevede inoltre la riduzione dei sussidi ai partiti politici del 25% rispetto al livello concesso quest’anno. D’altra parte, nel 2025 non ci saranno più assunzioni nel settore pubblico e verranno chiusi e accorpati una serie di enti e istituzioni pubbliche. Allo stesso tempo, i buoni vacanza verranno concessi solo in base a un contributo da parte del dipendente pubblico pari a 800 lei. Il ministro delle Finanze, Tánczos Barna, ha precisato che l’ordinanza stabilisce anche che i lavoratori dell’edilizia, dell’agricoltura e dell’informatica devono pagare le tasse sullo stipendio.

    L’ordinanza adottata dal Governo aumenta l’imposta sui dividendi dall’8 al 10% e introduce una nuova tassa sulle costruzioni speciali. Questa tassa non verrà riscossa nei prossimi 90 giorni, durante i quali verranno redatte le regole di applicazione, e il Ministero delle Finanze si consulterà con le grandi compagnie che effettueranno investimenti in Romania in merito a questa tassa. Numerose organizzazioni sindacali e imprenditoriali hanno espresso la loro insoddisfazione per le misure fiscali e di bilancio adottate dall’Esecutivo.

    I sindacati dell’istruzione, della pubblica amministrazione e dell’assistenza sociale, nonché la Federazione dei datori di lavoro del settore energetico hanno criticato la mancanza di dialogo sociale e la fretta con cui è stata promossa l’ordinanza. I sindacati degli insegnanti si oppongono al congelamento degli stipendi, mentre i datori di lavoro dell’industria alimentare disapprovano la cancellazione delle agevolazioni fiscali per i dipendenti del settore, e i rappresentanti delle PMI sono scontenti della riduzione della soglia fiscale e dell’aumento dell’imposta sui dividendi. Da parte loro, gli studenti sono insoddisfatti della limitazione degli sconti sui trasporti ferroviari. Gli agenti di polizia dei penitenziari sono scesi in piazza per esprimere il loro malcontento per le disposizioni dell’ordinanza. Loro affermano che, con l’applicazione delle nuove disposizioni, perderanno fino al 30% del loro stipendio.

  • Le preoccupazioni dei romeni nel 2024

    Le preoccupazioni dei romeni nel 2024

    Un romeno su quattro è insoddisfatto del modo in cui vive attualmente, e una percentuale simile non ha avuto nemmeno un motivo di grande gioia nell’anno che sta per finire, rivela un’indagine IRES. I dati mostrano che per tre romeni su dieci il 2024 è stato, dal punto di vista finanziario, migliore del 2023, e per altrettanti è stato peggiore del precedente. La crescita economica misurata dal PIL pro capite non si è ritrovata nelle tasche di tutti, né si vede su ogni tavola festiva.

    Del resto, nel corso di quest’anno, come mostra anche Eurostat, l’inflazione più alta registrata nei paesi membri dell’UE è stata in Romania, e gli ultimi dati dell’INS sull’evoluzione dei prezzi al consumo mostrano che il tasso di inflazione annuale è salito, nel novembre 2024, al 5,11%, dal 4,67% di ottobre. Sul fronte della salute, per oltre un quarto (28%) degli intervistati il 2024 è stato peggiore rispetto al 2023, rileva l’indagine Ires, mentre per il 25% degli intervistati la situazione lavorativa è stata peggiore rispetto all’anno precedente. Quando si tratta di fiducia nelle professioni, i vigili del fuoco sono ancora sulla posizione migliore (92%), seguiti da specialisti informatici (71%), ingegneri (69%), infermieri (67%), medici (63%).

    Con il 55% circa troviamo poi gli ufficiali dell’esercito, i preti, gli impiegati di banca, gli economisti e gli insegnanti. I politici sono anche quest’anno all’ultimo posto: solo un romeno su dieci ha molta fiducia in loro. Alla domanda quale evento secondo loro avrebbe influenzato maggiormente la Romania nel 2024, più di quattro romeni su 10 indicano l’annullamento del primo turno delle elezioni presidenziali in seguito alla decisione della Corte Costituzionale. Oltre il 60% ritiene che questa decisione sia stata negativa, mentre un terzo la ritiene positiva. Inoltre, la decisione della Corte Costituzionale romena di annullare il primo turno delle elezioni presidenziali è considerata dalla maggior parte degli intervistati (28%) l’evento dell’anno in Romania.

    Poi, il pieno ingresso della Romania in Schengen dal 1° gennaio 2025 e il fatto che il candidato indipendente Călin Georgescu – estremista ed ammiratore di Vladimir Putin – si sia piazzato al primo posto nel primo turno delle elezioni presidenziali sono, ugualmente, indicati dal 18% dei partecipanti al sondaggio come eventi importanti. L’aumento delle pensioni è l’evento dell’anno per il 14% degli intervistati, mentre i risultati sportivi di quest’anno (le medaglie vinte dagli atleti romeni ai Giochi Olimpici di Parigi, i risultati della Nazionale romena di calcio a UEFA EURO 2024, le medaglie vinte da David Popovici a Parigi) si collocano al 5°, 6° e 7° posto. Lo studio è stato effettuato telefonicamente, tra il 17 e il 20 dicembre, su un campione di 964 persone e ha un margine di errore del +/- 3,3%.

  • Maia Sandu – il secondo mandato da presidente

    Maia Sandu – il secondo mandato da presidente

    Maia Sandu ha iniziato il suo secondo mandato come presidente della Repubblica di Moldova, ottenuto in seguito alle elezioni svoltesi in autunno. Lei ha prestato giuramento in una solenne riunione congiunta del Parlamento e della Corte Costituzionale. Nel suo discorso di insediamento, Maia Sandu ha detto che riceve il suo secondo mandato “innanzittutto con umiltà e determinazione” e che la sua eredità dovrebbe essere “la Moldova nell’Unione Europea”, ma ha ammonito che l’integrazione europea non dovrebbe essere vista come un “biglietto di business class per il Paradiso”. Maia Sandu ha fatto il punto sui risultati del suo primo mandato e ha sottolineato che la Repubblica di Moldova è riuscita ad essere più indipendente dal punto di vista energetico e rispettata dai leader occidentali. Il capo dello stato ha esortato la società ad una grande mobilitazione nazionale nel processo di adesione all’UE. Maia Sandu ha dichiarato che la Repubblica di Moldova è rispettata dai leader occidentali per i successi del precedente mandato. Maia Sandu: “La Moldova è più rispettata che mai. Il mondo ci guarda con affetto e interesse e ci sostiene nel nostro sogno. Il resto dipende da noi. Abbiamo iniziato a liberarci dalla dipendenza energetica. Anche se i prezzi sono ancora alti, nessuno riesce più a imporci niente. Siamo riusciti a spalancare la porta verso l’UE, il che non è poco come piano e progetto nazionale. C’è ancora molto da fare, ma la strada è giusta. Vi esorto ad andare avanti con fiducia.”

    La presidente ha dichiarato che nel suo secondo mandato continuerà a insistere sulla riforma della giustizia, che secondo lei è “ritardata da decenni”. “Il Governo avrà in me un partner serio e devoto, ma anche un critico severo in caso di scarso rendimento”, ha detto la Sandu. La Romania e la Repubblica di Moldova (a maggioranza romanofona) continueranno a lavorare per il benessere, la stabilità, i valori europei, la resilienza e la democrazia, ha affermato da parte sua il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, che si è congratulato con la presidente del paese confinante, Maia Sandu, al momento dell’assunzione del secondo mandato. Maia Sandu è la prima donna capo di stato e il sesto presidente della Repubblica di Moldova. Ha ottenuto il suo secondo mandato presidenziale con voto diretto – una prima nella politica di Chisinau – dopo il secondo turno delle elezioni presidenziali del 3 novembre. Maia Sandu ha sconfitto, soprattutto grazie alla diaspora moldava, con oltre 940.000 voti il suo sfidante sostenuto dai socialisti, Alexandr Stoianoglo, che ha ottenuto poco più di 750.000 voti. Nonostante abbia vinto le elezioni, la presidente Sandu ha perso di poco nelle circoscrizioni nel paese contro Stoianoglo, ex procuratore generale. Contemporaneamente alle elezioni presidenziali si è svolto un referendum nazionale sull’introduzione nella Costituzione dell’obiettivo strategico dell’integrazione del Paese nell’UE, che è passato con il 51,4%.

    Il 2024 è stato un anno importante per la Repubblica di Moldova, consolidando il suo percorso europeista a seguito del referendum e delle elezioni presidenziali, ma ha evidenziato ancora una volta la profonda polarizzazione della società. Entrambi gli esercizi elettorali si sono conclusi con punteggi al limite. Nel corso della campagna, le autorità e la società civile hanno documentato una serie di ingerenze da parte della Russia, che hanno innescato una vera e propria guerra ibrida, orchestrata e finanziata dal gruppo di Ilan Şor, l’oligarca moldavo fuggito a Mosca per sfuggire al carcere. Le autorità di Chisinau hanno scoperto diversi schemi per organizzare e comprare gli elettori, oltre a vere e proprie campagne di denigrazione e propagazione di fake news.

  • Nuovo Governo in Romania

    Nuovo Governo in Romania

    Il nuovo Esecutivo romeno, guidato dal socialdemocratico Marcel Ciolacu, ha prestato giuramento lunedì sera davanti al presidente Klaus Iohannis. È stata una giornata politica intensa, una prima negli ultimi 35 anni, che ha visto la nomina del primo ministro da parte del capo dello stato, l’audizione dei ministri, il voto di investitura, il giuramento e la prima riunione del Governo. In precedenza, nello stesso giorno, i leader dei partiti pro-europei PSD, PNL, UDMR e quello dei deputati appartenenti alle minoranze nazionali avevano firmato un accordo politico per formare una maggioranza e un governo.

    Il nuovo Esecutivo ha una struttura più snella rispetto al precedente. È composto da 16 ministeri, otto dei quali guidati dal PSD, sei dal PNL e due dall’UDMR. Il Governo ha ancora tre incarichi di vicepremier, uno dei quali appartiene al PSD – senza portafoglio, e gli altri due con portafoglio – PNL e UDMR. Il Governo Ciolacu 2, come viene chiamato dai media, ha ricevuto la fiducia del Parlamento con 240 voti favorevoli, sette in più del minimo richiesto.

    Cătălin Predoiu agli Interni, Angel Tîlvăr alla Difesa, Sorin Grindeanu ai Trasporti, Alexandru Rafila alla Salute e Sebastian Burduja all’Energia hanno mantenuto gli incarichi. Ci sono anche nuovi nomi di ministri, come quelli di Daniel David per l’Istruzione o Emil Hurezeanu per gli Affari Esteri, che non sono membri del partito, ma sono sostenuti dal PNL.

    A capo del nuovo Ministero dell’Economia e della Digitalizzazione c’è il socialdemocratico Bogdan Ivan, mentre alla Giustizia arriva il deputato PSD Radu Marinescu. Altri due portafogli, ricoperti dall’UDMR, sono per lo Sviluppo, Cseke Attila, e per le Finanze, Tánczos Barna.

    Il primo ministro Marcel Ciolacu ha dichiarato che l’organizzazione rapida delle elezioni presidenziali e le misure volte a dare uno slancio all’ambiente imprenditoriale sono i principali obiettivi a breve termine del nuovo Governo. Il premier ha detto inoltre che la Romania ha un governo funzionale, il che manda un segnale di stabilità al settore privato romeno e agli investitori stranieri.

    Secondo il primo ministro, ci sono già segnali positivi dopo il voto del Parlamento, vale a dire che i tassi di interesse esterni ai quali il paese si indebita hanno cominciato a diminuire. Il primo ministro ammonisce inoltre che il 2025 non sarà un anno facile e che il denaro pubblico dovrà essere speso in modo decente.

    “Questa crisi economica nei paesi sviluppati è normale che si faccia sentire anche in Romania nel 2025. Avremo un anno economico difficile. La Romania non può offrire servizi pubblici come nell’Occidente, con entrate al bilancio alle quali non tutti contribuiscono”, ha detto il premier Marcel Ciolacu.

    Da parte sua, il ministro degli Interni, Cătălin Predoiu, ha dichiarato che, nel suo secondo mandato, la priorità è la lotta contro il traffico di droga. Predoiu sostiene che il personale del Ministero degli Interni continuerà a mantenere basso il tasso di migrazione, così come quello di sicurezza, che in Romania è alto rispetto ad altri stati europei.

    “Le sfide nel campo del traffico di droga, della tratta di esseri umani, della migrazione clandestina, della sicurezza informatica, del discorso basato sull’odio e delle situazioni di emergenza sono numericamente senza precedenti, complesse e talvolta si manifestano contemporaneamente. Questa nuova realtà detta anche le priorità per i prossimi anni”, ha detto Cătălin Predoiu.

    D’altro canto, il ministro della Difesa, Angel Tîlvăr, ha precisato che la Base Mihail Kogălniceanu (sud-est) sarà modernizzata con un investimento di 2,5 miliardi di euro, che trasformerà questo luogo nello stabilimento militare NATO più importante in Europa.

    “Ho presentato una serie di misure adottate dal Ministero della Difesa e credo che le cifre che ho presentato siano la prova che le decisioni che abbiamo preso sono state buone e continueremo ad applicarle e allo stesso tempo, cercare di aumentare il numero di attività e azioni per portare alla trasformazione o alla preservazione del campo militare come settore attraente per coloro che desiderano una carriera in questo senso”, ha dichiarato Angel Tîlvăr.

    Per la prima volta in Romania, il Ministero delle Finanze Pubbliche spetta all’UDMR. Tánczos Barna ha assicurato che le tasse non aumenteranno nel 2025 e che verrà mantenuto lo stesso sistema di tassazione.

  • 35/o anniversario della Rivoluzione anticomunista

    35/o anniversario della Rivoluzione anticomunista

    Sono trascorsi 35 anni da quando Timişoara diventava la prima città libera dal comunismo in Romania, un momento che scatenò l’ondata di proteste che poi avvolse Bucarest e altre città del paese e portarono alla caduta del regime di Ceauşescu il 22 dicembre 1989. Quest’anno, come in quelli passati, nella città della Romania occidentale le sirene hanno suonato per segnare il momento, e partecipanti alla Rivoluzione hanno ricordato il giorno del 20 Dicembre 1989, in cui oltre 100.000 persone si sono riunite nel centro di Timişoara.

    E’ stato un giorno di lutto e alla Cattedrale Metropolitana si è tenuta una messa commemorativa per gli eroi della Rivoluzione. Sono state deposte delle corone davanti alla Cattedrale e messe commemorative si sono svolte nelle chiese della città e al Cimitero degli Eroi. Tre decenni e mezzo dopo lo storico momento, scena politica attuale è stata segnata da turbolenze, e i rivoluzionari di Timişoara dicono che tutto ciò è il risultato del fatto che la società romena non è stata in grado di adempiere a tutti gli ideali del dicembre 1989.

    In tutti questi giorni, tutto il paese ha ricordato la Rivoluzione e l’aspirazione dei protestatari per la democrazia e il percorso europeo della Romania. A dicembre 1989, hanno perso la vita 1.142 persone, oltre 3.000 sono rimaste gravemente ferite e diverse centinaia di persone sono state detenute illegalmente e torturate.

    In un messaggio in occasione del Giorno della Vittoria della Rivoluzione, il presidente Klaus Iohannis afferma che la Romania “è in bilico” e deve respingere fermamente i tentativi di revisione della storia, che cercano di “macchiare la memoria degli eroi della Romania democratica e mistificare la verità sul regime dittatoriale”.

    “La Rivoluzione del dicembre 1989 è stata vissuta con timore, con molta emozione, ma soprattutto con speranza e coraggio, essendo il momento in cui la Romania è rinata e ha mostrato al mondo intero che può creare il proprio destino”, ha affermato il capo dello stato. Klaus Iohannis ha inoltre sottolineato che l’ideale di libertà per il quale si sono sacrificati gli eroi della Rivoluzione è oggi “più vivo e più presente che mai”.

    “Non dobbiamo mai dimenticare quanto abbiamo ottenuto da allora e con quanti sforzi, per avere oggi un paese profondamente legato ai valori democratici, considerato un partner affidabile degli alleati dell’Unione Europea e della NATO”, ha sottolineato Klaus Iohannis. Tuttavia, il presidente ha ammonito che i valori e i principi della Rivoluzione del 1989 rischiano oggi di essere messi in pericolo da “discorsi populisti e ipocriti”.

    Anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha inviato un messaggio in occasione del 35esimo anniversario della Rivoluzione romena, sottolineando il sacrificio della gente che ha lottato per la democrazia. Ursula von der Leyen ha sottolineato che la Romania e l’Europa ricordano il sacrificio dei romeni.

    “35 anni fa, i romeni hanno difeso il loro diritto di scegliere il proprio destino. Molti si sono immolati affinché i loro figli potessero essere liberi e vivere in democrazia. Oggi la Romania e l’Europa ricordano il loro sacrificio”, ha detto la presidente della Commissione.

  • Effetti economici dell’instabilità politica

    Effetti economici dell’instabilità politica

    In Romania, lo stallo degli ultimi giorni legato alla costituzione di una maggioranza parlamentare per proporre un primo ministro e, quindi, l’impossibilità di formare un nuovo governo è fortemente sentita in termini economici. Giovedì la Borsa Valori di Bucarest ha chiuso in rosso. L’indice BET, che comprende le 20 società più quotate, si è deprezzato del 2%, mentre il BET-Plus, che mostra l’evoluzione dei 43 titoli più liquidi, è diminuito dell’1,97%. Hanno chiuso in calo anche l’indice di riferimento per il rendimento dei fondi di investimento, o quello che misura l’evoluzione delle 10 società del settore energetico e dei servizi di pubblica utilità.

    Invocando l’incertezza politica in Romania, l’agenzia di rating Fitch ha declassato nei giorni scorsi l’outlook del paese da stabile a negativo, il che significa che un altro downgrade è possibile. Ciò si traduce nel rincaro dei prestiti internazionali della Romania, che fa discutere gli economisti sulla necessità che Bucarest ricorra, possibilmente, all’espertise del Fondo Monetario Internazionale, noto per le sue politiche di austerità. I deficit di bilancio e delle partite correnti sono molto elevati, l’inflazione continua a gravare finanziariamente sulle persone, la crescita economica sta attraversando un rallentamento significativo, mentre il debito pubblico ha superato il 50% del prodotto interno lordo e continua a crescere.

    Se l’instabilità politica continua, è possibile che l’economia si trovi ad affrontare anche altri problemi, ammonisce il professor Mircea Coșea, il quale ritiene che i fattori decisionali politici stiano praticamente sabotando la propria economia.

    ʺQual è l’effetto immediato? Il calo della Borsa. La Borsa è il termometro più importante della temperatura economica. È una perdita di 1 miliardo e qualcosa in più di euro in pochi minuti. Potrebbero esserci effetti nel campo del tasso di cambio del leu, la moneta nazionale potrebbe avere dei problemi. In questo caso, la Banca Centrale farà degli sforzi, come ha sempre fatto, di mantenere il leu, ma non a tempo indeterminato. E’ molto complicato. Durante questo periodo di instabilità politica, avremo una stagnazione dell’interesse degli investitori a venire in Romania e un congelamento dei progetti degli investitori stranieri. E da parte dell’Unione Europea avremo un monitoraggio molto più severo di ciò che accade in campo fiscale e di bilancio, considerando che abbiamo firmato con l’Unione Europea un programma fiscale di correzione del deficit per 7 anni. In un contesto in cui abbiamo grandi ritardi con il PNRR, poiché questo PNRR non è a lungo termine, resta ancora un anno e mezzo per la sua applicazione, in queste condizioni è possibile che il prelievo di denaro dal PNRR avvenga con alcune difficoltà”, spiega Mircea Coșea.

    In altre parole – dice Mircea Coșea – un paese che non è stabile è un paese imprevedibile. E l’imprevedibilità è la difficoltà più grande che un piano d’affari possa incontrare, anche a livello nazionale.

  • L’UE e l’esposizione alla disinformazione

    L’UE e l’esposizione alla disinformazione

    Presente a Bruxelles, al Vertice UE-Balcani occidentali e al Consiglio Europeo, il capo dello stato Klaus Iohannis ha dichiarato che la Romania ha avuto un enorme problema legato alle interferenze straniere nel processo elettorale, ma è riuscita ad affrontarlo. La reazione del nostro paese è stata immediata, forte e corretta, ha aggiunto Klaus Iohannis, molto fiducioso nella capacità del paese di rimanere stabile, solido e un partner affidabile.

    Il primo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre in Romania è stato annullato, a seguito delle rivelazioni sull’incorrettezza del voto, a causa di alcune pratiche illegali sostenute da Mosca sui social network, in particolare TikTtok. Secondo il presidente Iohannis, le ingerenze straniere nel processo elettorale non rappresentano solo una minaccia per la Romania, ma anche per le democrazie e i valori europei. Tutti i paesi sono esposti a questo rischio, ha aggiunto il capo dello stato, precisando allo stesso tempo che è necessario sviluppare urgentemente strumenti e meccanismi di difesa contro questi attacchi.

    “La Romania ha reagito correttamente e legalmente al 100%, poichè non dappertutto in Europa le corti costituzionali hanno il diritto di intervenire nelle elezioni. Ma in Romania, nella Costituzione stessa c’è scritto solo per le elezioni presidenziali: la Corte Costituzionale convalida, e ovviamente può benissimo invalidare se constata gravi irregolarità. E questa volta si sono verificate gravi irregolarità”, ha sottolineato il presidente Iohannis, aggiungendo che probabilmente seguiranno azioni in tal senso.

    Il capo dello stato ha discusso con il nuovo presidente del Consiglio Europeo, António Costa, “dell’importanza della resilienza e di un orientamento strategico, per poter gestire tutte le sfide”. Ha affermato che sono necessari sforzi per combattere le interferenze “maligne” della Russia, “per ridurre l’esposizione a questi attacchi insidiosi”. Il presidente Klaus Iohannis ha affermato inoltre che è necessario un approccio integrato e la ricerca di strumenti e soluzioni, perché è questo che aspettano i cittadini dall’Unione Europea e dalle leadership nazionali.

    La Commissione Europea ha già avviato un’indagine nei confronti della piattaforma cinese TikTok a seguito della campagna elettorale per le presidenziali in Romania. Anche se TikTok sostiene che la piattaforma è stata protetta per la durata di 150 elezioni a livello globale e che rimuove costantemente i contenuti che violano le regole, i rappresentanti della Commissione affermano che ci sono sospetti credibili di violazioni della legge europea sui servizi digitali e di una mancanza di reazione di fronte ai rischi sistemici legati all’integrità delle elezioni.

    Lunedì, l’Unione Europea ha annunciato di aver adottato le prime sanzioni in risposta ad “azioni ibride” sul suo territorio, contro agenti russi accusati di azioni “destabilizzanti” nell’UE. Gli europei accusano Mosca anche di attacchi informatici e disinformazione, soprattutto durante le elezioni nell’UE.

  • Un nuovo Codice Forestale

    Un nuovo Codice Forestale

    Il nuovo Codice Forestale, milestone del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è stato adottato dalla Camera dei Deputati di Bucarest, come organo decisionale, con un’ampia maggioranza di voti. La legge prevede, tra l’altro, l’inclusione delle foreste nelle cinture verdi attorno alle città, l’espansione delle superfici boschive, l’introduzione del diritto di prelazione anche per materie prime di qualità a un prezzo conveniente per i produttori nazionali di mobili, l’obbligo dell’organizzazione di corsi di formazione professionale per il personale del settore forestale e l’aumento del 25% della retribuzione base per i dipendenti della Guardia Forestale Nazionale.

    Inoltre, l’atto normativo prevede la videosorveglianza delle strade forestali, la confisca del legname rubato e delle auto utilizzate per trasportarlo, nonché pene detentive da uno a cinque anni per falsificazione di dati informatici di carattere forestale. Allo stesso tempo, appare il concetto di “isole che invecchiano”, un meccanismo attraverso il quale le aree forestali di almeno 1.000 metri quadrati con un ruolo nel mantenimento della biodiversità saranno protette dal taglio.

    Il progetto prevede inoltre l’istituzione del Registro Forestale Nazionale e il rimboschimento e il controllo da parte dello Stato delle foreste completamente abbattute e abbandonate, anche senza il consenso del proprietario. Inoltre, i proprietari delle aziende che sfruttano il legno e i loro parenti non possono più essere dipendenti del gestore forestale. Non in ultimo, l’accesso ai boschi per le escursioni sarà incondizionato.

    La legge segna un nuovo inizio nella gestione delle foreste in Romania, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Mircea Fechet, sottolineando che le misure previste dal progetto garantiscono, tra le altre cose, il rimboschimento dei terreni diboscati.

    “L’area del fondo forestale in Romania ha una leggera tendenza di crescita negli ultimi 30 anni e questo è successo soprattutto nell’ultimo anno, quando siamo riusciti, utilizzando i soldi del PNRR, a rimboschire delle aree che non sono mai appartenute al fondo forestale. Oggi abbiamo quasi 9.000 ettari pronti per la contrattazione, di cui più di 3.000 sono già stati rimboschiti quest’anno e l’anno scorso, e credo che questa sia una tendenza che verrà mantenuta”, ha precisato Mircea Fechet. Il ministro ha aggiunto che il settore forestale, l’industria del legno e l’industria specializzata rappresentano il 3,5% del PIL della Romania. Tuttavia non sono mancate le insoddisfazioni.

    Dall’opposizione, il deputato Dan Tanasă dell’AUR ha criticato il fatto che la legge non vieta alle imprese straniere di sfruttare il legname delle foreste romene. “Proteggeremo davvero le foreste in Romania quando toglierete le aziende straniere fuori dalla Romania per sfruttare il legno a casa loro, e in Romania le foreste siano sfruttate dai romeni. Solo allora potrete vantarvi di aver fatto qualcosa per le foreste della Romania”, ha detto Dan Tanasă. Sono trascorsi più di sette mesi dall’adozione del nuovo Codice Forestale da parte del Senato, come prima camera, periodo in cui il testo della legge ha subito oltre 200 modifiche. Ora l’atto normativo è stato inviato al presidente della Romania per la promulgazione.

  • Russia, preoccupazioni e sanzioni

    Russia, preoccupazioni e sanzioni

    Quattro senatori americani, repubblicani e democratici, condannano l’ingerenza della Russia nelle elezioni presidenziali in Romania ed esprimono il loro sostegno per Bucarest nella lotta per l’integrità del processo elettorale. Tra i firmatari del messaggio ci sono Ben Cardin, presidente della Commissione per la politica estera del Senato, e Jeanne Shaheen, presidente della Sottocommissione per l’Europa e la cooperazione regionale. In una dichiarazione pubblicata sul sito del Senato degli USA, essi affermano che l’attacco del presidente Vladimir Putin contro le elezioni romene è un nuovo esempio della guerra ibrida condotta dalla Russia contro gli alleati europei e partner degli Stati Uniti.

     

    I senatori assicurano che gli Stati Uniti sono al fianco della Romania mentre il paese sta adottando urgentemente misure per elezioni presidenziali libere e corrette. Il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania del 24 novembre è stato annullato dopo che è stato rivelato che il voto non è stato corretto a causa di pratiche illegali sostenute da Mosca sui social network, in particolare su TikTok. I senatori americani dichiarano di sostenere la Romania, in quanto membro della NATO, nella lotta per l’integrità delle elezioni e condannano la manipolazione da parte di Vladimir Putin della rete TikTok, controllata dal Partito Comunista Cinese, al fine di minare il processo democratico romeno.

     

    Il mondo deve risvegliarsi e rendersi conto della grave minaccia alla democrazia che la manipolazione russa di TikTok rappresenta, in modo tale da minare le nostre società libere, aggiungono i senatori. Essi menzionano che il Governo romeno ha scoperto questo attacco alla democrazia del paese ed esprimono il plauso per la decisione delle autorità romene di declassificare i documenti relativi alle indagini del caso e di informare gli Stati Uniti e la comunità internazionale.

     

    Da parte sua, l’Unione Europea ha annunciato lunedì di aver adottato le prime sanzioni in risposta ad “azioni ibride” sul suo territorio, contro agenti russi accusati di azioni “destabilizzanti” nell’UE. Gli europei accusano Mosca anche di attacchi informatici e disinformazione, soprattutto durante le elezioni nell’UE. Secondo il Consiglio dell’Unione Europea, i soggetti colpiti dalle sanzioni “minano i valori fondamentali dell’UE e dei suoi stati membri, la loro sicurezza, stabilità, indipendenza e integrità, nonché quelli delle organizzazioni internazionali e dei paesi terzi attraverso varie attività ibride”.

     

    In totale, secondo questo testo, sono 16 le persone e tre le entità colpite da sanzioni. Queste misure, vale a dire il congelamento degli assets nell’UE, l’interdizione di viaggiare all’interno dell’UE e il divieto di essere finanziati da aziende europee, sono state decise nell’ambito di un nuovo regime di sanzioni adottato a ottobre. Questo è diverso da quello utilizzato contro la Russia come ritorsione per l’invasione dell’Ucraina a febbraio 2022.

  • Timisoara, 35 anni fa

    Timisoara, 35 anni fa

    Instaurata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dalle truppe sovietiche occupanti, la dittatura comunista di Bucarest sembrava incrollabile. Nel novembre 1989, il congresso del partito unico ha rieletto all’unanimità Nicolae Ceaușescu alla carica di segretario generale, che aveva ricoperto per quasi un quarto di secolo. Il fatto che fosse già sulla settantina non gli impedì di lanciare piani per il cosiddetto sviluppo socialista della Romania fino al 2000. Per la sua ambizione di saldare prima della scadenza i debiti esteri da lui contratti avevano pagato solo i romeni comuni. Quasi tutto ciò che veniva prodotto veniva esportato. Il cibo era razionato, i condomini non erano riscaldati, l’elettricità poteva essere interrotta in qualsiasi momento in modo imprevisto.

    Oltre alla fame e al freddo, regnava anche la paura. La polizia politica del regime, la Securitate, aveva coltivato il mito dell’onnipotenza, onnipresenza e onniscienza dei suoi agenti, tanto che tutti avevano paura di protestare. In un continuo delirio, l’apparato propagandistico del regime – televisione, radio, giornali – dipingeva una realtà parallela: Ceaușescu era un genio, la sua consorte Elena (di fatto, semianalfabeta), era una studiosa di fama mondiale e un’amorevole madre di tutto il popolo, e i romeni vivevano nel migliore dei mondi. Nei paesi confinanti con la Romania, incoraggiate dalle politiche dell’ultimo leader sovietico, il riformatore Mikhail Gorbaciov, gigantesche proteste di piazza avevano rovesciato le dittature comuniste. Varsavia, Praga, Berlino Est, Budapest, Sofia stavano già sperimentando la libertà, dopo quasi mezzo secolo di tirannia. Gli storici affermano che non è un caso che la scintilla della rivoluzione romena sia scoppiata a Timișoara, la più grande città dell’ovest del Paese, cosmopolita e multietnica, dove si ricevevano facilmente i programmi delle televisioni dell’Ungheria e dell’ex Jugoslavia.

    La solidarietà, il 16 dicembre 1989, di diversi parrocchiani della parrocchia al pastore protestante, di etnia ungherese, Laszlo Tokes, che la Securitate voleva deportare da Timisoara, fu la palla di neve che si trasformò in una valanga. Intorno alla casa parrocchiale si radunarono sempre più persone, che finirono per protestare apertamente per le strade della città. L’apparato di repressione reagì immediatamente e aprì il fuoco.

    Persone indifese furono uccise fino al 20 dicembre, quando l’esercito fraternizzò con i manifestanti e si ritirò nelle caserme. Quel giorno Timisoara divenne la prima città della Romania libera dal comunismo. La rivoluzione si diffuse rapidamente nel paese e culminò, a Bucarest, il 22 dicembre, con la fuga di Ceaușescu, in elicottero, dalla sede del comitato centrale del partito unico, assediata da centinaia di migliaia di manifestanti. Catturati e processati sommariamente da un tribunale improvvisato, i Ceaușescu furono giustiziati il 25 dicembre. Durante la Rivoluzione morirono oltre mille persone. La Romania è stata l’unico paese dietro l’ex Cortina di ferro in cui la liberazione dal comunismo è avvenuta con spargimento di sangue.

  • Romania entra a pieno titolo nell’Area Schengen

    Romania entra a pieno titolo nell’Area Schengen

    Dopo anni di attesa, la Romania e la Bulgaria diventano membri a pieno titolo dell’Area Schengen. Il Consiglio Giustizia e Affari Interni ha approvato giovedì l’adesione dei due paesi anche con le frontiere terrestri a partire dal 1° gennaio 2025.

    “I vantaggi della nostra appartenenza allo spazio comune di libera circolazione sono molteplici e hanno un impatto diretto sui cittadini, sull’economia e sull’immagine del nostro Paese all’estero. La rimozione dei controlli ai confini interni significherà spostamenti più veloci e più semplici per chi viaggia, tempi trascorsi alle frontiere notevolmente ridotti e costi logistici diminuiti per le aziende, il che aumenterà rapidamente la competitività dei prodotti e servizi romeni sul mercato europeo”, ha detto il presidente Klaus Iohannis.

    “È una decisione storica, una vittoria della giustizia e della dignità nazionale e un chiaro segnale che non accetteremo mai di essere cittadini di seconda classe in Europa”, ha sottolineato il primo ministro Marcel Ciolacu. Questa decisione, ha spiegato il premier, porta benefici concreti e immediati per i romeni, soprattutto per quelli all’estero che viaggiano spesso in Romania.

    Il pieno ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen comporta una serie di incontestabili vantaggi per i due paesi. Innanzitutto una maggiore libertà di movimento verso l’Europa occidentale. Lo stesso vale per il sud: i romeni non verranno più fermati né alla frontiera con la Bulgaria, né a quella successiva, con la Grecia. I vantaggi maggiori saranno per i trasportatori che non aspetteranno più delle ore alle frontiere, il più delle volte in condizioni precarie.

    Tuttavia, ci sarà un periodo di sei mesi di controlli parziali alle frontiere con l’Ungheria e la Bulgaria. Tali controlli sono stati temporaneamente avviati alle varie frontiere interne dello spazio Schengen, a seguito del numero crescente di migranti illegali dall’esterno verso l’interno dell’Unione.

    Il ministro della Giustizia romeno, Cătălin Predoiu, ha fornito maggiori dettagli. “Ogni volta che gli agenti della polizia di frontiera notano che qualcosa non va con un mezzo di trasporto o nell’auto su cui viaggiano persone fisiche o hanno delle informazioni che potrebbero presentare un rischio dal punto di vista dell’osservanza della legislazione, allora intervengono e fanno controlli”, ha spiegato il ministro.

    La Bulgaria e la Romania, membri dell’UE dal 2007, hanno aderito parzialmente a Schengen a marzo, con le frontiere aeree e marittime. La Romania è stata oggetto di parecchi rapporti di valutazione Schengen antecedenti il 2011, la prima scadenza assunta per entrare nell’area di libera circolazione. Successivamente, nel corso degli anni, paesi come Francia, Germania, Belgio, Svezia, Finlandia, Paesi Bassi e Austria si sono opposti all’adesione della Romania, invocando problemi legati alla corruzione, alla criminalità organizzata, alle riforme giudiziarie e all’immigrazione.

    Con una popolazione di quasi 420 milioni di persone, Schengen è lo spazio di libera circolazione più grande del mondo, copre oltre 4 milioni di chilometri quadrati e include ora 29 paesi.